#Alessandria giovani
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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Alessandria: “Il quartiere che vorrei” al Teatro Ambra del Cristo. Un progetto partecipativo per immaginare il futuro del quartiere Cristo attraverso idee e creatività
Il quartiere Cristo di Alessandria, conosciuto come una “città nella città”, è pronto ad accogliere il suo futuro con l’evento “Il quartiere che vorrei”, che si terrà giovedì 28 novembre 2024, alle ore 21:15, presso il Teatro Ambra, in Viale Brigata Raven
Il quartiere Cristo di Alessandria, conosciuto come una “città nella città”, è pronto ad accogliere il suo futuro con l’evento “Il quartiere che vorrei”, che si terrà giovedì 28 novembre 2024, alle ore 21:15, presso il Teatro Ambra, in Viale Brigata Ravenna 8. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Attività e Commercio Quartiere Cristo, punta a coinvolgere i cittadini in un percorso di…
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ALESSANDRIA. UN ANNO DI PATCHWORK-IN RETE PER I GIOVANI.
un_anno_di_patchwork_Download Si terrà giovedì 23 novembre presso lo spazio di Porto Idee, in via Verona 95, Un anno di Patchwork – in rete per i giovani, momento conclusivo dell’omonimo progetto del Comune di Alessandria, Assessorato alle Politiche Giovanili, volto al contrasto del disagio giovanile post pandemico, con iniziative volte a rafforzare il benessere psicofisico. L’evento ha…
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parolequotidiane · 22 days ago
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Ad Alessandria il Natale si illumina con il maestoso albero di 10 metri donato da Paglieri
a cura della redazione Ad Alessandria il Natale si illumina con il maestoso albero di 10 metri donato da Paglieri Il Natale ad Alessandria si accende di luci, musica e solidarietà grazie alla partecipazione di aziende e giovani talenti locali. Un esempio di come tradizione e comunità possano unirsi per creare un’atmosfera speciale e condivisa. “Il Natale non è semplicemente una fase dell’anno,…
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koufax73 · 3 months ago
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PeM Contest 2024: a Mirabello Monferrato i giovani talenti alessandrini
Ieri sera si è tenuta al Country Sport Village di Mirabello Monferrato (Alessandria) la finale del PeM Contest, la competizione che vede confrontarsi alcuni dei migliori talenti della provincia piemontese sul palco del PeM, Parole e Musica in Monferrato, manifestazione che da ben diciannove anni si occupa di portare talenti musicali famosi e meno famosi sulle colline di questo tratto dell’Italia…
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Como: il Questore emette altri 6 provvedimenti contro la movida violenta a Cantù.
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Como: il Questore emette altri 6 provvedimenti contro la movida violenta a Cantù. La Polizia di Stato, a seguito dei gravi fatti avvenuti a Cantù e culminati con gli accoltellamenti la notte del 2 giugno scorso, proseguendo nell'analisi degli interventi effettuati dal personale dell'Arma dei carabinieri e della Polizia Locale di Cantù, ha emesso ulteriori 6 misure di prevenzione, firmati dal Questore di Como Marco Calì, nei confronti di giovani che si erano resi responsabili di comportamenti illegali. Un DACUR della durata di 3 anni – con divieto di accesso alle aree urbane di Cantù e di un largo perimetro della città – è stato emesso a carico di un canturino di 21 anni, reo di aver creato gravi problemi di sicurezza urbana. La Polizia Locale Intercomunale di Cantù, ha infatti redatto e poi trasmesso al Questore di Como una relazione dettagliata sulla condotta del giovane – il quale ha già collezionato precedenti di polizia per rapina – valutandolo "impermeabile ai precetti dell'autorità e pericoloso per l'ordine e la sicurezza pubblica", al 21enne è stato notificato anche l'avviso orale. Un Foglio di Via Obbligatorio della durata di 2 anni, con l'obbligo di presentarsi al Questore di Alessandria all'atto dell'avvenuta notifica, è stato emesso a carico di un 18enne di origini nord africane e residente in quella provincia. La relazione giunta al Questore di Como dai Carabinieri di Cantù, evidenziava sia i reati commessi dal giovane che l'inesistenza di qualsivoglia legale interesse del medesimo in questa provincia. Notificati inoltre 3 avvisi orali del Questore, uno per un 19enne di Cermenate, un secondo per un 16enne di origini nord africane residente nell'hinterland canturino e l'altro per un 14enne di Cantù; in questo caso, gli specialisti della Divisione Anticrimine della Questura hanno analizzato gli atti raccolti tramite i Carabinieri e la Polizia Locale Intercomunale di Cantù sul conto dei ragazzi – responsabili a vario titolo di reati contro il patrimonio, contro la persona e contro la pubblica amministrazione – permettendo al Questore di Como di inquadrarli in quella categoria di persone ritenute di "pessima condotta morale e civile", presupposto tra gli altri, determinante per l'emissione del provvedimento. I provvedimenti adottati si aggiungono alle precedenti ed immediate risposte che le Forze dell'Ordine hanno fornito in ordine alle disposizioni impartite dal Prefetto in sede di riunione tecnica di coordinamento e nella cornice di ulteriore intensificazione del controllo del territorio culminati nei controlli amministrativi degli ultimi giorni. L'azione di controllo del territorio e di contrasto all'illegalità continuerà anche nelle prossime settimane dove saranno intensificati i servizi straordinari interforze.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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djs-party-edm-italia · 9 months ago
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6/4 Stefano Pain fa ballare River House Club - Soncino (Cremona)
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Stefano Pain sabato 6 aprile 2024 fa scatenare River House Club - Soncino (Cremona)  insieme ad un vocalist d'eccezione come Cire.
