#Annie Villeneuve
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ascle · 3 months ago
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🎅 Joyeux Noël! 🎄
Pour se mettre dans l’ambiance des fêtes quoi de mieux qu’un peu de musique.
Voici donc mon top 5 des chansons de Noël 100% québécoises! (Pas dans un ordre précis, quoique…)
Le classique des classiques. Tout le monde connaît, tout le monde fredonne. Le groupe Beau Dommage sort en 1974 la chanson « 23 décembre ».
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En 1967, Robert Charlebois se lance dans la chanson de Noël et réussi son pari. Marie-Noël réussie à nous émouvoir avec sa douce mélodie.
Plus d’un chanteur ont repris cette splendide chanson, mais pour moi, c’est la version de la troupe Québecissime qui me touche le plus.
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On fait un saut dans le temps et on atterrit en 2010. Annie Villeneuve propose son album de reprise de Noël, mais nous invite chez elle, pour Noël, avec une composition originale. Noël chez nous raconte le réveillon sa famille, dans nos familles.
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Composé par Pierre Laurendeau dit Joseph en 1976, la chanson Le Père Noël s’t’un Québécois connaît son apogée que beaucoup plus tard, lorsqu’elle est sortie de la poussière par le Boum Ding Band dans les années 90.
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Je triche un peu pour la dernière. Damien Robitaille est un franco-ontarien, mais il habite au Québec depuis plus de 20 ans. En 2019, il nous a fabriqué un magnifique album de Noël. Après tout, Demain ce sera Noël!
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Je vous souhaite à tous un très joyeux Noël. Profiter de vos familles, de vos amis. Prenez du temps pour vous, ceux que vous aimez, prenez le temps.
Je vous laisse sur un « bonus track ». Une chanson un peu triste, comme seul Pierre Lapointe peut chanter alors qu’il passe Un Noël perdu à Paris.
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leszackardises · 2 years ago
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C'est la finale de Zénith ce 13 avril 2023!
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spryfilm · 10 months ago
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Blu-ray review: “Dune” (1984)
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hiramnoriega · 11 months ago
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Te decimos por qué no debes perderle la pista a la próxima película de Denis Villeneuve. El director adaptará la aclamada novela de Annie Jacobsen.
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chalamet-chalamet · 11 months ago
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4/4/2024-I hope this is legit! 💥💥💥
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randomluck-ofthe-universe · 11 months ago
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byronthesecond · 5 months ago
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Camille Claudel
1863 - 1943
Il 19 ottobre 1943, nel manicomio di Montdevergues, si spegneva Camille Claudel, dopo trent'anni di solitudine ed abbandono, aspettando invano la visita della sorella e della madre, alla quale aveva ripetutamente chiesto di essere riaccolta in casa.
" Cara mamma, ho tardato molto a scriverti perché faceva talmente freddo che non riuscivo a reggermi in piedi. Non ho potuto scaldarmi in tutto l’inverno, sono gelata fino alle ossa, spezzata in due dal freddo. (…) Sei ben crudele a rifiutarmi un asilo a Villeneuve. Non farei scandali come tu credi. Sarei troppo felice di riprendere la vita normale per fare qualunque cosa. (…) I manicomi sono fatti apposta per far soffrire, non c’è rimedio, specialmente quando non si vede mai nessuno. È il caso di dire che dovete essere pazzi. Quanto a me, sono così disperata di continuare a vivere qui che non sono più una creatura umana. (…) Non ho fatto quel che ho fatto per finire la mia vita come un numero in una casa di cura, ho meritato qualcosa di diverso."
Camille Claudel, da una lettera dal manicomio di Montdevergues alla madre.
“Tenetevela, ve ne supplico … ha tutti i vizi, non voglio rivederla, ci ha fatto troppo male”, così scrive la madre al direttore del manicomio senza riuscire a perdonarle le sue scelte anticonformiste. In trent'anni di internamento, Camille non ricevette mai una sua visita.
"Mia sorella Camille aveva una bellezza straordinaria, ed inoltre un'energia, un'immaginazione, una volontà del tutto eccezionali. E tutti questi doni superbi non sono serviti a nulla; dopo una vita estremamente dolorosa, è pervenuta a un fallimento completo."
