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10 gennaio … “i nati oggi”
Happy Birthday by Perfettamente Chic #natioggi #happybirthday #10gennaio #briga #saleishastowers #alexmeraz #sarahshahi #jemaineclement #paoloconticini #evanhandler #perfettamentechic
1989: Briga, pseudonimo di Mattia Bellegrandi, cantautore italiano, deve la sua notorietà in seguito alla sua partecipazione alla quattordicesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, tra le sue canzoni più note si ricordano Sei di mattina, Baciami, Mentre nasce l’aurora, Nel male e nel bere, Guaglione cantata in coppia con Gigi D’Alessio 1986: Saleisha Stowers, modella e attrice…
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Basta una parola
Scriveva Abatelunare, una decina di giorni fa, che spesso leggendo un libro si imparano delle parole nuove, e faceva riferimento a un toscanismo: costassù, trovato in una vecchia versione de Il ragazzo di Sycamore di Erskine Caldwell.
A me occorre poco, appena una parola, per impantanarmi in una serie di percorsi da cui poi faccio fatica a uscire; così è stato anche questa volta.
Infatti, in sintesi:
Da toscano conosco e uso la parola costassù, così come anche gli altri avverbi costì, costà, costaggiù; ricordo bene come, una decina di anni fa, me ne chiese il significato una collega, di madrelingua inglese, da poco arrivata a Siena.
Più di recente, saranno passati tre o quattro anni, durante una lettura condivisa de La vita agra del grossetano Luciano Bianciardi, le due amiche con cui leggevo, una di origine siciliana ma da anni a Napoli, l'altra veneta, mi chiesero lumi su due strane parole in cui si erano imbattute in quel testo: costì e costassù.
Ho chiesto ad Abatelunare chi avesse tradotto il libro, sospettando appunto un toscano, e mi ha indicato Marcella Hannau. Il mio sospetto era ben fondato, anche se non corretto, perchè la Hannau era nata a Trieste ma ha avuto frequentazione lunga e anche intima con la Toscana.
Le ricerche fatte mi hanno portato subito in ambiente fiorentino; la Hannau, traduttrice dall'inglese di oltre una settantina di libri, figlia di uno stakholder della Standard Oil, di famiglia ebraica, sposò molto giovane [nel 1921] Corrado Pavolini, nato a Firenze: regista, drammaturgo, critico letterario, poeta, librettista e traduttore. Corrado era figlio del professor Paolo Emilio, traduttore e docente universitario di Sanscrito, nato a Livorno da padre dell'isola d'Elba. La coppia frequentava l'ambiente culturale italiano del tempo: ci sono ad esempio foto degli anni '30, sulla spiaggia di Castiglioncello, sempre in Toscana (Livorno) in compagnia di Luigi Pirandello, Nicola De Pirro, Marta Abba, Maria Stella Labroca e Silvio D'Amico; le due famiglie, Hannau e Pavolini, frequentavano spiaggia, locali e ville di amici nella zona, già dalla fine degli anni 10 dello scorso secolo.
Corrado Pavolini era il fratello del gerarca fascista Alessandro, Ministro della Cultura Popolare e segretario del Partito Fascista.
Alessandro si rifiutò di aiutare il fratello e la cognata Marcella nel momento della promulgazione delle leggi razziali e Corrado e Marcella scapparono a Cortona (Arezzo) rifugiandosi nella villa dell'amico Debenedetti. A Cortona trovarono un buon nascondiglio anche gli Hannau, i genitori di Marcella, a cui offrì riparo il Vescovo, Monsignor Franciolini, direttamente nella sua abitazione.
Cortona piacque così tanto alla coppia Pavolini-Hannau che fecero della villa "del Bacchino" un loro punto di riferimento a guerra finita e poi, dal 1961, la loro residenza. Ecco come, con tutte queste frequentazioni toscane, la Hannau abbia potuto utilizzare parole ancora in uso nell'italiano del tempo, adesso segnalate dalla Treccani come semplici "toscanismi" vista la loro odierna più ristretta circolazione.
Restano da citare, in questi miei giri intorno alla coppia, due notiziuole "rosa": l'infatuazione per Corrado Pavolini, prima da parte di Anna Maria Ortese, poi di una sua carissima amica, Helle Busacca. [Interessante e rivelatrice questa pagina di Dario Biagi]. Su questo ramo della ricerca mi sono fermato, perché infiniti altri percorsi mi si sono aperti, relativi ai personaggi della cultura italiana dell'epoca e dei loro rapporti di amicizia, rivalità od odio.
Nonostante le ricerche sul web, non sono riuscito a trovare informazioni certe sulle date di nascita e di morte di Marcella Hannau; ho pensato allora di utilizzare il Copilot di Microsoft Bing. L'Inintelligenza Artificiale si è data da fare ma le date che cercavo non me le ha recuperate; in compenso ha tratteggiato un profilo, sintetico ma efficace, del marito Corrado. Peccato, però, che, da brava Inintelligenza, si sia confusa e abbia scritto i dati relativi ad Alessandro Pavolini, il gerarca titolare del MinCulPop e Segretario del Partito Nazionale Fascista, che fu processato per collaborazionismo, fucilato e poi esposto, insieme a Mussolini e alla Petacci, a Piazzale Loreto...
*Aggiornamento del 29/03/2024: Corrado Pavolini e Marcella Hannau riposano ora l'uno accanto all'altra nel piccolo cimitero del Torreone al sommo della collina di Cortona.
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omaggio a un'icona (non solo di tumblr)
Quando Boni de Castellane stava per morire, Chacha de St.S. si recò al capezzale per avere indietro le lettere d’amore che sua sorella Antoinette gli aveva scritto. Boni si fece portare il bauletto dove era raccolto e classificato mezzo secolo di corrispondenza amorosa e le consegnò il carteggio richiesto. «Vorrei anche quelle di mia sorella Pauline» disse allora Chacha. «Eccole, avete bisogno di qualcos’altro?» disse con un debole sorriso il morituro. «Visto che ci siamo, datemi anche le mie...».
