die66go
Racconti di mezza estate
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Dove si narra delle avventure del nostro eroe e si sfogliano pagine dall'odore della carta selvaggia
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die66go · 1 year ago
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It all started with the big bang
Stasera, novembre 2023, ho guardato l'ultima puntata di big bang theory.
E ho pianto, credo.
Perché ho cominciato a vedere big bang theory nel 2007, un po' a sgamo, in inglese sottotitolato in italiano (ma hey ai tempi per vederlo non c'erano altre possibilità).
Ho visto crescere nel tempo i personaggi, li ho visti maturare, e io sono cresciuto con loro. Ci sono stati alti e bassi, per anni ho anche litigato con loro, perché c'erano cose che non sopportavo. Che non volevo vedere. Che non mi interessava vedere.
A grandi linee era la storia di un gruppo di nerd che hanno a che fare con delle avventure quotidiane, ed ai tempi, facendo informatica all'università, me ne innamorai subito. Cazzo, ero io. Erano me. Avrei voluto essere loro, o con loro, non importava.
Ricordo che una delle prime battute era sul fatto di saper distinguere tra un'equazione differenziale ed un integrale: in quel periodo stavo provando a studiare analisi, una delle tante volte. Non sapevo niente di differenziali, ma avevo capito cos'era un integrale e avevo capito la battuta.
Voleva dire che ero come loro. Intelligente. Nerd. Avevo anche capito una battuta finissima. Mi sentivo coinvolto in quella ristretta cerchia.
Poi, alla terza stagione, litigammo. Litigammo, perché le cose erano noiose. Perché molte cose cambiavano. Perché stava somigliando tutto alla vita reale, stava somigliando troppo. Troppo simile al mondo dove le cose brutte accadono, dove le cose non vanno sempre come vorresti, dove c'è tempo e spazio per la noia, l'ansia. La tristezza.
Così smettemmo di vederci: uscì in Italia, la gente ne andava matta, ma io non la volevo vedere. Un altro motivo era che i personaggi stavano crescendo in fretta, troppo in fretta, e io che ero come loro, io che ero loro, no. Sopportavano i fallimenti, andavano avanti e si rialzavano. Io no.
Io ero bloccato. Ed ero invidioso. No. Ero arrabbiato.
Non facemmo pace nemmeno quando le cose andarono meglio, lentamente ma inesorabilmente, nella mia vita.
Poi, un giorno di tanti anni dopo, pensai di dargli un'altra possibilità.
Perché forse ora avrei potuto sopportare, o forse solo perché ero un po' cresciuto anche io e non mi sentivo così indietro.
Così ricominciai a guardarlo, e scoprii che altro ancora sarebbe successo, che intoppi, inconvenienti, passi indietro ed errori sarebbero piovuti dal cielo anche addosso a loro. Ma anche che la parte brutta che devi attraversare prima o poi finisce. Perché è fisiologico. Mi sentii stupido. Come potevo pensare che sarebbe finita lì? Che mi avrebbero lasciato con l'amaro in bocca? Certo, il rischio c'era. E non era affatto detto che non sarebbe stato definitivo. Alla fine un sacco di serie tv non finiscono come vorresti. Da buon nerd/uomo di scienza, non potevo escluderlo.
Ma non potevo mica vivere tutta la vita nell'indecisione e nella paura. Così pian piano, un pezzetto per volta, ricominciai lentamente a rivederlo.
E fu bellissimo.
E adesso, che è finita, ho pianto un po', perché ho capito che sono passati dodici anni, anzi molti di più, e in questi anni loro sono cambiati, e anche io lo sono, ed è successo tutto così gradualmente che se guardo la prima stagione, tutto è radicalmente diverso.
Persino i loro volti: erano dei giovani ventenni ai tempi, l'ultima stagione sono donne e uomini fatti.
Anche nella loro psicologia.
La loro trasformazione è la rivincita dei nerd: è il racconto di come anche delle persone estremamente introverse e "strane" piano piano crescono, si aprono. Si rendono vulnerabili. Diventano grandi. Diventano adulti.
E sono uniti da un'amicizia indistruttibile. Perché hanno vissuto tanto, troppo, insieme.