Paul Claudel
§
Sono precipitata in un baratro … Del sogno che fu la mia vita, questo è l’incubo.
"Sono 17 anni che Rodin e i mercanti di oggetti d’arte mi hanno spedita a far penitenza nei manicomi. Dopo essersi impossessati dell’opera di tutta la mia vita…
Il mio povero atelier, qualche povero mobile, qualche utensile che mi ero forgiata io stessa, la mia povera piccola casa eccitavano ancora la loro cupidigia! – L’immaginazione, il sentimento, il nuovo, l’imprevisto che nasce da uno spirito evoluto, tutto questo era loro precluso, a quelle teste murate, a quei cervelli ottusi, eternamente chiusi alla luce, per cui avevano bisogno che qualcuno gliela donasse. E lo ammettevano: “Ci serviamo di una pazza per trovare i nostri soggetti”.
C’è forse qualcuno che nutre almeno un po’ di riconoscenza per chi lo ha nutrito, che sa dare qualche risarcimento a colei che hanno depredata del suo genio? No! Un manicomio! È lo sfruttamento della donna, l’annientamento dell’artista a cui si vuol fare sudare sangue…Mi si rimprovera (crimine spaventoso) di aver vissuto da sola, di passare la mia vita con dei gatti, di avere manie di persecuzione! È a causa di queste accuse che sono incarcerata come un criminale, privata della libertà, privata del cibo, del fuoco e delle comodità più elementari. "
Camille Claudel in una lettera del 1918 al dottore che ha firmato il suo internamento
"Paul, fratello mio, portami fuori da qui… questo non è il mio posto e tu lo sai… Io so che farai di tutto per allontanarti da me, accetterai incarichi all’estero pur di liberarti di me… è così crudele… crudele...Mio caro Paul, devo nascondermi per scriverti e non so come farò a imbucare questa lettera. Perché, renditi conto, Paul, che tua sorella è in prigione. In prigione con delle pazze che urlano incessantemente, fanno smorfie, sono incapaci di articolare parole sensate. Ecco il trattamento che da quasi vent’anni s’infligge a un’innocente. Quando la mamma era in vita non ho mai smesso di implorarla di togliermi di qui, di mettermi in un posto qualsiasi, un ospedale, un convento, ma non in mezzo ai pazzi. Contavo su di te… mi avete trattata come un’appestata. Tu mi dici, Dio ha pietà degli afflitti, Dio è buono… Parliamone del tuo Dio che lascia marcire un’innocente in fondo a un manicomio."
dalle lettere di Camille Claudel al fratello Paul
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strange-alien11 · 1 year ago
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Vendetta
Nocturnal Animals (2016) - Dir. Tom Ford
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Gone Girl (2014) - Dir. David Fincher
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Old boy (2003) - Dir. Park Chan-wook
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Prisoners (2013) - Dir. Denis Villeneuve
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V for vendetta (2015) - Dir. James McTeigue
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Albert Camus
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Anni 60, la poliomielite falcidia generazioni, 3.000 morti annui. Albert Bruce Sabin, medico virologo trova il vaccino nel 1955, vaccino inattivato da virus ucciso. Tramite iniezione e poi zuccherino orale.
Non brevettò il suo vaccino, lo regalò a tutti i bambini
A chi gli chiese se non desiderasse vendetta, poiché le SS gli avevano ucciso due nipotine, rispose “ma io ho salvato tutti i bambini d’Europa, non la trova una splendida vendetta?”.
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popculturebrain · 11 months ago
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ascle · 2 years ago
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Comment j’vous dirais ben ça… waahhhh je suis sans mot et dieu sait que ça ne m’arrive pas souvent ^^
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leszackardises · 2 years ago
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C'est la demi-finale des Y à Zénith ce 23 mars 2023!
