#ATTENZIONE HA DETTO SU LE MANI
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gaysessuale · 2 years ago
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grazie vorrei aggiungere che se " bevi tutte le volte che un giovane cantante dice 'non fatevi fermare da nessuno seguite sempre i vostri sogni e siate voi stessi' " fosse parte del drinking game, al momento sarei già ubriaca
beloved che splendida, splendida aggiunta, assolutamente inclusa tra le regole
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raccontidialiantis · 25 days ago
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Erasmus
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Sei il fidanzato di mia figlia. La sposerai e la renderai felice. Certo: l'anno scorso magari avrei dovuto pensare a ciò che sarebbe potuto accadere, tra noi tre. Io quarantacinquenne, tu venticinquenne a un paio di esami dalla laurea e infine Giuliana, mia figlia, ventunenne. Al suo primo anno di università ti ha conosciuto, vi siete immediatamente innamorati, fidanzati e subito ti ha portato a casa. Le brillavano gli occhi, quando ti ha presentato a me. Siccome venivi da un'altra città lontana seicento chilometri e dal mio divorzio noi due viviamo da sole, ci è venuto naturale farti lasciare la stanzetta dove vivevi; così avresti risparmiato i soldi dell'affitto.
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E quindi ti sei stabilito da noi. Poi dopo un po’ è saltato fuori che Giuliana avrebbe dovuto passare un anno in Polonia per l'Erasmus. Lacrime, struggimenti d'animo. Promesse d'amore e fedeltà eterni. “Non ti preoccupare: un anno passa presto. E poi ogni paio di mesi una volta vengo io, un'altra vieni tu e tireremo avanti alla grande: il nostro amore è più potente di tutto ciò che lo ostacola.” Saggia, la mia bambina, no? Non è passata neppure una settimana: al solito, di sera siamo rimasti a vedere la tv dopo cena sul divano e dopo la telefonata serale con la tua ragazza, la mia figlia stupenda, l'unica luce dei miei occhi, hai cominciato spudoratamente a guardarmi fisso, da vero sfacciato.
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E a sussurrare alla mia anima di donna trascurata dall'amore, a secco di complimenti da anni, che ero proprio una donna bella, affascinante, desiderabile. Parole di miele; suono d'angeli, per le mie orecchie. Io mi schernivo e, seria in volto, ti dicevo di smetterla. Ma non desideravo altro che sentirti farmi la corte. Le tue frasi erano un puro succo d'amore, per la mia anima femminile assetata di ammirazione e attenzione maschili. E poi che le mie gambe e il mio culo ancora bello sodo (cafone!) ti stavano facendo impazzire di passione, che il mio profumo e il mio sorriso ti avevano completamente conquistato, che avevi sempre sognato di possedere una femmina calda e intelligente, dolce e coccolona come me.
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Che desideravi succhiare dai miei capezzoli. Io ero viola dall'imbarazzo. Ma dentro di me non vedevo l'ora che mi saltassi addosso. Erano diversi giorni che mi ronzavi attorno, capivo che oggettivamente eri desideroso di mettermi le mani ovunque: mi hai puntata dallo stesso giorno in cui mia figlia è partita. Una donna di quarantacinque anni, che sia stata già sposata, lo sgama subito e lei spesso è, per un uomo che la sappia interessare con intelligenza, una preda facilissima. Checché se ne dica. Tu mi studiavi anche da prima della partenza di Giuliana, l'avevo capito dal primo giorno. Poi quella sera sei passato appunto a tattiche di avvicinamento esplicite. Mi volevi. Mi desideravi.
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Le tue erano tutte manovre a cui ho cercato debolmente di sottrarmi. Ma più mi parlavi, più non volevo altro che te dentro di me. Ti pensavo segretamente anch'io: da mesi. Moltissimo. Avevi capito in qualche modo che mi davo piacere da sola nel letto, sentendovi scopare di notte e immaginandomi sotto di te. Demonio. E quindi alla fine mi sono decisa a cedere: tanto, se deve essere, che sia. T'ho detto solo: “va bene. Ti farò sfogare su di me i tuoi istinti di maschio, però mi devi promettere che non lo dirai mai a Giuliana.” Tu mi hai sorriso e me l'hai giurato. Una madre non vuole certo far soffrire la figlia e così, rassicurata, non ho ragionato più!
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Inoltre, pensavo per giustificarmi, cercando al tempo stesso di tacitare la mia coscienza, la mia tutto sommato forse era soltanto una... prova su strada della tua piena funzionalità di maschio. Così: per accertarmi di quali mani d'uomo avrebbero preso in consegna mia figlia. Non ce l'ho fatta più: ti ho slacciato la cintura, sceso i calzoni e ti ho subito preso in bocca l'uccello. Ero affamata di cazzo. Del tuo cazzo. Quanto m'hai fatto godere, quella sera! Erano anni che non sentivo il piacere così intenso di un membro d'uomo che mi riempie la bocca, che scende inesorabile fino ad arrivarmi in gola. Godevo del cazzo grosso e duro di un giovane che cercava d'esplodere il suo piacere proprio dentro di me!
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Un uomo solido che, imperioso e bello come un Dio greco, stantuffava ovunque dentro al mio corpo, da vero signore: prepotente e mio padrone totale. Dio che sensazione meravigliosa. Mi rivoltavi come un calzino. Facevi ciò che più ti piaceva del mio culo. E io ti lasciavo distruggermi la psiche e tutti i miei valori di mamma e donna di mezz'età irreprensibile. E che dimensioni, il tuo cazzo, poi! Avere per casa un bellissimo stallone che mi desiderasse è stato per me per tutto il tempo in cui è durato un vero afrodisiaco. M'hai ridato la vita. T'ho fatto scopare regolarmente da subito e l'ho preso appunto molto volentieri maggiormente nel culo.
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Ogni mattina, diligente e golosa, ho sempre inghiottito tutto il tuo sperma. Abbiamo dormito spesso insieme la notte intera nel mio letto matrimoniale e nel totale segreto abbiamo fatto dei numeri che nemmeno da giovanissima con mio marito. Sento che anche tu in quest'anno passato in intimità ti sei affezionato molto a me e che forse un pochettino mi ami anche. Per te sono stata un po’ mamma e un po’ puttana. Ma domani sera Giuliana ritornerà. Quando la riavrò a casa sarà la mia gioia e la mia disperazione. Pregherò per poterti avere ancora, in qualche modo. Di nascosto da mia figlia. Ma mi devo dare una calmata. Ci dobbiamo frenare entrambi.
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Cazzo, che dipendenza che sei! Ormai tu costituisci per me una vera droga. Sono una donna in amore e in calore per te. Instupidita completamente. Ma ora approfittiamo ancora di questa notte insieme. Ti prego: amiamoci finché non verrà il giorno tiranno. Dormi con me. Stammi dentro e sopra il più a lungo possibile. Voglio conservare il tuo odore e i tuoi graffi sul mio corpo. E dentro l'anima: sono quelli che sanguinano di più. Ho lubrificato per bene il mio culo per te, se lo vuoi. Ti sto aspettando per accoglierti come meriti, uomo mio segreto. Ti voglio: sborra più volte dentro di me, stanotte, ti prego. Usami come vuoi. Sii il mio maschio padrone ancora un'ultima volta.
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E fammi sentire femmina desiderata, bramata, strapazzata: succhia i miei seni per ore. Scopami forte e dimmi le bugie più dolci. Dimmi che mi ami, che mi vuoi, che sono bellissima, che desideri il mio culo, la mia bocca e la mia fregna più di quanto non desideri la mia bellissima Giuliana. So che non posso certo competere, ma una femmina in calore s'aggrappa a qualsiasi cosa. Io ci crederò, mi illuderò. Voglio che poi al mattino tu mi faccia tornare con i piedi per terra e mi umilii chiamandomi troia, puttana, vecchia succhiacazzi: tra le lacrime ti bacerò, ti succhierò e farò tutto ciò che mi comanderai un'ultima volta, prima di andare in aeroporto, di dividere i nostri corpi e ricomporci. L'ultima notte con te.
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RDA
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gregor-samsung · 7 months ago
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Berlusconi è così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto!
Checché se ne dica Berlusconi, come tutti i ricchi, non può essere generoso. Se fosse generoso non sarebbe ricco.
I manifesti della campagna elettorale di Berlusconi sono il più grande successo degli imbalsamatori dai tempi di Tutankamen.
Berlusconi è un cattolico un po’ sui generis. Per esempio le sue idee religiose si limitano alla convinzione che Dio abbia creato l’uomo e viceversa.
Silvio Berlusconi: “Ogni ingiustizia mi offende quando non mi procuri direttamente alcun profitto”.
Berlusconi, in vacanza a Bermuda, ha rischiato un gravissimo incidente: stava facendo una passeggiata quando, per un pelo, non è stato travolto da un motoscafo.
I manifesti di Berlusconi che tappezzano le città italiane lo fanno sembrare di vent’anni più bugiardo.
Casini: “Ho una proposta: se vinciamo facciamo il Governo degli Onesti.” Berlusconi: “Bravo, e il pluralismo?”
Che cosa distingue Pietro Nenni, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi? Nenni non sapeva dire bugie, Craxi non sapeva dire verità e Berlusconi non sa dire la differenza.
Oggi ho preso il coraggio a due mani ho telefonato a Berlusconi e gli ho detto: “Guardi che se vince le elezioni il mio posto di lavoro non si tocca!” E lui mi ha risposto: “E chi lo tocca? Anzi mi fa schifo solo a guardarlo!”
A pochi mesi dalle elezioni l’opinione pubblica è riuscita finalmente a capire la differenza che c’è tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: Bossi è un povero pazzo, Berlusconi invece è ricco.
Mi sono svegliato nel 2010 e ho avuto paura perché Berlusconi aveva comprato tutto. Perfino la Costituzione aveva fatto riscrivere. Da Mike Bongiorno. Il primo articolo diceva: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? Avete vento secondi per rispondere. Via al cronometro”.
Già da scolaretto Berlusconi dava prova delle sue straordinarie qualità vendendo i “pensierini” ai compagni meno dotati. Cominciava insomma a manifestarsi in lui quella particolare attenzione verso i più somari che sarà in seguito origine del suo successo televisivo e politico.
Una volta Bossi mi ha accusato di peronismo. Sì, ha detto proprio: “Berlusconi è un peronista!”, ma non mi sono offeso perché credo che si riferisse alla birra Peroni che è l’unico peronismo che conosce bene.
Se Berlusconi vincerà le elezioni tutti gli italiani si convinceranno che le sorti del Paese sono in mano a un serial premier.
Il ritorno di Berlusconi al governo mi ricorda il recital di un cantante d’opera penoso in un teatro di Palermo. Eppure il pubblico alla fine si è alzato in piedi e ha urlato: “Bis! Bis!” E lui ha cantato di nuovo. Peggio di prima. Ma il pubblico era di nuovo in piedi a gridare: “Cantala di nuovo!” E il cantante: “Siete un pubblico meraviglioso, mi piacerebbe cantare ancora per voi, ma non posso cantare la stessa aria tre volte…” Allora un vecchietto in loggione si è alzato e ha urlato: “E no! Adesso tu la canti finché non la impari!”
Silvio Berlusconi è una persona per lo più umile, nonostante abbia avuto tutta la vita al fianco il fratello Paolo che farebbe venire il complesso di superiorità perfino a Amadeus.
Silvio Berlusconi è un uomo davvero molto fortunato. Così proverbialmente fortunato che qualche tempo fa la Repubblica di San Marino decise di emettere dei francobolli rappresentanti il suo sedere stilizzato. Ma ha dovuto subito ritirarli perché Emilio Fede li leccava dal lato sbagliato.
Silvio Berlusconi non solo non conosce Tabucchi, ma è anche convinto che Gogol sia un centravanti balbuziente.
Sappiamo che è difficile da credere, ma la vita di Berlusconi è basata su una storia vera.
Berlusconi fin da piccolo aveva detto: “O divento presidente del Consiglio o niente.” Be’ ce l’ha fatta: è riuscito a diventare tutt’e due.
Berlusconi paga tre miliardi di tasse al giorno? E’ più forte di lui, non riesce a essere modesto neanche quando fa il 740.
Berlusconi è uno che prima di darsi alla politica non faceva mistero delle sue passioni. Che, come diceva lui stesso, erano soprattutto due: la figa e Parigi. La figa perché è la figa. Parigi perché… Insomma con tutta la figa che c’è a Parigi!
Sono sicuro, ci vorranno magari vent’anni, ma alla fine Berlusconi diventerà un musical.
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Selezione di battute tratte da: Anche le formiche nel loro piccolo fanno politica. (E s’incazzano). 107 cattivi pensieri sulle ELEZIONI 2001, a cura di Gino&Michele per il Comitato Rutelli.