E guardando indietro, anche a me è successo. Sono "diventato grande" con loro. E adesso, che con un ultimo, fantastico inchino, le tende rosse si sono lentamente chiuse, ho capito che mi mancheranno. Tanto.
E che mi hanno dato tanto.
E soprattutto, che sono diventato grande. E anche se mi fa paura, ho degli alleati intorno a me per batterla: i miei amici e le persone che mi vogliono bene.
E un'altra cosa: che un viaggio di mille miglia incomincia con un singolo passo. E che davvero, ssmbra ogni giorno non cambi nulla, ma se guardi indietro ti accorgi di come le cose cambino.
Quindi niente, per me le tende rosse sono ancora aperte.
Sono pronto.
Si va in scena.
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die66go · 6 years ago
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Au revoir, Shoshanna
Oggi tornavo dal lavoro, e mi sono imbattuto in una ragazza, vestita elegante, coi pantaloni gessati, ed una cuatodia enorme di plastica bianca sulla schiena, la custodia di uno strumento della famiglia degli archi, che continuo testardamente a non memorizzare.
Ma era grande quanto tutta la schiena e la testa, e tutta ammaccata, i segni delle sue battaglie. Un po' come il suo viso, sereno ma un po' affaticato, tirato.
Il viso di chi si chiede se la strada è quella giusta.
E così credo di aver capito.
Quando nasciamo ci accolgono persone vestite di bianco, smaglianti nei loro denti d'alabastro e nei loro vestiti d'avorio, rassicuranti come il sole.
Un'enorme flash di luce, lunghissimo, e poi loro che con un braccio allargato, sorridenti fino a chiudere gli occhi, ci mostrano un prato verde sconfinato.
E ci dicono che possiamo andare dove vogliamo.
Che possiamo essere qualsiasi cosa.
E ci fanno correre in tutte le direzioni, e noi siamo felici. Bambini che ridono, e corrono, con le braccette aperte per non cadere.
Gridolini e risa.
Poi.
Man mano che corriamo diventiamo più grandi, nel giro di poche decine di secondi, qualche minuto.
Ed i tipi sorridenti si tolgono il vestito bianco. Hanno un vestito elegante, scuro, sotto. Ed un fucile di precisione.
E iniziano a diradarci.
Davvero avresti voluto fare il musicista?
Pensavi davvero di essere una ballerina in questo mondo?
Poverino, correva verso la sua idea di fare il filosofo.
Guarda quella, cerca di essere una laureata in archeologia. In lettere.
A quella che studia teatro diamole ancora qualche passo. Ecco, un colpo sulla nuca, perfetto.
Ora al più farà la rappresentante di profumi. O la segretaria. Molto meglio.
E quello? Sparagli subito, ma quale disegno, ma quale ballo, farai l'informatico.
E finiamo così. Decimati. Qualcuno, i più duri, riescono a scappare. Ma è un'ansia continua, la paura di non farcela, e anche quando ce la fai, la consapevolezza che se ti scoprono, e ti sparano, allora è finita.
Ci hanno sempre illuso che potevamo essere tutto, ma la verità è che prima di noi, prima che nascessimo, hanno costruito un mondo dove non possiamo essere che poco, e niente.
I più duri resistono. Qualcuno, come me, riesce a correre più lontano di altri.
Poi, quando sei quasi sicuro di essere fuori tiro, ed il dolore alle gambe ed il terrore metallico in gola fanno spazio ad un raggio sottile come il sole, di speranza, di possibilità; allora senti la voce di quelli vestiti di bianco.
"Au revoir, Shoshanna!"
.
Bang.
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die66go · 6 years ago
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Stanotte ho sognato i miei nonni materni.
È stato strano. Bello. Molto rilassante.
È la prima volta in vita mia che li sogno, e credo che sia perché ne ho bisogno. È un periodo bruttino per me, e quello che penso è che i miei antenati mi volessero dire che loro ci sono. Che non mi abbandonano mai.
Ero...non lo so. Vedevo appoggiato ad un arco di foglie verde scuro il cielo. Appoggiato coi gomiti. Come se l'intero arco galleggiasse nel cielo. E mia nonna, molto più giovane di quanto io l'abbia mai vista, mi guardava da vicino e sorrideva. La cosa più assurda era mio nonno, sempre allegro ma anche serio (ma mai burbero), che... Beh, volava poco più in là.
