#Annie Villeneuve
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Comment j’vous dirais ben ça… waahhhh je suis sans mot et dieu sait que ça ne m’arrive pas souvent ^^
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C'est la finale de Zénith ce 13 avril 2023!
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#Annie Villeneuve#artistes-chanteurs#Éléonore Lagacé#émission de télévision#émission de variétés#Benoît McGinnis#culture#finale de Zénith#ICI Télé#Kim Richardson#les zackardises#Les Zacktualités#musique#Radio-Canada#Véronique Cloutier#zachary barde#Zénith
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Blu-ray review: “Dune” (1984)
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#Alicia Roanne Witt#bluray#bluray review#Brad Dourif#David Lynch#Dean Stockwell#Denis Villeneuve#dune#dune bluray#dune blurry review#Everett McGill#film#Francesca Annis#Freddie Jones#Jack Nance#Jürgen Prochnow#José Ferrer#Kenneth McMillan#Kyle MacLachlan#Leonardo Cimino#Linda Hunt#Max von Sydow#movies#patrick stewart#Paul Smith#Richard Jordan#science-fiction#Sean Young#Siân Phillips#Silvana Mangano
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Te decimos por qué no debes perderle la pista a la próxima película de Denis Villeneuve. El director adaptará la aclamada novela de Annie Jacobsen.
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4/4/2024-I hope this is legit! 💥💥💥
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Camille Claudel
1863 - 1943
Il 19 ottobre 1943, nel manicomio di Montdevergues, si spegneva Camille Claudel, dopo trent'anni di solitudine ed abbandono, aspettando invano la visita della sorella e della madre, alla quale aveva ripetutamente chiesto di essere riaccolta in casa.
" Cara mamma, ho tardato molto a scriverti perché faceva talmente freddo che non riuscivo a reggermi in piedi. Non ho potuto scaldarmi in tutto l’inverno, sono gelata fino alle ossa, spezzata in due dal freddo. (…) Sei ben crudele a rifiutarmi un asilo a Villeneuve. Non farei scandali come tu credi. Sarei troppo felice di riprendere la vita normale per fare qualunque cosa. (…) I manicomi sono fatti apposta per far soffrire, non c’è rimedio, specialmente quando non si vede mai nessuno. È il caso di dire che dovete essere pazzi. Quanto a me, sono così disperata di continuare a vivere qui che non sono più una creatura umana. (…) Non ho fatto quel che ho fatto per finire la mia vita come un numero in una casa di cura, ho meritato qualcosa di diverso."
Camille Claudel, da una lettera dal manicomio di Montdevergues alla madre.
“Tenetevela, ve ne supplico … ha tutti i vizi, non voglio rivederla, ci ha fatto troppo male”, così scrive la madre al direttore del manicomio senza riuscire a perdonarle le sue scelte anticonformiste. In trent'anni di internamento, Camille non ricevette mai una sua visita.
"Mia sorella Camille aveva una bellezza straordinaria, ed inoltre un'energia, un'immaginazione, una volontà del tutto eccezionali. E tutti questi doni superbi non sono serviti a nulla; dopo una vita estremamente dolorosa, è pervenuta a un fallimento completo."
Paul Claudel
§
Sono precipitata in un baratro … Del sogno che fu la mia vita, questo è l’incubo.
"Sono 17 anni che Rodin e i mercanti di oggetti d’arte mi hanno spedita a far penitenza nei manicomi. Dopo essersi impossessati dell’opera di tutta la mia vita…
Il mio povero atelier, qualche povero mobile, qualche utensile che mi ero forgiata io stessa, la mia povera piccola casa eccitavano ancora la loro cupidigia! – L’immaginazione, il sentimento, il nuovo, l’imprevisto che nasce da uno spirito evoluto, tutto questo era loro precluso, a quelle teste murate, a quei cervelli ottusi, eternamente chiusi alla luce, per cui avevano bisogno che qualcuno gliela donasse. E lo ammettevano: “Ci serviamo di una pazza per trovare i nostri soggetti”.