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lunamagicablu · 10 months ago
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ANIME FORTI: STARSEEDS, INDACO, WAYshowers Le anime forti sono state attaccate fin dall'infanzia. La Terra è stata per molti secoli nella cosiddetta "Notte di Svarog", nella zona a bassa frequenza - l'era del Kali Yuga. Era difficile per le Anime ad Alta Vibrazione penetrare qui. All'arrivo di un'Anima di ordine superiore in procinto di incarnarsi, la matrice reagisce trasmettendo ai suoi subordinati il ​​segnale “attenzione a tutti”. E immediatamente, forze opposte si abbattono su questo bambino ancora per impedire la nascita, organizzare una morte prematura o per estinguerlo e privarlo del suo potenziale per esercitare i suoi doni. Esternamente, questo può manifestarsi come problemi durante la gravidanza, il parto, l'infanzia. Il bambino nasce nell'ambiente più difficile per renderlo il più inferiore possibile. Il sistema legge accuratamente le vulnerabilità e i punti deboli per colpirti senza pietà e costantemente. Il compito è privarla della fiducia in se stessa, distruggere il suo nucleo interiore, essere sottoposta a violenza fisica e psicologica, critiche incessanti e negatività. La cosa principale è smettere di amare te stesso, disconnetterti dalla tua anima e credere negli altri - non ha valore - che devi vivere come tutti gli altri, fare quello che ti viene detto, non credere in te stesso, nelle tue capacità, dare a qualcuno il tuo potere. Sì, Powerful Souls può scegliere questo viaggio crudele per sperimentare livelli più difficili. Ma essendo scesi in queste vibrazioni inferiori si rendono immediatamente conto che non è così semplice come sembrava "dall'alto". Ma non c'è nessun posto dove andare e non tutti superano questa prova di elevazione in queste condizioni e continuano a diffondere onde positive intorno a loro. . Questo sentiero simboleggia il fiore di loto che fa crescere forti radici per superare l'oscurità del fango, superando tutti gli ostacoli. . Allo stesso modo, un Umano, percorrendo il sentiero spirituale, sperimenta la negatività. Quindi, se a volte senti di essere stanco, pensa che questa è l'ora più buia prima dell'alba, presto il tuo fiore di loto salirà in superficie. . Ricorda che il deprezzamento è il modo principale per toglierti il ​​​​potere. Imposta un comando interiore per ricevere tutto ciò che è tuo, il potenziale che è arrivato con te e ricorda la tua missione. Ricorda chi sei veramente e fai ciò per cui sei venuto. Non tutto è per caso, anche il fatto che tu stia leggendo proprio ora...
Vilma Capuano ************************** STRONG SOULS: STARSEEDS, INDIGO, WAYshowers Strong souls have been attacked since childhood. The Earth has been for many centuries in the so-called "Night of Svarog", in the low-frequency zone - the era of Kali Yuga. It was difficult for High Vibration Souls to penetrate here. Upon the arrival of a higher order Soul about to incarnate, the matrix reacts by transmitting the “attention to all” signal to its subordinates. And immediately, opposing forces fall upon this child again to prevent birth, arrange an early death or to extinguish him and deprive him of his potential to exercise his gifts. Externally, this can manifest itself as problems during pregnancy, childbirth, childhood. The child is born into the most difficult environment to make it as inferior as possible. The system accurately reads vulnerabilities and weak points to strike you mercilessly and constantly. The task is to deprive her of self-confidence, destroy her inner core, be subjected to physical and psychological violence, incessant criticism and negativity. The main thing is to stop loving yourself, disconnect from your soul and believe in others - it has no value - that you need to live like everyone else, do what you are told, do not believe in yourself, in your abilities, give to someone your power. Yes, Powerful Souls can choose this cruel journey to experience more difficult levels. But having descended into these lower vibrations they immediately realize that it is not as simple as it seemed "from above". But there is nowhere to go and not everyone passes this test of elevation in these conditions and continues to spread positive waves around them. . This path symbolizes the lotus flower that grows strong roots to overcome the darkness of the mud, overcoming all obstacles. . Likewise, a Human, walking the spiritual path, experiences negativity. So if you sometimes feel that you are tired, he thinks that this is the darkest hour before the dawn, soon your lotus flower will rise to the surface. . He remembers that depreciation is the main way to take away your power. Set an inner command to receive all that is yours, the potential that has come with you and remember your mission. Remember who you really are and do what you came to do. Not everything is by chance, even the fact that you are reading this right now...
Vilma Capuano 
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mynameis-gloria · 2 years ago
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Terapeuta mi aveva dato un compito in queste settimane: una specie di diario alimentare emotivo. Prendere nota di emozioni e stati d'animo durante questi giorni di festa durante i pasti. Come mi avrebbe fatto sentire un pezzo di cioccolato se lo avessi mangiato, le varie prelibatezze a pasquetta e l'alcol ingerito. Insomma "prendi nota" così mi ha detto. E più o meno l'ho fatto
O meglio sto tirando le somme ora, e devo dire che in realtà a pasquetta al cibo non ci ho proprio pensato, mi sono goduta la fantastica giornata in compagnia e non mi son proibita nulla. Ora però quei maledetti pensieri incominciano a tornare. Ora che le feste son finite e siam tornati alla solita routine, due giorni non bastano e sono pochi per riprendere è vero, eppure oggi ho prestato più attenzione. Mentre mi allenavo, quando mi son svegliata, persino prima, quell'occhio critico sulla pancia, sul pantalone, su quelle forme...combattendo contro la voglia di cioccolato e perdendo poi a mani basse perché si un pezzetto l'ho mangiato alla fine e allora è proprio lì che parte tutto il meccanismo nella testa e vorrei automenarmi perché
1 era solo un pezzetto dai
2 poi però non lamentarti
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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Esco dalla libreria soddisfatto. Ho comprato la “Critica della ragione pura” di Kant, “Diario di un seduttore” di Kierkegaard e “Che cosa ha detto Nietzsche” di Montinari.
Devo aspettare, l’autobus passerà tra circa 20 minuti, piove e cerco riparo nei pressi di un’edicola.
Accanto a me scorgo un uomo, avrà all’incirca la mia età, è aitante, muscoloso, con un’abbronzatura ferragostana. Arrivano due ragazze, non credo siano maggiorenni, hanno addosso due zaini e l’aria di chi è scampato ad un’interrogazione scolastica. Si posizionano tra me e l’aitante.
Per ingannare l’attesa prendo il libro di Kierkegaard tra le mani e comincio a leggere.
Presto, però, noto una certa agitazione nelle due ragazze. Sembra che vogliano attirare l’attenzione su di sé, ma può darsi che mi sbagli. Non mi sbaglio, invece. Le due fanno cadere, apparentemente in maniera accidentale, una moneta a terra. Cominciano un finto battibecco, che si rivela essere un pretesto, neanche tanto dissimulato, che permette ad una delle due di rivolgersi all’aitante: “Dille anche tu qualcosa a questa stupida della mia amica”.
Sto lì, tra Kierkegaard, la pioggia e loro, ad attendere l’autobus e gli eventi.
L’aitante abbozza un sorriso. Parla. La tecnica della moneta ha funzionato, le ragazzine sono riuscite ad attrarre la sua attenzione. I tre cominciano a parlare, del più e del meno. L’aitante s’informa sulla loro condizione di studentesse, loro si vantano d’essere “un po’ ribelli” e di non frequentare troppo spesso le aule. Lui, incoraggiato da questa considerazione, ha modo di ricordare il proprio passato da ribelle, le risse in cui è stato coinvolto. C’è armonia, tra i tre, convengono soprattutto sul fatto che la scuola sia abbastanza noiosa, che sia meglio “spassarsela finché si può”.
Caro Kierkegaard, possiamo noi dar loro torto? Forse sì, forse no, ma per oggi non ci porremo la questione.
I minuti passano, l’autobus non arriva, la pioggia non smette e mi sento un po’ invadente a starmene lì, quasi a disturbare quell’idillio a tre che è scoppiato magicamente, con la mia barba incolta e i pesanti libri sottobraccio. Tuttavia rimango lì, anche perché non vedo dove potrei andare.
Le due ragazzette tirano fuori una rivista dalla borsetta  griffata, nominano personaggi che non conosco, presumo modelle o attori, poi decidono che è il tempo di sottoporre l’aitante ad un’altra prova per saggiarne la tempra morale: l’oroscopo.
L’aitante collabora, sorride, ammicca, ed ascolta dalla querula voce delle due giovani quale sarà il suo prossimo destino, scritto nelle stelle. Poi, a conferma di quanto ha ascoltato, commenta: “E’ vero, il mio segno è così. Io sono un tipo calmo, ma quando mi girano ti voglio veder sdraiato per terra, sennò non sono contento”. Le ragazzette sorridono, ammiccano con l’aria furba di chi la sa lunga su come funzionano certe dinamiche di seduzione. Altro che il tuo “Diario di un seduttore”, caro Soren!
Arriva l’autobus. Devo lasciare le piccole seduttrici e l’aitante al destino che l’oroscopo ha loro prescritto.
Torno a casa soddisfatto. Ho passato 20 minuti, alla fermata di un autobus, in compagnia di Nietzsche, di Kierkegaard, di Kant, di un aitante e di due seduttrici.
-Tra sottosuolo e sole
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danilacobain · 2 years ago
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Selvatica - 11. Ti aiuto io
Corinna mise in tasca i soldi che le aveva dato Vittorio per la serata e finalmente uscì dal locale. Aveva le gambe e i piedi distrutti, pesanti. Per il resto della serata era stata felice e la fatica si era fatta sentire meno, per poi ricaderle addosso tutta insieme quando aveva preso le sue cose e si era seduta insieme agli altri camerieri ad aspettare Vittorio. Le si chiudevano gli occhi. Erano le tre passate e in giro non c'era anima viva. Infilò il cappello di lana nero per coprirsi dal freddo pungente e si incamminò. Non era molto lontano da casa sua e non le aveva mai fatto paura tornare a casa da sola in piena notte, però quella notte si sentiva inqueta quando lasciò gli altri ragazzi e attraversò la strada.
Guardò indietro più volte prima di dire a se stessa che probabilmente era solo colpa della tensione eccessiva che aveva accumulato in quei giorni. La strada era completamente deserta. Si voltò di nuovo prima di prendere la traversa che l'avrebbe portata dritta a casa. C'era qualcuno.
Un ragazzo, forse, col cappuccio e la testa bassa. Corinna accelerò il passo. Mancava davvero pochissimo al portone di casa. Tirò fuori le chiavi dalla tasca. Il tipo era dietro di lei, lo sentiva avvicinarsi. Non voleva voltarsi di nuovo, non voleva attirare la sua attenzione. Infilò la chiave nella serratura e aprì il portone ma il tizio le bloccò il braccio.
Corinna cacciò un urlo prima che quello le tappasse la bocca.
«Non voglio farti niente, voglio solo parlare. Non urlare, per favore.»
Corinna lo riconobbe, era lo scagnozzo di Antonio. Con lo sguardo gli fece capire che non avrebbe urlato. Lui tolse la mano e lei lo spintonò, o almeno era quello che voleva fare. Il ragazzo non si mosse di un millimetro. Le stava addosso impedendole di andare in casa.
«Che cosa vuoi? Mi stavi pedinando, porca miseria?» Che altro voleva Antonio?
«Era l'unico modo per poterti parlare senza che nessuno ci veda.»
«Senti, lasciami in pace. Sono stanca e domani ho un esame.» Abbandonò qualsiasi tipo di atteggiamento di difesa. Era esausta, non le importava più di nulla, voleva solo essere lasciata in pace.
«Corinna, ero serio quando ti ho detto che voglio aiutarti.»
Alla luce del lampione il tatuaggio sul volto spiccava come un monito. Lui era come Antonio, non voleva aiutarla, voleva qualcosa da lei. «Perché?» Anche le mani erano ricoperte di tatuaggi, numeri, parole, le vide scomparire nelle tasche del giubbotto.
«Tu non sei come le altre...»
Corinna sbuffò e cercò di scansarlo per poter rientrare. Lui le afferrò il polso. «Fammi finire di parlare, cazzo. Non sei come le altre ragazze che gestisce Antonio. So per quale motivo sei finita lì e voglio darti una mano a uscirne.»
Lei sollevò le sopracciglia, con aria di sfida. «Chi ti dice che non sono come le altre?»
«Credimi, le conosco fin troppo bene.»
«Quindi ti faccio pena?»
«Non è questo.» Sembrò a disagio, spostò lo sguardo altrove, poi a terra. «So tutto di te, mi sono informato.»
