#Arte Emozionale
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Amanda: il canto poetico di Igor Nogarotto tra amore e tormento. Un testo musicale che incanta e coinvolge con immagini vivide e metafore evocative
Amanda, brano scritto e composto da Igor Nogarotto, rappresenta un viaggio intimo nell’universo dell’amore, mescolando poesia e musica in un intreccio di emozioni potenti e coinvolgenti.
Amanda, brano scritto e composto da Igor Nogarotto, rappresenta un viaggio intimo nell’universo dell’amore, mescolando poesia e musica in un intreccio di emozioni potenti e coinvolgenti. La canzone, appartenente al progetto musicale “Il Nono Nano”, si distingue per il suo linguaggio ricercato e la capacità di raccontare il sentimento amoroso in una forma artistica inusuale e affascinante. Un…
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Greatest Hits
L'altro giorno ho scritto un post dove chiedevo chi conoscesse il film di Chantal Akerman Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles. L'ho chiesto perchè ho scoperto che il periodicamente decennale numero speciale di Sight And Sound, prestigiosissima rivista cinematografica inglese, sui film più belli di sempre nel 2022 lo ha definito il più miglior film di tutti i tempi. Qui c'è la classifica e qui la scheda del primo posto che ne spiega i motivi.
Ho scoperto anche che, introvabile, verrà messo in onda per i festeggiamenti del 35.mo anniversario di Fuori Orario. Cose (Mai) Viste, leggendaria trasmissione di RaiTre, che per decenni (dal 1988) ha regalato ai suoi notturni spettatori perle clamorose di cinema, documentari, musica e altro (date un occhio a RaiPlay per recuperare qualcosa).
Ringrazio @jacobyouarelost che nel suo intervento al primo mio post ha spiegato che, pur nella grandezza artistica del lavoro, il film di Akerman è lì per lo stesso motivo, questo lo aggiungo io, che nella classifica dei 500 Migliori brani del Secolo di Rolling Stone (aggiornata più volte negli ultimi anni, e questo già è un segnale) ha posizionato Respect di Aretha Franklin al Primo Posto, scalzando Like A Rolling Stone di Bob Dylan che ha capeggiato la classifica di tutte le passate liste.
@nanavitsaviee invece, dopo che le avevo chiesto del film in quanto brillante studentessa del settore cinematografico, mi ha fatto un'osservazione interessante, che è centrale: quanto conta, nel fare o non fare queste classifiche, il fatto che il cinema, forse più di musica e editoria, è un'industria potente? Mi ha fatto un esempio illuminante: al Festival ormai ci vanno i TikToker e non i critici, perchè serve altro che la critica, serve parlare e fare tendenza.
A tal proposito, cito un articolo che Mattia Carzaniga scrisse proprio dopo la notizia in questione sul film di Akerman: "la questione sollevata dalla classifica di Sight and Sound mi pare un’altra: il cinema, oggi, ha smesso di essere un’arte popolare. O meglio: si tende a premiare sempre e solo il merito artistico di un mezzo che certamente come arte non era nato" e cita un documentario, Sr. , che racconta la storia di Robert Downey Senior, padre del Junior attore tra i più famosi del mondo. È il ritratto di un autore, il padre, che non si è mai piegato al volere degli Studios e l’attore\figlio ex ribelle diventato il divo più pagato al mondo grazie ai colossi Marvel. Scrive Carzaniga: È un film umanamente magnifico, ma anche la definitiva ammissione di sconfitta del cinema come arte (scusate ancora) davvero popolare. Forse non lo è stata mai. Forse il cinema è sempre stato una vasta prateria con dentro tutto, troppo, fatta per feticisti che non saranno mai d’accordo gli uni con gli altri.
L'esigenza di classificare è il tentativo di dare ordine alla vastità delle cose. E soprattutto per trovare un modo di nominarle. L'uomo ha tentato, per i più vari motivi, di classificare e definire ogni cosa, per gestirla ed organizzarla. Esiste probabilmente una classificazione per ogni cosa materiale dell'umanità, e spesso anche per cose immateriali. Penso alla qualità della vita, alla povertà, alla soddisfazione. Ma come per la qualità del cinema o delle canzoni, o dei libri (ultimo caso, tutte le discussioni sulla scelta del New York Times di nominare L'amica geniale di Elena Ferrante il più bel romanzo degli ultimi 20 anni), più l'argomento è immateriale, e soggetto al gusto, più diviene discutibile.
E vogliamo parlare del rapporto emozionale privato che abbiamo con queste cose, che siano film, dischi o libri? Di tutte i sentimenti, i luoghi, le esperienze private che un titolo, famoso o meno, ci regala perchè visto con, o in un posto speciale, o in un giorno indimenticabile?
