#xvii secolo
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«Su decreto degli Angeli e su ordine dei Santi, con il consenso di Dio, che Egli sia lodato, e con il consenso dell'intera Santa Congregazione, davanti a questi sacri libri, noi scomunichiamo, espelliamo, malediciamo e danniamo Baruch de Spinoza e di fronte ai libri sacri, in nome dei 613 precetti in essi contenuti, noi lo scomunichiamo con l'anatema che Giosuè scagliò su Gerico, con la maledizione con cui Eliseo maledisse i fanciulli e con tutte le imprecazioni scritte nei libri della Torah. Maledetto sia egli di giorno e maledetto sia di notte; maledetto sia quando si corichi, maledetto sia quando si levi; maledetto sia quando esca e maledetto sia quando entri. Il Signore non lo perdonerà ma la sua collera e la sua furia si scateneranno contro di lui, sul suo capo si abbatteranno tutte le maledizioni scritte nei libri della Torah e possa Adonai cancellare il suo nome da sotto i cieli. Possa Adonai scacciarlo, con sua sfortuna, da tutte le tribù d'Israele, con tutte le maledizioni del firmamento scritte nei libri della Torah. E voi invece, fedeli ad Adonai, possa Dio mantenervi tutti in vita. Guardatevi però dal parlargli, né a voce né per iscritto, né concedetegli alcun favore, né trovatevi con lui sotto lo stesso tetto, né a distanza inferiore a quattro cubiti, né leggete alcun testo fatto o scritto da lui.»
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Traduzione del testo col quale il Consiglio della sinagoga di Amsterdam impartiva la scomunica (cherem) e l'espulsione di Baruch Spinoza la sera del 27 luglio 1656.
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Itinerario nel ritratto
Dipinti tra il XVIII e XX secolo
a cura di Fernando Mazzocca
Officina d’arte grafica Lucini, Milano 1987, 42 pagine, 17x24cm,
euro 20,00
email if you want to buy [email protected]
catalogo della mostra (Milano, Galleria Roberta Etro, 7 maggio-30 giugno 1987),
24/01/24
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Firenze nelle opere pittoriche degli autori di tutti i tempi (XVI-XVII secolo)
I “vedutisti” del XVI-XVII secolo A cura della Redazione Vanvitelli Firenze dalla via Bolognese 1695 (Foto originale) Siamo nella prima metà del Seicento quando si affermò la pittura di paesaggio, considerata fino ad allora un genere secondario rispetto a quella religiosa o storica. Durante la seconda metà dello stesso secolo Gaspar Van Wittel (1652-1736), olandese, conosciuto con il nome…
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— Seconda Stravaganza. Giovanni de Macque (1548-1614) — Dormendo un giorno. Vincenzo Ruffo (1508-1587)
Giovanni de Macque (1548-1614) — Seconda Stravaganza [Ms. 1617, British Library, London]
The Seconda Stravaganza of Giovanni De Macque, a Flemish composer transplanted to Naples and another member of Gesualdo’s circle, is an impressionistic, chromatic and tonally unstable piece; it introduces the Baroque concept of ‘stravaganza’ which eventually led to Vivaldi’s collection of violin concertos bearing the same name.
Vincenzo Ruffo (1508-1587) — Dormendo un giorno [Capricci in musica a tre voci. (Milan: Francesco Moscheni, 1564)]
Vincenzo Ruffo’s dreamlike Dormendo un giorno brings us back to a metaphysical and abstract atmosphere. It comes from his collection of Capricci, one of the first works to use this musical term, and is built on the bass part of Philippe Verdelot’s madrigal of the same name. The capriccio was a loosely defined form in which the composer followed his own whim without generally observing strict rules.
_ La morte della ragione. (Viaggio Musicale Tra XV E XVII Secolo Da Desprez A Gesualdo Da Venosa) Il Giardino Armonico, Giovanni Antonini. (2018, Amadeus – AM 346-2)
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Non sono state streghe
a bruciare...
Erano donne,
con la colpa di essere
Molto belle,
molto colte o intelligenti.
Alcune erano vedove o senza padre, avevano latte in casa, terre e acqua nel pozzo, una buona piantagione, altre non credevano nella lussuria del reverendo.