Il sound di Stefano Pan è house, ma non solo.  Ad esempio, il suo 2024 è iniziato nel migliore dei modi a livello discografico.  Con una versione decisamente potente e decisamente house di "Let the Music Play" prodotta da Pain & Rossini (ovvero da Stefano Pain e Danilo Rossini) e remixata Enaj, professionisti del mixer che non hanno certo bisogno di presentazioni. Il brano è uscito su UMM.
Originario di Alessandria,  Stefano Pain è attivo come dj in ambito nightlife & dintorni sin dall'età di 15 anni... ma questo succede a tanti. A pochi colleghi invece capita di scrivere e far uscire dischi come "Quake",  pubblicata Revealed, l'etichetta di Hardwell, già dj numero uno al mondo per DJ Mag. La traccia è stata inclusa nella colonna sonora nel recente Dom Hemingway, film hollywoodiano di Richard Shepard con Jude Law, più volte candidato all'oscar. E non è tutto la sua  "RAM TAM TAM (Pilot 6 – Armada) è stato scelta dagli Swedish House Mafia per i loro set per diversi mesi ed è presente nel film-documentario "Leave The World Behind".
///
La luna splende sul River House Club di Soncino (CR) che ormai da tempo è tornato a far ballare ogni sabato e prefestivi, in ogni stagione. E' un ritorno che in zona e non solo, tra Cremona e Brescia, era decisamente atteso dai più giovani. L'atmosfera, sotto la grande mirrorball oppure in giardino, quando fa caldo, è quella di una grande festa tra amiche ed amici. Sorrisi, musica, ritmo fino a tardi, per celebrare ogni fine settimana.
Anche per l'autunno inverno 2023 / 24, infatti, il sound al River House Club è di qualità assoluta. River House club, aperto tutto l'anno, fa poi oggi parte del gruppo che gestisce molti dei più importanti spazi di divertimento tra Brescia e Cremona, con Circus beatclub (aperto da settembre a fine aprile e MOLO (aperto da maggio a fine settembre). La sinergia tra realtà di questo livello fa si che al River ogni weekend arrivino artisti di livello assoluto, artisti che fanno scatenare tutta Italia.
Ad esempio, fanno tappa al River House Club di Sonico (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di Botteghi, spesso torna il sound sempre house e decisamente personale di Samuele Sartini... e non solo. Ogni weekend i party si susseguono senza soluzione di continuità.
River House Club
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050
#riverhouseclub
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tarditardi · 9 months ago
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6/4 Stefano Pain fa ballare River House Club - Soncino (Cremona)
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Stefano Pain sabato 6 aprile 2024 fa scatenare River House Club - Soncino (Cremona)  insieme ad un vocalist d'eccezione come Cire.
Il sound di Stefano Pan è house, ma non solo.  Ad esempio, il suo 2024 è iniziato nel migliore dei modi a livello discografico.  Con una versione decisamente potente e decisamente house di "Let the Music Play" prodotta da Pain & Rossini (ovvero da Stefano Pain e Danilo Rossini) e remixata Enaj, professionisti del mixer che non hanno certo bisogno di presentazioni. Il brano è uscito su UMM.
Originario di Alessandria,  Stefano Pain è attivo come dj in ambito nightlife & dintorni sin dall'età di 15 anni... ma questo succede a tanti. A pochi colleghi invece capita di scrivere e far uscire dischi come "Quake",  pubblicata Revealed, l'etichetta di Hardwell, già dj numero uno al mondo per DJ Mag. La traccia è stata inclusa nella colonna sonora nel recente Dom Hemingway, film hollywoodiano di Richard Shepard con Jude Law, più volte candidato all'oscar. E non è tutto la sua  "RAM TAM TAM (Pilot 6 – Armada) è stato scelta dagli Swedish House Mafia per i loro set per diversi mesi ed è presente nel film-documentario "Leave The World Behind".
