#Arte della Calligrafia
Explore tagged Tumblr posts
Text
Marocco: L'arte della calligrafia patrimonio dell'umanità
Marocco: L’arte della calligrafia patrimonio dell’umanità
L’arte della calligrafia o in arabo “arte del cappello” è uno dei più ricchi manufatti culturali del Marocco. Nel corso del tempo, calligrafi appassionati hanno lavorato instancabilmente per salvare la tradizione dall’estinzione, e tale sforzo è raddoppiato dal dicembre dello scorso anno, quando l’UNESCO ha aggiunto la calligrafia araba alla sua lista del patrimonio culturale immateriale. Dalla…
View On WordPress
0 notes
Text
SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LO STILE DI UN 'VAN GOGH' SPENTO
Il soggetto della tela non è originale: "La ronda dei carcerati" (1890) è ripreso con pedissequa ri-presentazione da un'incisione di Gustave Doré, "Newgate: The Exercise Yard" che risaliva al 1872.
Dunque, un van Gogh inedito: tiene in esercizio il proprio talento artistico ma solo per la qualità tecnica.
Non è creativo.
Allora, quale giudizio si può attribuire a un'opera che manchi di espressione?
Nessuno.
Ma è davvero così?
Davvero questa tela si può considerare priva di valore perchè la scena è la riproposizione di un atto artistico già esistente e originale?
Se si trattasse di un testo scritto, riproporlo sarebbe un plagio privo di contenuto.
Ma per un dipinto l'affermazione non regge: esiste qualcosa che lo caratterizza e lo differenzia.
Si tratta dello "stile".
Una traccia indelebile, un solco: come nel caso dello "stilo", lo strumento utilizzato per scrivere sulle tavolette di cera nell'antichità.
Stile: termine che deriva, paradossalmente, dalla già richiamata similitudine con i segni grafici, la calligrafia, l'ortografia.
Lo stile non racconta ma desta un sentimento indecifrabile che attrae o respinge.
È dunque, riflettendo bene, un modo d'espressione pieno, che caratterizza, che definisce un'identità, che provoca un illusorio, intenso, frenetico moto alla ricerca di parole descrittive, difficili, talvolta impossibili da trovare: così come lo stile non racconta, allo stesso modo non si può narrare, non si può indicare fino in fondo nelle sue caratteristiche.
Ma c'è.
S'impone alla vista e provoca lo spalancarsi di un abisso: manca la parola, domina il silenzio.
Infine, si afferma un principio inatteso: l'arte è un apparire dell'insostenibile gravame costituito dalle immagini mentali di un essere umano.
Così, mentre la penna tenta una descrizione, il pennello scorre attingendo a flussi caotici incessanti di sguardi interrotti.
Fino a quando la penna, esausta, si arresta mentre la mano del pittore rimane viva nel desiderio di lasciare sulla riva quel mare di figure e di scenari per abbandonarsi alla purezza di un'intonazione muta capace di rifondare l'atto creativo esclusivamente nello stile, inimitabile e per questo originale e a suo modo immutabile.
Ecco la ragione per la quale si ammira un'opera come questa di van Gogh: non si viene attratti dal contenuto ma solo dal riconoscere la mano dell'artista.
Forse, il complimento migliore che si possa attribuire a un'anima creativa.
28 notes
·
View notes
Photo
William Morris
A cura di Anna Mason
Einaudi, Torino 2022, 432 pagine, con 660 illustrazioni, 24.3 x 28.8 cm, ISBN 9788806253134
euro 80,00
email if you want to buy [email protected]
Il libro illustrato piú ampio, completo - e bello - mai pubblicato su William Morris; un contributo essenziale per conoscere l'arte, la vita e le idee di una delle figure piú straordinarie e influenti della cultura moderna. William Morris fu un pioniere del movimento Arts and Crafts e uno dei designer piú influenti della storia britannica. Ponendo l’accento sull’originalità, il talento artistico e la dimensione artigianale, Morris contribuí a rivoluzionare gli interni tardo vittoriani trasformando radicalmente il nostro stesso modo di concepire gli oggetti che costruiamo e possediamo, nonché il nostro rapporto con la natura e la realtà. Da subito celebre poeta, Morris ebbe una vita dagli interessi vastissimi. Fu socialista impegnato, scrittore prolifico, pioniere dell’ambientalismo, uomo d’affari e imprenditore di successo, nonché designer raffinato e originale. La sua versatilità artistica, l’abilità tecnica e la fulgida creatività spiccano in tutto ciò che egli produsse negli ambiti piú diversi, con dipinti e disegni, vetrate, mobili, piastrelle e stoviglie, carta da parati, tessuti, calligrafia e stampa. Morris raccolse intorno a sé un gruppo di talentuosi collaboratori, quali Edward Burne-Jones, Dante Gabriel Rossetti, Philip Webb e le donne della sua cerchia, in particolare sua moglie Jane e la figlia May.
02/01/23
orders to: [email protected]
ordini a: [email protected]
twitter: @fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
#William Morris#Art and Crafs#dipinti e disegni#vetrate#mobili#piastrelle#carta da parati#stoviglie#tessuti#calligrafia#Edward Burne-Jones#Dante Gabriel Rossetti#art books#fashionbooksmilano#designbooksmilano
31 notes
·
View notes
Text
Dalla bolla FB di Ivano Porpora
"Mi piacerebbe avere una piccola sezione dei 20, 25 libri più rappresentativi dei migliori autori in Italia; e credo che interessi anche i miei allievi, e chi mi segue.
Qui sotto la lista dei libri. Parte l'elezione de L'ALTRO LIVELLO. Potete votarne solo dieci. Se ne votate undici, cancello il vostro commento, perché state portando rumore. Il libro può anche non essere quello: ripeto, per me Nove ha raggiunto l'apice con La vita oscena.