Questo discorso porta in posti davvero profondi, e fondamentali in un certo senso. Chiunque ha voglia di esprimersi a riguardo è il benvenuto!
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“… tutti coloro che meditano sarebbero forse d’accordo sul fatto che durante la meditazione si ha la sensazione di possedere un’ “ancora” interiore; un’ “ancora” fatta di silenzio e tranquillità che resta imperturbata dal “tempo” mentale o emozionale, tanto nostro quanto degli altri (…) quando si è sul punto di farsi travolgere dagli eventi esterni, esiste un luogo, uno spazio interiore, che resta sereno.” (Maneesha James) art by_marlia06_ ********************* “… all meditators would probably agree that during meditation one has the feeling of having an internal “anchor”; an “anchor” made of silence and tranquility that remains undisturbed by mental or emotional “time”, both ours and others (…) when one is on the verge of being overwhelmed by external events, there is a place, an internal space, that remains serene.” (Maneesha James) art by_marlia06_
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Blumarine Scozia 1987
Anna Molinari per Blumarine
Fotografo Albert Watson, Art Director Manuela Pavesi, Design Smart Florence, Modella Lisa Kauffmann
Blumarine, Carpi 1987, 40 pagine, 22x28,5cm, allegato a Vogue speciale n.20
euro 32,00
email if you want to buy [email protected]
«Albert Watson, con il quale ebbi sempre piena sintonia di vedute e aperto confronto, riuscì per primo, pienamente, a definire l’identità di Blumarine nella sua essenza di romanticismo, seduzione e femminilità. In ogni suo scatto si rimane affascinati da un profondo talento estetico, colto in ogni particolare: il paesaggio e le figure ritratte paiono quasi compenetrarsi reciprocamente con armonia mentre il gioco delle luci, quasi emozionale, esalta i dettagli e le lavorazioni degli abiti, l’eleganza di una silhouette o la profondità di uno sguardo.» ha raccontato Anna Molinari, fondatrice e direttore creativo di Blumarine.
17/12/23
#Blumarine#Albert Watson#fashion collection catalogue#Scozia#Manuela Pavesi#Lisa Kauffmann#collezione 1987#fashionbooksmilano
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Quest'anno mi vesto da rancore. Quest’anno mi vesto da “bene, bene, e tu?”.
Quest’anno mi vesto da comprensione del testo, da influencer che piange, da neurotipico per fama, da meme buffissimo sul fatto che non avremo la pensione. Quest'anno mi vesto da ci sono questioni più importanti, da benaltrismo, da non si scherza su certe cose, da la guerra è orribile e il mio libro è in libreria. Quest'anno mi vesto da brava persona, da buon padre di famiglia, da troppo amore, da raptus, da titolista di quotidiano. Mi vesto dal tuo vicino di casa, mi vesto dal mio che ha venduto l'anima al diavolo per l'immortalità e un tosaerba, oppure mi vesto da quello stronzo del suo vicino, che poi sarei io.
Quest'anno mi vesto da breve incontro, da sentimento non corrisposto, da visualizzato e non riposto, da tutto quel ghosting, fatto e subito, che potremmo aprirci una casa stregata.
Mi vesto da messaggi alle due del mattino, da telefonata non richiesta, dall'interregionale veloce che ho preso e forse non era il caso. Dal fatto che non posso lasciarlo, mi ama troppo.
Quest'anno mi vesto da accisa, da rincaro, da fine mese, da per il contratto ormai se ne riparla l’anno prossimo. Mi vesto da regali di Natale, da pagami un caffè, da wishlist Amazon sotto il post dov’è morto papà.
Quest'anno mi vesto da dono della sintesi, dalla parola morbidoso, da neolingua, da congiuntivo in una pozza di sangue, da mio cugino che si rivende il bonus cultura da 500 euro a 200.
Quest'anno mi vesto da tastiera. Quest'anno mi vesto da parere, da informazione, da opinione informata, da lungo elenco emozionale per raccattare un po’ di like. Quest'anno mi vesto da commento social, da mio zio che mi vuol bene e mette la faccina che ride sotto il post della strage e io al pranzo di Natale dovrò capire quale dei due sentimenti è più forte.
Quest'anno mi vesto da oh, se funziona significa che ha valore, se vende è bravo, se piace è giusto così.
Quest'anno mi vesto da necrologio a fumetti di uno famoso pronto venti minuti dopo che è morto. Da ordigno sui binari, da tizio sotto un treno, da sciopero generale, da 120 minuti di ritardo.
Quest’anno mi vesto da ponteggio, da elmetto, da norma di sicurezza, da fatalità, da tragico incidente, da morte bianca ma così bianca che non è colpa di nessuno.
Quest'anno mi vesto da corteo, da manifestazione, da raccolta firme, dalla voglia di cambiare il mondo che si scontra con un mondo che non ha tanta voglia di cambiare. Mi vesto da poliziotto troppo zelante, da abuso di autorità, da eccesso colposo di legittima difesa.
