#whatsapp non ha segreti per lui
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spettriedemoni · 1 year ago
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“Ti voglio benissimo benissimo”
Ieri sera ho fatto tardi e ho avvisato che ci avrei messo un po’ di più a rientrare.
Tigrotto, via Whatsapp, voleva sapere “a che punto fossi” così gli ho mandato un vocale per dirgli più o meno dove mi trovavo.
Lui mi ha risposto scrivendo “Sivabene” ma tutto “appiccicato” come dice lui, perché il messaggio lo ha scritto lui da solo, poi mi ha mandato un vocale dove mi ha detto questa frase: «Ti voglio benissimo benissimo».
Credo riascolterò spesso questo vocale specie nei giorni un po’ tristi.
Penso a lui. Il resto viene facile.
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gcorvetti · 2 years ago
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Torta.
Oggi ho fatto una torta bella e buona, la bontà del cibo per me è più della bellezza estetica del cibo, a differenza di molti che preferiscono il contrario oppure a quel perfezionismo nel creare quei piatti che sembrano finti e hanno poco sapore. Ricordo quando andavo in giro per la Sicilia orientale con un cugino acquisito che vendeva scarpe, era più o meno l'89, ci fermavamo a mangiare in quelle trattorie dal sapore rustico e dall'odore di vino, lui mi disse :"Non mangerai mai bene come in un posto così", aveva ragione. Mentre montavo la panna con la frusta elettrica qualcuno ha chiamato, quando mi accorsi della telefonata era tardi, il numero è privato e non posso richiamarlo. All'inizio pensai a mia madre, anche se a 82 anni non penso sia capace di fare una chiamata del genere, a stento riesce ad aprire whatsapp per una video chiamata, per avere conferma la chiamo, infatti non è stata lei. Ho pensato subito a qualcuno che mi cercava per lavoro, ma mi è sembrato un pò strano, di solito il numero è visibile. Allora mi è venuto in mente che oggi ho mandato due email per degli appartamenti a Parnu dove desidererei andare per lavoro, anche perché qua a quanto pare nessuno ha intenzione di assumere un bravo chef italiano. Ma dico io che cazzo di agente immobiliare sei, se vuoi affittare la casa o mi richiami oppure lasci che ti richiamo io, no? Boh, speriamo che richiami domani. Questo perché non sono il tipo che tiene il telefono vicino, non sono telefono-dipendente come molti oramai, ho anche eliminato tutti i social già da più di un anno, diciamo dallo scoppio della guerra perché non sopportavo le falsità che giravano su tutti i social, visto che lavoravo su twitter e ci avevano dato ordini precisi per spalmare le loro menzogne, si gli yankee; i social network sono delle aziende americane, se il loro governo gli dice di adottare delle linee loro sono obbligati a farlo, che poi a raccontarvela tutta l'uccelletto non ha niente di limpido, anzi. L'altro giorno parlando con doc Spock gli ho detto, anche se lo sapeva già, che potrei finire nella grinfie della CIA se dovessi divulgare minimamente i segreti dietro quel lavoro, stando anche al fatto che ci obbligarono a firmare un contratto di riservatezza non con twitter stesso, quello è incluso nel contratto di lavoro per questioni di privacy degli iscritti che ci può stare, ma con il governo degli stati uniti. Feci un pò di casino, nel senso che c'erano delle leggi, sempre USA, e non capivo che cavolo c'entrasse visto che noi non siamo ne cittadini americani ne tanto meno viviamo nel loro territorio, non sia mai.
Uno degli head manager per uscirsene mi diede un indirizzo a cui scrivere per avere chiarimenti, ma vi sembra che scrivo al governo degli stai uniti per chiedere perché mi mettono in galera e mi fanno una multa di 10000mila dollari se spiffero? Una delle leggi l'ho cercata e diceva questo. Poi l'analista, che non è lo psichiatra, ma quello che analizzava il nostro lavoro, un ragazzo di Latina, mi scrisse in privato più o meno :"La storia è questa o firmi o non lavori, pensaci". Se sapevo che mi avrebbero comunque licenziato, siamo stati licenziati tutti, niente a che vedere con l'arrivo del bimbominkia Elon, ma perché l'azienda per cui lavoravamo, non eravamo assunti direttamente dall'uccellino, è andata via dall'Estonia. Quindi il solito ricatto mafioso americano, nulla di che, firmai ma lo dissi chiaro nella chat comune, la stessa dove mi lamentai di sta cosa, che è un sopruso e che la nostra ditta non dovrebbe permettere che i suoi dipendenti rischino così tanto, nessuno mi appoggiò, figuriamoci, ma molti iniziarono a capire, soprattutto dopo che il mega direttore indiano disse che partivano i licenziamenti. Sto rischiando a raccontarvi questo? Forse, sappiate che NSA (national security agency) ha accordi con i colossi di internet Google, Apple, Facebook e altri per monitorare tutte le nostre conversazioni con la scusa dell'antiterrorismo, si si se invii una email con materiale che può essere compromettente ti viene a prendere la CIA, che so dici che stai pianificando un attentato, brincato, oppure ti affili a qualche setta terroristica, ti fanno saltare il culo, perché loro hanno una copia di tutto quello che scriviamo sulla rete, d'altronde internet l'hanno inventato loro.
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gloriabourne · 6 years ago
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The one with the “Ciao, Bizio”
Questa sera mi sei mancato, ma ho fatto una cosa per sentirti più vicino. Domani ti mando il video. Buonanotte, ti amo.
 Fabrizio rilesse il messaggio per l'ennesima volta, sorridendo come un ragazzino alle prese con la prima cotta ogni volta che si soffermava su quel ti amo e sul cuore rosso che Ermal aveva messo nel messaggio successivo.
Quella domenica mattina si era svegliato così, con il pensiero di poter finalmente trascorrere la giornata con i suoi figli e un messaggio che il suo fidanzato gli aveva inviato la sera precedente.
Digitò in fretta una risposta - in cui gli diceva di mandargli quel famoso video e che lo avrebbe chiamato nel pomeriggio - e poi si alzò dal letto.
Era stato difficile rifiutare l'invito di Ermal al Forum, sia perché sapeva che sarebbe stata una serata importante per lui, sia perché probabilmente si sarebbe sentito in colpa per mesi per non essere stato insieme a lui il giorno del suo compleanno.
Ma, per quanto amasse Ermal, i suoi figli avevano la precedenza e non poteva di certo rinunciare a passare la Pasqua con loro.
Ermal ovviamente aveva capito la situazione e aveva ripetuto più volte a Fabrizio di non preoccuparsi, eppure il senso di colpa c'era lo stesso.
C'erano giorni in cui Fabrizio avrebbe semplicemente voluto avere una vita normale, in cui non avrebbe avuto bisogno di nascondere la sua relazione, in cui avrebbe potuto declinare l'invito per il compleanno del suo fidanzato dicendogli: "Devo stare con i bambini, ma magari potresti raggiungerci."
E invece non c'era nulla che potesse fare, se non vivere quella storia lontana dai riflettori, tenerla nascosta il più possibile.
Ermal gli ripeteva continuamente che non era un problema, che anche per lui - pur non avendo figli - sarebbe stato difficile vivere quella storia liberamente, che era meglio per entrambi continuare a tenere quella relazione segreta. E Fabrizio sapeva che era giusto così, che era la scelta migliore per tutti, ma c'erano giorni in cui avrebbe semplicemente voluto avere una vita normale.
  Era ormai pomeriggio inoltrato quando Fabrizio riuscì a trovare un momento di tranquillità per telefonare ad Ermal.
I bambini si erano addormentati - esausti, dopo aver passato la giornata a giocare - e Fabrizio ne aveva approfittato per sedersi fuori e fumare una sigaretta mentre si godeva qualche timido raggio di sole.
Prese il cellulare dalla tasca dei jeans e cercò il numero di Ermal tra i preferiti, avviando immediatamente la telefonata.
Ermal rispose dopo un paio di squilli.
"Ehi, Bizio!"
Fabrizio sorrise sentendo la sua voce. Sembrava allegro - forse anche troppo, sicuramente a pranzo aveva esagerato con il vino - e Fabrizio era sempre felice di sentirlo così. Allegro, spensierato, senza preoccupazioni.
"Ciao, amò. Come stai?"
Dall'altra parte, Ermal rimase in silenzio per un attimo mentre si allontanava dalla cucina - in cui la sua famiglia era ancora seduta a tavola a chiacchierare di qualche argomento a cui Ermal non aveva prestato attenzione - ed entrava in camera da letto.
Chiuse la porta dietro di sé e poi disse: "Bene, ora che ti sento. Tu?"
Fabrizio aspirò un'ultima boccata di fumo prima di gettare il mozzicone nel posacenere, poi rispose: "Bene. Ti disturbo?"
"No, figurati. Sono a casa con la mia famiglia, ma non credo noteranno la mia assenza. Stavano discutendo di qualcosa, nemmeno ho capito cosa, ma non era nulla di importante."
Fabrizio sorrise ed Ermal aggiunse: "Hai visto il video che ti ho mandato?"
Solo in quel momento Fabrizio ricordò il video che Ermal gli aveva inviato su WhatsApp poco prima e che lui non aveva ancora guardato.
Si passò una mano tra i capelli e sbuffò. "Non ancora. Mi dai qualche anticipazione?"
"Non vuoi che sia una sorpresa?"
"Tanto appena stacco la chiamata, lo vedo. Dai, dimmi cos'è!" disse Fabrizio, con lo stesso tono che spesso usavano i suoi figli quando volevano ottenere qualcosa.
Ermal sospirò.
Avrebbe preferito che Fabrizio vedesse con i suoi occhi cos'era successo la sera precedente e che capisse da solo perché lo aveva fatto. Spiegarglielo avrebbe significato ammettere troppe cose, mettersi a nudo. E anche se ormai Ermal non aveva più segreti con Fabrizio, non poteva negare di sentirsi sempre un po' a disagio ad ammettere certe cose.
Ma proprio perché era con Fabrizio che stava parlando, decise di rispondergli.
"Sai che per me non è mai facile cantare la nostra canzone quando non ci sei tu. Lo faccio perché è una canzone che per me significa tanto, ma è difficile. Sento troppo la tua mancanza" disse dopo qualche secondo.
Fabrizio rimase in silenzio, lasciandogli il tempo di raccogliere le idee per continuare il discorso.
Sapeva che per Ermal era difficile dimostrarsi debole di fronte a lui - di fronte a tutti, in realtà - e non voleva mettergli fretta.
"Se dico il tuo nome ad alta voce, mi sembra di averti più vicino. So che è una cazzata, ma è così. E allora, dopo aver cantato Non Mi Avete Fatto Niente, ho chiesto a tutti di salutarti. Abbiamo urlato tutti insieme: Ciao, Bizio. E per un attimo, è stato come se fossi lì con me" disse Ermal.
Fabrizio sorrise di fronte a quella confessione e cercò di ingoiare il nodo che gli si era formato in gola.
Capiva perfettamente come si sentiva Ermal. Per lui era lo stesso.
Ogni volta che cantava quella canzone senza di lui, era come se il mondo per un attimo non girasse nel verso giusto. E anche lui pensava ad Ermal mentre cantava, giusto per sentirlo più vicino.
Ma la sera precedente, durante una serata che era tra le più importanti della sua vita, Ermal non si era limitato a pensarlo. Lo aveva salutato e aveva chiesto ai suoi fan di fare lo stesso.
"Non so cosa dire" mormorò Fabrizio qualche attimo dopo.
Ermal sorrise. "Non devi dire niente. Volevo solo che sapessi che, anche se siamo distanti, tu sei sempre con me."
"Lo so, Ermal. È lo stesso per me."
"Ora devo andare. Ci sentiamo più tardi?" disse Ermal.
Avrebbe voluto restare al telefono con Fabrizio per ore, ma non poteva continuare a ignorare la sua famiglia proprio il giorno di Pasqua.
"Certo. Chiamami tu quando vuoi." rispose Fabrizio.
Poi, dopo un breve saluto, terminò la chiamata e ritornò in casa.
Aveva ancora il telefono stretto tra le mani e non riusciva a decidere se guardare o no il video che Ermal gli aveva mandato.
Si era emozionato semplicemente sentendo il racconto del suo fidanzato, non aveva idea di quale sarebbe stata la sua reazione vedendo davvero cosa era successo la sera precedente.
Però una parte di lui, quella più curiosa, voleva davvero sapere cos'era successo.
Senza sapere bene cosa aspettarsi - nonostante Ermal glielo avesse detto - fece partire il video che gli era stato inviato poco prima.
Sorrise immediatamente vedendo Ermal circondato dal suo pubblico, da tutte quelle persone che erano lì per lui.
Se lo meritava davvero e Fabrizio non poteva evitare di sentirsi estremamente fiero di lui vedendo quanti cuori fosse riuscito a conquistare.
Il suo sorriso si allargò ulteriormente sentendo Ermal dire: "Allora, al mio 3: ciao, Bizio! Così poi glielo mandiamo."
Il pubblico esultò e al segnale di Ermal esplose urlando: "Ciao, Bizio!"
Ermal si fece sfuggire una risata e riprese il concerto con il sorriso sulle labbra.
Al termine del video, Fabrizio rimase a fissare lo schermo immobile.
Sapeva cosa avrebbe visto, Ermal glielo aveva detto poco prima, eppure vederlo con i suoi occhi aveva fatto tutt'altro effetto.
Vedere Ermal così felice, sentire i suoi fan fare il suo nome, salutarlo con il solo scopo di renderlo partecipe di quel momento, gli aveva smosso qualcosa dentro.
Si sentiva come se, insieme a Ermal, fosse in grado di raggiungere molte più persone. Come se grazie a lui, la sua famiglia - formata dai suoi ragazzi delle transenne - si fosse improvvisamente allargata.
E quella sensazione gli scaldava il cuore.
  Il cellulare di Fabrizio iniziò a squillare nell'esatto momento in cui lui aveva spento il televisore, pronto per andare a buttarsi sul letto e scaricare la stanchezza accumulata durante la giornata.
Amava passare del tempo con i suoi figli, ma ormai non era più un ragazzino e stare dietro a due bambini non era così facile come poteva sembrare.
Controllò il nome sul display del telefono e sorrise quando lesse il nome del suo fidanzato.
"Ciao. Iniziavo a pensare che non mi avresti più chiamato" disse, accettando la telefonata.
Ermal, dall'altra parte, sbuffò contro il microfono del telefono provocando un fastidioso fruscio, poi disse: "Lo so, scusa. Mia madre è andata via solo ora."
"Hai passato una bella giornata?" chiese Fabrizio sinceramente interessato, raddrizzandosi contro lo schienale del divano.
"In effetti, sì. Anche se avrei preferito stare con te."
"Bugiardo. Tu adori stare con la tua famiglia."
"Allora diciamo che avrei voluto passare la giornata con la mia famiglia, ma anche con te. Tutti insieme."
Fabrizio rimase in silenzio per un attimo, pensando a quanto sarebbe stato bello farlo davvero. Passare le feste tutti insieme, con Ermal, la sua famiglia, magari anche Libero e Anita.
Un sorriso gli curvò le labbra mentre diceva: "Magari l'anno prossimo."
"Già. Magari" rispose Ermal.
"Ho visto il video" disse Fabrizio qualche secondo dopo.
"Ah, sì? E che ne pensi?"
"Penso che sei completamente matto. E nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me."
Ed Ermal non aveva mai fatto niente di simile per nessuno.
Prima di Fabrizio, non aveva mai sentito il bisogno di condividere il palco con qualcuno.
Gli piacevano le collaborazioni, l'idea di scrivere e di cantare insieme a qualcuno, ma non aveva mai sentito così forte la necessità di avere quel qualcuno accanto a lui sul palco.
Quella era una cosa che sentiva solo per Fabrizio.
"Quindi ti ha fatto piacere?"
"E me lo chiedi?" chiese Fabrizio.
Ermal sorrise.
Per qualche attimo rimasero semplicemente in silenzio, con il telefono premuto all'orecchio e gli occhi chiusi, quasi illudendosi di essere davvero l'uno accanto all'altro.
Poi Ermal sentì Fabrizio sbadigliare e disse: "Stanco?"
"Un po'. Mi piace fare gli instore, incontrare la gente, ma mi stanno buttando a terra. Non ho più l'età per certe cose."
"Sempre detto che sei un vecchietto" scherzò Ermal. "Però ti capisco, anch'io mi sento esausto."
"Ora finalmente ti puoi riposare. Era quello che volevi" disse Fabrizio.
Negli ultimi mesi, Ermal non aveva fatto altro che dire quanto avesse bisogno di una pausa, quando sentisse la necessità di fermarsi per un attimo. E finalmente era arrivato il momento di farlo.
"Magari così avremo più tempo per stare insieme" disse Ermal.
"Già" rispose Fabrizio.
Era quello che sperava.
Con i loro impegni di mezzo, avevano avuto poche occasioni per stare insieme negli ultimi mesi. Ma ora finalmente Ermal si era preso una pausa e, terminati gli instore, anche Fabrizio sarebbe stato più tranquillo.
E allora forse sarebbe arrivato il momento in cui finalmente quel Ciao, Bizio, che Ermal aveva urlato con i suoi fan al Forum, sarebbe diventato un saluto sussurrato all'orecchio quando ancora non era del tutto sveglio, o una buonanotte pronunciata appena prima di chiudere gli occhi.
E quel saluto, che già nel video inviatogli da Ermal lo aveva emozionato così tanto, avrebbe assunto tutt'altro sapore.
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chiamatemefla · 6 years ago
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A luglio Antonio un nome non ce l'ha ancora, l'aria è rovente e il piccolo ombrellone che ha comprato, più per proforma che per reale volontà, non basta davvero a coprirgli la schiena, l'acqua nella borsa frigo si riscalda velocemente e il suo cellulare sembra bollire nonostante le premure.
Ha archiviato l'ultimo esame con un sospiro di sollievo, l'afa romana che faceva appiccicare le suole delle scarpe all'asfalto e l'urlo di gioia sulle scale di Lettere, ed ora progetta la tesi libro dopo libro, una birra gelata alla volta, riscrive la vita una decisione giusta dopo l'altra — e così decide di avvicinarsi un passettino al nuovo compagno della madre, che si è ostinato a non voler apprezzare anche se è una brava persona, e così decide di fare il bravo fratello con Chiara che, pur non condividendo lo stesso sangue, è sua sorella dalla prima volta che l'ha vista ed ora si pente di non esser stato presente quanto avrebbe voluto.
E lei gli parla tanto, parla delle sue paure per l'università che comincerà a breve, del suo dispiacere nel non vedere più quel compagno che le faceva tremare le mani, della sua eccitazione nel trasferirsi a Perugia, di piccole e grandi cose che Flavio ascolta con pazienza, a cui risponde con affetto, l'aria di mare che scompiglia loro i capelli e il sole che macchia il naso di efelidi.
A luglio Antonio non è ancora Antonio, è solo quel ragazzo col costume blu di cui non conosce il nome ma che, ogni tanto, arriva a chiedere se uno dei due vuole giocare, ché son sempre dispari e non c'è modo di far le squadre — poi diventa il ragazzo con gli occhi azzurri ed il sorriso che sa di buono che lavora al bar sotto casa e scherza con tutti e prende la vita come deve esser presa e non come la prendono gli adulti, che parla dei suoi progetti asciugando i bicchieri, che un paio di volte l'ha invitato a scendere a fumare una sigaretta con lui quando Flavio non riesce a dormire e aspetta il sonno fuori dal balcone e Antonio lo vede chiudendo la saracinesca del bar.
Settembre a Roma è ancora sudaticcio ed i tram su viale Regina Margherita passano in ritardo, lo zaino pesa di un portatile che ha visto giorni migliori e minaccia di abbandonarlo ma almeno l'abbronzatura resiste — e resiste il suono della risata che s'è fatto Antonio sentendolo lamentarsi del suo non riuscire a prendere davvero colore, quei capelli rossicci che gli regalano una pelle più chiara di quanto vorrebbe, il modo in cui l'altro aveva poggiato la mano sulla sua spalla per vedere la differenza. «Qua più che pallore elitario è aria di morte!» aveva sentenziato, serissimo, e Flavio gli aveva solo mollato una gomitata che aveva lasciato, senza volerlo, il segno.
Il lavoro scorre lento come la fila di macchine incolonnata davanti a lui, i pensieri invece corrono veloci e arrivano a Gabriele che presto si laureerà e con lui anche Rosa ─ per un secondo pensa a quanto gli mancheranno seduti sul suo divano a raccontarsi i segreti dell’universo un bacio alla volta, al modo che avevano di rubarsi il cibo quando pranzavano tutti insieme.