Aldo Nove - Milano non è Milano, 2010
Alessandra Carnaroli - La furia, 2023
Alessandra Sarchi - L’amore normale, 2014
Alessandro Baricco - Mr Gwyn, 2011
Alessandro Piperno - Con le peggiori intenzioni, 2005
Alessio Forgione - Napoli mon amour, 2018
Alessio Mosca - Chiromantica Medica, 2022
Alfredo Palomba, Quando le belve arriveranno, 2022
Andrea Bajani - Un bene al mondo, 2016
Andrea Canobbio -
Andrea Donaera - Io sono la bestia, 2019
Andrea Pomella - L'uomo che trema, 2018
Andrea Tarabbia - La calligrafia come arte delle guerra, 2010
Andrej Longo - L'altra madre, 2016
Antonella Cilento, Lisario o il piacere infinito delle donne, 2014
Antonella Lattanzi - Questo giorno che incombe, 2021
Antonio Manzini - 7/72007, 2016
Antonio Moresco - La lucina, 2013
Aurelio Picca - Il più grande criminale di Roma è stato amico mio, 2020
Benedetta Palmieri - Emersione, 2021
Carola Susani - Eravamo bambini abbastanza, 2012
Claudia Durastanti - La straniera, 2019
Claudia Petrucci - L'esercizio, 2020
Claudio Morandini - Neve, cane, piede, 2015
Claudio Piersanti - Quel maledetto Vronskij, 2021
Daniela Ranieri - Stradario Aggiornato di tutti i miei baci, 2021
Daniele Del Giudice - Orizzonte mobile, 2009
Daniele Mencarelli - Tutto chiede salvezza, 2022
Daniele Petruccioli - La casa delle madri, 2020
Dario Voltolini - Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia, 2006
Davide Orecchio - Storia aperta, 2021
Demetrio Paolin - Conforme alla gloria, 2016
Domenico Starnone - Vita mortale e immortale della bambina di Milano, 2021
Donatella Di Pietrantonio - L’arminuta, 2017
Edgardo Franzosini - Questa vita tuttavia mi pesa molto, 2015
Edoardo Albinati - La scuola cattolica, 2016
Edoardo Zambelli - Storia di due donne e di uno specchio, 2018
Elena Ferrante -
Emanuela Canepa - Insegnami la tempesta, 2020
Emanuela Cocco - Tu che eri ogni ragazza, 2018
Emanuele Tonon - La luce prima, 2011
Emanuele Trevi - Due vite, 2020
Emidio Clementi - L’amante imperfetto, 2017
Emiliano Ereddia - Le mosche, 2021
Eraldo Baldini - L’uomo nero e la bicicletta blu, 2011
Ernesto Aloia - I compagni del fuoco, 2007
Ezio Sinigaglia - Eclissi, 2016
Fabio Bacà - Nova, 2021
Fabio Bartolomei - We are family, 2013
Fabio Geda - Nel mare ci sono i coccodrilli, 2010
Fabio Genovesi - Esche vive, 2011
Fabio Stassi - L'ultimo ballo di Charlot, 2012
Fabrizio Patriarca - Tokyo transit, 2016
Federico Platania - Il Dio che fa la mia vendetta, 2013
Filippo Nicosia - Come un animale, 2010
Filippo Tuena - Ultimo parallelo, 2007
Francesca Genti - Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza, 2018
Francesca Manfredi - L’impero della polvere, 2019
Francesca Marzia Esposito - Corpi di ballo, 2019
Francesca Mattei - Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa, 2019
Francesco Dimitri - Pan, 2008
Francesco Maino - Cartongesso, 2014
Francesco Pacifico - Class, 2014
Francesco Pecoraro - La vita in tempo di pace, 2014
Francesco Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie, 2012
Franco Stelzer - Il nostro primo solenne stranissimo Natale senza di lei, 2003
Fulvio Abbate - Roma vista controvento, 2015
Giacomo Sartori - Anatomia della battaglia, 2005
Gian Marco Griffi - Ferrovie del Messico, 2022
Gianluca Morozzi - Blackout, 2004
Gilda Policastro - La parte di Malvasia, 2020
Giordano Meacci - Il cinghiale che uccise Liberty Valance, 2016
Giordano Tedoldi - Tabù, 2017
Giorgia Tribuiani - Blu, 2018
Giorgio Falco - La gemella H, 2014
Giorgio Fontana - Il mago di Riga, 2022
Giorgio Vasta - Il tempo materiale, 2008
Giovanni Dozzini - Qui dovevo stare, 2021
Giulio Mozzi - Le ripetizioni, 2021
Giuseppe Genna - Dies irae, 2006
Greta Pavan - Quasi niente sbagliato, 2023
Helena Janeczek - La ragazza con la Leica, 2017
Ilaria Palomba - Vuoto, 2022
Laura Pariani -La valle delle donne lupo, 2011
Laura Pugno - Sirene, 2007
Letizia Muratori - Casa madre, 2008
Licia Giaquinto - La briganta e lo straniero, 2014
Lorenza Pieri - Il giardino dei mostri, 2019
Lorenzo Mercatanti - Il babbo avrebbe voluto dire ti amo ma lo zio ne faceva anche a meno, 2014
Luca Ricci - Gli autunnali, 2018
Luigi Romolo Carrino - Non è di maggio, 2021
Maddalena Fingerle - Lingua Madre, 2021
Marcello Fois - Nel tempo di mezzo, 2012
Marco Balzano - Resto qui, 2015
Marco Drago - Innamorato, 2023
Marco Mancassola - Last love parade, 2005
Marco Missiroli - Atti osceni in luogo privato, 2015
Marco Peano - L'invenzione della madre, 2015
María Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata, 2023
Maria Rosa Cutrufelli - Il giudice delle donne, 2016
Marino Magliani - Peninsulario, 2022
Mario Desiati - Spatriati, 2022
Marta Cai - Enti di ragione, 2019
Massimiliano Santarossa - Pane e Ferro, 2019
Matteo Cavezzali - Nero d'inferno, 2018
Matteo Galiazzo - Cargo, ne 2013
Matteo Melchiorre -Requiem per un albero, 2004
Mauro Covacich - La sposa, 2016
Michele Mari - Leggenda privata, 2017
Michele Orti Manara - Il vizio di smettere, 2018
Michele Vaccari - Un marito, 2018
Niccolò Ammaniti - Io non ho paura, 2001
Nicola Lagioia - La città dei vivi, 2020
Orso Tosco - Aspettando i naufraghi, 2018
Paola Barbato - Zoo, 2019
Paolo Cognetti - Sofia si veste sempre di nero, 2012
Paolo Colagrande - Salvarsi a vanvera, 2022
Paolo Giordano -
Paolo Nori - Vi avverto che vivo per l’ultima volta, 2023
Paolo Zanotti - Bambini bonsai, 2010
Paolo Zardi - Il giorno che diventammo umani, 2013
Piera Ventre - Gli spettri della sera, 2023
Piersandro Pallavicini - Atomico Dandy, 2005
Raul Montanari - Il buio divora la strada, 2002
Remo Rapino - Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, 2019
Romolo Bugaro - Non c'è stata nessuna battaglia, 2019
Rosa Matteucci - Costellazione familiare, 2016
Rosella Postorino - Le assaggiatrici, 2018
Rossana Campo - Dove troverete un altro padre come il mio, 2015
Sacha Naspini - I cariolanti, 2020
Sandro Campani - I passi nel bosco, 2020
Sandro Veronesi - Caos Calmo, 2005
Sara Gamberini - Maestoso è l’abbandono, 2018
Sebastiano Vassalli - Le due chiese, 2010
Sergio Claudio Perroni - Entro a volte nel tuo sonno, 2018
Silvia Ballestra - La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, 2022
Silvia Bottani - Il giorno mangia la notte, 2020
Simona Baldanzi - Figlia di una vestaglia blu, 2006
Simona Baldelli - Vicolo dell'Immaginario, 2018
Simona Vinci - La prima verità, 2016
Tiziano Scarpa - Cose fondamentali, 2010
Tommaso Pincio - Panorama, 2015
Tullio Avoledo -
Ugo Cornia - Quasi amore, 2001
Valentina Durante - Enne, 2020
Valentina Maini - La mischia, 2020
Valeria Corciolani - La regina dei colori, 2023
Valeria Parrella - Lo spazio bianco, 2008
Valerio Evangelisti - Noi saremo tutto, 2004
Vanni Santoni - Gli interessi in comune, 2008
Veronica Galletta - Nina sull’argine, 2021
Veronica Tomassini - L’altro addio, 2017
Vincenzo Pardini - Il valico dei briganti, 2023
Viola Di Grado - Fame blu, 2022
Vitaliano Trevisan - Works, 2016
Walter Pozzi - Carte scoperte, 2015
Walter Siti - Troppi paradisi, 2006
Wu Ming - 54, 2002"
Poi è partita una lotta nel fango di scrittori che gridano e si tirano i capelli e dicono meglio quello meglio quell' altro e poi io, ci devo essere io. Ed i miei amici x e y..."
