#19 giugno morti
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perfettamentechic · 1 year ago
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19 giugno … ricordiamo …
19 giugno … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2022: Marina Marfoglia, è stata un’attrice, cantante, modella e ballerina italiana. Ragazza-copertina e modella per fotografie destinate alle cartoline illustrate di località turistiche, recitò fra il 1965 e i primi anni ottanta, comparendo in pellicole del cinema d’autore e della commedia all’italiana molto in voga in quei decenni. Fece parte del corpo di ballo di Don Lurio e della compagnia de…
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Attilio ed Emilio Bandiera erano figlioli di un contrammiraglio della marina austriaca, di cui essi stessi facevano parte, l'uno come alfiere di vascello e l'altro come alfiere di fregata. Non volendo servire l'Austria, dopo aver preso parte ad alcuni moti rivoluzionari, essi si erano ricoverati a Corfù. E in quel contatto con altri esuli in terra straniera; in quel comunicarsi continuo di aspirazioni e di speranze, più rincresceva loro l'inedia che l'esilio. Ond'è che decisero una spedizione arditissima, quasi folle per ardimento. Insieme a Ricciotti, a Moro e a pochi audacissimi, pensarono di compiere uno sbarco sulle coste di Calabria. Ivi avrebbero cercato di far rivoltare le popolazioni calabresi e, se fossero riesciti, di mettere in fiamme tutto il regno di Napoli. Nel 1844, nella notte dal 12 al 13 giugno, i due fratelli Bandiera partirono per la spiaggia calabrese. Era in essi presentimento di morte. Quasi al momento di partire Nicola Ricciotti ed Emilio Bandiera così scrivevano a Garibaldi: « Se soccomberemo, dite ai nostri concittadini che imitino l'esempio, poiché la vita ci venne data per utilmente impiegarla; e la causa per la quale avremo combattuto e saremo morti, è la più pura, la più santa che mai abbia scaldato i petti degli uomini; essa è quella della libertà, della eguaglianza, della umanità, dell'indipendenza, dell'unità d'Italia ». Erano buoni e sinceri: aveano soprattutto la giovanile ingenuità senza di che non è possibile compiere né tentare imprese come quella cui essi si avventuravano. La sera del 16 giugno il piccolo drappello sbarcò sulla costa calabrese, alla foce del fiume Nebo. Il luogo dello sbarco era tristissimo: ma la terra d'Italia parve a essi sacra e la baciarono all'arrivo. Il piccolo drappello, mal guidato, inesperto dei luoghi, aveva anche nel suo seno chi dovea tradirlo. Gli esuli speravano di trovare al loro arrivo popolazioni desiderose di rivolte: e trovarono l'ostilità e la indifferenza. Nella valle di San Giovanni in Fiore — paese già sacro alla leggenda religiosa — circuiti da soldati del re, dopo disperata lotta in cui parecchi morirono, dovettero arrendersi. Un mese dopo, i due fratelli Bandiera furono fucilati, il 25 luglio, in quella stessa terra da cui avevano sperato partisse il segnale della rivolta. Mai nessuna morte fu più compianta della loro. Erano giovani, ricchi, di alto casato: avevano rinunziato con serenità superumana a tutte le gioie della vita. Aveano tutte le qualità per destare negli animi il compianto, e la loro morte fu una delle cose che più nocquero a Ferdinando II. “
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Brano tratto dal saggio breve Eroi (1898) raccolto in:
Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, Edizioni Osanna (collana Biblioteca Federiciana n° 3), Venosa (PZ), 1987¹; pp. 18-19.
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donaruz · 1 year ago
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Alba
Il mio cuore oppresso
con l’alba avverte
il dolore del suo amore
e il sogno delle lontananze.
La luce dell’aurora porta
rimpianti a non finire
e tristezza senza occhi
del midollo dell’anima.
Il sepolcro della notte
distende il nero velo
per nascondere col giorno
l’immensa sommità stellata.
Che farò in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall’aurora
e con un’anima carica di notte!
Che farò se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentirà
il calore dei tuoi sguardi!
Perché per sempre ti ho perduta
in quella chiara sera?
Oggi il mio petto è arido
come una stella spenta.
Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936)
(Traduzione di Claudio Rendina)
Alba
Mi corazón oprimido
siente junto a la alborada
el dolor de sus amores
y el sueño de las distancias.
La luz de la aurora lleva
semilleros de nostalgias
y la tristeza sin ojos
de la médula del alma.
La gran tumba de la noche
su negro velo levanta
para ocultar con el dia
la inmensa cumbre estrellada.
¡Qué haré yo sobre estos campos
cogiendo nidos y ramas,
rodeado de la aurora
y llena de noche el alma!
¡Qué haré si tienes tus ojos
muertos a las luces claras
y no ha de sentir mi carne
el calor de tus miradas!
¿Por qué te perdí por siempre
en aquella tarde clara?
Hoy mi pecho está reseco
como una estrella apagada.
#ilgufostufo
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ross-nekochan · 1 year ago
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È arrivato Giugno.
Le ragazze già dal mese scorso mettono i vestitini e i ragazzi sono più spesso fuori in bicicletta.
È strano perché mi sembra di essere ricapultata alla situazione di prima: disoccupata e con un sacco di tempo da perdere. Che è in fondo quello che sono. Mi sono riappropriata del mio tempo e ne spreco tanto. Mi annoio talmente tanto che ho proprio voglia di ristudiare il giapponese e un poco lo sto facendo. Sto anche leggendo di più. Sono contenta ma anche triste perché a breve non sarà più così. Non so nemmeno se e quali libri fisici portarmi.
Oggi sono uscita fuori alle 12:00, col sole cocente e l'aria calda e ho avuto un ricordo. Io, che quasi 10 anni fa, andavo dalla psichiatra nelle stesse condizioni. Prendevo la scusa di fare una passeggiata (perché volevo dimagrire), mi vestivo sportiva e arrivavo a piedi fino all'ambulatorio. Poi tornavo indietro. Chissà come sta la dottoressa e se mai immagina tutto quello che è successo in quasi 10 anni. Mi ricordo quando mi disse:"È la prima volta che una ragazzina di 19 anni viene da me da sola". Pure questo ho fatto da sola, pienz, già 10 anni fa. Tra chi non mi capisce e chi non mi ha mai manco vista, fare le cose da sola è sempre stato l'unico modo per sopravvivere. Perché sono troppo matura, troppo intelligente pure per impazzire o morire. Mia mamma quando ero piccola me lo diceva sempre, che a lei lo dicevano spesso che era una ragazza matura e quindi in fondo se lo diceva anche da sola, dicendolo a me. Io non me lo sono mai detto, perché lo so e perché lo odio. Anche se mi penso sempre costantemente superiore a tutti quanti gli altri. Le mie due anime che collidono.
Questo weekend loro andranno a Firenze. Manco a farlo apposta dove volevo andare io dal mese scorso, sti stronzi. Non mi hanno nemmeno ancora chiesto se voglio andare. Ma tanto direi di no, sia per ripicca sia perché i soldi me li voglio conservare per il trasloco e la mia vita dopo. Oggi mio fratello ha pure accennato con i colleghi di lavoro che stanno vedendo per New York e che mia madre a 50 anni voleva fare un'esperienza diversa come il giro in barca. Mi sono resa conto che io non ci sarò.
Ma è giusto così: il litigio, così come il matrimonio, vale nella gioia e nel dolore. Saremo così lontani che per me saranno tutti morti e io sarò finalmente morta per loro. Devo solo superare questo lutto e farmi forza, non è niente.
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m2024a · 5 months ago
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Strage in strada: drammatico incidente con auto in fiamme. Terribile conta di morti Incidente stradale terribile con tante vittime. Questo il bilancio dell’ennesima tragedia, questa volta in Francia, che ha sconvolto tutti. Ancora un incidente stradale con un bilancio di vittime tremendo. Questa volta il sinistro non è avvenuto in Italia, bensì in Francia e precisamente vicino a Chartres. Nel drammatico episodio, purtroppo, hanno perso la vita diversi giovanissimi ma anche un coppia di anziani. I fatti sono accaduti nella giornata di martedì 18 giugno sulla strada D921 a Bailleau-le-Pin. Strage in strada: il drammatico incidente Incidente devastante in Francia. Lo scontro ha coinvolto tre auto poco prima delle 19 di martedì 18 giugno sulla strada D921 a Bailleau-le-Pin, vicino a Chartres. Secondo quanto si apprende riguardo alla dinamica, pare che un veicolo abbia urtato un’altra vettura che viaggiava in direzione opposta alla sua. Nella carambola sarebbe stato coinvolto un terzo mezzo. “Un primo veicolo che viaggiava in direzione Illiers-Combray-Chartres, a bordo del quale viaggiavano cinque giovani, ha urtato un altro veicolo che viaggiava nella direzione opposta, sul quale si trovava la coppia di anziani”, ha detto Fédéric Blanc, capo di gabinetto del prefetto dell’Eure-et-Loir. Successivamente “il primo veicolo si è poi scontrato con un terzo veicolo che proveniva anch’esso dalla direzione opposta. Il primo veicolo ha preso fuoco”. Il bilancio delle vittime: la situazione Una situazione davvero terribile che ha portato ad un bilancio tragico. Infatti, a perdere la vita sono state ben sette persone. Cinque sono ragazzini di età compresa tra i 17 e i 19 anni e altre due persone, invece, sono più anziane, rispettivamente di 80 e 85 anni. Al momento risultano esserci anche dei feriti che sarebbero coloro che erano a bordo del terzo mezzo coinvolto. Si tratterebbe di una donna di 23 anni e di un uomo di 21 anni che sono stati trasportati al centro ospedaliero di Chartres.
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Vicenza, città dei festival per un'estate di grande musica.