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La luna splende sul River House Club di Soncino (CR) che ormai da tempo è tornato a far ballare ogni sabato e prefestivi, in ogni stagione. E' un ritorno che in zona e non solo, tra Cremona e Brescia, era decisamente atteso dai più giovani. L'atmosfera, sotto la grande mirrorball oppure in giardino, quando fa caldo, è quella di una grande festa tra amiche ed amici. Sorrisi, musica, ritmo fino a tardi, per celebrare ogni fine settimana.
Anche per l'autunno inverno 2023 / 24, infatti, il sound al River House Club è di qualità assoluta. River House club, aperto tutto l'anno, fa poi oggi parte del gruppo che gestisce molti dei più importanti spazi di divertimento tra Brescia e Cremona, con Circus beatclub (aperto da settembre a fine aprile e MOLO (aperto da maggio a fine settembre). La sinergia tra realtà di questo livello fa si che al River ogni weekend arrivino artisti di livello assoluto, artisti che fanno scatenare tutta Italia.
Ad esempio, fanno tappa al River House Club di Sonico (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di Botteghi, spesso torna il sound sempre house e decisamente personale di Samuele Sartini... e non solo. Ogni weekend i party si susseguono senza soluzione di continuità.
River House Club
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050
#riverhouseclub
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Federico Chiodi si ricandida a sindaco di Tortona
Federico Chiodi (Lega), 45 anni, si ricandida sindaco di Tortona (Alessandria). Lo appoggiano Lega, FdI, FI e la Lista Civica del suo vice Fabio Morreale.     “I ‘buoni proposti’ per il prossimo quinquennio – spiega Chiodi – sono ancora lavoro; promozione del territorio; attenzione agli ultimi – dalle case popolari all’assistenza per disabili, anziani, famiglie i giovani, offrendo…
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delinquenzanews · 1 year ago
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Gonzalo Garcia è il nuovo responsabile tecnico dell'URPA - Unione Rugby Provincia di Alessandria
Un progetto nuovo e ambizioso che mira a sostenere e valorizzare il percorso di crescita dei giovani rugbisti, unire le risorse di più club, rafforzare il legame con le società affiliate alla “Zebre Family” e dar vita ad una realtà di punta e universalmente riconosciuta nella dinamica e vivace provincia di Alessandra. Ecco i primi obiettivi del progetto tecnico-sportivo dell’URPA (Unione Rugby…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Cinefestival Immersi nelle Storie 2024: Laboratorio “C'era una volta il cinema… e c'è ancora!”
Laboratorio di cinema per bambini ad Alessandria: un viaggio nella magia delle prime animazioni
Laboratorio di cinema per bambini ad Alessandria: un viaggio nella magia delle prime animazioni Il Fascino del Cinema per i Più Piccoli: Laboratorio “C’era una volta il cinema… e c’è ancora!”. In occasione del Cinefestival Immersi nelle Storie 2024, venerdì 8 novembre si terrà un evento speciale dedicato ai più piccoli. Il laboratorio “C’era una volta il cinema… e c’è ancora!” sarà ospitato al…
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ALESSANDRIA. P. D.-"PER UN NUOVO PIANO LABURISTA", MA MANCANO LAVORO, GIOVANI E DIRITTI.
ALESSANDRIA. P. D.-“PER UN NUOVO PIANO LABURISTA”, MA MANCANO LAVORO, GIOVANI E DIRITTI.
Un momento di riflessione nella sala della ex Taglieria del Pelo ad Alessandria con Marco Bentivogli e Enrico Morando per discutere del futuro del Pd, che dopo la sconfitta elettorale e le dimissioni del segreatario in carica Enrico Letta, si avvia verso il congresso. L’apertutra dell’incontro affidata al segretario cittadino Rapisardo Antinucci seguito dagli interventi di Marco Bentivogli, Rita…
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napoliglamour · 3 years ago
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Arturo Schwarz, viene voglia di cominciare il racconto della sua vita con l'incipit di Cent' anni di solitudine di Gabriel García Márquez: «Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato...». Cosa pensava lei, in quella primavera del 1949, prima di salire sul patibolo in Egitto?
«Patibolo, esatto. Non mi aspettava un plotone, ma il nodo scorsoio: mi avevano condannato all' impiccagione lasciandomi tutto il tempo per riflettere sugli anni vissuti fino ad allora, 25, pochi ma intensi. Da tempo sapevo in cosa credevo e cosa volevo dalla vita. Come disse lo scultore Constantin Brancusi: "Tutte le mie opere sono databili dall'età di quindici anni". Per me, forse, da prima ancora».
Riavvolgiamo il nastro: com'era finito un italiano, quasi settant' anni fa, in una galera egiziana con la pena capitale pendente sulla testa? E com' è che oggi, a 94 anni, è qui, di fronte a noi, nella sua casa di Milano, zeppa di capolavori e libri, con una moglie giovane e bella, Linda, a raccontarcelo?