E questo doveva farla sentire meglio? Era inquietante! «Dimmi che cosa vuoi e facciamola finita.»
Lui la ignorò. «So di tua mamma e non mi è piaciuto il modo in cui ti ha ricattato Antonio. Sai, io sono spregevole, faccio cose brutte continuamente, anche alle ragazze se necessario, ma certe cose per me non si toccano.» Tornò a guardarla. «Dimmi quanto ti ha chiesto Antonio, te li do io.»
Corinna rimase un attimo a fissare quegli occhi marroni, duri e schietti. Stava dicendo sul serio. «E in cambio cosa vuoi?»
«Niente.»
Lei si passò le mani in faccia. Non aveva senso, nessuno se ne andava in giro a regalare soldi. Soprattutto non un tipo come lui. Poteva anche avergli fatto pena ma di sicuro voleva qualcosa da lei. «Non ci vengo a letto con te.»
Lo sentì ridacchiare e alzò di nuovo lo sguardo su di lui. «Non sei il mio tipo, puoi stare tranquilla. Quanto ti ha chiesto?»
«Ventimila» disse lei. Non capiva. Chi diavolo era quel ragazzo? Perché voleva aiutarla senza niente in cambio? «Ma non li voglio da te. Non voglio più essere in debito con nessuno.»
«E quindi che vuoi fare, andare con lui a Dubai?» la canzonò con un sorrisetto sulle labbra.
Lei esitò. Sembrava davvero l'unica soluzione possibile. Ma aveva promesso a se stessa che non sarebbe mai arrivata a quel punto. Mai.
«Bene. Mi farò vivo io.» Si allontanò di poco per permetterle di aprire il portone. «Mi chiamo Carmine, comunque.» Infilò le mani in tasca e andò via.
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zarfel · 19 days ago
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Infermeria - Sera
Mi girai su un fianco e guardai il fiore sul comodino. Una rosa nera dell'Atacama. Il lungo stelo coperto di spine. Spine che pungevano sempre, da qualsiasi parte la si prendesse: bucavano la pelle con genuina collera e indignazione. Ginger me l'aveva praticamente lanciata sul comodino, ed era corsa a medicarsi la ferita.
C'era un singolo biglietto appeso al lungo stelo.
Dove sei?
Mi ero martoriato le dita per leggerlo.
Strinsi le labbra e sospirai. Udii il cigolio della porta dell'infermeria e mi appoggiai all'indietro sui cuscini, sperando non fosse per me. Non avevo voglia di vedere o parlare con nessuno, non volevo che nessuno mi vedesse così: pallido, stanco, vulnerabile.
Una voce familiare tuttavia sovrastò quei pensieri e immediata arrivò una sensazione di sfarfallio nello stomaco. Non persi tempo e mi misi seduto, sperando di non apparire troppo patetico.
"Derfel?" La voce mi uscì in un bisbiglio roco; mi schiarii la gola, ripresi con più sicurezza. "Madame Chips, ho bisogno di parlare con Derfel Cadarn. In privato."
La tendina attorno al mio letto venne spostata e apparve il viso sollevato di Derfel, accanto all'espressione severa della Chips.
"Cinque minuti." Dichiarò seccamente prima di lasciarmi solo col Corvonero.
"Tira la tenda," dissi a Derfel appena l'infermiera si fu allontanata.
"Come stai?"
"Meglio. Grazie per avermi portato qui, prima, e..." Abbassai lo sguardo sulle mie mani in grembo. Esitai e mi morsi il labbro, "scusa."
"Scusa? Di cosa?" Chiese tirando la tenda e sedendosi sulla sedia accanto al letto.
"Di averti..." iniziai incerto e scossi la testa, "non lo so. Tutto? Non ricordo molto. So solo che ti ho fatto arrivare tardi all'appuntamento con Rosaleen. Ti ho detto cose che non volevo dirti. Ti ho messo in imbarazzo. E—" E non riesco ancora a dimenticare il calore del tuo braccio attorno a me. Sospirai e lo guardai imbarazzato. "Cosa posso fare per sdebitarmi?"
"Zach," Derfel si umettò le labbra e sbuffò. "Non dire stupidaggini, non serve che ti sdebiti, l'avrei fatto per chiunque." Dichiarò con un sorriso incerto, incrociando le braccia.
"Chiunque?" Inarcai un sopracciglio, "non sono sicuro la cosa mi lusinghi." Dissi in un soffio, distogliendo lo sguardo.
"No! Non intendevo quello," esclamò con impeto. Deglutì. "Cancella quello che ho detto. Non proprio chiunque."
Alzai il capo e mi sentivo ridicolo a guardarlo così speranzoso, ma socchiusi la bocca in attesa. Derfel prese un respiro e la sua attenzione si focalizzó su un punto vago alle mie spalle.
"È naturale che lo abbia fatto." Percepii forse un leggero tremolio, e mi mancó un battito, trattenni il respiro. "Sono cose che si fanno per gli amici, no?" Concluse a mezza voce, ma con più sicurezza.
Crollai il capo e strinsi le palpebre, mi passai il palmo della mano sugli occhi, resistendo alla tentazione di sfondargli la testa sul muro per vedere cosa ci fosse dentro.
"Versami un bicchiere d'acqua, per favore. E poi puoi andare. Ho mal di testa." Dissi in tono fermo, continuando a tenere gli occhi chiusi e lasciandomi cadere all'indietro sul cuscino.
Seguì una pausa di silenzio, poi sentii Derfel armeggiare con gli oggetti sul comodino. Per qualche secondo cercai di non pensare a nulla, ignorare quella sensazione di pesantezza alla bocca dello stomaco. E poi ricordai cosa era appoggiato sul comodino, e mi tirai su di scatto a sedere, malgrado quel semplice gesto mi facesse sentire come se mi avessero preso a martellate sulla tempia.
"Non toccare quella—" Venni interrotto da una esclamazione di dolore di Derfel, "rosa." Conclusi in un soffio.
"Chi diavolo ti ha mandato una rosa nera?" Sbottò guardandosi il dito su cui si stava formando una perla scarlatta.
"Chi altri se non Hunter Rattcliffe?" Sibilai roteando gli occhi. Vidi passare sul volto di Derfel un misto di rabbia e sdegno.
"Che gran pezzo di..." Esclamò a mezza voce.
Senza pensarci, gli presi la mano con gentilezza, la guardai, mi inclinai in avanti e appoggiai la bocca sulla ferita. Fu un tocco rapido, e sentii un'impronta bagnata sulle labbra.
"Mi dispiace. Un bacio e passa tutto." Sussurrai, il sapore metallico del sangue sulla lingua.
Tolse la mano dalla mia senza una parola. Rimasi in attesa a testa china, aspettandomi da un momento all'altro di udire lo stridio della sedia sul pavimento e il rumore di passi che si allontanavano.
Sentii invece il tocco di un dito sotto al mento; lo sollevò lentamente, finché i miei occhi non incontrarono i suoi.
"Zach."
Gli restituii un sorriso impacciato.
Tutto il resto accadde così in fretta che non ebbi nemmeno in tempo di capire, anche se mi chiesi confusamente cosa fosse scattato in lui.
Mi appoggiò una mano sulla spalla e mi spinse sul cuscino, la sua bocca sulla mia. Spalancai gli occhi per la sorpresa, ma li richiusi in fretta, facendomi trasportare dalle sensazioni, in un crescendo totalizzante. La sua mano sulla mia spalla, le mie labbra sulle sue, la sua lingua nella mia bocca, la mia mano sul suo fianco. La stanza iniziò a vorticare e non sapevo se fosse la febbre o semplicemente lui che mi faceva sentire come appeso a un dito su un baratro.
Sarei potuto rimanere così per sempre, ma ricordai che la Chips ci aveva dato cinque miseri minuti. Percepii una figura ai piedi del letto e aprii piano le palpebre, temendo di trovarmi di fronte il volto arcigno dell'infermeria.
Appoggiai una palmo sulla guancia di Derfel e lo allontanai appena, unendo la mia fronte alla sua. "Derfel, abbiamo compagnia." Sussurrai sulle sue labbra.
Derfel trasalì e si girò di scatto.
"Signor Bosch, sono felice di vederla più in forma," la Brown incrociò le braccia e soppesò entrambi con aria severa, melo sguardo tuttavia un luccichio divertito. "La visita del signor Cadarn sembra aver fatto miracoli, ma ora è meglio se la interrompiamo. Non vogliamo affaticare troppo il nostro paziente, giusto?"
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silviatorani · 1 month ago
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Saremo noi: Giorno 37
Il numero di ricerche strambe che ho dovuto fare per scrivere la scena di oggi è stato particolarmente alto. Di solito la maggior parte delle cose che cerco mentre scrivo sono le possibili traduzioni di termini inglesi privi di un corrispettivo esatto nella lingua italiana, ma oggi le mie ricerche hanno spaziato dagli orari del casinò di Sanremo, al termine che i musulmani usano per riferirsi ai non musulmani, alla distribuizione dei sexy shop queer, alla lista di paesi in cui è bandito Facebook.
Quante parole ho scritto: 1355 // 37957 (totale)
Quando ho scritto: dalle 15:30 alle 18:00.
Che musica ho ascoltato: Anche oggi la playlist del romanzo mi dava un po' fastidio, chissà perché a volte sì, a volte no. Nel momento in cui ho scritto di più mi accompagnava solo il silenzio.
Osservazioni: Il passaggio che mi sono divertitɘ di più a scrivere oggi è stato un dialogo tra i membri della combriccola queer che ormai si è andata a creare intorno a Irene e Cielo. Invece non mi ha soddisfato per niente come ho gestito il sovraccarico che sta covando Cielo. Mi sembra che i segnali arrivino un po' dal nulla alla fine del capitolo e invece è importante che siano ben seminati per quello che succederà nei capitoli successivi. In revisione ci presterò maggiore attenzione.
Estratto di oggi:
Angel si sfrega le mani. Sembra un’altra persona rispetto a ieri sera. «Dobbiamo festeggiare.» Maryam alza gli occhi al cielo. «Non dobbiamo proprio un bel niente.» «Non penserai mica di cavartela così?» «Vedi, questo è esattamente il motivo per cui non avevo detto niente.» «E quindi cosa avresti preferito fare, andartene da qui dopo colazione e passare il tuo diciottesimo compleanno da sola in una stanza d’albergo o su un treno affollato e puzzolente?» «Suona meglio di molti diciottesimi a cui sono stata.» «Oh, andiamo, non puoi dire sul serio!» «Il pianeta ha fatto diciotto giri intorno al sole dal giorno in cui ho smesso di essere l’appendice fisica di un’altra persona. Non vedo cosa ci sia tanto da festeggiare.» Stavolta è Angel ad alzare gli occhi al cielo. «Mi aspettavo un po’ più di romanticismo da una che scrive poesie per canzoni.» Sofia fa un sorriso conciliante. «Se può aiutarti, non vederla come un modo di festeggiare i tuoi diciott’anni in sé, ma più come un modo per celebrare tutte le possibilità che ti si apriranno da ora in poi.» «Tipo acquistare alcolici nei supermercati!» esclama Zoe. Maryam alza appena un sopracciglio e si indica il chador con un palmo teso. «Sono musulmana.» «Ops, scusa.» Zoe si morde un labbro. «Allora… Acquistare alcolici nei supermercati per i tuoi amici miscredenti minorenni!» «Oppure…» interviene Emma prima che Maryam possa lanciarle un’altra occhiata gelida. «Una cosa tipo prendere la patente. O votare.»
Per oggi è tutto. Non so quanto riuscirò a scrivere domani a causa di vari impegni di famiglia, ma sicuramente ci proverò!
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lessism0r3 · 3 months ago
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and the winner is...
Mio padre è morto a seguito di un incidente col trattore.
A differenza di ciò che tutti credono non è rimasto schiacciato, si è solo fatto un volo di quasi tre metri spappolandosi tutte e tre le parti del bacino. Era uno che quando faceva una cosa la faceva bene, fino in fondo. Da quel giorno ho faticato a salire su quel trattore e a lavorarci come avevo sempre fatto . Da quel maledetto giorno, tutte le volte che ho lavorato in punti non perfettamente in pianura ho sempre avuto paura di ribaltarmi. Non so perché, però non sono mai più stato tranquillo come prima, nonostante tutte le volte che ci ho lavorato fin da ragazzo. Mi è rimasta la paura latente, squassante dentro al petto, di farmi male. Ogni volta che il trattore si inclinava di lato avevo paura si ribaltasse e mi tenevo pronto a saltare giù per scampare il pericolo...e sì che motivi per saltare dalla parte sbagliata comunque ne avrei avuti.