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Vicenza, città dei festival per un'estate di grande musica. A giugno e luglio concerti, street food e incontri al Riviera Folk Festival, Weekender Festival e Jamrock Festival. Nei mesi estivi Vicenza si trasformerà nella città dei festival. Sarà una stagione di grande musica quella in arrivo a giugno e luglio quando i quartieri cittadini saranno animati dai consolidati appuntamenti con il Riviera Folk Festival, Weekender Festival, Lumen Festival, SpioRock e Jamrock Festival. A presentare la programmazione sono stati l'assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai e i rappresentanti del coordinamento Festival Vicenza Nicola Tonello per il Riviera Folk Festival, Marco Bari per il Jamrock Festival, Andrea Comparin di From disco to disco, Alberto Vignato per SpioRock e Matteo Graser per il Lumen Festival. «Nasce Vicenza città dei festival: un nuovo brand che sancisce il cambio di passo degli eventi musicali estivi che tradizionalmente animano Vicenza e aperto anche a tutti gli altri festival cittadini – spiega l'assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai -. A fare da trampolino di lancio per questa nuova sinergia è stato l'Hangar Palooza Festival, proposto lo scorso anno al Parco della Pace dal Comune e dal Coordinamento Festival estivi, che ha confermato come Vicenza abbia un'offerta musicale e culturale di alto livello. È evidente la ricchezza che l'amministrazione vede in questi festival, che da anni popolano la nostra estate alzando sempre di più il livello culturale e arrivando a costituire oggi una proposta inedita rispetto ad altre città, un vero e proprio laboratorio che nasce dalle politiche giovanili dove si creano professionalità per il futuro, si vivono nuove esperienze e si forma una comunità più solida. Il brand Vicenza città dei festival punta quindi a valorizzare l'esistente, anche con la realizzazione per la prima volta di una campagna comunicativa coordinata e promozionale dei festival estivi, con l'obiettivo di sviluppare nuove iniziative e di mettere in rete quelle che già ci sono insieme agli altri assessorati». Il Rivera Folk Festival di Uorra Uorra torna dal 6 al 9 giugno al parco di via Orlando, nel quartiere di Santa Croce Bigolina, per la sua ventitreesima edizione. Tra gli ospiti già annunciati la star del Sudafrica Matthew Mole e la street band milanese Mefisto Brass. Weekender Festival, produzione di From disco to disco, si terrà ai giardini del Teatro Astra dal 14 al 16 giugno. Il Festival prevede un main stage con artisti di calibro nazionale ed internazionale e un second stage che ospiterà dj e producer del territorio. Saranno più di 30 i metri di spazio espositivo dedicato a talenti emergenti ed affermati del visual design e della fotografia, accompagnati da workshop e talk sul tema. Presenti anche street food, skate area, vini naturali e birre artigianali. L'undicesima edizione di Lumen Festival, la seconda sotto le mura di viale Mazzini, va in scena dal 19 al 24 giugno, con musica dal vivo, djset, dibattiti, mercatini, una ricca zona street food e molte attività collaterali da aperitivo a notte. I primi ospiti annunciati del festival organizzato dall'associazione ParRock sono gli Ex-Otago. Dopo una lunga attesa torna lo SpioRock, uno dei festival più longevi della città. Il 28 e 29 giugno il festival organizzato da GGQ, Gruppo Giovani del Quartiere, animerà San Pio X e la città di Vicenza con musica dal vivo e altre iniziative e attività. Per la dodicesima estate consecutiva torna il Jamrock Festival, dal 16 al 21 luglio 2024, sempre all'interno della splendida location di parco Fornaci. Sei giorni di concerti: tra i primi artisti annunciati Marlene Kuntz, Tre Allegri Ragazzi Morti, Nitro, Kaos & Dj Craim, I Melt.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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adrianomaini · 10 months ago
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Bordighera: Mostra Giorno della Memoria
Bordighera: Mostra Giorno della Memoria https://ift.tt/vpmR1iK Ventimiglia (IM): Piazza Ettore e Marco Bassi, martiri della Shoah Unione Culturale Democratica -  Sezione ANPI Bordighera (IM), Via al Mercato, 8  venerdì 27 gennaio 2024  -  domenica 4 febbraio 2024 ore 17-19   IL GIORNO DELLA MEMORIA   pubblicazioni immagini ricordi della SHOAH   Ingresso libero   Il Giorno della Memoria Nulla coinvolge di più del ricordo della Shoah cui l'Italia ha dedicato dal 2000 un giorno, il 27 Gennaio di ogni anno, definito 'Il Giorno della Memoria'. Non si tratta di una ricorrenza come le altre, a esempio il 2 Giugno Festa della Repubblica, o lo stesso 25 Aprile, Giorno della Liberazione. Bensì l'occasione per rendere cultura comune, di tutti, la consapevolezza di quanto è tragicamente accaduto nella 'civile' Europa. E avere ben presente le dinamiche all'origine dell'affermazione del fascismo e del nazismo impedendone con una maggiore cultura storica il ritorno, anche se in mutate vesti. Cosa possibile più di quanto non si immagini se in vent'anni, dal 2,7 % del 2004 al 15,6 % del 2020,  è cresciuto in modo esponenziale il numero delle persone che credono che la Shoah non sia mai esistita. Nonostante  le testimonianze dei sopravvissuti e il numero accertato, per difetto, delle vittime. Venti milioni e più di persone uccise dalla barbarie nazista con l'aiuto dei regimi fascisti, come quello della Repubblica Sociale Italiana presieduta da Mussolini, alleati e al servizio di Hitler e dei suoi scherani. Un numero impressionante di per sé ma ben più sconvolgente quando si pensi alle traversie vissute da ciascuna vittima, al dolore fisico e morale, alle violenze loro inferte, fino all'inalazione dell'acido cianidrico Zyklon che le avrebbe portate alla morte per soffocamento nelle false docce e all'incenerimento nei forni crematori. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Aprile-Maggio del 1945, i sopravvissuti poterono rientrare nei propri Paesi e nelle loro abitazioni, se ancora agibili.  In tutti vi era la volontà di riprendere una vita civile, sicura, in pace e di ricostruire quanto gli eventi bellici avevano distrutto. La guerra, il male assoluto, aveva toccato tutti e ciascuno si leccava le proprie ferite e ben pochi erano disposti ad ascoltare le vicissitudini degli altri. I reduci dei Lager volevano voltare pagina e riprendere il proprio equilibrio psico-fisico, minato anche dal senso inconscio di colpa per essere in vita mentre gli altri erano morti. D'altra parte era impossibile trovare persino le parole per descrivere l'inferno concentrazionario che avevano attraversato:  nessuna parola né immagine erano in grado di rispecchiare la realtà. Ciò che era stato messo in atto dai nazisti, la Shoah, era la negazione e il capovolgimento di tutti i valori su cui si fonda la civiltà. I sopravvissuti, anche se erano interpellati da persone amiche, alla richiesta di raccontare quanto avevano subito e in che consistesse la loro deportazione, si sottraevano invitando a 'lasciare perdere'. Come rispose il deportato Antonio 'Nino' Biancheri di Bordighera. Ermanno Muratore Giorgio Loreti Unione Culturale Democratica -  Sezione ANPI - Bordighera (IM),  Tel. +39 348 706 7688 via Aspetti rivieraschi https://ift.tt/uxrdWlP January 23, 2024 at 07:21PM
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Incidente sul Garda, uno degli imputati chiede perdono in aula
E’ attesa per oggi la sentenza del processo davanti alla corte d’appello di Brescia a carico di Patrick Kassen e Cristian Teismann, turisti tedeschi che il 19 giugno 2021 a bordo del loro motoscafo travolsero di notte una barca sulla quale erano fermi nelle acque del lago di Garda Umberto Garzarella, 37 anni, e Greta Nedrotti, di 24 anni, entrambi morti.     L’accusa ha chiesto la conferma delle…
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giancarlonicoli · 1 year ago
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4 set 2023 08:54
L'EX MARESCIALLO GIUSEPPE DIOGUARDI, IN SERVIZIO LA NOTTE DEL 27 GIUGNO 1980, QUANDO PRECIPITÒ IL DC9 ITAVIA, RACCONTA: "TUTTI SAPEVANO COSA ERA SUCCESSO, MA È STATO ORDINATO LORO IL SILENZIO. NEI CIELI ITALIANI C'ERANO UN AEREO LIBICO E UNO FRANCESE. LO CERTIFICANO TANTISSIMI DOCUMENTI CLASSIFICATI" - DIOGUARDI CONSEGNÒ ALL'ALLORA MINISTRO DELLA DIFESA, GIOVANNI SPADOLINI, IL RAPPORTO DEL SISMI SULL'INCIDENTE: "SBATTÉ I PUGNI SUL TAVOLO, ERA INFURIATO. QUEL DOCUMENTO ERA..."
(ANSA) - Si chiama Giuseppe Dioguardi e quella notte d'estate del 1980, quando un Dc9 precipitò in mare sui cieli di Ustica, aveva appena 19 anni, uno tra i più giovani in servizio nella sala operativa della Prima regione aerea a Milano. Ricorda tutto di quei momenti, le comunicazioni, i messaggi, la tensione e l'allarme.
Oggi, a distanza di 43 anni dalla strage costata la vita a 81 persone, l'ex maresciallo dell'aeronautica torna a parlare, come aveva già fatto nel 2013, dopo essere stato sentito dai magistrati ma, soprattutto, dopo essersi 'liberato' del nullaosta di sicurezza che non gli consentiva, in quanto militare, di poter parlare di quello che era successo quella notte. "Finalmente anche Amato conferma quanto dissi io stesso dieci anni fa", dice intervistato dall'ANSA aggiungendo che "i documenti dell'epoca ci sono ancora, bisognerebbe solo saperli cercare nel modo corretto".
