1914 - 2014 Cent'anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, cent'anni dall'inizio della guerra che doveva porre fine a tutte le guerre, un secolo dall'inizio della Grande Guerra che marchiò, in sangue e fuoco, la storia del novecento (e oltre). Il titolo del blog "Calze e cioccolatini" è tratto da una lettera scritta al fronte dal soldato inglese Percy Wyndham, nipote del 1° Duca di Westminster e indirizzata alla madre: "Mandami le calze e i cioccolattini, che sono le due cose assolutamente indispensabili nella vita". Wyndham fu ucciso il 14 settembre 1914, a Soupir, mentre guidava i suoi uomini alla carica. Con lui ricordiamo tutti i soldati e i civili morti durante i quattro anni di guerra. Cent'anni dopo, il ricordo è ancora impresso nella memoria di tutti i popoli. Ci trovi anche su: Sito a cura di Andrea Maisano.
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105 anni fa, l'Italia entrava nella grande guerra europea, questa la prima pagina del Corriere della Sera di quel giorno.
24 MAGGIO 1915: L'ITALIA DICHIARA GUERRA ALL'AUSTRIA-UNGHERIA
“Guerra! La parola formidabile tuona da un capo all'altro dell’Italia e si avventa alla frontiera orientale, dove i cannoni la ripeteranno agli echi delle terre che aspettano la liberazione: guerra! È l’ultima guerra dell’indipendenza. Avevamo finito col credere che il libro del Risorgimento fosse ormai pieno e chiuso e consegnato al passato. Ed ecco che si riapre sotto questo cielo di primavera fatidica”.
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16 Marzo 1920 LO SCIOPERO CONTRO IL PUTSCH Tre giorni dopo l'inizio del Putsch di Kapp, la Germania è bloccata da uno sciopero generale proclamato, il 14 Marzo, dal Presidente della Repubblica Friedrich Ebert. L'appello allo sciopero è approvato dai sindacati operai e dalle associazioni degli impiegati e dei lavoratori dei servizi pubblici, appoggio allo sciopero arriva anche dal Partito di Centro Tedesco (Zentrum) e dal Partito Democratico Tedesco (DDP). Fin dalla prima giornata, le fabbriche e i trasporti si fermano, le tipografie chiudono rendendo impossibile al nuovo governo di Kapp la comunicazione con la popolazione. Il 15 lo sciopero raggiunge l'apice, l'intero paese è paralizzato. Numerosi, in tutto il paese, gli scontri tra milizie operaie e truppe coinvolte nel Putsch. Nella Rurh, nasce l'Armata Rossa, una milizia paramilitare operaia. La maggioranza dei pubblici funzionari si rifiuta di prestare giuramento e servire sotto il governo putschista. Il 16 le cose peggiorano: nella Capitale iniziano a mancare i riforimenti e il presidente della Reichsbank si rifiuta di consegnare al governo di Kapp, i fondi necessari per pagare le truppe. Un ordine di fucilazione degli operai coinvolti nei picchetti non ha seguito. Continuano, sempre più sanguinosi, gli scontri nella Ruhr, tra milizie operaie e truppe putschiste. Nella foto, una manifestazione a Berlino contro il putsch, la scritta recita: "250.000 partecipanti". ENGLISH March 16, 1920 THE STRIKE AGAINST THE PUTSCH Three days after Kapp's Putsch begin, Germany is blocked by a general strike proclaimed on March 14 by the President of the Republic, Friedrich Ebert. The call to the strike is supported by the workers' unions and by the associations of employees and workers of the public services. Support also comes from the German Centre Party (Zentrum) and from the German Democratic Party (DDP). From the first day, factories close and transports stop, the printing house strike makes also impossible for the putschist governement to comunicate with the people. On the 15th the strike is at its peak, the country is paralyzed. Numerous are the clashes across the country between the worker militias and the troops involved in Putsch. In the Ruhr, a worker paramilitary formation, the Red Army, is formed. The refusal of the majority of the public officials to take an oath to the putschist government is another pressing matter for the Kapp government. On the 16th, things get worse: in the capital, there is a shortage of supplies, the president of the Reichsbank refuses to deliver the funds necessary to pay the troops to the Kapp government. The order to shoot the workers at the picket lines is not applied. In the Ruhr, bloody clashes between workers' militias and putschist troops continue. In the picture, a demonstration in Berlin against the putsch. The caption reads: "A quarter-million participants".