Con le braccia aperte.
E lo trovavo normale!!
E in tutto questo, guardo mia nonna, che avrà avuto quarant'anni - io l'ho conosciuta dai sessanta in su - e le chiedo
"nonna, ma questo è un sogno vero? Voglio dire, sto dormendo adesso."
E lei mi ha sorriso e mi ha risposto qualcosa che non ricordo, ma il concetto era una specie di sì a spettro molto ampio, come dire, sì, ma non solo.
Vai a capire. Mi sento a volte come Gesù, quando lo vedi sulla croce, e dopo che è successo tutto quel che è successo, la gente va lì sotto, e gli fa preghiere, domande.
E lui è lì, a braccia aperte e il capo leggermente chino, come a dire
"Mah?"
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die66go · 7 years ago
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La tua scienza può salvare una vita, ma è l'immaginazione a far sì che valga la pena di essere vissuta.
L'orologiaio di Filigree Street
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die66go · 7 years ago
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"Stare seduto nella linda cucina con la porta del laboratorio aperta e i sospiri ed il ticchettio dei meccanismi che lo raggiungevano era come stare in riva al mare. "
L'orologiaio di Filigree Street
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die66go · 8 years ago
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Rogue One: so close
E va bene, lo devo fare. È tardi, molto tardi, ma devo farlo. Devo scrivere. Vi avverto, e lo faccio seriamente. Il mio non è un commento per deboli di cuore, nè una descrizione per chi prende alla leggera o peggio, con eccessiva passione guerre stellari.
Il mio è un parere per duri e puri, quindi se ciò non vi va, smettete adesso di leggere, piuttosto che venire a commentare con frasi inutili.
Bene, spero di aver sfoltito il pubblico, e per sfoltirlo ulteriormente aggiungo che io con guerre stellari (perché negli anni ‘80 eravamo in Italia, ed in Italia si chiamava Guerre Stellari)ci sono cresciuto da bambino, e credo che pochi ormai di quelli che conosco possano dire di aver visto “Guerre Stellari” a 9 anni (perché prima del '99 l’ episodio iv si chiamava solo 'Guerre Stellari’).
Già state capendo quanto sia duro e puro. In ogni caso, da piccolo pochi ragazzini conoscevano guerre stellari. Quasi tutti conoscevano star trek, ma star wars? Pochissimi.
Sono cresciuto con l’ idea che la favola della Forza fosse per pochi, chi conosceva cosa fosse uno jedi era raro, a 15 anni. Poi è successo.
Di colpo è diventato un fenomeno di massa. Peggio, è stato etichettato come un fenomeno di massa nerd. Non smetterò mai di detestare chi ha fatto entrambe le cose. Ma amen, il mondo va avanti, posso sopportarlo.
Così, quando si seppe che una nuova trilogia sarebbe uscita, c'era immensa attesa da parte mia (a proposito, di trilogie nel mondo ne esistevano solo due: guerre stellari, e ritorno al futuro). Proporre una nuova trilogia era sbruffoneria pura, nel 1999. Voleva dire 'Hey, sappiate che abbiamo fatto un lavoro così bello, che facciamo entrare a forza di diritto nell’ olimpo’. Perché quando uscirono le altre, non si sapeva che sarebbe stata una trilogia: l'idea era: facciamo un film, vediamo come va. Cavolo, è andata bene? Facciamo il secondo, vediamo come va. Eccetera. Annunciare tre film in blocco, dal nulla, era una manovra di imposizione mediatica quasi. Se poi quella trilogia si collegava ad una delle uniche due altre esistenti, allora era qualcosa di mai visto prima. Doveva essere qualcosa di fantastico. Un mix tra quando avete visto per la prima volta i paesaggi di Pandora in 3D e il sentimento di quando avete capito nella globalità Inception.
Dopo il primo film, ero abbastanza abbattuto. Continuavo a pensare col cuore spezzato a “me, multo felice, Ani” e a cercare di perdonare riguardando con gli occhi della mente la corsa degli sgusci.