Oggi Dioguardi ha 62 anni e una vita passata in divisa. Una carriera militare lunghissima che più volte si è intrecciata al caso Ustica, sin da quel 27 giugno del 1980, quando ha seguito minuto per minuto quanto stava accadendo sui cieli italiani. "Quella notte in volo c'erano i due Mirage e un Tomcat - ricorda -, i nostri lo avevano segnalato ma è stato dato l'ordine di silenzio assoluto. Un silenzio ripagato in alcuni casi con avanzamenti di carriera fuori dal comune e promozioni mai viste. Quando sento che Tricarico dice di sentirsi sotto attacco, vorrei ricordare che all'epoca era al terzo reparto dello Stato maggiore, quello cioè che viene informato di qualsiasi velivolo o transito. Non poteva non sapere".
Negli anni successivi ha lavorato nelle segreterie di numerosi ministri della Difesa, compreso Giovanni Spadolini, al quale consegnò personalmente il rapporto del Sismi sull'incidente. "Lo aveva chiesto lui che fossi io a portarglielo, si fidava ciecamente di me - racconta -. Ricordo ancora la sua espressione, sbatté i pugni sul tavolo, era infuriato. Io stesso lessi quel documento, di sette-otto pagine. Era l'aggiustamento della verità da parte degli ufficiali ordinata da qualcuno molto in alto".
L'ex maresciallo, oggi in pensione nella sua Bari, ripercorre la notte della strage, fin dalla prima segnalazione sulla presenza di voli cosiddetti speciali sui cieli d'Italia, "sulla rotta che portava dalla ex Jugoslavia alla Libia". "Si alzarono in volo i caccia intercettori da Grosseto, su input del centro Radar di difesa aerea di Poggio Ballone, che lanciarono l'allarme - ricorda -, poi ricevettero l'ordine di rientrare".
A bordo dei due F-104 c'erano Mario Naldini e Ivo Nutarelli, i due piloti delle Frecce Tricolore morti nel 1988 in un incidente durante una manifestazione a Ramstein, in Germania. Una delle tanti "morti sospette", come sottolinea Dioguardi, che il caso Ustica si porta dietro. "Quando venne fornito all'epoca l'elenco su chi avesse informazioni sulla strage di Ustica - sottolinea -, l'unico ancora in vita ero io. Gli altri erano tutti morti o per cause naturali o per strani incidenti".
Sta di fatto che oggi le parole di Giuliano Amato hanno riaperto di nuovo il caso e da più parti si è alzato il coro per cercare i documenti che accertino quanto sostenuto dall'ex premier. "Ci sono tantissimi documenti classificati - spiega Dioguardi -, come quelli che certificano la presenza di un aereo libico e uno francese quella notte". Entrambi i velivoli, infatti, si sarebbero fermati a far rifornimento di carburante in due aeroporti italiani, come certificherebbero alcuni verbali.
"Ma esistono anche i messaggi classificati, come i tantissimi telegrammi inviati e arrivati quella notte, la cui copia non può essere distrutta - conclude Dioguardi -. E quel giorno tutti sapevano cosa era successo, ma è stato ordinato loro il silenzio". Un silenzio che creò quel "muro di gomma" sul quale oggi potrebbe essersi formata, finalmente, una crepa.
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kritere · 1 year ago
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Bollettino Covid, in Italia 5.660 contagi e 76 morti per Coronavirus nella settimana dal 16 al 22 giugno: i dati
DIRETTA TV 23 Giugno 2023 I contagi e decessi Covid in Italia nella settimana dal 16 al 22 giugno: nel bollettino pubblicato oggi si contano 5.660 nuovi casi e 76 morti negli ultimi 7 giorni. 1 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su ATTIVA GLI AGGIORNAMENTI Contagi covid ancora in calo in Italia nell’ultima settimana. Sono infatti 5.657 i nuovi casi di Covid-19…
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tempi-dispari · 1 year ago
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Rain
Il contesto storico e culturale del 1980
Il decennio non inizia nel migliore dei modi: prendendo spunto dall’invasione russa in Afghanistan, il presidente americano Jimmy Carter comunica che gli Stati Uniti boicotteranno le prossime Olimpiadi estive di Mosca, invitando le altre Nazioni a seguire il suo esempio. 61 Paesi aderiscono al boicottaggio: l’Italia lo fà a metà, non inviando in Russia gli atleti appartenenti alle forze armate o a corpi militari.
Il 24 aprile, la prima seria crisi internazionale: finisce in tragedia il tentativo di un commando di liberare gli ostaggi americani in mano al regime di Teheran. Otto soldati muoiono nell’operazione, e il disastro sarà la causa principale della mancata rielezione di Carter l’autunno successivo. Il quarantesimo Presidente degli Stati Uniti sarà l’ex attore Ronald Reagan.
Il monte St.Helen distrutto nell’eruzione Il 18 maggio, dopo un sonno di oltre un secolo, il Monte St.Helen erutta in modo disastroso, lanciando cenere nel cielo fino a 5 chilometri di altezza. La montagna viene rasa al suolo dal disastro.
John Lennon Al termine di un anno che ha visto tra l’altro la morte del Maresciallo Tito, che nel bene o nel male aveva retto le sorti della Jugoslavia per 40 anni, muore ucciso da un fan pazzo anche John Lennon, il leader dei Beatles e una delle figure più importanti della vita culturale dell’epoca. Ci lascia i suoi indimenticabili capolavori e un messaggio di pace universale, “Imagine”.
Il premio Nobel per la chimica va a Berg, Gilbert e Sanger, per i loro studi sulla struttura del DNA, “Time” nomina uomo dell’anno il neopresidente americano Ronald Reagan. La popolazione del mondo tocca quota 4.434.682.000, un milione di lire del 1980 varrebbe oggi circa 2.300 euro.
“Canadian caper” è il nome in codice dell’operazione segreta orchestrata dall’agente della CIA Tony Mendez con l’aiuto determinante dell’ambasciatore canadese a Teheran, Ken Taylor, grazie alla quale sei diplomatici statunitensi, sfuggiti ai raid degli studenti di khomeini all’ambasciata dell’anno primo, riuscirono a tornare sani e salvi in patria, spacciandosi per la troupe di un film di fantascienza che non sarebbe mai stato girato.
“Argo”, questo il titolo (e che poi sarebbe stato fatto oltre 30 anni dopo proprio per raccontarne la storia). In una drammatica corsa sul filo del rasoio, Mendez e i sei riuscirono a imbarcarsi su un volo Swissair e a prendere letteralmente il volo verso la libertà, proprio quando il cerchio delle ricerche intorno a loro si stava stringendo.
IN ITALIA
È un anno triste anche in Italia: nel giorno della befana viene assassinato Piersanti Mattarella, presidente della regione Sicilia che stava cercando di riformare con criteri di meritocrazia, evidentemente invisi ai mandanti dell’omicidio.
A febbraio le brigate rosse uccidono in un attentato all’università La Sapienza Vittorio Bachelet, vicepresidente del CSM, mentre a giugno un DC9 dell’Itavia esplode sopra i cieli di Ustica, per cause che 40 anni dopo non sono ancora state chiarite.
Muoiono i 77 passeggeri e i 4 membri dell’equipaggio, in una delle pagine più buie della mala politica italiana. Il 2 agosto, l’attentato più vigliacco della storia della Repubblica italiana provoca la morte di 85 persone alla stazione di Bologna, quando una bomba fà crollare un’intera ala della stazione.
Il 23 novembre un fortissimo terremoto investe un’ area di 17.000 Kmq. tra Irpinia e Basilicata: le cifre della tragedia sono pesantissime: 3.000 morti, oltre 10.000 feriti, quasi 300.000 senzatetto.
Arte e spettacolo
“Kramer contro Kramer” sbanca la notte degli Oscar, vincendo 5 statuette: miglior film, regia, attore protagonista (Dustin Hoffmann), attrice non protagonista (Meryl Streep) e sceneggiatura.
L’allucinato “Apocalypse now” si ferma all’Oscar per la fotografia (all’italiano Storaro) e per il suono. “Alien” vince gli effetti speciali, “All that jazz” vince 4 Oscar e la Palma d’oro a Cannes.
Esce nelle sale il secondo episodio della saga di Guerre Stellari: “L’impero colpisce ancora”, che guadagnerà oltre 500 milioni di dollari in tutto il mondo. In campo televisivo, il 1° giugno un’emittente di Atlanta comincia le trasmissioni: nasce la CNN, che rivoluzionerà il modo di fare giornalismo negli anni a seguire.
Le Olimpiadi di Mosca, segnate dal pesante boicottaggio dei Paesi occidentali, portano all’Italia 8 medaglie d’oro: su tutte, quella di Mennea nei 200 metri e di Sara Simeoni nel salto in alto. Intanto, alle Olimpiadi invernali di Lake Placid si era registrata la clamorosa vittoria della squadra americana di hockey, formata da studenti universitari, sul colosso russo: “The miracle on ice”.
La Germania vince gli Europei di calcio, organizzati in Italia: i giornali cominciano a scrivere il “de profundis” di Bearzot. Il Nottingham Forest di Shilton vince la coppa dei campioni. Interrompendo un digiuno di 9 anni, l’Inter di Bersellini e Beccalossi è Campione d’Italia.
I Blondie sbancano le top-ten con “Call me”, mentre “The wall” dei Pink Floyd è l’album dell’anno. Esce nelle sale un filmetto francese senza tante pretese: “Il tempo delle mele”.
Diventerà film generazionale, con la zuccherosa “Reality” ad imperversare in tutte le feste di compleanno. Arriva anche in Italia la geniale invenzione di un matematico ungherese: il cubo di Rubik, che toglierà il sonno a un’intera generazione.
Ma quanto poteva essere difficile, diranno gli scafati figli del 2000? Un cubo di 6 lati, ogni lato 9 quadratini colorati? Beh, figli della playstation, sappiate che le combinazioni possibili in cui il malefico cubo poteva trovarsi sono 43,252,003,274,489,856,000 (!!), una sola quella giusta, con tutti i lati colorati! E c’era chi lo risolveva tutto in meno di 25 secondi!!
In questo contesto nascevano i Rain
I RAIN sono nati nel 1980, quando l’unica descrizione possibile per la loro musica era semplicemente “heavy metal”. La loro carriera artistica ha attraversato diversi cambi di stile, ma la passione per l’hard rock più fisico, lascivo e metallico ha finalmente trovato la strada di casa.