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13 Marzo 1920, prende il via il Putsch di Kapp. Nella notte tra il 12 e il 13 Marzo, la Marinebrigade Ehrhardt - unità di freikorps tedesca -marcia su Berlino, occupandone i centri nevralgici del potere. Le truppe entrano nella capitale cantando il loro inno: Hakenkreuz am Stahlhelm (Croce uncinata sull'elmo). Il governo fugge e il generale Kapp prende possesso della Cancelleria. A Berlino è proclamato lo stato d'assedio. In Baviera, un pronunciamento militare diretto del colonnello von Epp, comandante dei tiratori bavaresi, porta alla fine del governo socialista di Hoffmann. Al potere sale il nazionalista Kahr, il quale però si tiene a debita distanza dai problemi che stravolgono la capitale. Nella foto, due soldati coinvolti nel Putsch a Berlino tengono un cartello con la scritta: "Stop! Spareremo su chiunque proceda!" ENGLISH March 13, 1920, the Kapp Putsch kicks off. In the night between 12 and 13 March, the Marinebrigade Ehrhardt - a freikorps unit - marches into Berlin, occupying the government quarter in Berlin. Troops enter the capital singing the hymn: Hakenkreuz am Stahlhelm (Crooked cross on the helmet ) . The government escapes and a new one is proclaimed under the rule of General Wolfgang Kapp. The state of siege is proclaimed in Berlin. In Bavaria, a military pronouncement by Colonel Epp leads to the end of Hoffmann's socialist government. The nationalist Kahr is now in charge, but he keeps Bavaria away from the problems of the capital. In the picture, two soldiers involved in the Putsch in Berlin holding a banner warning: "Stop! Whoever proceeds will be shot".
#Kapp Putsch#Kapp#Putsch#1920#primodopoguerra#la guerra dopo la guerra#1918 -1939 la pace fragile#freikorps#the great war#la grande guerra#grande guerra#bavaria.#baviera#berlino#berlin#WW1#centennial#centenario#accadde oggi#on this day
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24 Ottobre 1917 ha inizio la Dodicesima battaglia dell'Isonzo, passerà alla storia come la Battaglia di Caporetto, nel linguaggio comune ancora oggi sinonimo di disfatta e umiliazione. 24 Ottobre 1918, inizia l'offensiva di Vittorio Veneto, la vittoria dell'esercito italiano e degli alleati è vicina. In queste due date si riassume molto della storia della Grande Guerra sul fronte italiano. Nella foto, copertina del giornale di trincea "San Marco". ENGLISH: 24 October 1917 on the Italian front it begins the Twelfth Battle of the Isonzo, it will go down in history as the Battle of Caporetto, in the Italian every day language it's still synonymous with defeat and humiliation. 24 October 1918, the Vittorio Veneto offensive begins, the end of the war and the victory of the Italian army and the allies is near. Loss and victory all in a highly symbolic date. In the image, front cover of the Italian trench journal "San Marco" with the title "Caporetto capo eretto" (Caporetto, head up)
#caporetto#vittorio veneto#italian front#italian army#trench journal#giornale di trincea#san marco#accadde oggi#kobarid#grande guerra#prima guerra mondiale#ww1#great war#first world war#on this day
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12 Settembre 1919, cento anni fa D'Annunzio conquista, senza sparare un colpo, la città di Fiume, principale porto dell'ex Regno di Ungheria. Il poeta soldato alla guida di granatieri, arditi, dragoni, bersaglieri ciclisti e sette autoblindo la definisce la Santa Entrata a ricordo della "Santa Intrada", l'ingresso dei primi rappresentanti della Repubblica di Venezia a Zara in Dalmazia, il 31 luglio 1409. Sono partiti nella notte da Ronchi, ora Ronchi dei Logionari, D'Annunzio è febbricitante ma "ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile", così il Comandante scrive a Mussolini. L'impresa inizia, riprendendo le parole di D'Annunzio "sotto un cielo di costellazioni fauste dove correva non so che un brivido garibaldino". Arrivano a Fiume all'alba, D'Annunzio è proclamato Comandante della città. Nel pomeriggio, al Palazzo del Governo, pronuncia il suo primo discorso ai Fiumani - "mi sono accorto di essere divenuto un oratore solo a Fiume" confesserà tempo dopo": "Italiani di Fiume, eccomi. Non vorrei pronunziare oggi altra parola. Ecco l’uomo; che ha tutto abbandonato di sé e tutto ha dimenticato di sé per esser libero e nuovo al servigio della Causa bella, della Causa vostra: la più bella