vanchigliaparanoica
vanchigliaparanoica
La tizia strana del tuo liceo
904 posts
Daria Rouge
Don't wanna be here? Send us removal request.
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Note
Ho letto il tuo sfogo e ti giuro mi sembri una persona bellissima. Incasinata è vero ma pur sempre bellissima. Ti auguro il meglio.
❤️
1 note · View note
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Ed invece...
Potevi ritornare indietro e dire che avevi sbagliato, che forse il coraggio non è una pastiglia che infili nella gola e la espelli con le diossine . 
Qualche anno fa, in realtà oltre dieci anni fa, mi hanno detto che ho dei bei occhi perché guardando dritto in viso il dolore, il colore è diventato più intenso e ho increspato la cornea, i tuoi occhi sono identici ai miei . 
Che poi è anche questione di aspettative che riponi nella vita, ti auguri sempre di avere affianco qualcuno che la domenica ti porti al Balòn ad Ottobre per mangiare le castagne, ti auguri sempre che tutto quanto possa andare per il meglio, ma è come se il dolore ci attrasse. Scusami, mi sono persa parlando di me ed è sempre la solita menata, sono strana e non capisco un cazzo. 
3 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Dovrei tatuarmelo
Sogno ogni volta il perdono per la felicità eterna, nell’inferno di questa camera da letto. Le mancanze, i sogni e tutto quanto quello che sto cercando di compensare con immagini, aprendo dei cataloghi e guardando sorrisi curati dai dentisti, falsi e finto borghesi, mi sciacquo la bocca con long Island. 
Credo fortemente che da qualche parte ci sono ancora, che il doppio filo sia abbastanza forte e resistente, non capisco nemmeno come mai ne ho così tanta necessità. Toccarmi pensando di toccare, forse è questa la prima funzione della masturbazione. Ed un giorno vorrei pure essere libera, credimi. 
6 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Lettera aperta
Sono Giulia, ho quasi venticinque anni e soffro di sindrome di personalità bordeline, con gestione dell’umore tipica dei bipolari di II tipo, tendenze alle psicosi . 
Ed è stranissimo dirlo, ed è come se davvero facessi coming out: io sono malata.
Quando la malattia non la vedi con gli occhi, non riesci a misurargli la temperatura, allora quella malattia per molti non esiste, invece per me esiste davvero. Ho vari sintomi: autolesionismo, sociofobia, paranoie, disturbi alimentari, tendenze autodistruttive, depressione, da bambina soffrivo di attacchi di rabbia, allucinazioni uditive, ansia. Il bordeline è strano da raccontare e forse questa lettera aperta non la pubblicherò mai da nessuna parte, forse rimarrà solamente nel mio computer ma sento l’esigenza di scrivere.
Alcuni dicono “ facile uscirne, vai a farti curare, vai da uno psicologo, leggi, scrivi, crea e tutto passerà “, ammiro da morire quegli “eroi” moderni che dicono che ce l’hanno fatta ma per me non è così. Ho una malattia e ci conviverò per sempre, probabilmente potrò trasmetterla ai miei figli semmai li avrò e molto probabilmente morirò suicida. Perché si, i bordeline per quanto possono cercare di andare avanti, comunque non c’è effettivamente una cura, c’è solamente un modo per gestire il meglio possibile la malattia ma sei destinato: non cambia nulla.
In questo periodo provo un’apatia folle e a volte si sprigiona in attacchi d’ansia incontrollati, la malattia è un qualcosa che mi sta accompagnando ed è talmente dentro di me che a volte non saprei nemmeno spiegare cosa e come significa viverci senza. Vivere normalmente non vuol dire standardizzarci o normalizzare, il voler vivere normalmente e sentirne la necessità significa semplicemente fare di tutto per poter stare meglio, in fondo lo vogliamo tutti malati o no. 
Da anni non so che significa dormire la notte, a volte cerco di indurmi il sonno con il cibo e la fase digestiva, se questo non accade e provo a dormire in orari “normali” probabilmente mi sveglierò nel cuore della notte con gli incubi. Soffrire di sociofobia significa avere una paura incontrollata che da lì a poco succederà qualcosa di brutto, che ti potrà far star male e ti potrà escludere dalla società e ti umilierà come persona; soffrire di disturbi alimentari significa nutrirti più del necessario oppure non nutrirti affatto, non come punizione, ma semplicemente in maniera inconscia scegli che il tuo corpo sia esattamente come ti senti tu nel tuo Io più inconscio: o troppo pieno o troppo vuoto. Vivere con la malattia significa nasconderla ogni giorno, ogni cazzo di giorno perché hai paura diquello che diranno gli altri, hai paura di essere non solo rifiutata, ma che ammettendo a tutti quello che sei veramente le persone non ti permettano di fare determinate cose, solo i potenti possono ammettere le proprie debolezze. 