A settembre Antonio è solo un ricordo fresco ma abbastanza lontano, di quelli con un persistente retrogusto di salsedine e ghiaccioli al limone ─ ha il suo numero in rubrica e spesso l’osserva, l'elenco contatti di whatsapp che gli regala l’immagine dell’altro che, con aria sospettosa, sorseggia una Coca-Cola, addosso quel costume blu a cui ripensa un po' troppo spesso, gli occhiali da sole tra capelli spettinati.
Quando arriva è in ritardo perché non c'è stato verso di uscire prima da lavoro e i mezzi non passavano, la musica è già alta nelle casse e Rosa s'è già tolta le scarpe col tacco e balla con le sue amiche stringendo forte un bicchiere di birra.
Gabriele è dall'altra parte della stanza e chiacchiera con qualcuno che non riesce a riconoscere, nella penombra gli fa cenno di avvicinarsi non appena lo vede entrare, l'unico con la camicia stirata in un branco di maglie già sudate, già vissute — e gli fa così strano vederlo vestito bene, Gabriele che ha sempre buttato addosso le prime due cose che trovava, i capelli costantemente in disordine e la barbetta incolta che ora non ci sono più e quello che ha davanti è un ometto ordinato.
Ad ottobre Antonio è inaspettatamente di fronte a lui, con la camicia dentro ai pantaloni ed un bicchiere rosso in mano, e lo abbraccia come se si conoscessero da una vita davanti ad un perplesso Gabriele pronto a fare gli onori di casa — e gli chiede di Chiara, di come va a Perugia, indica i suoi occhi e dice solo «Ma allora ogni tanto te li levi.» e lui ci mette un po' a capire che sta parlando degli occhiali da sole, si tocca la faccia come se ci sentisse qualcosa sopra.
«Ma allora ogni tanto te li metti.» replica lui, indicando i pantaloni, e Antonio scuote la testa, butta giù un sorso di qualsiasi cosa ci sia dentro al bicchiere che stringe nella destra, alza le mani in segno di resa.
Gabriele li guarda interagire per un po', in silenzio, non fa domande ma, mentre si allontana, gli chiede con gli occhi di non far cazzate — «Come hai fatto con Francesca.» gli dice il suo cervello, «Come voleva farti fare Lorenzo.»
Antonio, invece, non dice niente: gli piazza un piattino in mano e attribuisce, forse, il suo essere stralunato ad un calo glicemico.
«Ma tu lo sai che mi sono trasferito a Roma due settimane fa?»
Novembre arriva con la pioggia e le scarpe di tela inzuppate, le domeniche libere al museo, ché «Io a Roma ci son sempre e solo stato con la scuola, le cose belle tutte me le devi far vedere!», e quelle meno libere allo stadio, le partite sul divano e la sua chat di WhatsApp in cima alla lista.
Gli fa pizzicare il naso come i sipari polverosi del vecchio teatro in cui il gruppo di Antonio fa le prove, lo ascolta recitare lo stesso copione dieci, cento, mille volte e ci vede dentro ogni volta una persona diversa, lo vede consumare i giorni e le suole delle scarpe mentre cerca di costruire qualcosa un passo dopo l'altro.
Novembre sfuma tra le facce di tutte le persone che l'altro gli fa conoscere («Se vuoi essere un bravo attore devi conoscere gente, gente in generale, devi proprio impararli bene gli esseri umani!»), la tesi da stampare, e le chiamate di Gabriele che gli chiede come va, cosa fa, se è tranquillo, come va con la tesi — e Flavio risponde sempre di buon grado, risponde sì a tutto, risponde a tozzi e bocconi solo quando si parla di Antonio.
«Siamo buoni amici, Gabriè.» ripete sempre e l'altro sospira di rimando, non chiede anche se sente l'interrogativo nei suoi sospiri un po' avviliti.
«Stavolta se fai una cazzata te ne penti davvero, fidati di Capriè tuo.»
Dicembre quasi non lo sente, scivola via tra la laurea, Chiara che scende per lui e resta per Natale, che gli racconta di quanto è felice, che sembra un po' più grande di quando l'ha lasciata andare, capodanno a Terminillo e infinite partite a scopone, Antonio che lo bacia il ventisette dicembre davanti all'uscita sul retro del teatro e che poi sparisce fino al dieci gennaio, lui che vede l'anno vecchio andarsene un biscotto alle nocciole alla volta, sua madre che quasi non ci crede.
Gennaio è d'assestamento: è fatto di scosse e momenti tranquilli, di affanni e dubbi e riorganizzazione, a tratti è difficile capire come andrà a finire, a tratti è invece tutto chiaro e cristallino.
Gennaio esiste su un altro piano temporale e Flavio lo subisce, più che viverlo, guarda i giorni srotolarsi con i gomitoli di sua nonna quando li faceva cadere a terra da bambino e quelli rotolavano sul pavimento prima di fermarsi contro la credenza e lui passava pomeriggi interi a riavvolgerli come ora riavvolge i suoi pensieri, prima che il prossimo messaggino compaia sullo schermo del suo telefono, prima della prossima risposta sfuggente a chi fa domande ─ e sua nonna cerca di capire cosa sia successo e lui cerca di buttare i chili presi a Natale nonostante lei gli riempia il piatto, si chiede se è davvero pronto ad affrontarsi mentre Antonio, metodicamente e senza scalpore, raschia via un po’ di maschera alla volta e gli spiega cosa c’è sotto a quel sorriso ─ e Flavio si chiede se non sia ora, a sua volta, di smontare l’armatura e Antonio che, senza saperlo, ne porta via un pezzettino alla volta.
Febbraio non ha senso, è solo umido e fatto di decisioni sul filo del rasoio, di ennesimi arrivederci ad amici che sa che non rivedrà se non in nostalgiche rimpatriate tra vent’anni, baci caldi in macchina e mani gelate appena si esce, Antonio che gli frega un cappello e lui che gli ruba il tempo libero e un paio di confessioni.
Marzo non esiste, portato via dal vento che sferza la capitale, dal polline dai temporali improvvisi, da tutte le parole che si vomitano addosso e che, in alcuni punti, fanno male.
Aprile li trova abbracciati nello stesso letto, scatolette di antistaminici sul comodino e vestiti buttati alla rinfusa su due sedie diverse, le coperte alla rinfusa e il respiro dell’altro addosso.
E Flavio si ritrova a pensare che lei sei di mattina non le ha mai viste a casa sua, ché di solito è già fuori a correre e non lo sa che ombre proiettano le tapparelle sul pavimento, sull’armadio con un’anca un po’ sbilenca che deve decidersi a sistemare.
Antonio gli dice che lui le sei di mattina le conosce proprio bene, ché andava a scuola un po’ a fanculo rispetto a dove viveva e ci si doveva svegliare presto per salire sull’ennesimo autobus un po’ troppo pieno, ché però le sei di mattina a Roma sembrano diverse ─ e come le racconta lui sembrano diverse davvero, belle di quella bellezza di chi le cosa ha imparato a conoscerle e non c’è stato gettato dentro a forza, e si ferma a pensare che a lui piace così, ancora troppo addormentato per esercitarsi come al suo solito con la dizione che si è imposto di imparare, con le parole che, anziché fluire fuori senza sosta come al solito, arrivano con lunghe pause che quasi sembrano volute.
Ad aprile Antonio sa già d’estate e Flavio non sa cosa questo potrebbe significare, l’altro continua ad insistere perché resti a casa sua quando può e lui, senza accorgersene, ha già piazzato il suo dopobarba nell’armadietto dell’altro ed un paio di suoi libri che deve ancora finire di leggere sul mobile dell’ingresso.
Maggio è fatto di piccole sorprese, di Giacomo che viene preso a Mantova, di Gabriele che diventerà padre e di Rosa che lo dice ridendo, di sua madre che dice di volersi sposare ma che «Tranquillo, non sarà prima dell’anno prossimo.», l’albero che oscurava il lampione davanti alla sua finestra che viene tagliato e Antonio che inizia a venire a pranzo a casa sua sempre più spesso, Cicerone che inizia a fargli le fusa e suo nonno che davvero non sa che dire e si limita solo a stringere la mano della nonna.
È giugno quando Chiara gli chiede se stanno insieme e lui, per la prima volta, risponde pubblicamente sì.
Sua sorella gli sorride dall’altra parte dello schermo, il viso un po’ pixellato a causa della connessione stranamente lenta, e Antonio che sospira a fondo nella stanza accanto, che si alza quando ha ormai chiuso la chiamata per baciarlo ─ quel pomeriggio fanno l’amore senza urgenza, con i telefoni spenti e le tapparelle abbassate, Cicerone che sembra quasi capire la situazione e, per la prima volta, non sale sul letto.
A luglio Antonio non è più solo Antonio, ha smesso di esserlo ormai da mesi, ed è anche il suo ragazzo, il suo migliore amico, sdraiato placidamente sul telo mare accanto al suo, gli occhiali da sole appoggiati sull’asciugamano e le sopracciglia un po’ aggrottate.
Ha addosso lo stesso costume blu che aveva quando l’ha conosciuto, gli ha rivelato che ne ha due per sbaglio, ché uno se l’è comprato da sé e l’altro gliel’ha fatto trovare sul letto sua madre appena poche ore dopo, e che davvero non capisce perché il blu sia il colore della tristezza ─ e, a guardarlo, neanche Flavio lo capisce: ché il blu è come Antonio e, più che della tristezza, è il colore della profondità, di quel che c’è sotto, è il colore del mare, del cielo, e degli occhi del ragazzo che gli ha letteralmente fatto perdere l’appiglio ai pochi (e sbagliati) punti saldi che aveva.
E la sua vita inizia a sembrare un po’ un cliché ma non se ne lamenta, perfino quei giorni in cui tutto quel che fanno è abbaiarsi parole che sembrano stranamente in linea, come se ci fosse bisogno di scuotere la scatola per trovare il pezzo del puzzle giusto.
«Pensa che, se non ci fosse stata Chiara, io l’anno scorso dovevo annà ‘nvacanza a Santorini: ‘nt’avrei mai beccato.» borbotta, a mezza bocca, mentre stanno tornando a casa con l’ombrellone sotto braccio e Antonio si ferma solo, in mezzo alla strada, appoggia l’ombrellone a terra e lo guarda solo stralunato.
«Pensa che, se non avessi trovato quel lavoretto a Gaeta, io dovevo andare a fare l’animatore a Santorini.» _________________________________________________________
Questa cosina doveva saltar fuori per il compleanno di Anna cara (dove ti taggo? @blogitalianissimo? @putesseessereallero?) ma, sorpresona, come la ritardataria che sono non ci sono riuscita. PERO’, ECCO, REGALO IN RITARDO SPERO TI PIACCIA <3
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theseershoto · 4 years ago
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[ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Io non posso farcela [delete] > Ciao, Shoto, ma quello è il tuo fidanzato? [delete] > MA CHE... [Delete] > Ciao, Shoto, ho visto una tua foto, avevi un bel sorriso ma lo condividevi con un altr [delete] > NON SO SCRIVERE UN FOTTUTO... [delete] > So che sembra strano che io scriva più di tre righe, ma sto impazzendo. Questa volta in negativo. Spero di essere la persona più infima di questa terra, ma vederti con un altro ragazzo che non so chi sia.. beh.. mi sta tipo spezzando ogni pensiero del cervello...perché ti pensavo diverso, ti pensavo più “esperto” su di me che sugli altri. Sai, non sono una persona che parla con la gente, ma tu... tu hai colpito il centro di una ferita, ma con l’alcol, disinfettandola. Ora brucia, ma è diverso... Ti prego dammi una spiegazi [inviato per errore] > [il messaggio precedente è stato eliminato] > Buonasera, ti disturbo? [sent con tanto di magone in gola] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Non mi disturbi mai, biscottino ❤ Ho letto il messaggio che hai mandato prima(x)" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Ah si? E allora quello? Nemmeno lui ti distur [delete] > Per fortuna, volevo chiederti un consigl [delete] > Ti pensavo, forse😏 > Ti sembro un biscotto? 😂 [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To:Blake 🥀 " A che gioco stai giocando?(x) Io ti penso sempre invece, lo sai 😊 Certo, da mordere 😍" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Davvero? > Non si direbbe [delete] > Mhh 😍 a proposito, ti sono passati i lividi dei miei? [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Davvero Blake, non sono mai stato così serio con qualcuno prima di te. Quasi 😭 devi farmene altri...." Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Non penso di dovertene fare altri, Shoto. [delete] > Chi è quello della foto, santa maledizione? [delete] > E dopo di me? > mh. Sta tranquillo, non essere marchiato è liberatorio.. [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Mi stai chiedendo se staremo insieme per sempre? Io non sono più libero ora, appartengo a qualcuno, quindi devo averli" . Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Lascia stare.. > Capisco allora tolgo il disturbo [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Perché non mi chiedi quello che ti frulla davvero per la testa allora? Visto che non ti fidi di me, allora assicurati di aver ragione prima di allontanarmi" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Perché dovrei chiedere se sei stato più che chiaro? > Non è che non mi fido... > Shoto, dopo di me, come chiama? [delete] > Porca puttana, tu sei l’esperto [delete] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "No invece, perché quando dico che appartengo a qualcuno, parlo di te. Quindi chiedimi ciò che vuoi chiedermi e stavolta non cancellare il messaggio" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Non puoi appartenere a me e farti le foto con altri, Shoto > Mi dispiace, ma reggo poco anche un’amicizia. Non so come si fa a stare con chiunque > Quale messaggio? [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "È mio cugino, gelosone" Blake Edward Hill [Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Tuo cugino? Shoto, davvero, non devi fingere [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Non sto fingendo, scemo.... È mio cugino, si chiama Hyo-jae. Il maggiore di tre e sono come fratelli per me. Io...capirai...quando saprai... Ma non sto fingendo. Lui sa anche di noi" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Dio, che sollievo [delete] > Tuo cugino. Va bene. E che.... ok, scusami. > COSA? > MA CHE SA? > MA IO NON SONO GAY! [delete] > MA PERCHÉ? [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "È che sei il mio gelosone ❤ Gli racconto sempre tutto...non ho segreti per lui.. Figurati se non gli raccontavo la mia prima cotta E comunque sa di noi anche la mia migliore amica" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > È che pensavo mi avessi già dimenticato.. > Cugini no filter, capisco. > Mio fratello se glielo racconto mi prende in giro, non mi ha mai visto interessato negli ultimi anni. Non so se ci crederebbe. > Ti prego, non chiamarmi prima cotta. > Mi sento male [delete] > Io non so descrivere cosa provo e tu già sei alle definizio [delete] > Mh. Troppe persone. [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Dimenticarti? È possibile? Non credo sai... Non ho più voglia di fare sesso con nessuno, nemmeno di andare per bar a flirtare...non sono mai stato così fedele, perché non mi è mai importato. Te l'ho detto, è più di un cugino...capirai,lo prometto Ti metto in imbarazzo? 😂😂 Troppe? Hahaha eppure all'infuori della mia famiglia mi fido solo di Pheli! E poi pensavo andasse bene se dicessi a tutti che sono solo tuo. Allora non lo dico al mio amico poliziotto sexy!" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Si.. > Sarebbe anche la situazione migliore dato che non ho controllo [delete] > E adesso ti importa? > Non mi metti in imbarazzo. È che non sono abituato né a mostrare i sentimenti né a provarli. > Vorrei che lo capissi. > Pheli è la tua migliore amica? > SEXY hai detto. Sexy. Scrivilo di nuovo e lo ammazzo. Così sarà sexy nella tomba. > A meno che non ti innamori dei morti potrei stare tranquillo dopo. 🙃 Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Forse tu riusciresti a dimenticare ciò che c'è fra noi...ma non io. Questi sentimenti sono troppo nuovi e forti, non penso ad altro che a te. Mi importa e come.... Tantissimo Blake. Presto ti racconterò la mia storia e capirai, promesso. Si, è lei! La mia bestie che mi porta sempre tanto cibo spazzatura in obitorio ❤ Me lo fai venire duro quando ti ingelosisci... Lo sai? Cavolo....ti riempirei di baci😇" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Non è facile dimenticare una persona, Shoto. > Provo la stessa cosa, sono un folle. > Hai tempo, non fuggo se non fuggi tu. > Quindi l’obitorio è il nuovo Mc Donalds.. > Perdo i connotati se fai così. Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Allora non dimenticarmi... Ok? Io non fuggo, tu non allontanarmi. Diciamo se mi vuoi, mi trovi lì u.u e io amo mangiare, quindi mi si compra così u.u Tu smettila di essere così djdjdjdjjdjd adorabile 😍💕 ti mangio" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Mh, io sono pericoloso, non dovrei stare con te. > Fatti comprare di meno, allora. > Smettila, va. 🖤 Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 " Non me ne frega niente. Non mi fai paura. Mi piaci, smettila di dire queste stronzate. Mi feriscono(x) Si compra solo la mia momentanea attenzione, perché ora ho un padrone 😇 Un cuore djdjdjdjjfjd😍😘" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Sei un tornado di coraggio, ma sta’ attento. > I padroni potrebbero essere gelosi comunque. > L’unico cuore che uso, perché è del mio colore preferito Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Mi fido di te e sono attentissimo. La gelosia del mio padrone mi eccita sessualmente.... Io con te potrei usarli anche tutti 😊" Blake Edward Hill [Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Va bene > È già sera. Ho reazioni anch’io a quello che scrivi. > Sei smielato a volte😂 Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Bene, perché pensavo proprio di raggiungerti per fare sesso sai? Vero? 😂 È così strano esserlo con altri oltre i miei cugini hahaha Blake Edward Hill [Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Ma.. Shoto condivido la camera con mio fratello. Non mi pare il caso. > Sei estremo😱 > Piano con le parole Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Vuoi venire da me? Vivo da solo. Altrimenti posso andare avanti con i messaggi zozzi tutta la notte...e chissà magari anche qualche foto" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Domani lavoro ed è già l’una. > Io impazzisco. > Finirei per... Lascia stare queste cose. > Sei uno shock Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Potrei venirti a prendere dopo il lavoro se sono libero~ A che ora chiudi di solito? Ti porto in un bel posto a mangiare e poi ti mangio 😊😇💕 Visto che stasera mi tocca fare da solo😭" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Potresti. O altrimenti ti raggiungo io in moto. > 8.00 pm > Mangiare è il tuo verbo preferito?😂 > Ho la camera degli ospiti, in realtà, ma è tardi... Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Oh... La moto.... Sexy.... Bene, domani sono libero a quell'ora🌠 Si, mi dispiace. Se non fosse per il ballo e per il sesso sarei un ciccione. Amo mangiare, amo le ciambelle, amo il kimchi e il bulgogi 😍 ....io ce l'ho duro da quando ho letto il messaggio che hai inviato incompleto e poi cancellato. Mi fai questo effetto da geloso" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > La mia moto. Ma se vuoi ti porto con me. > Bene > Ecco, per la seconda cosa... cerchiamo di farlo solo noi due > Shoto. Mi si fa duro anche a me. SMETTILA DI PROVOCARMI Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Oh.... Mi porti con te sulla tua moto.... Sexy....sei senza pietà...poi dici che sono io.... Scommetto che non hai mai assaggiato la cucina coreana, ti porto al Little Seoul, è il paradiso😍 Ho posti liberi all'obitorio per chiunque osi anche solo pensare di toccarti. Il tuo uccello, così come il resto del tuo corpo e della tua anima...