nel mondo, e l’eccelsa, per un combattente che in tanta bassezza e in tanta tristezza cerchi ancóra una ragione di vivere e di credere, di donarsi e di morire. Eccomi. Sono venuto per donarmi intiero. E non domando se non di ottenere il diritto di cittadinanza nella Città di Vita. [...] Nel mondo folle e vile, Fiume è oggi il segno della libertà!". Nella foto, Gabriele D'annunzio a bordo della T4, la macchina con cui entra a Fiume.In piedi alle sue spalle, il maggiore Carlo Reina, comandante dei Granatieri di Sardegna. ENGLISH 12 September 1919, one hundred years ago D'Annunzio captures the city of Fiume, the Kingdom of Hungary's largest and most important seaport, without firing a single shot. Gabriele D'Annunzio, the soldier-poet, at the helm of grenadiers, Arditi, dragoons, Bersaglieri cyclists and seven armoured cars, labels their entrance in the city as the Santa Entrata (Holy entrance) "Santa Intrada", recalling the "Santa Intrada", the entrance of the first representatives of the Republic of Venice to Zara in Dalmatia, on 31 July 1409. They left in the night from Ronchi, now Ronchi dei Logionari, D'Annunzio is feverish but "once again the spirit will tame the miserable flesh" as he writes to Mussolini. Their expedition starts, quoting D'Annunzio, "under a sky of auspicious constellations where a certain Garibaldian thrill was felt". They arrive in Fiume at dawn, D'Annunzio proclaims himself "Comandante" (Commander) of the city. In the afternoon, at the Palazzo del Governo (Government Palace), he gives his first speech to the Fiumans - "I realized that I had become a speaker only in Fiume" he confesses later "- "Italians of Fiume, here I am. I would not like to pronounce another word today. Here's the man who has given everything and has forgotten everything in order to be free and new to the service of the beautiful Cause, of your Cause: the most beautiful Cause in the world, and the sublime, for a fighter who in so much lowliness and sadness seeks a reason to live and to believe, to give himself and to die. Here I am. I came to give myself whole. And I do not ask anything if not to obtain citizenship in the City of Life. [...] In this mad and vile world, Fiume is today the symbol of freedom!" In the picture, Gabriele D'Annunzio during the entrance in Fiume, standing behind is Major Carlo Reina, the commander of the Grenadiers.
#Fiume#accadde oggi#centenario#impresa di Fiume#Marcia di Ronchi#Gabriele D'Annunzio#Rijeka#centennial#D'Annunzio#1919#1919live
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28 Giugno 1919, a Parigi, nel Salone degli Specchi di Versailles, lo stesso luogo che aveva visto nel 1871 la proclamazione del Reich tedesco dopo la vittoria della guerra franco-prussiana, viene firmato tra le nazioni alleate e la Germania il trattato che sancisce ufficialmente la fine della Grande Guerra.
La sala, approntata in fretta e furia, è piena di gente che vuole assistere a un evento di tale portata storica. I tedeschi nominano i propri rappresentanti all'ultimo minuto, è difficile trovare qualcuno che acconsenta a legare il proprio nome alle imposizioni del trattato. Alla fine sono fatti due nomi: Herman Müller, socialista da poco diventato Ministro degli Esteri, e e il nuovo Ministro delle Colonie, Johannes Bell del Partito Cattolico di Centro. Ironicamente il primo atto di Bell da Ministro delle Colonie è firmare il trattato che prevede, tra i vari punti, proprio la cessione delle colonie. Buon per lui gli è già stato concesso il portafoglio di Ministro dei Trasporti.
La cerimonia è breve, Clemenceau, il primo ministro francese, parla poco e i delegati tedeschi mentre entrano per la firma del trattato sembrano quasi dei prigionieri in attesa di sentire una sentenza. La cerimonia dura 50 minuti e finisce senza alcuna fanfara, così come è iniziata. L'ultimo a firmare è il ministro degli esteri uruguaiano. Non ci vorrà molto prima che il trattato incominci a mostrare tutti i suoi limiti...
Nella prima illustrazione, la firma del trattato da parte dei due delegati tedeschi. Quanti personaggi riuscite a riconoscere?
ENGLISH:
June 28, 1919, in Paris, in the Hall of Mirrors at Versailles, the same place that had seen in 1871 the proclamation of the German Reich after the victory of the Franco-Prussian war, the treaty that officially marks the end of the Great War is signed between the Allied nations and Germany.