E lui alla fine ha tolto il post.
2 notes
·
View notes
Text
Picasso a Sanremo: Ceramiche Solari e Mediterranee alla Galleria Palla Blu
Dal 14 luglio al 15 settembre, la Galleria Palla Blu di Sanremo è lieta di presentare la mostra "Picasso: La Gioia della Ceramica", che lega l'artista alle sue radici mediterranee. Questa selezione di ceramiche colorate e solari sarà completata da opere di Yves Klein (1928-1962), l'iconico artista francese nato a Nizza, e dalle opere d'inchiostro di T'ang Haywen (1927-1991).
La Galleria Palla Blu di Sanremo apre le sue porte a un'estate ricca di arte e colore con la mostra "Picasso: La Gioia della Ceramica", in programma dal 14 luglio al 15 settembre 2024. Un'occasione unica per immergersi nel genio creativo di Pablo Picasso e ammirare la sua prolifica produzione di ceramiche, espressione di una profonda connessione con le sue radici mediterranee.
Accanto alle opere di Picasso, la mostra espone anche lavori di Yves Klein (1928-1962), l'iconico artista francese nato a Nizza, conosciuto per il suo blu oltremare e la sua ricerca sull'immateriale. Completano la rassegna le opere d'inchiostro di T'ang Haywen (1927-1991), artista cinese che ha rivoluzionato la calligrafia tradizionale.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Galerie Jean-François Cazeau di Parigi, specializzata in maestri impressionisti e moderni.
Picasso
Il Mediterraneo di Picasso è molteplice, sia vissuto che sognato, dal paesaggio dei suoi porti spagnoli nativi agli studi degli ultimi anni della sua vita, passando per le località della Costa Azzurra e culminando nel Midi di Antibes, Vallauris e Cannes. Nonostante viaggiasse poco, Picasso si spostava sulla costa settentrionale del bacino del Mediterraneo potendo scoprire le culture di questa regione. Fu anche attraverso libri e musei, come il Prado o il Louvre, e grazie alle numerose cartoline e riproduzioni ricevute, che si nutrì della cultura mediterranea. Fin dagli esordi, queste molteplici fonti alimentarono il suo lavoro.
L'opera di Picasso è radicata in una ricca cultura ispanica, che spazia dall'antica arte iberica - come testimoniato dalla serie di piccoli bronzi antichi collezionati dall'artista - ai grandi maestri della pittura spagnola scoperti al Prado, fino al folklore dei costumi tradizionali, del flamenco e della corrida. In questo periodo particolarmente fecondo per Picasso, la ceramica svolge un ruolo fondamentale. Attraverso questa tecnica, l'artista riscopre anche la gioia fanciullesca della creazione stessa. Egli sposa forma e funzione con infinita inventiva.
Nel 1948 Picasso si trasferisce a Vallauris, un villaggio di ceramisti. Aveva già conosciuto Suzanne e Georges Ramié, proprietari dello studio Madoura, nel 1946. Fino alla sua morte, lavorerà solo con loro, creando sia pezzi unici che edizioni originali. Questo segna l'inizio di un intenso periodo creativo, incentrato sulla produzione di ceramiche. Picasso modella e disegna nell'argilla fauni e ninfe, pesci e tori, capre e gufi, utilizzando i supporti più inaspettati - frammenti di pignatte, gazette di fornace usate per cuocere i pezzi d'argilla o mattoni rotti. In particolare, i gufi compaiono frequentemente nelle sue opere, e rimangono uno dei soggetti più ricercati del suo lavoro.
Yves Klein
A completare questa selezione, sarà presentata una scultura di Yves Klein, "L'Esclave mourant d'après Michel-Ange", un'interpretazione post-moderna del soggetto rinascimentale nel suo emblematico blu Klein. Proprio come Picasso, Yves Klein amava giocare con i codici della storia dell'arte e sovvertirli. Le sue opere, che fanno parte del gruppo del Nouveau Réalisme, rappresentano una risposta europea al movimento americano della Pop Art.
T'ang Haywen
Saranno inoltre esposte opere d'inchiostro di T'ang Haywen, artista cinese della scuola post-bellica di Parigi che ha appena avuto una mostra retrospettiva al Musée National des Arts Asiatiques - Guimet. L'artista, della stessa generazione di Zao Wou-Ki e Chu Teh-Chun, ha dedicato la sua pratica alla pittura a inchiostro, nella grande tradizione cinese, rinnovandola con i precetti dell'astrazione occidentale.
Forte di un vero e proprio riconoscimento istituzionale, T'ang Haywen ha avuto diverse retrospettive in musei internazionali, a Monaco, Taipei, Parigi e Budapest. Le sue opere sono oggi conservate nelle collezioni del Museo Guimet, dell'Art Institute of Chicago, dell'M+ Museum di Hong Kong e della Menil Collection di Huston.
Un dialogo affascinante tra tre grandi maestri che, attraverso tecniche e linguaggi espressivi diversi, esplorano temi universali come la natura, la spiritualità e la condizione umana. Un'occasione imperdibile per gli amanti dell'arte e per tutti coloro che desiderano scoprire nuove sfaccettature del genio creativo di Picasso e dei suoi contemporanei.
Un'occasione imperdibile per ammirare capolavori di maestri moderni e contemporanei e per celebrare l'arte mediterranea in tutte le sue sfumature.
Informazioni sulla mostra:
Galleria Palla Blu
Indirizzo: Via Matteotti, 11, 18037 Sanremo IM, Italia
Date: 14 luglio - 15 settembre 2024
Sito web: https://www.galleriapallablu.com/
Contatto: +39 389 990 65 87
Post Facebook:
La Galleria Palla Blu di Sanremo apre le sue porte a un'estate ricca di arte e colore con la mostra "Picasso: La Gioia della Ceramica", in programma dal 14 luglio al 15 settembre 2024. Accanto alle opere di Picasso, la mostra espone anche lavori di Yves Klein (1928-1962) e le opere d'inchiostro di T'ang Haywen (1927-1991).
1 note
·
View note
Text
La bellezza della calligrafia
Ho saputo che al museo Correr di Venezia, uno dei più belli della città, già bellissima per conto suo, con sede in piazza San Marco, in questo periodo c’è una mostra molto interessante un po’ diversa dalla solite mostre artistiche, anche se di arte sempre si tratta. La scrittura manuale costituisce una vera e propria arte, quando viene tracciata sapientemente sulla carta. Quando poi risulta…
View On WordPress
0 notes
Text
prima di visitare queste regioni..
vorrete sapere le differenze giusto?
Allora iniziamo dicendo che le differenze culturali tra Cina e Giappone sono evidenti nonostante alcune influenze reciproche nel corso della storia. La Cina, con una cultura antica e influenzata da tradizioni come il confucianesimo, il taoismo e il buddismo, si distingue per la sua vastità geografica e demografica.
Il Giappone d’altro canto ha una cultura che combina antico e moderno, è noto per il suo isolamento storico e la sua visione verso il futuro. Valori Culturali: La Cina attribuisce importanza alla famiglia estesa e alla gerarchia sociale, mentre il Giappone enfatizza l'armonia sociale, il rispetto e l'educazione verso il prossimo. Religione e Filosofia: Mentre la Cina è stata influenzata da diverse religioni come il confucianesimo e il buddismo, il Giappone ha una forte presenza dello shintoismo, buddismo e confucianesimo. Arte e Tradizioni: La Cina è nota per la sua ceramica, pittura e calligrafia, mentre il Giappone si distingue per l'ikebana, l'origami, il teatro kabuki e le arti tradizionali come l'arte del tè. Stile di Vita: La Cina è caratterizzata da una vasta gamma di cucine regionali e tradizioni culinarie, mentre il Giappone è famoso per la sua cucina raffinata e la cerimonia del tè. Lavoro e Società: Il Giappone è conosciuto per la sua cultura del lavoro intensa, con lunghi orari e un forte senso di dovere, mentre la Cina ha affrontato trasformazioni economiche e sociali significative negli ultimi decenni.