Il concetto di bordeline è diventato una poesia, i grandi autori sono un po’ tutti bordeline, magari un po’ tutti lo sono e come dice mia mamma “ tutti abbiamo dei disturbi del carattere “, però quando il disturbo non ti permette di vivere serenamente allora cos’è esattamente? Quando la malattia ti assale talmente tanto non hai più voglia nemmeno di lavarti, oppure hai paura di entrare in doccia perché entri in stadi di paranoia e hai il terrore di scivolare e morire, oppure hai il terrore che ti venga un infarto, la paranoia e gli stadi di paranoia non hanno nulla di razionale. Oppure la notte magari sei stanco, sei stanchissimo e nonostante gli incubi vuoi provare a dormire, ti alzi cento volte per paura di aver lasciato il gas aperto o magari che ci sia non so quale guasto e apri e chiudi il gas in modo tale da capire se va tutto bene o meno; spesso hai anche paura che tutti intorno a te mentano perché “dai, niente può andare bene, tutti fanno i loro comodi, tu chi cazzo sei?”. A volte vuoi stare solo, completamente solo, ma allo stesso tempo non lo vuoi veramente e vorresti solamente che qualcuno ti capisse e ti porgesse la mano non per uscire da quel tunnel, ma semplicemente per avere un po’ di compagnia. Sentire la voglia costante di farti del male, dove stai bene solamente se ti fai del male, non perché te lo meriti ma perché sei abituato che la vita è spietata e per ogni cosa bella, qualcosa di brutto deve accadere. Sentire anche che nessuno intorno a te può capirti, sentire la costante sensazione di voler sparire perché sei come una maglietta vecchia nel fondo di un cassetto, sentire che appena apri bocca starai effettivamente da sola e tu sei talmente tanto confusa che effettivamente non lo sai cosa vuoi. Ho solamente paura, tutto qui . 
Ho anche paure normali, tipo di non realizzarmi, di non trovare il vero amore, però appena sono davanti alla realizzazione di qualcosa è come se mi bloccassi e volessi tornare indietro, mai concludere un cerchio. Oggi sto scrivendo questo perché sono entrata in uno stadio fortissimo d’ansia, sono così da un po’ di giorni e sento che sto andando sempre peggio, sento una fortissima sensazione d’ansia e non saprei nemmeno analizzarla del tutto. Chiunque mi guarda non penserebbe mai che sto male, non esprimo mai dolore, tengo tutto dentro ma oggi ho sentito la fortissima sensazione di aprirmi la pelle, di scappare, il senso di smarrimento totale dove tutto è perduto e vuoi solamente ammazzarti. Scrivo perché devo per distrarmi, scrivo anche perché devo davvero distrarmi e fare ciò che mi tiene più distratta perché io non lo so che cosa può succedere se non lo faccio. 
Soprattutto, scrivo perché è una delle poche cose che mi è rimasta, un atto puro di comunicazione, non di accettazione. Scrivere in realtà per me è un passatempo ed è la mia stessa vita, in attesa che tutto prima o poi finisca. 
73 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
I need a plastic face
Abbiamo combinato un casino, 
siamo scesi in riva e non abbiamo saputo come fare per non annegare,
anche se stavamo camminando sull’acqua e anche se non sapevamo esattamente cosa fare e cosa stesse succedendo, 
nemmeno io so dirti come mi sento adesso,
tutte quante queste parole mi sembrano superficiali, salgono sopra il ghiaccio come fossero vermut.
Ancora racconto la nostra storia, 
ci sto scrivendo sopra,
credo che il motivo principale per cui ne parlo è perché avrei voluto dare un nome a tutta la sofferenza,
ma sai
certe cose accadono, 
sai anche meglio di me che non possiamo rincorrerle e soprattutto che inciampo sempre, 
mai avrei pensato che tutto quanto questo alla fine mi avrebbe fatto schifo. 
Sai perché?
