autobiografista

[autobiografista]

Per prendere confidenza con una città straniera è necessario disporre di un luogo appartato, un luogo su cui si può contare e dove si può restare soli quando la confusione delle voci nuove e incomprensibili diventa troppo grande. Questo luogo ha da essere tranquillo e silenzioso, nessuno deve vederci quando in esso cerchiamo riparo, e neanche quando poi decidiamo di lasciarlo. La cosa più bella è sparire in un vicolo senza uscita, fermarsi davanti a un portone di cui si ha la chiave in tasca, e aprirlo senza che anima viva ci possa sentire. [...] Quando si viaggia si prende tutto come viene, lo sdegno rimane a casa. Si osserva, si ascolta, ci si entusiasma per le cose più atroci solo perché sono nuove. I buoni viaggiatori sono gente senza cuore.

Elias Canetti, Le voci di Marrakech, 1954

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All'inizio di via Tribunali tra edicolette votive e caffetterie in cui ogni volta discuto di kiwi con i baristi, i procacciatori delle pizzerie chiedono «comm vann 'e libr?» e un baldacchino incartato dal tendaggio rosso presiede dall'alto la Fiera Ricomincio dai Libri tornata a Napoli dalla provincia vesuviana. [29-30 settembre / 1° ottobre 2017 - Ex Ospedale S. Maria della Pace]

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Premio Pieve Saverio Tutino 2017 / Festival del diario (14-17 settembre)

Arrivo con un carico di crema (con amarena nello stomaco; candita in un cartoccetto di sfogliatelle). Quando viene presentata la nuova edizione de "I quaderni di Luisa T." mi torna in mente quella precisa mattina di marzo '13, giornataccia, fredda, terzo piano dipartimento antropologia, che non volevo neanche andare a lezione, ma durante la quale la prof. I. introdusse la storia degli archivi europei di scritture personali e dell'Archivio dei diari, mostrando la prima pagina scritta da una sfortunata casalinga di Cisterna di Latina. La Valtiberina è uguale a Twin Peaks, vista dalle finestre dell'appartamento della Forestale (montagne, nebbia, salotto in legname spartano, divani, camino, poster di gufi e cavalli alle pareti, crostata di frutta e beverone in tazza). Appollaiati nella piccionaia del Teatro Papini abbiamo ascoltato nuove storie e vecchie vite, sgranocchiando arachidi salvati dalla pioggia o bevendo caffè sospesi e quartini di vino sotto un ombrello a pattern gatti. Una conversazione notturna sul qui/ora, tempo e spazio, mi ricorderà di non mettere sempre le cose in prospettiva. #premiopieve #attivalamemoria #STAFFare

un anno fa: [Premio Pieve Saverio Tutino 2016] due anni fa: [Premio Pieve Saverio Tutino 2015]

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Premio Pieve Saverio Tutino festival dei diari 14-17 settembre 2017, Archivio Diaristico Nazionale, Pieve Santo Stefano (AR)

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Una vera Fiera del Libro manca a Napoli dai tempi di Galassia Gutenberg. Noi ci stiamo mettendo tutto l'impegno possibile per realizzarne una strepitosa a settembre, ma ci serve il vostro aiuto. È possibile sostenere il nostro progetto con una donazione sulla piattaforma Meridonare.

__________________ Basta un semplice click al link http://www.meridonare.it/progetto/ricomincio-dai-libri-fiera-del-libro __________________

Un gesto d'amore per i libri, per la Città di Napoli e pure per noi, va’, che ci crediamo fin dal 2013. Vogliateci bene. Ovviamente, sarete ricompensati per le vostre buone azioni.

Ora, tu, proprio tu che stai leggendo questo post, dimostraci che, volendo, veramente #IoPuò e se ti va, condividi sulla tua bacheca. Insieme, possiamo fare grandi cose.