Volete un esperienza 3D anche da casa?
siamo qui per offrirvi un servizio virtuale per girare accanto alle vostre escursioni preferite di cui parliamo proprio nel nostro blog!!
0 notes
Text
Sapete, il sì appellato Manierismo è lemma ambivalente.
Non con il manicheismo lessicale di una vox media, come accade con gli anglosassoni.
Con semantica apertura, e piuttosto.
Ecco, apertura.
Significa una corrente, una propensione, uno stile, un pensiero.
Apertura, dicevo.
Se il termine è temporalmente circoscrivibile, l'atteggiamento è suscettibile di riemersioni.
Anche nella sua accezione negativa, rideclinata a fenomeni in evoluzione.
Ecco, qui non vi è Maniera.
Qui si è oltre la Maniera.
Dove, qui?
Nelle immagini firmate Imagexin2018.
Cosa è generato, ; cosa è fatto generare?
Quanta fotografia c'è, ed insomma, qui dentro?
Possiamo proseguire senza rimanere impantanati.
Perché qui apprezzo ciò che non c'è.
Non c'è la Maniera, scrivevo.
E ciò è un tratto distintivo nella specifica temperie.
Perché nella sì appellata Intelligenza Artificiale - ad essa si rifà Imagexin2018 - diffusamente rinvengo indulgimenti alla calligrafia.
Sì, indulgimenti alla calligrafia.
Si scivola verso convenzionali onirismi, parodia / non parodia della peggiore letteratura di largo consumo.
Qui, no.
Qui si va sul personale, direbbero con altro intendimento.
E il personale è imagexin2018.
Aveva in mente una cosa sua, l'ha fatta.
Certo, si fa presto a dire Cosa Sua.
Tutti occhieggiano tutti, tutti occhieggiano tutto.
Non si può eradicarsi dall'esistente.
Imagexin2018, epperò, segue sua vagheggiata strada.
Pittoriche suggestioni, ma riformulate.
E potenza, anche se par stemperata nell'attonicità.
No, niente attonicità.
C'è vigore, qui.
Il vigore di vedere, il vigore del sentire.
All rights reserved
Claudio Trezzani
0 notes
Text
Pesaro: l'arte è "en plein air" con la Gavardiana 2023, dal 5 agosto le opere di artisti e hobbisti nelle corti e luoghi culturali della città.
Pesaro: l'arte è "en plein air" con la Gavardiana 2023, dal 5 agosto le opere di artisti e hobbisti nelle corti e luoghi culturali della città. Si terrà dal 5 al 13 agosto 2023 nel cuore del centro storico, la XXXIV edizione della Gavardiana, storica manifestazione d'arte all'aperto proposta ininterrottamente dal 1963 al 1988 e tornata a vivere nel 2015. «Tra gli appuntamenti più longevi della città e tra quelli che meglio danno l'idea del senso del collettivo e dello spirito della creatività del nostro territorio; elemento che ha molto a che fare con temi di Pesaro 2024, Capitale italiana della cultura. La manifestazione si inserisce in un periodo (quello che vive con il ROF) e in luoghi (quelli rossiniani) fortemente simbolici; nella prospettiva 2024 la Gavardiana sarà un evento da rimodulare per poter far vivere al meglio, ad un pubblico ulteriore e diverso dal consueto, lo stupore che sa regalare, ed entrarci in qualche modo in relazione» ha detto Daniele Vimini, vicesindaco assessore alla Bellezza. «Da sabato torneranno ad essere occupate, con la passione e il colore di sempre, le corti dei palazzi e le vie limitrofe a Casa Rossini. Insieme, in maniera popolare e rappresentativa, tra arti e generazioni diverse, con un occhio al passato e uno al futuro prossimo, verso Pesaro 2024» spiegano gli organizzatori Luca Storoni, presidente del Q1 e Ennio Buonanno, pittore. La rassegna 2023 vedrà l'esposizione delle opere di 68 artisti tra pittura, illustrazione, scultura, ceramica e fotografia e si snoderà tra via Gavardini, Palazzo Gradari e Palazzo Mazzolari Mosca. La pittura e l'illustrazione sarà presente con 33 autori, tra via Gavardini, palazzo Mazzolari/Mosca e palazzo Gradari dove, nel Salone nobile al primo piano, saranno presenti le opere di giovanissimi pittori bielorussi premiati lo scorso giugno a Pesaro all'IX International Contest Grand Festival. Presente anche il senigalliese Franco Fileri che esporrà una piccola personale nella saletta che collega il cortile esterno e la corte centrale di Palazzo Gradari che accoglierà, nell'androne d'ingresso, la fotografia. Saranno 7 gli scultori che esporranno nel cortile esterno di Palazzo Gradari su via Gavardini mentre il gruppo Amici della Ceramica, con le opere di 29 ceramisti, «Un'occasione per conoscere lo stato dell'"arte-ceramica" rispetto ai tanti maestri e progetti della città e un'occasione di collegamento con Faenza, come noi membro dell'Associazione Italiana Città della Ceramica, che è giusto e doveroso sostenere dopo i fatti di maggio» aggiunge Vimini. Presenti anche le opere dei giovanissimi bielorussi nel Salone Nobile al primo piano di Palazzo Gradari. Grazie alla disponibilità e alla creatività di Lorena Iacomucci, artista e artigiana della carta e della calligrafia, di fronte al suo Laboratorio d'Arte del Libro CO_LORE in via Gavardini, si terranno dimostrazioni di rilegatura e di calligrafia insieme all'artista Katia Fornaroli per l'intera durata dell'evento. L'inaugurazione della Gavardiana 2023 è prevista sabato 5 agosto, alle ore 18.30, nella corte di Palazzo Mazzolari Mosca. L'esposizione sarà visitabile gratuitamente dal 5 al 13 agosto, dalle ore 18.30 alle 23.30. L'edizione XXXIV è patrocinata dal Comune di Pesaro, Assessorato alla Bellezza, e organizzata in collaborazione con l'Amministrazione, dal Quartiere 1 - Centro Storico e dagli artisti Ennio Buonanno, Francesco Leoni, Manuela Galimberti e Mara Pianosi. Elenco artisti Gavardiana 2023: Pittura, scultura,ceramica, fotografia Adelanna Antonioni Alisa Karaeva Adriano Giavoli Alfio Gnassi Andrea Panicali Angelica Schiuma Annamaria Fioretti Annamaria Masiero Annamaria Montesi Anna Rosa Aloisio Anna Santa Smaldini Antonella Sanchini Antonio Giangolini Barbara Genga Diana Italiani Elide Longhi Enos Zaniboni Elvia Bertuccioli Ennio Buonanno Enrico Di Cecco Federica De Gennaro Flavia Ferrarini Francesca Baldini Franca Francescucci Francesco Leoni Franco Fileri Gabriella Pandolfi Gabriella Parlani Giovanna Baldelli Giovanna Gasperini Giovanna Serafini Giulia Smaldini Giuliano Garattoni Graziella Bontempi Guido Di Carlo Irene Nardi Jackie Crapanzano Katia Fornaroli Katia Iourashevich Ricci Liliana Caverni Lorenzo Ceccarelli Luciano Baldelli Luigia Ascrizzi Luigino Antonelli Manuela Galimberti Manuela Gnassi Manuela Tomatis Mara Pianosi Marco Belardinelli Maria Corrado Maria Luisa Seravalli Maria Moretti Marina Peruzzini Marsilio Pianosi Milena Massarini Mirko Bravi Nadia Marini Nadia Urbini Oriana Perrone Ortensia Rossi Paola Ranocchi Rita Alfonzi Rita Casalboni Roberta Tomassini Rosanna Pierotti Samuele Grandicelli Sauro Tonucci Stefano Bersani Storia della Gavardiana: La prima edizione della Gavardiana si svolse nell'estate del 1963, su iniziativa dell'associazione artistica Il Camaleonte. Tra gli artisti e fondatori: Claudio Cesarini, Emma Corvo, Franco Fiorucci, Mili Alfideo, Paola Ranocchi, Francesco Romoli e Massimo Dolcini. Il gruppo, che aveva sede in via Gavardini, proponeva con questa iniziativa una diffusione popolare dell'arte, consentendo ai giovani autori e a quelli che non potevano pagarsi una galleria, la possibilità di esporre e farsi conoscere. La forma con cui la conosciamo oggi è dovuta all'intraprendenza e passione di Carlo Mari, scultore con un laboratorio in via Gavardini, oggi trasferitosi in via Mazza, che nel 2015, insieme a Macula dopo ben 27 anni di sospensione, ridette vita alla Gavardiana.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Viaggio ad Istanbul, gioiello del Bosforo