«Sono nato ad Alessandria d'Egitto da padre tedesco di Düsseldorf e da madre milanese, Margherita Vitta, figlia di un colonnello dell' esercito italiano. Entrambi ebrei. Si conobbero lì e si sposarono. Avevo la doppia cittadinanza ma nel 1933, con l'ascesa di Hitler al potere, rinunciammo a quella tedesca e mio padre, separatosi da mia madre e trasferitosi al Cairo, mi vietò di rivolgermi a lui nella sua lingua madre.
Non feci fatica: mi sentivo italiano, studiavo in scuole prima inglesi e poi francesi, e avevo una naturale repulsione per la Germania. Mio padre era influente in Egitto: aveva inventato la formula per disidratare le uova e le cipolle, dando un grande impulso alle esportazioni di un Paese esclusivamente agricolo.
Nel '38, a 14 anni, ero già trotskista. Con un paio di amici copti e uno musulmano, io, ateo, fondai la sezione egiziana della Quarta internazionale, voluta da Lev Trotskij da poco riparato in Messico. Aspetti, le mostro una reliquia che ha segnato tutta la mia lunga esistenza...».
(Si alza, stacca dalla parete un quadretto e me lo mostra) Ma questo è il biglietto da visita di Trotskij. Lo ha incontrato?
«Me lo fece avere dal poeta Benjamin Péret. Doveva essere il lasciapassare per il mio viaggio in Messico. Due mesi prima della partenza, però, i sicari di Stalin lo assassinarono e io decisi di dedicare la mia esistenza ad affermare le sue idee. Nel frattempo era scoppiata la Seconda guerra mondiale ed entrai, come volontario, nella Croce Rossa. Ero ad El Alamein a caricare i feriti sulle ambulanze, italiani o inglesi che fossero, e mi presi qualche scheggia nel polpaccio.
Di notte scrivevo poesie, come ho fatto per tutta la vita. Mandai le prime ad André Breton. Avevo letto il Manifesto del surrealismo ed avevo chiesto all' ambasciata di Francia al Cairo chi fosse questo Breton. Dissero che faceva lo speaker di Radio France Libre a New York. La risposta mi giunse sei mesi dopo, sfidando l'Atlantico infestato dagli U-Boot nazisti. Cominciò allora a trattarmi come fosse un padre. Mi incoraggiava, mi coccolava quasi. Finita la guerra mi iscrissi a medicina ma non dimenticai Trotskij».
Fu per causa sua che venne arrestato?
«Sì, aprii una libreria e cominciai a pubblicare i suoi libri in Egitto. All'alba di una mattina del gennaio 1947, la polizia irruppe in casa mia. Ero accusato di sovversione. Regnava Re Farouk. Da giovane sembrava potesse diventare un governante illuminato ma si rivelò un despota crudele.
Aveva abbandonato persino le buone maniere, a tavola mangiava come un animale, per dimostrare che a lui tutto era concesso. Mi trascinarono nella prigione di Hadra e mi rinchiusero nei sotterranei, in una cella piccola, senz' aria, solo con topi e scarafaggi. Dopo qualche settimana cominciarono le torture, mi strapparono le unghie dei piedi, causandomi la cancrena e la perdita di un dito, ma non parlai. Non era comunque necessario, perché l' amico musulmano spifferò tutto, raccontò della cellula trotskista, della nostra visione del mondo, dei contatti internazionali.
Mi trasferirono al campo di internamento di Abukir, dove venni a sapere della condanna a morte. Non la eseguirono subito perché servivo loro come ostaggio. Era scoppiata la guerra arabo-israeliana, e io ero ebreo. Dopo due anni di prigionia, l' impiccagione venne fissata per il 15 maggio, ma poche settimane prima Egitto e Israele firmarono l'armistizio. Negli accordi era prevista la liberazione dei prigionieri ebrei detenuti in Egitto.
Una mattina mi rasarono, lasciandomi credere che di lì a poco sarei salito sul patibolo. Invece mi accompagnarono al porto e mi imbarcarono su una nave diretta a Genova con il foglio di via e stampato, su tutte le pagine del passaporto, "Pericoloso sovversivo - espulso dall' Egitto". Così com' ero, senza poter rivedere i miei genitori, né procurarmi un ricambio d' abito».
Come le apparve l'Italia, quando sbarcò a Genova?
«Il paradiso terrestre. Raggiunsi Milano e trovai lavoro da un ebreo, Marcus, che aveva un ufficio d' import-export dietro al Duomo. Allora nessuno conosceva bene l'inglese e il francese. Appena possibile, una notte presi il treno per Parigi. Alle sei del mattino salii su un taxi, lasciai la valigia in un albergo di quart' ordine, e bussai alla porta di 42 rue Fontaine, a Montmartre. Aprì Breton, lo vedevo per la prima volta, ma mi abbracciò come fossi un vecchio amico.