Per due anni, infatti, ho evitato di lavorare un terreno in particolare. È un uliveto con pendenze abbastanza accentuate e punti impervi che richiede molta attenzione e dove non avevo mai lavorato...perché mio padre era uno di quelli che ti faceva vedere come si fa, ma non ti faceva provare mai.
Oggi mi sono trovato, per forza di cose, a dover affrontare quel bastardo...dovevo necessariamente dopo una procrastinazione di due anni. Non ci ho dormito per tutta la notte. Sapevo di dover affrontare quel mostro silenzioso e lugubre che mi stava aspettando al varco e che per troppo tempo ho fatto finta di non vedere.
Così stamattina sono andato e l'ho affrontato in prima ridotta, con le gambe che mi facevano aldogiovanniegiacomo. Ho affrontato più volte lo stesso declivio, mi sono costretto a passarci ancora e ancora finché la paura piano piano si è trasformata in gusto.
La consapevolezza di sapere che stavo riuscendo a vincere quel demone mi inebriava. L' essere riuscito a venir fuori da quelle pendenze, da quei declivi mi ha dato un senso di euforia e nel contempo di pace. Ho pensato a ciò che mi avrebbe detto mio padre:"vedi?! Era semplicissimo!".
Ora che il sole lascia spazio alla metà esatta della luna, mentre mi fa male tutto, dopo un weekend di lavoro, ora che le mie mani sono piene di calli e credo mi sia nato un nuovo muscolo da qualche parte (che chiamerò Paolo)...mi viene da pensare a quanto siano belle le paure. Sono belle perché ti danno un ostacolo da superare, perché quando lo superi ti senti libero, libero davvero.
E oggi ho vinto io, ho vinto una mia paura grande, di quelle che non si dicono a nessuno, di quelle che fanno stringere i denti e ti svegliano alle tre di notte, di quelle che ti avvolgono e stritolano il cuore, di quelle che ti mettono davanti a te stesso, di quelle che forse muori.
Però oggi, da solo, in prima ridotta alla fine ho vinto io.
Da oggi sono più libero, ho una parte di me nuova di zecca - oltre al Muscolo Paolo ovviamente - e da oggi, dopo questo weekend da combattimento, posso tornare a farmi svegliare alle cinque e mezza da un motivo più valido, con gli occhi belli, i capelli colorati e un'anima grande così...
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drheinreichvolmer · 5 months ago
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IL CUORE DEL KAISER- PARTE 3
Dopo la loro audace fuga dal treno francese, Antal e Karl Franz si trovavano nascosti in una foresta vicino alla linea ferroviaria.
Estela e Maja intanto camminavano lungo un sentiero battuto, i loro volti segnati dalla preoccupazione ma determinati a ritrovare i loro amici perduti.
<< Non possiamo arrenderci ora. >> disse Estela.
Improvvisamente, sentirono un rumore provenire da un cespuglio poco distante. Le due donne si fermarono, trattenendo il respiro.
Dal cespuglio emerse una figura conosciuta: Antal , con il volto segnato dalla stanchezza e dalle difficoltà recenti. << Maja! Estela! >> chiamò, sollevato nel vederle.
<< Grazie al cielo, siete qui! >> esclamò Estela , correndo verso di lui.
<< Dove è Karl Franz ?! È con te? >> replicava Maja
Antal annuì, indicando un punto poco distante. << È ferito alla spalla , ma vivo. >>
Le due donne seguirono l'ungherese , il cuore battente di preoccupazione. Arrivarono a una piccola radura dove Karl Franz , giaceva contro un albero, visibilmente esausto ma vivo. Il suo volto si illuminò alla vista delle due donne.
Maja corse verso di lui , inginocchiandosi al suo fianco. << Sei vivo! >> disse, abbracciandolo con forza.
Estela si avvicinò e si inginocchiò accanto a loro, prendendo la mano dell'austriaco. "Grazie al cielo. >> disse in evidente apprensione.
Karl Franz sorrise debolmente. << È stata dura, ma abbiamo fottuto quei francesi! >>
Antal si avvicinò al resto del gruppo << E' stato un pazzo bastardo ma devo ammettere che ha delle idee brillanti. >> replicava beffardo.
Karl Franz si rivolse a tutti loro. << Dobbiamo rimetterci in marcia . I francesi potrebbero tornare da un momento all'altro. >> disse timorso.
L'ungherese divenne serio. << Suggerisco di fermarci da qualche parte per la notte , siamo esausti e tu hai bisogno di adeguate cure. >>
Estela annuì, determinata. << C'è una vecchia capanna non lontano da qui. Possiamo sostare lì. >>
Con cura e attenzione, il gruppo aiutò il principe a rialzarsi, sostenendolo mentre si dirigevano verso la capanna. Lungo il cammino,
Arrivati alla capanna, Estela e Maja si misero subito al lavoro per sistemare un giaciglio comodo per Karl Franz e preparare delle medicazioni con le risorse disponibili. Antal , nel frattempo, si assicurò che la zona fosse sicura.
La sera era calata silenziosa sulla foresta, avvolgendo la capanna in un manto di ombre e quiete. All'interno, una piccola lanterna diffondeva una luce calda, creando un'atmosfera intima e rassicurante. Karl Franz, era sdraiato su un giaciglio improvvisato, il corpo stanco e dolorante dalle ferite e dalle fatiche recenti. Estela si avvicinò con calma, portando con sé delle bende e un unguento per medicare le ferite del principe.
L'austriaco annuì, sentendo una leggera tensione mentre la donna iniziava a lavorare. Mentre la giovane sollevava la camicia per medicare una ferita i suoi occhi incontrarono la prova inequivocabile della verità: Karl Franz era una donna. Il cuore del principe batteva più veloce, temendo una reazione negativa da parte di Estela.
Estela rimase in silenzio per un momento, le sue mani delicate ma ferme nel continuare il lavoro. Karl Franz deglutì nervosamente, preparandosi a spiegare, a giustificarsi.
<< Estela.. io... devo spiegarti! >> iniziò , ma Estela lo interruppe dolcemente.
<< Non c'è bisogno di spiegazioni. >> disse la rossa , continuando a medicare con cura.
<< Lo sapevo già. >> aggiunse subito dopo.
Karl Franz la guardò sorpreso , cercando di comprendere. << Lo sapevi?! >>
Estela annuì, sollevando lo sguardo per incontrare quello del principe . << Sì, l'ho capito subito . Ma non ho mai detto nulla perché ciò che vedono i miei occhi non rappresentava la realtà. >>
Il principe rimase in silenzio, incapace di comprendere le parole.
Estela continuò, con una voce piena di comprensione e affetto. << Per me, Karl Franz è un uomo a tutti gli effetti, non importa cosa mostri il suo aspetto. È la tua forza, il tuo coraggio e il tuo cuore che lo rendono il mio Kaiser. >>
L'uomo sentì le lacrime riempirli gli occhi, un misto di sollievo e gratitudine.
<< Diavolo , non sai quanto queste parole significano per me.. >> replicava con voce rotta.
I due rimasero così per un momento, immersi in una comprensione silenziosa e profonda. Quella notte, sotto il cielo stellato e avvolte dalla quiete della foresta, il loro legame si rafforzò ancora di più, fondato su una fiducia e un affetto che andavano oltre le apparenze e le convenzioni.
La notte avvolgeva la capanna con la sua calma rassicurante, mentre la lanterna continuava a diffondere la sua luce calda. Karl Franz , ancora incredulo per le parole di Estela , sentiva una strana mescolanza di sollievo e trepidazione. Estela si sedette accanto a lui , con le mani che ancora trattenevano il calore del contatto.
Il cuore di Karl Franz batteva furiosamente, mentre il loro sguardo si intrecciava in un dialogo silenzioso. La donna sollevò una mano, accarezzando delicatamente il volto del principe . Il tocco era elettrizzante, e Karl Franz sentì una corrente di desiderio attraversargli il corpo.
<< Estela.. >> sussurrò , avvicinandosi di più, fino a sentire il respiro caldo dell'altra sulla sua pelle.
Estela non rispose a parole. Invece, colmò la distanza tra di loro, le labbra che si incontrarono in un bacio dolce ma carico di passione. Il principe sentì il mondo svanire intorno a loro, mentre il calore del bacio si diffondeva come un fuoco nel suo petto.
Le mani della donna si mossero con sicurezza, sfilando la giacca dell'uniforme e rivelando la pelle morbida e ferita. Ma in quel momento, non c'era spazio per il dolore, solo per il desiderio. Karl Franz rispose con la stessa intensità, le mani che esploravano il corpo di Estela , sentendo la sua pelle morbida e il battito del suo cuore.
Sotto la luce tremolante della lanterna, i due si persero l'una nell'altro. I baci divennero più profondi, le mani più audaci. Estela, con una delicatezza sorprendente, guidò Karl Franz a sdraiarsi, le loro labbra mai separate.
L'uomo sentì ogni tocco di Estela come una scintilla, il corpo che rispondeva con una fame che non aveva mai conosciuto. Estela sussurrava parole dolci tra un bacio e l'altro, le mani che esploravano ogni curva, ogni segreto.
<< Sei bellissimo mio Kaiser. >> sussurrò Estela , le labbra che tracciavano un percorso di fuoco lungo il collo del principe austriaco.
Egli gemette, sentendo un'ondata di piacere travolgerlo, dall'emozione e dal desiderio.
Le parole furono l'ultimo pezzo del puzzle. Con una passione rinnovata, si abbandonarono completamente l'una all'altro , i corpi che si univano in un ritmo antico e naturale. Ogni tocco, ogni bacio, era una promessa, una dichiarazione d'amore.
La notte fu loro complice, avvolgendole in un manto di stelle e segreti condivisi.
E mentre l'alba cominciava a tingere il cielo di rosa, I due giacevano insieme, il respiro calmo e sincronizzato, i cuori finalmente in pace.
Nel frattempo, nel castello, la situazione era disperata. Il Kaiser , era venuto a mancare, lasciando un vuoto di potere e una nazione vulnerabile. Edna in piedi nel grande salone del trono, il volto pallido e gli occhi pieni di preoccupazione.
Di fronte a lei, l'imperatore francese la osservava con uno sguardo predatorio.
<< Sei disperata mia cara fanciulla , il tuo regno senza un monarca è sull'orlo della rovina. Il tuo popolo soffrirà ma c'è ancora una speranza per voi. >> disse l'imperatore francese.
<< Se vi aspettate che io diventi vostra moglie e vi ceda l'impero vi sbagliate di grosso signore , preferisco morire che diventare moglie vostra e tradire il mio popolo! >> replica Edna con durezza.
<< Il tuo rifiuto potrebbe condurre la tua gente alla rovina , vostro padre vorrebbe vedervi assicurare la protezione al vostro popolo. >> rispose il sovrano con voce fredda.
Edna tremò, combattuta tra il dovere verso il suo popolo e il disgusto per l'uomo di fronte a lei.
L'imperatore si avvicinò, il sorriso crudele sulle labbra. << Fallo e come regalo di nozze concederò al tuo prezioso fratello di continuare a vivere , in esilio ovviamente ma pur sempre vivo. >>
Edna in un primo momento era confusa da quella affermazione , di quale fratello parlava poi ad un tratto realizzò che probabilmente si riferisse ad Astrid.
Edna poi chiuse gli occhi, sentendo il peso della responsabilità gravare su di lei. << D'accordo ma ricorda ai dato la tua parola , la mia gente e la mia famiglia dovrà soffrire. >>
Il gruppo di viaggiatori intanto avanzava lungo il sentiero, guidato dalla determinazione di raggiungere finalmente il campo militare.
Quando arrivarono al campo, tuttavia, la scena che si presentò ai loro occhi fu ben diversa da quella che avevano immaginato. Il caos regnava sovrano. Le tende erano abbattute, i fuochi spenti e i soldati superstiti vagavano senza meta, con lo sguardo perso e il morale a terra. Karl Franz sentì il cuore affondare nel petto.
<< Ma cosa diavolo è successo qui?! >> chiese Altan con voce dura come il ferro.
Un soldato superstite, con il volto segnato dalla fatica e dalla disperazione, si avvicinò.
<< Sono stati i francesi.. ci hanno colto di sopreso , hanno distrutto tutto! Non c'è più cibo , non c'è più acqua , chi è ancora vivo non vuole più saperne di questa maledetta guerra! >>
Karl Franz serrò i pugni, l'angoscia che si trasformava in rabbia. << Dove sono adesso? >>
Il soldato spiegò che l'esercito francese guidato da l'imperatore Claude Le Blanc era diretto a sud.
L'austriaco dopo un attimo di riflessione sgranò gli occhi sconvolto. << A sud.. Erkengard! Quel bastardo sta andando nella mia terra. >>
Il soldato scosse la testa, gli occhi vuoti. << Non c'è più speranza. >>
Karl Franz sentì un brivido gelido attraversarle la schiena. La sua città natale, la sua famiglia... Edna. Doveva fare qualcosa.