Marie-Ernest-Paul-Boniface, conte di Castellane-Novejan, Boni per gli amici, fu la leggenda della Belle Époque. Nato nel 1867, a ventotto anni aveva sposato Anna Gould, la bruttissima figlia del re delle ferrovie americane, le aveva fatto fare tre figli e robustamente intaccato il patrimonio: l’acquisto di un castello fuori Parigi, la costruzione del Palais Rose nella capitale, sul modello del Petit Trianon di Versailles, un tre alberi da crociera, il Walhalla, una barca da regata, l’Anna, i cavalli più veloci, le carrozze più eleganti, le feste più belle, gli arredi più preziosi e, per amanti, le donne più desiderate. «Non è colpa mia se sono nato prodigo» diceva a propria giustificazione.
Le foto di Nadar, i quadri di Jaques-Emile Blanche e Van Dongen, i bronzi di Rembrandt Bugatti rimandavano l’immagine di un giovane biondo, i baffi dorati, l’incarnato pallido, l’eleganza estrema. Rampollo di una famiglia Ancien Régime, la nobiltà che affondava le proprie radici nella Francia prima della Rivoluzione, deputato al Parlamento, come già suo padre e suo nonno, rimase famoso un suo intervento presso l’allora presidente della Camera teso a conoscere l’indirizzo del suo calzolaio... La politica comunque gli piaceva: quella estera, i rapporti fra Stato e Chiesa.
Il matrimonio durò una decina d’anni, poi lei chiese e ottenne il divorzio e Boni si ritrovò dalla sera alla mattina senza un soldo e con i creditori alla porta. Non contenta, Anna si fidanzò con Hélie de Talleyrand, principe di Sagan, che di Boni era cugino, altrettanto nobile quindi e altrettanto spiantato, più anziano di Anna di quindici anni... I giornali parlarono di un matrimonio ormai prossimo e Boni lo prese come un duplice affronto: alla religione, perché un cattolico non può sposare una divorziata, a lui stesso, perché a suo tempo, e sia pure con i soldi della moglie, aveva salvato Hélie dal totale tracollo economico. Si sa, «le persone vi perdonano tutto, eccetto di far loro un favore». E così, all’uscita da una funzione funebre, lo prese a bastonate sul sagrato della chiesa... Commentò in privato Marcel Proust: «Per il principe di Sagan, Gould vuol dire per lo più gold», oro. Lo scandalo fu enorme e la stampa ci sguazzò per mesi.
All’alba dei quarant’anni, Boni de Castellane era dunque un uomo finanziariamente rovinato e socialmente chiacchierato. L’aristocrazia di cui faceva parte non gli aveva in fondo mai perdonato l’eccesso di mondanità e di lusso, il perenne stare sotto i riflettori, il nome sui giornali, che mal si addicevano a un’etica della sobrietà, del decoro, delle tradizioni, all’ostinata difesa di privilegi ancestrali divenuti privilegi morali. Adesso potevano presentargli il conto, lo stesso conto che, per altri motivi, gli presentavano i «nuovi ricchi», quelli che del denaro avevano un sacro rispetto e per i quali il disprezzo prodigo di Boni era come un’offesa e la prova di una differenza troppo forte per poter essere accettata. Per loro il denaro era un fine e un mezzo, per lui, un semplice piacere. Dopo aver fatto una vincita milionaria al Casino di Deauville, un amico gli aveva domandato: «Tu Boni che cosa ne faresti?». «Dei debiti» era stata la risposta. L’arte di essere povero (Excelsior 1881, 290 pagine, 18,50 euro) è il divertito racconto che de Castellane scrisse a proposito di questa sua seconda vita, intanto che, «come a Versailles durante la Rivoluzione, quando si staccavano i gigli dalle cancellate di ferro battuto e dalle balaustre», l’ex moglie fa togliere le sue iniziali dal Palais Rose e «grattare i miei stemmi dall’argenteria».
Giornalista, antiquario, produttore di rovinose creme di bellezza, arredatore e ispiratore d’interni, Boni mette a frutto un talento educato al bello e un’educazione in grado di farlo stare a proprio agio in udienza privata in Vaticano come alla corte di Spagna o d’Inghilterra. Vive in affitto, ma trova comunque sempre il modo di riarredare l’appartamento come piace a lui, vive in albergo, ma trova sempre il modo di farne una sorta di residenza privata... Nel suo testamento, l’unico oro che lascerà ai figli è quello dei suoi denti, su cui però, avverte, «ha un’ipoteca di 4mila franchi» il suo dentista. I debiti sono talmente tanti che i figli rinunceranno alla successione.
Più che un dandy, de Castellane era un esteta, come Robert de Montesquiou, l’altra leggenda della Belle Époque (è ispirandosi soprattutto a loro che Proust darà vita al barone de Charlus della Recherche), come Huysmans che ne fu il teorico e il cantore. Il suo era un eccesso coordinato, il dettaglio che illuminava il ton sur ton dell’abbigliamento. Nel suo Journal d’un attaché d’ambassade Paul Morand lo coglie subito: «È il contrario di un dandy, il cui chic sarebbe impercettibile. Lo chic di Boni si vede». C’erano in lui, scrisse, «delle profondità inattese», un personaggio «costruito» in cui tuttavia albergavano «sotterrane psicologie balzacchiane».
Ben tradotto e ben annotato, L’arte di essere povero si avvale di un’introduzione di Massimiliano Mocchia di Coggiola un po’ tropo compiaciuta nel suo ostentato dandysmo da sfiorare qui e là il ridicolo. Non c’è niente di peggio che scimmiottare il passato non potendo riviverlo. Essere dandy oggi non è impossibile, è inutile.
-S.Solinas
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«Niente. Ti dico ciò che penso. A che servirebbe essere amiche, se non a dirci quello che pensiamo?» «Credi che l’amicizia serva a qualcosa?» domandò Anna. «No, forse no, perché raramente abbiamo scelto i nostri amici. Ci sono capitati. Alcuni li conosciamo fin da bambini e allora non è amicizia, è abitudine. Quando incontriamo qualcuno del quale volentieri saremmo amici, di rado abbiamo la possibilità di divenirlo. E allora tiriamo avanti con gli amici occasionali… Ma che stavamo dicendo? Ah!... che tu dovresti fare qualche cosa. Conoscere la soddisfazione di costruir giorno per giorno la propria strada… Di sentirsi stanchi la sera, e non stanchi d’aver vissuto alla meglio un’altra giornata, ma di averla foggiata con le proprie mani.»