L'appartamento era piccolo, il letto in un angolo e ogni spazio occupato da oggetti e opere d' arte. Sul muro, in fondo, occhieggiava una raccolta di bambole Hopi. Nello studio, straordinarie sculture africane e, sotto la finestra, La boule suspendue di Alberto Giacometti. Alle pareti, Giorgio De Chirico, Marcel Duchamp, Yves Tanguy, Max Ernst, Man Ray, Dalí... Salvador Dalí non mi è mai piaciuto, non era dei nostri, era Dalí e basta. Come, da trotskista, non ho mai accettato l' approccio commerciale di Pablo Picasso».
Quando decise di tornare a fare il libraio, l'editore e poi il gallerista?
«Un fratello di mia mamma, direttore di una filiale della Comit, mi fece avere un piccolo fido. Pubblicavo libri difficilmente commerciabili, giovani poeti e saggistica: Breton, Einstein e, soprattutto, Trotskij. Mandai in stampa La Rivoluzione tradita con una fascetta gialla: "Stalin passerà alla storia come il boia della classe operaia". Sa cosa accadde? Me lo confidò, tempo dopo, Raffaele Mattioli, amministratore della Comit e uomo di grande cultura.
Lo chiamò personalmente Palmiro Togliatti, chiedendogli di togliere il fido "alla iena trotsko-fascista di Schwarz". Così finì la mia prima esperienza di editore: per rientrare dovetti vendere tutto il magazzino a meno del 10% del prezzo di copertina e anche la libreria rischiò di chiudere. Per sopravvivere, cominciai a organizzare mostre di incisioni, acqueforti e libri illustrati dagli artisti.
Mi aiutarono molto Carlo Bo, Raffaele Carrieri, Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo e molti altri amici. Non potendomi permettere l' arte contemporanea che andava per la maggiore (e nemmeno m' interessava), decisi di sfidare la legge capitalistica della domanda e dell' offerta: recuperai il Dadaismo e il Surrealismo che nessuno voleva. Feci uscire dalle soffitte le opere di Marcel Duchamp, che da tempo si era ritirato e non era più interessato ad esprimersi artisticamente. Con lui il rapporto fu meraviglioso: presi lezioni di scacchi dal maestro Guido Capello per un anno intero per poter giocare contro di lui. Rimase imbattibile, ma qualche soddisfazione riuscii a togliermela».
Poi, una mattina del 1974, senza avvisare nessuno, chiuse la sua galleria, ormai divenuta mitica, per dedicarsi agli studi di arte, di alchimia, di kabbalah. Cominciò a collocare (spesso donandole), in giro per il mondo, le sue collezioni. Sentiva il bisogno di prendere le distanze dal passato?
«No. E poi non le chiami collezioni, è una parola che non mi piace. Sentivo il bisogno di trasmettere un patrimonio senza smembrarlo. Resto trotskista e surrealista, ho venduto opere d' arte, ma ne ho anche donate moltissime, chiedendo in cambio che fossero trattate in maniera scientifica: catalogate, documentate, fatte sopravvivere, insomma. Del denaro non ho mai fatto una necessità, ho sempre cercato di sfuggire alla logica del suo dominio. Tutto questo ha a che fare anche con gli studi alchemici e cabalistici. Mica andavo cercando l' oro materiale, cercavo quello spirituale».
L' Italia, come ha detto lei, è stata il suo «paradiso terrestre», però molte delle sue opere sono finite in musei all' estero. Come mai?
«Un migliaio sono in quattro grandi musei internazionali, però un consistente nucleo di opere surrealiste e dada sono alla Galleria d' Arte Moderna di Roma. Non ha idea di quanto sia stato difficile. La burocrazia italiana è un nemico spietato: devi giustificarti per il tuo atto di liberalità, vissuto quasi con sospetto, mentre lo Stato non fornisce garanzie di corretta gestione. Mi sono anche visto rifiutare la donazione dei testi dada e surrealisti. Qualcuno pare li abbia definiti "robaccia pornografica". Li ho così regalati a Israele»
Per cosa combatte ora il trotskista Arturo Schwarz?