Donne che avevano un segno di nascita, donne che erano molto abili con la medicina erbale e avevano un forte legame con la natura.
Donne che ballavano, dipingevano, cantavano, scrivevano o abili in qualche arte la loro unica colpa erano nate in un mondo sbagliato.
Ogni donna rischiava di essere bruciata nel XVII secolo.
Venivano addirittura gettate nell'acqua e se galleggiavano erano colpevili se affondavano e annegavano erano innocenti.
Sono state gettate da scogliere, posizionate in buchi profondi nel terreno, qualsiasi tortura immaginabile è poco.
Non erano streghe a bruciare erano donne diverse donne con una marcia in piu che per questo davano fastidio e facevano quindi paura perche pericolose "diverse da come l'uomo le voleva e per questo considerate.... sbagliate...
e ancora oggi queste
donne "sbagliate"
continuano a morire...
Erano e sono DONNE !!!!
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Pensieri di Dartagnan
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L’idea che il sionismo sia un colonialismo di insediamento non è nuova. Gli studiosi palestinesi che negli anni ’60 lavoravano a Beirut nel Centro di Ricerca dell’OLP avevano già capito che quello che stavano affrontando in Palestina non era un progetto coloniale classico. Non inquadravano Israele solo come una colonia britannica o americana, ma lo consideravano un fenomeno che esisteva in altre parti del mondo, definito come colonialismo di insediamento. È interessante che per 20-30 anni la nozione di sionismo come colonialismo di insediamento sia scomparsa dal discorso politico e accademico. È tornata quando gli studiosi di altre parti del mondo, in particolare Sudafrica, Australia e Nord America, hanno concordato che il sionismo è un fenomeno simile al movimento degli europei che hanno creato gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sudafrica. Questa idea ci aiuta a comprendere molto meglio la natura del progetto sionista in Palestina dalla fine del XIX secolo ad oggi, e ci dà un’idea di cosa aspettarci in futuro.
Credo che questa particolare idea degli anni ’90, che collegava in modo così chiaro le azioni dei coloni europei, soprattutto in luoghi come il Nord America e l’Australia, con le azioni dei coloni che arrivarono in Palestina alla fine del XIX secolo, abbia chiarito bene le intenzioni dei coloni ebrei che colonizzarono la Palestina e la natura della resistenza locale palestinese a quella colonizzazione. I coloni seguirono la logica più importante adottata dai movimenti coloniali di insediamento, ossia che per creare una comunità coloniale di successo al di fuori dell’Europa è necessario eliminare gli indigeni del Paese in cui ci si è stabiliti. Ciò significa che la resistenza indigena a questa logica è stata una lotta contro l’eliminazione e non solo di liberazione. Questo è importante quando si pensa all’operazione di Hamas e di altre operazioni di resistenza palestinese fin dal 1948.
Gli stessi coloni, come nel caso di molti europei che arrivarono in Nord America, America Centrale o Australia, erano rifugiati e vittime di persecuzioni. Alcuni di loro erano meno sfortunati e cercavano semplicemente una vita e delle opportunità migliori. Ma la maggior parte di loro erano emarginati in Europa e cercavano di creare un’Europa in un altro luogo, una nuova Europa, invece dell’Europa che non li voleva. Nella maggior parte dei casi, hanno scelto un luogo in cui viveva già qualcun altro, i nativi. Quindi il nucleo più importante tra loro era quello dei leader e ideologi che fornivano giustificazioni religiose e culturali per la colonizzazione della terra di qualcun altro. A questo si può aggiungere la necessità di affidarsi a un Impero per iniziare la colonizzazione e mantenerla, anche se all’epoca i coloni si ribellarono all’Impero che li aveva aiutati e chiesero e ottennero l’indipendenza, che in molti casi ottennero e poi rinnovarono l’alleanza con l’Impero. Il rapporto anglo-sionista che si è trasformato in un’alleanza anglo-israeliana è un esempio.