<< Quel mangia lumache non l'avrà vinta. Radunate i soldati..! >> ordinò l'austriaco.
<< Col dovuto rispetto , siamo un numero nettamente inferiore.. anche tutti insieme non avremo la minima speranza di farcela! >> replicava il soldato.
<< Mi addolora ammetterlo ma questo tizio ha ragione Franz , siamo pochi e non abbiamo un piano come pensiamo di poterci riuscire! >> disse Antal sospirando.
<< Come?! Te lo dico io come facciamo , come quando siamo partiti per l'ignoto e come quando ci siamo lanciati da un treno in corsa! I francesi hanno perso una volta e perderanno ancora una volta , chi è con me?! >> gridò Karl Franz.
Estela annuì, il suo sguardo pieno di determinazione. << Non mi risulti che al fianco dei francesi combatta una strega. >>
Maja, con il cuore pesante ma la risolutezza negli occhi annuì.
Antal sbuffò rivolgendo lo sguardo altrove. << Non posso crederci che io debba davvero combattere al fianco di un austriaco.. >>
<< E se invece fosse un amico? >> replicò Karl Franz accennando un sorriso.
Antal ricambiò lo sguardo prima di fare a sua volta un sorriso.
Con una nuova determinazione, il gruppo si preparò a partire, sapendo che il destino di tutti dipendeva dalle loro azioni. La battaglia finale si avvicinava, e con essa, forse la speranza di un futuro migliore.
Itanto ad Erkengard l'intero popolo era in trepidazione per le imminenti nozze, ma il volto della principessa tradiva una profonda tristezza. Vestita di un abito bianco sontuoso, con il velo che le copriva il viso, Edna camminava lentamente lungo la navata, sentendo il peso del suo dovere verso il popolo. Sapeva che l'unione con l'imperatore francese avrebbe garantito la loro sicurezza, ma a quale costo?
Le campane della cattedrale risuonavano malinconiche nella fredda aria del mattino, mentre il cielo sopra la città era coperto da nuvole grigie che sembravano riflettere il cuore della principessa austriaca.
Mentre la cerimonia si avvicinava al culmine, l'esercito di Karl Franz, avanzava con determinazione verso le truppe francesi schierate a difesa del castello. Gli stendardi sventolavano fieri, e i soldati, rinnovati nel morale, marciavano con una forza che non avrebbero mai immaginato di possedere.
Estela , con il volto deciso e gli occhi pieni di concentrazione, si alzò in volo. Con un gesto della mano, evocò una potente raffica di vento che fece volare via le frecce nemiche prima che potessero colpire i suoi compagni. Il suo potere di strega, un tempo segreto e temuto, era ora un'arma formidabile contro gli invasori francesi. Le sue parole risuonavano nell'aria, e ognuna di esse sembrava dare vita a una nuova forza naturale: alberi che si animavano per bloccare il passaggio, fuochi che divampavano per respingere i soldati nemici.
<< Avanti , per il Kaiser e per la nostra libertà! >> gridò Antal con la sua spada che brillava sotto i lampi di luce creati dalle magie di Estela.
Karl Franz sentiva il cuore batteva forte nel petto mentre si avvicinava al castello, sentendo la tensione crescere. Il suono delle spade che si incrociavano, i grida di guerra e i boati delle esplosioni magiche creavano una sinfonia caotica intorno a loro, ma manteneva la concentrazione su un solo obiettivo: raggiungere Edna e fermare quel matrimonio prima che fosse troppo tardi.
La battaglia infuriava con una ferocia inarrestabile fuori dal castello, il clangore delle spade e le urla dei soldati riempivano l'aria. Antal , con la sua spada sguainata e la determinazione negli occhi, guidava gli uomini contro l'assalto francese. I soldati dell'imperatore francese erano ben addestrati, ma l'unità e la determinazione dell'esercito di Karl Franz li rendevano formidabili.
Estela dall'alto scatenava la sua magia con precisione mortale. Le sue mani si muovevano in intricate forme, evocando fiamme che ardevano attraverso le linee nemiche e barriere di vento che respingevano gli attacchi. Ogni incantesimo era una manifestazione del suo potere, un baluardo contro l'invasione.
Maja, inizialmente vista come la sorella minore impacciata, si rivelò una formidabile arciera. Con una rapidità sorprendente, scagliava frecce con precisione letale, colpendo i nemici con una mira infallibile. Le sue frecce sembravano danzare nell'aria, trovando sempre il loro bersaglio.
Antal urlò ai soldati, incitandoli a non cedere.
Estela, coperta di sudore e con i capelli disordinati dal vento magico, si girò verso Karl Franz.
<< Ci pensiamo noi a tenerli occupati , tu pensa a trovare Edna! >>
Karl Franz annuì, lo sguardo era determinato.
Con uno sguardo d'intesa, Estela e Antal continuarono a combattere con rinnovato vigore, proteggendo le spalle di Karl Franz mentre questi si faceva strada verso l'ingresso del palazzo. Maja con una serie di colpi precisi, abbatté i nemici che tentavano di avvicinarsi troppo a Karl Franz.
Una volta vicino all'ingresso del castello, Karl Franz si fermò per un momento, guardando indietro verso i suoi alleati. << Siate prudenti.. >> pensò , prima di sparire all'interno delle mura del castello.
All'interno del castello, le voci del prete che officiava la cerimonia si mescolavano con il rumore distante della battaglia. Edna, con gli occhi velati dalle lacrime, ascoltava distrattamente le parole, sapendo che il suo destino era ormai deciso. L'imperatore francese, con il suo sorriso freddo e calcolatore, la osservava come un predatore che ha finalmente catturato la sua preda.
Quando il prete si interruppe per pronunciare le parole finali, un'esplosione risuonò fuori dalla cattedrale, facendo tremare le mura. Edna si voltò di scatto, il cuore che accelerava. Le porte del castello furono spalancate, e tra la nebbia e il fumo, apparve la figura di Karl Franz, con la spada sguainata e lo sguardo determinato.
<< Vi ordino di fermare questo matrimonio! >> gridò Karl Franz, la sua voce era piena di autorità.
Edna osserò l'uomo in uniforme , il suo cuore le fece immediatamente riconoscere che sotto a quella divisa rovinata , sporca di terra e sangue c'era sua sorella minore Astrid.
L'imperatore francese estrasse la sua spada, pronto a difendere il suo dominio.
Nel frattempo, fuori, Antal combatteva con abilità e ferocia, la sua spada incontrando quella di un ufficiale francese in un duello mozzafiato. Estela , con un gesto, creò una barriera di fuoco che costrinse i nemici a ritirarsi momentaneamente, dando all'ungherese il vantaggio di cui aveva bisogno per sconfiggere l'ufficiale.
Con Estela e Antal he combattevano con determinazione e Maja che eliminava i nemici da lontano, l'esercito francese iniziò a vacillare. La loro resistenza incrollabile e il coordinamento perfetto stavano facendo la differenza.
<< Sei arrivato fin qui vivo , complimenti. Ma la tua battaglia finisce qui! >> disse l'imperatore, la voce colma di disprezzo. "
<< Sbagli, imperatore , la battaglia inizia adesso. >> rispose Karl Franz, il tono deciso.
Le spade si incrociarono con un clangore assordante. Il duello era feroce, con entrambi i combattenti che mettevano in campo tutte le loro abilità. Karl Franz, con movimenti rapidi e precisi, cercava di trovare un'apertura nella difesa dell'imperatore. Quest'ultimo, con la sua esperienza e forza bruta, contrattaccava con colpi potenti e determinati.
Il suono delle lame riempiva la sala del trono, mentre il sudore scorreva sulla fronte di Karl Franz. Ogni colpo veniva parato o schivato con maestria, ma l'imperatore francese era un avversario formidabile.
Un fendente particolarmente violento di quest'ultimo colpì Karl Franz al volto, facendolo cadere all'indietro con un grido di dolore. Sentì un bruciore acuto attraversare l'occhio destro e il sangue iniziare a scorrere.
L'imperatore francese si fermò, osservando il sangue che sgorgava dalla ferita di Karl Franz.
Karl Franz si rialzò con difficoltà, la mano premuta sull'occhio ferito. Con una fitta di dolore, sentì che la vista dall'occhio destro era andata. Tuttavia, non si arrese. Stringendo i denti, sollevò di nuovo la spada, pronta a continuare il combattimento.
L'imperatore francese, con uno scatto improvviso, riuscì a disarmarlo, facendogli cadere la spada di mano. Karl Franz si trovò disarmato e ferito, il respiro affannoso.
<< Saresti dovuto morire in quel fiume , avresti sofferto meno , Kaiser. >> disse l'imperatore, avvicinandosi con un ghigno trionfante , prima di squarciare con la spada l'uniforme dell'austriaco.
Fuori, Estela , Antal e Maja continuavano a resistere. Emma, con un potente incantesimo, sollevò una colonna di pietre dal suolo, abbattendola sui nemici come un martello gigantesco. Antal , con un urlo di battaglia, guidò una carica che spezzò le linee francesi, mentre Maja, dall'alto di una collina vicina, eliminava con precisione ogni minaccia.
<< Non mollate! >> gridò Estela , la voce piena di determinazione.
Nel mentre l'imperatore francese si avvinò a Karl Franz per afferrare il suo volto e costringerlo a guardarlo, si fermò, osservando a terra i baffi finti.
<< Aspetta un momento.. Tu sei una donna! >> disse il monarca scioccato.
Karl Franz, ancora dolorante, lo guardò con sfida.
L'imperatore francese esplose in una risata crudele. << Una donna che osa sfidare un imperatore? Ridicolo! È questo il miglior guerriero che l'Austria ha da offrire? Una donnicciola travestita da uomo? >> l'imperatore continuò a deridere Karl Franz.
Le sue parole tagliavano come lame, ma Karl Franz non si lasciò intimidire.
Poi colpì l'imperatore al volto con un pugno, facendolo barcollare all'indietro.
<< Non puoi seriamente pensare di vincere , sei una donna! Una donna non può fermarmi! >> tuonò la voce dell'imperatore francese.
Quando il monarca attaccò con la sua spada , l'austriaco riuscì a disarmalo impadronendosi della spada del suo avversario
<< Ma io non sono una donna. >> replicò Karl Franz per poi trafiggerlo al basso ventre.
Karl Franz, ormai senza forze, crollò a terra , mentre l'oscurità iniziava a invadere la sua vista.
Edna corse verso Karl Franz, il volto segnato dalla preoccupazione.
<< Astrid! >> esclamò, inginocchiandosi accanto . Le mani tremanti raggiunsero il viso ferito della sorella, accarezzando con delicatezza il suo volto insanguinato.
Maja , Antal , ed Estela entrarono nella sala del trono poco dopo. I loro sguardi passarono rapidamente dall'imperatore francese sconfitto a Karl Franz, che giaceva tra le braccia della sorella maggiore. La tensione della battaglia si dissolveva lentamente, ma un'altra preoccupazione si faceva strada nei pensieri del principe.
<< Abbiamo vinto! >> disse Maja, avvicinandosi a loro con un sorriso tirato.
<< Beh adesso che è tutto finito , mi toccherà tornare ad essere Astrid. >> replicava Karl Franz nascondendo un velo di amarezza.
Estela si avvicinò, mettendo una mano gentile sulla spalla di Karl Franz. << Posso usare la mia magia per renderti davvero un uomo, se lo desideri. Così finalmente potresti essere te stesso, per sempre. >>
Le parole di Estela lo colpirono profondamente, risvegliando in lui una speranza che credeva perduta , ma allo stesso tempo c'era sempre quella paura che un cambiamento così radicale avrebbe significato perdere l'affetto dei sui cari , sopratutto di Edna.
<< Sapete , devo ammettere che era più bella con i baffi >> disse ridacchiando Edna.
<< Ma.. Edna.. >> replicò Karl Franz confuso.
<< Va bene così.. non importa chi tu sia , io sarò sempre la tua sorellona. >> ribatteva
Estela annuì, un sorriso dolce e rassicurante sul volto , poi chiuse gli occhi e concentrandosi. Le sue mani si sollevarono lentamente, e una luce calda e dorata iniziò a irradiarsi dalle sue dita, avvolgendo Karl Franz in un abbraccio luminoso. La magia riempì la stanza, una forza gentile ma potente che trasformò ogni molecola del suo corpo.
Sotto lo sguardo attento di Edna , Maja e Antal , Karl Franz cambiò. I lineamenti del viso divennero più definiti, i muscoli più robusti, la figura completamente maschile. Ma il cambiamento più importante fu negli occhi: un tempo pieni di sofferenza e confusione, ora brillavano di una nuova consapevolezza e pace interiore.