«Per l' amore di Linda. Così come ho amato la mia prima moglie, Vera, strappatami vent' anni fa da un tumore. E per un soffio d' aria fresca e pulita, un bisogno lasciatomi da quei mesi passati nei sotterranei di una prigione egiziana»
[Pier Luigi Vercesi]
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koufax73 · 3 years ago
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ELASI: la musica elettronica è per tutti #Sottotraccia
ELASI, tra Sanremo Giovani, Milano e il nuovo disco, non dimentica le origini e regala ai ragazzi di Alessandria una lezione di musica elettronica #sottotraccia
La provincia di Alessandria ha tante belle qualità ma difficilmente sarà ricordata per il numero di popstar regalate alla Nazione. Tuttavia, ci sono eccezioni: per esempio ELASI, talento elettronico e pop in grande crescita, alle prese con un paio di avventure future di cui si accennerà fra poco, che è nata proprio qui, nella città di Umberto Eco e Gianni Rivera, fra le nebbie e la bagna…
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Civitanova Marche, la Polizia di Stato ha presentato l'agenda scolastica "Il Mio Diario" 2024/2025
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Civitanova Marche (Macerata), la Polizia di Stato ha presentato l'agenda scolastica "Il Mio Diario" 2024/2025 La Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e del Merito e il sostegno del Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha presentato la nuova edizione dell'agenda scolastica "Il Mio Diario", destinata a 50.000 alunni delle future classi quarte di alcune province del territorio nazionale. L'agenda scolastica si presenta come strumento di supporto alla didattica nella formazione dei cittadini di domani e si pone come obiettivo, attraverso contenuti ed un linguaggio semplice, di avvicinare i giovanissimi cittadini alla cultura della legalità, fornendo un contributo nell'educazione al rispetto delle regole e ai valori della convivenza civile. Fino ad oggi il progetto, giunto alla 11^ edizione, ha consentito di raggiungere oltre 630.000 studenti di scuole pubbliche e paritarie. Quest'anno il diario verrà distribuito nelle province di Agrigento, Alessandria, Avellino, Catanzaro, Cremona, Foggia, Macerata, Parma, Perugia, Prato, Treviso e Trieste. Protagonisti dell'agenda sono i supereroi della legalità Vis e Musa che, con l'aiuto dei loro amici a quattro zampe Lampo e Saetta, della pappagallina Gea e del gattino Cosmo, accompagneranno i giovani studenti durante l'anno scolastico con le loro avventure attraverso le quali vengono affrontati i temi della salute, dello sport, della cura dell'ambiente, dell'inclusione sociale, dell'educazione stradale, del corretto utilizzo di internet e dei social network, ma anche dei fenomeni di devianza giovanile più comuni, quali il bullismo e il cyberbullismo. Otre agli amici della Polizia di Stato, tra gli interpreti figura anche il noto personaggio della letteratura per ragazzi Geronimo Stilton, che offrirà a sua volta importanti contributi valoriali e di intrattenimento. Per l'edizione dedicata all'anno scolastico 2024-2025, oltre ai temi che da anni costituiscono la struttura del diario, verranno affrontati gli argomenti che il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha inserito nei programmi della materia dell'Educazione Civica: la Costituzione, lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale. In tale ottica "Il Mio Diario" può rappresentare anche un efficace complemento didattico per insegnanti e genitori e per il personale della Polizia di Stato quotidianamente impegnato sul territorio nelle attività di educazione alla legalità. Alla cerimonia nazionale di presentazione, condotta dalla presentatrice Daniela Gurini, che si è tenuta nella mattinata di ieri presso l'Istituto "Marche International School" di Civitanova Marche (MC), hanno partecipato il Ministro dell'Interno, Prefetto Matteo Piantedosi, il Prefetto di Macerata Isabella Fusiello, il Questore di Macerata mpaolo Patruno e il Fondatore dell'Istituto "Marche International School" Dott. Iginio Straffi che ha ospitato l'evento, Presidente di Rainbow eccellenza creativa del made in Italy nel mondo. Il diario è stato consegnato ad una rappresentanza di 400 studenti. Sono intervenuti il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale Prof.ssa Stefania Nardini, in rappresentanza del Ministero dell'Istruzione e del Merito, e la scrittrice Elisabetta Dami, presidente della "Geronimo Stilton Fondazione". Presenti anche gli atleti delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, l'atleta Maria Centracchio, bronzo nel judo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, e l'atleta paralimpico Edoardo Giordan, argento nella spada a squadre agli Europei di Parigi 2024 e l'ex calciatore ed ora allenatore Francesco Montervino. Nell'Istituto che ha ospitato l'evento è stata allestita un'area espositiva con il Camper Azzurro, la Lamborghini Urus della Polizia Stradale, alcune auto storiche della Polizia di Stato e il Fullback della Polizia Scientifica. Gli studenti hanno assistito all'esibizione congiunta di squadre cinofile e team di artificieri.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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marikabi · 4 years ago
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Baratri, macigni e sabbia
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Sono bruttissimi questi nostri tempi.
Non basta la pandemia a renderli cupi, perché c’è una una sequenza di incubi sociali, talvolta ad essa correlati, a peggiorare il contesto.