Workers hurry to get the room ready, and as the ceremony begins the room is packed with people who want to attend an event of such historic importance. The Germans do not nominate their representatives until the last minute, it is not so easy to find someone who is willing to put his name on such a humiliating treaty. Eventually, two men are named as signatories: Herman Müller, a socialist recently appointed Foreign Minister, and the new Minister for the Colonies, Johannes Bell of the Center Catholic Party. Ironically, Bell's first act as Minister for the Colonies is to sign away the very colonies for which he had just assumed responsibility. Good for him, he has already been granted the portfolio of Minister of Transport.
The ceremony is brief, Clemenceau, the French prime minister, speaks shortly and the German delegates enter the room looking like prisoners about to hear their sentences. The ceremony ends after 50 minutes, without any fanfare, as it began. The last to sign is the Uruguayan foreign minister. It won't be long before the treaty begins to show all its limits ...
In the first illustration, the signing of the treaty by the two German delegates. How many characters do you recognize?
#grande guerra#great war#versailles#trattato di versailles#centenario#centennial#first world war#1919#accadde oggi#on this day#otd#treaty of versailles
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Da domani, a Milano avrà luogo la 92a adunata nazionale degli Alpini, definita l'adunata del centenario perché proprio cento anni fa, nel Luglio del 1919, nella città lombarda un gruppo di Alpini, reduci della Grande Guerra, ebbe l'idea di fondare l'ANA, l'Associazione Nazionale Alpini. Approfitteremo di questi tre giorni per pubblicare immagini scattate durante la manifestazione e storie e immagini tratte dalla gloriosa storia degli Alpini. Per maggiori informazioni sul programma dell'adunata consultare il SITO UFFICIALE. ENGLISH: Starting tomorrow, the 92nd National Alpini Gathering will take place in Milan. Labeled as the centennial gathering because a hundred years ago, in July 1919, in this city a group of Alpini, veterans of the Great War, founded the ANA, the National Alpini Association. During these three days we will publish images taken during the event and stories and images about the glorious history of the Alpini. For more information on the gathering check the OFFICIAL WEBSITE.
#Alpini#Grande Guerra#Adunata nazionale alpini#ANA#Associazione Nazionale Alpini#Alpini National Gathering#Centennial Gathering#Adunata del centenario#Milano
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21 Marzo 1919: In Ungheria viene proclamata la Repubblica dei Consigli – o per essere più precisi, il "Consiglio rivoluzionario di governo, "Forradalmi Kormányzótanács", anche nota come la Repubblica Sovietica Ungherese. Il governo, il secondo di tipo socialista a salire al potere dopo i bolscevichi in Russia, è guidato dal comunista Bela Kun che solo il giorno prima era ancora in prigione in seguito a violenti scontri avvenuti durante una manifestazione politica. L'ispirazione del governo è chiaramente diretta verso la Russia di Lenin con cui Bela Kun ha un contatto diretto tramite telegrafo. Il primo atto importante del nuovo regime è il proclama "A tutti!", nel quale si esplicitano in maniera chiara principi e obiettivi del nuovo governo nato in un momento critico per l'Ungheria, il cui territorio è in larga parte invaso dalle truppe degli stati vicini. Così si legge nel proclama: "Oggi il proletariato ungherese assume tutto il potere. Il crollo totale del mondo borghese e il fallimento del governo di coalizione hanno reso necessario questo passo decisivo degli operai e dei contadini d'Ungheria. La produzione capitalistica è naufragata e gli operai non vogliono più piegare la testa sotto il giogo del capitalismo e del latifondo. Solo il socialismo e il comunismo possono salvare il paese dall'anarchia e dal crollo finale. Nello stesso tempo la rivoluzione ungherese si trova anche davanti alla completa catastrofe sul piano internazionale. La conferenza della pace di Parigi ha deciso di occupare militarmente la quasi totalità del territorio ungherese, considerando le zone occupate come frontiere politiche definitive e rendendo in tal modo impossibile l'approvvigionamento di prodotti alimentari e di carbone per l'Ungheria rivoluzionaria. In questa situazione non rimane che un mezzo alla rivoluzione ungherese per sopravvivere: la dittatura del proletariato, il potere agli operai e ai contadini poveri". Nell'immagine, poster di propaganda del governo dei soviet ungherese dal titolo "Il rosso parlamento" 21 March 1919: The Republic of Councils - or to be more precise, the "Revolutionary Government Council," Forradalmi Kormányzótanács " - also known as the Hungarian Soviet Republic, is proclaimed in Hungary. The government, the second socialist state in the world to be formed, is led by the communist Bela Kun who only the day before was still in prison due to violent clashes during a political demonstration. The government's inspiration is Lenin's Russia with who Bela Kun has a direct contact by telegraph. The first important act of the new regime is the proclamation "To all!", in which are stated the principles and the objectives of the new government, born at a critical moment for Hungary, whose territory is largely invaded by troops of the neighbouring states. Here is part of the proclaim: "To all! Today the proletariat of Hungary takes all authority into its hands. The collapse of the bourgeois world and the bankruptcy of the coalition compel the workers and peasants to take this step. Capitalistic production ha collapsed. Communism alone can preserve the country from anarchy. In foreign politics we are also faced by a complete catastrophe. The Paris Conference has decided to occupy nearly the whole of Hungary by arms, and regards the line of occupation as a definitive political frontier, thus making the supply of food and coal impossible. In the dictatorship of the proletariat lies our salvation." In the image, propaganda poster titled "The red parliament".