Alba de Céspedes, Nessuno torna indietro
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Marco Belviso espulso dal partito di Vannacci ieri si è presentato alla stazione dei carabinieri per querelare tre esponenti
Sono stati querelati da Marco Belviso il presidente nazionale Fabio Filomeni, il segretario Bruno Spataro e il tesoriere Gianluca Priolo. Sono i fondatori insieme a Norberto De Angelis (estraneo ai fatti e pronto a dimettersi) del gruppo di Vannacci che il 23 novembre debutterà a Grosseto. Belviso ha denunciato «un’aggressione squadrista». Un’aggressione squadrista Belviso racconta di aver ricevuto una telefonata da Filomeni, che voleva venirlo a trovare. «Pensavo volesse un chiarimento su alcune questioni sulle quali avevamo posizioni diverse. Invece dopo venti minuti ha citofonato ed è salito insieme agli altri due. Io per educazione li ho fatti accomodare, ma subito si sono comportati in modo sgarbato. Hanno rifiutato una birra, sono rimasti in piedi e pretendevano invece che fossi io a sedermi. Volevano che sottoscrivessi un verbale di espulsione datato Mestre, dove probabilmente si erano ritrovati prima di venire da me dato che uno arriva dalla Toscana, uno dalla Calabria e l’altro da Torino. Per fortuna un amico ha suonato il campanello, facendoli allontanare velocemente a bordo dell’auto nera che li aspettava con il motore acceso». La rabbia dei tre sarebbe montata dopo un’intervista di Belviso al Tempo. L’intervista Nel colloquio con il quotidiano romano il giornalista aveva espresso giudizi politici non lusinghieri nei confronti della Lega. E si augurava di poter « «spingere il Carroccio verso un orientamento più vicino a quello del generale, ma anche di Anna Maria Cisint o di Susanna Ceccardi, piuttosto che di Luca Zaia o di Massimiliano Fedriga». Ovvero, come si capisce, più sulla linea di Salvini che su quella dei presidenti di Regione del Nord, tradizionalmente meno avvezzi alle sparate e più “governativi”. Ma secondo l’associazione così Belviso avrebbe violato l’articolo 3 del regolamento su diritti e doveri degli iscritti. Così come l’ordine di Filomeni di non esprimersi «su temi non inerenti agli argomenti espressi nel libro Il Mondo al Contrario». La lettera di espulsione Nella lettera di espulsione che Belviso si è rifiutato di firmare era anche affermata l’incompatibilità tra le iscrizioni al suo gruppo “Gli amici del Nord-Est per Vannacci” con la tessera del comitato. Il giornalista assicura di essersi riunito subito con «venti dei 200 soci degli Amici del Nord-Est per Vannacci» e che continueranno da qui a sostenere il generale. Che sarà loro ospite il 12 ottobre alla Barcolana di Trieste: «Roberto l’ho sentito dopo l’aggressione e mi ha detto che era una cosa di cui non sapeva nulla. Era incredulo. Lui non fa parte di nessuna delle associazioni che lo supportano, che hanno tutte pari dignità. Il vero motivo per cui mi attaccano è che gente come me e come Umberto Fusco di Noi con Vannacci ha più visibilità di loro». L’associazione come una Srl «Infatti, prima di cacciarmi, hanno provato a dirmi che dovevo scegliere fra il giornalismo, che è il lavoro con il quale mi guadagno da vivere, e la militanza nel Mondo al Contrario. Le mie amicizie e le mie relazioni li impensierivano. E poi trattano l’associazione come una Srl», conclude Belviso. La replica di Filomeni promette scintille: «La lettera del Comitato di Gestione consegnata al signor Belviso e dallo stesso resa pubblica è già eloquente sulle motivazioni della sua espulsione dal Comitato del quale ad oggi non ne fa più parte e non può parlare a nome dello stesso. Se questo signore persiste nell’esprimersi in termini lesivi dell’onorabilità del Comitato o dei suoi appartenenti ci vedremo costretti a rivolgerci nelle sedi opportune». Read the full article
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La storia di Rudy Zerbi è un romanzo a lieto fine: tre papà, un passato difficile e quattro figli da tre donne diverse. Oggi è felice ad 'Amici' grazie a Maria De Filippi, e se ha una nuova fidanzata non lo dice a nessuno Con i suoi giudizi nella scuola di ‘Amici’ di Maria De Filippi, Rudy Zerbi fa spesso infastidire le colleghe Anna Pettinelli e Lorella Cuccarini, ma mai la compagna d’avventure tv Alessandra Celentano, con cui in questa edizione ha portato ... Continua a leggere.. https://www.eva3000.com/rudy-zerbi-la-storia-shock-con-3-padri-4-figli-e-4-amori/?feed_id=8026&_unique_id=66766b0bb5a3e&utm_source=Tumblr&utm_medium=%40Redazione30&utm_campaign=FS%20Poster
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Treviso - Porta Santi Quaranta - 1516
Mentre in Italia il Rinascimento stava vivendo il suo tramonto, questa moda entra nel mondo anglosassone ed influenza, con intellettuali italiani che vi si trasferiscono come John Florio, la cultura inglese.
William Shakespeare - che del resto scrive sonetti come Petrarca - si ispira dunque non solo a storie e luoghi totalmente di fantasia (Amleto e la Danimarca, l’isola inventata de La Tempesta), ma, grazie al contatto con John Florio, all’Italia di Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, a Roma ed in particolare a Venezia nella cui natura mercantile Londra non può non raffigurarsi.
Fra i personaggi più celebri delle opere di Shakespeare vi sono:
- Amleto: principe di Danimarca, tormentato dal dubbio e dal desiderio di vendetta dopo l'assassinio di suo padre da parte dello zio Claudio, antesignano dei nodi messi in evidenza dalla psicanalisi, precursore delle incertezze degli inetti dei romanzi del Novecento, vera testimonianza dell’uomo moderno messo all’angolo dal dilemma fra volontà e nichilismo, dal conflitto fra il vecchio mondo medioevale basato sulla vendetta e la nuova sensibilità critica rinascimentale (“c’è del marcio in Danimarca”).
"["Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile per l'animo soffrire i colpi di fionda e i dardi di una fortuna oltraggiosa, o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, finirli. Morire: dormire; nient'altro; e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne"
- Ofelia: giovane nobile, innamorata di Amleto, che impazzisce e si suicida come le eroine del Novecento (es. Anna Karenina, Tosca);
- Macbeth: un valoroso generale scozzese che, spinto dall'ambizione propria e della moglie, e dalle profezie delle streghe, diventa re tramite l'assassinio e la tirannia;
"La vita è solo un'ombra che cammina; un povero attore che si dimena e si agita per un'ora sul palcoscenico, e poi non se ne parla più"
- Lady Macbeth: moglie di Macbeth, che lo incita al regicidio e alla violenza, ma alla fine è consumata dal senso di colpa;
- Romeo Montecchi: giovane amante di Verona, innamorato di Giulietta, con la quale vive un tragico amore proibito.