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lostinaflashforward · 1 year ago
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LIAFF SPECIAL #10: Taylor Sheridan: Il regista con l'anima da cowboy
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Carissimi lettori, ben ritrovati con un nuovo appuntamento con LIAFF SPECIAL, la rubrica dedicata all’approfondimento di personaggi e temi nel mondo dell’intrattenimento. Questo mese parleremo di uno dei sceneggiatori più produttivi e affermati dell'attuale panorama cinematografico e televisivo, vale a dire Taylor Sheridan. In questo articolo parleremo del percorso di Sheridan, dal suo esordio come attore, fino all'approdo come sceneggiatore e regista di film e serie TV, quest'ultime ampiamente apprezzate dal grande pubblico, fino ad arrivare ai progetti futuri, al fine di conoscere e di apprezzare meglio colui che viene definito il regista con l'animo da cowboy.
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"The rare weekend wrangler who was also a theater kid": chi è Taylor Sheridan?
Taylor Sheridan, vero nome Sheridan Taylor Gibler Jr., nasce a Chapel Hill, North Carolina, il 17 Luglio 1969. Ereditando l’identità del cowboy dalla madre, originaria di Waco, Sheridan cresce in Texas, alternandosi fra Fort Worth e il ranch di famiglia a Cranfills Gap. Diplomatosi alla R.L. Paschal High School e avendo lasciato la Texas State University, Sheridan si trasferì ad Austin, dove per vivere tagliava l’erba dei prati e dipingeva case, e mentre cercava lavoro, viene notato da un talent scout, il quale gli propose di seguirlo a Chicago per intraprendere una carriera come attore. Sheridan accettò e iniziò il suo percorso recitativo nel 1995, con piccoli ruoli in serie TV come Walker Texas Ranger, Party of Five, Star Trek: Enterprise, Veronica Mars e Sons of Anarchy, dove ha interpretato lo sceriffo David Hale. Appena compiuti i 40 anni, Sheridan decide di lasciare la recitazione per dedicarsi alla sceneggiatura, dando via alla fase più importante della sua carriera.
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The american frontier: l'approdo come regista e sceneggiatore
Sheridan esordì nel mondo del cinema nel 2011, dirigendo l’horror indipendente Vile, in realtà un progetto nato da un suo amico, il quale gli chiese supporto per la regia, tant’è che Sheridan non considera tale pellicola come esordio alla regia. Nel 2013, Sheridan iniziò a concepire la sceneggiatura di Sicario, primo film di una personale tetralogia sulla “moderna frontiera americana”, che sarebbe stato diretto da Denis Villeneuve, già noto regista di film come Prisoners e Enemy. Il film fu girato nel 2014 in New Mexico, per poi venire presentato durante il 68esimo Festival del Cinema di Cannes e rilasciato nelle sale americane qualche mese dopo, incassando un totale di 85 milioni di dollari. Il film fu un successo di pubblico e critica, acclamato in particolar modo per la regia, la sceneggiatura, la grettezza con cui la storia veniva presentata e soprattutto le interpretazioni di Emily Blunt, Benicio del Toro e Josh Brolin, ma fu al centro di una controversia, dato che prima della sua uscita, il sindaco della città messicana Ciudad Juarez lanciò una campagna per boicottare il film, il quale, a suo dire, dava una falsa e troppo violenta rappresentazione del Messico, mentre Villeneuve afferma che il film si basa proprio sugli episodi avvenuti a Ciudad Juarez nel 2010, descrivendo con occhio attento e drastico la guerra ai cartelli della droga messicani e le dinamiche che la riguardano. Il successo della pellicola, e le nomination ottenute agli Oscar 2016 come miglior cinematografia, miglior suono e miglior colonna sonora originale, portò Lionsgate a produrre un sequel, intitolato Sicario: Day of the Soldado, sempre scritto da Sheridan ma diretto da Stefano Sollima, regista