Nonostante il loro ultimo album Spacepirates risale al 2016 e la band abbia affrontato un doppio cambio di formazione l’anno successivo, i RAIN non hanno mai rallentato la loro attività sul fronte live, affermandosi come una delle band più intramontabili e coerenti dell’heavy metal italiano ed europeo scena.
Oggi il gruppo bolognese è tornato in sella, affidandosi all’instancabile determinazione del veterano chitarrista Amos The Snake, a cui nell’ultimo decennio si sono aggiunti il ​​bassista King Gabry, il batterista Gunner, il cantante Evil Mala e il chitarrista solista Freddy V.
Nonostante abbia vissuto diverse fasi creative in una carriera così lunga, lo stile dei RAIN si è evoluto anno dopo anno in un hard’n’heavy energico, irriverente e orientato alla strada, nel senso più genuino e rock’n’roll del termine. Un sound classico, ma mai nostalgico, che ha sempre saputo trarre ispirazione dalle più recenti evoluzioni della musica contemporanea.
La volontà della band di rimanere costantemente aggiornata in termini di produzione e influenze, infatti, ha permesso ai RAIN di spaziare con naturalezza dal power metal all’hard rock, incorporando i rami più pesanti del suono alternativo e focalizzando il processo creativo sull’eredità dei capisaldi della musica pesante.
Nel corso degli anni, punti di riferimento obbligatori come Motörhead, Judas Priest e Accept sono stati aggiornati sulla scia di un suono sempre più personale e versatile. I RAIN sono quindi diventati la band ideale per aprire concerti di artisti iconici (Paul Di’ Anno, Michael Schenker, Udo Dirkschneider e Yngwie Malmsteen), ma anche perfetti animali da festival, come chiaramente affermato dalle straordinarie esibizioni al Metal Camp nel 2005 e al Metalitalia Festival del 2019 (con Slayer, Anthrax, Children of Bodom, Gotthard, Hardcore Superstar e Phil Campbell).
Un percorso artistico spalancato a contaminazioni groove metal e street/glam rock fin dall’album Bigditch 4707 (1998, Eternal Shadows Records), che RAIN sviluppò ancora meglio nel successivo Headshaker (2002, Deadsun Records) e nel modern classic Dad Is Dead (2008, Aural Music). I tour europei e americani, a supporto rispettivamente di Blaze Bayley e dei mitici WASP, diventano l’ovvia conseguenza di questa crescita.
L’album Mexican Way (2013, Aural Music) ha soddisfatto l’esigenza di sperimentare con i suoni acustici, aprendo la strada alla partecipazione dei RAIN al Pistoia Blues 2015 (con The Darkness e Black Label Society). Quello era solo un episodio, comunque, perché il richiamo della musica pesante è troppo selvaggio e rinvigorisce i celebri Spacepirates (2016, Aural Music), come sempre supportati da intensi tour italiani ed europei con la band di Jeff Scott Soto.
Insieme alla produzione dell’attesissimo nuovo album, nel 2017 l’ultima formazione RAIN ha pubblicato il singolo Good Morning Texas (featuring Alessandro Del Vecchio e il produttore americano Beau Hill) e la cover di Disperato Erotico Stomp del concittadino Lucio Dalla, in partenza subito per un nuovo tour europeo sempre con i maestri W.A.S.P.
La recente ristampa per il decimo anniversario di Dad Is Dead, con il disco bonus Live In Russi, ha contribuito a indicare la futura direzione stilistica. Durante il 2019 e il 2020 la band ha lavorato duramente su una serie di nuove canzoni, insieme alla pre-produzione e al mix di Giuseppe “Dualized” Bassi (Fear Factory e altro), che ha dato una nuova e fresca spinta al suono e agli arrangiamenti, insistendo ancora di più su soluzioni moderne e groovy, che però non ne pregiudicheranno il marchio cruento e concreto.
Nell’ottobre 2021 RAIN ha pubblicato Come back A-Live, il primo libro mai realizzato dalla band, pubblicato da Arcana Edizioni e basato sull’esperienza del tour on-the-road del 2010 negli Stati Uniti con i WASP, scritto da Dave Tonioni (che ha preso parte a quel tour come merchandiser, fotografo, tour manager e molto altro) e acclamato dalla stampa italiana.
Contemporaneamente all’uscita del libro, RAIN pubblicava un nuovo singolo come logica colonna sonora, chiamato Come back A-Live. Per una band già abituata a farsi acclamare dal vivo, il prossimo album A New Tomorrow, la cui uscita è prevista per la fine del 2022, rappresenta una grande sfida soprattutto a livello creativo. Se i RAIN si sono sempre dimostrati capaci di infiammare i palchi di mezzo mondo, questa volta hanno nel mirino il tuo impianto stereo. Quindi, è meglio che tu sia pronto.
Anno per anno:
La storia dei Rain inizia nel 1980 a Bologna. Tre generazioni di musicisti si sono alternate apportando le proprie influenze e contribuendo alla creazione del sound della band, partendo dall’Heavy Metal puro delle origini fino alla sperimentazione di nuove atmosfere nell’album acustico “Mexican Way”, per tornare a elementi hard ‘n’ heavy con l’ultimo lavoro in studio “Spacepirates”.
Tra il 1998 e il 2007 la band ha pubblicato due album: “Bigditch 4704”, distribuito dalla label greca Eternal Shadows, e “Headshaker”, registrato per l’etichetta francese Deadsun Records. I lunghi tour promozionali dei due album hanno portato i Rain sia in Italia che in Europa, grazie anche alle date a supporto di Paul Di Anno, Michael Shenker, Udo, Iron Savior e Helstar, tra i tanti.
Nel 2008 la band pubblica il disco “Dad is Dead”, che contiene 12 tracce inedite e una cover del classico “Rain” dei The Cult, che vede la partecipazione di Steve Sylvester (Death SS) alla voce. Il disco è stato prodotto e distribuito da Aural Music in tutto il mondo, mentre la distribuzione italiana è stata curata da Audioglobe.
Il tour promozionale di “Dad is Dead” ha portato i Rain in Finlandia, Germania, Polonia, Olanda, Belgio, Francia, Svizzera, Danimarca a supporto di Blaze Bayley (cantante degli Iron Maiden dal 1994 al 1999), e negli Stati Uniti per un tour di un mese a supporto di W.A.S.P. nel 2010.
La produzione in studio è continuata nel 2011 con l’album “XXX”, un’antologia dei 30 anni di carriera del gruppo, in cui alcune delle canzoni più significative della carriera dei Rain sono state riarrangiate e reinterpretate. La collaborazione con Aural Music è continuata anche per questo album, e il 15 ottobre 2011 è iniziato a Tilburg, in Olanda, il “XXX Tour”, che ha portato la band ancora una volta ad attraversare Italia ed Europa.
Nell’ottobre 2013 il desiderio di sperimentare e realizzare un progetto parzialmente diverso ha portato alla pubblicazione di “Mexican Way”, un album acustico. Il disco ha ricevuto ampi consensi sia dal pubblico che dalla critica. Aural Music ancora una volta è stata partner fedele della band occupandosi della distribuzione del prodotto in tutto il mondo. All’interno delle 12 tracce sono presenti anche due canzoni cantate in lingua spagnola.
La band è partita per il tour di supporto di “Mexican Way” attraversando l’Italia partendo in marzo 2014 da Roma, eseguendo il repertorio classico unito a brani estratti da “Mexican Way”, unendo quindi il sound heavy con una componente acustica.
Il 2014 vede l’ingresso in formazione del nuovo cantante Mantis le Sin, di un nuovo chitarrista solista, Amedeo Mongiorgi, e del un nuovo batterista, Andrew Gunner.
Durante il 2014 e il 2015 la band, al lavoro sul nuovo album in studio, ha comunque tenuto numerosi concerti sia in Italia che in Europa (da menzionare la partecipazione a Pistoia Blues nel 2015 a supporto di The Darkness e Black Label Society).
L’album “Spacepirates” viene pubblicato la luce nel 2016, contiene 9 tracce inedite e vede I Rain ritornare a un sound decisamente Hard ‘n’ Heavy. La band inizia immediatamente il tour a supporto del disco accompagnando la band di Jeff Scott Soto in alcune date europee, e battendo l’Italia da nord a sud.
Nell’estate 2016 Mantis le Sin e Amedeo Mongiorgi salutano la band e vengono rimpiazzati rispettivamente da Maurizio “Evil Mala” Malaguti alla voce e da Freddy “V” Veratti alla chitarra solista.
Nel gennaio 2017 i Rain pubblicano un nuovo singolo “Good Morning Texas”, frutto della collaborazione con produttore americano Beau Hill (Alice Cooper, Winger, Ratt) e con Alessandro Del Vecchio alle voci. Il brano oltre che pubblicato come singolo, viene inserito come bonus track nell’edizione speciale in vinile di “Spacepirates”, uscita nell’aprile 2017.
Nel marzo 2017 la band, come tributo a Lucio Dalla, il cantante e artista bolognese scomparso anni prima, realizza una cover del brano “Disperato Erotico Stomp”, che viene anche pubblicato digitalmente e per il quale viene rilasciato un video ufficiale.
Il 31 ottobre I Rain pubblicano una edizione limitata in vinile a 45 giri della cover di “Disperato Erotico Stomp”, e pochi giorni dopo si imbarcano in un tour europeo di 10 date in Italia, Svizzera, Olanda e Germania a supporto di W.A.S.P. per il loro Re-Idolized “The Crimson Idol” 25th Anniversary World Tour.
Dopo un 2018 caratterizzato da impegni live la band ha pubblicato il 26 ottobre 2018 una edizione speciale del classico del 2008 “Dad is Dead” pensata per il decimo anniversario dell’uscita dell’album, edizione completamente rimasterizzata, con una nuova copertina e un bonus disc di materiale live estratto dal “Live in Russi” del 2018.