è mio. Ancora non ci sono riuscito? Devo proprio passare alle foto hot" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Senza pietà? Non ti ho mica detto cose assurde! > Mmm.. no, una volta ho assaggiato il sushi però.. Vale lo stesso? > ECCOLO CHE SI INFIAMMAAA😏😏 Vedi che vale lo stesso per me. Solo che io li seppellisco vivi. L’obitorio è per gente per bene. Ci sei riuscito, ma vorrei cercare di contenermi. > TU SEI NON LO SO CHE SEI [delete] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Ma la mia immaginazione vola.... No, ma ti farò scoprire un mondo nuovo u.u Che dire, sono proprio un bravo ragazzo 😇 Perché contenerti? ❤ " L'immagine può contenere: una o più persone Blake Edward Hill [Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Anche la mia. > Vieni qui. > Prima che non mi contenga nella mia solitudine. > E no, sei un ragazzaccio🖤 Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Non ce la faccio più senza il mio padrone... Sono così cattivo che dovresti punirmi appena arrivo u.u ❤ " Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Vieni e basta, senza parlare troppo. > Cattivissimo. > Verrai punito per il resto dei tuoi giorni😏 Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Arrivo! Tieni(lo) duro! 😏" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Sei uno Shock per il mondo > NON RESISTO. > NON PERDERE TEMPO. Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Sporcaccione 💕" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Molto. Ma tu di più 😏 Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Ok ora corro, ce l'ho durissimo... A fra poco" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] > Non ti schiantare però. > Vieni sano e salvo Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "il mio cucciolo dolce💕 Tranquillo" Blake Edward Hill [ Whatsapp message to: Shoto Shock 🌪] >Tranquillo è morto preoccupato Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Hai proprio 72 anni 😂😂" Blake Edward Hill [Whatsapp message to: Shoto Shock🌪] > Io te l’avevo detto e.e Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Blake 🥀 "Allora ti faccio un bel massaggino, aprimi ❤ " Blake Edward Hill * Non rispose neppure al messaggio con il quale Shoto era riuscito a strappargli un sorriso sirnione. Quatto quatto si trovò a fare i gradini di casa per raggiungere la porta principale. Finalmente aprì. * Tu. Shoto Ryuck *appena la porta si apre, Shoto gli rivolge uno dei suoi sorrisi giganti e, trattandosi di Blake, anche dolci. Si butta ad abbracciarlo come se non lo vedesse da un anno e gli riempie le labbra di bacetti a stampo, ridendo sottovoce per non svegliare il resto degli abitanti in quella casa* Sento troppo la tua mancanza, dobbiamo stare più appiccicati forse Blake Edward Hill * Quando aveva pronunciato quel “tu”, Blake aveva tutte le intenzioni di prenderlo e di ammazzarlo di una passione violenta, ma il sorriso di Shoto lo destabilizzò. Fu così che il controllo fu totalmente messo a disposizione del veggente. Ricambiò quei baci, sorridendo di ricambio.* È più bello così. Ci vogliamo di più. Shoto Ryuck *Shoto è decisamente lunatico, riesce a passare da un estremo all'altro in tempo 0. Se poco prima ha detto di volere del sesso violento, eccolo ora che sorride come un bimbo al luna park solamente perché Blake è felice di vederlo. Questo non vuol dire che non sia ancora eccitato e desideroso di copulare, ma è felice di vederlo, di averlo fatto cede e di essere lì con lui che lo asseconda anche negli sbalzi d'umore* Forse tu, io ti voglio sempre tantissimo *infatti rieccolo che cambia. Sempre con quel sorriso gigante infila le mani ricoperte da semplici guanti di pail sotto i suoi vestiti per tastare il suo corpo con desiderio* Ti mangio, biscottino Blake Edward Hill * Gli occhi cerulei di Blake sono fissi su quella figura che cambia, cambia incondizionatamente i suoi modi di fare e questo non fa altro che mandarlo in estasi. È in balia delle onde, ora in balia di quel bambino da luna park, ora in balia di quella pantera sessuale. Ok, si, meglio evitare di riportare tutti i pensieri malsani di Blake. * Non dirlo a me. * Taglia corto mentre sente il ragazzo incominciare a toccarlo. Lo prende dal cravattino e lo tira dentro casa. Non sbatte nemmeno lo palpebre. Con una mano chiude la porta, è già pronto a sbatterlo di spalle a questa e zittirlo. * Non sono fatto di pane, ma farò un tentativo Shoto Ryuck Prendimi se mi vuoi *fa appena in tempo a sussurrare queste parola prima che il maggiore chiuda la porta e ce lo sbatte contro,mentre a Shoto scappa un sospiro di piacere... Quando Blake è così rude lo fa impazzire, perdere il controllo e il senno* Non conta, ti riempirò comunque di morsi...perché sei mio *se lo tira vicino, piegando appena il capo per lasciargli un morso e un succhiotto aggressivo sul collo, dopodiché torna con il viso di fronte al suo e vicinissimo, finché le loro labbra non si sfiorano, ma senza baciarlo ancora, per provocarlo" Blake Edward Hill * Al suon di quel “prendimi”, Blake non ci vede proprio più. L’unica cosa che riesce a percepire è quanto quel dannatissimo veggente gli fa pensare a mille cose diverse al secondo. È rude si, ma perché trattenersi non è proprio nella sua natura, soprattutto dopo aver ricevuto già tutto quel flirt di provocazioni per messaggi. * Anche tu sei mio. * Sussurra, ma subito dopo mugola leggermente per quel succhiotto sul collo. È la prima persona in tutta la sua vita che lo marchia in quel modo, perché nessuno mai l’ha fatto prima. Sta per impazzire, ma il colpo di grazia lo riceve non appena le loro labbra si sfiorano soltanto. Sorride, impaziente. * Stai giocando, luccichio? Shoto Ryuck *Shoto vorrebbe riempirlo non solo di succhiotti e di morsi, ma soprattutto di graffi, ovunque.... Perché Blake è suo adesso. Non sapeva di poter essere così, ma se qualcuno toccasse o si avvicinasse troppo a Blake, darebbe di matto. Sorride anche lui, facendole strusciare appena, per poi avvinghiarsi di più a lui quando lo chiama luccichio. Gli piace, lo riscalda...si sente scongelare da dentro, guarire dall'interno ogni volta che gli dedica quelle attenzioni e dolcezze tipicamente sue e tutte per Shoto* Si, sto giocando...cucciolo. Mi fai mancare il respiro quando mi chiami così, riesci a scioccarmi, non ti senti vendicato? Blake Edward Hill * Si sente corrodere lo stomaco, il cervello, il corpo anche altrove. A quella vicinanza non si abituerà mai, perché Shoto è come uno shock da cui non si riprenderà mai, o forse meglio non vorrebbe mai più riprendersi. Quando si avvinghia a lui e sente come Shoto gli permette quasi di strusciarsi su di lui, Blake sorride malizioso. Deglutisce e lo stringe ancor di più fra lui e la porta con un po’ di violenza* Ti. Sembro. Un. Cucciolo? * Precisa fra i denti, ma in realtà sta scherzando. Vorrebbe apparire solo meno cucciolo e più playboy, una volta tanto. * Io? Io non mi sono ancora vendicato per quello che mi hai fatto per messaggi. Shoto Ryuck *mugola, cercando di non essere troppo rumoroso per non svegliare suo fratello, ma non resiste quando si sente schiacciare contro la porta, il suo corpo che sfrega sul proprio, quella voce sensuale che lo provoca.... Non gli resiste* Hai ragione, sono io il piccolo..... E tu il mio padrone *detto questo, gli passa la punta della lingua sulle sue labbra, come fosse un cane, lentamente, per poi mordergli anche il labbro inferiore. Lo sta provocando ancora, non può farne a meno, ama avere questo controllo e potere su di lui. Poi è disposto a cedergli tutto il resto, anche il cuore* Dovresti... Sono stato cattivo Blake Edward Hill * Quel mugolio nelle orecchie, quel respiro già appena irregolare, lo fa impazzire, non potrebbe mai resistere al suo fascino. * « Mh.. Padrone. » * Ripete, ma viene paralizzato da quel movimento, da quella sua lingua. Chiude gli occhi, si morde il proprio labbro, ma poi decide di prendere la sua lingua fra i propri denti, sorridendo. Lascia lentamente la presa e mima con le labbra sulle sue senza far fuoriuscire la sua voce: * « Sei molto cattivo anche adesso. » * Fa un passo indietro, sradicandosi da lui di mezzo passo e una sua mano va sul corpo di Shoto, a livello della brachetta dei pantaloni. Lo guarda dritto negli occhi* 
Shoto Ryuck *sospira ancora quando gli prende la lingua fra i denti... Se continua così rischia di impazzire, inflia di nuovo le mani sotto la sua maglia per poccargli a schiena e quando si sposta il petto, per poi gemere nel sentire la sua mano su quella che è già un'erezione, in tempi recordi* Devi addestrami padrone, sono indomito da troppo tempo... Non è facile "piegarmi" *gli sorride con la sua solita faccia tosta, mentre continua a tastare il suo corpo nonostante i guanti e si avvicina per baciarlo selvaggiamente dopo avergli tolto la maglia, godendosi il suo corpo*
Blake Edward Hill * Quando Shoto infila le mani sotto la sua maglia, Blake si sente invadere un po’ la privacy. Non è ancora del tutto abituato, ma si sta divertendo, deve ammetterlo. È per questo che trattiene a mala pena un sorriso mentre la sua mano stringe i pantaloni dell’altro e ciò che nascondono* « Devo addestrarti? » * Stringe più forte quando ripete quella domanda, ma i gesti di Shoto lo fulminano e riesce a farsi togliere la maglia senza proteste. Lo prende da un polso con una mano e poi prende l’altro con l’altra, il tutto ovviamente con i guanti, e blocca i loro arti sopra le loro teste, attaccate alla porta* « Chi ti ha dato esattamente il permesso di scoprirmi? » * Sussurra al suo orecchio, sporgendosi dunque alla sua destra* Shoto Ryuck *quando gli blocca le braccia sulla testa Shoto geme spudoratamente, pensando di non poter impazzire più di così... Ma poi gli fa quella domanda* Mh...nessuno... Lo volevo io *sorride, mentre un po' si divincola, ma più per fare scena che per altro...è eccitatissimo. Sporge il viso cercando le labbra di Blake e lo bacia, disobbedendo ancora* Padrone....toccami ti prego Blake Edward Hill * Il gemito di Shoto rende ancor più frenetico il dooddrear che a quella risposta sorride e ribatte* « Risposta sbagliata. » * Lascia il compito di tenere le mani ad una sola delle sue mani mentre l’altra sta andando a giocare con il suo fianco, sotto la maglia. Un bacio. Shoto lo bacia. Blake lascia la presa ovunque, gli afferra il mento e la nuca e lo consuma con le sue labbra* « Sei davvero disobbediente» Shoto Ryuck *ride quando lo rimprovera in quel modo così sexy. Shoto non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in quella situazione un giorno...ma non può farne a meno. Se è Blake a toccarlo, potrebbe farsi fare di tutto o quasi. Il dooddread dice che Shoto l'ha travolto come un tornado...ma non ha idea di come anche lui abbia travolto il veggente. Ricambia il suo bacio con la stessa passione animale, mugolando sulle sue labbra e guardandolo poi con la testa abbandonata contro la porta, affannato e gli occhi pieni di desiderio* Puniscimi padrone.... Ti desidero....non ce la faccio già più Blake Edward Hill * Quando Shoto ride, gli occhi del dooddrear roteano su se stessi. C’è qualcosa in quegli occhi, i quali stanno già facendo scintille, che stanno per fuoriuscire. È l’animalità di Blake. È quel desiderio indomabile che lui ha di quel piccolo luccichio. * « Nessuno ti ha detto di ridere... » * Lo minaccia, sorridendo per poi consumarlo in un bacio assolutamente bestiale. * « Andiamo. » *Dice già ansimante, ma è meglio non spogliarlo lì, dietro la porta o sul divano, d’altra parte c’è il fratello e ci sono i suoi. Lo prende per mano, pronto per raggiungere le scale* Shoto Ryuck *cerca di trattenere i versi, lo giura, ma è davvero difficile per lui quando Blake lo bacia con tutta quella passione, con tutta quella bestialità... Si sente esplodere e mancare il respiro...e la cosa lo eccita più di quanto pensasse. Era iniziata come un gioco la faccenda del padrone...ma stava diventando dannatamente erotica. Sobbalza appena quando gli stringe la mano coperta dal guanto, quei gesti che possono sembrare banali, lo fanno vibrare in un modo completamente diverso quando a compierli è Blake. La stringe forte, seguendolo, e poi le la porta al viso per strusciarci con dolcezza la guancia sopra e sorridergli, cambiando di nuovo in un concentrato di felicità e dolcezza. Gli occhi gli brillano dalla gioia di essere con lui.* Blake Edward Hill * Sa che il ragazzo potrebbe incominciare a non riuscire a trattenersi, ecco perché sorride, lo guarda, lo tocca e poi lo minaccia anche, ma minacciarlo sembra quasi sedurlo* « Mugola di nuovo e ti scopo sulle scale. Sul serio Shoto. » * Sorride per un secondo e poi si tortura il labbro con i denti prima di guardare come la guancia di Shoto si sta strusciando con la propria. Non ce la fa a giocare a quel gioco. Non ce la fa a giocare a nessun gioco* « Io sono soltanto la tua vittima » Shoto Ryuck Cazzo Blake, come ti aspetti che resista? Sa che mi eccito da impazzire quando dici queste cose.... *si morde anche lui il labbro, trattenendosi solamente perché farlo sulle scale vorrebbe dire essere interrotti dal fratello che l'avrebbe irrimediabilmente sentito... E Shoto vuole arrivare fino in fondo decisamente. Non capisce però la sua affermazione successiva, perché Shoto non si accorge di questi cambiamenti che ha,per lui sono logici. Prova dei sentimenti per Blake, per cio vuole sbaciucchiarlo di continuo e stargli appiccicato, però lo eccita da morire, quindi se gli sta appiccicato vuole anche farci sesso, ma alla fine tutto questo lo rende felice, lo riscalda e gli fa luccicare gli occhi perché è Blake* Che ho fatto di provocatorio stavolta? Facevo il buono perché mi portassi di sopra e mi scopassi in santa pace! Blake Edward Hill « No, non lo sapevo, in realtà... » * Prova a mentire mentre con un pollice va a liberargli il labbro che ora Shoto si sta mordendo. Non dovrebbe fare quei movimenti perché il suo pene potrebbe non reggere all’immagine. È pronto ad avviarsi, lo fa, fa qualche passo dopo aver preso Shoto per mano, ma Luccichio non sta un attimo in silenzio. Blake si sforza di resistergli... Sono sulla soglia del primo gradino, quando Shoto pronuncia quello “scopassi”. Lo mette di spalle al muro in un colpo solo. * « Vivi. Respiri. Già il tuo respiro è provocatorio. » * I suoi occhi sono cascati in quelli di Shoto, persi in quel cioccolato d’amore e di luccichii. * « mmh... » Shoto Ryuck Cero, come no, come se non ti avessi poggiato la mie erezione sulla gamba fin ora *lo guarda come se fosse lui a rimproverarlo stavolta e non più il contrario, in quella perenne lotta di ruoli fra loro. Quando poi lo sbatte contro il muro geme, mordendosi ancora il labbro per trattenere la potenza del suono. Cavolo rischia di farlo venire solo così, potrebbe se si toccasse, e non durerebbe nemmeno tanto* Blake....se mi guarderai sempre così e mi desidererai sempre così. E sarai un arrapato cronico come me, sempre... Giuro che passerò il resto dei miei giorni con te *gli sussurra quelle parole sulle labbra, completamente ammaliato da lui, completamente sorpreso dall'essere desiderato in quel modo da lui, ormai per Shoto Blake è l'unico. Lo bacia dolcemente, perché nonostante sia eccitatissimo, lo sposerebbe davvero se è insaziabile a letto come lui... Vuol dire che è la sua anima gemella e non lo lascerà perché gli sta troppo addosso. Non gli darà fastidio* Blake Edward Hill « Come se non avessi sentito la mia... non prendermi per culo. Potresti aumentare le punizioni.. » * Lo guarda dritto negli occhi mentre il suo essere pieno di pensieri punitive su di lui lo rende stranamente inquieto. Non ha mai immaginato cosa si potesse fare con Shoto, ma ora che lo sta facendo immagina di scoppiare fra i pantaloni. La vicinanza, quelle sue labbra che gli parlano sulle proprie... Appoggia il corpo al suo, alla ricerca di consensi, alla ricerca di seduzione sul primo gradino di scale* « Se non li passerai ti spezzo prima le gambe e poi sei libero, ovviamente... » * Ma era ovvio: con la gambe spezzate Shoto non poteva che stare con Blake. Si baciano, ma la dolcezza del veggente fa allontanare il dooddear che si piega per prenderlo in braccio e portarlo più velocemente altrove * « Te lo faccio vedere il l’arrapato » Shoto Ryuck Mi eccita avere più punizioni... *all'inizio Blake non era così audace. Durante la loro prima volta l'ha guidato e istruito su cosa fare... Ma vederlo così, pronto a scoparlo contro un muro o su un gradino...Cavolo crede che potrebbe venire solo a guardare i suoi occhi pieni di lussuria, è uno spettacolo della natura. Struscia l'erezione sulla sua quando lo sente premersi contro il proprio corpo. Il veggente non gli resiste più, è disposto a fare sesso sulle scale e farsi scoprire da chiunque vivesse in quella casa. Semplicemente non resiste più alle attenzioni del maggiore* Non voglio passare il resto dei miei con nessuno se non con te, padrone.... Sono un cucciolo disobbediente, ma sono fedele... *sobbalza quando lo prende in braccio, non se lo aspettava, e si regge forte mentre in un secondo si trova in un altro luogo e non più le scale, ha avuto un assaggio della velocità da dooddread* Fammi vedere quanto sei arrapato, si Blake Edward Hill « Bene. Perché sarà così da ora in poi. Più mi prendi in giro e più ti tormenterò » * Sussurra, ma è il suo istinto che sta parlando perché Blake sta perdendo colpi, minuto dopo minuto. Se durante la loro prima volta non aveva cercato una propria identità sessuale definita tra di loro, ora il Blake di una volta che di tanto in tanto affiora in quell’erotismo sembra renderlo audace, forse anche troppo. Le erezioni si sfiorano, nonostante i pantaloni addosso, i sospiri diventano più innaturali fino a fargli perdere la testa. Non parla più Blake, agisce solo e, quando lo prende in braccio, fugge da quelle scale prima di poter perdere il controllo e scoparlo lì a costo di svegliare tutti. Arriva in un batti baleno al terzo piano della villa in cui vi è una stanza enorme matrimoniale per gli ospiti. La porta è chiusa. Sul ciglio di questa lascia Shoto di spalle al suo legno mentre la sua mano si sta dirigendo verso la maniglia. * « Internet potrebbe avermi acculturato un po’. Quindi attento che ti stupro stavolta..» Shoto Ryuck *geme alle minacce sessuali del maggiore, non potrebbero eccitarlo di più mentre gli morde il collo e lo riempie di succhiotti violacei per marchiare quel corpo suo anche se guariranno subito, non gli importa. Passerà la vita con le labbra incollate su quella pelle se necessario, mentre, una volta premuto contro la porta, struscia la propria erezione sulla gamba del dooddread, bisognoso, mentre lo guarda completamente perso nella lussuria, quasi fosse in calore e non presente a se stesso, ma in realtà lo è. La sua mente è pieno di Blake e vuole esserlo anche in suo corpo* Padrone, ti prego.... Dammi attenzioni. Puniscimi, stuprami.... *lo provoca ancora, chiamandolo più e più volte 'padrone' all'oracchio, con sussirri che sembrano quasi gemiti. Si sta stancando di giocare, vuole le sue mani addosso. Gli accarezza il petto e la schiena, ammirando quei disegni che lo avvolgono e lo rendono un'opera d'arte ancora di più* Sei bellissimo.... Blake Edward Hill * Il sentire gemere alle sue orecchie è proprio come sussurrargli cose poco caste, gli gira la testa dalla voglia di farlo suo, di fargli qualsiasi cosa. Perfino quando si lascia mordere si stringe a lui come se ne volesse di più. Passerebbe le ore a farsi torturare da quelle labbra, dovrebbe ammetterlo a se stesso e dirglielo. Shoto è lì ora, fra la porta della camera degli ospiti e Blake invaghito pesantemente. La mano trova la maniglia, la tira giù e la porta si apre cigolando appena. * « Dio. Non dirmi così. » * Pronuncia mentre sente qualsiasi cosa del suo corpo tendere a lui in tutti i sensi possibili. Deglutisce a quel complimento e lo spinge dentro la camera, chiudendo la porta a chiave in mezzo secondo. * Shoto Ryuck È perché ti voglio...tantissimo *si lascia spingere nella stanza e lo lascia libero solamente il tempo di chiudere la porta, togliendosi il cappotto e la maglia per poi avvinghiarsi nuovamente a lui e baciarlo con passione mentre immerge le mani coperte dai guanti fra i suoi capelli, arruffandoli tutti* Di più Blake...sul serio non lo vedi? Tu sei perfetto... *struscia la punta del naso sulla sua, sorridendogli mentre preme il corpo contro il suo e lo guarda come stesse venerandolo. È assurdo come il dooddread non si renda conto di quanto ogni cosa di lui sua bella, bella nella sua dannazione* Blake