Ricordando gli ultimi casi di autolesionismo adolescenziale, addebitato all’abuso di social e alle challenges (sfide) da questi veicolati tra i ragazzi ed i ragazzini, non possiamo negare che il fenomeno del cyberbullismo e delle molestie digitali, compreso il revenge porn (scene ad alto contenuto sessuale utilizzate per vendetta) tra ragazzi, non accenna a diminuire e che parimenti occorra un’azione più incisiva e collettiva nella consapevolezza e nel combattere omertà e superficialità. Nel 2020 sono stati registrati 400 casi in Italia di divulgazione di materiale pedopornografico per vendetta da parte di coetanei, per esempio. Ma è la punta di un iceberg, non l’interezza di un tragico fenomeno.
Probabilmente la pandemia, con la conseguenza della forzata spinta verso l’abuso di social, potrebbe avere qualche responsabilità. Indubbiamente, è sempre colpa di chi abita questi luoghi virtuali, spesso perché non sa comportarsi, o perché non conosce le conseguenze, ovvero confida su di una falsa percezione di temperanza e autodifesa. ‘Smetto quando voglio’ non è mai un serio proposito.
Se pure noi adulti caschiamo spesso nelle trappole dei social, con i loro troll, i loro haters (odiatori), le abbondanti fake news (ancor più pericolose quando sono verosimili alla realtà), le loro bufale (anche le più grossolane), laddove non trattasi di vere e proprie frodi, figuriamoci i nostri ragazzi, i quali possono vivere strazianti inferni.
Un inferno è quello che viveva Carolina Picchio, l’adolescente novarese che scelse di volare già da una terrazza nell’inverno del 2013, per la crudeltà di alcuni coetanei che la ricattavano. Ai suoi occhi di ragazzina, la colpa che le ascrivevano era diventata un incubo, il più grande ed insopportabile della sua piccola vita. La vicenda di Carolina ha stimolato la promulgazione della legge 71/2017 contro il cyberbullismo.
Tuttavia, ciò, ovviamente, non basta. Il fenomeno delle molestie contro adolescenti e pre-adolescenti in rete - che siano offese, ricatti, vendette, sfide - è molto diffuso, più di quanto immaginiamo.
Moltissimi, genitori, docenti e loro dirigenti, liquidano come ragazzate questi fenomeni. E sbagliano. Il sottacere, il negare, il minimizzare non sono la migliore strategia, proprio perché il mezzo digitale è un super-diffusore, grazie alla capillarità dei tentacoli, ma anche per via della quantità di tracce che rimangono nella rete.
È pur vero che la legge 71 ha inteso rimarcare la responsabilità della scuola e delle famiglie, ma non basta se proprio troppi di questi attori ancora eludono le azioni da compiersi, in quanto ritengono di rimanere invischiati o di recar danno d’immagine alle loro famiglie, agli istituti che dirigono, a loro stessi. E così, il fenomeno - senza argini - si diffonde e miete vittime.
Solo nell’ultimo trimestre del 2020 si sono registrati 22 milioni di palesi discorsi d’odio in rete. Nelle chat è anche peggio.
Il baratro è l’inferno in cui precipitano tutti i ragazzi vittime di vendette e ricatti, offese e umiliazioni veicolate sui social, dallo scherno pesante al body shaming (venire insultati per l’aspetto fisico), dalla diffamazione all’istigazione a colpire fisicamente le vittime.
Il macigno è quello sul cuore, il peso angosciante di sentirsi vittima senza scampo di un’orda digitale famelica e sghignazzante. Il macigno è anche quello sul cuore dei genitori che non sanno da dove cominciare per aiutare figli in angoscia. 
La sabbia è il nostro comportamento svicolante che permea e ingrippa i motori della buona convivenza e del rispetto reciproco in una comunità, se non vogliamo mettere in mezzo amore, affetto, accoglienza e tenerezza.
Dobbiamo spazzarla, questa sabbia dell’indifferenza, della minimizzazione, del benaltrismo, anche nelle scuole, che dovrebbero essere templi di ogni virtù collettiva.
La rassegna culturale, curata dall’Ass. Ebbridilibri, dal titolo Così lontani... così vicini, ospiterà Ornella Della Libera, autrice di libri e canzoni e Maria Paola Minetti, Dirigente scolastica dell'I.C. G. Galilei di Alessandria. La superpoliziotta Ornella-Blondie combatte da anni nelle scuole, per la difesa dei diritti dei minori, per l’educazione alla legalità e per la lotta al bullismo e al cyberbullismo. La dr Minetti, in prima linea nella protezione dei ragazzi dalle trappole digitali e non, illustrerà le strategie e le pratiche per gestire contesti e situazioni a rischio bullismo, cyberbullismo e molestie. 