Quest’anno mi vesto da quella serie tv che devi troppo vedere, mi vesto da sinonimo, da perifrasi, da non meglio identificata matrice squadrista, da fragilità esistenziale, da anche cose buone. Mi vesto da accorato, coraggioso, disinteressato appello al cessate il fuoco, dove però la parola guerra la censuro perché altrimenti l’algoritmo mi penalizza.
Quest'anno mi vesto dalle parole che non diciamo, dagli specchi che copriamo.
Quest'anno mi vesto da Tosa, da Gramellini, da Fazio, dal primo che ha deciso che il modo migliore per opporsi alla retorica di una destra priva di contenuti fosse imitarla.
Mi vesto dalla condivisione spietata di ogni ricordo importante, di ogni esperienza significativa, di ogni preziosa cronaca famigliare sperando che alla fine ne rimanga qualcuna per me. Mi vesto da persona così naturalmente gentile che ce lo deve raccontare.
Mi vesto dagli eserciti di mamme, nonne e zie che si sono conquistate con le unghie e con i denti prima un palinsesto, poi un social e domani, probabilmente, il mondo.
Quest'anno mi vesto da ansia, da panico, da soffitto di camera da letto, da pelo bianco sul cazzo, da quella cosa che il dottore dice che non sa bene cos'è, magari è psicosomatica, provi a rallentare. Quest'anno mi vesto da io che penso che se rallento ancora un po’, sto fermo.
Quest'anno mi vesto dalla distanza tra l'uomo e l'artista, mi vesto da pessima persona che fa arte bellissima, perché di vestiti da brava persona che fa arte mediocre ce ne sono già troppi.
Quest'anno mi vesto da quella cosa spaventosa che faccio finta non ci sia, che non ho mai detto a nessuno, neanche a me, eppure sta lì e mi fissa ogni giorno.
Quest'anno mi vesto da domani, da futuro, da inutile fasciarsi la testa prima del tempo, da bestemmia quotidianamente voluta, cercata, ponderata, trattenuta e, quietamente, somatizzata.
Anzi no. Quest'anno non mi vesto da niente, che siamo già a posto così.
(Dalla pagina Non è successo niente di Fb, che vi consiglio caldamente di seguire)
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Andata e ritorno e poi nuovamente andata.
Dopo anni che non praticavo l’antica e nobile arte del pc building (l’assemblaggio di un pc), ore di lavoro (e soldi) hanno generato questo (vedi foto), un pc onesto e funzionale, fa il suo porco lavoro. Le sue lucine blu Tiffay mi accompagnano mentre spippolo e tutta la stanza immersa in questo colore mi rilassa (anche la stanza ha la stessa illuminazione). Ma la storia non è questa, questa è solamente una piccola nota di colore a margine.
Sono tornato da Santiago, e per quanto l’esperienza sia stata per me più razionale che emozionale, devo dire che comunque ha fatto il suo lavoro. Ci sono delle persone che mi sono rimaste dentro, ci sono dei riti che pur spogliati della loro parte spirituale hanno comunque un effetto pratico.
I riti sono un po’ come i cartelli stradali, sono in qualche modo dei simboli.
Il cartello per Roma se lo segui ti porterà comunque a Roma, indipendentemente da se ci credi oppure no. E poi ci sono dei luoghi che fisicamente mi hanno scrubbato l’anima, il violento e gelido vento di Muxia ha realmente agito su di me.
Con l’anima candida e lavata, con uno spirito che sembrava nuovo sono tornato a casa, ho aperto la porta dello studio e con un gesto ormai antico e consueto ho premuto il pulsante di accensione del pc, e, click.
Click, solamente click, nessuna luce blu, nessun ronzio, nulla di nulla, solamente click...”ohibò”.
No, non ho esclamato realmente ohibò(qui la memoria si è un po' persa dato la particolare situazione convulsa).
La santità è uscita dal mio corpo emettendo dei vapori blu e non credo che farà ritorno.
Sono affranto.
Che dite?
Riparto per Santiago?
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Ode ad Alberto
Eccoti qui mentre scendi lo Scalone Monumentale del Palazzo Municipale di Ferrara. Ex Palazzo Ducale e residenza degli Estensi.
Scendi i gradini con la stessa postura che avrebbe il David, di michelangiolesca fattura, se fosse vivente fatto di carne e ossa. Scultoreo divulgatore.
I capelli ondulati mossi dal vento, come quelli del grande condottiero macedone nella battaglia di Isso, immortalata in uno splendido mosaico, di cui tu incantasti la platea con una commovente esegesi. Magno Alberto.