"Ma, ecco, sorge a levante una luce: è l'oriente, e Giulietta è il sole"
- Giulietta Capuleti: giovane innamorata di Romeo, la cui relazione con lui è ostacolata dalla faida tra le loro famiglie;
"Ma cos'è un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso dolce profumo"
- Otello: generale moresco al servizio di Venezia e pronto a combattere a Cipro contro i Turchi, che è ingannato da Iago e uccide la moglie Desdemona per gelosia;
- Puck (Robin Goodfellow): spirito birichino e servitore di Oberon, famoso per i suoi scherzi nel metateatro del Sogno di mezza estate;
- Re Lear: nonostante gli avvisi del giullare di corte ("The Fool"), re anziano che divide il suo regno tra le figlie, innescando una tragica catena di eventi;
"Ripeness is all"
- Falstaff: presente in più opere (es. Enrico V), cavaliere gaudente e spaccone;
- Prospero: ne La Tempesra, Duca deposto di Milano, mago e signore dell'isola su cui è naufragato;
[Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni]
- Enrico V vincitore ad Azincourt
"Una volta di più nella breccia, cari amici"
- Giulio Cesare: generale romano il cui assassinio innesca il conflitto civile;
- Bruto: congiurato che vive il suo dilemma fra il senso di colpa derivante dal suo amore filiale per Cesare e l’aspirazione stoica alla libertà;
- Marco Antonio: Alleato di Cesare, che cerca vendetta contro i cospiratori. Il suo monologo è in realtà quello di un inglese che teme l’anarchia nel caso in cui il sovrano - come un’Elisabetta senza eredi - sia deposto.
"Amici, Romani, concittadini, prestatemi orecchio; / vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. / Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro, / il bene è spesso sepolto con le loro ossa"
"Ci rivedremo a Filippi"
- Cleopatra: regina d’Egitto che suicida dopo la sconfitta di Azio
"la poppa era di oro battuto, le vele di porpora e così profumate che i venti languivano d’amore per esse, i remi erano d’argento e mantenevano i colpi al ritmo del flauto"
- Shylock: l’ebreo astuto, il villain, ne Il mercante di Venezia, costretto successivamente alla conversione per via del conflitto con il debitore Antonio.
“Egli m’ha vilipeso in tutti i modi, e una volta m’ha impedito di concludere un affare per un milione.
"Ha goduto per le mie perdite e ha dileggiato i miei guadagni, ha disprezzato la mia razza, ha intralciato i miei buoni affari, ha allontanato da me i miei buoni amici e mi ha aizzato contro i nemici!
E tutto questo per quale ragione? Perché sono ebreo! E dunque? Non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui si nutre un cristiano? Non viene ferito forse dalle stesse armi? Non è soggetto alle sue stesse malattie? Non è curato e guarito dagli stessi rimedi? E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno e dalla stessa estate che un cristiano? Se ci pungete non versiamo sangue, forse? E se ci fate il solletico non ci mettiamo forse a ridere? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci usate torto non cercheremo di rifarci con la vendetta? Se siamo uguali a voi in tutto il resto, dovremo rassomigliarvi anche in questo. Se un ebreo fa un torto a un cristiano, a che si riduce la mansuetudine di costui? Nella vendetta. E se un cristiano fa un torto a un ebreo quale esempio di sopportazione gli offre il cristiano? La vendetta. La stessa malvagità che voi ci insegnate sarà da me praticata, e non sarà certo difficile che io riesca persino ad andare oltre l’insegnamento.”
La letteratura inglese - con l’epica del ciclo arturiano e la raccolta di storie di Chaucer - influenza l’opera di Shakespeare il cui sguardo sull’uomo e sul potere darà poi i suoi frutti nell’epoca romantica di Yeats ("Cammina dolcemente perché cammini sui miei sogni"), Keats, Woodsworth, Shelley, Coleridge e Byron.
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Pistoia. Festival 'Giallo Pistoia', dal 12 al 15 aprile: il tema 'Misteri e casi irrisolti italiani'
Pistoia. Festival 'Giallo Pistoia', dal 12 al 15 aprile: il tema 'Misteri e casi irrisolti italiani'. 'Misteri e casi irrisolti italiani' è il tema della XIV° edizione del Festival del Giallo che, sotto la direzione artistica di Giuseppe Previti, si terrà a Pistoia dal 12 al 15 aprile. La manifestazione organizzata dall'Associazione Giallo Pistoia, in collaborazione con il Comune di Pistoia, con il patrocinio e contributo del Consiglio regionale e della Giunta regionale, è stata presentata nel Media Center 'Sassoli' di palazzo del Pegaso. "Pistoia per alcuni giorni sarà la capitale italiana del giallo". Le parole del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. "L'Associazione - ha proseguito - svolge un ruolo davvero unico. C'è un programma di altissimo livello, ma anche la capacità di sapersi aprire alle scuole, perché investire nella lettura vuol dire investire in libertà. Un grande ringraziamento al presidente dell'Associazione Giuseppe Previti che svolge un lavoro instancabile da tanti anni, come cuore e motore di questa iniziativa. Il ringraziamento va anche alla consigliera Federica Fratoni che tanto si spende per il suo territorio e ai volontari che contribuiscono a rendere unico questo Festival". "Questo è un Festival che nasce da un lavoro prezioso - spiega Federica Fratoni membro dell'Ufficio di presidenza – e dalla volontà di un gruppo di appassionati del genere, gli Amici del giallo, che hanno creato un vero e proprio evento culturale che ora si colloca in Italia ai massimi livelli. È un genere che si è andato affermando sempre di più con numeri in grande crescita. Come Consiglio regionale, e qui rappresento anche l'Ufficio di presidenza, ci interessa la promozione della lettura, con tanti progetti e questo è uno dei più interessanti. Arriverà a Pistoia tanta gente per il Festival, ma per gli organizzatori è un lavoro che continua tutto