Sabato 30 gennaio dalle ore 18, saranno in streaming sulla pagina Facebook dell’Associazione e potremo ascoltare le storie delle loro esperienze e fare tesoro dei loro consigli, utili anche a sconfiggere le reticenze di una società che tenta continuamente di minimizzare i seri rischi che minacciano i ragazzi. 
Ornella Della Libera sarà ben felice di interloquire con i giovani spettatori, rispondendo alle loro domande. La dr Minetti sarà di strategico e fondamentale aiuto a docenti e dirigenti per affrontare situazioni scottanti. 
C'è un’infanzia da proteggere, ci sono giovani da difendere e le nostre eroine ci daranno una mano a capire e risolvere i problemi dei ragazzi di oggi.
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paoloxl · 5 years ago
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Il compagno Martino Zicchitella nacque a Marsala il 26-4-1936 ma fin da piccolo ha vissuto a Torino, la città della borghesia savoiarda, degli ex-repubblichini, la citta dei Valletta, la città in cui la sperequazione capitalistica è più evidente e più umiliante. La città metropoli in cui, già negli anni del boom, la vita sociale è pianificata, controllata e manipolata; dove ogni attività è finalizzata alla produzione di plusvalore e consenso, attraverso l’utilizzazione dei più rudimentali mass-media del tardo capitalismo.
Dai casermoni di Via Verdi ai portici di Via Roma lastricati di marmo, alla Barriera di Milano, alla Crocetta, i salariati di Torino si battono tra centinaia di contraddizioni giornaliere, simili a quelle di qualsiasi altro paese capitalista, ma tutte riconducibili a una sola: quella della propria appartenenza di classe, del proprio potere di acquisto dal quale dipende la gradazione della propria identità umana e sociale. Qui l’acquisizione e l’interiorizzazione dei valori legati all’ideologia borghese non sono scelta, sono induzione violenta, costante, asfissiante." style="max-width: 100%; display: block !important;">
Martino sceglie la strada dell’appropriazione violenta ed individuale del benessere padronale: quella della rapina, per cui viene arrestato nel ’66.
Durante l’alluvione di Firenze, Martino evade, vive ancora contraddittoriamente la sua realtà di proletario detenuto; salverà invece alcuni giovani dalla melma dell’Arno.
Il carcere e lo scontro che in esso si vive collettivamente gli fanno acquisire i primi elementi di coscienza rivoluzionaria e lo portano nel ’68 alla testa, come direzione ed avanguardia riconosciuta, delle prime dimostrazioni pacifiche nelle carceri “Nuove” di Torino, alle quali il potere risponde brutalmente, come sempre.
Nel ’70 Martino ha pienamente chiarificato la sua identità, ha identificato lo Stato anche nelle sue appendici carcerarie e riesce ad evadere da Alessandria.
Rimane fuori poche ore con le gambe spezzate per il salto dal muro di cinta. Ripreso viene massacrato dalle guardie e rimarrà claudicante.
Nel ’71 è alla testa della rivolta delle “Nuove”. Con lui altri compagni che in quelle lotte e da quelle lotte hanno con sequenzialmente maturato la scelta della lotta armata; all’interno della quale rappresentano le avanguardie più alte e più coscienti del proletariato detenuto, al quale la loro prassi fornisce le più chiare indicazioni: l’evasione e l’organizzazione combattente.
Il ’71 è l’anno di Attica per i proletari che si ribellano in USA; quello di Porto Azzurro per i compagni come Martino. Le successive rivolte ad Alghero, Noto, Enna, lo vedono farsi carico, nella gestione delle lotte, degli interessi di sopravvivenza dei proletari prigionieri, della loro necessità di organizzarsi e combattere.
Nel ’74 a Viterbo inizia un confronto con altre avanguardie espresse dalle lotte dei detenuti sulla costituzione in organizzazione politico-militare all’esterno di alcune avanguardie rivoluzionarie.
Con la presenza a Viterbo di un militante dei NAP, il confronto prosegue e si sviluppa interno-esterno, sul piano politico quanto su quello organizzativo-militare.
Partecipa così alla costruzione e alla realizzazione della operazione coordinata con l’attacco armato interno-esterno del maggio ’75 che vede al primo posto la parola d’ordine della liberazione dei combattenti comunisti prigionieri.
L’attacco interno non coglie l’obiettivo della liberazione ma, per effetto dell’attacco esterno che vede imprigionato il boia Di Gennaro, è comunque un momento di enorme crescita politico-militare che Martino fa suo patrimonio all’interno dell’organizzazione dei NAP.
Trasferito a Lecce per rappresaglia subisce per mesi torture fisiche e psicologiche ma non cessa di porsi come direzione dello scontro organizzando e realizzando con un altro militante dei NAP l’azione armata dell’agosto ’76 che porta alla liberazione di 11 prigionieri.
La sua morte nello scontro di Roma caratterizza e definisce la sua vita e la sua coerenza di combattente comunista
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