C’è forse qualcuno che nutre almeno un po’ di riconoscenza per chi lo ha nutrito, che sa dare qualche risarcimento a colei che hanno depredata del suo genio? No! Un manicomio! È lo sfruttamento della donna, l’annientamento dell’artista a cui si vuol fare sudare sangue…Mi si rimprovera (crimine spaventoso) di aver vissuto da sola, di passare la mia vita con dei gatti, di avere manie di persecuzione! È a causa di queste accuse che sono incarcerata come un criminale, privata della libertà, privata del cibo, del fuoco e delle comodità più elementari. "
Camille Claudel in una lettera del 1918 al dottore che ha firmato il suo internamento
"Paul, fratello mio, portami fuori da qui… questo non è il mio posto e tu lo sai… Io so che farai di tutto per allontanarti da me, accetterai incarichi all’estero pur di liberarti di me… è così crudele… crudele...Mio caro Paul, devo nascondermi per scriverti e non so come farò a imbucare questa lettera. Perché, renditi conto, Paul, che tua sorella è in prigione. In prigione con delle pazze che urlano incessantemente, fanno smorfie, sono incapaci di articolare parole sensate. Ecco il trattamento che da quasi vent’anni s’infligge a un’innocente. Quando la mamma era in vita non ho mai smesso di implorarla di togliermi di qui, di mettermi in un posto qualsiasi, un ospedale, un convento, ma non in mezzo ai pazzi. Contavo su di te… mi avete trattata come un’appestata. Tu mi dici, Dio ha pietà degli afflitti, Dio è buono… Parliamone del tuo Dio che lascia marcire un’innocente in fondo a un manicomio."
dalle lettere di Camille Claudel al fratello Paul
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Vendetta
Nocturnal Animals (2016) - Dir. Tom Ford
Gone Girl (2014) - Dir. David Fincher
Old boy (2003) - Dir. Park Chan-wook
Prisoners (2013) - Dir. Denis Villeneuve
V for vendetta (2015) - Dir. James McTeigue
Albert Camus
Anni 60, la poliomielite falcidia generazioni, 3.000 morti annui. Albert Bruce Sabin, medico virologo trova il vaccino nel 1955, vaccino inattivato da virus ucciso. Tramite iniezione e poi zuccherino orale.
Non brevettò il suo vaccino, lo regalò a tutti i bambini
A chi gli chiese se non desiderasse vendetta, poiché le SS gli avevano ucciso due nipotine, rispose “ma io ho salvato tutti i bambini d’Europa, non la trova una splendida vendetta?”.
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LIAFF SPECIAL #10: Taylor Sheridan: Il regista con l'anima da cowboy
Carissimi lettori, ben ritrovati con un nuovo appuntamento con LIAFF SPECIAL, la rubrica dedicata all’approfondimento di personaggi e temi nel mondo dell’intrattenimento. Questo mese parleremo di uno dei sceneggiatori più produttivi e affermati dell'attuale panorama cinematografico e televisivo, vale a dire Taylor Sheridan. In questo articolo parleremo del percorso di Sheridan, dal suo esordio come attore, fino all'approdo come sceneggiatore e regista di film e serie TV, quest'ultime ampiamente apprezzate dal grande pubblico, fino ad arrivare ai progetti futuri, al fine di conoscere e di apprezzare meglio colui che viene definito il regista con l'animo da cowboy.
"The rare weekend wrangler who was also a theater kid": chi è Taylor Sheridan?
Taylor Sheridan, vero nome Sheridan Taylor Gibler Jr., nasce a Chapel Hill, North Carolina, il 17 Luglio 1969. Ereditando l’identità del cowboy dalla madre, originaria di Waco, Sheridan cresce in Texas, alternandosi fra Fort Worth e il ranch di famiglia a Cranfills Gap. Diplomatosi alla R.L. Paschal High School e avendo lasciato la Texas State University, Sheridan si trasferì ad Austin, dove per vivere tagliava l’erba dei prati e dipingeva case, e mentre cercava lavoro, viene notato da un talent scout, il quale gli propose di seguirlo a Chicago per intraprendere una carriera come attore. Sheridan accettò e iniziò il suo percorso recitativo nel 1995, con piccoli ruoli in serie TV come Walker Texas Ranger, Party of Five, Star Trek: Enterprise, Veronica Mars e Sons of Anarchy, dove ha interpretato lo sceriffo David Hale. Appena compiuti i 40 anni, Sheridan decide di lasciare la recitazione per dedicarsi alla sceneggiatura, dando via alla fase più importante della sua carriera.