Quando la luce si dissipò, davanti a loro stava un uomo, non più una principessa travestita.
Karl Franz si guardò le mani, toccò i morbidi baffi imperiali color nocciola e per la prima volta si sentì completo.
Le due sorelle corsero ad abbracciarlo commosse.
<< Benvenuto nel tuo vero io.. >> disse Edna per prima.
<< Adesso sei finalmente libero , fratello mio! >> aggiunse Maja in lacrime.
Karl Franz, sentendo l'amore e il sostegno delle sue sorelle, sorrise .
Finalmente, un sorriso pieno e sincero.
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tarditardi · 8 months ago
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Gianfranco Bortolotti, produttore discografico storico, punta sui videogame
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"Insieme, gaming, musica e moda formano una triade di potere economico nell'industria dell'intrattenimento moderno", racconta Gianfranco Bortolotti, carismatico produttore musicale e talent scout conosciuto per il successo assoluto della dance music di Media Records. "Ognuno di essi contribuisce alla creazione di un panorama culturale diversificato, in evoluzione. La sinergia tra videogiochi, moda ed industria musicale può portare a collaborazioni innovative e nuove esperienze di intrattenimento per un pubblico più ampio".
Per chi non lo sapesse, Gianfranco Bortolotti, per tutti GFB, produttore discografico da più o meno 250 dischi d'oro, d'argento o di platino, ha segnato la storia della dance italiana nel mondo con la sua creatura, la già citata Media Records. Tra gli artisti ed i progetti lanciati negli anni ecco Cappella, 49ers, Gigi D'Agostino, Mauro Picotto. Solo dance? Assolutamente no: Bortolotti scoprì tra gli altri Fabio Volo e più recentemente ha lanciato Mr Rain, il rapper Il Ghost e pure Blind. Oggi, mentre continua ad occuparsi di musica, Gianfranco segue anche gli Arcade Boyz,  youtuber da 550.000 iscritti che raccontano la scena trap italiana... e non solo.  La sua pagina Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Bortolotti, racconta almeno in parte la sua importanza nel mercato discografico dance, che continua ancora oggi con il rilancio della storica label house underground UMM.
Se Bortolotti punta sul gaming, in progetti ancora top secret nei dettagli ma non certo nella direzione, c'è da credergli. Infatti, anche se sui media dedicati agli adulti, strapieni di gossip e politica se ne parla poco, l'industria dei videogiochi ha conosciuto una crescita esponenziale, diventando uno dei settori più redditizi.  "I videogame ormai una forma d'arte complessa, che coinvolge milioni di persone di tutte le età e background. Il gaming influisce sulla cultura popolare attraverso l'innovazione tecnologica, la narrazione coinvolgente e la creazione di comunità online", spiega Bortolotti. 
Viene da fare un parallelismo tra gaming attuale ed Italo Disco, da te sperimentata quasi per caso in passato
"Non sapevo che sarebbe poi diventata una tendenza europea, l'italo disco. Eravamo a metà degli anni 80, nel pieno dell'esplosione del fenomeno moda, tentavamo di dire la nostra con la musica. Dopo i primi tentativi, decisi di proseguire da solo la mia avventura e dopo un paio d'anni sono riuscito cogliere il nuovo fenomeno planetario detto House Music, certamente fra i primi al mondo, e farne la mia ragione di vita".
Non cogliesti solo l'aspetto artistico di questo nuovo fenomeno.
"Fui protagonista soprattutto della riorganizzazione del mestiere di produttore musicale, e imprenditore dello stesso, con la prima versione degli studi di registrazione moderni, spingendo sull'innovazione tecnologica e sulla creazione di una forza creativa che prima non si era mai vista. Con Media Records gestivamo 20 studi, tra l'Italia e Londra, decine di musicisti e dj che interagivano tra loro".
Fu una rivoluzione, in pratica.
"Proponevo e propongo ancora musica 'commerciale', un aggettivo  che non denota affatto qualità scarsa o una mancanza di ricerca, bensì è fondata su una rigorosa attenzione alla qualità tecnica e artistica. Si combinano fattori, tra cui la qualità tecnica e artistica della produzione, la dimensione e la credibilità degli artisti, la visione dei leader. Alla fine del ciclo, quando la bassa qualità a basso costo diviene una via che troppi percorrono, ecco la fine del ciclo di vita del genere musicale in questione".
Il futuro dell'industria musicale dove va se parliamo di techno, tech house, urban e trap?
"L'industria mondiale sta lottando affinché i guadagni non rimangano solo nelle mani delle piattaforme. È un momento di transizione, con miglioramenti nelle percentuali distribuite, nelle quote e nel turnover complessivo del mercato della musica mondiale. Nuovi territori si stanno aprendo e adeguando al nuovo modello, come la Russia, la Cina e il Medio Oriente, che stanno accettando le regole dei mercati occidentali".
Al momento, il genere dominante nel mondo è la trap o sue varianti, come l'urban. 
"Questo genere, essendo cantato nella lingua locale, migliora le condizioni del mercato interno. Tuttavia, house e tecno, anche se attualmente sacrificati dalle generazioni più giovani, sopravvivono, e stanno aspettando il momento giusto per riconquistare terreno nei mercati domestici. Ci vorranno 2o 3 anni, ma si intravede un ritorno dell'egemonia della dance, soprattutto della techno, notoriamente più esclusiva ed elettiva. La dance rimane una realtà trasversale, capace di far ballare tutti ovunque".
Gianfranco, quest'anno sono 40 di lavoro, di esperienze, di racconti. 
"Resta memorabile  la consegna del triplo disco di platino a Gigi D'Agostino, a Vienna, per il mercato del GAS (Germania, Austria, Svizzera), dove arrivammo nella classifica dell'anno degli artisti più influenti primi davanti a Madonna e agli U2. Fu una cerimonia molto simile alla consegna dei Grammy o degli Oscar. Prevalse il sentimento che mi legava a Gigi, con cui, per almeno 10 anni, condivisi i giorni e le notti in studio. L'album era 'L'Amour Toujours', ad oggi il più suonato nei locali, nei palazzetti, negli stadi di tutto il mondo".
Un cenno al primo MTV Awards, nel 1994, a Berlino.
"La gigantesca tenso-struttura, con un lato che si affacciava sulla porta di Brandeburgo, ha ospitato fino a 3000 persone. C'erano Prince, gli U2, Aerosmith, Roxette e George Michael. C'era il nostro Eros Ramazzotti. Ci trovavamo a condividere le patatine di un McDonalds con Bono e Prince".
L'avvento dell'intelligenza artificiale offre opportunità inedite.
"Credo che il mio approccio strategico e creativo possa essere fondamentale nel guidare lo sviluppo e l'uso di queste tecnologie. Le intelligenze artificiali personalizzate potrebbero diventare uno strumento prezioso per migliorare il lavoro, ma sarà sempre importante che la mia intuizione creatività guidino il processo".
Con la moda possiamo individuare parallelismi e sinergie.
"Sono in realtà molteplici, da analizzare con attenzione. Dall'espressione creativa personale che accomuna entrambi i campi, al fatto che tendenze e stili nel mondo della moda spesso rispecchiano o anticipano i movimenti culturali e musicali dominanti. Fondamentale è poi analizzare il link tra musicisti e marchi di moda, in grado di generare progetti creativi unici in contesti come sfilate o come la pubblicità. Per finire, spettacoli di moda e concerti combinano performance artistiche e attraggono l'attenzione mediatica: sono occasioni perfette per lanciare prodotti nuovi. La moda e la musica impattano nella cultura popolare, plasmando stili di vita".
Dunque si torna alla triade di partenza.
"Videogame, musica e moda rappresentano un'importante fonte di potere economico nell'industria dell'intrattenimento moderno. Questi settori hanno un impatto significativo sulla cultura popolare e influenzano tendenze e comportamenti dei consumatori in tutto il mondo".
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djs-party-edm-italia · 8 months ago
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Gianfranco Bortolotti, produttore discografico storico, punta sui videogame
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"Insieme, gaming, musica e moda formano una triade di potere economico nell'industria dell'intrattenimento moderno", racconta Gianfranco Bortolotti, carismatico produttore musicale e talent scout conosciuto per il successo assoluto della dance music di Media Records. "Ognuno di essi contribuisce alla creazione di un panorama culturale diversificato, in evoluzione. La sinergia tra videogiochi, moda ed industria musicale può portare a collaborazioni innovative e nuove esperienze di intrattenimento per un pubblico più ampio".
Per chi non lo sapesse, Gianfranco Bortolotti, per tutti GFB, produttore discografico da più o meno 250 dischi d'oro, d'argento o di platino, ha segnato la storia della dance italiana nel mondo con la sua creatura, la già citata Media Records. Tra gli artisti ed i progetti lanciati negli anni ecco Cappella, 49ers, Gigi D'Agostino, Mauro Picotto. Solo dance? Assolutamente no: Bortolotti scoprì tra gli altri Fabio Volo e più recentemente ha lanciato Mr Rain, il rapper Il Ghost e pure Blind. Oggi, mentre continua ad occuparsi di musica, Gianfranco segue anche gli Arcade Boyz,  youtuber da 550.000 iscritti che raccontano la scena trap italiana... e non solo.  La sua pagina Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Bortolotti, racconta almeno in parte la sua importanza nel mercato discografico dance, che continua ancora oggi con il rilancio della storica label house underground UMM.
Se Bortolotti punta sul gaming, in progetti ancora top secret nei dettagli ma non certo nella direzione, c'è da credergli. Infatti, anche se sui media dedicati agli adulti, strapieni di gossip e politica se ne parla poco, l'industria dei videogiochi ha conosciuto una crescita esponenziale, diventando uno dei settori più redditizi.  "I videogame ormai una forma d'arte complessa, che coinvolge milioni di persone di tutte le età e background. Il gaming influisce sulla cultura popolare attraverso l'innovazione tecnologica, la narrazione coinvolgente e la creazione di comunità online", spiega Bortolotti. 
Viene da fare un parallelismo tra gaming attuale ed Italo Disco, da te sperimentata quasi per caso in passato
"Non sapevo che sarebbe poi diventata una tendenza europea, l'italo disco. Eravamo a metà degli anni 80, nel pieno dell'esplosione del fenomeno moda, tentavamo di dire la nostra con la musica. Dopo i primi tentativi, decisi di proseguire da solo la mia avventura e dopo un paio d'anni sono riuscito cogliere il nuovo fenomeno planetario detto House Music, certamente fra i primi al mondo, e farne la mia ragione di vita".
Non cogliesti solo l'aspetto artistico di questo nuovo fenomeno.
"Fui protagonista soprattutto della riorganizzazione del mestiere di produttore musicale, e imprenditore dello stesso, con la prima versione degli studi di registrazione moderni, spingendo sull'innovazione tecnologica e sulla creazione di una forza creativa che prima non si era mai vista. Con Media Records gestivamo 20 studi, tra l'Italia e Londra, decine di musicisti e dj che interagivano tra loro".
Fu una rivoluzione, in pratica.
"Proponevo e propongo ancora musica 'commerciale', un aggettivo  che non denota affatto qualità scarsa o una mancanza di ricerca, bensì è fondata su una rigorosa attenzione alla qualità tecnica e artistica. Si combinano fattori, tra cui la qualità tecnica e artistica della produzione, la dimensione e la credibilità degli artisti, la visione dei leader. Alla fine del ciclo, quando la bassa qualità a basso costo diviene una via che troppi percorrono, ecco la fine del ciclo di vita del genere musicale in questione".
Il futuro dell'industria musicale dove va se parliamo di techno, tech house, urban e trap?
"L'industria mondiale sta lottando affinché i guadagni non rimangano solo nelle mani delle piattaforme. È un momento di transizione, con miglioramenti nelle percentuali distribuite, nelle quote e nel turnover complessivo del mercato della musica mondiale. Nuovi territori si stanno aprendo e adeguando al nuovo modello, come la Russia, la Cina e il Medio Oriente, che stanno accettando le regole dei mercati occidentali".
Al momento, il genere dominante nel mondo è la trap o sue varianti, come l'urban. 
"Questo genere, essendo cantato nella lingua locale, migliora le condizioni del mercato interno. Tuttavia, house e tecno, anche se attualmente sacrificati dalle generazioni più giovani, sopravvivono, e stanno aspettando il momento giusto per riconquistare terreno nei mercati domestici. Ci vorranno 2o 3 anni, ma si intravede un ritorno dell'egemonia della dance, soprattutto della techno, notoriamente più esclusiva ed elettiva. La dance rimane una realtà trasversale, capace di far ballare tutti ovunque".
Gianfranco, quest'anno sono 40 di lavoro, di esperienze, di racconti. 