italiano noto per aver diretto Suburra (il quale avrebbe collaborato nuovamente con Sheridan qualche anno dopo in Without Remorse, film tratto dall’omonimo racconto di Tom Clancy e con protagonista Michael B. Jordan), uscito nelle sale tre anni dopo il primo capitolo. Dopo Sicario Taylor Sheridan proseguì con la sua tetralogia sulla moderna frontiera americana con Hell or High Water, film diretto da David Mackenzie e con protagonisti Chris Pine, Ben Foster e Jeff Bridges, presentato in anteprima al 69esimo Festival del Cinema di Cannes, con rilascio limitato al cinema nell’estate 2016. Anch’esso fu un successo di critica, definito come un film rinvigorente per il genere western, ed ottenne quattro nomination agli Oscar 2017 come miglior film, miglior attore non protagonista per Jeff Bridges, miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale. Nel 2017 Sheridan torna con Wind River, terzo film della tetralogia, da lui stesso scritto e diretto, a tutt’oggi considerato il suo miglior film da regista. Con protagonisti Jeremy Renner e Elizabeth Olsen, il film tratta come argomento principale gli episodi di violenza e omicidio contro giovani donne native americane negli Stati Uniti e in Canada, moltissime delle quali scomparse e mai ritrovate. Il film fu un clamoroso successo, anche alla luce del tema che tratta, apprezzato per il tono realistico e le interpretazioni dei protagonisti, nonostante il film sia stato criticato per aver scritturato interpreti non nativi per ruoli da nativi. Dopo l’uscita di Sicario: Day of the Soldado, Sheridan decide di dedicarsi al mondo delle serie TV, per poi tornare sul grande schermo nel 2021 con Those Who Wish Me Dead, film da lui stesso diretto e scritto con la collaborazione di Michael Koryta, autore dell’omonimo romanzo da cui è tratto il film, e Charles Leavitt. Come protagonista fu scelta Angelina Jolie, che interpreta un vigile del fuoco che si ritrova a proteggere un bambino da due spietati assassini. Il film non fu un gran successo, nonostante sia stato elogiato per la regia e l’approccio realistico con cui viene affrontata la storia.
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The modern cowboy: l'arrivo di Yellowstone e l'inizio del percorso televisivo
Nel 2017 Taylor Sheridan inizia a concepire la sua opera più importante, nonché la sua prima serie TV, Yellowstone. La serie debuttò nell’estate 2018 su Paramount Network e, in circa due anni, divenne il cavallo di battaglia dell’emittente, nonché una delle serie più popolari e seguite negli Stati Uniti, e in seguito anche in Europa. La serie narra le vicende della famiglia Dutton, composta da John Dutton (Kevin Costner), proprietario dello Yellowstone Ranch in Montana, oggetto del desiderio di chiunque, e dai suoi figli Kayce (Luke Grimes), Beth (Kelly Reilly), e Jamie (Wes Bentley), ma anche di altri personaggi, come il mandriano Rip Wheeler (Cole Hauser), marito di Beth, Monica (Kelsey Asbille), la moglie di Kayce o il capo della riserva indiana Thomas Rainwater (Gil Birmingham), i quali si ritrovano protagonisti di un contorto gioco di potere e della lotta contro il progresso. Con le sue cinque stagioni, la serie ha ridefinito, nel bene e nel male, il genere neo-western in TV e ha confermato il talento di Sheridan quale creatore di opere televisive. Infatti Sheridan negli anni successivi darà vita ad altre serie, alcune più riuscite di altre, fra cui possiamo menzionare Mayor of Kingstown, dramma carcerario con protagonista Jeremy Renner, 1883 e 1923, entrambi prequel di Yellowstone, Tulsa King, serie a tema gangster con protagonista Sylvester Stallone, Special Ops: Lioness, serie a sfondo militare che vanta nel cast Zoe Saldana e Nicole Kidman, e Lawmen: Bass Reeves, miniserie attualmente in onda su Paramount+, incentrata sul celebre sceriffo afroamericano Bass Reeves, impersonato da David Oyelowo.