The american frontier: l'approdo come regista e sceneggiatore
Sheridan esordì nel mondo del cinema nel 2011, dirigendo l’horror indipendente Vile, in realtà un progetto nato da un suo amico, il quale gli chiese supporto per la regia, tant’è che Sheridan non considera tale pellicola come esordio alla regia. Nel 2013, Sheridan iniziò a concepire la sceneggiatura di Sicario, primo film di una personale tetralogia sulla “moderna frontiera americana”, che sarebbe stato diretto da Denis Villeneuve, già noto regista di film come Prisoners e Enemy. Il film fu girato nel 2014 in New Mexico, per poi venire presentato durante il 68esimo Festival del Cinema di Cannes e rilasciato nelle sale americane qualche mese dopo, incassando un totale di 85 milioni di dollari. Il film fu un successo di pubblico e critica, acclamato in particolar modo per la regia, la sceneggiatura, la grettezza con cui la storia veniva presentata e soprattutto le interpretazioni di Emily Blunt, Benicio del Toro e Josh Brolin, ma fu al centro di una controversia, dato che prima della sua uscita, il sindaco della città messicana Ciudad Juarez lanciò una campagna per boicottare il film, il quale, a suo dire, dava una falsa e troppo violenta rappresentazione del Messico, mentre Villeneuve afferma che il film si basa proprio sugli episodi avvenuti a Ciudad Juarez nel 2010, descrivendo con occhio attento e drastico la guerra ai cartelli della droga messicani e le dinamiche che la riguardano. Il successo della pellicola, e le nomination ottenute agli Oscar 2016 come miglior cinematografia, miglior suono e miglior colonna sonora originale, portò Lionsgate a produrre un sequel, intitolato Sicario: Day of the Soldado, sempre scritto da Sheridan ma diretto da Stefano Sollima, regista italiano noto per aver diretto Suburra (il quale avrebbe collaborato nuovamente con Sheridan qualche anno dopo in Without Remorse, film tratto dall’omonimo racconto di Tom Clancy e con protagonista Michael B. Jordan), uscito nelle sale tre anni dopo il primo capitolo. Dopo Sicario Taylor Sheridan proseguì con la sua tetralogia sulla moderna frontiera americana con Hell or High Water, film diretto da David Mackenzie e con protagonisti Chris Pine, Ben Foster e Jeff Bridges, presentato in anteprima al 69esimo Festival del Cinema di Cannes, con rilascio limitato al cinema nell’estate 2016. Anch’esso fu un successo di critica, definito come un film rinvigorente per il genere western, ed ottenne quattro nomination agli Oscar 2017 come miglior film, miglior attore non protagonista per Jeff Bridges, miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale. Nel 2017 Sheridan torna con Wind River, terzo film della tetralogia, da lui stesso scritto e diretto, a tutt’oggi considerato il suo miglior film da regista. Con protagonisti Jeremy Renner e Elizabeth Olsen, il film tratta come argomento principale gli episodi di violenza e omicidio contro giovani donne native americane negli Stati Uniti e in Canada, moltissime delle quali scomparse e mai ritrovate. Il film fu un clamoroso successo, anche alla luce del tema che tratta, apprezzato per il tono realistico e le interpretazioni dei protagonisti, nonostante il film sia stato criticato per aver scritturato interpreti non nativi per ruoli da nativi. Dopo l’uscita di Sicario: Day of the Soldado, Sheridan decide di dedicarsi al mondo delle serie TV, per poi tornare sul grande schermo nel 2021 con Those Who Wish Me Dead, film da lui stesso diretto e scritto con la collaborazione di Michael Koryta, autore dell’omonimo romanzo da cui è tratto il film, e Charles Leavitt. Come protagonista fu scelta Angelina Jolie, che interpreta un vigile del fuoco che si ritrova a proteggere un bambino da due spietati assassini. Il film non fu un gran successo, nonostante sia stato elogiato per la regia e l’approccio realistico con cui viene affrontata la storia.