Dopo il secondo ero confuso. Dopo il terzo, volevo chiedere a Lucas di inserire delle istruzioni cartacee quando sarebbe uscita la versione dvd (a proposito, i primi tre li ho visti in vhs, senza aggiunte grafiche.),e contemporaneamente volevo picchiarlo. Praticamente era una trama complessissima spiegata in maniera mediocre ed illustrata peggio in cui si riusciva ad avere poca azione e contemporaneamente dialoghi senza profondità, limitati a spiegare continuamente allo spettatore che diavolo stesse succedendo, lasciando in bocca quella sensazione di “mi pare di aver capito ma adesso non mi faccio troppe domande se no mi perdo cosa sta succedendo adesso ecco lo sapevo cosa mi sono perso?”.
Lucas, ti ho detestato per quella trilogia. Un mare di illusioni e sogni spezzati in cui tutto quello che hai fatto è stato dare l'esempio e dire che anche i maiali possono fare trilogie, e lanciando una moda orrenda, in cui i film vengono fatti a botte di tre.
Ma il peggio doveva arrivare con star wars 7. Praticamente guerre stellari revisited, in cui hanno attaccato il cartellone “more explosions! More flames! More MORE!”. Trama identica al primo, meno pensare, più stupidità (grazie Disney.), un cattivo che invece di essere cattivo dà i calci ai piccioni e uccide un eroe mondiale. Ma che cazzo.
Unica àncora di salvezza, l'interpretazione magistrale della ragazza, una ex barista inglese, che se è più brava lei di tutti gli altri che recitano da 40 anni, fatevi delle domande. Però la trama, Gesù. La tizia arriva, e mentre Luke ci mette tre film a diventare bravino, lei prende e sa agguantare al volo la spada, modificare le menti, eccetera. Ora, va bene che le donne sono più intelligenti, e sanno fare più di una cosa per volta, ma qui stiamo esagerando.
E così, arriviamo ad un parente scomodo, o presunto tale: rogue one, ciò che per chi lavora ai film sembra più un “teniamo su l'attenzione così abbiamo più tempo per rifilarvi la prossima patacca creata esclusivamente per fare soldi”.
Tengo a precisare che le boiate di cartoni animati / universi paralleli / stupidaggini sul tema per un vero purista non esistono: sono robe buttate lì per tirare su soldi. Stop.
Comunque, Rogue One. Come posso dire…l'espressione inglese che più si avvicina è 'so close’, così vicino. Così vicino perché purtroppo, ancora una volta si dà ragione allo stile moderno, che impone zero conversazione e zero caratterizzazione dei personaggi in favore dell'azione. Zero descrizioni, zero passione nei dettagli della Forza, c'è un povero idiota che ripete come un pappagallo frasi che nei primi tre film non sarebbero serviti a niente. Qui servono a dire 'Hey guardatemi sono un ex jedi!!’. Zero profondità, come lo stile moderno impone.
Ma la trama c'è, i personaggi vivono, i richiami e le ambientazioni degli anni 80 sono perfetti. Potevano fare al pc meglio il tizio che nel primo guerre stellari viene ricordato per essere stato presente durante la famosa frase “trovo insopportabile la tua mancanza di fede”. Ma ho apprezzato l'impegno ed il richiamo. Potevano mettere un cretino qualsiasi.
Gli sviluppi della trama sono buoni, le scene di azione corpose ma scorrevoli e mai confuse, si capisce sempre cosa sta accadendo e col passare del tempo ti prende. Fino ad un buon finale. Che si trasforma in ottimo finale, incredibile finale, inglorioso finale, l'acmé degli ultimi 30 secondi. Fantastico.
Non mi sento di dare più di 7 a questo film. Ma è esattamente quello che avrebbe dovuto essere: il settimo film. Questo ci aspettavamo, e non quella buffonata di un anno fa. Avventura, azione, richiami, magari qualcosa in più sul piano dei protagonisti, qualche attimo di calma. Ma questo.
Questo sarebbe stato buono. Non perfetto, ma buono. So close.
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die66go · 10 years ago
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"Quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti ma alberi Alberi infiniti, quando tu sei vicino a me.."