Durante il 2019 e il 2020 la band ha lavorato su un gruppo di nuove canzoni, con la pre-produzione ed il mix di Giuseppe “Dualized” Bassi (Fear Factory e altri), che ha conferito al suono una nuova freschezza, insistendo ancora di più su soluzioni moderne e cariche di groove, che tuttavia non andranno a rivoluzionare il marchio di fabbrica della band.
Nell’ottobre 2021 i Rain hanno pubblicato “Come back A-Live”, il loro primo libro, pubblicato da Arcana Edizioni e basato sull’esperienza on the road del tour del 2010 in U.S.A. con W.A.S.P. Il libro è stato scritto da Dave Tonioni (che in quel tour fu fotografo, merchandiser, tour manager e molto altro). Contemporaneamente all’uscita del libro i Rain hanno pubblicato un singolo inedito che ne fa da colonna sonora, intitolato appunto Come back A-Live.
Il 2022 ha visto la pubblicazione dei singoli inediti “A New Tomorrow”, “Peace Sells”, cover del brano dei Megadeth, e “Down in Hell”, che hanno aperto la strada all’uscita di un nuovo album, dopo 6 anni di attesa dal precedente lavoro, dal titolo “A New Tomorrow”, pubblicato il 23 settembre. L’album è stato registrato ai Fear Studios (RA – IT), pre-prodotto e mixato da Giuseppe “Dualized” Bassi, e masterizzato da Dan Korneff al Sonic Debris Studio (NY).
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Janis Joplin
https://www.unadonnalgiorno.it/janis-joplin-la-regina-del-blues/
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“Molti artisti hanno un modo di fare arte e uno di vivere. Per me ce n’è uno solo”.
Janis Joplin può essere considerata senza alcun dubbio la più grande cantante blues bianca del ventesimo secolo. Una voce meravigliosa e graffiante, le sue interpretazioni, rimaste immortali, trapelavano tutto il suo disagio e la difficoltà di stare al mondo.
Morta giovanissima, a ventisette anni, fa parte del maledetto Club 27, composto tragicamente da straordinarie musiciste e musicisti morti a quella giovane età che hanno lasciato un contributo essenziale nella storia della musica.
È stata una donna ribelle, vulnerabile, fragile e anticonformista che ha cantato come nessuna bianca aveva mai fatto prima.
Un’interprete straordinaria che ha vissuto una vita piena di eccessi per tentare di dimenticare che era sola, triste e molto insicura.
Janis Lyn Joplin nacque il 19 gennaio 1943 a Port Arthur, nel Texas più profondo e grigio, fatto di cemento e piattaforme petrolifere, suo padre, infatti, lavorava presso una raffineria, la madre era insegnante.
Sin da bambina amava la musica, era piena di curiosità, tanto entusiasmo ma anche di una divorante inquietudine. Non le piaceva la scuola, le andava stretta la famiglia, solo la musica leniva il suo disagio. Ascoltava vecchi dischi blues e jazz, sognava di essere Billie Holiday, una star, una sirena con la pelle di velluto.
Al liceo si vedeva brutta, senza forme. Aveva modi bruschi, era sgraziata e sboccata.
Veniva spesso derisa dai compagni di classe, bullizzata per la sua fisicità e la tendenza a vestirsi come un maschio, cosa molto inusuale in quel periodo. A volte si presentava a scuola a piedi nudi. Veniva anche insultata per i suoi ideali di uguaglianza fra gente bianca e nera.
Un giorno del 1963 prese il coraggio a due mani e con un amico delle sue parti, Chet Helms, fece l’autostop fino a San Francisco, la città dei sogni e della libertà. Il Texas, con la sua mentalità eccessivamente chiusa e retrograda, le impediva di essere quello che voleva, una ragazza libera e padrona della sua vita.
Mentre muoveva i primi passi come cantante in vari locali, iniziò a drogarsi per superare paure e difficoltà, viveva in un vecchio palazzo vittoriano al 1090 di Page Street, una comune che avrebbe fatto la storia della San Francisco alternativa e alimentato il mito del “sesso, droga e rock and roll”. C’è rimasta due anni, eccitata e tramortita dalle molte occasioni, dai molti incontri, dalla libertà sfrenata.
Nel 1965 è tornata a Porth Arthur per organizzare il suo matrimonio con un ragazzo che poi non ha mai sposato, forse tentava soltanto di allontanarsi dalla droga nella sua città natale, puritana e dai sani principi. Si era iscritta ai corsi di sociologia alla Lamar School, ma la sua permanenza non è durata a lungo.
Tornata a San Francisco si è immersa nel movimento beat, nella controcultura dilagante che parlava di amore, pace e libertà in contrapposizione alle lotte razziali e alla guerra in Vietnam.
L’11 giugno 1966 ha debuttato con la band Big Brother & The Holding Co. e, nel giro di quattro anni, è diventata una superstar passando dall’entusiasmo alla crisi più nera. È nata e risorta più volte facendo, intanto, brandelli della sua vita.
Il grande pubblico ha potuto ascoltare per la prima volta la sua voce intensa e graffiante al festival di Monterey nel giugno 1967, il primo della storia rock. Quella tre giorni è rimasta indimenticabile anche per la chitarra bruciata da Jimi Hendrix.
Albert Grossman, manager di Bob Dylan, la prese nella sua scuderia procurandole un ingaggio importante con una major. Janis Joplin e i Big Brother registrarono Cheap Thrills, album considerato la pietra miliare dell’Acid Rock, che rimase primo in classifica per otto settimane vendendo un milione di copie e conquistando il Disco d’Oro.
Quella giovane donna innamorata del blues che desiderava soltanto esprimere se stessa venne afflitta e soffocata da richieste e responsabilità che non sapeva gestire.
Cambiò il suo modo di vestire, abiti dai colori vivaci, collane, bracciali, anelli vistosi e piume nei capelli.
Saliva sul palco sbronza e drogata, non riusciva a gestire le sue dipendenze, nonostante i vari tentativi di ripulirsi.
Alcol e droga alimentavano la sua fame di emozioni. Cantare davanti a un pubblico era un rito d’amore totale e corrisposto che amplificava quelle emozioni. In poco tempo si affermò come la regina del blues, anche in trasmissioni televisive.
La sua capacità di trasformare la sofferenza in meraviglia, andava al di là degli eccessi in cui si perdeva. Lanciava nell’aria la sua anima blues che diventata voce e ritmo.
Le sue canzoni sono suppliche. Una costante ricerca d’amore.
Cambiò band, fondò la Kozmic Blues Band con cui le cose non andarono molto bene.
Sommersa dall’inquietudine, a volte sembrava presa da un furore autolesionista, si insinuò il dubbio che il suo canto disperato non fosse un grido di liberazione ma un affronto personale, un gesto di autopunizione.
Nell’agosto del 1969 ha partecipato al mitico Festival di Woodstock, nelle lunghe ore di attesa prima di esibirsi assunse pesanti dosi di stupefacenti col risultato di esibirsi con parecchie stonature e incertezze al punto che volle la cancellazione dalle registrazioni audio dell’evento.
Nel 1970 lasciò San Francisco, allontanando le cattive compagnie, comprò una casa nella quiete di Marin County per voltare pagina davvero. Sosteneva di aver trovato l’uomo della sua vita e pensava al matrimonio.
Con una nuova formazione, la Full Tilt Boogie Band fece un tour in Canada dal titolo Festival Express 1970. Nei filmati realizzati appare felice e spensierata, le sue performance intense e memorabili.
L’ultima volta in cui si è esibita è stato a Port Arthur, la sua città natale, per festeggiare i laureati del suo anno. Anche in quell’occasione l’alcol fu il suo compagno di viaggio.
Era a Los Angeles per registrare un album, aveva una camera al Landmark Hotel a Hollywood, quando, la mattina del 4 ottobre 1970, attesa in studio per registrare, è stata trovata a terra, nella sua stanza, stroncata da un’overdose.
Era morta da 18 ore, il viso riverso sul pavimento e il corpo incastrato fra il letto e il comodino. Le sue ceneri vennero sparse lungo la costa di Marin County, in California.
A soli 27 anni aveva già scritto la storia del blues e del rock.
Interprete fragile e grintosa, viene ricordata per le sue performance trascendentali, catarsi dell’anima per chi ascolta il graffio della sua voce che arriva dritto al cuore.
Non è stata solo una cantante di successo, era un’icona della nuova condizione femminile, protagonista della rivoluzione culturale di quegli anni. Sul palco parlava di sesso senza alcun pudore, ha ammesso senza remore anche la sua bisessualità.
Era una giovane donna istintiva, passionale, generosa che pericolosamente confondeva realtà e finzione scenica.
Il disperato bisogno d’amore che cantava nelle sue canzoni era quello della sua vita reale, fatta di solitudine e malinconia dopo frettolose avventure nei camerini o in stanze d’albergo.
In pochi anni di vita ha segnato la storia della musica.
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perfettamentechic · 2 years ago
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19 giugno … ricordiamo …
19 giugno … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2020: Ian Holm, Sir Ian Holm Cuthbert, è stato un attore britannico. (n. 1931) 2017: Brian Cant, attore, conduttore televisivo e scrittore britannico. (n. 1933) 2016: Anton Yelchin, attore sovietico. divenuto noto internazionalmente per la sua interpretazione del giovane Pavel Chekov nel film del 2009 Star Trek. (n. 1989) 2016: Götz George, attore tedesco, noto in Germania per aver interpretato…
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ca-la-bi-yau · 2 years ago
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🏳️‍⚧️Trans Day of Remembrance🏳️‍⚧️
Tw: v1olenc3, su1cid3, transphobia, gender disphoria
Il 20 novembre è il Trans Day of Remembrance, la giornata che dal 1999 ricorda le vittime trans* del bigottismo e della violenza transfobica della società. Non è e non dovrebbe essere solo una giornata di ricordo, di lutto, di veglie e di candele ma soprattutto un giorno di rabbia.