The modern cowboy: l'arrivo di Yellowstone e l'inizio del percorso televisivo
Nel 2017 Taylor Sheridan inizia a concepire la sua opera più importante, nonché la sua prima serie TV, Yellowstone. La serie debuttò nell’estate 2018 su Paramount Network e, in circa due anni, divenne il cavallo di battaglia dell’emittente, nonché una delle serie più popolari e seguite negli Stati Uniti, e in seguito anche in Europa. La serie narra le vicende della famiglia Dutton, composta da John Dutton (Kevin Costner), proprietario dello Yellowstone Ranch in Montana, oggetto del desiderio di chiunque, e dai suoi figli Kayce (Luke Grimes), Beth (Kelly Reilly), e Jamie (Wes Bentley), ma anche di altri personaggi, come il mandriano Rip Wheeler (Cole Hauser), marito di Beth, Monica (Kelsey Asbille), la moglie di Kayce o il capo della riserva indiana Thomas Rainwater (Gil Birmingham), i quali si ritrovano protagonisti di un contorto gioco di potere e della lotta contro il progresso. Con le sue cinque stagioni, la serie ha ridefinito, nel bene e nel male, il genere neo-western in TV e ha confermato il talento di Sheridan quale creatore di opere televisive. Infatti Sheridan negli anni successivi darà vita ad altre serie, alcune più riuscite di altre, fra cui possiamo menzionare Mayor of Kingstown, dramma carcerario con protagonista Jeremy Renner, 1883 e 1923, entrambi prequel di Yellowstone, Tulsa King, serie a tema gangster con protagonista Sylvester Stallone, Special Ops: Lioness, serie a sfondo militare che vanta nel cast Zoe Saldana e Nicole Kidman, e Lawmen: Bass Reeves, miniserie attualmente in onda su Paramount+, incentrata sul celebre sceriffo afroamericano Bass Reeves, impersonato da David Oyelowo.
What's in store: i prossimi progetti
Nel giro di circa dieci anni, Taylor Sheridan è divenuto uno dei sceneggiatori/registi più prolifici e attivi dell'attuale panorama hollywoodiano e la sua unica abilità nel dipingere mondi ed ambienti pregni di corruzione, rivalità e violenza lo rende anche uno dei più richiesti ed apprezzati dal pubblico sia del grande che del piccolo schermo. Quindi, se siete fra i sostenitori del nostro cowboy moderno, state tranquilli, perchè Sheridan sarà parecchio impegnato nei prossimi mesi, sia al cinema che in televisione. Sul fronte televisivo abbiamo la terza stagione di Mayor of Kingstown, confermata qualche settimana fa, la seconda stagione di Tulsa King e soprattutto la seconda parte della quinta stagione di Yellowstone, le cui riprese sono previste per la prossima Primavera, e con messa in onda prevista per Novembre 2024, la quale sancirà la conclusione della serie principale sulla famiglia Dutton, la cui storia proseguirà con una serie sequel, intitolata 2024 e con protagonista Matthew McConaughey, con il misterioso spin-off sul ranch texano 6666, e con la seconda stagione di 1923, che farà da apripista ad un'altra serie prequel, intitolata 1944. Al cinema invece Sheridan sarà il produttore di FinestKind, film esclusivo di Paramount+ che vanta nel cast Tommy Lee Jones, Ben Foster e Jenna Ortega, in uscita a Dicembre, dirigerà Wind River: The Next Chapter, sequel dell'omonimo film e scriverà Sicario: Capos, terzo capitolo della saga, che vedrà Christopher McQuarrie alla regia e potrebbe vedere il ritorno di Benicio del Toro, Josh Brolin e soprattutto di Emily Blunt, assente in Day of the Soldado. Insomma, se siete fan di Taylor Sheridan e del suoi lavori, c'è davvero tanto per cui essere entusiasti...
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#taylor sheridan#cinema#serie tv#sicario#yellowstonetv#mayor of kingstown#tulsa king#wind river#hell or high water#LIAFF: LIAFF SPECIAL
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Patsy Gallant (Stella '93 - she's 74!!) singing a Naziland-Born this way mashup with Annie Villeneuve on a Canadian singing competition show (May 9, 2023)
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C'est la demi-finale des Y à Zénith ce 23 mars 2023!