Gino Paoli / Mina
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die66go · 10 years ago
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Sempre più mi accorgo che più cerco di rendere partecipe il mondo puntando il dito su certi orrori indescrivibili, che mi fanno vergognare di appartenere alla razza umana, più vedo che sto parlando con gente che fissa intensamente il dito.
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die66go · 10 years ago
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"Uno dei suoi sogni preferiti era che io e lui - quando saremmo diventati ricchi - comprassimo un dhow e ci mettessimo a far commercio a Lamu, Mombasa e Zanzibar. I piani erano pronti, la ciurma c'era, ma ricchi non siamo diventati mai." - Out of Africa - La signora che scrive, viveva da sola in Kenya all'inizio del secolo scorso ed ha una tenuta enorme. Riuscite a sentire il profumo dell'esotico, l'odore del coraggio, il vago sentore della paura "buona", quella che dà spregiudicatezza? Solo a pronunciare quei tre luoghi - Lamu; Mombasa; Zanzibar! - si sente in bocca il gusto dell'avocado, del frutto della passione, della carambola... Si sente la salsedine, la sabbia tra le dita dei piedi che si stringono, la brezza spiccatamente marina tra i capelli. Pensare che erano a tanto così, così vicini a tutto questo, e non l'hanno mai realizzato per una mera questione di soldi. Persone che avevano una tenuta in Kenya, una a testa! con relativi, beh sì, schiavi. Cose che se non prendi quando sono a portata di mano, potrebbero passare più di cento anni perché qualcuno possa farlo di nuovo. Molti, molti di più. Se vuoi veramente qualcosa, và là fuori e prendila.
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die66go · 10 years ago
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Moon River - Breakfast at Tiffany's
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die66go · 10 years ago
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"There was once a very lovely, very frightened girl. She lived alone, except for a nameless cat."
Breakfast at Tiffany's
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die66go · 10 years ago
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Really needs a description?
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die66go · 10 years ago
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What man most passionately wants is his living wholeness and his living unison, not his own isolate salvation of his "soul." Man wants his physical fulfillment first and foremost, since now, once and once only, he is in the flesh and potent. For man, the vast marvel is to be alive. For man, as for flower and beast and bird, the supreme triumph is to be most vividly, most perfectly alive. Whatever the unborn and the dead may know, they cannot know the beauty, the marvel of being alive in the flesh. The dead may look after the afterwards. But the magnificent here and now of life in the flesh is ours, and ours alone, and ours only for a time. We ought to dance with rapture that we should be alive and in the flesh, and part of the living, incarnate cosmos. I am part of the sun as my eye is part of me. That I am part of the earth my feet know perfectly, and my blood is part of the sea. My soul knows that I am part of the human race, my soul is an organic part of the great human soul, as my spirit is part of my nation. In my own very self, I am part of my family. There is nothing of me that is alone and absolute except my mind, and we shall find that the mind has no existence by itself, it is only the glitter of the sun on the surface of the waters.
H. D. Lawrence, Apocalypse, 1930
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die66go · 10 years ago
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Il vento, il sole e la sabbia del tempo
Certe volte avrei bisogno Di una canzone che descriva come sono Cosa sento e cosa vivo Spesso non la trovo se non dentro di me Montando e smontando brani di brani La sensazione per esempio Di quando vivi controvento Sei un po' impaurito ed allo stesso tempo speranzoso Una corsa in bici in una sera di nebbia La libertà e la paura di cadere Certe notte la bici è strana, lo so E dove ti porta lo decide lei E insomma come andare in giro a fari spenti nella notte In ogni caso, credo nei miracoli E mi sento come Pioggia io sarò Per toglierti la sete Vento. Il vento che s'alza Qualcosa di impalpabile che ti ordina di farti guidare in una direzione E sai che così non puoi sbagliare Una mano divina che ti sussurra il percorso E speri che camminando i tuoi passi non oscurino il suo evanescente sibilo dolce.