"Resta memorabile  la consegna del triplo disco di platino a Gigi D'Agostino, a Vienna, per il mercato del GAS (Germania, Austria, Svizzera), dove arrivammo nella classifica dell'anno degli artisti più influenti primi davanti a Madonna e agli U2. Fu una cerimonia molto simile alla consegna dei Grammy o degli Oscar. Prevalse il sentimento che mi legava a Gigi, con cui, per almeno 10 anni, condivisi i giorni e le notti in studio. L'album era 'L'Amour Toujours', ad oggi il più suonato nei locali, nei palazzetti, negli stadi di tutto il mondo".
Un cenno al primo MTV Awards, nel 1994, a Berlino.
"La gigantesca tenso-struttura, con un lato che si affacciava sulla porta di Brandeburgo, ha ospitato fino a 3000 persone. C'erano Prince, gli U2, Aerosmith, Roxette e George Michael. C'era il nostro Eros Ramazzotti. Ci trovavamo a condividere le patatine di un McDonalds con Bono e Prince".
L'avvento dell'intelligenza artificiale offre opportunità inedite.
"Credo che il mio approccio strategico e creativo possa essere fondamentale nel guidare lo sviluppo e l'uso di queste tecnologie. Le intelligenze artificiali personalizzate potrebbero diventare uno strumento prezioso per migliorare il lavoro, ma sarà sempre importante che la mia intuizione creatività guidino il processo".
Con la moda possiamo individuare parallelismi e sinergie.
"Sono in realtà molteplici, da analizzare con attenzione. Dall'espressione creativa personale che accomuna entrambi i campi, al fatto che tendenze e stili nel mondo della moda spesso rispecchiano o anticipano i movimenti culturali e musicali dominanti. Fondamentale è poi analizzare il link tra musicisti e marchi di moda, in grado di generare progetti creativi unici in contesti come sfilate o come la pubblicità. Per finire, spettacoli di moda e concerti combinano performance artistiche e attraggono l'attenzione mediatica: sono occasioni perfette per lanciare prodotti nuovi. La moda e la musica impattano nella cultura popolare, plasmando stili di vita".
Dunque si torna alla triade di partenza.
"Videogame, musica e moda rappresentano un'importante fonte di potere economico nell'industria dell'intrattenimento moderno. Questi settori hanno un impatto significativo sulla cultura popolare e influenzano tendenze e comportamenti dei consumatori in tutto il mondo".
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sounds-right · 8 months ago
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Gianfranco Bortolotti, produttore discografico storico, punta sui videogame
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"Insieme, gaming, musica e moda formano una triade di potere economico nell'industria dell'intrattenimento moderno", racconta Gianfranco Bortolotti, carismatico produttore musicale e talent scout conosciuto per il successo assoluto della dance music di Media Records. "Ognuno di essi contribuisce alla creazione di un panorama culturale diversificato, in evoluzione. La sinergia tra videogiochi, moda ed industria musicale può portare a collaborazioni innovative e nuove esperienze di intrattenimento per un pubblico più ampio".
Per chi non lo sapesse, Gianfranco Bortolotti, per tutti GFB, produttore discografico da più o meno 250 dischi d'oro, d'argento o di platino, ha segnato la storia della dance italiana nel mondo con la sua creatura, la già citata Media Records. Tra gli artisti ed i progetti lanciati negli anni ecco Cappella, 49ers, Gigi D'Agostino, Mauro Picotto. Solo dance? Assolutamente no: Bortolotti scoprì tra gli altri Fabio Volo e più recentemente ha lanciato Mr Rain, il rapper Il Ghost e pure Blind. Oggi, mentre continua ad occuparsi di musica, Gianfranco segue anche gli Arcade Boyz,  youtuber da 550.000 iscritti che raccontano la scena trap italiana... e non solo.  La sua pagina Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Bortolotti, racconta almeno in parte la sua importanza nel mercato discografico dance, che continua ancora oggi con il rilancio della storica label house underground UMM.
Se Bortolotti punta sul gaming, in progetti ancora top secret nei dettagli ma non certo nella direzione, c'è da credergli. Infatti, anche se sui media dedicati agli adulti, strapieni di gossip e politica se ne parla poco, l'industria dei videogiochi ha conosciuto una crescita esponenziale, diventando uno dei settori più redditizi.  "I videogame ormai una forma d'arte complessa, che coinvolge milioni di persone di tutte le età e background. Il gaming influisce sulla cultura popolare attraverso l'innovazione tecnologica, la narrazione coinvolgente e la creazione di comunità online", spiega Bortolotti. 
Viene da fare un parallelismo tra gaming attuale ed Italo Disco, da te sperimentata quasi per caso in passato
"Non sapevo che sarebbe poi diventata una tendenza europea, l'italo disco. Eravamo a metà degli anni 80, nel pieno dell'esplosione del fenomeno moda, tentavamo di dire la nostra con la musica. Dopo i primi tentativi, decisi di proseguire da solo la mia avventura e dopo un paio d'anni sono riuscito cogliere il nuovo fenomeno planetario detto House Music, certamente fra i primi al mondo, e farne la mia ragione di vita".
Non cogliesti solo l'aspetto artistico di questo nuovo fenomeno.
"Fui protagonista soprattutto della riorganizzazione del mestiere di produttore musicale, e imprenditore dello stesso, con la prima versione degli studi di registrazione moderni, spingendo sull'innovazione tecnologica e sulla creazione di una forza creativa che prima non si era mai vista. Con Media Records gestivamo 20 studi, tra l'Italia e Londra, decine di musicisti e dj che interagivano tra loro".
Fu una rivoluzione, in pratica.
"Proponevo e propongo ancora musica 'commerciale', un aggettivo  che non denota affatto qualità scarsa o una mancanza di ricerca, bensì è fondata su una rigorosa attenzione alla qualità tecnica e artistica. Si combinano fattori, tra cui la qualità tecnica e artistica della produzione, la dimensione e la credibilità degli artisti, la visione dei leader. Alla fine del ciclo, quando la bassa qualità a basso costo diviene una via che troppi percorrono, ecco la fine del ciclo di vita del genere musicale in questione".
Il futuro dell'industria musicale dove va se parliamo di techno, tech house, urban e trap?
"L'industria mondiale sta lottando affinché i guadagni non rimangano solo nelle mani delle piattaforme. È un momento di transizione, con miglioramenti nelle percentuali distribuite, nelle quote e nel turnover complessivo del mercato della musica mondiale. Nuovi territori si stanno aprendo e adeguando al nuovo modello, come la Russia, la Cina e il Medio Oriente, che stanno accettando le regole dei mercati occidentali".
Al momento, il genere dominante nel mondo è la trap o sue varianti, come l'urban. 
"Questo genere, essendo cantato nella lingua locale, migliora le condizioni del mercato interno. Tuttavia, house e tecno, anche se attualmente sacrificati dalle generazioni più giovani, sopravvivono, e stanno aspettando il momento giusto per riconquistare terreno nei mercati domestici. Ci vorranno 2o 3 anni, ma si intravede un ritorno dell'egemonia della dance, soprattutto della techno, notoriamente più esclusiva ed elettiva. La dance rimane una realtà trasversale, capace di far ballare tutti ovunque".
Gianfranco, quest'anno sono 40 di lavoro, di esperienze, di racconti. 
"Resta memorabile  la consegna del triplo disco di platino a Gigi D'Agostino, a Vienna, per il mercato del GAS (Germania, Austria, Svizzera), dove arrivammo nella classifica dell'anno degli artisti più influenti primi davanti a Madonna e agli U2. Fu una cerimonia molto simile alla consegna dei Grammy o degli Oscar. Prevalse il sentimento che mi legava a Gigi, con cui, per almeno 10 anni, condivisi i giorni e le notti in studio. L'album era 'L'Amour Toujours', ad oggi il più suonato nei locali, nei palazzetti, negli stadi di tutto il mondo".
Un cenno al primo MTV Awards, nel 1994, a Berlino.
"La gigantesca tenso-struttura, con un lato che si affacciava sulla porta di Brandeburgo, ha ospitato fino a 3000 persone. C'erano Prince, gli U2, Aerosmith, Roxette e George Michael. C'era il nostro Eros Ramazzotti. Ci trovavamo a condividere le patatine di un McDonalds con Bono e Prince".
L'avvento dell'intelligenza artificiale offre opportunità inedite.
"Credo che il mio approccio strategico e creativo possa essere fondamentale nel guidare lo sviluppo e l'uso di queste tecnologie. Le intelligenze artificiali personalizzate potrebbero diventare uno strumento prezioso per migliorare il lavoro, ma sarà sempre importante che la mia intuizione creatività guidino il processo".
Con la moda possiamo individuare parallelismi e sinergie.
"Sono in realtà molteplici, da analizzare con attenzione. Dall'espressione creativa personale che accomuna entrambi i campi, al fatto che tendenze e stili nel mondo della moda spesso rispecchiano o anticipano i movimenti culturali e musicali dominanti. Fondamentale è poi analizzare il link tra musicisti e marchi di moda, in grado di generare progetti creativi unici in contesti come sfilate o come la pubblicità. Per finire, spettacoli di moda e concerti combinano performance artistiche e attraggono l'attenzione mediatica: sono occasioni perfette per lanciare prodotti nuovi. La moda e la musica impattano nella cultura popolare, plasmando stili di vita".
Dunque si torna alla triade di partenza.
"Videogame, musica e moda rappresentano un'importante fonte di potere economico nell'industria dell'intrattenimento moderno. Questi settori hanno un impatto significativo sulla cultura popolare e influenzano tendenze e comportamenti dei consumatori in tutto il mondo".
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notiziariofinanziario · 2 years ago
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Nuove regole per la locazione, per il comodato d’uso e anche per l’usufrutto
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Avere una casa senza comprarla quest’anno richiede di essere aggiornati sugli ultimi andamenti della politica economica, visto che il Governo sta cambiando tutto quanto. I contratti per avere dei diritti reali su un’abitazione senza acquistarla sono molti. Il più comune è l’affitto, con il proprietario che richiede un canone mensile ad un affittuario per poter vivere in un’abitazione di sua proprietà. Oltre a questo ci sono anche i contratti dicomodato d’uso e di usufrutto, entrambi con le proprie specifiche caratteristiche, ma accomunati dal fatti di poter dare a qualcuno la possibilità di vivere in una casa non sua senza avere problemi legali. Nel 2023 le regole di tutti questi contratti cambieranno drasticamente a causa della riforma prevista dal Governo. Cominciamo con il comodato d’uso, una forma di contratto che permette ad un soggetto di dare un bene a una persona terza per un periodo di tempo, che può essere determinato o indeterminato. Il bene in questione non deve per forza essere una abitazione, ma anche un altro bene immobiliare o un terreno. La novità è ottima perché l’Agenzia delle Entrate ha permesso a chiunque di poter registrare nuovi contratti di comodato d’uso direttamente online tramite la piattaforma dell’Agenzia, in maniera completamente gratuita. Questo significa che il contratto a mani basse più conveniente possibile per regalare una seconda casa a un figlio sarà estremamente più semplice da redigere. Cosa serve per avere un contratto di comodato d’uso o usufrutto Per fare il contratto di comodato d’uso a tempo determinato o indeterminato basta seguire i passaggi indicati online, facendo attenzione ad inserire tutte le informazioni necessarie. Si parte dai dati anagrafici delle due parti, per poi passare alla descrizione del bene in comodato e molte altre informazioni che renderanno il passaggio più rapido e meno esposto a rischi. Per quanto riguarda l’usufrutto, invece, la novità più importante sta nell’utilizzo della cedolare secca. Lo ha confermato l’Agenzia delle Entrate, che ha sottolineato, tuttavia, come per avere una casa in nuda proprietà, altro modo per dire usufrutto, non si può utilizzare la cedolare secca in caso di affitto di una parte di casa. Questo perché tale regime per la tassazione del reddito derivante dall’affitto di un immobile di proprietà ai fini IRPEF non può valere per il nudo proprietario. Le nuove tasse sugli affitti, gli usufrutti e i comodati d’uso Le novità sulle tasse discusse dall’Agenzia delle Entrate per il 2023 sono quelle relative alla cedolare secca per gli affitti brevi, ovvero quelli della durata massima di 30 giorni. In questo caso la registrazione del contratto d’affitto non è obbligatoria ed è possibile optare per la cedolare secca direttamente in dichiarazione dei redditi. L’Agenzia delle Entrate ha detto che un titolare può ricorrere alla cedolare secca per gli affitti a breve termine solo se affitta 4 o più appartamenti. Read the full article
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pioferarri · 2 years ago
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Blackjack
Esistono due versioni principali dell'origine di questo gioco. Alcuni credono che tutto sia iniziato nel XV secolo in Italia. In una delle fonti è stata trovata una menzione del gioco Trentuno - tradotto in russo - Thirty One, le cui regole sono identiche al blackjack moderno, con la differenza solo nel numero di punti di una combinazione ideale in Trentuno - questo è 31, non 21, come nel blackjack di oggi.