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What's in store: i prossimi progetti
Nel giro di circa dieci anni, Taylor Sheridan è divenuto uno dei sceneggiatori/registi più prolifici e attivi dell'attuale panorama hollywoodiano e la sua unica abilità nel dipingere mondi ed ambienti pregni di corruzione, rivalità e violenza lo rende anche uno dei più richiesti ed apprezzati dal pubblico sia del grande che del piccolo schermo. Quindi, se siete fra i sostenitori del nostro cowboy moderno, state tranquilli, perchè Sheridan sarà parecchio impegnato nei prossimi mesi, sia al cinema che in televisione. Sul fronte televisivo abbiamo la terza stagione di Mayor of Kingstown, confermata qualche settimana fa, la seconda stagione di Tulsa King e soprattutto la seconda parte della quinta stagione di Yellowstone, le cui riprese sono previste per la prossima Primavera, e con messa in onda prevista per Novembre 2024, la quale sancirà la conclusione della serie principale sulla famiglia Dutton, la cui storia proseguirà con una serie sequel, intitolata 2024 e con protagonista Matthew McConaughey, con il misterioso spin-off sul ranch texano 6666, e con la seconda stagione di 1923, che farà da apripista ad un'altra serie prequel, intitolata 1944. Al cinema invece Sheridan sarà il produttore di FinestKind, film esclusivo di Paramount+ che vanta nel cast Tommy Lee Jones, Ben Foster e Jenna Ortega, in uscita a Dicembre, dirigerà Wind River: The Next Chapter, sequel dell'omonimo film e scriverà Sicario: Capos, terzo capitolo della saga, che vedrà Christopher McQuarrie alla regia e potrebbe vedere il ritorno di Benicio del Toro, Josh Brolin e soprattutto di Emily Blunt, assente in Day of the Soldado. Insomma, se siete fan di Taylor Sheridan e del suoi lavori, c'è davvero tanto per cui essere entusiasti...
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wellntruly · 12 days ago
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The 2024 TOSCARS
(Tarra's Oscars)
One note up front that will become relevant almost immediately: released in the US in April, 2024, I am counting Alice Rohrwacher's La Chimera as a 2024 film. It was, technically, actually in consideration at the 2023 Oscars.
CRAFTS
Production Design
A Different Man - Anna Kathleen Dune: Part Two - Patrice Vermette and Shane Vieau Furiosa - Colin Gibson Janet Planet - Teresa Mastropierro Problemista - Katie Byron
Winner: the dream of the '90s is alive, in Teresa Mastropierro's Western Massachusetts
Best Cinematography
Lol Crawley, The Brutalist Yoshio Kitagawa, Evil Does Not Exist Hélène Louvart, La Chimera Jomo Fray, Nickel Boys Jarin Blaschke, Nosferatu
Winner: Jomo Fray changed the game in Nickel Boys
Best Costumes
Bart Mueller and Kurt Swanson, Babygirl Pauline Jacquard, The Beast Jacqueline West, Dune: Part Two Loredana Buscemi, La Chimera Jonathan Anderson, for both Challengers and Queer
Winner: Loredana Buscemi for that rumpled ivory suit
Best Hair & Makeup (titles only, big teams)
Anora A Different Man Hit Man Nosferatu Wicked
Winner: Nosfermustache
Best Score
Daniel Blumberg, The Brutalist Trent Reznor and Atticus Ross, Challengers Eiko Ishibashi, Evil Does Not Exist Volker Bertelmann, Conclave Kris Bowers, The Wild Robot
Winner: gentle wraith Blumberg with the big 'dah dah dah DUUUUUHN!'
Best Sound Design (titles only, big teams)
Between the Temples Conclave Dune: Part Two Janet Planet Monster
Winner: for the Altman conversations and also that fucking squeaking door hinge, it's Between the Temples
Special audience award unexpectedly granted last night however by a friend at the Oscars watch party who, when we reached this category in the show, said she wanted to shout out Conclave with the line in my own Letterboxd review: "you could hear everything those cryptic bitches were up to!"
After the break: performances, scripts, editing, direction, and picture
PERFORMANCES
Oh and I will be correcting some category placements.