L’idea che si possa eliminare con la forza il popolo della terra che si vuole, è probabilmente più comprensibile – non giustificata – sullo sfondo dei secoli XVI, XVII e XVIII, perché andava di pari passo con la piena approvazione dell’imperialismo e del colonialismo. Era alimentato dalla comune disumanizzazione degli altri popoli non occidentali e non europei. Se si disumanizzano le persone, è più facile eliminarle. L’aspetto unico del sionismo come movimento coloniale di insediamento è che è apparso sulla scena internazionale in un momento in cui le persone di tutto il mondo avevano iniziato a ripensare il diritto di eliminare gli indigeni, di eliminare i nativi e quindi possiamo capire lo sforzo e l’energia investiti dai sionisti e successivamente dallo Stato di Israele nel cercare di coprire il vero obiettivo di un movimento coloniale di insediamento come il sionismo, che era l’eliminazione dei nativi.
Ma oggi a Gaza stanno eliminando la popolazione nativa davanti ai nostri occhi, quindi come mai hanno quasi rinunciato a 75 anni di tentativi di nascondere le loro politiche di eliminazione? Per capirlo, dobbiamo apprezzare la trasformazione della natura del sionismo in Palestina nel corso degli anni. (segue nel link)
molto interessante
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Natura morta Pittore Lombardo-Emiliano del XVII-XVIII secolo
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Questo piano è interamente pianeggiante.
La straordinaria illusione ottica del XVII secolo delle piastrelle di marmo del Duomo di Firenze. Se vista dall’alto, l’intricata geometria crea l’illusione di un gigantesco abisso in cui le persone potrebbero inciampare.
Il pavimento in marmo rosso, bianco, nero e verde è stato un lavoro colossale che ha richiesto 160 anni per essere completato. Fu realizzato dalle botteghe granducali di Firenze, guidate dallo scultore rinascimentale Baccio d'Agnolo, e fu completato nel 1660.
Obiettivo primario dei costruttori era quello di superare lo splendore dei pavimenti imperiali romani, soprattutto quelli del Pantheon. Il risultato forma un'unità gigante di affascinanti tappeti geometrici, allineati all'interno delle navate della cattedrale.
In diversi punti del pavimento è visibile lo stemma della famiglia Medici, la famiglia di banchieri che lasciò un segno indelebile in tutta Firenze e che ebbe un ruolo di primo piano nel completamento della cattedrale.
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Maschio seduto nudo (tardo XVII secolo. ), decorazione in stucco.
Giacomo Serpotta (1656-1732), è stato uno scultore italiano, attivo in stile barocco/rococò e principalmente in stucco.
Oratorio di San Lorenzo. Palermo, Italia.
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“ Il protagonista di questa vicenda è l'ibis eremita (Geronticus eremita), in tedesco Waldrapp. Si tratta di un massiccio trampoliere che abitava su pareti rocciose perse tra i boschi di montagna. Un decreto dell'arcivescovo Leonardo di Salisburgo, risalente al 1504, vietava a chiunque di sottrarre i giovani di quest'uccello dal nido, poiché già allora appariva in netta diminuzione nel suo areale. Sulle rocce sovrastanti la sua città, nelle gole del Danubio presso Passau, a Graz, sulle scogliere del Verbano tra l'Italia e il Canton Ticino, sulle falesie dell'Istria, gli ibis eremiti, presenti fin dalle più remote ere in tutta l'Europa centrale (come testimoniano i resti fossili) stavano rapidamente declinando. Fu probabilmente durante una delle carestie così comuni nel XV secolo — quando dopo le terribili pesti nere del secolo precedente la popolazione europea aveva ripreso a crescere in maniera tumultuosa — che qualcuno provò ad assaggiare le carni dell'ibis eremita. Fino ad allora quello strano uccello tra il corvo e il cormorano, dal piumaggio nero con riflessi verdi e purpurei, dalla testa calva e paonazza e dal becco rosso come i piedi e le zampe, aveva ispirato una certa ripugnanza.