Secondo i dati riportati dalle associazioni nel 2022, fino ad ora, ci sono state 381 vittime di transfobia in tutto il mondo: in media, più di una persona trans* al giorno perde la vita per cause non naturali. Dal 2008 ad oggi sono morte almeno 5000 persone trans*, con un aumento dell'8% solo negli ultimi 3 anni. L'età media delle perosne trans* morte quest'anno è di 27 anni; la più giovane aveva solo 12 anni, la più anziana 59. Come ogni altro tipo di discriminazione anche quella transfobica è intrecciata a tutte le altre: il 95% di coloro che sono state uccise in tutto il mondo erano donne trans o persone trans* femminili. Il 65% erano nere o facente parte di un altro gruppo razzializzato. Nonostante questo dato sono in aumento i casi di suicidi di uomini trans o persone trans* maschili: 52 i casi dal 2015 al 2022.
Tutti questi dati sono OVVIAMENTE SOTTOSTIMATI, a causa del fatto che molto spesso queste notizie non arrivano sui giornali, uno dei modi principali con cui si è in grado di monitorare questi numeri ogni anno. Questi dati sono tragici se li si contestualizzano sul numero di persone trans* stimate nel mondo, cioè circa 1 milione, meno dell'1% della popolazione mondiale.
E l'Italia? L'Italia si piazza al primo posto in Europa per vittime di transfobia. Con il barbaro omidicio avvenuto a Roma, nel quartiere Prati, solo tre giorni fa, siamo arrivate a 11 morti nel 2022, fino a questo momento.
Non voglio parlare delle storie di vita di queste persone ma penso sia importante ricordarne i nomi, la loro età, come hanno perso questa loro vita.
Un anno fa (ma la notizia è stata condivisa solo ad ottobre 2022) ELIOS, 15 anni, si è buttato dal quarto piano di un palazzo.
MAUDIT, 29 anni, si è suicidatx il 30 marzo scorso.
CAMILLA, 43 anni, è stata ritrovata in un fiume, picchiata e fucilata.
CLOE, 58 anni, è morta suicida nel proprio camper carbonizzato, il 10 giugno. Della sua storia si è parlato molto, soprattutto perchè complice delle varie umiliazioni che ha subito, e che l'hanno portata a isolarsi per mesi e a togliersi la vita, c'era l'assessora all'istruzione leghista della regione Veneto.
SASHA, 15 anni, l'11 giugno si è lanciato dal sesto piano di casa sua.
NAOMI, 47 anni, è stata ritrovata morta in una camera d'hotel, strangolata a mani nude.
CHIARA, 19 anni, si è tolta la vita in casa un mese fa.
MORGANA, donna trans senza fissa dimora, è morta di freddo in mezzo alla strada.
Di altre due donne trans sono senza nome: una è stata investita da una macchina in tamgenziale, la seconda è precipitata da un palazzo e non è chiaro se si tratti di un suicidio o di transicidio.
3 giorni fa, il 17 novembre, è morta MARTA, 65 anni, uccisa con un'arma da taglio.
Le istituzioni italiane e i partiti politici di questo paese sono fautrici e complici della discriminazione e della follia transfobica che ha ucciso queste persone. E non parlo solo del vergognoso applauso in Parlamento per l'affossamento del discusso DDL Zan ma anche dei continui tradimenti, passi indietro e di lato, che le persone trans* e le associazioni hanno visto e subito da parte di quel blocco granitico e democristiano che il DDL Zan lo ha portato avanti. Quel blocco che ancora occupa abusivamente il nome di Sinistra, e che, non avendo più alcuna altra differenza nè motivo di conflitto con la destra post fascista che ci governa, prende come bandierina quella dei diritti civili. Troppo spesso, però, la questione dei diritti della comunità LGBTQIA+, finisce per essere inglobata totalmente in quella cis gay mentre tutto il resto della comunità, specialmente T, viene lasciato indietro, con l'identità di genere che diventa oggetto di scambio e di vergognoso compromesso politico.
Questi sono i dati che riguardano le persone uccise dalla transfobia. Non toccano però la violenza sistemica e quotidiana che le persone trans* subiscono OGNI GIORNO, in praticamente ogni ambito della loro vita: deadnaming e  misgendering, la non rappresentanza, la difficoltà di trovare un posto di lavoro o una casa in affitto, le terapie riparative, l'infinito, umiliante e costosissimo percorso giuridico e burocratico per la transizione, la discriminazione continua nel sistema sanitario nazionale, l'umiliazione di unə psichiatra cis che deve decidere per te se sei trans* o meno, il bullismo nelle scuole (dove aumentano i casi di umiliazione e violenze perpetrate da3 professor3) e nelle università, l'abbandono da parte delle famiglie, gli sfratti, i licenziamenti, gli insulti per strada, i pestaggi. E infine, la morte.
E dobbiamo continuare a parlarne perché anche quello che può sembrare meno grave e meno rilevante, ad esempio le cosiddette "stronzate dei pronomi o della ə", ha un suo impatto, molto forte, sulla salute mentale e le condizioni di vita delle persone trans*, specialmente per chi soffre anche violentemente di disforia.
Nonostante la disforia di genere sia stata declassata a incongruenza di genere, passando da disturbo mentale a disturbo della sessualità, siamo ancora lì, siamo ancora delle persone malate, disturbate, patologizzate. Dobbiamo ancora subire l'umiliazione di non poter affermare noi stess3 ma di dover aspettare e pagare affinchè unə psichiatra cis ci dica chi siamo o affinchè unə giudice cis ci dica che possiamo cambiare i nostri documenti. Dobbiamo ancora aspettare anni e anni per tutto questo, per avere accesso alla cura ormonale nonostante questi farmaci siano ormai considerati SALVAVITA.
Dobbiamo spostarci lontano da casa, cambiare regione come minimo perché in molte non esistono centri per persone trans e le associazioni sono ridotte all"osso; dobbiamo aspettare anni per una qualsiasi operazione con il SSN o dobbiamo andare in qualche altro paese, sborsando decine di migliaia di euro per provare a essere quello che siamo, perché qui in pratica non esistono cliniche specializzate. Né studi, né ricerche, né corsi di aggiornamento, né preparazione medico-sanitaria di base per aiutare le persone trans* senza infliggere altra violenza. Violenza sistemica e quotidana che spinge le persone trans* all'isolamento, a non fidarsi del personale sanitario, a non andare negli ospedali, con tutte le tragiche conseguenze.
Ci vediamo porte chiuse in faccia ogni giorno. Vediamo la violenza verbale del discorso politico, la violenza noncurante nel linguaggio giornalistico e mainstream, la non rappresentanza in ogni ambito, dal politico al mediatico.
Sentiamo, leggiamo, siamo obbligat3 a dire e a comunicare i nostri deadname in ogni ambito, a vederli scritti ovunque persino il giorno dopo il nostro suicidio, fregandosene del nostro volere e del nostro dolore. Sentiamo venire declassati i problemi sul linguaggio, sui pronomi e sul neutro, come problemi di serie B per poi sentir parlare per settimane di una fascista che si proclama donna e vuole essere chiamata IL presidente.
Ci sentiamo troppo spesso tradite da quelle persone e quella comunità che dovrebbero in primis accoglierci e difenderci. Dalla discriminazione interna nelle famiglie e nelle scuole a quella intenra alla comunità LGBTQIA+, troppo spesso spaccata sulla questione identità di genere, appiattita sulle questioni esclusivamente e squisitamente cis gay.
Le stesse persone che difendono la polizia, che credono nei concetti di decoro e rispettabilità, che credono nel capitalismo e condannano l'uso della violenza da parte delle minoranze, salvo poi tirare fuori due volte l'anno i nomi di Marsha P. Johnson, di Sylvia Rivera, dell3 rivoltos3 di Stonewall.
Ci sentiamo troppo spesso tradite da quella frangia di FART, delle cosiddette femministe radicali allineate sue posizioni dei peggior fascisti, tollerate e inserite perfettamente nella comunità e negli ambienti femministi. Persone che organizzano ronde nei bagni pubblici per controllare i genitali delle persone, soggetti che ci considerano malate, che additano le donne trans come pericolosi stupratori, gli uomini trans come donne disturbate, antifemministe e misogine, le persone non binarie come creature mitologiche da evitare, l3 sportiv3 come subdole cheaters approfittatrici. Le stesse persone che ci cacciano e ci escludono dai loro spazi in nome del femminismo, le persone che credono negli slogan del "il corpo è mio e decido io", finché ovviamente sei cis.
In quanto persone trans*, fragili, rifiutate e marginalizzate subiamo ancora di più sulla nostra pelle tutte le contraddizioni, le violenze e le follie del sistema patriarcale, abilista e razzista, interconnesse con quelle del sistema economico capitalista in cui viviamo. Subiamo lo sfruttamento, la discriminazione e la povertà che ci relega nell'antico ruolo di sex workers, di senza dimora, di senza nome. Subiamo la cieca violenza razzista e delle politiche antimigratorie, quella maschilista di chi ci feticizza, ci stupr4 e ci uccide, di chi ci considera oggetti o trappole. Subiamo la violenza economica del non trovare un lavoro, di essere sfrattate, di non avere i soldi per per le visite mediche e psicologiche, per le operazioni, per le lotte burocratiche e giudiziarie. Tutte cose che peggiorano di continuo la nostra salute fisica e mentale, costringendoci a vivere una vita odiosa e odiata, soprattutto per chi soffre la disforia di genere, per chi si sente ingabbiat3 in un corpo che non è il suo, per chi lo rifiuta e vorrebbe scarnificarsi la pelle.
Le persone trans*, come il resto della comunità LGBTQIA+, hanno statisticamente più possibilità di sviluppare disturbi di ansia e depressione, autolesionismo, disturbi alimentari e dismorfia, disturbi della personalità, dissociazione e scarso senso di sè.