Best Supporting Actor
Yura Borisov, Anora Tom Burke, Furiosa Jack Haven, I Saw the TV Glow Chris Hemsworth, also Furiosa Karren Karagulian, also Anora
Winner: by a nose! Hemsworth
Runners-up Adam Pearson, A Different Man Aaron Taylor-Johnson, Nosferatu
Best Supporting Actress
Monica Barbaro, A Complete Unknown Carol Kane, Between the Temples Elizabeth Olsen, His Three Daughters Lea Seydoux, Dune: Part Two Tilda Swinton, Problemista
Winner: Tilda, Mother
Runners-up Michele Austin, Hard Truths Aubrey Plaza, My Old Ass
Best Actor
Adrien Brody, The Brutalist Timothée Chalamet, A Complete Unknown Josh O'Connor, Challengers Jason Schwartzman, Between the Temples Sebastian Stan, A Different Man
Winner: who had a hornier impact on the culture this year than Patrick Zweig, I ask you
Runners-up Kieran Culkin, A Real Pain Mike Faist, also Challengers
Best Actress
Ariana Grande, Wicked Marianne Jean-Baptiste, Hard Truths Lupita Nyong'o, The Wild Robot Mikey Madison, Anora Zoe Zeigler, Janet Planet
Winner: Mikey 💖
Runners-up Nicole Kidman, Babygirl Zendaya, Challengers
SCRIPT, EDITING, DIRECTION
Original Screenplay
Sean Baker, Anora Justin Kuritzkes, Challengers Aaron Schimberg, A Different Man Annie Baker, Janet Planet Julio Torres, Problemista
Winner: Aaron Schimberg for A Different Man, there's so much going on here and it rules
Adapted Screenplay
Peter Straughan, Conclave Denis Villeneuve and Jon Spaihts, Dune: Part Two George Miller and Nico Lathouris, Furiosa Richard Linklater and Glen Powell, Hit Man RaMell Ross and Joslyn Barnes, Nickel Boys
Winner: not to repeat myself, but RaMell Ross and Joslyn Barnes changed the game with Nickel Boys
Best Editing
Sean Baker, Anora Dávid Jancsó, The Brutalist Marco Costa, Challengers Andrew Buckland and Scott Morris, A Complete Unknown Graham Mason, Good One
Winner: so nearly Sean in his bedroom edit bay shifting tones like few since Lubitsch, but as a poet once said, Challengers makes you feel like you're on amphetamines
Best Director
Sean Baker, Anora Brady Corbet, The Brutalist Luca Guadagnino, Challengers Alice Rohrwacher, La Chimera Jane Schoenbrun, I Saw the TV Glow
Winner: NOW we give it up for Sean Baker
FINALLY
Best International Feature
The Breaking Ice La Chimera Evil Does Not Exist Flow I'm Still Here
Winner: my moment to highlight Anthony Chen's lovely The Breaking Ice, as you'll be seeing a couple of these again very soon...
Best Picture
Anora Between the Temples The Brutalist Challengers A Different Man Evil Does Not Exist Janet Planet La Chimera Nickel Boys Problemista
Winner: partly because it feels like fun cheating, but also it's my truth: La Chimera. I loved it so much.
Runners up A Complete Unknown I Saw the TV Glow
Where else are you gonna get these two paired together I wonder. Anyway!
BONUS: Things That Should Be Awards
Best Music Supervision
Anora Babygirl The Bikeriders A Real Pain I Saw the TV Glow
Best Casting (actually coming soon!)
Anora Challengers La Chimera Conclave His Three Daughters
Best Press Tour
Nicole Kidman, Babygirl: drinking a glass of milk at the National Board of Review Timothée Chalamet, A Complete Unknown: all of it Ralph Fiennes, Conclave: doing the 'Demure' monologue on Anderson Cooper's New Years Eve countdown Glenn Powell for Glenn Powell Ariana Grande & Cynthia Erivo holding space for Wicked
And last but not least:
Meme-ability
Challengers Conclave Megalopolis Nosferatu The Substance
Wasn't going to do winners for any of these, it's an honor just to be nominated for categories that don't exist for awards that also don't exist---except for this one, because it's just so funny that it's Conclave.
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awardseasonblog · 21 days ago
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Una delle gare più interessanti di questa caotica Awards Season è sicuramente quella della Miglior regia laddove troviamo 2 frontrunner: da un lato Sean Baker che per Anora ha vinto il prestigioso Directors Guild of America Award e dall'altro Brady Corbet che per The Brutalist ha dalla sua parte il BAFTA e il Golden Globe.