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die66go · 10 years ago
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Enormi granelli di polvere
Poche cose mi commuovono come una coppia che danza sul ghiaccio. Non perchè mi ricordi qualcosa. Non perchè siano particolarmente bravi o tecnici. Perchè quando ballano, e schettinano, si sorridono, e volano; quando soffiano cristalli di ghiaccio di lineare complessità ma tutti diversi fra loro, ognuno di essi; quando scivolano sulle note di una melodia balzando da una nota ad un'altra con una sincronia che ha ben poco di erroneamente umano, sono felici. E sono felici perchè non solo fanno, ma VIVONO esattamente quello per cui sono nati. Ma soprattutto non hanno alcun altro pensiero in quel momento che non sia vivere quel momento. E la cosa più bella è che io li capisco, perchè mi succede. Non ballando sul ghiaccio ovviamente, ma facendo quello per cui sono nato.
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die66go · 10 years ago
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Racconti attorno al fuoco I
"Quando è successo?" “Cosa? “ “Quando è stato il momento preciso in cui ho perso il mio essere bambino? Intendo, l’attimo esatto. L’evento.” “Non saprei. Ti senti grande adesso?” “Troppo grande ed a volte troppo piccolo in confronto alle cose che ci accadono.” Il fuoco scoppiettava nel buio. “Per quanto mi riguarda, mille anni fa. E mai.” “Mille anni fa e mai sono un po’ contraddittori credo. O è la solita storia dell’essere bambino dentro? “ Una scintilla scoppiò più forte e si innalzò nel cielo stellato. Seguirono il suo viaggio con gli occhi, incapaci di seguirla altrimenti. ” Nessuna solita storia. Anni fa non avevo scelta. Ero un bambino. Potevo essere solo un bambino. Adesso posso scegliere. Potrei scegliere anche di essere bambino sempre se lo volessi. Ma non voglio. E neanche tu, nonostante le sofferenze, vuoi. Perchè c’è qualcosa dentro di noi che ci spinge sempre avanti. Oltre i confini. Oltre i limiti. Incontriamo difficoltà perchè ogni giorno battiamo sentieri dimenticati, o proprio mai percorsi. Una fitta foresta di rami e foglie. Puoi fare il bambino. Ma non vuoi. Perchè? “ La luna dormiva sull’amaca. “Perchè sono stupido? Perchè me le cerco?” “Perchè sai che trovare il tesoro alla fine del sentiero vale ogni singola spina sotto il tuo piede, e lo sai anche se nessuno te l’ha mai insegnato.” Grilli. Scoppiettii del fuoco. “E se il tesoro non c’è? Come fai a sapere che c’è? Nessuno te l’assicura.” “Tu scosta ancora la foglia più vicina alla tua mano, nel dubbio.”
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die66go · 10 years ago
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Hey Joe, don't make it bad
Eh boh non so perchè. Ma tutti quelli che hanno partecipato a woodstock sono leggende; sono macigni nel deserto; sono graffi sull’ayers rock.
Li consideri immortali, pietre miliari sulla strada dell’umanità e della musica. Pietre che a distanza di generazioni sono sempre lì, a indicarti quanti chilometri mancano a Siena. O a Jacksonville.
Gente come Joe Cocker, Bob Dylan, Santana. Ali d’angelo come Joan Baez. Leggende viventi come Santana, i Clearance Clearwater Revival. Gli Who (chissà se in cielo passano gli who?), Jimi Hendrix.
E invece niente, se ne vanno anche loro. La polvere si deposita sui graffi, i macigni si sgretolano.
E man mano che restano meno macigni nel deserto, diventa sempre più difficile orientarsi. Avere punti di riferimento. Sapere fin dove erano arrivati per vedere cosa c’è più in là.
Ma tant’è. Loro hanno fatto come abbiamo fatto noi. Hanno guardato da che parte sorgeva o tramontava il sole e hanno cominciato a camminare in quella direzione.
Ma la differenza sta nel fatto che quel macigno sbriciolato non è sparito. È ridotto in briciole, portato dal vento, ed è proprio questo ciò che in realtà i macigni hanno lasciato. Polvere nel vento, che ci schiaffeggia la faccia; e se facciamo abbastanza attenzione, possiamo sentirli sussurrare nel vento. E dirci quel che vogliamo sapere. Una direzione. Un consiglio. Un suggerimento.
The answer my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin in the wind.
Ciao Joe.
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