l'anno". A raccontare l'impegno del Comune di Pistoia, l'assessora alla Cultura Benedetta Menichelli: "La nostra amministrazione crede che il Festival sia fondamentale per la città e per la Regione per promuovere una letteratura che si sta affermando a livello nazionale e l'obiettivo è di farlo crescere sempre di più anno dopo anno. La manifestazione si sta sviluppando anche fuori dalla Biblioteca San Giorgio aprendosi a tutta la città. Il ruolo dei volontari è fondamentale. Ricorderemo questa edizione anche per il ricordo del fumettista Luca Boschi recentemente scomparso". Giuseppe Previti è il direttore artistico del Festival 'Giallo Pistoia': "Siamo uno dei Festival più longevi e la continuità è segno di serietà. Quest'anno abbiamo deciso di dedicare un ampio spazio ai Misteri e i casi irrisolti italiani. Del caso del mostro di Firenze ne parleremo con Roberto Taddeo, che ha scritto un'antologia, e presenteremo una pubblicazione uscita in questi giorni di due autori fiorentini, Edoardo Orlandi ed Eugenio Nocciolini, che hanno ricostruito la storia dal punto di vista delle vittime. Per il caso di Emanuela Orlandi sarà presente con una testimonianza personale il fratello Pietro". Saranno una trentina gli ospiti che animeranno le giornate del Festival e incontreranno il pubblico, affrontando i misteri che hanno lasciato dietro di loro, sofferenze e domande senza risposte. Tra i tanti nomi presenti al Festival: il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale vicario della Pubblica Sicurezza, Maurizio De Giovanni, Massimo Carlotto, Alessandro Berselli, Alessandro Robecchi, Piergiorgio Pulixi, Bruno Morchio, la criminologa Anna Vagli, Pietro Orlandi e il giornalista Sigfrido Ranucci della trasmissione Rai 'Report'. Quella di quest'anno, sarà una edizione diffusa, con appuntamenti in vari luoghi della città, anche se il punto di riferimento della manifestazione resta la Biblioteca San Giorgio. Il Festival ha avuto un'anteprima sabato 30 marzo con l'inaugurazione della mostra 'Matite in Giallo', opere di disegnatori di fumetti e umoristi che, da tutta Italia, hanno aderito all'invito di inviare opere declinate alla letteratura gialla. La mostra è ospitata nell'Atrio del Palazzo Comunale, in piazza Duomo, a Pistoia e sarà aperta fino al 14 aprile.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Amici 23, Ayle eliminato. Le dolci parole di Maria De Filippi: «Hai vinto cose molto più grandi e molto più importanti» Ayle è il primo allievo di Amici 23, edizione 2024, ad essere eliminato della prima puntata del serale. Il cantante fa parte della team di Anna Pettinelli e Raimondo Todaro. Prima di uscire e abbandonare definitivamente il programma Maria De Filippi gli ha dedicato delle parole molto dolci. Amici 23, Maria De Filippi e lo scherzo hot con Cristiano Malgioglio: «Cos'è che s'allunga?» Catautore e musicista appena ventenne, Ayle, vero nome Elia Flagella, è il primo eliminato della prima puntata del serale di Amici andata in onda sabato 23 febbraio. I suoi singoli nati nella scuola sono "Il tuo nome" e "Allergica alle fragole". Prima di abbandonare definitivamente il programma Maria De Filippi ha voluto consolarlo con parole dolcissime «Volevo dirti che sono felice di averti conosciuto. Sai cosa penso perché te l’ho detto mille volte. Per me è come se tu Amici lo avessi vinto perché hai vinto cose molto più grandi e molto più importanti. Spero sia scesa un po’ la rabbia con cui sei entrato. Non bisogna essere arrabbiati con la vita, ricordatelo questo».
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"Amici 2023", serale al via. Ayle e Kumo sono i primi eliminati
La prima manche – Nella prima sfida si sono affrontate le squadre capitanate da Alessandra Celentano e Rudy Zerbi e da Raimondo Todaro e Anna Pettinelli. Petit con il brano “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè supera il ballerino Giovanni. Dopo un guanto di sfida a tema pole dance annullato dai tre giudici perché ritenuto “non equo”, è il turno del duello tra Marisol e Martina: a prevalere è…
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Due grandi eventi sostenuti dall’Istituto per la Cultura Italiana il 7 e l’8 dicembre a Roma
l’avvocato Francesco Miraglia e i criminologi Denise Barone e Giovanni De Ficchy.
de ficchy Giovanni Roma, 05/12/2023 Dicembre a Roma. Il primo, il 7 dicembre, alla Casa del Cinema di Villa Borghese alle ore 16,00 e precisamente sarà di scena la XXma edizione del Premio Amici di Alberto Sordi ideato da Giuliano Fioravanti, con Omaggio ad Anna Magnani. Nell’occasione prima della premiazione sarà proiettato il film lungometraggio, dedicato ad Anna Magnani, “Anna una voce…
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21 nov 2023 19:50
“HO DENTRO UN CASINO GRECO-SICULO, ROMANTICO E SENTIMENTALE” – ANNA KANAKIS, L’ATTRICE MORTA A 61 ANNI, SI RACCONTAVA COSI’ IN UN’INTERVISTA DEL SETTEMBRE 2022: “COSSIGA? QUANDO MI CHIAMÒ PER ARRUOLARMI NEL PARTITO, MI DISSE: STIA TRANQUILLA, SE NON LA FANNO LAVORARE PERCHÉ È CON ME, VADO SOTTO AL CAVALLO DELLA RAI E FACCIO UN GRAN CASINO" – E POI ALBERTO SORDI (“CI DAVANO PER FIDANZATI”), IL PADRE "ESTRANEO" E IL TERZO ROMANZO: "TUTTO È INIZIATO IL GIORNO IN CUI IL COMPIANTO CESARE DE MICHELIS MI DISSE: ‘TU HAI UNA FANTASIA MALATA…’” – MISS ITALIA, I MATRIMONI, IL PORTO D'ARMI... - VIDEO
Estratto dell’articolo di Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”
«Tutto è iniziato il giorno in cui, dopo aver letto il mio primo manoscritto, il compianto Cesare De Michelis mi disse: tu hai una fantasia malata, ti pubblico». Accadeva più di dieci anni fa, Anna Kanakis era celebre per essere stata Miss Italia, per essere protagonista di fiction di successo come Vento di Ponente e per essere stata responsabile del settore Cultura e Spettacolo dell'Udr di Francesco Cossiga.