Edward Hill « Tantissimo. » * Sussurra mentre cerca di riempire quel vuoto silenzioso creato da Shoto che si toglie autonomamente il cappotto e la maglia. Ciò che scopre è qualcosa di letteralmente divino: se stesso. Le mani con i guanti finiscono sui fianchi, sul suo collo, ovunque, ma in modo delicato anche se... * « Chissà se è perfetto anche questo letto.. » * Gli dice con un pizzico di malizia non appena sente il corpo di Shoto nuovamente su di sé, ma la verità è diversa: Blake si sta già innamorando di come egli lo guarda, di come gli sorride, di come lo fa vivere. * Shoto Ryuck Non li toglierai i guanti? Io non posso toccarti, ma mi piacerebbe sentire le tue mani sulla mia pelle... *ha il respiro pesante mentre lo accarezza e lui lo guarda lascivo. Ormai questo corpo gli appartiene e può toccarlo in ogni angolo, Shoto non desidera altro. Solo...la frizione fra le loro pelli* Lo sarà...tutto lo sarebbe con te. E poi la nostra prima volta è stata nel bagno di un bar *ridacchia avvicinando il viso al suo per baciargli prima la fronte, poi gli occhi e il naso, le tempie e gli zigomi. Le guance, le labbra e infine il mento. Tutto ciò mentre indietreggia e lo conduce con sé al letto, sdragliandocisi sopra e sbottonandosi i pantaloni. Si puntella sui gomiti e con la testa inclinata di lato lo guarda ancora lascivo* Padrone... Vieni da me Blake Edward Hill Tu, io... e i guanti... E' una storia a sei.. che ne sai... * Rotea gli occhi, cercando di evidenziare l'ironia di quella frase mentre un sorriso appare sul suo volto e illumina quelle labbra che ora parlano di eccitazione, ora di dolcezza. Il respiro pesante di Shoto, però, gli fa perdere l'ironia in pochi secondi, trasformandola in pura passione. * Quello era... un allenamento. * Scoppia a ridere e, quando si avvicina e gli bacia varie zone del viso, Blake non fa altro che seguirlo, che viverlo. Shoto non si rende assolutamente conto, ma è davvero dolce. I suoi movimenti lo sono, le sue labbra lo sono, lui lo è. Dio, se avesse avuto l'intelligenza di un dotto, quanta poesia gli avrebbe sussurrato all'orecchio in quel momento. * Ho un nome.. * Sussurra, dolcemente appena arriva ai piedi del letto. In quel momento realizza di non voler essere che suo nella maniera più dolce che esiste. Se dieci secondi fa stava pensando in maniera del tutto selvaggia la cosa, ora vuole che Shoto lo guardi come Blake, Blake e basta. Deglutisce e toglie un guanto, andando a prenderlo dalla nuca. Avvicina, così, le labbra a quelle del ragazzo mentre la fronte va ad appoggiarsi su quella dell'altro. * Sto pensando a cosa dolci, è concesso? Shoto Ryuck Facciamo almeno cinque, ti prego... *ridacchia, cercando di canvicerlo a toglirrne almeno uno, come la prima volta. Non può fare a meno delle sue mani, se potesse scoprire le proprie, lo accarezzerebbe ovunque. Ogni millimetro del suo corpo, della sua pelle...la graffierebbe* Una sorta di prova generale quindi? *continua a ridere ma non con cattiveria, anzi...gli fa vibrare il cuore sentirlo felice, sentirlo ridere. Alla frase successiva, sulla dolcezza, però non è pronto. Arrossisce in un modo che non è assolutamente da lui....come non è da lui la dolcezza in quei momenti...ma è Blake. Si abbandona a lui e porta le proprie labbra a baciargli timidamente la punta del naso* V-va bene... Ma dovrai essere tu a guidarmi stavolta *quasi trema Shoto, perché l'emozione è troppa e troppo nuova. Lo guarda come se non esistesse altro al mondo che lui, che loro due... Ed è così in questo momento. Dipende da lui* Blake Edward Hill Vada per cinque. * Afferma assolutamente deciso e non solo per far contento Shoto, ma anche perché toccarlo sarebbe stato straordinario anche per lui. Parlando chiaramente, Blake conosce solo la sua pelle senza guanto quindi la cosa lo fa letteralmente impazzire. Lancia il guanto, ma non lo sfiora ancora. * Già... * Ridacchia leggermente quando lo vede in quel mondo. Shoto quando sorride illumina il mondo, ma quando ride rischiara l’universo. Quando nota il rossore sulle guance del veggente, spontaneamente si tira indietro i capelli corvini quasi per guardarlo meglio. * Qualsiasi dolore... dimmelo.. *Sussurra dolcemente come se sta parlando con una persona letteralmente vergine, ma si sa che Shoto è un esperto. Forse la scelta di Blake è solo perché in realtà nasconde una grande dolcezza. Sfiora con un dito la sua guancia come se fosse una scultura di cera e poi discosta i capelli di Shoto per arrivare al suo orecchio. * Shoto Ryuck Oddio si...giuro che ti farò togliere anche l'altro prima o poi *accenna anche lui una risata, vuole sentire le sue mani ovunque, vuole che lo tocchi in ogni millimetro del suo corpo, che ne conosca ogni angolo, perfino in suo marchio* Te lo dirò... *lo guarda negli occhi, come sotto incantesimo con le guance rosse di imbarazzo. Si sente lui alle prime armi adesso, perché non ha mai fatto l'amore in vita sua e questo invece sembra proprio esserlo e non sa come si fa. Sospira alle carezze di Blake, socchiudendo gli occhi nel sentire nuovamente la sua pelle su di sé, dopodiché poggia le proprie mani invece coperte sulle sue spalle per tenerlo vicino a sé e guardarlo negli occhi inconsapevole del sentimento che sta provando, ma forte, e lasciandolo libero di muoversi come più gli piace per farsi guidare* Blake Edward Hill « Un giorno, promesso.. » * Sussurra, quasi cercando di evitare di approfondire l’argomento. Quella mano nasconde un piccolo dettaglio inquietante che è meglio evitare di diffondere e che potrebbe rovinare l’atmosfera* « Bravo.. » * Mima con le labbra mentre i suoi occhi sono incollati su quelle guance altrui che diventano sempre più rosse. Gli piace Shoto imbarazzato, deve ammetterlo. Sorride appena, mostrando una dolcezza che neppure lui ricordava di avere. Arrivato all’orecchio con le labbra, non fa altro che leccargli il lobo lentamente. Vuole che sia rilassato, vuole che entrambi lo siano, perché l’ansia li distaccherebbe in quando sentimento negativo. Le mani vanno ovunque, alla ricerca di più contatto. * Shoto Ryuck *sorride a quella sua promessa, mentre si sente attraversare dal sentimento più simile all'amore che abbia mai provato in vita sua e per la prima volta Shoto si lascia andare. Lo guarda con gli occhi quasi socchiusi mentre sospira ad ogni suo bacio e si stringe maggiormente a lui* Blake... *sussurra il suo nome dolcemente, vorrebbe dirgli tante cose. Che è felice, che gli è grato, che si sente amato...ma non riesce a proferire parola quindi lo bacia per comunicargli queste cose. Lo bacia come non ha mai baciato nessuno e si stringe a lui desideroso di diventare un tutt'uno con lui e i loro sentimenti* Blake Edward Hill * Non aveva più toccato in quel modo, non aveva mai più pensato di farlo per il resto dei suoi giorni ed invece è lì, con gli occhi incandescenti d'amore e il cuore sospeso tra la dolcezza e la speranza di una vita futura. Aveva portato quasi all'altare una ragazza, ora non ci sta pensando a quel dettaglio, ma pensa al letto come l'altare più aulico che potessero avere in quel momento. E' tremendamente pazzo, dovrebbe ammetterlo, e andare da un psicoterapeuta, ma invece ha deciso di farsi curare toccando Shoto. Sarà uguale? Questo non possiamo saperlo, ma lui ci spera. Lo stringe a sé come se quella fosse l'unica notte al mondo possibile per stare insieme.* Che c'è? * Sorride, ancora al suo orecchio mentre lo tortura di carezze. Non sa come Shoto fa, ma riesce a trasmettergli la risposta in un bacio che fa accrescere le sue immaginazioni, la sua eccitazione, ogni cosa che aveva già provocato, ma che pian piano sta diventando fuori controllo. Lo vuole amare sul serio, quel suo luccichio. * Shoto Ryuck *è immensamente felice che lui l'abbia capito grazie a quel bacio, non sarebbe riuscito a parlare ed esprimersi a voce in quel momento perché ciò che sente è assolutamente nuovo e caldo...fa aderire i propri corpi, impaziente di sentirlo dentro di sé insieme a tutti quei sentimenti. Intanto la paura che provava prima è del tutto sparita, si sente circondato dall'amore di Blake, dall'anima di Blake epurata da qualsiasi cosa, dalle loro nature, dal loro passato. È come ci fossero solo loro due nell'intero universo e Shoto non può temere qualcosa di così bello. Passa le mani coperte dai guanti fra i suoi capelli, annusandolo ed accarezzandoli, scendendo anche lunga la schiena coccolandolo anche nel frattempo e continuando a baciarlo anche se è senza fiato. Tutte le azioni di Shoto in questo preciso momento stanno chiedendo solo una cosa "amami Blake, ti prego" * Blake Edward Hill * Nuovo e caldo. E' ancora un neofita nei riguardi di questo amore che gli rende l'anima così calda eppure così rinfrescata di un qualcosa che non si sarebbe mai aspettavo. Blake non aveva mai cercato l'amore, l'unica cosa che cercava era una speranza, era il perdono ed invece Shoto sembra rispecchiare tutti quegli elementi che non aveva mai più neppure pensato. Si, sapeva che le loro concezioni di vita, di filosofia, del mondo fossero diverse ed eppure non può farne a meno, o forse meglio non vuole farne a meno. Ha timore, non ha paura, ma ha timore di non riuscire a soddisfare le sue immaginazioni romantiche. Si, nella sua testa sta immaginando che Shoto abbia dei veri e propri sentimenti per lui anche se non lo esprime. Non lo esprimerebbe nemmeno lui, o forse con lui si. Non lo sa. L'universo di Blake non ha mai avuto una luce come quella che emana Shoto e gli piace essere illuminato in quel buio totale dove tacere è come morire ogni minuto di più. Blake ha taciuto per anni, per troppi anni, ma non solo con le parole, anche con il tatto. Le mani di Blake, una con un guanto e l'altro senza, scivolano ovunque ad accarezzare ogni centimetro del suo corpo, vanno perfino dove non si potrebbe andare, ma con una delicatezza assoluta. Sta rispondendo a quelle azioni di Shoto come se la cura e la sua tranquillità fossero le prime cose che gli stanno cuore, del resto poco importa. * Shoto Ryuck *se Blake è ancora un neofita, Shoto è del tutto inesperto riguardo ogni tipo di amore, eppure sente che ad ogni gesto del maggiore esso li avvolge e lo riempie come niente mai al mondo. Avvicina il viso al suo e lo bacia lentamente, dolcemente, alternando sospiri e morsi sulle sue labbra per ogni movimento della sua mano ed incitandolo con piccoli scatti del bacino e con carezze ai suoi glutei, con le mani ricoperte dai guanti ed infilate non solo nei pantaloni, ma anche nelle mutande. Sono tuttavia carezze delicate, lente, ma non per questo meno cariche di quel mix di passione e amore da cui si sente avvolgere* Blake Edward Hill * Le sensazioni che il dooddrear prova sono irrazionali anche se i suoi movimenti appaiono ancora controllati, dolci, coscienti; ma l’amore non è mai stato così da quando il primo uomo sulla terra non si era innamorato. Si sente un nuovo Adamo, un nuovo essere pronto ad amare e tradire l’amore troppo puro di Dio. È questo davvero che vorrebbe? Tradire l’amore di Dio che lo stava aiutando ed imporsi come un nuovo Adamo del tutto cosciente delle sue voglie? Probabilmente la risposta è affermativa, perché non si toglie, non si stacca, anzi geme appena sente le sue mani infilate ovunque e le proprie imitarlo ancora e ancora. Le labbra, quelle stesse labbra che annunciano la venuta del Signore ora avvertono l’esigenza di baciarlo, di ricevere amore e di donare forse un po’ di certezze. *
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thebigbrohill · 4 years ago
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#Ravenfireilconfine #RavenfireEvent
Whatsapp message to: Luccichio💫 [Shoto] > Dove sei finito? > Non si scappa da soli. > SE TI FAI MALE GIURO CHE STAVOLTA MI FACCIO PRETE [delete] [sent] Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Puppy eyes🥀 "Sono a casa...non sono scappato da nessuna parte bae. Tu? Tutto bene?" Blake Edward Hill Whatsapp message to: Luccichio💫 [Shoto] > Si, ho solo sentito troppo caos in questa città > Sono tutti rincoglioniti, ma non voglio avere problemi né voglio che tu li abbia Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Puppy eyes 🥀 "Vuoi venire da me? Così stiamo un po' insieme e ti distrai un po'... Ti faccio i massaggini visto che sei vecchietto Io sono preoccupato per te(x) Sai che ho 9 vite come i gatti? Non avrò problemi" Blake Edward Hill Whatsapp message to: Luccichio💫 > Si, voglio stare decisamente con te. > Mh. Non sei un fantasma. Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Puppy eyes 🥀 "Ti aspetto piccolo. Appunto, non sono morto. Quindi ho davvero nove vite u.u" Blake Edward Hill Whatsapp message to: Luccichio💫 > Arrivo > Non scherzare.. Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Puppy eyes 🥀 "Non scherzo...so cavarmela, non mi accadrà nulla. Mi preoccupo per te. Sbrigati a venire qui" Blake Edward Hill Whatsapp message to: Luccichio💫 > Sto arrivando > Apri
Shoto Ryuck [whatsapp message] To: Puppy eyes 🥀 "È aperto" Blake Edward Hill * Alla lettura di quel messaggio, Blake mette il cavalletto e scende dalla moto per poi raggiungere la porta. E' sempre stato educato quindi non riesce a fare a meno di bussare prima di intrufolarsi dentro. Lo sguardo ceruleo di Blake si assottiglia in attesa che qualcuno vada ad accoglierlo alla porta che ora come ora sta spingendo verso l'interno, aprendola. * Sono qui. Shoto Ryuck *Shoto era spettinato e in tuta, senza guanti quando il maggiore bussa. Prende un paio di guanti freschi di cotone e li infila mentre entra* Piccolo, entra... *una volta messi gli si avvicina e lo abbraccia forte con dolcezza. Niente passione stasera se lui non vuole.... Desidera farlo stare meglio quindi lo coccolerà tutta la notte* Stai bene? Blake Edward Hill * Blake fa un passo soltanto quando l’altro ragazzo usa la sua voce per dargli il permesso di entrare. È così diversa casa sua da quella di Shoto che si sente improvvisamente spaesato, ma non lo dimostra se non irrigidendosi un po’ a livello delle spalle. * Ciao... * Dice tranquillo mentre una frenetica dolcezza al quale ancora deve farsi l’abitudine lo invade. * Si. Sono preoccupato per te. * Una mano di Blake si appoggia sulla guancia di Shoto* Non devi fare cazzate. Non voglio perderti Shoto Ryuck *sinceramente, Shoto non fa caso alle differenze sulle loro case. Blake vive in famiglia, è normale abbia una casa più grande della sua. Shoto vive in un posto che occupi solo lui e che possa permettersi di mantenere da solo perché non vuole pesare su gli zii anche dopo la maggiore età. Non solo l'hanno salvato dagli abusi di suo padre, dovrebbe anche approfittare di loro per sempre? No, non potrebbe mai* Cazzate? Io? Sono l'ultima persona in questa città di cui tu debba preoccuparti in merito. Sono un veggente solitario, senza genitori o un gran cognome alle spalle, e con un potere che controllo a malapena. Non sono nella posizione di poter fare casini. *poggia la guancia sulla mano di Blake per avere più contatto con lui, più coccole, poi porta le proprie mani coperte dai guanti fra le lunghe ciocche di capelli accarezzandole piano, per rilassarlo* È di te che mi preoccupo. Il consiglio già odia i dooddread, ormai lo sanno tutti, aspettano solo una scusa. Resta con me Blake Edward Hill * Blake è sempre un po’ ad un passo verso l’enigmatico. Ha detto qualcosa riguardo le “cazzate”, ma è sicuro di riferirsi a mille cose rispetto al sol fatto di restare protetto e di non farsi venire strane idee. È geloso e protettivo fin dentro le ossa, ma questo è un dettaglio che dal cambiamento in poi cerca sempre di controllare. * Io mi preoccupo solo di poche persone e non penso che tu sia l’ultima. * È quasi come un rimprovero ma la dolcezza dei gesti compensano il tono un po’ più deciso. * Lo so, ma non posso di certo nascondermi di sera, il giorno ho i tattoo.. Shoto Ryuck Giusto io sono la prima, ma vedi, stasera non ho nemmeno i capelli bagnati, quindi non ti devi preoccupare *accenna una risata, ricordando la loro prima volta, come il maggiore si sia preoccupato che si sarebbe ammalato per dei capelli umidi e di quanto Shoto l'avesse trovato adorabile* Potresti nasconderti qui da me la sera. Mi piace davvero tanto averti intorno, poi questa casa è minuscola, ho la scusa per starti appiccicato *gli sorride come un bambino sorpreso a fare una marachella, per poi avvicinarsi a lui e avvolgerlo in un dolce abbraccio* Blake Edward Hill « Se avessi avuto i capelli bagnati questa volta ti avrei massacrato. Non puoi non asciugarteli.. ti ammali. » * Agli occhi di Blake il ragazzo è più umano di qualsiasi altra persona quindi quelle scelte non le capisce proprio. Lui, i capelli se li piastra anche quando ha più tempo del solito. È un gesto che lo aiuta a riflettere. * « Mh.. E’..che.. mi piace come idea, ma non ci dormirei.. Te l’avevo già detto... » * Le spiegazioni vengono date in modo dolce, tranquillo. Blake non vuole troncare nessun progetto di Shoto, ma la paura di rivelargli quella cosa dormendo va troppo oltre le sue aspettative. * Shoto Ryuck Non siamo nel 1600 lo sai? Non mi viene la bronchite se non asciugo bene i capelli una sola volta.... Ma sei così carino quando ti preoccupi per me, non riesco nemmeno a prenderti in giro. Mi fai sentire al caldo *è questo il calore di Blake, quello che viene emanato dalle sue cure, dalla sua premura, dal suo amore. È più caldo di qualsiasi pelle umana e Shoto sente di star cedendo ogni giorno di più ad esso* Oh... Giusto... Io... Posso chiederti perché? *non lo può negare, gli dispiace non dormire insieme. Svegliarsi e trovarselo di fianco nudo, addormentato, con i capelli arruffati e dappertutto è uno spettacolo che Shoto vorrebbe tantissimo vedere. Svegliarlo con mille baci, fare colazione insieme... Sono desideri stupidi i suoi?* Puoi restare sul divano però.... Almeno posso svegliarti io domattina Blake Edward Hill « Non mi interessa del 1600... E poi non sono stupido, se ti becco di nuovo con i capelli bagnati significa che sei abituato a fare così. Non sono carino, sono incavolato perché non voglio che stai male. » * Gli occhi di Blake roteano gelosi, folli, fin troppo sicuri di ciò che le labbra stanno esprimendo al loro posto. Blake non è caldo, è freddo, ma la sua freddezza si scioglie quando intorno a lui c’è Shoto. * No, non puoi chiedermelo.. * È schivo, scappa da questa conversazione e si nota forse fin troppo, ma la sua voce rimane neutrale, non mostra alcuna rabbia o alcun fastidio per la domanda che, in fin dei conti, è giusta. Chiunque vorrebbe dormire con il ragazzo che gli piace, ma lui vuole fare il sordo di proposito. * « Va bene, ma...mi sveglio io, tranquillo.. » Shoto Ryuck Sei carino da incavolato *normalmente non sarebbe così ingenuo da trovare carino che si arrabbi per una sciocchezza simile... Ma si preoccupa per lui e non può farne a meno. Alla fine non ha torto, non vivono a Los Angeles, non morirà di bronchite, ma il raffreddore se lo beccherebbe comunque, non si va in giro con i capelli bagnati. Il fatto che si arrabbi proprio però gli fa pensare che abbia perso qualcuno di importante in precedenza, ricordandogli anche la loro conversazione in obitorio sui fantasmi, quindi gli sorride dolcemente e gli bacia la fronte* Non ti preoccupare Blake, non vado in giro con i capelli bagnati, anzi, mi prendo molto cura di me stesso e del mio corpo, sono un ballerino e un medico *quando evita quella risposta, Shoto non può fare a meno di sentirsi dispiaciuto, quasi respinto. Parlano di amore, di stare insieme, di essere l'uno dell'altro e possessivi....eppure si nascondono ancora così tanti segreti. Si stacca delicatamente da lui, pensieroso e un po' preoccupato. Si vergogna a dirgli qual è il motivo per il quale vuole dormire con lui, si vergogna di dirgli che quando gli sta appiccicato sente che non avrebbe mai incubi perché le sue braccia sono il suo rifugio, non senza che lui sappia da cosa si rifugia. Gli da le spalle e infila una mano nella tasca della felpa inoltrandosi di più nel salotto/unica stanza che compone casa di Shoto* Mi sto innamorando di te Blake...almeno credo. Non mi è mai successo per questo non sono sicuro che si chiami amore quello che provo, ma lo voglio tanto.... Solamente che non possiamo provare ad amarci, fidarci l'uno dell'altro, essere l'uno dell'altro se non iniziamo a lasciare andare qualche segreto. So che ne hai, così come ne ho anche io Blake Edward Hill « Ah si? Non dovrebbe funzionare il contrario? » * Chiede sorridendo, perché d’altra parte il modo di Shoto di rivolgersi a lui lo intenerisce. “Carino” è qualcosa che ha sempre ricordato i bambini e la loro pura felicità che lui, invece, non aveva mai vissuto; dunque lo inteneriva, lo rendeva più dolce, più umano. Il fatto che Blake si arrabbi per lui indica quanto ci tenga a lui e a quanto deve stare bene, perché la salute per gli umani è tutto. Sorride a quel bacio sulla fronte, avendo compreso che, a sua volta, Shoto ha capito.