Perché sento che non sto andando infondo al dolore,
sento anche che in qualche maniera mi sto trattenendo, 
da cosa ancora non lo so, 
facciamo finta di dormire e giriamo il cuscino dalla parte fresca cento volte,
rendiamoci conto
di qualcosa 
che non sta funzionando 
ingranaggi
facce di plastica 
i nostri visi sciolti negli acidi
polsi 
denti
sorrisi
occhi verdi 
occhi castani
gambe sottili
centomila capelli
sentiamoci ancora per qualche istante rinchiusi .
Non eravamo liberi,
ma della libertà 
e della felicità 
non sappiamo che farne,
almeno io. 
2 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Fango
Ed è forse quella parte più profonda che si tocca con le dita dei piedi, quella parte dove tutto è talmente trasparente che ti viene anche voglia di immergerti.
Ma io non so nuotare,
ma io ho paura di annegare.
Tocchi l’acqua appena, senti che temperatura ha e decidi se vuoi entrarci dentro.
Ma se io fossi fatta di fango,
quello denso,
quello sporco,
tu ci entreresti dentro di me? 
4 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Navigli
Oggi mi è capitato in mano il cd Velvet underground, cinque euro da Libraccio.
Mi sono ricordata che per sbaglio l’avevo incastrato dentro il mio Mac, che abbiamo riso tantissimo e abbiamo imitato i mici.
Mi sono anche ricordata di quando sei scappato di casa e dovevi scegliere dieci vinili e ne hai scelto sette “ sicuro? “ “ si “.
Quando sei venuto a riprenderli e non te lo volevo ridare e facevo finta di nasconderlo, te l’aveva regalato tua zia mi pare. Cinque euro di merda, potevo comprarlo e spedirtelo, so la tua via a memoria, potevo farlo e sono rimasta seduta su di uno sgabello chiedendomi cosa fosse meglio fare . 
Mi tremava la mano sinistra, pensavo ai pro e ai contro, mi è venuto in mente che se l’avessi fatto mi sarei assunta la conseguenza di cambiare di nuovo vita.
Sono uscita senza comprare nulla 
4 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Train Manager
Ci baciamo ai binari della stazione 
ci dividiamo i batteri della bocca 
ci sentiamo i battiti della campanella 
ci allontaniamo 
ci scarichiamo l’acqua addosso nella solitudine e le appartenenze ci sembrano che non possano più farci nulla.
Vorrei tantissimo dirti che mi manchi appena salgo il gradino del treno e mi metto le cuffie per sentire la musica che mi ricorda te,
vorrei ricordarmi ancora qualcosa, 
non posso chiudere gli occhi un secondo per immaginarci perché sennò mi fottono la borsa,
dentro ci stanno tutti scontrini e sigarette sbriciolate, 
non le pulisco mai ste cazzo di borse 
e non so cosa mi prende 
perché queste aspettative mi stanno distruggendo.
Torno a guardare il tuo sorriso di nascosto, come una cazzo di ladra
5 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Aristopunk
Non avresti dovuto essere niente con me, 
sia perché parto dal presupposto di non valere nemmeno più di tanto io, 
sia perché da me non si ottiene nulla. 
Vesto di merda, bevo Peroni da 66 ad 1.20€ dal pakistano, metto gli anfibi e sono un cliché vivente anche se cerco in tutti i modi di scollarmi queste disillusioni, uno psicologo poco bravo dice che vorrei comunicare qualcosa col corpo ed è vero.
Ma sono anche bravissima a mentire, magistralmente bugiarda, fingere sicurezze dal tono di voce e guardarti negli occhi senza battere ciglio e dirti che va bene così, che io sono di ferro, che supero tutti gli ostacoli e sono una ginnasta olimpica mancata. 
Ho contato i tuoi nei, per ora sono arrivata a 7 e mi sono resa conto che parto sempre dai presupposti sbagliati. Troppo sognatrice, troppo romantica, ed è buffo essere di troppo quando non vali nulla, è un paradosso mentre vorrei essere palindrome . Vorrei iniziare e finire allo stesso modo mantenendo lo stesso significato, non cambiare mai, essere quella sicurezza che ti mostro.
Sai, ci sono rimasta male, come quando mi cade la panna dal gelato, siamo in finale sbagliato di un film a low budget col produttore strafatto di cocaina. 
Ma va bene così, io supero tutto, io inscatolo come i commessi del Mc Donald’s ed incasso così tanti colpi che ho la pelle a chiazze, quando mi spoglio ricordo un giaguaro, nel tuo corpo mi muovevo come i felini.
Supero tutto, 220km/h senza patente perché vivo in centro Torino come i borghesi, aristopunk. 
Perché ti sto dicendo queste cose? 