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#Annie Villeneuve#artistes-chanteurs#émission de télévision#émission de variétés#culture#Damien Robitaille#demi-finale#demi-finale des Y#demi-finale des Y à Zénith#ICI Télé#Jason Roy-Léveillée#les zackardises#Les Zacktualités#Matt Lang#musique#Radio-Canada#Véronique Cloutier#zachary barde#Zénith
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Nuclear War: A Scenario
Nuclear War: A Scenario is a 2024 nonfiction book by American journalist Annie Jacobsen. It outlines a timeline of a hypothetical first strike against the continental United States by North Korea.
...."You would want to have a commander-in-chief who is of sound mind, who is fully in control of his mental capacity, who is not volatile, who is not subject to anger. These are significant character qualities that should be thought about when people vote for president, for the simple reason that the president has sole authority to launch nuclear weapons." - Annie Jacobsen
...In April 2024, it was announced that production studio Legendary Entertainment purchased the rights to adapt the book into a film, with Canadian director Denis Villeneuve set to direct.
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«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.»
Blade Runner, di Ridley Scott: un capolavoro senza tempo del cinema di fantascienza, con momenti scolpiti nella Storia della Celluloide, come lo struggente monologo del replicante Roy Batty (Rutger Hauer), che è entrato nella cultura di massa. Tratto da un romanzo del grande scrittore Philip K. Dick ("Il cacciatore di androidi", 1968), tutto il film è pervaso da un cupo pessimismo e da un ritmo angosciante che pervade lo spettatore dal primo all'ultimo minuto. La rappresentazione di una Los Angeles futuribile, dove piove sempre ed è sempre buio pesto (che precede di tanti anni altri film con scenografie simili...) ci porta nella distopia pura, nell'angosciante esame di coscienza se anche noi siamo veri esseri umani o replicanti con ricordi artificiali di qualcun altro; ma è proprio in mezzo a tutte queste inquietudini che c'è spazio per il culto e per i sogni che la fantascienza offre, dalle macchine volanti, alle gigantesche animazioni 3D in cima ai grattacieli e ai replicanti che vivono e si nascondono fra le strade delle megalopoli del futuro. Un quadro tridimensionale condito dalle struggenti musiche del maestro Vangelis, le cui note mitigano ansie e paure. Da evitare il montaggio imposto dalla Warner Bros, con un finale buonista, quasi "disneyano" e con la noiosa voce fuori campo per 124 minuti. Molto meglio il "cut" voluto dal regista, e apparso al mondo negli anni '90, che rende il ritmo di "Blade Runner" più serrato e offre un finale ancora più crudo e pessimista. Hollywood produsse questa pietra miliare del cinema nel 1982 ma l'America non gli diede né Oscar né Golden Globe, preferendo dare ben due statuette all'inutile sequel ("Blade Runner 2049") uscito qualche anno fa, che - nonostante la partecipazione minore di Harrison Ford, sempre nel ruolo del celebre agente Rick Deckard - non è neanche l'ombra del capostipite. Ho scritto tutto questo perché nelle ultime 24 ore me li sono visti entrambi (rivisto il primo e visto per la prima volta il secondo, nda) e avevo letto una certa critica positiva verso il remake di Denis Villeneuve del 2019 e sentito addirittura qualcuno che diceva che il sequel era meglio del primo... Grazie a tutti voi stasera mi sento una persona felice e soprattutto fortunata per non avere i vostri stessi gusti cinematografici di m3rd@. BLADE RUNNER (fantascienza, USA, 1982, 116') - "The Director's Cut" (1992). Regia: Ridley Scott. Cast: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Brion James, Edward J. Olmos.
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A zonzo per la Francia: Auguste Escoffier
Il re degli chef francesi, ideatore della cucina moderna… Auguste Escoffier nacque a Villeneuve Loubet, in Provenza, nel 1846 e diventa cuoco per volere del padre che a 13 anni lo mandò a lavorare da uno zio ristoratore. Continue reading A zonzo per la Francia: Auguste Escoffier
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