Tu che sai riattivare le endorfine nel cervello umano, anche solamente raccontando, in un documentario, l'attività sessuale degli acari della polvere. Alchimista feromonale.
Il tutto mentre abilmente usi la tua arte ciceroniana, ammaliando con le tue cortesi spiegazioni. Correlate di sospiri, pause e parole forestiere che inducono, con la tua metrica, apparati riproduttivi a riattivarsi dopo anni di mummificazione. Istigatore emozionale.
Mentre le tue mani degne del più grande Direttore d'Orchestra che, dal Golfo Mistico, sinuosamente ritma e agita la sua ipotetica bacchetta divulgativa. Altro che la bacchetta di Sambuco di potteriana memoria. Agitatore di pavimenti pelvici.
Che dire dello sguardo rivolto verso l'infinito e oltre, nel vuoto per dare enfasi alla tua discesa. Ma tu sei Alberto Angela per Giove, anche un tuo eventuale sguardo verso la vastità del cacchio che ti interessa diverrebbe Storia.
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Metaverse design e XR, il futuro degli spazi dedicati all'arte.
la XR (extended reality) e il metaverso costituiscono due nuove frontiere della progettazione architettonica e del design. Queste tecnologie permettono di creare ambienti immersivi e interattivi che possono essere condivisi con chiunque. L'obiettivo è quello di decentralizzare la realtà e renderla più umana e relazionale.
Alcuni studi di architettura, come Perkins+Will, stanno sperimentando l'uso di big data, realtà mista (MR), la progettazione generativa e computazionale per migliorare la qualità e l'efficienza dei loro progetti. Attraverso questi strumenti.
La natura infinita dello spazio XR richiede anche una riflessione sul ruolo dell'architettura nel metaverso e nel mondo reale. Come afferma il designer Xiaohang Hou, la percezione delle persone della realtà virtuale influisce sulle loro aspettative e richieste per lo spazio pubblico e rende il design urbano più complesso.
La fusione e la democratizzazione della XR sono quindi sfide e opportunità per gli architetti del futuro, che dovranno essere in grado di progettare per diverse realtà ed espressioni.
Oggi, architetti e designer sono sempre più consapevoli della responsabilità che hanno nel guidare questa costruzione dell'ambiente virtuale. Ma cos'è l'architettura del Metaverso, come si progetta, come si costruisce?
L'architettura del Metaverso è quella che si occupa di creare spazi e esperienze tridimensionali nell'ecosistema digitale che si sta sviluppando come successore di Internet. Il termine "Metaverso" definisce un mondo digitale in cui tutto ciò che possiamo immaginare può esistere e in cui possiamo connetterci in ogni momento per estendere le nostre vite reali ed avere nuove esperienze.
Per progettare il Metaverso, gli architetti devono tenere conto di diversi aspetti, tra cui l'interoperabilità tra diverse piattaforme e dispositivi, la partecipazione degli utenti come Avatar, la sostenibilità immersiva, ambientale ed economica delle soluzioni digitali e la tutela dei diritti d'autore.
L'architettura del Metaverso è una sfida e un'opportunità per gli architetti di esplorare nuove possibilità creative e di avere un ruolo significativo nella costruzione del futuro digitale dell'umanità.
Integrando XR e Metaverse è possibile creare spazi ibridi, Virtuali/reali in cui gli utenti possono vivere lo spazio in modo diverso, più creativo ed emozionale. Le applicazioni sono infinite, e promettenti per un futuro in cui i device integreranno diverse tecnologie atte ad aumentare la nostra esperienza cognitiva.
Immaginate di poter percepire contemporaneamente la realtà di ogni giorno integrata ad oggetti ed ambienti completamente virtuali in cui le informazioni possano essere accessibili in tempo reale da chiunque attraverso sistemi di intelligenza artificiale.
Queste prospettive evidenziano come sia più che mai opportuna la sperimentazione di soluzioni che possano sin da ora sfruttare queste tecnologie per creare nuovi ambienti creativi.
L'applicazione delle nuove tecnologie, ad esempio al mondo dell'arte e ai suoi spazi rappresenta sicuramente una sfida intrigante per chi si occupa di metaverse architecture.
Lo spazio diventa dinamico e creativamente integrato alle opere d'arte le quali possono essere sia reali che virtuali e fruite sia da umani che da avatar. La scenografia il design e la metaverse architecture rappresenterebbero in questo una notevole svolta nel rapporto fra arte e ambiente.
Si tratta di una versione espansa del concetto di Metaverse per come lo viviamo oggi e di accettare la possibilità che possiamo vivere esperienze di immersività estesa in un ambiente dinamico più fluido e creativo e soprattutto integrato in modo naturale con la nostra realtà di tutti i giorni.