A tutto questo si deve il vergognosamente alto numero di suicidi di persone trans*, semplicemente un numero, di cui la società, la politica, le istituzioni non si prendono la piena e totale responsabilità. Per le persone lasciate sole, marginalizzate, razzializzate, ignorate, invisibilizzate, zittite, malmenate, uccise.
Una giornata di rabbia, quindi. Una giornata di rabbia per una società che ci ignora e continua a ignorarci.
Vogliamo poter vivere le nostre vite in libertà. Vogliamo poter decidere noi della nostra vita e del nostro corpo, senza l'intervento di persone cis che decidano per noi, senza il bisogno dell'assenso di famiglia e società. Vogliamo poter affrontare il nostro personale percorso di transizione, che non sia patologizzante e oprrimente. Vogliamo poter accedere liberamente alle terapie ormonali salvavita e agli interventi per chiunque ne senta la necessità, con un semplice consenso informato. E vogliamo dignità e rispetto per qualunque persona trans* e non binary che non vive la disforia e che non vuole ormoni o interventi, che ne vuole solo alcuni, che vorrebbe solo microdosi e semplicemente un aspetto più androgino, senza per questo venite escluse dalla comunità T, senza per questo non venire considerate valide. Vogliamo una legge che condanni la transfobia, che tuteli protegga le persone trans* dalla violenza quotidana.
Vogliamo un'educazione sessuale inclusiva nelle scuole libere dalle mani dei preti e del Vatic-Ano, vogliamo un'educazione sentimentale e alle differenze e quindi transfemminista che insegni alle nuove generazioni a rispettare ogni essere su questo pianeta e a rispettare ogni possibile variante dell'essere umano. Vogliamo corsi di formazione obbligatoria per insegnanti, per dipendenti pubblici, per il personale sanitario affinchè sappiano come approcciarsi alle persone trans*, perché possano cercare di comprendere, accettare ed aiutare nel miglior modo possibile, senza infliggere ancora inutile violenza psicologica a soggetti già portati alla fragilità emotiva. Vogliamo l'applicazione di un linguaggio inclusivo, di una rappresentazione inclusiva, politica prima che mediatica e comunque che sia scollegata dalle becere logiche di mercato del "politically correct", del rainbow washing di aziende e piattaforme che una volta l'anno si dipingono di arcobaleno per poi finanziare quotidianamente associazioni, partiti e governi che ci negano diritti civili e sociali.
Vogliamo un sistema sanitario nazionale che sia completamente pubblico e gratuito per tutt3, che venga incontro alle nostre esigenze e che non debba comportare alcun tipo di spesa per operazioni SALVAVITA. Vogliamo la fine delle politiche antimigratorie, razziste e assassine, non in nome di aziende predatrici e imprenditori avvoltoi che cercano manodopera a basso costo da sfruttare fino alla morte ma in nome della libera circolazione dei corpi e dell'abolizione dei confini. Vogliamo la messa al bando di ogni tipo di "terapia riparatrice", di ogni medic3, psicolog3 o psichiatr3 che a causa del proprio bigottismo o di una più che profana morale cattolica si accaniscono sulle persone trans* e della comunità causando sofferenze e violenze indicibili a livello psicologico e fisico. Vogliamo lə psicologə di base, in maniera completamente gratuita, vogliamo più psicologh3, psichiatr3, assistenti sociali nelle strutture sanitarie, nelle scuole, nelle università, sui luoghi di lavoro.
Vogliamo finanziamenti veri e sostanziali per le associazioni, per i centri antiviolenza e antidiscriminazione.
Vogliamo l'aborto libero e gratuito per tutte le persone con un utero, vogliamo la fine della violenza ostetrica, la fine dei tabú, dei costi esorbitanti e delle discriminazioni legate al mondo del parto, dell'aborto, del ciclo mestruale. Vogliamo le associazioni cosiddette "pro-vita" fuori dagli ospedali pubblici, con una legge che vada oltre la 194, che garantisca tutto questo e che abolisca l'obiezione di coscienza. Vogliamo una riforma della codice della famiglia che comprenda ogni tipo di famiglia sul criterio dell'amore e del legame, slegati dall'eteronormatività e dall'esclusività monogamica e dalla dinamica di coppia. Vogliamo lo stralcio delle unioni civili in favore di un matrimonio egualitario, vogliamo una legge e una riforma seria in tema di adozioni per porre fine tutte quelle follie giudiziarie e legali a cui sono costrette le famiglie omogenitoriali.
Vogliamo la fine di un sistema abilista e "meritocratico" che premia e incensa persone privilegiate lasciando indietro l3 ultim3. Vogliamo la fine di ogni tabù riguardante la salute mentale e il suicidio. Vogliamo delle città e un mondo che siano a misura di essere umano e non di automobile, vogliamo la fine della ghettizzazione delle persone migranti e delle persone nomadi nei "campi rom" e soprattutto un mondo accessibile per le persone disabili, dalle barriere architettoniche alle cure sanitarie passando per i servizi pubblici. Vogliamo che le persone disabili non debbano essere costrette a vivere recluse in casa con tutte le nefaste conseguenze del caso, vogliamo la fine di un mondo ancora incentrato su un modello di umano basato sul maschio bianco cis etero e abile.
Vogliamo il salario minimo, vogliamo le imprese costrette a pagare l3 lavorator3 in base alle ore lavorate, vogliamo un salario che sia legato ai costi dell'inflazione. Vogliamo un reddito di base UNIVERSALE che permetta a ogni essere umano di poter accedere ai suoi bisogni primari, con la fine dello sfruttamento e del ricatto del lavoro. Vogliamo che il cibo, la casa, i prodotti di prima necessità, le cure mediche e quanto elencato fino ad ora siano considerati a tutti gli effetti delle necessità esistenziali e che in quanto tali siano garantite dalle istituzioni statali e non esclusivo privilegio di poche, sempre più poche persone ma sempre più ricche. Vogliamo una vera politica ambientalista statale e non il greenwashing delle aziende, che non sia fatta di soli incentivi che vanno ad ingrassare i portafogli delle multinazionali. Vogliamo una politica antispecista e rispettosa dell'ambiente del pianeta in cui viviamo.
Una politica che ponga fine allo sfruttamento animale e ambientale che il modello economico capitalista ha portato avanti negli ultimi duecento anni, inquinando, uccidendo e distruggendo il pianeta in nome di una crescita infinita e incontrollata e per un consumismo sfrenato e amorale. Una politica che ARRESTI i diretti responsabili del disastro climatico che come umanità stiamo vivendo a partite dai CEO delle aziende, che riconverta le suddette aziende in fabbriche e luoghi di lavoro sostenibili, a partire dalla partecipata statale di ENI, una delle venticinque aziende più inquinanti al mondo e che da decenni continua a distruggere e a sfruttare i territori africani. Vogliamo una politica ambientalista internazionale, di pressione sugli altri paesi, di interruzione di intrecci economici miliardari che devastano il Sud del Mondo, di presa di responsabilità del fenomeno migratorio legato ai cambiamenti climatici di cui noi, come Occidente, siamo i primi responsabili.
Vogliamo la fine del sistema economico capitalista neoliberista vigente che ci opprime. Vogliamo una politica internazionale di pace che invochi al disarmo mondiale e alla fine dell'impero NATO, prima organizzazione al mondo per numero di guerre causate e finanziate, a scapito di altri paesi, burattini e amici finchè il vento gira nella direzio e giusta. Vogliamo la fine dell'Italia come polveriera del Mediterraneo, con i tristi primati di vendite di armi di ogni tipo a regimi dittatoriali e fascisti.
Vogliamo questo e molto altro.
Vogliamo una VERA prevenzione al suicidio, che non passi per i vari "bonus psicologo" e che non gravi solamente sulle spalle di quelle poche associazioni senza fondi, senza personale e incapaci loro malgrado di sopperire alle richieste di aiuto.
Una vera prevenzione al suicidio che passa per tutti gli elementi elencati fino ad ora e ancora di più, per tutto quello che mi son scordata di scrivere, per tutte le necessità esistenziali degli esseri umani.
Vogliamo un mondo diverso e l'unico modo per ottenerlo è la lotta. Una lotta che sia intersezionale e quindi TRANSFEMMINISTA, ECOLOGISTA E ANTISPECISTA, ANTIRAZZISTA, ANTICAPITALISTA.
Quindi oggi incazzatevi, oggi celebrate il TDOR ovunque siate, marciate, parlate e urlate per chi non ha più voce, per chi non è più qui per marciare con voi, per chi ancora vive chiusə nei propri armadi, per chi, come me oggi, vorrebbe così tanto uscire di casa, andare alla manifestazione, abbracciare l3 mi3 compagn3 trans* e ally ma è talmente provata mentalmente da non riuscirci.
Marciate per Elios, per Maudit, per Naomi, per Camilla, per Sasha, per Cloe, per tutte le persone senza un nome. Marciate anche per chi ha tanta rabbia ma non ha più forza, marciate anche per me.
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kon-igi · 4 years ago
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Qual è la sua previsione di Covid in Europa da qui a uno, due mesi?
I amar prestar aen. Il mondo è cambiato. Han mathon ne nen. Lo sento nell'acqua. Han mathon ne chae. Lo sento nella terra. A han noston ned 'wilith. Lo avverto nell'aria... Molto di ciò che era si è perduto, perché ora non vive nessuno che lo ricorda. 
Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei Grandi Anelli. Tre furono dati agli Elfi, gli esseri immortali più saggi e leali di tutti. Sette ai Re dei Nani, grandi minatori e costruttori di città nelle montagne. E nove, nove anelli furono dati alla razza degli uomini, che più di qualunque cosa desiderano il potere. Perché in questi anelli erano sigillate la forza e la volontà di governare tutte le razze. 