La seconda versione ci porta in Francia, dove nel XVII secolo apparve nelle case da gioco il gioco "Vingt et Un", che letteralmente si traduce come 20 e 1. Ma qui le regole sono diverse dal gioco moderno. Traiamo una semplice conclusione che il blackjack ha radici europee e non discutiamo della sua patria.
Introduzione al blackjack
Ancora una volta, vorrei aggiungere che il Blackjack è un gioco abbastanza semplice. Si gioca con un grande mazzo di 52 carte in quattro semi. Le carte vengono contate alla pari del fante e dieci punti dal fante al re. Un asso vale due varianti: 11 o un punto.
Oggi esistono diverse varianti di giochi basati sul classico: blackjack americano - blackjack americano; Open Blackjack - Divulgazione del mazziere o Face Up 21; Scambio di Blackjack - Scambio di Blackjack; Doppia esposizione - Doppia esposizione, Spagnolo 21 - BlackJack spagnolo; Un mazzo SD - Blackjack SD; Super Divertimento 21 - Super Divertimento 21; Il blackjack a sei mazzi è un gioco giocato con un grande mazzo di 312 carte in una scarpa. E due opzioni principali:
Il blackjack di base è un gioco in cui una delle carte del banco (del banco) è scoperta e una è nascosta: la carta coperta.
European Blackjack - In questa variante, il tuo banco prenderà la seconda carta solo quando il set è stato fatto da tutti i giocatori al tavolo. Un'altra differenza è che nella versione europea, con una combinazione vincente del Black Jack nelle mani del croupier, il resto dei partecipanti al gioco recupera tutte le loro scommesse aggiuntive, ad eccezione dell'assicurazione - assicurazione.
Il più popolare tra i giochi di blackjack è il gioco con le scarpe - "scarpa" è tradotto dall'inglese - scarpa. Questo è un dispositivo speciale in cui sono posizionati diversi, di solito sei o otto mazzi, dai quali il croupier distribuisce le carte.
L'obiettivo del gioco - in parole semplici
Il blackjack, come in linea di principio, e molti altri divertimenti nelle case da gioco, è un gioco contro il casinò, che è rappresentato dal croupier al tuo tavolo. L'obiettivo di ogni giocatore è collezionare una combinazione di carte più grande in totale di quella del mazziere, ma non superiore a 21 punti. Giochi solo contro il banco.
Giocano con un mazzo di 52 carte o più mazzi contemporaneamente, come abbiamo già detto, le carte fino a un jack sono valutate al loro valore nominale, jack, regine e re "costano" dieci punti e gli assi - uno o undici.
Primo gioco del blackjack
Considera la situazione: sei in un casinò per la prima volta e vuoi giocare a Blackjack. Iniziamo scegliendo un tavolo. Va tenuto presente che abbiamo bisogno non solo di un ambiente favorevole al tavolo, ma anche di un croupier educato.
Assicurati di prestare attenzione al piatto con il minimo e il massimo indicati: questa è la dimensione della scommessa minima e massima consentita. Su tavoli diversi possono essere diversi.
Non toccare il rivenditore in alcun modo. Quando piazziamo scommesse, scambiamo gettoni o esprimiamo gratitudine sotto forma di mancia, facciamo tutto senza contatto. I croupier ei giocatori sono sempre monitorati dalle videocamere e dal personale di sicurezza interno del casinò.
Dopo aver scelto un tavolo adatto, con uno o più posti liberi, ci sediamo e iniziamo il gioco. Decidiamo quanto scommettere e mettiamo le fiches sulla scatola. Tieni presente che quando viene distribuita la prima carta, non è consentito toccare o modificare la tua puntata.
Il croupier ti darà due carte coperte, lui stesso: una scoperta e una coperta. L'obiettivo del gioco, come abbiamo detto prima, è fare più punti del croupier, ma non più di ventuno! Nel blackjack, ogni mano viene giocata separatamente, cioè il "duello" si svolge tra il croupier e un giocatore. Durante la distribuzione, possono svilupparsi le seguenti situazioni: mano morbida e dura, riuscita e infruttuosa:
Mano morbida mano morbida: il giocatore ha un asso nel mazzo di carte, che può valere sia uno che 11 punti.
Mano dura mano dura - un set senza assi o con un asso duro, che è uguale a uno solo.
mano fortunata oPat Mano - una situazione in cui le carte totali sono uguali da 17 a 21 punti.
cattiva mano oMano rigida - questo è il nome di un set di carte con una somma da 12 a 16 punti.
Se tu o il tuo croupier avete più di 21 punti - questa è una perdita automatica - viene chiamato bustTorace.Se la combinazioneBlackjack- vincita automatica. Se sia tu che il banco ottenete blackjack, il gioco è pari. Per ottenere la giusta pratica, vale la pena casinò di blackjack in Italia sul sito.
Combinazione del Blackjack
La combinazione Black Jack è vincente al 100%. Se le tue prime due carte sono un asso (1 o 11 punti) e un dieci (10 punti al valore nominale), hai Blackjack. La vincita arriva subito e con un bonus: nel rapporto di tre a due, cioè riceverai una volta e mezza in più di quanto scommetti.
In una situazione in cui la combinazione di Blackjack è andata al giocatore e al banco, verrà annunciato un pareggio - Push (push) - e il giocatore restituirà la sua scommessa iniziale.
Se la combinazione del Black Jack cade sul mazziere, il giocatore, avendo in mano qualsiasi altro set di carte, perde e il croupier vince automaticamente.
Significato dei termini di base nel Blackjack
Vediamo quali termini e parole di base possiamo incontrare durante il gioco e scopriamo cosa significano esattamente.
Il croupier o croupier è un impiegato del casinò, la persona con cui tu e tutti i giocatori al tavolo giocate. Il croupier distribuisce le carte, distribuisce e ritira le fiches.
Il giocatore sei tu e qualsiasi persona che gioca al tavolo del blackjack (qualsiasi altro gioco da casinò).
Scarpa o scarpa in inglesescarpa - un dispositivo speciale sotto forma di una scatola per giochi di carte d'azzardo, in cui sono collocati uno o più mazzi. Le carte vengono distribuite dal sabot durante il gioco.
Raddoppia o raddoppia - in ingleseRaddoppia - si traduce come raddoppiare la puntata iniziale, ma al giocatore verrà data solo una carta.
Mano - Le prime due carte nella mano del banco o del giocatore. Mano debole - indica un cattivo set di carte con una bassa probabilità di vincita, una mano forte - buone carte, con possibilità di vincere il giocatore.
Spalato - in ingleseDiviso - conta anche - scomposizione, divisione e scissione. Questa è la divisione di una coppia di carte dello stesso valore in due mani: due giocatori.
Tracciamento in inglese Il tracciamento è il processo di osservazione delle carte durante una partita al fine di utilizzare i dati ottenuti nel ciclo di gioco.
Kat in ingleseTaglio - il processo di separazione subito dopo aver mescolato il mazzo per complicare il conteggio delle carte da gioco. Fatto prima della prima distribuzione.
Premi colpi oDisegno - entrambi questi termini significano - "di più", cioè si tratta di un appello al croupier affinché emetta una carta aggiuntiva al giocatore.
Mescola in ingleseMescola - Mescolare le carte in modo casuale prima dell'inizio del gioco.
Bust è un bust - una situazione in cui il giocatore o il banco ha più di 21 punti significa che è una perdita immediata.
Uno dei termini più comuni nei casinò e nel Black Jack è direttamentepatata fritta in inglesepatata fritta- la valuta interna del casinò. Forma piatta rotonda, ottagonale o quadrata in plastica. Ogni chip ha il suo valore nominale. Fanno scommesse, ottengono una vittoria se vincono. Le fiches vengono cambiate in contanti alla cassa.
Il significato dei gesti usati nel blackjack
La vera lingua internazionale del gioco del Blackjack è una specifica lingua dei segni. A qualsiasi tavolo, ti aspetteranno non solo parole, ma anche azioni nel vero senso della parola. I giocatori e il banco osserveranno i movimenti della tua mano.
Di seguito, entreremo un po' più nel dettaglio su come mostrare quello che vuoi o capire le intenzioni degli altri giocatori attraverso determinati gesti durante il gioco. In questo modo puoi raddoppiare la puntata, chiedere un'altra carta o dividere.
Un gestoAbbastanza OIn piedi -indica il rifiuto da parte del giocatore di una carta aggiuntiva. Se ciò che hai in mano è sufficiente, posiziona le tue carte in modo che il loro angolo sia sotto le fiches. Fino alla fine della distribuzione, non toccare le tue carte.
Un gestoDi più - alias HeathColpo ODisegno -usalo se hai bisogno di un'altra carta. Fai sapere al croupier cosa ti stai perdendo, per così dire: muovi la punta delle dita sul panno accanto a te o dietro la puntata, come se stessi grattando il tavolo verso di te. Tieni le tue carte nella tua mano libera.
Un gestoDoppio ORaddoppia o raddoppiando -Raddoppia.Indica la volontà del giocatore di raddoppiare la puntata originaria. Mettiamo un "importo" inferiore o equivalente vicino alla scommessa originale. Metti le carte a faccia in su. La mano è chiusa a pugno, l'indice è teso verso l'esterno (mostra loro che è necessaria una carta). Puoi guardare la carta che ti è stata data dal croupier, oppure puoi aspettare la mano finale. Le regole del galateo stabiliscono che la carta aggiuntiva che ricevi e visualizzi deve rimanere a faccia in giù.
Un gestoDiviso ODiviso -separazione. Mettiamo accanto alla puntata originale un "importo" uguale ad essa e apriamo le nostre carte - scoperte. Mostriamo al croupier due dita alzate: indice e medio, come simbolo di vittoria - vittoria, dividerà le carte.
Nel caso tu abbia una combinazione Blackjack OTorace -enumerazione sui punti, dovresti girare - aprire le tue carte: il croupier dovrebbe vederle. Se21 puntiper l'importo, ma non per il blackjack, non apriamo le carte, le mettiamo in un angolo sotto la scommessa e aspettiamo l'epilogo.
Dare la mancia al banco nel Blackjack
Il croupier, in quanto persona onesta e dipendente del casinò, è motivato dallo stipendio e dalle mance. Pertanto, lasciando il croupier con cui hai giocato, la gratitudine sotto forma di "tè" è una regola non detta di qualsiasi casinò e l'etichetta di un giocatore con un croupier.
Dare la mancia dopo una partita piacevole, che tu abbia vinto o meno, sarebbe educato ed elegante da parte tua. Puoi semplicemente spostare una o più fiches al croupier (a proposito, non è consuetudine dare grandi somme) con un commento educato: "Per il tè". Ma ti ricordiamo che è impossibile toccare il croupier con le mani, in modo che gli addetti alla sicurezza interna del casinò che stanno guardando tutto ciò che accade non sospetteranno né lui né te di nulla.
C'è un altro modo, ma sta diventando obsoleto a causa della sua ambiguità e goffaggine. Si tratta di una “scommessa sul croupier”: il giocatore mette sul tavolo davanti al proprio le fiches assegnate al dealer per il tè e fa una puntata contrassegnata “per il croupier”. La linea di fondo è che se la scommessa fatta vince, vinceranno il giocatore e il croupier, e se il giocatore perde, il banco rimarrà senza il suo "grazie".
Molto spesso, nelle moderne case da gioco all'estero e in Russia, le mance di tutti i croupier vengono aggiunte alla cosiddetta banca comune durante la giornata e successivamente suddivise, tenendo conto delle ore lavorate, tra i concessionari del turno.
Consigli utili per i principianti nel blackjack
Ricordiamo ancora una volta che la cosa principale nell'elenco delle regole del galateo del casinò e al tavolo del Black Jack, come nella vita ordinaria, è la cortesia e la cautela. Non tocchiamo il croupier con le mani, non interferiamo con i giocatori vicini, accompagniamo le decisioni espresse con gesti, quindi non avrai domande inutili da parte delle guardie e disaccordi al tavolo.
Quando facciamo gesti o segni con le mani, seguiamo semplici regole: tutti i segnali vengono "dati" dietro oa lato della scommessa. Non è necessario farli sopra una scommessa, sopra o davanti alle tue carte. Dovresti anche tenere conto del fatto che diverse case da gioco possono avere le proprie regole o restrizioni aggiuntive, è meglio scoprirlo in anticipo, prima dell'inizio del gioco.
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