* « Anche i ballerini e i medici devono avere qualcuno che gli ricorda di curarsi, fidati. » * Esordisce per poi precisare la sua decisione sul dormire, ma la reazione di Shoto lo blocca, lo immobilizza e le sue successive parole lo fanno sentire in colpa, in una colpa estrema, enorme. Non lo ferma, non lo gira neppure per guardare i suoi occhi, piuttosto abbassa lo sguardo chiudendo una mano in un pugno e cercando di farsi male da solo, minimamente ovvio. * « Io..È bello ciò che senti, è bello sapere che quei sentimenti che provo siano condivisi, ma... Non sono pronto, ti prometto che ti svelerò tutto, ma diamoci tempo. » * Prende un respiro enorme* « Non ti sto nascondendo un tradimento, o non so cosa. Sto cercando solo di preservarti e preservarmi da mali e critiche » Shoto Ryuck *gli dispiace essersi allontanato da lui, sente già freddo e la sua mancanza ma è giusto così. Come possono amarsi se non conoscono davvero* Credi di essere l'unico ad avere dei brutti segreti fra noi due? Vorrei poter proteggere la tua anima da ogni dolore ma so che se ti raccontassi tutta la verità sul mio conto soffriresti molto e mi lasceresti. *cerca di non farsi infilzare dal dolore che gli provocherebbe ciò solamente ad immaginarselo. È chiaro che, ciò che hanno da dirsi, non siano storie belle o piacevoli, Shoto è pronto a tutto. Ha un dooddread di fronte, ha avuto già una visione su parte del suo passato, è pronto davvero a tutto... Con il lavoro che fa, non si ci può aspettare che non viva aspettandosi sempre che capiti la cosa peggiore* Senti, non dico che dobbiamo raccontarci tutto stasera... Non penso che nessuno di noi due reggerebbe. Ma dobbiamo iniziare da qualcosa di piccolo...se c'è qualcosa di piccolo. Dal male minore...da qualcosa. Perché voglio amarti nel bene e nel male Blake, qualunque cosa ci sia nel tuo passato. E ti chiedo di fare lo stesso con me, di non scappare Blake Edward Hill * Vederlo ancora lontano, quasi sempre più psicologicamente distante gli fa subito comprendere che pensa davvero ciò che sta dicendo, ma non sa a cosa sta rischiando. Blake deve trovare una soluzione immediata, prima di ricorrere ad un mix letale di emozioni che lo riporterebbero alla morfina che porta con sé nella sua borsa. Sospira per un secondo, ma resta immobile lì dov’è, perché gli spazi sono sempre stati un problema per lui. * « Non credo che la mia vita possa essere bella come credi. E non voglio coinvolgerti nel mio passato. Staresti male e non so... non so se riuscirei a sopportarlo. » * Risponde mentre una sua mano tocca la borsa quasi per accertarsi della presenza di quella siringa sempre pronta. Non se la sente, d’altra parte ha già vissuto in parte questo voler amare incondizionatamente spiegando a Johanna tutti i problemi della sua infanzia e l’aiutante è diventata una martire. Non vuole fargli male, nessun tipo di male, soprattutto non vuole renderlo martire. Shoto non può immaginare niente di tutto ciò che ha passato, quello sprazzo che ha visto non era davvero nulla, era solo una versione più seducente di sé ma non cattiva come lo era. * « Girati. E guardami. » * Dice tranquillo, ma dentro di sé ha un emerito cazzo di caos dentro. * « Non puoi amarmi nel male, non nel male di un animale. Uff... Che situazione » Shoto Ryuck Ed è proprio qui che sbagli Blake.... Io non mi aspetto rose e fiori nella tua vita. La mia ha fatto schifo a causa dei miei stupidi poteri, non oso nemmeno immaginare la tua in una città come questa *si gira e lo guarda negli occhi con tutti l'amore che prova per lui. È così dannatamente sincero e non gli interessa aiutarlo a superare il passato perché certe cose non si superano. O meglio, vanno superate da soli, non può essere qualcun altro a salvarti. Lui vuole solo conoscerlo e amarlo sul serio, non solo per provare* Io ho intenzioni serie con te Blake, non ne ho mai avute con nessuno. Tu non sei un animale, smettila di dirlo... Ho conosciuto un animale e non avete niente in comune. Hai un'anima bellissima Blake, che sto iniziando ad amare... Lascia che lo faccia però... Lasciami entrare Blake Edward Hill << Ogni rosa ha le sue spine, ma nessuna rosa come la mia vita è senza petali, Shoto. Li ho persi uno ad uno perdendo anche ogni mio controllo, ognuna di queste mie voragini si è riempita di preghiere incessanti, di voglie rase al suolo, di amori negati, di parole non dette e di libri per perdonare ogni mia azione brutale. Non è quello che voglio, non voglio farti comprendere quanto io possa esser e un mostro, non voglio che nessun altro si faccia male, perché ho paura che accetteresti ciò che sono... ho paura che anche tu perda la vita! Puoi vedermi come un amore, ma devi vedermi anche come un nemico, perché è la mia natura è pericolosa. Se i tuoi sono stupidi poteri, i miei sono pronti a rovinare le vite degli altri. La mia vita ha rovinato me stesso con questi, ma ha rovinato anche molti altri... >> * Deglutisce,ha detto tutto d'un fiato, quel momento è sembrato come uno di quegli attimi tipici in cui perde il controllo, ma è soltanto la paura a parlare, nient'altro. Ma in quella fottuta paura che Blake dice una cosa che nemmeno lui pensava di dover mai pronunciare. Perdere la vita. Da quanto tempo non aveva usato quel verbo così diretto verso le sue persone e verso se stesso? La sua storia ha fatto schifo dall'inizio, da quando aveva cinque anni e aveva dovuto portare sulle spalle suo nonno, ucciso da altri dooddrear davanti ai suoi occhi, gli stessi occhi che ora hanno perso ogni forma di innocenza. Gli occhi cerulei di Blake cascano negli occhi di Shoto, immersi in quell'amore che solo da Shoto sembra percepire in tutto quell'universo, ma la verità è un'altra: Blake è un codardo, vuole semplicemente vivere così la vita, giorno per giorno, ma il passato lo rincorre, lo frena, lo uccide. * << Anch'io ho intenzioni serie, ma non smetterò di pensare ciò che ho sempre pensato su di me. Smettila, tu, per favore. Non posso farti entrare, non... Shoto... sai già tante cose di me.. perché devi affliggerti altre pene? >> * Sospira e senza dire altro si toglie la giacca di pelle e si alza la manica sinistra della maglia di cotone fin sopra al gomito. Prende la borsa, chiudendo gli occhi per un attimo, vorrebbe piangere, vorrebbe Johanna, vorrebbe suo nonno, vorrebbe il conforto di Dio... ma l'unica cosa che ha è quella dannata siringa che ora sta tirando fuori, pronta per essere riempita di morfina. * Shoto Ryuck Anche i miei poteri hanno rovinato la mia vita Blake, devi smettere di idealizzarmi. Io non sono innocente, non sono puro, non sono di cristallo. Non mi rovinerai e soprattutto non mi ucciderai perché sono forte più di quanto tu immagini e sono in grado di badare a me stesso... *lo guarda deciso mentre gli si avvicina lentamente... Non ce la fa a stargli lontano non ci riesce, non in un discorso così* Ti sei convinto di non avere più un'anima ma io la vedo sempre, continuamente o non ti starei vicino. Non posso salvarti, devi farlo da solo...ma posso condividere il carico con te...è già qualcosa Sei stato tu a dirmi che non ne vale la pena se non proviamo ad amarci. Che o la smettiamo o facciamo sul serio. Non devi proteggermi, non è questo che voglio da te. *voleva prenderlo fra le sue braccia, stringerlo e coccolarlo, ma vede la siringa e immediatamente gliela toglie di mano, poggiandola sulla mensola per poi prendergli il viso fra le mani* Non ti serve la droga dannazione, guardami, ascoltami. Sei con me, con il tuo luccichio cazzuto. Stiamo solo parlando, non devi raccontarmi niente adesso, quando sarai pronto ok? Blake Edward Hill « Non ti sto idealizzando, lo stai facendo tu con me. Non voglio avere a che fare con una persona pura. Non mi vedi? Sono sporco fuori, ho mille tatuaggi che richiamano tutte le cose che ho combinato! Con me la logica sporco dentro e sporco fuori è valida.. Guarda. Sono pieno... Allora bada a te stesso sempre, non abbassare mai la guardia. Amami si, ma sappi anche andar via nei momenti bui. Non ti voglio morto. » * Se la domanda è cosa diamine Blake stesse facendo, pensando e dicendo, la risposta sarà sicuramente un grande no. No, perché Blake sta parlando senza mettere in conto il fatto che il ragazzo di fronte a lui non sappia niente di Johanna, del nonno, delle ripicche fanciullesche tutte vendicate. Niente di niente. Quando lo vede avvicinarsi, sospira e la smette di dire tutto quello sciame di cose che di solito la sua silenziosità nasconde. Per quanto sia dolce quel gesto non riesce però ad avvicinarsi lui o a cambiar discorso. * « Il carico me lo porto da solo, piuttosto dovresti curare le piaghe quando questo crolla o di sera quando lo tolgo dalle spalle soltanto per riposarmi. L’unico che potrebbe salvarmi è Dio, questo lo so... Non preoccuparti. Devo proteggerti, perché è questo che io voglio. » * Non urla come chiunque penserebbe che faccia, piuttosto sussurra quelle parole con fare deciso. Non ha mai urlato nella sua vita, non conoscerebbe nemmeno la sua voce se soltanto urlasse, si rifugia piuttosto nelle siringhe, in silenzio. Shoto non glielo permette, gliela toglie dalle mani e adesso Blake si sente venire quasi meno. * « Sei troppo cazzuto in effetti.. » * Sorride, seppur quel sorriso sembra disperato. * « ok, grazie... » Shoto Ryuck Non ti sto idealizzando...sto solo ricordandoti che se fossi davvero il mostro che credi mi avresti ucciso già... Invece siamo qui. Non morirò per mano tua se è questo che temi. Non ti lascerei uccidermi se non riuscissi ad evitarti di perdere il controllo, Blake, non sono così ingenuo. Non ti lascerei uccidere nessuno, al costo di usare il sorbo e star male anche io.... Proteggerei la tua anima perché so che non reggeresti, che probabilmente hai già ucciso ed è per questo che soffri così. Ed è ciò che mi fa vedere il tuo lato umano, il modo in cui soffri per ciò che sei in grado di fare. Vorrei essere come te, così non avresti paura di farmi del male *sospira leggermente triste, ma per lo più convinto e deciso riguardo ciò che gli sta dicendo. Gli accarezza le guance mentre parla, trascinandoselo fra le sua braccia, nonostante l'altezza, per poterlo stingere a sé con dolcezza* "Aiutati che Dio ti aiuta" me lo sono sentito dire tante volte. Per me era una condanna questa frase, forse a te può essere davvero utile. Vuol dire che se non sei tu a fare qualcosa per te stesso, Dio non può aiutarti. Io non penso che lui possa o voglia fare niente e basta, se esiste...ma se tu trovi conforto in lui, non ti giudicherò. Solo non aspettare il miracolo, perché ti dico, per esperienza, che non arriva...m-mai *rabbrividisce ner ricordare quella frase, gli sembra ancora di ricordare il tono fintamente dolce di suo padre che glielo dice prima di infilargli i guanti e poi atterrarlo con un ceffone perché se li era tolti. Forse Blake ha ragione....lo lascerebbe se gli raccontasse il suo passato, perché si paragonerebbe a suo padre, Shoto è così sicuro di ciò* Senti... Forse hai ragione. Non serve che ci raccontiamo di noi. Stiamo insieme, facciamo sesso, ci divertiamo... Lasciamo le cose così prima di complicarci la vita con i sentimenti e il passato Blake Edward Hill « Ah, non mi stai idealizzando.. E se ti uccido fra 10 minuti? E se lo faccio tra trenta secondi? Saresti pronto allo stesso modo? Non devi permetterlo neppure di pensarlo, non devi fare in modo di perdere la testa totalmente. Non parlo dei sentimenti, ma della possibilità di fuga. Abbi sempre una fuga da me. Il sorbo? Beh.. non è un problema, se non te lo riesci a procurare, lo farò io in qualche modo. No, non reggo. Non reggo perché vorrei proteggerti da ogni mio errore, da ogni mia frustrazione.. semplicemente dal mio lato da bestia o forse da me e basta. Non devi arrabbiarti se io... se io voglio proteggerti, per il Santissimo... » * Finisce con il sospirare anche lui, ma è così convinto di dire la verità, anzi la dice senza neppure pensare ai modi, a qualsiasi altro elemento. È una carezza, però, ad addolcirlo, a fargli quasi del bene eppure le parole pronunciate sembrano rivelare il contrario di quel gesto. * « Dio perdona. E io cerco perdono. È aiuto morale, dell’altro... di tutto me la vedo io personalmente. Non aspetto i miracoli, cerco pace, è diverso..» * �� agghiacciante il tono che adesso Blake usa, sembra quasi uscire da un sermone o dall’atto della confessione. Bene qualsiasi pensiero diverso dal suo, ma non accetta i pensieri diversi applicati a lui. * « I sentimenti sono una cosa ed il passato un’altra. Ma lascia stare.. Forse ho sbagliato a credere in qualcosa... V-Vado.. » * Non vuole litigare, ma non vuole nemmeno ricevere pugni nello stomaco come quello. Ora, senza dire niente, riprende la siringa e la chiude in un contenitore sterile, poi la rimette a posto. Gli occhi cerulei non si spostano dal basso. È ferito ed è piombato nel silenzio, l’unico luogo che lo capisce* Shoto Ryuck No, non ti sto idealizzando. So che non vuoi fare del male alle persone, perché è così e non puoi negarlo.... Ma sono consapevole che è possibile, che può succedere e che probabilmente è già successo, non sono un bambino,non lo sono da tanto tempo. Devi fidarti di me, se non ti fidi di me allora è tutto inutile. Pensi che abbia bisogno di te per il sorbo? Credi che mio cugino non sarebbe disposto ad infilarmelo nelle tasche ad ogni occasione? Non sei la prima persona violenta con cui ho a che fare Blake... Solo che tu non vuoi esserlo, lui invece... *si irrigidisce non appena accenna qualcosa riguardo suo padre, il suo passato. Blake non è pronto a sentirlo, ma forse sarebbe meglio parlargliene per fargli capire che non è la bambolina di cristallo innocente che lui vede. Quando nomina la ricerca della pace in dio, si sente quasi ad un passo dallo sprofondare nelle tenebre* Spero che tu ci riesca, almeno tu... Che non ti condanni, perché sei buono nel profondo e devi rendertene conto prima o poi *non si aspettava che si allontanasse così... Che volesse addirittura andarsene, lo guarda scioccato, mentre gli occhi minacciano di piangere ma Shoto lotta contro tutto se stesso per non mostrarsi così debole* Wow.... È così facile per te? Cavolo... Il passato mi ha reso quello che sono adesso, Blake, e lo stesso vale per te. Volevo solo conoscere la persona che sto iniziando ad amare....ma la scelta è tua Blake Blake Edward Hill « Non ho paura di autolesionismo, preghiere, riflessioni, chiusure.. Shoto io non ho paura di niente se tutto ciò è un modo per frenare la mia animalità. Non credo niente, non conosco tuo cugino e penso che sarebbe d’accordo sul fatto che io sia il mostro da imbavagliare, da... » * Si ferma. Sta parlando sulla voce di Shoto come se fosse normale, invece non lo è. Deve ascoltarlo, dunque si zittisce, ma quando lo fa percepisce quel « lui ». Deglutisce, lo guarda negli occhi, alla ricerca di dolore, di ricordi, ma anche alla ricerca di lui, della sua essenza e del punto da curare forse con un bacio che non arriverà mai. Le parole sono come sciabole, le espressioni facciali come perdite. Nel suo cuore luccichio si sta oscurando con quell’atteggiamento. * « E che la condanna mi ha già preso tempo fa. E da i carceri dei sentimenti non si esce mai da soli» * Pronuncia e gli trema la voce, ma gli tremano anche le mani. Sta ascoltando tutto, la sua animalità sa bene cosa sta provando Shoto e vorrebbe cadere in ginocchio o strisciare come un serpente per.... Lasciamo stare, meglio immaginarcelo che dircelo, lettori. * « Appunto. Io non sono il passato, l’hai detto anche tu.. dunque... Volevi conoscere quello che non voglio essere... Si, la scelta mia. » * Fa un passo verso la porta, ma non esiste niente oltre Shoto nella sua fottuta testa. Non può. Non può niente. Niente. Il piede si gira verso di lui, cambiando passo. Lo prende dal mento, con dolcezza, con violenza. Si avvicina pericolosamente a lui e sussurra* « Piangi e impazzisco. » Shoto Ryuck Non hai bisogno della droga e di ferirti. Posso aiutarti io, può.. A-aiutarti la... Fede. Io.. Te lo dissi già... Il problema che ho con la fede è legato al mio passato, ma non vuol dire che con te non possa funzionare. Se ti fa star bene sopporto anche quel ciondolo a crocifisso che hai al collo. *sospira cercando ti tornare ad essere il lucchio che è abituato a vedere Blake ma non ci riesce...non quando pensa a suo padre, non quando ripensa a quella violenza e vederlo andare via lo distrugge pezzo dopo pezzo ad ogni passo. Vorrebbe riuscire a contenere i suoi sentimenti affinché lui non li senta ma non può. Lo guarda negli occhi, sorpreso, quando se lo ritrova così vicino* Tu lasciami e io ti scaravento ogni minimo oggetto di questa casa addosso *si sente il rumore di una chiave che gira e poi un paio di guanti piccoli e logori da bambino arrivano verso di loro. Shoto li prende e toglie un guanto a Blake con la telecinesi poggiando il suo primo paio di guanti sulla sua mano. Vuole che lo senta tutto il dolore e la violenza che impregna quel tessuto* Credi che per me sia semplice? Questo è il mio passato, quello che senti legato a questo oggetto è tutta la mia vita... È quello che ho davvero dentro, quello con cui sono cresciuto. Credi che per me sia semplice innamorarmi di qualcuno che ha il potere di farmi del male e farmi ripiombare nella violenza? No... Non lo è... Eppure sono qui, che credo in te. So che tu non vuoi fare del male alle persone...e questo mi basta. Fidati del mio giudizio come fa mio cugino che conosce la mia storia e vorrebbe proteggermi più di tutti al mondo Blake Edward Hill << Shoto, non mi drogo perché voglio drogarmi. Non ho mai voluto farlo, ma ormai è entrata nella mia indole. Tutto ciò che mi succede a livello di sentimenti mi devasta una parte sensibile dei miei neuroni, come se fossi estremamente suscettibile a tutto ciò che sento. Non è una cosa semplice né da capire né da spiegare... E' dovuto ad un incidente.. qu-quando ero piccolo. >> * Nella prima parte del discorso Blake sembra andare spedito, quasi come un medico che dà la propria diagnosi, ma non appena tocca la sfera emotiva appaiono le prime esitazione, non perché non vuole dirlo, ma perché non l'ha mai raccontato se non a sua madre all'età di 5 anni, sporco di sangue e con il fiatone. Sente il tentativo di Shoto, sente un turbinio di sentimenti negativi entrare in contrasto con un'altra negatività più forte: imposizione. Deglutisce, non può far niente se sente quelle cose, non è al primo livello, dunque può soltanto fingere di non prestare attenzione. Quando si ritrovano ad essere così vicini, il cuore di Blake, nonostante sia sua la decisione, sobbalza. * << Guarda che potrei farlo solo per vedere quanto sei incazzato con me. >> * Pronuncia mentre i suoi occhi sono ancora nei suoi, ma qualcosa come un'onda che lo travolge, che lo annienta, che lo divora, arriva. Sono dei guanti, e solo alla loro presenza la negatività che sente è estremamente estenuante, quasi come l'ultimo sospiro dell'uomo prima di morire. Prende un respiro quando il guanto del dooddrear viene come per magia strappato dalle sue dita e caduto a terra. Ora sul palmo della sua orripilante mano vi è il paio di guantini logori di un bimbo, di Shoto. E' sicuro che siano suoi perché quando ha nominato la parola ''fede'' la radice del suo sentimento sembrava proprio la stessa che è incollata nei guanti. All'improvviso gli viene da vomitare, non si nutre mai così tanto quando ha l'animo tranquillo quindi pur percependo un gusto letalmente divino non ci riesce. La mano gli trema e immediatamente comprende che deve poggiarli sul tavolo o lo farà cadere a terra. Con la stessa mano scoperta lo prende dal polso e lo avvicina a lui. * << Che ti hanno fatto? >> * Quello è un evidente sussurro mentre il tono della sua domanda è del tutto disarmante, quasi come quando sua madre gli ha rivolto la parola quando lo vide ritornare in quel barbaro modo a 5 anni. Vi è solo empatia in quel gesto e forse voglia di non andar più via.