Ma tutti loro furono ingannati, perché venne creato un altro anello. Nella terra di Mordor, tra le fiamme del monte Fato, Sauron, l'Oscuro Signore, forgiò in segreto un Anello Sovrano per controllare tutti gli altri. E in quest'anello riversò la sua crudeltà, la sua malvagità, e la sua volontà di dominare ogni forma di vita. Un anello per domarli tutti. Uno a uno, i paesi liberi della Terra di Mezzo caddero sotto il potere dell'Anello, ma alcuni opposero resistenza. 
Un'ultima alleanza di Uomini ed Elfi marciò contro le armate di Mordor. E sui pendii del monte Fato combatté per la libertà della Terra di Mezzo.
La vittoria era vicina. Ma il potere dell'Anello non poteva essere sopraffatto. Fu in questo momento, quando ogni speranza era svanita, che Isildur, figlio del re, afferrò la spada di suo padre. 
Sauron, il nemico dei popoli liberi della Terra di Mezzo, venne sconfitto. 
L'Anello passò a Isildur, che ebbe quest'unica possibilità di distruggere il male per sempre. Ma il cuore degli uomini si corrompe facilmente. E l'Anello del Potere ha una volontà sua. Esso condusse Isildur alla morte. E alcune cose che non avrebbero dovuto essere dimenticate andarono perdute. 
La storia divenne leggenda, la leggenda divenne mito. E per 2.500 anni dell'Anello si perse ogni conoscenza. Finché, quando si presentò l'occasione, esso irretì un nuovo portatore.
L'Anello pervenne alla creatura Gollum, che lo portò nei profondi cunicoli delle Montagne Nebbiose. E lì l'Anello lo consumò.
L'Anello diede a Gollum un'innaturale, lunga vita. Per 500 anni avvelenò la sua mente. E nell'oscurità della caverna di Gollum, attese. Le tenebre strisciarono di nuovo nella foresta del mondo. Correvano voci di un'ombra a Est, sussurri di una paura senza nome. E l'Anello del Potere percepì che era giunto il suo momento. Abbandonò Gollum. Ma accadde qualcosa che l'Anello non aveva previsto. Fu raccolto dalla creatura più improbabile che ci fosse.
Un Hobbit. Bilbo Baggins, della Contea.
Perché presto arriverà il momento in cui gli Hobbit plasmeranno la fortuna di tutti.
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Perdonami... da vecchio quale sono mi sono perso nei ricordi.
Dicevamo, la previsione di Covid in Europa da qui a uno, due mesi.
Dunque, se il 15 di Settembre riaprono le scuole, già verso il 20 cominceranno le chiusure isteriche a macchia di leopardo con gran scuotimento di scudi e strapparsi di chiome. A fine mese cominceranno ad aggiustare il tiro perché le industrie rallenteranno a causa dei genitori che si assenteranno i giorni pari per andare a prendere i figlioli e quelli dispari per accudirli. Saranno quindi riviste le regole di distanziamento e di protezioni, coi tamponi fatti non più a tutta la classe ma solo a chi presenterà febbre e tosse.
Tutto sembra procedere nel verso giusto senonché a Ottobre inizierà la campagna per il vaccino antinfluenzale e a scuotere gli scudi e a strapparsi le chiome saranno gli antivax.
Verso Novembre cominceranno le prime infezioni stagionali, sia batteriche che virali, e quindi la gente avrà automaticamente il Covid, bloccando per saturazione qualsiasi servizio che abbia dentro le sillabe OSP- O SAN- e poiché quasi nessuno avrà fatto il vaccino antinfluenzale, i sanitari dovranno fare tamponi come se fosse esplosa una fabbrica di cotton fioc perché la sintomatologia influenzale e quella da Covid-19 sono uguali identiche.
A Dicembre i telegiornali avranno il tono da ‘Gesù Bambino quest’anno non nasce’ e la gente indosserà le mascherine anche per dormire, questo nonostante i numeri di ricoveri sia solo leggermente sopra la media e i decessi stabili sui 10-20 al giorno.
L’anno finirà con il rogo di tutti quelli che hanno manifestato l’intento di festeggiare il capodanno in compagnia nonostante la fine del mondo.
Gennaio, Febbraio e Marzo 2021 saranno mesi confusi e fusi assieme, coi telegiornali che avranno un tono da ‘Gesù non risorge e resta morto ad aspettarci’ e che cercheranno morti dove non ci sono e positivi dove è ovvio che ci siano... cioè OVUNQUE.
Poi ad Aprile-Maggio arriva IL VACCINO ANTISARS-COV2 e la gente ritrova le forze per scendere in piazza a manifestare contro lo strapotere di Bigpharma che ci avrà messo dentro i feti morti dei bambini di Bibbiano uccisi con l’elettroshock e il mercurio dai cinegri comunisti musulmani sionisti.
A Giugno finiscono le scuole, tutti al mare e fottesega.
Bene... con questo auruspicio a lungo termine spero di aver risposto alla tua domanda.
Namárie... merin sa haryalye alasse
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m2024a · 5 months ago
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Ilaria Salis è arrivata a Monza, l’emozione di papà Roberto: “Ora esco di scena, mi dimetto” Ilaria Salis è tornata in Italia alla vigilia del compleanno. Poco dopo le 19 l’attivista 40enne è arrivata nell’abitazione, presidiata dalle forze dell’ordine, dei suoi genitori a Monza dopo il viaggio in auto da Budapest insieme al padre. Salis pochi giorni fa è stata eletta al parlamento europeo con il partito Alleanza Verdi-Sinistra e per questo scarcerata ieri, 14 giugno, dopo oltre un anno di detenzione prima nelle carceri ungheresi, poi, da poche settimane, ai domiciliari. L’accusa nei suoi confronti è di aggressione contro attivisti di estrema destra. Ilaria in Italia, papà Salis: “Ora esco di scena” Ad annunciare il ritorno a casa è lo stesso genitore, Roberto Salis, che ufficializza anche la sua uscita di scena: “C’è tanta emozione ma ora io ‘do le dimissioni’ da portavoce di Ilaria ed esco completamente di scena. Ilaria è stravolta deve fare una doccia e rilassarsi un attimo”. Poi racconta l’emozione del ritorno a casa di sua figlia: “Arrivati davanti al cartello ‘Monza’ non abbiamo detto nulla, abbiamo fatto una foto e basta”. Expand article logo  Continua a leggere Il compleanno e il processo Ilaria Salis lunedì 17 giugno compirà 40 anni. ”Faremo qualcosa’ spiega il padre ai cronisti fuori l’abitazione. “Ne dobbiamo fare due perché abbiamo quello dell’anno scorso” ha  aggiunto. Poi sulla vicenda giudiziaria della figlia spiega: “Rimangono da mettere a posto alcune cose perché comunque il processo è stato sospeso. Adesso dobbiamo fare in modo che venga cancellata questa accusa per cui Ilaria ritiene di essere innocente”. Il viaggio “è andato molto bene. Ilaria è molto stanca, provata”, ha aggiunto. “Ha avuto un periodo di carcerazione molto intenso e ha subito delle torture. Adesso ha bisogno di riposarsi, occorrerà un po’ di tempo. L’abbiamo riportata qua con tutte le fatiche che abbiamo fatto”. Chi è Ilaria Salis, dal centro sociale al carcere in Ungheria all’immunità parlamentare Nata a Milano e cresciuta a Monza, Ilaria Salis per qualche mese è stata supplente alle scuole medie. Laureata con lode all’Università degli Studi di Milano in Scienze storiche, nel 2021, consegue la laurea magistrale in Filologia, letterature e storia dell’antichità nello stesso ateneo. Militante antifascista, a 18 anni partecipa alla fondazione di un centro sociale insieme ai compagni di scuola. Seguono una serie di segnalazioni e denunce in seguito ad iniziative del suo gruppo. Nel febbraio nel 2023 si trova a Budapest per la celebrazione del Giorno dell’Onore, giornata dove neonazisti provenienti da tutta Europa celebrano i militari tedeschi e ungheresi morti nel 1945 durante l’assedio di Budapest dell’Armata Rossa. Coinvolta in alcuni attacchi contro militanti di estrema destra, Salis viene arrestata insieme a due tedeschi dalle autorità ungheresi con l’accusa di aver causato “lesioni che potevano pregiudicare la vita” di tre militanti neonazisti, aggrediti il giorno precedente. La donna viene anche accusata di appartenere a un’associazione criminale tedesca nota come Hammerbande, ‘Banda del martello’, che si propone proprio di colpire i neonazisti, anche fisicamente. Per l’accusa, Salis avrebbe partecipato a due episodi violenti avvenuti il 10 febbraio 2023: il primo in piazza Gazdagréti in cui è stato aggredito un uomo erroneamente scambiato per un estremista di destra, il secondo contro László Dudog, musicista di estrema destra, le cui foto col volto tumefatto sono circolate su internet. Dichiaratasi si da subito innocente, Salis ha rifiutato il patteggiamento a 11 anni di reclusione. Nel giugno 2023 viene respinta la prima di tre diverse istanze presentate dai suoi legali che richiedevano la possibilità di scontare gli arresti domiciliari in Italia. Nel novembre del 2023 Salis viene rinviata a giudizio ma la notizia della sua carcerazione sconvolge l’opinione pubblica italiana solo nel dicembre 2023 quando la viene portata in tribunale con manette ai polsi e ceppi e catene alle caviglie. Ne nasce una polemica politica con le accuse al governo guidato da Orban che vanta buoni rapporti con la premier Giorgia Meloni. A gennaio 2024, Salis – che ribadisce la sua innocenza – in un memoriale denuncia di essere trattata “come una bestia al guinzaglio”. A metà aprile, i leader di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli annunciano la sua candidatura alle europee, con l’obiettivo di garantirne l’immunità parlamentare. Il 23 maggio 2024 esce dal carcere di Budapest dove era detenuta da oltre 15 mesi e viene messa ai domiciliari, con il braccialetto elettronico. Alle Europee dell’8 e 9 giugno viene eletta ottenendo 178.202 preferenze nei diversi collegi dove era candidata. Il 14 giugno, a seguito della sua elezione a europarlamentare, Ilaria è libera e torna in Italia.
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