Stai pensando di organizzare un Viaggio ad Istanbul? Ottima scelta andare in una città dove l'Oriente incontra l'Occidente. Questo fatto si riflette nella sua cultura, storia, arte e architettura. È un crogiolo di culture, religioni e tradizioni.Istanbul è stata la capitale di tre imperi: bizantino, romano e ottomano. La sua ricca storia è evidente nell'architettura della città, come la Basilica di Santa Sofia, il Palazzo Topkapi e la Moschea Blu.La Basilica di Santa Sofia fu costruita nel VI secolo come chiesa e successivamente trasformata in moschea durante l'era ottomana. Ora funge da museo, a testimonianza del variegato passato di Istanbul.Il Palazzo Topkapi, un tempo residenza dei sultani ottomani, è oggi uno dei siti più visitati, con splendidi esempi di arte turco-islamica. Vi si trova calligrafia, ceramica e arti decorative.
Viaggio ad Istanbul, dove l'Europa incontra l'Asia
La Moschea Blu, nota anche come Moschea del Sultano Ahmed, è un'imponente struttura con sei minareti e un interno unico con piastrelle blu. È ancora usato come luogo di culto ed è noto per la sua caratteristica architettura islamica.La cucina di Istanbul è anche un riflesso della sua storia variegata. La cucina turca è una combinazione di influenze dell'Asia centrale, del Medio Oriente e del Mediterraneo. I piatti più popolari includono kebab, meze, baklava e delizie turche.I mercati di Istanbul, o bazar come è comunemente noto, sono un centro di attività. Il Grand Bazaar è uno dei mercati coperti più antichi e più grandi del mondo, con oltre 4.000 negozi che vendono di tutto. Puoi trovarci dall'oro alle spezie, dai tessuti alla ceramica.La città ha anche una vivace scena artistica. La Biennale di Istanbul, una mostra internazionale di arte contemporanea, si tiene ogni due anni e attira artisti e appassionati d'arte da tutto il mondo. Vi sono numerose gallerie, musei e spazi d'arte.
Istanbul: la città dei quattordici imperi
Il famoso Stretto del Bosforo di Istanbul, un corso d'acqua naturale che separa la parte europea e quella asiatica della città. E' una popolare attrazione turistica. I tour in barca offrono viste mozzafiato sulla città e su monumenti come la Torre della Vergine e il Palazzo Dolmabahçe.Sebbene Istanbul sia conosciuta per la sua storia antica, ha anche un lato moderno. La città ospita numerosi centri commerciali, cinema e luoghi di intrattenimento. Il centro commerciale Istinye Park e lo Zorlu Center, ad esempio, presentano marchi internazionali, boutique di lusso e ristoranti di lusso.Istanbul è una città che ha davvero qualcosa per tutti. La sua ricca storia, la diversità culturale e i servizi moderni ne fanno una destinazione turistica popolare. Sei interessato a esplorare monumenti antichi? A gustare la cucina turca? A provare l'intrattenimento moderno? Istanbul allora è la destinazione perfetta. Lo sapevi che Istanbul è l'unica città al mondo che sta su due continenti? Europa ed Asia. Read the full article
#architettura#Bosforo#cibo#Cornod'Oro#cultura#deliziaturca#GranBazar#Istanbul#MoscheaBlu#PalazzoTopkapi#PiazzaTaksim#SantaSofia#storia#TorrediGalata#Turchia
0 notes
Text
oroscopi
Con la sua "calligrafia da insetto" (così la definiva), Borges scriveva annotazioni sui risguardi dei libri, evitando con cura di apportare segni sulle pagine stampate. Nella sua copia della Royal Art of Astrology di Robert Eisler, il più sfortunato e misconosciuto fra i grandi visionari eruditi del Novecento, si trovano due rimandi che illuminano ugualmente sia Eisler sia Borges stesso. Nel primo si legge: "Gli oroscopi individuali - 165", corrispondente a questo passo del libro: "L'idea che gli eterni dèi astrali possano essere intimamente coinvolti nel fato e nel carattere di qualsiasi Tom, Dick e Harriet - "così tanti dèi che infuriano in una sola testa" (tot circa unum caput tumultuantes deos), come diceva con tono beffardo il filosofo Seneca - non sarebbe potuta venire in mente ad alcun Assiro, Babilonese o anche a un Egiziano o a un Etiope". Ne conseguiva che l'idea dell'oroscopo individuale poteva essere stata sviluppata solamente dalla cultura greca. Ed era un modo fra i tanti, ma assai eloquente, per distaccare l'Europa da ogni Asia. L'altra pagina isolata da Borges era ancora più significativa, perché insinuava gli astri all'interno di ogni attività, anche di chi li ignora. Questa l'annotazione di Borges: "Contemplation, consideration - 261", riferita al seguente passo di Eisler: "Sarebbe difficile, se non impossibile, trovare un altro corpo di dottrine che abbia così profondamente influenzato - a dispetto di tutte le critiche rivolte in ogni epoca alle sue palesi manchevolezze - il comportamento di tanti individui eminenti di tutte le epoche e di tutti i paesi, lasciando un'impronta incancellabile nella lingua inglese e in tutte le lingue romanze, sicché fino ad oggi siamo costretti a usare un termine astrologico ogni volta che vogliamo "con-siderare" ciò che stiamo per fare riguardo a questo o quel problema - in quanto la "con-siderazione" non è altro che l'atto di confrontarsi con l'influenza dei vari astri (sidera) sulla decisione "contemplata", mentre la contemplazione stessa significava in origine la costruzione di un diagramma che divideva il cielo in quadranti - operazione chiamata templum dagli antichi auguri etruschi e intesa a facilitare l'interpretazione sistematica dei portenti osservati da chi studiava il cielo." da R. Calasso, Come ordinare una biblioteca
#calasso#roberto calasso#citazioni#eisler#robert eisler#come ordinare una biblioteca#oroscopo#contemplazione#considerazione#seneca#etimologia#tot circa unum caput tumultuantes deos#sidera#templum#borges#jorge luis borges
0 notes
Text
un weekend di Libri
FESTIVAL DEL LIBRO - IV EDIZIONE Il Sistema Bibliotecario Busto Arsizio - Valle Olona presenta, in collaborazione con la Libreria Ubik Busto Arsizio, la IV edizione del Festival del Libro. A Solbiate Olona il 12 novenbre alle ore21 Andrea Tarabbia, già vincitore del Premio Campiello, con il suo nuovo libro "Il Continente Bianco" Ed. Bollati Boringhieri
Andrea Tarabbia, nato a Saronno nel 1978, è autore dei romanzi La calligrafia come arte della guerra (2010), Il giardino delle mosche (2015; Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016). Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov. Per Bollati Boringhieri ha pubblicato Madrigale senza suono (2019 e 2022), vincitore del Premio Campiello 2019, e la nuova edizione di Il demone a Beslan (2021).