Dario Buratti #metaverse architect
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Fino Beach, beach entertainment per sognare a Cala Sassari - Golfo Aranci
L'estate al Fino Beach a Cala Sassari è già infuocata da diverse settimanale. Non perdersela per nessun motivo al mondo sembra un'ottima idea.
Fino Beach, a Cala Sassari - Golfo Aranci è infatti il luogo giusto per vivere qualche ora di relax e divertimento, combinando un'atmosfera informale con servizi di alta qualità e intrattenimento. Situato a metà strada tra Porto Cervo e Porto Rotondo, Fino Beach è uno dei luoghi più all'avanguardia e divertenti del Nord Sardegna. Il suo concept, "beach entertainment", permette ai clienti di godersi spiaggia, buon cibo e tanta musica dal giorno alla notte, tutto in un unico posto. Una location mozzafiato, originale e ben organizzata, che con il tempo è diventata una delle perle più apprezzate di Golfo Aranci e non solo.
Qual è lo stile di Fino Beach? Relax prima di tutto
Al Fino Beach ci si rilassa sulle comode sdraio o sui lettoni nell'area privè, si sorseggia un cocktail al bar. Si può anche gustare il pranzo tra cucina mediterranea o nippo-brasiliana, dopo essersi goduti l'aperitivo al tramonto. E tutto in riva al mare… La proposta cambia, adattandosi ai gusti ed al budget di ognuno, con un servizio sempre attento. Lo stile è quello di Formentera ed Ibiza? Certo. Ma è anche decisamente Made in Italy.
Gli appuntamenti settimanali tra cibo e musica al Fino Beach
Il programma artistico, curato da Nello Simioli, art director, dj e produttore davvero molto apprezzato, è ricco di eventi, party a tema, ospiti dello show business e molto altro. In console come DJ resident c'è Dj Andrea Di Pierdomenico, davvero molto apprezzato dal pubblico in tante situazioni diverse.
Ogni giorno, l'aperitivo al tramonto regala emozioni uniche. Il format della domenica è Spaghetti Cocktail, ideato dall'art director, è molto apprezzato dai vacanzieri. Il pubblico ha subito amato l'idea di vivere l'eccellenza del Made in Italy, con show cooking e spaghetti pomodoro e basilico offerti a chi ordina un cocktail. Un mix di buon cibo e musica italiana, con performance live di Carlo Addis e altre band seguitissime del Nord Sardegna.
Il venerdì, invece, al Fino Beach Cala Sassari si vive l'atmosfera unica di Jungle Fever. E' un aperitivo che mescola afro house, tribale e suoni asiatici in un'esperienza emozionale unica, dimostrando la grande capacità innovativa e organizzativa del gruppo guidato da Claudio Finetti, Luca Becchetti e Marco Mainardi.
Per concludere la giornata in bellezza, ogni sera Fino Beach offre la "cena spettacolo sotto le stelle", con il live-piano di Mapo, habitué dei salotti romani più esclusivi. Un viaggio gastronomico attraverso le eccellenze italiane e internazionali, in collaborazione con prestigiose case vinicole e produttori alimentari di nicchia, il tutto animato da spettacoli teatrali, visual e animazioni.
https://www.instagram.com/fino.experience/
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Fino Beach, beach entertainment per sognare a Cala Sassari - Golfo Aranci
L'estate al Fino Beach a Cala Sassari è già infuocata da diverse settimanale. Non perdersela per nessun motivo al mondo sembra un'ottima idea.
Fino Beach, a Cala Sassari - Golfo Aranci è infatti il luogo giusto per vivere qualche ora di relax e divertimento, combinando un'atmosfera informale con servizi di alta qualità e intrattenimento. Situato a metà strada tra Porto Cervo e Porto Rotondo, Fino Beach è uno dei luoghi più all'avanguardia e divertenti del Nord Sardegna. Il suo concept, "beach entertainment", permette ai clienti di godersi spiaggia, buon cibo e tanta musica dal giorno alla notte, tutto in un unico posto. Una location mozzafiato, originale e ben organizzata, che con il tempo è diventata una delle perle più apprezzate di Golfo Aranci e non solo.
Qual è lo stile di Fino Beach? Relax prima di tutto
Al Fino Beach ci si rilassa sulle comode sdraio o sui lettoni nell'area privè, si sorseggia un cocktail al bar. Si può anche gustare il pranzo tra cucina mediterranea o nippo-brasiliana, dopo essersi goduti l'aperitivo al tramonto. E tutto in riva al mare… La proposta cambia, adattandosi ai gusti ed al budget di ognuno, con un servizio sempre attento. Lo stile è quello di Formentera ed Ibiza? Certo. Ma è anche decisamente Made in Italy.