#Repubblica sovietica ungherese#Hungarian Soviet Republic#1919#on this day#accadde oggi#Bela Kun#Repubblica dei Consigli#comunismo#primo dopoguerra#dopoguerra
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In occasione della Giornata internazionale della donna, ricordiamo Rosika Schwimmer, prima donna al mondo a diventare ambasciatrice. Nata a Budapest nel 1877, da una famiglia di origine ebraica, si impegna a favore dei diritti delle donne fondando, dal 1897, varie associazioni femministe. Collabora con la International Woman Suffrage Alliance, di cui diventa l'addetta stampa, e scrive per numerose riviste europee. Allo scoppio della Grande Guerra, Schwimmer che vive a Londra, non può rientrare nel suo paese ma questo non la blocca dall'impegnarsi per la fine della guerra. Si reca anche negli Stati Uniti dove si rivolge al Presidente Wilson spingendo per l'organizzazione di una conferenza neutrale che ponga fine al conflitto. Nel 1915, la sua idea è approvata da una mozione al Congresso Internazionale delle Donne. Nel 1918, alla fine della guerra, è nominata dal governo Mihály Károlyi ambasciatrice in Svizzera. Durante la breve vita della Repubblica Sovietica Ungherese perde i diritti civili e poi, sotto Miklós Horthy si rifugia prima a Vienna e poi negli Stati Uniti. Non rientrerà mai più nel suo paese. Nel 1937 riceve il World Peace Prize e dieci anni più tardi è nominata per il Nobel per la Pace. Etichettata come socialista, a causa del suo pacifismo, non ottiene mai la cittadinanza statunitense. Ironia della sorte per lei che un governo comunista aveva privato dei diritti civili. Muore a New York il 3 Agosto 1948. ENGLISH On the occasion of the International Women's Day, we remember Rosika Schwimmer, the world's first female ambassador. Born in 1877 in Budapest, to a Jewish family, she commits herself to women's rights by founding, since 1897, various feminist associations. She collaborates with the International Woman Suffrage Alliance, of which she became press secretary, she also works as a correspondent of various European newspapers. At the outbreak of the Great War, Schwimmer, who lives in London, can't return to her country, she begins to agitate to pursue the end of the hostilities. She travels to the Us to demand President Woodrow Wilson to form a neutral conference to end the war. In 1915, her idea is approved by a motion at the International Women's Congress. In 1918, at the end of the war, Schwimmer, now vice-president of the Women's International League for Peace and Freedom, is appointed by Mihály Károlyi as ambassador to Switzerland, so being the first woman in modern history to be an ambassador. During the short life of the Hungarian Soviet Republic, she loses her civil rights and then, under Miklós Horthy, she seeks refuge first in Vienna and then in the United States. She will never return to her country. In 1937 she receives the World Peace Prize and ten years later she is nominated for the Nobel Peace Prize. Labelled as a socialist, because of her pacifism, she could not gain US citizenship. Ironic, considering that a communist government had deprived her of civil rights. She dies in New York on August 3, 1948. Fonte immagine / Source image: Manuscripts and Archives Division, The New York Public Library. "Full-length portrait of Rosika Schwimmer." The New York Public Library Digital Collections. 1914. http://digitalcollections.nypl.org/items/88769343-7928-3284-e040-e00a18065562
#Rosika Schwimmer#Festa della Donna#Giornata della Donna#International Woman's Day#Giornata internazionale della donna#Ungheria#Hungary#1919#Post-war#Budapest
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1 Marzo 1896, ad Adua le truppe italiane guidate da Oreste Baratieri subiscono una pesante sconfitta da parte dell'esercito etiope. La battaglia, che segna per alcuni anni la fine delle ambizioni coloniali italiane nella zona, è parte del tentativo di conquista da parte italiano dell'Abissinia - l'attuale Etiopia. Alla campagna, ma non alla battaglia di Adua, partecipa anche il Tenente dei Carabinieri, Mario Abba. Se vi sembra un nome già sentito è molto probabilmente perché il nostro è parente del più noto Cesare Abba, uno dei Mille di Garibaldi, che nel suo testo "Da Quarto al Volturno" ha lasciato uno dei migliori testi riguardanti la spedizione del 1860. Mario, oltre alla guerra di Abbissinia partecipa anche alla Grande Guerra, svolgendo "un delicatissimo servizio di informazioni nella zona del Garda". Combatte alla Ridotta Garibaldina, sul Passo del Tonale, e poi sul Piave, dove presiede alla gettata di un ponte sulla Priula, ed è il primo a entrare in Dobbiaco. Nella foto, Mario Abba in alta uniforme coloniale estiva. Da notare la fascia blu dalla spalla destra sotto la bandoliera e la banda blu del casco. On This Day: March 1, 1896, in Adwa the Italian troops led by Oreste Baratieri suffer a heavy defeat by the Ethiopian army. The battle, which marks the end of colonial ambitions for some years, is part of the Italian attempt to conquer Abyssinia - current Ethiopia. The Lieutenant of the Carabinieri, Mario Abba, also participates in the campaign, but not at the Battle of Adwa. If it sounds like a familair name heard probably is because he was a relative of Cesare Abba, one of Garibaldi's Thousands, who in his book "Da Quarto al Volturno" left one of the best texts concerning the 1860 expedition. Mario, in addition to the war in Abyssinia, also participates in the Great War, carrying out "a very delicate information service in the Garda area". He fights at the Ridotta Garibaldina, on the Tonale Pass, and then on the Piave, where he presides over the throw of a bridge over the Priula, and is the first to enter Dobbiaco. In the picture, Mario Abba in a high summer colonial uniform. Note the blue band from the right shoulder under the bandolier and the blue band of the helmet.
#Grande Guerra#Great War#Risorgimento#Esercito italiano#Adua#Battaglia di Adua#Carabinieri#Cesare Abba#Marco Abba#colonialismo#accadde oggi#on this day#otd#1896
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15 Gennaio 1919: Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, leader della Spartakusbund (Lega di Spartaco), frazione estremista dell'SPD, Partito Socialdemocratico di Germania (in tedesco: Sozialdemokratische Partei Deutschlands), sono arrestati, interrogati e uccisi da membri dei Freikorps. Negli stessi giorni, i Freikorps hanno posto fine al tentativo di rivoluzione portato avanti dagli spartachisti in seguito alla provocatoria rimozione del capo della polizia di Berlino, il socialista Emil Eichhorn. Il governo non ordina direttamente l'esecuzione dei due, ma esponenti del governo sono a conoscenza della cattura e dell'esecuzione dei due rivoluzionari, tra questi molto probabilmente anche Gustav Noske, responsabile militare del governo, che nei giorni precedenti aveva ordinato di monitorare gli spostamenti di Liebknecht. Il corpo di questi, ucciso nei pressi dell'Hotel Eden di Berlino, sede della Guardia a cavallo, l'unità dei Freikorps che ha arrestato i due rivoluzionari, è poi portato all'obitorio nei pressi dello zoo cittadino come “cadavere non identificato”. La salma di Rosa Luxemburg è invece gettata nel canale Landwehr. Il giorno stesso della loro esecuzione, Liebknecht e Luxemburg, così scrivono in un articolo per il Die Rote Fahne (La bandiera rossa), il giornale voce del movimento spartachista: Liebknecht: “I vinti di oggi saranno i vincitori di domani... sia che noi saremo o non saremo vivi quando ciò sarà raggiunto. Il nostro programma andrà avanti: Il nostro programma vivrà: dominerà il mondo dell'umanità liberata. Nonostante tutto!” Luxemburg: “O tu protettore della legge! Il tuo "ordine" è costruito sulla sabbia. Entro domani la rivoluzione si alzerà di nuovo in piedi e, per il tuo orrore, annuncerà con una fanfara di trombe: lo ero. Io sono. Io sarò!” ENGLISH - 15 January 1919: Karl Liebknecht and Rosa Luxemburg, leader of Spartakusbund (Spartacus League), the extremist faction of the SPD, Social Democratic Party of Germany, are arrested, tortured, interrogated and killed by members of the Freikorps. The Freikorps were, in the same days, used by the government to crush the Spartacist uprising caused by the provocative arrest of the Chief of the police of Berlin, the socialist Emil Eichhorn. The execution of the twos is not directly ordered by the government, but the capture and the execution are known by some of its exponents, especially Gustav Noske, military head of the government, who, in the previous days, had ordered to monitor the whereabouts of Liebknecht. Liebknecht is killed near the Hotel Eden in Berlin, HQ of the Horse Guard, the unit of the Freikorps who arrested them. His body is then taken to the morgue near the city zoo as an "unidentified corpse". The corpse of Rosa Luxemburg is thrown into the Landwehr canal. The same day, the twos have written an article for the Die Rote Fahne (The Red Flag), the newspaper, organ of the Spartacus League: Liebknecht: Today's vanquished will be tomorrow's victors... whether or not we shall still be alive when this is achieved. Our programme will live on: it will dominate the world of liberated humanity. In spite of all! Luxemburg: O you thick-skulled upholder of the law! Your 'order' is built on sand. By tomorrow the Revolution will rise clanking to his feet again and to your horror will announce with a fanfare of trumpets: I was. I am. I shall be!