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-AWARDS SEASON: la corsa all'Oscar per la miglior regia si è fatta più incerta dopo i Critics Choice Awards, un premio che, più dei DGA Awards (strano, ma vero!), ha dimostrato di anticipare i verdetti degli Oscar per la categoria Best Directing. Quest'anno, la vittoria di Jon M. Chu per Wicked ha creato scompiglio, dato che il regista non è stato incluso nella cinquina finale degli Oscar. Di conseguenza, la competizione si restringe a Baker e Corbet, quest’ultimo è stato a lungo considerato il favorito, forte dei numerosi riconoscimenti ricevuti dalle associazioni di critici americani. Tuttavia, la sua posizione di vantaggio ha iniziato a vacillare con il verdetto dei DGA Awards, il premio del sindacato americano dei registi.
-ESCLUSIONI: La composizione della cinquina ha riservato una sorpresa: la candidatura di James Mangold per A Complete Unknown, nonostante la sua presenza ai DGA Awards, non era ampiamente prevista. Al contrario, Edward Berger con Conclave, pur avendo ottenuto candidature in tutti i principali premi, era considerato il più “sacrificabile”. Personalmente, trovo incomprensibile l'assenza di Denis Villeneuve per la seconda volta, ma la sua esclusione sia dai DGA che dai Golden Globe aveva già preannunciato questo esito.
-STATISTICHE: Negli ultimi 8 anni tutti i vincitori del Critics Choice Award hanno conquistato l'Oscar, ma dato che Jon M. Chu non è entrato nella cinquina, è il DGA ora ad essere il premio più attendibile in termini di convergenza (7/8) rispetto ai BAFTA (6/8) e ai Golden Globe (6/8). A questo punto è giusto chiedersi: è mai successo che un regista ha vinto l'Oscar con 1 solo precursore? Si, l'ultimo è stato Alejandro G. Iñárritu che per Birdman aveva vinto solo il DGA, mentre il BAFTA, il Critics Choice Award e il Golden Globe li aveva conquistati Richard Linklater per Boyhood.
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multiverseofseries · 1 month ago
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Dune: Prophecy la serie. Intrighi e suggestioni da Trono di Spade (o di sabbia)
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Torniamo nel mondo creato da Frank Herbert per una serie prequel che anticipa la saga di Denis Villeneuve. Tra giochi di potere, esperienza visiva e personalità.
Se pensiamo alla saga di Dune di Denis Villeneuve, la prima cosa che ci viene in mente è l'incredibile impatto visivo, oltre alla potenza delle immagini e alla forza iconografica di alcuni elementi, come i vermi delle sabbie. Così, sapere dell'arrivo di Dune: Prophecy e della lavorazione della serie tv, ci aveva lasciati un pizzico perplessi, perché con i budget di una produzione seriale, per quanto solida e ambiziosa come possono essere quelle HBO, si rischiava di ridimensionare quella ricerca visiva, delundedoci.
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Emily Watson e Olivia Williams nella serie prequel
C'era però un elemento a contrastare quel dubbio e darci speranza e stuzzicare la curiosità: Dune è anche grande fantascienza, intesa nel senso più puro del termine, di quelle storie che sono capaci di parlare del nostro mondo guardando altrove, indagando realtà differenti in cui far riecheggiare la nostra. E questo abbiamo ritrovato anche in Dune: Prophecy, ancor più che nei film per il grande schermo, perché lo spazio di una narrazione seriale permette di approfondire i personaggi, la loro umanità, le loro debolezze e subdole ambizioni e intrighi.
Nel passato di Dune
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Chloe Lea è Lila
La premessa della serie (disponibiile su Sky e NOW), basata nello specifico sul romanzo Sisterhood of Dune, è intrigante per chi ama la storia che è già stata raccontata negli ultimi anni al cinema, perché ci porta in un passato remoto: siamo infatti 10000 anni prima dell'ascesa di Paul Atreides a cui stiamo assistendo nei lungometraggi di Villeneuve e seguiamo il percorso di due personaggi altrettanti magnetici, le due sorelle Valya e Tula Harkonnen. Le seguiamo mentre fronteggiano forze che minacciano il futuro dell'umanità e, soprattutto, mentre danno vita a quella potente sorellanza che si sottopone a un intenso addestramento fisico e condizionamento mentale per arrivare a ottenere delle abilità al di là dell'umano: le Bene Gesserit che ci hanno già conquistati su schermo per la resa dei due recenti film.