* Shoto Ryuck Lo so che non è per sballarti....ma mi preoccupo che possa farti male, tutto qui.. Che incidente? Beh,fortuna che sono un medico e posso farti le iniezioni io se vedo di non riuscire a calmarti *tutto ciò che succede dopo, Shoto lo osserva in un silenzio quasi inquietante. Gli gira la testa nel vedere Blake così sconvolto, con i suoi guanti in mano è una crudeltà...ha così paura di dirgli la verità, lo tratterà ancora di più come se fosse di cristallo* Se te lo dico non devi respingermi o trattarmi ancora di più come fossi di cristallo... Promettilo *sospira, guardandolo negli occhi mentre una lacrima gli scivola lunga la guancia. È da quando ha 12 anni che Shoto non piange per suo padre* Quando ero piccolo non sapevo di essere un veggente, la mamma mi raccontava storie di fate, di spiriti che restano a vegliare sui loro cari, di persone con il potere di vedere il futuro e di grandi bestie feroci che mi avrebbero mangiato il nasino se non avessi finito le verdure. Non poteva ancora dirmi la verità perché mio padre è un umano e non sapeva cosa fosse sua moglie. Non ha mai avuto occasione di farlo. Avevo otto anni quando il cancro me l'ha portata via definitivamente, ed è stato in quel momento che ho avuto la mia prima visione, quando ho sentito la vita abbandonare il suo corpo attraverso la mano che stringevo con le mie. Non ricordo molto, sono collassato sul suo letto, per lo shock secondo i medici, ma non era così. Ogni cosa che toccavo mi faceva vedere delle cose ed all'inizio non era doloroso, era bello, anche se me ne stavo sempre fra le nuvole... E spostavo gli oggetti senza toccarli, era magico. Mio padre però era completamente impazzito dopo aver perso mia madre, non sapeva cosa mi stesse succedendo.... Ma era molto religioso... Lui mi ha messo il mio primo paio di guanti. Quelli che hai visto proprio adesso. "Non toglierli mai, non lasciare che Satana ti usi come suo strumento... Aiutati e Dio ti aiuterà". Usava la religione per correggermi ed io credevo avesse ragione, non sapevo cosa fossi. Non mi faceva vedere i miei zii o i miei cugini. Però la telecinesi soprattutto era difficile da controllare senza allenamento, quindi ben presto mio padre ha iniziato a fare altro in nome di dio... A picchiarmi, per la precisione. A volte richiudermi nello sgabuzzino, a seconda anche di quanto aveva bevuto... A 12 anni i miei zii sono riusciti a far intervenire gli assistenti sociali in modo da potermi adottare per vie legali e far si che nessuno potesse strapparmi alle loro cure. Mi hanno amato come fossi il loro quarto figlio *lo guarda negli occhi all'inizio, ma man mano che prosegue la sua storia, abbastanza lo sguardo, ha paura di cosa può leggervi ed è pronto a trattenerlo nel caso provi ad allontanarsi da lui* Blake Edward Hill * La voce di Shoto che afferma “mi preoccupo” lo colpisce lì, proprio al centro del suo cuore. Quella frase non è come quelle pronunciate dalle altre poche persone che gliel’hanno detto, no, sente un qualcosa simile al comprenderlo nell’animo. Si sta sentendo compreso, l’aveva percepito la prima volta che si erano stretti le mani, o meglio i guanti, ma ora tutto sembra amplificato. L’unico uomo al mondo di cui Blake si vorrebbe letteralmente drogare è proprio Shoto, ma quelle medicine sembrano essere più forti in momenti come questi.* « Ho una dose minima al giorno appena mi sveglio e... quando non riesco a controllare le mie emozioni potrei.. È difficile da spiegare, è un sistema di cura che mi hanno imposto i medici, perché... nessun altra cosa funzionava. Con il tempo ho imparato ad iniettarmi tutto da solo, ma di te posso fidarmi...» * Deglutisce a quella domanda a cui inizialmente non risponde. Poi si decide e gli risponde cercando di raccontare una cosa mai raccontata dall’età di 5 anni. Deglutisce ancora e ancora come se quel gesto potesse aiutarlo. * « Un incidente che mi ha cambiato.... la vita. Avevo cinque anni e... ho trascinato il corpo di mio nonno morto dal posto dell’omicidio a casa. » * Dice il tutto così velocemente quasi per paura di rifletterci o di ascoltarlo dalle sue stesse labbra. Prosegue mentre le sue labbra tremano ed il viso impallidisce solo alla “musicalità” di quelle parole cacofoniche. * « Quello sforzo mi è costato tutto questo... I-Io... Mi dispiace dovertene parlare così.. » * Si scusa dei modi come se quella cosa potesse ferire Shoto, ma il colpo di grazia invece sembra incominciare ad invadere piuttosto il suo cuore che quello del veggente. Quei guanti, quella violenza congelata negli oggetti, in ogni particella dei pensieri di Shoto. Gli gira la testa, ma gli trema anche il cuore. Per la prima volta ha paura di ascoltare qualcuno e non solo di ascoltarsi. Quel preannuncio con quel se lo allarma, allarma ogni piccola vena del suo corpo. Deve anche promet...? No, potrebbe non farcela. La cosa sembra creargli sono suspense e panico. * « Non voglio trattarti male, vorrei farti sentire un diamante più che un cristallo... Mi stai preoccupando però... » * E no, non promette, o meglio cerca di girare la richiesta come se fosse un vero e proprio modo di dire. Quando vede una lacrima scivolare dal viso di Shoto, il suo continua imperterrito ad impallidire mentre un dito coglie quella brina e con un gesto quasi pieno d’amore la stringe in un pugno: il pugno del coraggio. Non fece nient’altro, si mise semplicemente in ascolto. La mente di Blake si apre all’immaginazione: ora vede un bambino senza nasino a causa dei dooddrear (o almeno così immagina), ora vedeva il suo amore cercare di trasmettergli i sentimenti frustranti di un tempo. “È umano”. Dunque è vivo? E dov’è se lui vive da solo? La matassa sembrava essere davvero complicata, ma avrebbe capito. Cancro, morte, madre fragile, morte, visioni, dolore, morte. E’ un mantra quello che avrebbe voluto dire o sta incominciando ad impazzire? Non ferma Shoto come inizialmente vorrebbe fare. Allunga soltanto una mano e accarezza le dita coperte dai guanti mentre i suoi occhi diventano abbastanza lucidi. Poi, il colpo, simile alla ferita causata da un’arma da fuoco, gli trapassò l’anima. Shoto descrisse il padre proprio come Blake vedeva se stesso. Ora si che era la fine. Fa un piccolo passo indietro per reggersi al tavolo, perché gli gira tutto, anche il mondo, figurarsi la testa. * « I-Io.... non mi se.. sento bene. Tu hai sofferto così tanto per una p... persona come me? Non dovresti odiarmi?» * La voce esce come un sussurro, ormai è confermato: sta per svenire da un momento all’altro* Shoto Ryuck *ascolta la sua storia in assoluto silenzio, non perché ne sia orripilato... Ma perché ci tiene che lui gli parli di tutto ciò che desidera, si sta aprendo e fidando di lui, tutto ciò che deve fare ora è ascoltare. Appena finisce Shoto lo guarda si con tristezza, perché non sopporta l'idea che Blake soffra, soprattutto un piccolo Blake con ancora tutta la sua purezza in lui...ma lo guarda anche pieno d'amore, come se stesse per scoppiare... Ed è guidato da questo sentimento che gli si avvicina per accarezzargli il volto e baciarlo teneramente sulla fronte* Se è una prescrizione medica sono più tranquillo, temevo lo facessi di testa tua per questo ero preoccupato. Cerca però di non abusarne se non è estremamente necessario...da assuefazione e te ne servirebbe sempre di più. È per questo che non volevi dormire con me? Per la morfina? Che sciocco sei, come se potessi amarti di meno perché ti inietti della droga così da non fare del male a nessuno.... Non devi dispacerti di niente Blake...non volevo costringerti a parlare, ma devi capire che io ti amo e niente di quello che racconti può cambiare questa cosa, perché conosco la tua anima *gli rivolge un piccolo sorriso colmo di comprensione, perché lui ormai sente di conoscere la sua anima come le sue tasche... Ed è per questo che la sua reazione alla propria storia non lo sorprende per niente. Cerca di contenere le proprie emozioni affinché non si nutri troppo da star male, ma davvero non si sazierebbe mai con Shoto probabilmente... Ora sa anche come mai è così bravo a trattenere le emozioni negative quando sono insieme... È una vita che lo fa anche senza un dooddread al suo fianco. Alza con una calma e lentezza quasi inquietante lo sguardo verso il suo, autorevole come forse non l'ha mai visto* Tu non devi osare paragonarti a mio padre nemmeno per scherzo... Ti è chiaro? Quando ci siamo incontrati a quel bar e mi hai parlato dei tatuaggi, della tua ossessione per le pelli, ho pensato che avrei dovuto scappare da te di corsa... Non ho la sindrome di Stoccolma, se è questo che ti chiedi, non ti permetterei di farmi del male non collegato al bondage proprio per quello che mi è successo. Per questo puoi fidarti della mia capacità di giudizio. Quando mi hai detto che sfogavi questa tuo feticismo con i cadaveri qualcosa è scattato in me. Mi sono posto una semplice domanda "perché un mostro dovrebbe limitarsi ai cadaveri? Perché preoccuparsi di non fare del male ad esseri viventi?" così ho deciso di continuare a conoscerti e la risposta mi è arrivata piuttosto chiara. Tu non sei un mostro Blake, o non soffriresti così, saresti borioso e felice del tuo potere e del male che puoi fare. Come lo era mio padre...glielo faceva venire duro picchiarmi in nome di Dio, per la missione che il Signore gli aveva dato. Tu invece non fai che corroderti nei sensi di colpa e soffrire. Non sei un mostro, accettalo Blake Edward Hill * Ascoltare è l’azione che più contraddistingueva Edward. Non era mai stato bravo con le parole eppure ora come ora si trovava dall’altra parte, dalla parte di chi doveva raccontare qualcosa e non qualsiasi cosa, bensì un Qualcosa che gli aveva cambiato tutta la vita (una delle tante, però ! ). Il silenzio di Shoto non viene visto come un allontanamento, ma come un momento propizio per poter far riflettere entrambe le menti. Ecco perché non fa nulla se non guardarlo, se non aspettare qualche cenno fin quando non arriva: gli occhi tristi del veggente colpiscono visivamente il dooddrear proprio come un abbaglio improvviso; il bacio di protezione sulla fronte invece lo fa deglutire e chiudere gli occhi per un secondo. * « Cercherò di non abusarne.. anche se con te perdo più facilmente i connotati. Ehm.... no. La morfina non c’entra niente... Io.. » * Lo prende dolcemente dal viso e si china su di lui, quasi sulle sue labbra, avvicinandosi a lui direttamente per parlare con la sua anima* « Non prendermi in giro se te lo dico. Non ho mai dormito con nessuno, perché ho timore che gli altri mi prendano in giro su un piccolo particolare d’infanzia... Lo so che non diresti mai nulla, ma mi terrorizza mostrare subito ciò che sono... tutti i particolari.. Ti.. Lascia stare.. » * Sorride, non ha la forza di parlare ancora e gli lascia piuttosto un bacio all’angolo delle labbra. Tutto ciò che avviene dopo è come un doppio trauma che l’anima fragile eppur così mostruosa di Blake subisce, acquisisce quasi come sua. Il dolore che lo circonda sembra entrare nel proprio corpo non solo come nutrimento, ma anche come avvertimento. Shoto va curato o va liberato da quello che Blake è e, nonostante le parole che potrebbe dire, Blake è l’unico ad essere chiamato alla totale lucidità per decidere di andare via quando /forse per Shoto/ potrebbe essere dannoso. Danneggiare il suo amore, la persona che con il proprio potere da luccichio ha risvegliato il suo amore, è l’ultima cosa che vuole. Si prende qualche secondo prima di rispondere ad ogni cosa che Shoto ha cacciato fuori dal sacco con una certa decisione. * « È naturale che io mi paragoni.. Non scaldarti come se io ti avessi detto una bestemmia. Hai subito così tanto... Che penso sia normale che io non voglia farti subire altro.. Perché non sei scappato? Hai sempre avuto il coltello dalla parte del manico, io nemmeno li voglio prendere i coltelli, anzi ce l’hai sempre avuto tu. Io... Mi dispiace essere ciò che sono, vorrei donarti tutta la ”normalità” che meriti.. e che è stata tolta. Bondage.. Dio, Shoto, perché ti va di fare quelle cose nonostante il dolore che percepisco? » * Gli occhi del dooddrear alle parole « perché limitarsi ai cadaveri » si intingono di acqua, di pure lacrime e ne cade una. La vera risposta è Johanna, è l’aver ucciso una persona che amava, ma per questo non è ancora pronto, o forse meglio non lo sono entrambi secondo Blake. * « Non mi vanterei mai dei miei poteri, perché non sono una bella cosa, nuocciono agli altri... e a me stesso. Cos?..Abu...Abusava di te? » * Blake sta per andare verso l’agonia più angosciante. Se davvero il padre di Shoto ha abusato di lui potrebbe svenire sul colpo per il troppo senso di colpa di essere proprio uguale a lui. Non lo guarderà allo stesso modo, lui sarà esattamente come un piccolo ago d’oro da custodire. * « Quindi sei proprio a sostegno di questo mostro umano... » * Sorride per alleggerire l’aria, riferendosi a se stesso solo per farlo stare un po’ meglio. * Shoto Ryuck *lo guarda negli occhi, sentendo il solito effetto, il solito batticuore nell'averlo così vicino. La solita felicità, mente ascolta apprensivo ciò che ha da dirgli* Blake io non sono gli altri, dovresti saperlo ormai. Anche se russassi, avessi 11 dita dei piedi, parlassi nel sonno o ti succhiassi il pollice... Blake io ti amo... Lo accetterei e ti stringerei a me comunque. Se non te la senti ancora, va bene...puoi riposare a letto e io resto sul divano... Però sappi che non devi vergognarti di nulla con me *sospira a quell'ultimo bacio, per poi tornare all'amarezza di quel discorso che riguarda suo padre, è pronto a bloccarlo in ogni modo se tenta di andare via o di lasciarlo...gli ha fatto promettere di non farlo, qualsiasi fosse il suo passato, ma se è convinto di fargli del male non gli importerà di rompere una promessa se è convinto di farlo per salvarlo* È una bestemmia per me Blake, la peggiore. Tu non sei come lui, lui non era nemmeno un veggente, era un umano... E io avrei potuto ucciderlo, con i miei poteri, tante volte...sono solo stato salvato in tempo. All'epoca ero succube, pensavo di meritarlo quindi ero io stesso a prostrarmi per ricevere la punizione...è stato difficile convincermi del contrario ma i miei zii e gli psicologi ce l'hanno fatta...la mia mente ha retto. Gli analisti dicono che per reggere al trauma la mia mente ha creato un modo tutto mio di vedere il mondo, che la gente mi avrebbe forse additato come strano o diverso, ma che era il segno della mia guarigione, quindi il luccichio che vedi in me è questo Blake. Quello che sono adesso è anche grazie al mio passato. E smettila di dire che non sei ciò che merito perché non è così, nessuno mi amerebbe mai come fai tu, nessuno si prenderebbe cura di me perfino per dei banali capelli bagnati, perché non vedi quanto bene mi fai? Da quando sto con te ho fatto progressi che non ho fatto in una vita di sedute psicologiche. Per quanto riguarda il bondage, è una cosa che non sapevo mi piacesse...ma l'idea di possederti mi eccita davvero a livelli inverosimili, non c'entra niente con quel tipo dolore *ecco, quello che temeva sta succedendo, lo fa sentire come se fosse sbagliato, malato... Solo perché finalmente sa cosa vuol dire amare* È proprio questo il punto, tu consideri fare del male qualcosa di brutto e ti punisci per il male che hai fatto, anche se non ne so niente, è così evidente che ti condanni per qualcosa... Lui no. Non abusava di me! Non era il mio corpo a farglielo venire duro, ma il potere che aveva su di me. L'adrenalina per la violenza. La missione donatagli da dio di redempiere quest'anima in cui Satana aveva nascosto il suo seme. Era il fervore religioso, o meglio il fanatismo, credeva di essere il guardiano dell'anticristo o qualcosa del genere. E il caso di dirlo...Dio solo sa cosa gli passasse per la testa, era completamente impazzito e per un certo periodo anche completamente ubriaco... Ma no, non ha mai abusato di me, o repellerei il sesso non credi? Per questo ti ho detto che devi fidarti del mio giudizio, non ci tengo a diventare di nuovo lo sfogo della violenza di qualcuno...se non riesco a calmarti, ti inietterò io stesso la morfina, se nemmeno quello funziona allora userò i miei poteri e anche il sorbo. Non mi farai del male, non te lo lascerei fare... Non te lo perdoneresti e io voglio proteggere la tua anima, sempre *sporge timidamente una mano per prendere la sua, come due amanti che si toccano per la prima volta e hanno paura di essere respinti dall'altro... E, in un certo senso, è la prima volta per loro. Perché ora Blake conosce tutto di Shoto, conosce il suo segreto peggiore, quello che odia di più raccontare. Ora le persone al mondo a conoscerlo, oltre la sua famiglia, sono due. E Shoto vuole toccarlo, vuole tirarlo a sé e abbracciarlo come se fosse l'ultimo giorno prima dell'apocalisse* No....tu sei una persona Blake.... E io amo questa persona. *e finalmente lo fa, si butta fra le sue braccia, poggiando il viso sul suo petto in modo da piangere indisturbato e si spera, non notato, perché ha paura di non rivederlo mai più, che lui sparisca. Per questo lo stringe fortissimo, più forte che può, tanto è un dooddread, probabilmente gli fa solo il solletico, mentre annusa il suo odore* Ti strappo il cuore dal petto e lo mangio se mi lasci.... Blake Edward Hill * La vicinanza di quel piccolo raggio di vita era come se lo schiacciasse tra due scelte, ovvero quella di lasciarlo brillare nel suo cuore e quella di lasciarlo brillare per il mondo, senza aver timore di torcergli un solo capello. Ricevere apprensione è qualcosa a cui in parte è abituato, ma in quel caso le sensazioni che sente sono così profonde che sembra trasformare quell’apprensione da veggente come la prima esperienza vera di questa sensazione. Le parole di Shoto colpiscono il cuore di Blake come le frecce che il Dio Amore avrebbe potuto lanciare. Era quello l’infinito amore di Gesù Cristo? Accettare ogni piccolezza, ogni dettaglio? Blake sta trattenendo il respiro, ma anche i brividi. Shoto non volendo ha nominato il motivo per cui lui vorrebbe evitare di dormirci insieme. Chiude per un attimo gli occhi, stavolta le guance sempre pallide del giovane si dipingono di un certo imbarazzo. Che Dio l’aiuti... Porta la mano davanti gli occhi, cercando di nascondersi e sorride per le troppe emozioni che sta provando ad ogni singola sillaba pronunciata. Ma come si fa a non amarlo? Lascia cadere la mano volontariamente sul suo polso. Per la prima volta sente il bisogno vero di toccare una persona. Shoto è... * « Sho...Ti amo più della mia vita. Io non potrei vivere senza di te.Tu sei l’unico mio prezioso amore. Tu...Quindi mi stringeresti stanotte mentre dormo.. con il dito in bocca? » * È scomparsa ogni cosa, l’unica cosa che è rimasta a Blake sono le sue guance che, per la prima volta in tutta la sua volta, si fanno sempre più rosse. È fuori di sé, i sentimenti che prova lo stanno facendo scoppiare. In questo momento Shoto è visto come un segno di Dio da preservare da ogni male, da amare, da innalzare, da vivere, da rispettare. Lo stomaco è in fiamme, lo ama.. Dio, se lo ama... * « Voglio che tu veda ogni cosa di me... E poi il divano è scomodo, dormi con me. Hai bisogno di tutto la tenerezza dell’universo. » * Sta parlando con il cuore e si sente dalle pause che usa, dal tono che