Gli appuntamenti settimanali tra cibo e musica al Fino Beach
Il programma artistico, curato da Nello Simioli, art director, dj e produttore davvero molto apprezzato, è ricco di eventi, party a tema, ospiti dello show business e molto altro. In console come DJ resident c'è Dj Andrea Di Pierdomenico, davvero molto apprezzato dal pubblico in tante situazioni diverse.
Ogni giorno, l'aperitivo al tramonto regala emozioni uniche. Il format della domenica è Spaghetti Cocktail, ideato dall'art director, è molto apprezzato dai vacanzieri. Il pubblico ha subito amato l'idea di vivere l'eccellenza del Made in Italy, con show cooking e spaghetti pomodoro e basilico offerti a chi ordina un cocktail. Un mix di buon cibo e musica italiana, con performance live di Carlo Addis e altre band seguitissime del Nord Sardegna.
Il venerdì, invece, al Fino Beach Cala Sassari si vive l'atmosfera unica di Jungle Fever. E' un aperitivo che mescola afro house, tribale e suoni asiatici in un'esperienza emozionale unica, dimostrando la grande capacità innovativa e organizzativa del gruppo guidato da Claudio Finetti, Luca Becchetti e Marco Mainardi.
Per concludere la giornata in bellezza, ogni sera Fino Beach offre la "cena spettacolo sotto le stelle", con il live-piano di Mapo, habitué dei salotti romani più esclusivi. Un viaggio gastronomico attraverso le eccellenze italiane e internazionali, in collaborazione con prestigiose case vinicole e produttori alimentari di nicchia, il tutto animato da spettacoli teatrali, visual e animazioni.
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"Il Gobbo" di Alda Merini: Un viaggio tra fatica, solitudine e speranza. Recensione di Alessandria today
Un capolavoro lirico della poetessa della sofferenza e della rinascita.
Un capolavoro lirico della poetessa della sofferenza e della rinascita. La poesia “Il Gobbo” di Alda Merini rappresenta uno straordinario esempio del suo stile unico e profondo, capace di evocare sentimenti universali attraverso immagini semplici ma potenti. Scritto il 22 dicembre 1948 e inserito nella raccolta “Poetesse del Novecento” (1951), il componimento esplora temi quali la fatica del…
#Alda Merini#Alda Merini Il Gobbo#Alda Merini poesia#Alessandria today#arte e letteratura#autrici del Novecento#Cristina Campo#Critica letteraria#cultura e poesia#Google News#Il gobbo#introspezione lirica#Introspezione poetica#Ispirazione poetica#italianewsmedia.com#letteratura italiana#lirica italiana#lirica simbolica#metafore poetiche#narrativa poetica#Pier Carlo Lava#poesia classica moderna.#Poesia del Dolore#Poesia del Novecento#poesia della sofferenza#poesia emozionale#poesia esistenziale#poesia femminile#poesia italiana#poesia italiana contemporanea
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Padronanza e Linguaggio
La campagna di trasformazione dei miei pomodori e pomodorini quest'anno, complice la variabile meteorologica (inverno mite, primavera anticipata) è partita esattamente 40 giorni prima del 2023. Lo scrivo perchè mi ha un po' impedito di dedicarmi appieno al blog, soprattutto riguardo le mie ultime letture.
Vorrei segnalarvi, en passant, due libri tra le ultime letture: uno, magnifico, è la ristampa con nuova traduzione di un romanzo, Qui Il Sentiero Si Perde di Peskè Marty, che Adelphi ha pubblicato di recente: il nome dell'autore è uno pseudonimo di una coppia di scrittori francesi, Antoinette Peské e il marito Pierre Marie André Marty. Scritto negli anni '50, ambientato tra la Mongolia e la Siberia, il romanzo racconta le avventure leggendarie dello zar Alessandro I, vincitore di Napoleone, che nel 1825 avrebbe messo in scena la sua morte. Una diceria, quella della fuga dello zar e delle sue successive metamorfosi, che aveva intrigato anche Tolstoj, il quale vi dedicò un racconto (Memorie Postume dello Starets Fëdor Kuzmìč).
L'altra segnalazione è un piccolo saggio scritto da uno dei massimi esperti di Storia Della Musica Classica, Giorgio Pestelli, che ne Il Genio di Beethoven (Donzelli) percorre, attraverso l'analisi non solo tecnica ma anche emozionale, delle nove leggendarie sinfonie del maestro, un ritratto unico e profondo del grande compositore.