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autobiografista supporta autoproduzioni UÈ FEST prima edizione 27-29 aprile 2017, Scugnizzo Liberato, Napoli

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pergola con fico

Paco Roca - La Casa, tunué, 2015.

In un sottile mattoncino cartonato 24x15 a fumetti (formato foto-album) è racchiusa la storia di una casa di vacanze e della famiglia che l’ha costruita, poco alla volta; e abitata, sempre con meno frequenza. La morte del capostipite Antonio, padre e nonno dei personaggi che si muovono in quel perimetro abbandonato da un anno, pone gli interrogativi sulle sorti della proprietà: sarà venduta di comune accordo. Eppure tutti vengono sopraffatti da un comune ripensamento - a partire da Josè (lo stesso autore Paco Roca) e dai suoi fratelli. Come potersi liberare di un luogo cui ogni dettaglio (oggetto o muretto che sia) parla letteralmente del passato?

Questa graphic novel autobiografica non è limitata alla singola famiglia Roca, ma abbraccia una fetta di società spagnola del ceto medio che dagli anni ‘70 a seguire ha iniziato a godere degli agi frutto del boom economico. La Casa è il risultato dei sacrifici di Antonio, la propria realizzazione personale, e la sua morte innesca flashback e riflessioni sul senso della vecchiaia, di ciò che permane, del vissuto negli interni e negli esterni, del valore memoriale degli oggetti. Due oggetti-chiave in particolare costituiscono l’eredità incompleta lasciata dall’anziano genitore: una pergola malmessa (struttura-simbolo di agiatezza, tranquillità, spazio consacrato e pensato come focolare domestico esterno) e un alberello rinsecchito di fico (panacea della fame patita nel periodo di guerra, maddalenina proustiana).

[autobiografista]

Se dovessi dirti tutto quello che penso dei diari e della prosa autobiografica in genere, tesoro, dovrei buttar giù una lettera interminabile. […] L’uomo non è un arnese semplice […]. In ogni uomo, anche il più sciocco ed il più idiota, c'è del più […]. Succede che l'uomo medio finisce col cristallizzarsi, vivendo in un ambiente umano medio, dominante, e non scrive diari. Non dà del suo, si prende solo la parte, il copione: mentalità, credenze, eccetera. Entra così, dice Heidegger, nel modo dell’“on”, del “si” dice, “si” suole, di questo polimorfissimo ed impersonale “si” collettivo. Da allora agisce come la città intera agirebbe, “una città intera non può mai avere torto” fa dire Sartre ad un suo personaggio nella Mondana rispettabile. […] Ma ci sono anche degli individui che restano sulla soglia dell’“on”. Non si lasciano impregnare e qualche volta si sfogano, scrivendo diari. Allora il diario diventa un’evasione, una pacifica ribellione, un jeter sous le nez la propria personalità, la propria protesta alla standardizzazione sociale, morale […]. È un atto di coraggio […]. “Scriver schietto”, scriver diari, è tra lo scriver più utile, più onesto e più attraente. [...] Infine, penso che… Eh, no, diamine! Hai visto che discorsacci interminabili?

Leo Ferlan, lettera del 22 aprile 1955 ne La geometria dei sentimenti

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Quando Labadessa risulta suggestivo e convincente.

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Sur les bords de la France, la delicata storia di Ginette Marie Fino bimba migrante, non più recital ma racconto, nella nuova veste scenografica con un evocativo lenzuolo fantasmatico (su proiettato, il ritratto di Madame Henras).

_________ Di Ginette Maria Fino; musiche di C. de Felice e E. Mancuso; foto di T. R. Mainieri (11 marzo 2017, stagione prosa teatro Castel San Pietro Terme).

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Circumvesuviana vintage/jugendstil

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“Headingley, Leeds” - (Via)

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c. 1890s - (Via)

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Girls and Dolls - (Via I, II)

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Vintage Sweet Love – 41 romantic snapshots of honey kisses from between the 1930s and ‘50s.