ANDREA TARABBIA - IL CONTINENTE BIANCO
Venticinque anni, bello come un Cristo e convinto che l’unica via per sopravvivere nel mondo sia un odio esercitato con calma e raziocinio, Marcello Croce è a capo di un movimento di estrema destra che annovera picchiatori, fanatici, ma anche teorici e figure dai tratti quasi metafisici – tutte accomunate dal fatto che, per loro, vivere è come trovarsi in guerra. Grazie anche alla connivenza con certi rappresentanti politici e alla condiscendenza con cui l’opinione pubblica, ormai, guarda a molti fenomeni legati al neofascismo, Croce porta avanti la sua idea di sovversione e, nel frattempo, frequenta Silvia, una donna della borghesia romana con la quale instaura un gioco di potere che li porterà alla perdizione. La vicenda è ricostruita da un narratore misteriosamente attratto da Marcello e curioso di capire che cosa muova coloro che, oggi, credono in un’idea superata e violenta e la vogliono attuare. Ma c’è di più. La storia di Silvia e della sua caduta era già stata raccontata nello splendido romanzo, rimasto allo stato grezzo, che Goffredo Parise scrisse alla fine degli anni Settanta, L’odore del sangue. Il Continente bianco ne riprende temi e motivi, e sposta la vicenda ai giorni nostri, conservando nel rapporto morboso tra Silvia e Marcello la metafora potente del fascino che certe idee hanno esercitato, ed esercitano, sulla borghesia italiana. Andrea Tarabbia, apprezzatissimo autore di Madrigale senza suono, vincitore del Premio Campiello 2019, scrive un romanzo sul potere, a volte funesto, che abbiamo sugli altri e ci regala uno straordinario ritratto di un gruppo di persone – e forse di un Paese – che danzano sull’abisso
È ambientato nell’Italia di questi nostri giorni, a Roma, e parla di neofascisti, di dominio, di fascino, di cani con la tosse, di liquidi di dimora, di serpi, di Soroca, di Goffredo Parise, di borghesia, di violenza, di identità e di purezza, di odio, di razza, di povertà e di ricchezza, di armonia, di pietà, di prevaricazione, di Curzio Malaparte, di potere, di controllo, del bene e del male che possiamo fare agli altri, di Luigi Malerba, di utopie sbagliate, di rabbia e di marmellate, di esperimenti coi topi, di tunnel abbandonati, di code tenute a bada dentro piccoli astucci, di macellazione, di armi importate, di Babij Jar’ (o Baby Jar?), di periferie, di Renato Guttuso, di ristrutturazioni con il 110%, di Gianluca Casseri, di relazioni con i personaggi, di memoria, che a volte è sbagliata, di Arcangelo Sassolino, di Madonne del sangue, di matrimoni che falliscono, di caffè, di riscrittura, di confini, di sacrifici, di vecchi campi rom che nessuno ha sgomberato, di legionari sciocchi che non sentono il dolore, di mezzelune, della fatica e della pena e della menzogna che è scrivere, di Enrico Baj, di un sogno all’incontrario fatto a Piazzale Loreto, di un’opera letteraria usata come fonte documentaria, di libri che sono vivi, e guizzano, infine di una bambina che è dove tutto comincia e dove, forse, tutto finisce.
https://www.bollatiboringhieri.it/libri/andrea-tarabbia-il-continente-bianco-9788833935706/
A Solbiate Olona il libro “Umili versi di Vita” di Pier Mario Tognoli, poeta solbiatese iscritto al Circolo Poetico Culturale l’Alba. Il volume è edito da CTL (Livorno).
La serata è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Solbiate Olona e dalla Biblioteca Comunale. Si terrà il prossimo venerdì 11 novembre 2022 alle ore 20.30 presso il Centro Socio Culturale in Via Patrioti. L’introduzione sarà a cura dell’Assessore alla Cultura del Comune di Solbiate Olona, Giuseppe Leo, e del Presidente del Circolo Poetico Culturale l’Alba, Antonio Vaccaro.
L’autore sarà intervistato dall’amico del Circolo Poetico Culturale l’Alba, con sede a Fagnano Olona, e giornalista Fausto Bossi. A seguire sul palco saliranno diversi poeti soci dell’associazione che si alterneranno nella lettura delle composizioni di Tognoli presenti in “Umili versi di Vita”.
Una serata di poesia, cultura e valorizzazione delle bellezze locali.
2 notes
·
View notes
Photo
Per capire la millenaria integrazione in Marocco di tutti i popoli non potete non vistare il Museo di Marrakech Nel palazzo Mnebhi del XIX secolo, nel cuore della medina, si trova il Museo di Marrakech . Fondato dal giornalista e attivista marocchino Omar Benjelloun nel 1997, il museo ospita una piccola ma impressionante collezione di arte e manufatti marocchini. I visitatori possono esplorare il museo con lansua meravigliosa architettura , i marmi , gli stucchi e le colorate zellige , le mostre temporanee e l'ex hammam del palazzo. La collezione permanente comprende ceramiche, gioielli, armi, costumi, calligrafia e una collezione di oggetti giudaici, che riflettono la variegata storia culturale della città. Un'affascinante serie di acqueforti poi mostra il Marocco attraverso i secoli. #Marrakech #marocco #marrakech #inmaroccoconlaura #viaggiatori #raccontidalmondo #vacanze #viaggi #jemaaelfna #oldmedina #museodimarrakech https://www.instagram.com/p/CNj5AtsHM1F/?igshid=86wjtif6tbju
#marrakech#marocco#inmaroccoconlaura#viaggiatori#raccontidalmondo#vacanze#viaggi#jemaaelfna#oldmedina#museodimarrakech
1 note
·
View note
Text
Viaggio nella fotografia italiana del novecento: dalle associazioni agli anni sessanta
Viaggio nella fotografia italiana del novecento: dalle associazioni agli anni sessanta
di Silvia Berselli da https://www.collezionedatiffany.com/
Lotto 482 - MARIO GIACOMELLI, Gabbiani,1980 ca. Stampa fotografica vintage alla gelatina sali d'argento. Timbro dell'autore al verso. cm 30,5 x 40,5 Valutazione € 800 - 1.200. Venduto € 2.125. Courtesy: Il Ponte Casa d'Aste.