Ora, ricorda: «Un giorno, leggendo una biografia di George Sand, mi appassiono alla figura di Alexandre Manceau, il suo ultimo amante. Prendo foglio e penna, inizio a scrivere: era lui che raccontava la sua storia.
I fogli si ammonticchiano, li trascrivo al computer, li mando agli amici Isabella Bossi Fedrigotti e Massimo Gramellini. Entrambi mi chiamano dicendo: "Anna, questo è un romanzo, devi proporlo a una casa editrice"». Oggi, è al suo terzo libro: Non Giudicarmi esce per Baldini+Castoldi venerdì 23 settembre.
Che cosa intendeva l'editore di Marsilio con «fantasia malata»?
«Che volo tanto con la testa. Ho scritto sempre romanzi storici, su persone realmente esistite, che riesco a riempire di emozioni. Ora ho raccontato l'ultimo giorno di vita del barone Jacques d'Adelswärd-Fersen, che ho fatto semplicemente sbarcare a Capri e arrivare a casa: lui prese la funicolare, io l'ho fatto salire a piedi.
Lui ci mise dieci minuti, io ho scritto 112 pagine in cui scorre una vita intera, con paure, ossessioni, sensi di colpa, perversioni, amici, nemici: questa è la mia "parte malata", il volo con la fantasia, che pure rimane fedele alla storia. Volevo raccontare la fatica esistenziale e sentimentale di un omosessuale negli anni '20, perché il passato aiuta a capire il presente e sul tema diritti e omofobia, oggi, ce n'è particolarmente bisogno».
Nella vita, la fantasia è malata o sana?
«Ho dentro un casino greco-siculo, romantico e sentimentale, che cerco di dominare con la razionalità. Prima ero più concentrata su me stessa, ora guardo più alle vite degli altri, ne immagino le sofferenze, mi adopero per aiutare».
E si sente più attrice o scrittrice?
«Quando arrivò il primo scatolone coi miei libri, chiamai l'avvocato Giorgio Assumma che mi seguiva come attrice e gli dissi: temo che non ci vedremo più per le fiction, perché mi sono innamorata della scrittura. In fondo, scrivere si avvicina alla recitazione: se interpreti qualcuno, fai una ricerca, cerchi di capirne le emozioni. Infatti, già da attrice, sulla ricerca ero maniacale».
La cosa più maniacale che ha fatto?
«Assistetti a un'autopsia con Nicola Calipari».
Con l'agente del Sismi ucciso in Iraq?
«Allora era nella Criminalpol. Fu lui a spiegarmi cosa si fa appena si arriva sulla scena del crimine. Era il 1999, dovevo girare una fiction: Fine Secolo , sei puntate per Raidue. Facevo una superpoliziotta arrivata dall'America per indagare sulla morte di una ragazza. Dovevo sparare come un tiratore scelto, buttare a terra un delinquente, fare testacoda pazzeschi, assistere a un'autopsia. L'ispirazione era Nikita. Cossiga chiamò il capo della Polizia, disse: c'è un'attrice che lavora per me, un tipo molto esigente che vuole imparare a fare tutto».
Mima bene la voce del fu presidente emerito.
«Mi manca quel signore col quale parlavo di cinema, letteratura, tutto. Aveva la freschezza di un bambino. Era bimbo dentro e abile politico fuori. Quando mi chiamò per arruolarmi nel partito, mi fece ridere dicendo: stia tranquilla, se non la fanno lavorare perché è con me, vado sotto al cavallo della Rai e faccio un gran casino».
Che altro imparò per quel set?
«Il capo dei Nocs mi affidò a un campione di pistola che m' insegnò a sparare al poligono della Polizia e che mi insegnò ad atterrare i criminali con una mossa di aikido».
La mossa di aikido se la ricorda ancora?
«Certo. E, dopo, ho preso il porto d'armi».
Che ci fa con un'arma?
«Tiro al piattello in Toscana o tiro dinamico al poligono. Ho un'ottima mira».
[...]
È mai uscita con la pistola nella borsetta?
«Le prime volte, se andavo in metro da sola».
Non ha avuto ripensamenti sull'addio ai set?
«Mai. Anzi, mi sono sentita liberata dalla schiavitù di apparire. Padrona del mio lavoro: non dipendevo più da un regista o da un produttore, ma ero libera di gestire il mio tempo e produrre una forma d'arte diversa.
Ho lasciato senza rimpianti e ai massimi, mentre andava in onda La terza verità, che faceva quasi 8 milioni di ascolti. Dopo, quando dicevo no a dei copioni, non ho provato emozioni. Invece la prima recensione mi aveva asciugato la bocca, ero impazzita di gioia. Ne ho poi collezionate 19: su un romanzo storico, scritto da un'attrice, ex miss...».
Facciamo un passo indietro a quel 1977 in cui a 15 anni diventava la più bella d'Italia.
«Ancora? È roba vecchia come le guerre puniche. L'ho raccontato mille volte di come fu per caso, di come mi selezionarono in vacanza a Vulcano... Da lì, se fai l'attrice, allora sei miss e non puoi essere brava e devi dimostrare più delle altre, come se la bellezza si potesse coniugare solo con la stupidità».
Mettiamola così: chi era la giovane Anna?
«Una ragazzina che studiava al liceo Cutelli di Catania, fortemente politicizzato a sinistra: un giorno sì e uno no, si facevano assemblee. Leggevo tantissimo, studiavo tantissimo ed ero cresciuta con una madre in gamba, capo dell'ispettorato del lavoro di Catania».
Il papà greco quanto c'era?
«Mamma era tornata in Sicilia con me e mia sorella e fu tra le prime a usufruire della legge sul divorzio. Nei miei primi 25 anni, lui l'avrò visto cinque volte, poi è morto. È stato un estraneo, il quale pensava che aver generato due figlie non significasse occuparsene».
Quanto le è mancata la figura paterna?
«Sono stata in parte cresciuta da nonna, perché mamma si era laureata e dava concorsi in tutta Italia. Ero viziata, ma dentro, a volte, sentivo solitudine. Crescendo mi sono accorta che guardavo non i coetanei, ma gli uomini più grandi e che dipendeva dall'assenza del padre. Al che ho letto un tomo sul complesso di Elettra e ogni volta che incontravo un signore che mi pareva affascinante mi dicevo: Anna, fermati, rifletti. Così, l'età dei fidanzati successivi è scesa».