Ma approfitto per parlarvi anche dell'ultima, stranissima ma indimenticabile lettura che è questo libro:
Adam Thirlwell fa parte dell'ultima generazione di scrittori britannici, e per due volte è stato inserito nella Lista dei Migliori Autori Emergenti dalla prestigiosa rivista Granta, le cui segnalazioni negli anni mi hanno sempre fatto conoscere autori niente male (Tibor Fisher o Scarlett Thomas, i primi nomi che mi vengono in mente). In Il Futuro Futuro (Feltrinelli) Thirlwell immagina un mondo distopico, dove succedono in maniera non lineare avvenimenti storici che somigliano moltissimo a quelli avvenuti negli anni appena precedenti la Rivoluzione Francese. Qui Celine, Marta e Julia sono tre giovanissime ragazze che, in maniera misteriosa, sono vittima di anonimi pamphlet dove vengono descritte con pruriginosa minuzia di particolari le abitudini sessuali delle nostre giovani protagoniste. Celine, Marta e Julia si confrontano quindi con un problema: come si gestisce il rapporto tra linguaggio, arte e potere? e tra potere e genere? Per controbattere, hanno un'idea geniale: organizzano delle feste, a cui piano piano partecipano intellettuali, scrittori, impresari teatrali, miliardari, persino una potentissima Antoniette (che sappiamo a chi si riferisca). Diventano il momento più importante delle sere cittadine. I libri anonimi scompaiono, le ragazze si faranno nuovi nemici ma soprattutto rimangono in Celine e le sue amiche dubbi profondi sui massimi sistemi, in primis sul grande e a tratti inestricabile problema del linguaggio:
Si poteva immaginare un mondo senza linguaggio, o che il linguaggio diventasse una cosa intima e diversa. Era come se nelle conversazioni vere arrivasse sempre il momento in cui emergeva una voce che non era quella di nessuna delle persone che stavano parlando, ma era la voce della conversazione stessa, e quando accadeva era come se si accendesse una piccola lampada, inondando di luce calda un angolino. Altri se lo immaginavano come un dio che si manifestava o parlava attraverso un'altra persona, ma Celine la vedeva diversamente. Era la voce della conversazione, pensava lei, che apparteneva a tutti e a nessuno […] (p. 67-8)
Celine, Marta e Julia hanno anche un problema con il potere dei maschi: sebbene vivano una sessualità libera, sono spesso vittime del potere che è legato ai maschi. Un potere legato ai soldi e al sesso, che Celine tenta spesso di scardinare:
-Come è che uno crede di sapere qualcosa di qualcun altro? disse Celine
-Una volta ci andavo a letto, disse Lorenzo.
-E questo che cazzo vuol dire? fece Celine. - Vuol forse dire che Julia ti conosce, solo perchè sa quanto ti piaceva leccarle il buco del culo?
Lorenzo rimase ancora in silenzio, un silenzio stavolta più greve. Visto? disse Celine. - Tutti odiano sentir parlare di sè. Panico Puro (208).
Celine avrà una figlia, Saratoga, viaggerà, verrà costretta dalla Rivoluzione a scappare via in America. Lì farà degli incontri particolari. Ritornerà, nel modo più strambo, a ricongiungersi con la figlia, cercando di capire cosa sia il futuro:
Ogni volta che si incontravano, gli scrittori non facevano che discutere ossessivamente del futuro, chi avrebbe avuto ancora un pubblico di lettori o come sarebbe stato il futuro - ma non si rendevano conto di quanto fosse limitato il loro modo di pensarlo, il futuro. II vero futuro, diceva Saratoga, non era ciò che sarebbe accaduto di lì a un mese o a un anno, ma il futuro futuro: alieno e incomunicabile. Ma loro non lo vedevano, perché non erano capaci di scatenare il pensiero (150).
Un libro che attraverso una trama fantasiosa, una scrittura asciutta ma implacabile, una serie di eventi di natura fantasiosa ma forse con salti troppo giganti, con pochissimi particolari sui personaggi che non siano le loro conversazioni o i loro pensieri, spazia dal saggio filosofico al fantasy, dalla semiotica al pulp, senza dimenticare i numerosi incontri delle nostre protagoniste non solo con alcuni grandi della Storia, ma persino extraterrestri (non vi anticipo nulla). Un libro strano, pazzo ma che scalda il cuore, non solo per la sua originalità, ma anche per i temi che affronta, tra cui l'amicizia, i rapporti di potere, la comunicazione. Che stuzzica ed estremizza:
Era uno dei problemi di vivere fra la gente - si pensava di sapere un sacco di cose sui propri amici, ma quasi sempre ci voleva una catastrofe perchè le persone si parlassero a cuore aperto. La natura umana era terribile (100-101).
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“Per vedere la bellezza della nostra perfezione, spesso dobbiamo guardare a quei ricordi dolorosi nel nostro passato con uno spirito amorevole e di perdono, dobbiamo essere ancora testimoni di quei ricordi e lasciare andare ogni veleno emozionale che ancora abbiamo dentro. È così che possiamo rivendicare il nostro potere e iniziare a vederci come perfetti.” – Don Josè Ruiz art by Ilana ************************ “To see the beauty of our perfection, we often have to look at those painful memories in our past with a loving and forgiving spirit, we have to witness those memories again and let go of any emotional poison we still have inside. This is how we can reclaim our power and start seeing ourselves as perfect.” – Don Josè Ruiz art by Ilana
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Fino Beach, beach entertainment per sognare a Cala Sassari - Golfo Aranci
L'estate al Fino Beach a Cala Sassari è già infuocata da diverse settimanale. Non perdersela per nessun motivo al mondo sembra un'ottima idea.