ha deciso di adottare. Quando torna all’amarezza del discorso su suo padre, Blake non può far a meno di sentirsi tanto fragile quanto mostro. Ascolta silenziosamente ogni spiegazione del veggente. Vorrebbe trovare una soluzione per se stesso, una di quelle perpetue per parlano solo d’amore. Sta pensando di dover cercare di adottare la tenerezza che gli aveva riservato Johanna per mesi, ma lei era umana e lui un semplice mostro quasi come il gobbe di Notre Dame de Paris. * « Non penso sia una totale bestemmia, Shoto. Non voglio che i miei errori potrebbero ricadere sulla tua pelle, perché l’Amore, il Dio in cui credo non è un dio punitivo verso gli altri, ma solo verso me stesso. Quindi per favore non permettere di essere succube più di nessuno, nemmeno di me. Sei bellissimo così, così bello e diverso dal resto del mondo. Là fuori la gente non sa nulla, nessun medico è riuscito a curare tutto quello che avevo patito e sono stato costretto a droghe perenni. Quindi non credo molto nella medicina, preferisco il misticismo. » * Un groppo in gola apparve quando Shoto nominò l’amore che sentiva da parte sua anche in gesti banali come i capelli. Spostò lo sguardo per un secondo, non voleva mettersi a piangere come un bambino. * « Sei la vita che ho sempre desiderato. Voglio asciugarti i capelli, ma voglio anche portarti del caffè bruciato a letto la mattina, baciarti la fronte nel sonno... Se io riuscissi a controllare sempre il contatto io ti farei vedere davvero cosa significa amarti davvero... Non mi interessa del bondage, se vuoi farlo, lo farei nonostante ho precedenti poco normali avuti... Plasmami come meglio credi. * Si sta arrendendo piano piano a quell’amore che prova e all’amore che Shoto gli sta semplicemente ricordando in maniera più diretta e forte. Emanò un sospiro di liberazione quando Shoto disse che non era stato abusato. Era palpabile che Blake si era fatto già un altro film drammatico collegato a lui, ma per fortuna venne smentito. * « Capisco... Tuo padre mi somiglia molto, Shoto. Io.. Anch’io mi ubriacavo da perdere qualsiasi connessione con i poteri. Ho fatto così tanto male... Shoto devi promettermi una cosa per assicurare che la tua vita sia salva. Promettimi che se ti attacco tu mi uccidi senza pensarci due volte. Se non dovesse funzionare la morfina... Non perdere tempo, voglio morire tra le tue braccia. Fallo per me, proteggimi in questo modo e sarai l’ultimo che le mie iridi sovrannaturali e non vedranno. » * La sua richiesta sembra quasi una preghiera. È da brividi tutta quella situazione se solo si pensa anche al fatto che lì fuori, fuori da quella casa, vi è il caos. Prende la sua mano e per un solo secondo guarda quell’immagine come gli occhi di chi sta guardando i granelli di sabbia della clessidra andare giù e forse mai più ritornare indietro. Quelle dita che si rincorrono per afferrare le altre coperte da un sottile guanto sono il segno di non volersi dire addio, nonostante tutti quei discorsi sofferti. Entrambi non sono nient’altro che martiri di un amore dalle ali spezzate. * « Non riesco neppure a fare un passo. Sei troppo sacro per andare via e sei altrettanto sacro per sciuparti... » * Risponde mentre i suoi occhi sono lì fissi sui suoi. Shoto si butta fra le sue braccia come se non vi fosse rifugio migliore di Blake. Il dooddrear è in balia di mille onde sentimentali, trattiene le lacrime, ma nonostante lo sforzo, le ciglia corvine si bagnano di rugiada salata. * Shoto Ryuck Tu... *in condizioni normali Shoto avrebbe riso in faccia a chiunque gli avrebbe confidato questa cosa... Ma é Blake, non è una scopata di una notte e gli sta facendo la dichiarazione d'amore più bella a che possa esistere* Allora lo vedi che sei il mio piccolo cucciolo? Ho ragione io. Blake io ti amo, sei l'unico che abbia mai amato e ti amerò finché vivrò e anche dopo. Ti stringerò a me ogni notte e comprerò un ciucciotto così non ti rovini il ditino *ormai lo stringe forte, piangono entrambi perché si amano troppo ma entrambi hanno paura di essere le rovina per l'altro* Se tu morissi, sono pronto a morire con te.... Blake cerca di capire. Per me l'amore non esisteva prima di trovarti...io non amerò mai più nessuno dopo di te. Se tu la mia metà, non esiste altro. Se tu muori, muoio anche io... Non te lo posso promettere, di ucciderti.. Metterti ko, imprigionarti, tramortirti si.... Ma ucciderti no,non esiste *non può esaudire quella richiesta, nom può promettere di ucciderlo, l'unico uomo che ama, preferirebbe che morissero insieme come Romeo e Giulietta* Non sei uguale a mio padre, non ti permette Blake, giuro su dio che ti tiro i mobili addosso. Tu mi ami cazzo, lui no... Tu non mi hai mai picchiato. Tu hai dei poteri che non controlli sempre. Lui era solo un mostro spaventato da ciò che sono. Smettila di dire queste eresie.... E soprattutto non osare trattarmi diversamente dal solito solo per questo. Amami e basta Blake, perché io ti amo e voglio farlo e averti in tutti modi · Rispondi · 28 sett. Blake Edward Hill * La sua anima sta tremando come non mai. L’ultima volta che qualcuno aveva sorpreso Blake con il dito in bocca è un decennio fa e ciò che ne era uscito non era sicuramente un qualcosa di positivo, anzi piuttosto era stato emarginato ancora una volta. Deglutisce, aspettando l’esito di Shoto come un condannato aspetta la decisione del giudice e... arriva, ma non è ciò che pensa. * « Il ditino addirittura.. Santo Cielo.. » * Sussurra mentre una mano sta andando a coprire il proprio volto per la vergogna. Shoto davvero non lo sta prendendo in giro? Non ci crede nemmeno, sverrà in poco tempo, perché non è abituato ad essere accettato così velocemente. * « Shoto ti amo... davvero.. » * Riesce a pronunciare mentre lo stringe a sé, al suo cuore, alla sua dannata anima che si sta già tatuando il nome di Shoto come quello dell’ultimo ed eterno amore. * « Quello vale soltanto per i luccichii.. Luccichi tu, luccico io.. Muoio io, ti salvi tu.. Devi capirlo, devi capire che io posso essere il tuo miglior amante, ma anche il tuo peggior nemico. Esiste... Ti amo e devi comprenderlo... È proprio perché ti amo, è proprio perché per me sei quel raggio di sole che non vedevo più da tantissimo tempo che... che devi capirlo. Sei speciale per me e non voglio che la tua vita vada perduta... » * La vita di Shoto è la cosa a cui Blake tiene di più. Non gliene frega letteralmente nemmeno di sé quanto invece ama Shoto e il suo respiro. Ritornerebbe dopo la sua morte, probabilmente come fantasma, quindi poi sarebbe stato solo un lavoro di memoria. Blake ne è certo: la sua anima, per quanto sia dannata, non avrebbe mai oltrepassato l’altro lato o addirittura salita in cielo. * « Si rovinano i mobili poi... e tu come fai con i mobili rotti? Potrei farlo, potrei fare anche di peggio, anche se non vorrei mai. Non penso di smetterla mai anche se mi zittisco.. Sono un fottutissimo cocciuto e ti tratto come dico io.. se ti serve più dolcezza perché dovrei privartene? Dammi una buona ragione! » * Seppur la sua temperatura rimane glaciale, Blake si sta scaldando, ma quel ti amo lo addolcisce di nuovo, proprio come se fosse sotto un incantesimo. * « Ti amo, Luccichio.. è questo che non capisci certe volte... » Shoto Ryuck Certo, perché sei il mio piccolo *gli sorride con dolcezza, è sollevato all'idea che si succhi il pollice, è qualcosa di innocuo. Se scalciasse, potrebbe fargli inconsapevolmente male e sentirsi in colpa per il resto della sua vita. Invece Shoto non riesce ad immaginare scena diversa da se stesso a letto con lui, che se lo stringe a letto protettivo mentre lui si ciuccia il pollice. Ha ancora più voglia di proteggerlo da ogni cosa, anche e soprattutto dal suo odio per se stesso* Tu dovrai convivere con una persona che non potrà mai toccarti Blake. Anche a letto io porterò sempre i guanti. Normalmente non mi servono in casa, ma se sono in compagnia si. Quindi non sono l'unico a doversi abituarr a qualcosa, non credi? *gli sorride con dolcezza mentre delicatamente gli scosta la mano che copre il viso e poggia le labbra sulle sue, in un modo casto che gli è sempre stato estraneo. Ricorda un po' il loro primo bacio, Shoto temeva di essere respinto perché si stava prendendo una sbandata per un etero, ma ora la situazione è diversa. Vuole solo che senta il suo calore, il suo amore, la sua sincerità* Allora non capisci. Vivi tu, vivo io. Muori tu, muoio io. Per me l'amore non esisteva prima di incontrarti. Per me l'amore sei tu. Tu rappresenti l'amore di questo mondo per te. Io non ti amo. Io ti Blake. Lo capisci? *cerca di farglielo capire in ogni modo, attraverso le sue parole forse sensa senzo. Attraverso i suoi occhi pieni di lacrime perché non ha mai espresso i suoi sentimenti in modo così aperto da farlo sentire così nudo* Mi arrangerò... È questo il punto, potresti fare di peggio, ma non vuoi. Lui ha fatto del suo peggio, ma lo voleva, gli piaceva e se ne compiaceva davanti al Signore... Non siete uguali. E non è la dolcezza che non voglio, ho solo paura che ti allontanerai da me, che avrai paura anche a toccarmi... Che ti sentirai come un successore di mio padre, capitato nella mia vita solo per farmi altro male.... Quando tu invece sei la mia luce, sei un miracolo per me *si immerge con il viso contro il suo petto, ama essere più basso di lui, mentre annusa il suo odore per calmarsi* Ti Blake Blake Edward Hill « Preservami da questo inferno, io cercherò di fare il mio meglio. Non sono uno che sa quello che dice e... tu mi fai tremare dalle emozioni che sento, ma... prometto tutto, mi basta soltanto che tu non mi prenda in giro... il pollice è solo un segno di fragilità, ma nessuno l'ha capito se non mia....mia madre. » * Spiega, cercando di trasmettergli il suo punto di vista, lo sa che è difficile accettare le fragilità altrui, ma lui non può fare a meno di quel gesto di consolazione. ''Io sono il suo piccolo, il suo, Blake.. '', è questo che sta pensando in questo momento mentre la mente sembra diventare sempre più sgombra di tutti quei pensieri che qualche secondo fa lo terrorizzavano. Aver avuto il coraggio, ma anche la possibilità di non essere deriso è qualcosa che Blake apprezza così tanto che non osa dire nient'altro. Si lascia crogiolare, consolare da quel sorriso, da quel sollievo che sembra uscire da tutti i pori della pelle di Shoto. Non avverte paura intorno a sé il che vuol dire che Shoto non sente nulla legato alla malvagità. Quel sorriso non nasconde nient'altro che la purezza del cuore del suo amato. Pensare a ciò fa sorridere anche Blake, ma la vera luce proviene da quegli occhi ghiaccio che si ritrova. Sta sorridendo con gli occhi ed è uno spettacolo della natura, solo perché è una cosa rara che non accade praticamente mai, mai se non con Shoto. L'anima che custodisce all'interno di quel corpo peccaminoso e orrendo si sente scossa, si sente inondata di profondi sentimenti che non aveva mai provato. Shoto non è assolutamente come Johanna, Shoto è qualcosa che gli riempie la mente, i pensieri, ma anche lo stomaco, le pupille degli occhi, le tasche della sua anima. Si, una volta Blake ha letto un articolo dove vi era scritto che la felicità si trovava sul fondo delle nostre tasche e che spesso è difficile percepirla. Egli, invece, le tasche le ha rovesciate e l'ha trovata la sua felicità. Shoto è la sua felicità, è il sogno di un amore che si sta realizzando passo dopo passo, pseudo tocco dopo tocco, lacrima dopo lacrima. * « Non mi spaventano i guanti, Shoto, non avrei assolutamente il coraggio respingerti per una sciocchezza così. Li porto anch'io, alla fine. Mi dispiace solo che tu non sia libero di... toccarmi, ma impareremo... Non ti abbandono, so cosa significa e non lo farò. » * Ovviamente quel ''so cosa significa'' si riferisce a lui stesso che si è abbandonato dopo la morte di Johanna e si è ripreso soltanto dopo con il cattolicesimo. Blake è sempre stata un'anima persa, dunque non ha paura di anime perse anche per altre ragioni. La sua unica paura è fagli male e non amarlo come si merita, perché Shoto si merita tutto l'amore di questo mondo. Le parole di Shoto gli fecero vibrare il cuore e gli fecero ricordare ancora una volta quel ''luccichi tu, luccico io''. Al ti Blake le sopracciglia si mossero quasi alla ricerca di capire di più. * « Respiri tu, respiro io. Amo io, ami tu. Sei la luce della mia vita. Prima di te ero cieco, cieco come San Paolo sulla via di Damasco. Cieco di qualcosa che non conoscevo, tu mi hai illuminato, il cuore, l'anima, tutto. Io senza di te non sono niente. Tu sei il mio tutto, ecco perché non voglio ferirti, non voglio fare nient'altro che amarti e rispettarti per il resto dei miei giorni. No, non capisco. Ripetimelo ancora una volta. » * Blake sta parlando a ruota libera, come se non si rendesse neppure conto di quanto sia bello ciò che sta dicendo. I suoi occhi osservano gli occhi di Shoto bagnarsi e Blake gli prende la mano guantata, l'accarezza come se fosse l'ultima cosa al mondo che potesse toccare. Non è mai stato così dolce. * « Non ti arrangerai... Non esiste, non devi permettere a me di farti del male. Andremo a prendere del Sorbo, permettimi almeno questo. Difenditi, ho solo detto questo... » *L'ultima frase è sussurrata prima di prenderlo e stringerlo tra le braccia. Sorride a quel ti amo così personalizzato. Gli lascia un bacio sulla fronte e sussurra ancora: * « Ti Shoto anch'io.. amore. » Shoto Ryuck Non ti prendo in giro amore mio, lo giuro. Temevo che non volessi dormire con me perché non accetti ciò che sei, per il timore di farmi male in sonno. Un motivo così innocuo, così innocente, non è niente...anzi ti comprerei davvero un bel ciuccio....per rendere questa cosa erotica come solo la mia mente malata riesce a fare *scoppia a ridere, ovviamente scherza sull'ultima parte e si lascia andare allo scherzo perché lui capisca che Shoto lo ama più di ogni altra cosa e questo dettaglio non può mettersi fra loro* Spero di controllare i miei poteri un giorno, così da poter toccare finalmente la tua pelle e accarezzarti i capelli, bramo davvero tanto queste cose *sorride in un modo un po' imbarazzato per aver ammesso cose tanto frivole, insomma lui è così, certe cose non le ha mai avute e vissute ed adesso che ha un grande amore ed è un capellone, vuole fargli anche le trecce, ma desidera stare tutto il giorno con le mani fra i suoi capelli* Va bene, avrò del sorbo, ma poco, non in dosi letali, anche perché potrebbe uccidere anche me. Ti Blake... Tu sei Amore in questo mondo per me. Quindi se dico ti amo o ti Blake vuol dire la stessa cosa. Perché l'amore sei tu. Ti Blake *nasconde il viso rosso per l'imbarazzo nell'incavo del suo collo, ridendo sottovoce per le cose melense che dice* Da adesso è davvero per sempre · Rispondi · 24 sett. Blake Edward Hill * Blake non è lontano neppure dal pensiero espresso da Shoto. In fin dei conti, ora che egli sta pronunciando quelle parole, il giovane sta pensando che di fatti ha proprio ragione. Istintivamente abbassa lo sguardo. * « Non voglio farti neppure male. Pensavo di essere meno nocivo, ma forse hai ragione. Potrei farti del male. » * Sospira ed una mano va ad immergersi nei capelli come per non cercare di vergognarsi di essere così stupido, di preoccuparsi delle cazzate e non delle cose serie. Fortunatamente Shoto sta parlando di un ciuccio e sembra aver trasformato un mostro in un bambino. Accenna un debole eppure malinconico sorriso. * « Non ho mai usato un ciuccio. La plastica non mi piace. » * Blake mentre parla sembra ad un bivio tra il voler chiedere perdono e il voler sorridere tranquillamente. È così difficile essere Dooddrear? * « Lo farai.. Basta che non mi fai i nodi, perché sono atroci. » * Sussurra, ora i suoi occhi sono più limpidi, più sereni. Quando Blake non parla di sé è evidente il cambiamento nel suo comportamento, soprattutto quando cerca di non essere scontroso. * « Promettimelo. » * Chiede, ma è quasi una costrizione. Vuole sentirsi sicuro che si difenderà. * « Sei la mia fine del mondo. Senza di te non sono più nessuno. Sei lo scrigno più prezioso che offre riparo alla mia anima. » * Lo stringe a sé* « Per sempre.. » Shoto Ryuck *gli tira un insignificante schiaffetto sul braccio, più per manifestare il suo dissenzo che per fargli male sul serio* Senti ti lancio una boccetta di sorbo dietro veramente se continui così. Non sei nocivo per me, in nessun modo. Anzi ti coccolerò tutta la notte, ti accarezzerò e ti riempirò di baci mentre ti cullo. Sarà perfetto e se non la smetti di respingermi per paura di farmi del male veramente mi arrabbio *non è ancora arrabbiato, piuttosto gli parla con tono di voce deciso. Perché lo ama e non vuole più che pronunci la parola "nocivo" vicino a qualunque cosa riguardo loro due* Ovvio che non li annodo. Sai quanto li amo... Sono letteralmente pazzo per i tuoi capelli. Voglio fare le trecce, lavarli, spazzolarli, giocarci *e mentre ne parla ci passa le mani coperte dai guanti, accarezzandoli e avvolgendosene una ciocca attorno al dito* Promesso. Sei il mio tesoro più prezioso Blake. Avrò cura di te. Non voglio amare se non sei tu il mio amore. Per sempre *ricambia la stretta, accucciandosi proprio contro il suo petto, essendo il maggiore un gigante, ed incastrando il proprio viso nell'incavo del suo collo che riempie di dolci baci* Blake Edward Hill * Quando Shoto gli tira uno schiaffetto sul braccio con aria di dissenso, Blake non riesce a non guardarlo, a non cercare disperatamente un modo per evitare che quei pensieri l’affliggano. In realtà, ha bisogno anche di quegli schiaffetti, ma forse anche di uno schiaffo più pesante, sul viso, a monito che lui è un mostro e deve ricordarselo. Peccato che questa seconda scena in quel momento non si stia verificando. * « Non lanciare boccette preziose.. » * Conclude così quel momento quasi melodrammatico prima di sognare letteralmente come si può dormire fra le braccia di qualcuno. * « Cullami se ne hai voglia, gettami il sorbo come si gettano le ciabatte.. Fai quello che vuoi, Shoto Ryuck.. » * Il modo in cui Shoto gli ha parlato, e sta facendo ogni minuto di più, rende i pensieri negativi di Blake meno forti, più straordinariamente lascivi. È l’amore che il veggente trasmette che trasforma la Bestia in un quasi principe, o meglio tatuatore infernale. Gli occhi del dooddrear non si spostano dalla figura di Shoto e quasi provano eccitamento a notare tutta quella decisione. * « Va bene, curati anche di loro, allora... Le trecce? Shoto... penso che ti divertiresti più a piastrarli.. » * Stanno parlando davvero di capelli. Loro due, un veggente ed un dooddrear, proprio i due antipodi di quella città parlano di capelli e di tenerezza . * « Sei adorabile, ma non farti adorare in prima persona da nessuno, voglio avere questo privilegio.. per sempre.. Voglio svegliarmi di notte, accarezzare le tue rughe, toccare poi il bastone appoggiato al comodino e sussurrarti : “ vado in bagno, se non torno è perché sono caduto”. » * Sussurra e continua a stringerlo come fa la pelle con l’inchiostro . * Shoto Ryuck *non crede possa esistere al mondo sensazione più bella di quella che prova fra le braccia di Blake. Non gli importa che lui sia la Bestia o il principe o un tatuatore infernale, lo ama dal profondo della sua anima marchiata dal suo passato. Lui che non è mai stato in grado di abituarsi all'amore dei suoi familiari dopo aver dimenticato quello dei suoi genitori, è lì e si ci sente nuovamente immerso* Sai credo che mia madre ti abbia mandato da me. Se esiste Dio, se esiste il paradiso.....mia madre è lì e ti ha mandato da me perché mi ricordassi di nuovo cos'è l'amore incondizionato e sconfinato *quasi sussurra questa frase nell'incavo del suo collo, come se non fosse di una potenza straordinaria per entrambi, per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare ai mille brividi nell'immaginare loro due vecchi... Insieme... Un sogno* Solo tu puoi adorarmi Blake, solo tu puoi tutto con me. A patto che invecchierai con me... Io voglio che chiudiamo i nostri occhi insieme quando saremo vecchi.