E anche il nome non deponeva in favore della sua appetibilità: Waldrapp (cioè corvo selvatico), Steinrapp (corvo di roccia), com'era chiamato in Austria e Svizzera, corneille de mer (cornacchia di mare) in Francia, corvo selvatico in Italia, richiamavano troppo dappresso il dettato biblico che vietava di mangiare, perché impuri, i corvi e gli ibis. Ma, una volta assaggiati i grassi, teneri e implumi nidiacei, la voce si sparse, soprattutto tra le povere e fameliche popolazioni di montagna. E in tutta Europa le colonie di questi uccelli, arroccate su strette fessure di pareti montane a picco nei boschi e sul mare, cominciarono a essere depredate. La situazione precipitò quando della cosa si impadronirono i potenti del tempo, che riservarono alle proprie mense i grassi e rari nidiacei. Cosicché, per rifornire le cucine e le dispense di nobili, dignitari, prelati e margravi, temerari arrampicatori rischiavano la pelle sui più aerei precipizi. E, pur di assicurarsi i ricercatissimi pollastri, intere colonie di ibis eremiti vennero portate all'estinzione. Il decreto dell'arcivescovo servì a poco. Già verso la metà del XVII secolo gli ibis scomparvero da tutta la catena alpina e, probabilmente, da tutto il resto d'Europa. Al loro declino contribuì forse anche, in maniera diretta o indiretta, la lunga serie di inverni nevosi ed estati fredde e piovose che provocarono la cosiddetta «piccola glaciazione» degli anni tra il 1550 e il 1650, che resero precarie per i disastrosi raccolti le condizioni di vita dei montanari. Ma quali che siano state le cause, dopo questo secolo della loro buffa sagoma scomparve anche il ricordo, persino nelle zone in cui essi avevano per millenni vissuto. “
Fulco Pratesi, Nel mondo degli uccelli, Laterza (collana I Robinson), 1983¹; pp. 142-145.
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Ricamata Pittura
Quadri ad ago dal XVII al XX Secolo
testi di Monica Amari, M. Daniela Lunghi, Marialuisa Rizzini
Antea edizioni, Milano 1991, 54 pagine, 23 x 30 cm.
euro 50,00
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Palazzo della Permanente, Milano novembre 1991,
Dall'annoso "duello" tra opera d'arte e sua riproduzione, alla disamina delle immagini più diffuse nel corso dei secoli. E'su questi parametri che l'immaginario connoisseur, lettore di questo volume, potrà trovare spunti di notevole interesse per ampliare la conoscenza dell'eclettico mosaico iconografico della storia. Con l'ausilio di inedite fonti, come i "quadri a ricamo", Dagli spendori del Seicento, agli sperimentalismi cromatici dell'Arte Contemporanea
10/07/23
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Un viaggio straordinario nel tempo: a Livorno nel XVII secolo tra lingue, etnie, attività e architetture.
di Salvina Pizzuoli Livorno il porto (XVII secolo) Immaginiamo un approdo nel porto di Livorno. È una giornata come tante altre degli inizi del XVII secolo: Quello che colpisce immediatamente, parafrasando Elias Canetti ne “Le voci di Marrakesh”, è la forza di quelle “strane grida” e dei suoni di quelle parole sconosciute, un universo linguistico e somatico che accompagna il viaggiatore sin…
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Giovan Pietro del Buono (ca. 1610-1657)
Sonata VII Stravagante sull'Ave Maris Stella. (Canoni, oblighi et sonate in varie maniere sopra l'Ave maris stella; a tre, quattro, cinque, sei, sette, et otto voci e le sonate a quattro. (Palermo, A. Martarello & S. d'Angelo, 1641.)]
Giovan Pietro Del Buono’s stupefying and unsettling Sonata stravagante seems even more lacking in any tonal centre of gravity. Written on the cantus firmus of the plainchant Ave Maris Stella, it is played here on a bass chalumeau – a deliberately anachronistic decision, since this instrument is thought to have appeared only several decades after the publication of Del Buono’s collection in Palermo, which makes the piece seem almost closer to the Second Viennese School of the early twentieth century than to the seventeenth.
_ La morte della ragione. (Viaggio Musicale Tra XV E XVII Secolo Da Desprez A Gesualdo Da Venosa) Il Giardino Armonico, Giovanni Antonini. (2018, Amadeus – AM 346-2)
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Giardini Marchesac, Francia. Complesso di giardini e parchi nel comune francese di Vezac.
Il parco è stato creato nel XVII secolo. In tempi diversi cadde in rovina o rifiorì. Attualmente il giardino è stato restaurato, è in ottimo stato ed è accessibile al pubblico.
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