Non stai ascoltando 
Non ti interessa
La chiudo qui. 
4 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Non è vero
E mi ci strucco la faccia dalle lacrime con le tue scuse del cazzo, tolgo tutto il nero dagli occhi e vado avanti, augurandoti di guardarmi il culo e di pensare “ Cazzo, potevo essere diverso “. 
Nonostante tutti gli strati di nero che ho addosso per assorbire meglio il sole, riesco in qualche modo ad oltrepassare quella barriera del suono delle tue parole, anche se spesso in realtà inciampo da ferma perché i pensieri mi spingono a terra, non riesco a fare due cose contemporaneamente ed è colpa del testosterone secondo me. 
Non ci siamo detti addio, non ne avevamo bisogno, d’altro canto ci dobbiamo basare unicamente sulla richiesta firmata dal professore che non viene mai a ricevimento perché ogni tot va in Cina, non l’ho mai capita questa cosa.
Non credi nei chakra, non credi che gli animali possano parlare, non credi che le pietre abbiano poteri speciali, non credi ai fantasmi, non credi a niente ed è ovvio che questo fa di te una persona completamente disfunzionale .
Il problema però è che in qualche modo strano che non mi fa mettere le catene al collo, mi dispiace ma sono più le aspettative sbagliate. A volte penso di prendere la metro dalla direzione giusta quando in realtà dovrei scendere ad Ottaviano, invece ci sono finita a Garbatella e bestemmio. Come faccio a capire che sono sulla linea giusta sé quando scendo le scale sto pensando a come andrà? Come faccio a capire se sono io che non sono abbastanza o sono una distrazione come i giochini di merda per iPhone durante la sessione estiva?
Ho preso una pistola e te lo puntata dritta sul cazzo, mi hai detto che è tutta questione genetica, in realtà so che sono le mani il mio punto forte. 
Ti stai basando su distante fisiche, mentali non ne parliamo nemmeno, problema vuole che contandoti i nei mi hai ricordato qualcuno che conosco bene e la mano sinistra ha riniziato a tremare di nuovo come a Gennaio quando avevo bisogno del metadone. 
3 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
I love you more
Non ti ho mai chiesto se effettivamente mi abbracci perché l’energia ci sta dilaniando oppure perché ci stiamo sfiorando come i tergicristalli sul parabrezza.
Non ci siamo più, non credo che i chakra siano chiusi però volevo anche dirti che in realtà un po’ seguo sempre la scia che lasciano i pensieri. Ti ho sempre detto che ho paura di dimenticare, quando in realtà ho già svuotato i cassetti per far spazio alle magliette che piegherò come il sushi, anche quello non lo mangio da un po’.
Sono stanca e vorrei dormire, ho smesso di mettermi affianco la chitarra ed i libri, non sto dormendo come le stelle marine ma come gli alpinisti. Faccio anche un sacco di incubi, bruttissimi, li ricordo tutti ed una volta ti ho ammesso che i sogni più belli li faccio la notte ad occhi aperti.
Sogno talmente in grande che l’universo deve misurarsi con le mie aspettative, io stessa dovrei farlo anche se in realtà non so contare .
Non è che mi manchi, mi manca l’amore, non il tuo, mi manca una mancanza che ancora non conosco . 
Vorrei solo dirti, che sono felice, nonostante tutto. 
7 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Alla fine?
C’è stato un momento in cui ho detto : 
“ Non ne posso più di stare a guardare la mia vita andarsene così, in un soffio, di guardare i ponti e pensare che forse è giusto che io non sappia nuotare così mi viene tutto più facile. Non voglio più essere infelice stringendoti le mani e non voglio più mettermi le dita in gola per essere pronta ad ingerire il tuo veleno, non ne posso più di sentirmi dire che non sono speciale e sono sostituibile, che non sono abbastanza, che non faccio abbastanza, che la mia felicità non porta a niente, che una brava ragazza non mette gli anfibi perché è una stronzata, che devo pensare a come far andare bene l’università e fare più squat, non ne posso più di sentirmi talmente sola con una tavolata di gente da aver bisogno di prendere i fogli in mano e disegnate. Cazzo se non ne posso più di dover bere per sentirmi leggera, di dover chiarire le mie posizioni, di dover giustificare quella che sono, non ne posso davvero più ed in questo momento basta. 
Da questo momento, basta essere costantemente infelice. “ 
4 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Sogni (2)
Stanotte ho sognato che urlavo a qualcuno che sono sola, che non è la mia immaginazione e lo urlavo talmente tanto che stamattina mi sono svegliata coi crampi allo stomaco e la voce rotta. 