#Rosa Luxemburg#Karl Liebknecht#Spartacist uprising#Rivolta Spartachista#Lega di Spartaco#Spartacus League#1919#1919 live#accadde oggi#on this day#post-WW1#Germany#Germania
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Il 2018 ha segnato la fine del centenario della Grande Guerra, un anno importante per riflettere sulla coscienza storica europea e italiana. Ma la fine delle commemorazioni non deve porre fine al lavoro storico di ricerca e alla trasmissione della memoria. Ecco perché questa pagina - e il relativo sito, link in bio - continuerà ad andare avanti. Il 1919 è infatti l'anno della controversa pace di Versailles. Nella foto, la selezione delle 8 foto pubblicate sulla nostra pagina Instagram che vi sono piaciute di più. Un anno "ardito" a giudicare dalla forte presenza di immagini relative ai reparti d'assalto italiani. Buon 2019 a tutti voi! ENGLISH - 2018 marked the end of the centenary of the Great War, an important year to reflect on the European and Italian historical legacies and consciousness. But the end of the commemoration events, it does not put an end to the work of historical research. That is why, this page - and the related site, link in bio - will go on. 1919 is, in fact, the year of the controversial peace of Versailles. In the picture, the selection of the 8 images of our Instagram account you liked the most. A "daring" year, judging by the strong presence of images related to the Italian assault units, the "Arditi". Happy 2019 to all of you!
#Grande Guerra#WW1#Great War#best nine#instagram#2018#1918#1918 live#Arditi#Monte Grappa#col moschin#prima guerra mondia#First World War#storia#memoria#Fronte italiano#Carlo Sabatini
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Cento anni fa, ore 11:00 del mattino, un grafico cattura il suono dei cannoni che smettono di sparare in una zona del fronte occidentale. Da questo grafico, grazie alla collaborazione dell'Imperial War Museum e allo studio di sound design Coda to Coda, è stato ricreato un file audio. É la quiete dopo la tempesta. Link per sentire il file audio: audioanalytic.com/the-sound-of-peace The sound of peace: in this graph the guns falling silent at 11:00 a.m. Now, thanks to the Imperial War Museum and the sound design company Coda to Coda, an audio file is been created from this graph recreating those historic moments. Link: audioanalytic.com/the-sound-of-peace
#Grande Guerra#history#storia#prima guerra mondiale#WW1#First World War#armistice#armistizio#pace#fronte occidentale#Great War#audio#guns
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La Grande Guerra, giorno dopo giorno: 11 Novembre 1918 Nella foresta di Compiegne, Piccardia, Francia, a bordo di un vagone del treno privato di Ferdinand Foch, comandante delle forze alleate, viene firmato l'armistizio che pone fine ai combattimenti sul fronte occidentale. Le condizioni che vengono poste alla nazione sconfitta, la Germania, sono particolarmente severe. Come ora per la fine dei combattimenti vengono indicate le 11 del mattino (undicesima ora dell'undicesimo giorno dell'undicesimo mese). È la pace. Non durerà a lungo. Nell'immagine, illustrazione rappresentante il momento della firma dell'armistizio. ENGLISH - The Great War, day by day: 11 November 1918 In the forest of Compiegne - Picardy, France - aboard Ferdinand Foch's private train, an armistice is signed marking the end of the fighting on the western front. The conditions that are imposed on the defeated nation, Germany, are particularly harsh. The armistice is signed at 05:00 a.m. but it will come into effect at 11:00 a.m., "the eleventh hour of the eleventh day of the eleventh month". It is peace. It will not last for long. In the image, an illustration representing the moment of the signature of the armistice.