L’anno 1947 segnò un momento importante per la fotografia italiana del Novecento. In quell’anno due autori con stili molto differenti, ma con la stessa forte personalità, posero le basi per una nuova e divergente stagione fotografica.
Giuseppe Cavalli (1904-1961) pubblicò in quell’anno il suo manifesto ideologico nella pagine della rivista “Ferrania”. Promotore del gruppo “La Bussola” e caposcuola di una visione formalista della fotografia vicina all’estetica idealista di Benedetto Croce, era mosso dal desiderio di “allontanare la fotografia, che avesse pretese di arte, dal binario morto della cronaca documentaria”.
Il Gruppo era composto da Mario Finazzi, Federico Vender, Ferruccio Leiss e Luigi Veronesi che prediligevano fotografie astratte, nature morte o paesaggi dalle atmosfere surreali. Lo scontro fu inevitabile con tutti quei fotografi che vedevano nell’impegno sociale e nella documentazione della realtà la vera natura della fotografia, come gli aderenti al Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia.
Lotto 26 – PAOLO MONTI, Chimigramma, 1961. Stampa fotografica vintage con interventi chimici. Pezzo unico. Firma dell’autore e data al verso. Opera in cornice. cm 28 x 23 (cm 63 x 58). Valuttazione € 1.400-1.500. Venduto € 1.625. Courtesy: Il Ponte Casa d’Aste
A Venezia Paolo Monti (1908-1982) fondò il Circolo Fotografico “La Gondola”, nell’ottica di «sviluppare l’autonomia della fotografia, accentuandone i limiti, esprimendosi liberamente senza lasciarsi intimidire dalle regole troppo numerose decretate da chi non sa sopportare il rischio di una completa libertà di espressione».
Alla Gondola aderirono negli anni Fulvio Roiter, Gianni Berengo Gardin e Gino Bolognini. Monti, che aveva una visione più ampia della fotografia, riteneva controproducente il fatto di schierarsi con i formalisti o con i documentaristi; volontà apparsa chiara fina dalla scelta del termine circolo rispetto a gruppo per identificare La Gondola.
Inoltre, egli conosceva i grandi maestri americani come Minor White o Aaron Siskind dai quali aveva attinto una personale perizia tecnica nella stampa dell’immagine.
I gemelli Emanuele e Giuseppe Cavalli
Giuseppe Cavalli, uomo colto ed accentratore, ritiratosi in un piccolo comune come Senigallia, fu una figura centrale nella fotografia italiana. Il suo stile, personale ed inedito nel panorama internazionale lo portò a lavorare su immagini dai toni delicatissimi o dai bianchi accecanti, nelle quali trovano posto leggere sfumature di grigio, mentre il nero era quasi bandito.
In antitesi al lavoro dei grandi maestri internazionali che consideravano questo il tono attorno al quale costruire l’immagine in un periodo storico in cui il concetto di “colore” era ancora lontano.
La figura di Giuseppe è stata in parte studiata e i suoi lavori sono presenti in importanti collezioni museali, mentre ancora molto poco si conosce del fratello gemello Emanuele Cavalli (1904-1981) pittore vicino alla Scuola romana e figura centrale nella crescita artistica di Giuseppe.
Lotto 195 – EMANUELE CAVALLI, Stampa fotografica vintage alla gelatina sali d’argento, Firenze 1950-51. Timbro Eredi Cavalli al verso. cm 17 x 23. Bibliografia/Literature Valeriana Rizzuti, “Emanuele Cavalli fotografo”, Quaderni di AFT, Prato, 2008, pag. 54. Venduto € 3.750. Courtesy: Il Ponte Casa d’Aste
Le fotografie di Emanuele, decisamente più graffianti, presentano una carica grottesca e ironica estranea ai lavori più formali del fratello. La rivalità che lega i due e la complessità degli scatti di questi autori, a volte attribuiti all’uno a volte all’altro, restano un’affascinante pagina della fotografia italiana ancora tutta da studiare.
“La Bussola” era un piccolo feudo di pochi eletti su cui regnava incontrastato Giuseppe Cavalli che nel 1953, auspicando un ricambio generazionale, decise di creare l’Associazione Fotografica Misa.
Tra i nuovi soci c’erano giovani fotografi come Mario Giacomelli, Piergiorgio Branzi e Alfredo Camisa che, insieme a Pietro Donzelli, rinnovarono la fotografia alla fine degli anni Cinquanta con stile e raffinatezza ponendo fine alla disputa tra forma e contenuto che aveva contrapposto tanti autori del dopoguerra.
Mario Giacomelli il poeta
Mario Giacomelli (1925-2000) è un ‘gigante’ della fotografia italiana e non solo. Nato in provincia, di umili origini e con una modesta educazione, ha saputo rivoluzionare dal basso il modo di fare fotografia. Legato alla terra, al mondo rurale e ai suoi abitanti, il suo sguardo è molto lontano da quello dei neorealisti. Egli piega, plasma e modella il mezzo fotografico per dare voce al suo sentire.
Il mondo per Giacomelli non è da documentare, la sua è un’operazione di stravolgimento, nulla è meno verosimile di un suo scatto. La realtà diventa il tassello – aggiunto, sovrapposto o annerito – che gli permette di dar forma al suo mondo interiore fatto di sogni e incubi, di luci e ombre “ogni immagine è il ritratto mio, come se avessi fotografato me stesso”.
Lotto 101 – MARIO GIACOMELLI, Paesaggio, 1980 ca. Stampa fotografica vintage alla gelatina sali d’argento. Valutazione € 2.000 – 2.500. Venduto € 3.500. Courtesy: Il Ponte Casa d’Aste
La fotografia diventa un materiale malleabile nelle mani di Giacomelli, da incidere in camera oscura. I paesaggi marchigiani si trasformano in un’inchiostrata calligrafia fatta di segni; gli anziani dell’ospizio diventano fantasmi evanescenti, fragili e poetici; i pretini sono dervisci danzanti senza tempo.
«Prima di ogni scatto c’è uno scambio silenzioso tra oggetto e anima, c’è un accordo perché la realtà non esca come da una fotocopiatrice, ma venga bloccata in un tempo senza tempo per sviluppare all’infinito la poesia dello sguardo che è per me forma e segno dell’inconscio».
Gli anni Sessanta e la decostruzione del mezzo fotografico
L’intero paese, il mondo dell’arte in particolare, ebbe in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta una spinta innovativa straordinaria. Oggi, infatti, artisti italiani di allora sono tra i più ammirati nei musei di tutto il mondo e i loro nomi risultano ai primi posti nelle classifiche di vendita.
Autori come Ugo Mulas, Paolo Gioli, Franco Vaccari, Mario Cresci restano ai più sconosciuti tanto che le loro opere si possono acquistare con poche centinaia di euro. Come si è già verificato in altri contesti, sono i migliori studiosi stranieri a ricordarci il valore artistico dei nostri autori.
Quentin Bajac, già direttore del dipartimento di Fotografia del MOMA, sottolinea come i fotografi italiani abbiano un primato: «La grande decostruzione del mezzo fotografico attuata negli anni Sessanta e di cui il contesto italiano è stato in Europa l’attore principale con i lavori di Pistoletto, Paolini, Jodice, Mulas, Di Sarro o Gioli. In nessun’altra scena artistica europea è stata condotta – con la stessa costanza, e nello stesso periodo – un’azione simile di indagine del mezzo fotografico».