Nel sogno tutti mi abbandonavano, tutti avevano di meglio da fare, io inseguivo queste persone e non c’era modo di stargli dietro, il mio inconscio sta cercando di dirmi qualcosa ma è tutto molto confusionario e ovattato.
Ah, in questo sogno avevo anche una bici, molto bella, però nella vita vera non ci so andare sopra perché ho paura di cadere. 
Stamane ho le occhiaie, ho la fatica addosso di chi ha lottato, stamane in realtà non va nulla bene forse perché l’inconscio non ti mente e fa da tarlo al tuo cervello, da talpa al tuo cuore, ti ostruisce le arterie e l’ictus è vicino . 
2 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Fermata Mole
Avrei voluto toccarti il ginocchio, ho guardato i tuoi occhi stanchi e delusi, hai evitato i miei perché tutto è difficile ed anche le parole lo sono. È così innaturale scrivere, ed è così innaturale tutto quanto e nonostante tutto questo in quel momento avrei voluto abbracciarti.
Dirti che andrà tutto bene, che la vita è bellissima, dirti che mi sento sola sempre. 
Dirti che è impossibile esserti indifferente .  
10 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Bulimia
Ho iniziato a contare un giorno a caso di aprile e da lì non l’ho più smessa, ora ho capito che forse questa esasperata ricerca di tranquillità doveva pur essere allarmante. Diciamocelo in faccia, tra noi due e orecchio sul cuore: che vuoi? 
Davvero vuoi essere felice 1 volta su 5 però viverla davvero sta cazzo di felicità oppure vuoi la tranquillità? Oppure vuoi il te’ caldo a casa guardando il soffitto e chiedendoti se alla fine puoi controllare il vento e le macerie, vuoi davvero chiederti
che senso ha immaginare? Abbiamo incrociato le nostre falangi, i miei batteri ti hanno infettato la gola e ti ho messo un microchip nel cervello con un codice a barre non criptato, i codici binari dei tuoi pensieri mi fanno pentire di non aver fatto ingegneria. Eppure vorrei rivederti e toccarti la nuca, piano con la punta del naso sulla spalla, sfiorarti e dirti che va tutto bene e che è solo un periodo. Usciamo ed entriamo nel nero, te l’ho detto guardandoti in faccia e forse ti faccio anche paura, ma faccio soprattutto paura a me stessa. Nonostante abbia le spalle larghe cinque metri e tre quarti, spero cifre a caso tanto non stiamo a contare, ho smesso di farlo e ho anche smesso di sorridere dal più profondo dello stomaco, volevo dirti però una cosa forte, semplice e bianca : 
Sono stata bene, grazie e non dovevi, rivediamoci per un caffè. 
3 notes · View notes
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Note
Resti sempre quella che scrive meglio di tutti
:O sto pubblicando i racconti che metto generalmente su Instagram. Chi sei piccol* anon? :) 
1 note · View note
vanchigliaparanoica · 7 years ago
Text
Poi sei andato via
Ti ho messo le dita in bocca e la pressione mi ha fatto ricordare che sono viva, che c’è qualcosa all’interno dei miei meccanismi malmessi che mi porta da qualche parte senza girare la maniglia.
Ho una lucidità da psicopatica, ho una voglia enorme di cambiare i corsi del destino usando una qualche patch scaricata da Torrent, ci sto ripensando un sacco, lo sai? Penso che anche te ci stia ripensando o forse è la proiezione che ho in testa di un cortometraggio in technicolor, forse non dirai niente, forse dirai tutto quanto e non ci sarà nemmeno bisogno delle parole. 
Non so nemmeno se hai capito che sono malata, infetta, parlo spesso di questa cosa ma ancora non ho spiegato cosa è. 
Da quando i medici gli hanno dato un nome, mi hanno messo un cartello in fronte con su scritto come morirò, per questo sto vivendo in maniera così dissociata dalle emozioni: io non devo provare dolore. Anche se durante il sesso voglio le mani che mi circondino la gola non facendomi arrivare il sangue al cervello, anche se continuo a farmi del male, anche se tutto quanto questo mi
sta facendo uscire completamente di testa e ho terribilmente paura di una crisi, sappi che in questo momento vorrei intrecciare le mani con le tue e vedere se possiamo creare un innesto coi nostri corpi stanchi, delusi, disillusi, paranoici, fragili, indesiderabili, forse anche abbastanza distanti. 
3 notes · View notes