Fino Beach, a Cala Sassari - Golfo Aranci è infatti il luogo giusto per vivere qualche ora di relax e divertimento, combinando un'atmosfera informale con servizi di alta qualità e intrattenimento. Situato a metà strada tra Porto Cervo e Porto Rotondo, Fino Beach è uno dei luoghi più all'avanguardia e divertenti del Nord Sardegna. Il suo concept, "beach entertainment", permette ai clienti di godersi spiaggia, buon cibo e tanta musica dal giorno alla notte, tutto in un unico posto. Una location mozzafiato, originale e ben organizzata, che con il tempo è diventata una delle perle più apprezzate di Golfo Aranci e non solo.
Qual è lo stile di Fino Beach? Relax prima di tutto
Al Fino Beach ci si rilassa sulle comode sdraio o sui lettoni nell'area privè, si sorseggia un cocktail al bar. Si può anche gustare il pranzo tra cucina mediterranea o nippo-brasiliana, dopo essersi goduti l'aperitivo al tramonto. E tutto in riva al mare… La proposta cambia, adattandosi ai gusti ed al budget di ognuno, con un servizio sempre attento. Lo stile è quello di Formentera ed Ibiza? Certo. Ma è anche decisamente Made in Italy.
Gli appuntamenti settimanali tra cibo e musica al Fino Beach
Il programma artistico, curato da Nello Simioli, art director, dj e produttore davvero molto apprezzato, è ricco di eventi, party a tema, ospiti dello show business e molto altro. In console come DJ resident c'è Dj Andrea Di Pierdomenico, davvero molto apprezzato dal pubblico in tante situazioni diverse.
Ogni giorno, l'aperitivo al tramonto regala emozioni uniche. Il format della domenica è Spaghetti Cocktail, ideato dall'art director, è molto apprezzato dai vacanzieri. Il pubblico ha subito amato l'idea di vivere l'eccellenza del Made in Italy, con show cooking e spaghetti pomodoro e basilico offerti a chi ordina un cocktail. Un mix di buon cibo e musica italiana, con performance live di Carlo Addis e altre band seguitissime del Nord Sardegna.
Il venerdì, invece, al Fino Beach Cala Sassari si vive l'atmosfera unica di Jungle Fever. E' un aperitivo che mescola afro house, tribale e suoni asiatici in un'esperienza emozionale unica, dimostrando la grande capacità innovativa e organizzativa del gruppo guidato da Claudio Finetti, Luca Becchetti e Marco Mainardi.
Per concludere la giornata in bellezza, ogni sera Fino Beach offre la "cena spettacolo sotto le stelle", con il live-piano di Mapo, habitué dei salotti romani più esclusivi. Un viaggio gastronomico attraverso le eccellenze italiane e internazionali, in collaborazione con prestigiose case vinicole e produttori alimentari di nicchia, il tutto animato da spettacoli teatrali, visual e animazioni.
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Raoul Dufy Il pittore della gioia
a cura di Sophie Krebs con Nadia Chalbi
Skira, Milano 2022, 248 pagine, 24 x 28cm, Cartonato, Bilingue Italiano Inglese, ISBN 9788857248974
euro 37,00
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Mostra Roma, Palazzo Cipolla,dal 14 Ottobre 2022 al 26 Febbraio 2023
La vita e l'opera dell’artista francese, pittore e scenografo. Autore di opere monumentali come La Fata Elettricità (un murale di oltre 60 metri di lunghezza per 10 di altezza, composto da 250 pannelli dipinti a olio, commissionatogli per il Padiglione francese dell’Esposizione Universale del 1937 a Parigi), Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ’900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne – per antonomasia – il pittore della gioia e della luce.Lo stile dell’artista, colorista nato, è caratterizzato da una tavolozza vivace e sconfinata e da un disegno libero e morbido, dominato dagli arabeschi e dalle curve che lo rendono così incantevole. Il rapporto al contempo audace e delicato istituito tra colore e disegno costituisce il maggiore contributo di Dufy alla pittura moderna. Con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti tratti dalla poliedrica produzione di Dufy e provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi (tra gli altri, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre Pompidou, Palais Galliera, il Musée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza, il Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles), il volume racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico. Pubblicato a corredo della prima grande retrospettiva a lui dedicata in Italia, Raul Dufy. Il pittore della gioia è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere. Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
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13/02/23
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