Le riflessioni sui linguaggi, che serpeggiavano nel mondo dell’arte concettuale, trovarono risposta nei lavori fotografici con forme e contenuti innovativi.
Lotto n° 455 – UGO MULAS, Alberto Burri, 1960 ca. Stampa fotografica vintage alla gelatina sali d’argento. Timbro dell’autore al verso. Opera accompagnata dall’autentica dell’archivio Ugo Mulas. Opera in cornice cm 32 x 42 (cm 26 x 37). Venduto € 3.500. Courtesy: Casa d’Aste Il Ponte
Ugo Mulas (1928-1973), già noto per il memorabile reportage sugli artisti di New York, pubblica poco prima della sua giovane dipartita le Verifiche “nel 1970 ho cominciato a fare delle foto che hanno per tema la fotografia stessa, una specie di analisi dell’operazione fotografica per individuarne gli elementi costitutivi e il loro valore in sé”.
Lotto n° 123 – FRANCO VACCARI, 700 Km di esposizione Modena Graz, 1972. Opera composta da venti stampe vintage a colori procedimento cromogeno applicate su cartone con testi manoscritti ad inchiostro. Testo, firma dell’autore, data e 46/60 al recto. Opera in cornice. cm 99 x 69 (cm 103 x 73). Venduto € 5.625. Courtesy: Il Ponte Casa d’Aste
Franco Vaccari (1936) utilizza il mezzo fotografico in relazione alle sue riflessioni connesse allo spazio e al tempo, organizzando delle performance che chiamerà Esposizioni in tempo reale. Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia e scrive: “ho esposto una cabina Photomatic (una di quelle che si trovano nelle grandi città per realizzare le fototessere) ed una scritta in quattro lingue che incitava il visitatore a lasciare una traccia fotografica del proprio passaggio. Io mi sono limitato ad innescare il processo facendo la prima photostrip, il giorno dell’inaugurazione; poi non sono più intervenuto. Alla fine dell’esposizione le strip accumulate erano oltre 6000”.
Lotto n° 130 – PAOLO GIOLI, Film finish – ritmo figura, 1979. Stampa fotografica vintage alla gelatina sali d’argento. Firma dell’autore, titolo e data la verso. cm 24 x 17,5 Bibliografia/Literature Roberta Valtorta, “Paolo Gioli”, Art&, Udine, 1996, pag.19 (variante). Venduto € 1.875 Courtesy: Il Ponte Casa d’Aste
Paolo Gioli (1942) si dedica allo studio dell’immagine e della visione nel cinema e nella fotografia, affascinato dai principi dell’ottica. Azzera il fare fotografia ripartendo dalle origini, il foro stenoeco ma anche la spiracolografia: un omaggio a Leonardo dove l’immagine è ottenuta utilizzando il pugno della mano come macchina fotografica. Gioli esplora le diverse tecniche fotografiche manipolando e ricostruendo le immagini come nelle polaroid trasferite in omaggio ai proto-fotografi.
Mario Cresci (1942) usa la fotografia ad ampio raggio mischiando generi e linguaggi: installazioni, grafica, urbanistica e antropologia. Nel 1968 crea uno striscione antimilitarista, composto da immagini note e “trouvè” che srotola dalla finestra di un palazzo romano; nel 1969 crea un’installazione di mille scatole trasparenti con all’interno uno spezzone di pellicola con riproduzione di oggetti di consumo. L’interesse sociale di Cresci lo spinge a Tricarico e Matera dove lavora utilizzando in chiave concettuale gli studi di antropologia.
Lotto n° 146 – MICHELE ZAZA, Mimesi, 1975. Opera composta da dodici stampe fotografiche vintage alla gelatina sali d’argento. Firma dell’autore sul cartoncino di montaggio delle singole fotografie. Opera in cornice. Opera accompagnata da autentica. (cm 18 x24 cad.). Venduto € 15.000. Courtesy: Il Ponte Casa d’Aste
Il Sud, la terra, le origini sono temi che si ritrovano in questa nuova lettura delle relazioni famigliari nei lavori di Michele Zaza (1948). Il padre, la madre e il pane sono gli elementi di una “primordialità” ricorrente che si misura con l’espressione del corpo e del tempo. Essere stato un artista-fotografo e non un artista-artista ha certamente penalizzato il lavoro di Zaza malgrado avesse, come altri colleghi, esposto a New York da Leo Castelli e partecipato alla Biennale di Venezia.
-------------------------------------
Silvia Berselli
Laureata in Storia dell’Arte, si occupa da molti anni di conservazione, restauro e valorizzazione della fotografia. La sua formazione è avvenuta presso l’International Museum of Photography di Rochester New York e l’Atelier de Restauration des Photographies del Comune di Parigi. Accanto alla docenza universitaria presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e l’Università di Udine ha diretto i dipartimenti di Fotografia per le case d’aste Bloomsbury, Minerva e Bolaffi: attualmente ricopre questo incarico per la Casa d’Aste Il Ponte. E’ perito per il settore fotografico di Axa Assicurazioni, ha collaborato con numerose istituzioni del Ministero dei Beni Culturali.
3 notes
·
View notes
Text
Caro Billie, oggi son capitato al Mao, museo di arti orientali, per dare un'occhiata alla mostra sulla donna nella tradizione antica giapponese. E beh, che dire, il solito alone di fascino e mistero che circonda questo paese, non si è smentito.
Dalle stampe, curatissime in tutti i dettagli infinitesimali;
Ai kimono, tinti e ricamati con una sapienza unica.
Buona parte delle donne, quelle di estrazione sociale medio/ricca, finivano per trovare occupazione nel campo della scrittura che, col tempo, diventò una vera e propria arte rituale, coltivando l'estetica della calligrafia (al pari del rito del tè, che in Giappone ha da secoli un'importanza rilevante, perfezionando negli anni movenze e regole da seguire alla lettera).
Alle donne di corte invece era imposto, già in tenera età, di conoscere e praticare le arti marziali e le arti della guerra per autodifesa (generalmente armi bianche e archi. Tanto che alcune di esse, nella storia, spiccarono per essere diventate importanti generali a capo di eserciti, sconfinando in imprese che hanno del leggendario.
Altre invece spiccarono per la bellezza, delicatezza e gentilezza nelle maniere. In Giappone infatti, da sempre, c'è una forte cultura dell'estetica, almeno per le persone di rango. Infatti, sia uomini che donne, usavano tingersi il viso di bianco (perché dava una sensazione di candida bellezza e purezza) e dipingersi poi le sopracciglia più in alto rispetto alla loro posizione naturale (sempre perché piaceva così) e, con una mistura di ferro e carbone, tingevano i denti di nero, proprio per dare più contrasto al pallore del viso. Le donne poi, curavano molto i capelli, lunghe chiome nere e lisce, tanto più erano ben tenute e profumate, tanto più risultavano attraenti..
Bello.
7 notes
·
View notes
Text
6 marzo 2009
– Spitzweg Carl – Il Povero Poeta – 1839 – “lo sono poeta. Scrivo in versi. Per onorare la mia arte non ho bisogno di sapere altre cose.” “Ti sbagli. La poesia è innanzi tutto pittura, coreografia, musica e calligrafia dell’animo. Una poesia è al tempo stesso quadro, danza, musica e scrittura della bellezza. Se vuoi diventare un maestro dovrai possedere il dono dell’artista assoluto. Le tue…
View On WordPress
0 notes