#Grande Guerra#Armistice#Armistice Day#Remembrance Day#Remembrance#Armistice 100#WW1#Great War#First World War#Compiegne#Prima Guerra Mondiale#Accadde oggi#On this day#OTD#storia#history
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A cento anni di distanza dalla fine della Grande Guerra vorrei narrare una storia personale e ricordare mio nonno materno, Rocco Cotroneo, di cui avevo già parlato in un precedente post. Tenente del 221° Reggimento Fanteria della Brigata Ionio, mio nonno combatté sia sul fronte dell'Isonzo che sul Piave, meritandosi due Medaglie di Bronzo al Valore Militare. In questi momenti penso a cosa potesse passare nella sua mente cento anni fa, la gioia della fine della guerra, della vittoria e di essere sopravvissuto a un evento così grande. Oggi, ricordando lui, ricordiamo le milioni di storie simili dei soldati che sopravvissero alla guerra, commemorando coloro che non ritornarono. ENGLISH - One hundred years after the end of the Great War, I would like to focus for a moment on a family history and remember my maternal grandfather, Rocco Cotroneo, of whom I had already spoken in a previous post. Lieutenant of the 221st Infantry Regiment of the Ionio Brigade, my grandfather fought both on the Isonzo front and on the Piave, earning two Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Bronze Medals for Military Valor). In these moments I think about what could have passed through his mind a hundred years ago, the joy of the end of the war, of the victory and of having survived such a great tragic event. One years after the war, his story is the symbol of million of stories of soldiers like him, lucky enough to survive the war. Today, we celebrate them and we remember those who had fallen.
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4/11/1918 - 1268, il Bollettino della Vittoria: Testo dell'ultimo bollettino della Grande Guerra sul fronte italiano. 4/11/1918 The "Bollettino della Vittoria" is the last war bulletin of the Great War on the Italian front. Here the English translation: "From the Supreme Headquarters 12:00 hours, November 4, 1918 The war against Austria-Hungary, which the Italian Army, inferior in number and equipment, began on 24 May 1915 under the leadership of His Majesty and supreme leader the King and conducted with unwavering faith and tenacious bravery without rest for 41 months, is won. The gigantic battle, which opened on the 24th of last October and in which fifty-one Italian divisions, three British, two French, one Czechoslovak and a US regiment joined against seventy-three Austrian divisions, is over. The lightning-fast and most audacious advance of the XXIX Army Corps on Trento, blocking the retreat of the enemy armies from Trentino, as they were overwhelmed from the west by the troops of the VII army and from the east by those of the I, VI, and the IV armies, led to the utter collapse of the enemy's front. From the Brenta to the Torre, the fleeing enemy is pushed ever further back by the irresistible onslaught of the XII, VIII, X Armies and of the cavalry divisions. In the plains, His Royal Highness the Duke of Aosta is advancing at the head of his undefeated III Army, eager to return to the previously successfully conquered positions, which they had never lost. The Austro-Hungarian Army is vanquished: it suffered terrible losses in the dogged resistance of the early days, and during the pursuit it lost an enormous quantity of materials of every kind as well as almost all its stockpiles and supply depots. The Austro-Hungarian Army has so far left about 300,000 prisoners of war in our hands along with multiple entire officer corps and at least 5,000 pieces of artillery. The remnants of what was one of the world's most powerful armies are returning in hopelessness and chaos up the valleys from which they had descended with boastful confidence. Chief of Staff of the Army, General Diaz"
#Grande Guerra#Prima Guerra Mondiale#storia#history#1918#Fronte italiano#WW1#Great War#Bollettino della Vittoria#4 Novembre 1918#4 November 1918
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3 Novembre 1918, l'esercito italiano entra a Trento. Alla torre del Castello del Buonconsiglio viene issato il tricolore. 3 November 1918, The Italian troops enter in Trento. The Italian flag is raised on top of the Buonconsiglio castle.
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