Intrighi, mistero e ambizioni nel gioco di potere della serie
In Dune: Prophecy ci si muove allora tra intrighi e sotterfugi, trame da ordire e intrecci da seguire. È buono il lavoro di scrittura che supporta questo background lungo cui muoversi, al netto di una sensazione che per noi è stata positiva ma che potrebbe spiazzare qualcuno: più volte nel corso della visione sono emerse suggestioni e reminiscenze da Game of Thrones, facendoci pensare quasi a una versione in sala sci-fi delle serie tratte da Martin(e parliamo anche di House of the Dragon).
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Emily Watson in una scena di Dune: Prophecy
Per noi è ovviamente un parallelo positivo, perché evocare una delle eccellenze seriali dei tempi recenti non può non esserlo, ma può però destabilizzare, almeno in prima battuta. Chi ama i film potrebbe avere un'idea differente di cosa aspettarsi dalla serie HBO. Si resta comunque intrappolati in questo intreccio, affascinati dalle figure che lo navigano e dei loro interessi.
Un cast magnetico per Dune: Prophecy
E questo succede anche per la qualità del cast nel suo complesso, tra cui dobbiamo necessariamente citare le due protagoniste Emily Watson, che interpreta Valya Harkonnen, e Olivia Williams, che porta su schermo sua sorella Tula. Le due attrici guidano un insieme di interpreti che assicura credibilità e spessore al racconto e si dimostra capace di dar vita in modo solido ai tanti dialoghi della serie.
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Una scena delle serie prequel di Dune
Dune: Prophecy non è però solo una serie molto parlata, non è solo su dialoghi e intrighi che basa il suo fascino, perché i valori produttivo sono elevati, come sempre in casa HBO, e la costruzione visiva cerca di mantenere la continuità estetica con i film, creando qualcosa che abbia una proprio personalità e dignità. Si punta meno sull'impatto estetico, ma quando ci si concede spazio per inquadrature e sequenze di maggior respiro, il risultato è in ogni caso notevole. Se da una parte la serie ci ha incuriositi per la sua volontà di costruire qualcosa di autonomo e indipendente dai film, dall'altra ha soddisfatto almeno in parte la voglia di tornare nel mondo inventato da Frank Herbert. Un compromesso raggiunto con equilibrio che ci ha sorpresi in positivo.
Conclusioni
È una buona produzione che ha prima spiazzato e poi sorpreso Dune: Prophecy, perché da una parte non è il prequel che aspettavamo per i film di Denis Villeneuve (di cui enfatizza alcuni aspetti a discapito di altri), ma dall’altra ha catturato con i suoi intrighi e le sue macchinazioni. Buona la prova delle due protagoniste Emily Watson e Olivia Williams, che ci conducono nel cammino che porterà a quel gruppo di personaggi così affascinanti che sono le Bene Gesserit.
👍🏻
I valori produttivi elevati, che riescono a tener testa alle incarnazioni cinematografiche del franchise, quando si concedono lo spazio per farlo.
La prova delle protagoniste Emily Watson e Olivia Williams.
Tutto il cast, che dà valore e spessore ai tanti dialoghi della serie.
Intrighi, macchinazioni e intrecci che sanno de Il Trono di Spade e House of the Dragon…
👎🏻
… e per questo potrebbero spiazzare chi si aspetta qualcosa di differente.
Non avendo visionato il finale, non sappiamo se e quanto le linee narrative che stiamo seguendo arriveranno a compimento.
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averycanadianfilm · 4 months ago
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Nuclear War: A Scenario
Nuclear War: A Scenario is a 2024 nonfiction book by American journalist Annie Jacobsen. It outlines a timeline of a hypothetical first strike against the continental United States by North Korea.
...."You would want to have a commander-in-chief who is of sound mind, who is fully in control of his mental capacity, who is not volatile, who is not subject to anger. These are significant character qualities that should be thought about when people vote for president, for the simple reason that the president has sole authority to launch nuclear weapons." - Annie Jacobsen
...In April 2024, it was announced that production studio Legendary Entertainment purchased the rights to adapt the book into a film, with Canadian director Denis Villeneuve set to direct.
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