Il primo matrimonio - lei 19 anni, lui dieci in più - durò niente.
«Cercavamo le stesse cose: io un padre, lui una mamma. Lì iniziò la mia vita romana da sola. Facevo la mannequin, il cinema me l'avevano proposto in tutte le salse, ma andavano Edwige Fenech e le scene sotto la doccia: la mamma ispettrice del lavoro e la figlia che leggeva romanzi non intendevano fare quel genere di film. Poi, un giorno, Giuseppe Tornatore, un giovane amico che iniziava nel cinema, mi parlò delle mie pagliuzze negli occhi».
Che cosa sono queste pagliuzze?
«Guizzi che deve avere l'attore per manifestare emozioni. Mi lasciai trascinare a un provino con Luigi Magni, per 'O re , che mi prese. Dopo, ho interpretato il soprano Maria Maligran nella Famiglia Ricordi di Mauro Bolognini, suore, una tossicomane in Riflessi in un cielo scuro di Salvatore Maira... Ho cercato ruoli che non fossero la bellona di turno».
Come eravamo messi col MeToo?
«Arrivavo da una sana educazione del Sud: ero poco disposta e poco disponibile. Qualche volta, qualcuno mi ha detto "se sarai carina con me, sarò carino con te" e non mi ha più vista».
Com' è la storia del rubino che uno sceicco arabo le fece trovare in un melograno? «Lucherinate: invenzioni da ufficio stampa».
Un incontro memorabile della sua carriera?
«Con Alberto Sordi: la stampa rosa ci aveva anche fidanzati. Giravamo L'Avaro con Tonino Cervi, un giorno, davanti al camino, in abiti di scena, mi raccontò che non volevano produrgli Un borghese piccolo piccolo , il suo film più bello: I produttori gli dicevano "Albe', ma qua non fai ride'...". Capisce la cecità?».
Un momento di down in cui si è detta «basta questo mestiere non fa per me»?
«Mai. Sono un panzer. E avevo scelto un mestiere in cui, anche se ti chiami Gassman, finisci un lavoro e sei disoccupato. Infatti, ero concentratissima sul lavoro. Dopo il divorzio sono rimasta di fatto single fino a 42 anni».
Single, ma corteggiatissima?
«Un pochino».
Sospiro.
«Vabbé... Tanto. La mamma mi vedeva tagliare le teste e mi diceva: ma perché quello non ti piace? E quell'altro?».
A che punto della conoscenza tagliava teste?
«Quando dicevano: ho la barca, ho questo, quell'altro. Detesto la mancanza di profondità».
Suo marito Marco Merati Foscarini è banchiere e discendente di un doge di Venezia, com' è che lui l'ha sposato in soli quattro mesi?
«Mi ha fatto riacquistare la stima nel genere maschile. Mi ha avvicinata a una cena parlando non di quello che possedeva, ma di quello che sentiva dentro di sé. Siamo sposati da 18 anni. È il primo che legge ogni mio capitolo».
Scrive ancora a penna?
«Sì e poi copio al pc. Scrivere richiede ritualità e disciplina. Io mi chiudo nel mio studio in vestaglia, salto il pranzo, scrivo fino alle 16.30, poi Marco mi porta da mangiare e stramazzo».
Compiere 60 anni, a febbraio, che effetto le ha fatto?
«Nessuno. Ho un rapporto sereno con l'età».
Ha ancora un sogno?
«Sì: vorrei una società più luminosa».
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Anna Pettinelli di nuovo ad Amici 23: la telefonata di Maria De Filippi
DIRETTA TV Lo streaming in diretta di questo programma sarà visibile su KRITERE.COM Kritere.com è il servizio gratuito che permette di guardare anche all’estero tutti i canali TV italiani, film on demande e eventi sportivi. Tutto è pronto per la messa in onda della nuova edizione di Amici 2o23. Il programma tornerà sul piccolo schermo a partire da domenica 17 Settembre 2023. I fan sono già in…
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Anna Pettinelli quest’anno tornerà a rivestire i panni della professoressa di canto ad Amici di Maria De Filippi dopo essersene andata l’anno scorso. “Quando metti la maglia di Amici sai che sarà per sempre. E io per sempre farò parte di questo meraviglioso sogno“, ha dichiarato l’anno scorso in occasione della prima puntata del talent. “In bocca al lupo a Maria. Vi seguirò da casa con un affetto enorme. Buon lavoro, in bocca al lupo e baci“. Parole di stima che avevano da subito fatto capire che la sua assenza nella trasmissione era stata concordata. Non a caso quest’anno tornerà e sarà la sua quarta volta. Intervistata da TAG24 in occasione del Premio Starlight al Festival di Venezia, Anna Pettinelli ha rivelato il curioso modo con cui Maria De Filippi le ha chiesto di tornare. Anzi, “chiesto”, con le virgolette. “Maria De Filippi me lo ha chiesto come è nel suo stile, rendendo tutto molto semplice. Mi ha detto: ‘Anna, torni’. Basta, non c’erano punti di domanda. Ma lei sapeva che sarei tornata volentieri, quindi è stato bello ricevere la telefonata da Maria e dire ‘siamo ancora una squadra’“. L’anno scorso il posto di Anna Pettinelli era stato affidato ad Arisa e ora che quest’ultima è tornata in Rai per far parte della giuria di The Voice Kids, la conduttrice radiofonica ha fatto il suo comeback. Anna Pettinelli, è sparito il programma di Maria De Filippi che avrebbe dovuto fare “La Pettinelli è stata esclusa nuova edizione del talent show” – ha scritto TvBlog tempo fa – “Ma secondo nostre informazioni a quanto pare non starà con le mani in mano. Oltre le presenze in qualità di opinionista a La vita in Diretta, voci riferiscono sia in ballo un nuovo programma Fascino affidato alla conduttrice ed ex insegnante. Programma sulla quale al momento si hanno pochi dettagli, ma potrebbe esserci”. Fonte
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American The Novus by Henry James, primus edidit ut Vide in mense Atlantico, a Iunio 1876 ad Maium 1877, et in forma voluminis anno 1877. Editum est in Anglia anno 1879. Auctor novum dramatavit et productus est. 1891. Versio ludi privatim impressa est eodem anno.
Christophorus Newman dives est Americanus Lutetiam visitans. Ibi occurrit Dominae Claire de Cintre, viduae et nobili familia nata; (Newman fessus est negotiis et vita frui cupit et amicus Americanus, Dominae Tristram, privatim delectatur in via negotiationis uxoris quaerendae.) Occurrit etiam Newman in Louvre, Noémie Nioche, qui codices. magnae tabulae pro vivis: pater eius fit magister Newman Gallice. Cum Novomanus notitiam suam cum fratre Claire persequitur, Marchio de Bellegarde eum obimit. Sed iunior de Bellegarde, Valentini, Novomanus amicus fit, eumque ad sororem fovendam hortatur. Claire Newman suscipit; Credit de Bellegarde et Marchione dotalicio Anglica incipiunt accipere, licet aegre, et nonnullis eorum amicis occurrisse. Ditissimus tamen est.
Newman Newman nonnullas picturas a Noemio liberaliter iubet eam dotem praebere; introducit etiam eam Valentino, quam invenit amoenam et jocundam societatem, quae omnium privilegii commodorum alacris acceptio est. Valentinus autem non stultus est et Noemiam obdurare et contentionem percipit, tamen convenit ut eam videat. Marchio interim et Marchio Dosager Claire persuasit ut pugnam abrumperet. Tunc Valentinus in duello propter Noemiam implicatur et letaliter vulneratur. Mortuo illo fastidit audire mores familiae suae, et narrat Newman ancillam dotis, Mr. de illis aliquid panis novit; ut cederet si vellet Newman cogeret; Panis domini, post funus Valentini, narrat Newman Dowager virum suum occidisse. Ad familiam accedit et eos argumentis opponit sed eos non movit. Newman eos exponere proficiscitur, sed tunc fesso horrore superatur. Testimonia destruit et in familiam Bellegardiam vertit. quod istuc melius quam ipse noverat facturum putabant. Statuerunt denique eum invitis divitiis minime ineptum esse. Clairei affectus nihili erant. Americana non omnino succedit. Causae caedis olim marchionis satis incredibilis sunt. Claire non satis interest - Valentin et Newman longe propinquiores sunt quam Newman et Claire. Sed ut praesentatio novi hominis mundi, quae ad arrogantiam inducta per saecula privilegii occurrit, liber est valde remuneratus.
Notae Americanae Charles Dickens rationem primae visitationis in USA, quae anno 1842 facta est, sex menses duravit. Nauigauit cum uxore sua Katherina et ancilla sua Anna Brown, primo Cunardo vaporarium in Britannia, mense Ianuario, et in naui dirum transitum pertulit. Dickens in Bostoniensi hospitio gratissimo potitus est, ubi ad terram appulerunt, et miro loco visum est post eorum hiemalem transitum. Primae autem notae acerbissimae venerunt cum quaestionem de librariorum libellorum suo vendito in millions in America sed non denarium auctoris unquam attigit. Exercitus eius cum dignitate vulneratus est, quod multum negotii ierant ad iter Dickens instructum et pecuniam se hospitio expendebant. In New York, infremuit moribus hominum qui eum in platea sequebantur et fores pulsare percepit, quoties in mentem venit. cella aestuat execratus.
Eius et Catharinae abiectio increvit omni itinere, quovis instituto invisebatur. Dickens commemorat omnia, quae in servitutem redacta non modo sed valido tempore visa sunt.
Americani non placent quae Dickens de illis scripserunt, sed post frigidam Martini Chuzzlewit receptionem eius fabulas tam avide quam umquam legebant.
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Festival del cinema di Taormina 2023
La 69ª edizione del Taormina Film Festival, che si terrà dal 23 giugno al 1 luglio 2023 in Sicilia, sarà una grande kermesse all'insegna del meglio del cinema internazionale. Il sipario si alzerà sull'attesissimo ultimo capitolo della saga di Indiana Jones, Il Quadrante del Destino, diretto da James Mangold e in uscita in sala il 28 giugno e gli interpreti, da Harrison Ford a Phoebe Waller-Bridge, da Antonio Banderas a John Rhys-Davies e Mads Mikkelsen, saranno presenti alla proiezione. Sono due le prime assolute, I giorni peggiori, diretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, con Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta, Renato Carpentieri, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Neri Marcorè, Anna Ferzetti, Ricky Memphis, Claudia Pandolfi, Rocco Papaleo, Giovanni Storti, Massimo Wertmüller, Marco Bonini, Sara Baccarini e Liliana Fiorelli e Lo Sposo Indeciso, regia di Giorgio Amato, con Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli, Stefano Pesce, Francesco Pannofino, Morena Gentile, Giulia Gualano, Mimmo Ruggiero, Jenny De Nucci, Lucia Guzzardi, Martin Loberto, Pietro Romano, Gilles Rocca, Ornella Muti, Claudia Gerini e Giorgio Colangeli. Una prima visione è anche per il documentario I Am Everything diretto da Lisa Cortes, sulla vita e la carriera del leggendario cantante e pianista Little Richard, e per i film A Thousand and One, diretto da A.V. Rockwell con Teyana Taylor e Jeanne du Barry, diretto da Maïwenn e interpretato da Johnny Depp. La settimana del festival parte il 23 giugno con il Galà Pavarotti Forever al Teatro Antico di Taormina, a favore della Fondazione Luciano Pavarotti, dove verranno presentati spezzoni di concerti e documentari degli anni passati, con ospiti speciali e star del mondo dell'opera e della musica pop. Oltre alla celebrazione dei 90 anni della Warner Bros con una selezione di venticinque dei più grandi film del catalogo degli ultimi novant'anni e un documentario sulla storia dello studio, il programma vede due retrospettive, una sulla carriera del regista John Landis, con film selezionati dallo regista e diretti da amici e colleghi e la seconda è dedicata all'attore americano Willem Dafoe e al regista Abel Ferrara per celebrare la loro collaborazione e amicizia di lunga data, con film come New Rose Hotel (1998), Go Go Tales (2007) e i più recenti Pasolini (2014), Siberia (2020) e Sportin' Life (2020). Infine il prestigioso premio cinematografico Nastri d'Argento, pietra miliare del Taormina Film Festival, torna quest'anno nella città siciliana con una serata che prevede la proiezione del film di Roberto Andò La stranezza, interpretato da Toni Servillo, Valentino Picone e Salvatore Ficarra. Read the full article
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