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purpleavenuecupcake · 4 years ago
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Andrea, Il Nonno e la tecnologia digitale
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(di Vito Coviello, socio AIDR, Responsabile Osservatorio tecnologie digitali nel settore dei trasporti e della logistica) “ ... Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina...” È con questa frase, attribuita a Sant’Agostino, che il nonno inizia il suo viaggio in auto con il suo nipotino. Nonno e nipote si spostano dalla città metropolitana di Torino per raggiungere il mare della Liguria. Inizia una nuova pagina della loro vita e nel corso del viaggio si confronteranno sull’uso della tecnologia digitale. Andrea ha 15 anni, l’uso della tecnologia digitale non ha per lui segreti: è sempre connesso con il suo smartphone. Il nonno ha 72 anni, si sente ancora molto attivo anche nell’ambito del digitale: è connesso con il suo smartphone. Non sempre, ma abbastanza. Due Generazioni a confronto, un linguaggio lievemente diverso, stessa passione per il web e i social. Ne nasce un confronto serrato su vocaboli e tecnologie che li porta a discutere nel corso del viaggio su tutto, spesso con pareri molto discordanti.   Nonno - Rivoluzione digitale. Io tramite le App leggo i quotidiani consulto il meteo, condivido con WhatsApp tutto con i miei gruppi di amici. Grazie a queste   app sono sempre aggiornato su quanto accade nel mondo. Perché insisti nel dire che sono ancora analogico??? Nonno, per me rivoluzione digitale sono le app, ma tutte quelle che mi fanno sentire in connessione con gli altri … social, giochi. #Aidr #andrea #eradigitale #nonno #tencologiadigitale #vitocoviello Read the full article
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facebookitalia · 5 years ago
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Guida alle alternative etiche di Facebook: Come (e perché) evitare Facebook
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Alternativa a facebook
La missione professata di Facebook (che si trova sulla pagina delle relazioni con gli investitori) è “dare alle persone il potere di costruire comunità e avvicinare il mondo”.
Ma un gran numero di recenti rivelazioni sull’azienda — tra cui il suo ruolo nell’influenzare le elezioni, traumatizzare i suoi moderatori di contenuti e persino il suo coinvolgimento nella pulizia etnica — rivelano la banalità degli obiettivi autoproclamati dell’azienda.
E’ chiarissimo che Facebook come entità si preoccupa solo di accumulare sempre più dati, inghiottire qualsiasi concorrente in erba, e consolidare il suo dominio globale del mondo online — rendendo sempre più difficile per il cittadino medio di internet evitarlo, anche se non ha un account Facebook.
Ho rinunciato personalmente a Facebook anni fa, dopo aver letto degli effetti che può avere sulla tua psiche. Non posso fingere che non abbia avuto un costo — ora è molto più difficile stare al passo con amici e parenti lontani, ed è un peccato sentire le loro notizie molto più tardi di tutti gli altri. Ma nel grande schema delle cose, è stato un piccolo prezzo da pagare per salvaguardare le mie informazioni personali — e la mia salute mentale.
Se sei anche tu tentato di rimuovere Facebook dalla tua vita, leggi tutto quello che devi sapere — dalla cancellazione del tuo profilo Facebook per evitare che ti rintracci sul web alle alternative etiche di Facebook che puoi usare al suo posto.
Facebook: Una breve storia
“The facebook” è stato fondato da Mark Zuckerberg, 19 anni, studente di psicologia di Harvard, nel 2004 (dopo aver precedentemente creato Facemash — un sito per valutare l’attrattiva dei compagni di studio). È stato un successo immediato: 1.200 studenti si sono iscritti entro le prime 24 ore e, nel giro di un mese, sono stati raggiunti dalla metà di tutti gli studenti universitari di Harvard. Zuckerberg ha notoriamente chiamato questi primi utenti “idioti” per la fiducia in lui.
Facebook ha ora 2,4 miliardi di utenti attivi al mese (più persone di quanti sono i seguaci del cristianesimo), ed è il terzo sito più visitato al mondo anche se sta perdendo milioni di utenti negli Stati Uniti e in Europa, il colosso continua a diffondersi nel resto del mondo.
E stato a lungo parte della strategia di Facebook acquisire qualsiasi potenziale sfidante (come WhatsApp, Oculus e Instagram) per garantire il suo continuo dominio del web. E finora ha funzionato perfettamente — dove sono i giovani utenti americani di Facebook che stanno uscendo? Su Instagram.
4 motivi per evitare Facebook
1. Preoccupazioni in materia di privacy
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E’ stato difficile evitare le notizie dello scandalo Cambridge Analytica — in cui la società di consulenza ha raccolto in segreto i dati del profilo Facebook di milioni di persone per una pubblicità politica mirata. Ma è importante sapere che non si tratta di un incidente isolato — il disprezzo di Facebook per la privacy degli utenti si è manifestato in molti altri modi.
In un altro grave incidente dello scorso anno, Facebook si è scontrato con Apple in seguito alla notizia che i primi utenti paganti (alcuni di soli 13 anni) per installare una VPN “Facebook Research” sui dispositivi iOS — che dava a Facebook l’accesso a tutto ciò che il loro telefono inviava o riceveva via internet.
Non c’è limite all’intimità con cui Facebook è disposto ad andare — l’anno scorso, è stato rivelato che erano stati in trattative segrete con gli ospedali per accedere ai dati dei pazienti, e il Wall Street Journal ha riferito che almeno 11 applicazioni sanitarie popolari (come i fertility tracker) stavano condividendo informazioni personali estremamente sensibili con Facebook.
Con un atteggiamento così dismissivo per la privacy degli utenti, non sorprende che Facebook abbia subito molteplici violazioni dei dati, con uno dei più recenti che ha visto un totale di 540 milioni di dati potenzialmente esposti: dai gusti alle reazioni ai commenti e agli account IDs sono trapelati da server insicuri.
2. Salute mentale
Il legame tra l’ampio uso dei social media e le questioni psicologiche è ormai ben documentato. Uno studio del 2013 sul “percorso tra l’interazione di Facebook e il disagio psicologico” ha scoperto che “l’interazione frequente su Facebook è associata a un maggiore disagio direttamente e indirettamente attraverso un percorso in due fasi che aumenta il sovraccarico di comunicazione e riduce l’autostima”.
E non solo da parte degli utenti che assorbono passivamente ciò che vedono nei loro feed — Facebook ha manipolato attivamente gli utenti nel corso degli anni, dai test segreti per determinare i livelli di dipendenza degli utenti dal loro sito web, all’utilizzo dei newsfeed per influenzare lo stato emotivo degli utenti attraverso il “contagio emotivo”.
Ma forse il peggior trasgressore in materia di salute mentale è forse Instagram di proprietà di Facebook. Un sondaggio condotto dalla Royal Society of Public Health ha classificato la piattaforma di social media più dannosa, trovandola associata ad alti livelli di ansia, depressione, bullismo.
A prima vista, Instagram può sembrare molto amichevole ma lo scorrimento infinito non porta a un impatto positivo sulla salute mentale e sul benessere. Inoltre, non hai davvero il controllo su ciò che stai vedendo. E molto spesso si vedono immagini che pretendono di mostrare la realtà, ma non lo sono. Questo è particolarmente dannoso per i giovani uomini e donne.
3. Diffusione di disinformazione e frasi di odio
La diffusione della disinformazione su Facebook spazia da quella relativamente sciocca (come la crescita della teoria della cospirazione) a quella decisamente pericolosa.
Facebook ha tentato di reprimere in qualche misura questo problema — ma solo il mese scorso il gruppo Avaaz ha scoperto una rete di account di estrema destra che ha diffuso notizie false e discorsi di odio in tutta Europa. Le pagine che Facebook è riuscito ad abbattere in seguito alle rivelazioni hanno avuto 500 milioni di visualizzazioni in totale — più del numero di elettori nell’UE. Infatti, nei primi tre mesi del 2019, Facebook ha rimosso dai suoi server circa 2 miliardi di account falsi, che sono quasi quanti sono tutti gli account legittimi sulla piattaforma.
E solo pochi giorni fa, Facebook si rifiutava di rimuovere un video della speaker statunitense Nancy Pelosi montato per farla apparire ubriaca, che veniva diffuso dai sostenitori di Trump. I commenti in alto sul video mostrano che molti spettatori lo stavano prendendo sul serio, nonostante le notizie sulla sua inautenticità:
Se la disinformazione è dilagante negli Stati Uniti e in Europa, la situazione è ancora peggiore nel resto del mondo. In Myanmar, dove 20 milioni di persone su 53 milioni di abitanti sono utenti di Facebook, la diffusione delle. frasi di odio ha avuto conseguenze catastrofiche.
Nel 2017, Facebook non è riuscito a intervenire quando la piattaforma è stata usata dagli estremisti buddisti per alimentare l’odio della minoranza rohingya. Solo nell’agosto del 2018 — dopo che 25.000 rohingya erano stati uccisi e 700.000 erano fuggiti — Facebook ha bloccato alcuni degli istigatori della violenza sulla piattaforma.
4. Sfruttamento dei lavoratori
I lavoratori della sede centrale di Facebook su Hacker Way nella Silicon Valley sono notoriamente coccolati, con vantaggi che includono una sala giochi, pasti gratuiti e cure dentistiche in loco. Ma per l’esercito dei 15.000 moderatori di contenuti è una storia completamente diversa.
Un recente scoop di “the Verge” ha portato alla luce gli orrori di questo lavoro. I moderatori sono tenuti a rivedere fino a 400 messaggi ogni giorno, con le peggiori caratteristiche che l’umanità possa offrire — razzismo, bestialità e omicidio.
Si potrebbe pensare che le condizioni di lavoro dovrebbero compensare questo disagio, ma non è così. Il tempo degli appaltatori è rigorosamente controllato, con pause bagno monitorate, 9 minuti di “wellness time” al giorno per allontanarsi dagli schermi e penalità severe se il loro “punteggio di precisione” di moderazione scende sotto i 95/100.
Non è una sorpresa, quindi, che molti moderatori si sono rivolti al sesso e alla droga per affrontare il loro lavoro — i dipendenti usano regolarmente la marijuana sul lavoro, e sono stati sorpresi a fare sesso nel bagno, nelle scale, nel parcheggio e persino in una stanza riservata alle madri che allattano. Molti continuano a sviluppare i sintomi del Disturbo da stress post-traumatico.
I moderatori di contenuti sopportano tutto questo per 28.800 dollari all’anno — lo stipendio medio di un dipendente diretto di Facebook è di 240.000 dollari.
Chiudere il tuo account Facebook
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eliminare facebook
Se quanto scritto sopra ti ha dato qualche motivazione per boicottare Facebook allora il primo passo è quello di chiudere il tuo account principale.
Prevedibilmente Facebook cerca di rendere il più difficile possibile cancellare il tuo account. Quando richiedi la cancellazione permanente dell’account entra in vigore un periodo di disattivazione di due settimane — se accedi al tuo account in qualsiasi momento in questo lasso di tempo, la tua richiesta di cancellazione verrà ritirata. Durante questo periodo, è necessario evitare di utilizzare il login Facebook su siti esterni come Airbnb e Spotify.
Se vuoi, puoi anche scaricare tutti i tuoi dati di Facebook — incluse foto, chat e post — prima di chiudere il tuo account.
Il movimento “Delete Facebook” riconosce che Facebook è talmente inserito nel tessuto della nostra società, che potrebbe essere davvero confuso e offensivo per amici e familiari vedervi andar via. Incoraggiano gli utenti che lasciano Facebook a pubblicare un “epitaffio”, per far sapere ai tuoi amici cosa stai facendo e forse incoraggiarli a fare lo stesso:
“Sto cancellando il mio account Facebook pe passare a Mastodon.
Posso essere contattato su mastodon.uno all’indirizzo: @[email protected]
Per favore, cancella qualsiasi cosa nel tuo account Facebook che mi riguardi. Questo include le conversazioni che abbiamo avuto e le foto di me.
Vi prego di rispettare la mia privacy ed evitare di pubblicare in futuro qualsiasi cosa che mi identifichi personalmente.
Grazie”.
Come impedire che Facebook ti segua in giro per il web
Una volta che il tuo account è stato cancellato, Facebook dichiara che ci vogliono 90 giorni per rimuovere tutti i tuoi dati. Ma se questo sia del tutto vero è a dir poco discutibile.
E una volta che il tuo account è scomparso, Facebook può ancora tracciare l’utente sul web: ad esempio installando i cookie sul tuo browser quando visiti siti che includono i pulsanti “mi piace” e “condividi” di Facebook. Essi affermano di utilizzare questi dati per creare report analitici sul traffico verso i siti.
Ma è possibile proteggersi dal monitoraggio di Facebook, in una certa misura:
Passare a un browser incentrato sulla privacy come Brave o Tor Se non avete voglia di cambiare browser, potete usare un blocco di monitoraggio come Ghostery o Privacy Badger.
Come impedire a Facebook di seguirti nelle applicazioni
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facebook app
Il gruppo britannico di difesa della privacy “Privacy International” ha rivelato l’anno scorso che alcune delle applicazioni più popolari nel Google Play Store inviano automaticamente i dati personali degli utenti a Facebook nel momento in cui vengono lanciate. Mentre da iOS 13 questo problema non esiste più per i dispositivi iOS.
A partire da marzo 2019, queste app sono state incluse:
Yelp Duolingo Indeed È molto difficile impedire a Facebook di seguirti attraverso applicazioni di terze parti, ma Privacy International consiglia:
Reimpostate regolarmente il vostro ID pubblicitario
Questo non vi impedirà di essere profilati, ma può limitare i dettagli che sono noti su di voi. Gli utenti Android dovrebbero andare in Impostazioni > Google > Annunci > Reset Advertising ID
Limitare la personalizzazione degli annunci
È possibile farlo optando per l’esclusione della personalizzazione dell’annuncio. Per gli utenti Android: Impostazioni > Google > Annunci > Opt Out della pubblicità personalizzata
Rivedere regolarmente i permessi che hai dato alle applicazioni
Limita le informazioni che dai loro solo alle cose strettamente necessarie. Android: Impostazioni > Applicazioni > (selezionare l’applicazione pertinente) > Autorizzazioni
Altre opzioni includono l’installazione di applicazioni che controllano come le altre applicazioni del telefono interagiscono con la rete e l’una con l’altra, come Shelter. In questo modo è possibile separare le applicazioni in profili diversi su Android, il che significa che ID pubblicitari diversi possono essere utilizzati per applicazioni diverse.
I firewall basati sul telefono, come AFWall+ o NetGuard possono anche limitare la connessione del telefono a Facebook.
Alternative etiche a Facebook
Se hai fatto i passi precedenti e senti la perdita di Facebook nella tua vita, ci sono un sacco di brillanti alternative a Facebook che rispettano la tua privacy!
Mastodon ha ora più di 4 milioni di utenti, il che lo rende il social network alternativo più di successo . È open source, decentralizzato cioè distribuito su vari siti/istanze di proprietà della comunità ed è senza pubblicità. Friendica è più in stile Facebook di Mastodon, e non ha alcuna autorità centrale o proprietà. Steemit cerca di rendere più equilibrato il rapporto piattaforma-utente, pagando effettivamente gli utenti per la pubblicazione di contenuti interessanti con la criptovaluta STEEM. MeWe Il sito web ha una serie di caratteristiche simili a quelle del sito che sperano di sostituire, con alcune differenze chiave. Vedrete solo quello che i vostri amici postano, che è più in linea con le vecchie versioni di Facebook. La natura chiusa del loro servizio ha causato però alcune preoccupazioni, soprattutto se collegato a questioni come ai temi anti-vaccinazione. Il problema è che i feed di notizie chiusi potrebbero causare un intrappolamento in una bolla. E’ anche visto come un rifugio per i teorici della cospirazione, molti dei quali sono stati espulsi da Facebook a metà del 2019. Okuna è “un social network etico per un domani più luminoso”. E costruito con software open-source, e sono trasparenti sui loro valori. La beta è stata rilasciata nel 2019 dopo che una campagna di successo di Kickstarter ha raccolto 56.506 euro, quasi raddoppiando l’importo originale richiesto. Noti precedentemente come Openbook, hanno dovuto cambiare nome durante la fase di sviluppo a seguito di un reclamo da parte di Facebook per la somiglianza con il loro marchio.
Spetta a te
Mentre Facebook continua a infilare i suoi viticci in ogni angolo di internet potrebbe sembrare “too big to fail”. Ma ricordate cosa ci ha insegnato il crollo di MySpace, gli effetti di rete sono potenti, e se sempre più persone iniziano a lasciare Facebook, l’effetto valanga sarà difficile da fermare.
Quindi, se non siete soddisfatti delle pratiche commerciali poco etiche di Facebook, fate i primi passi per cancellare il vostro profilo oggi stesso e cercate di portare con voi qualche amico.
Per gli sviluppatori
Se sei uno sviluppatore, ci sono alcuni passi extra che puoi fare per agire contro Facebook:
Rimuovi i tracker o i widget di Facebook dal tuo sito . Riconsiderare se la vostra applicazione ha bisogno del Facebook Software Development Kit — se lo fa, utilizzare i suoi componenti con parsimonia e trasparenza. Non permettere a Facebook di connettersi come opzione di accesso sul tuo sito Riducete la vostra dipendenza dalla tecnologia sviluppata su Facebook come React .
from https://medium.com/@facebookitalia/guida-alle-alternative-etiche-di-facebook-come-e-perch%C3%A9-evitare-facebook-9d40cd436dd9?source=rss-8b932db0b748------2 via Facebook Italia
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giancarlonicoli · 5 years ago
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17 OTT 2019 09:21
GIOVENTU' BRUCIATA E DA BRUCIARE – “GLI EBREI SONO COMBUSTIBILE”; “LA MIA PROF LA STUPREREI”, “E POI DICONO CHE I PRETI NON DEVONO VIOLENTARE I BAMBINI…” – LA CHAT DELL’ORRORE ("SHOAH PARTY") DEI RAGAZZINI ANNOIATI DI SIENA TRA INNI A HITLER E ALL’ISIS E VIDEO PEDOPORNOGRAFICI - INDAGATI 25 GIOVANISSIMI, 5 HANNO MENO DI 14 ANNI. "PARLA LA MAMMA CHE HA DENUNCIATO: “NEL TELEFONO DI MIO FIGLIO HO SCOPERTO L'INFERNO. LE ALTRE MADRI TACEVANO"
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Lodovico Poletto per “la Stampa”
«Gli accendini e gli ebrei dove sono?» si domanda il primo ragazzino. E gli altri della chat ridono. Mandano meme. Bestemmie: «Gli ebrei sono combustibile». Uno skroll di schermate. C' è un video con due ragazzine che avranno sì e no dodici anni, che fanno sesso con un coetaneo. «E poi dicono che i preti non devono stuprare i bambini...». Risate.
La chat dell' orrore era il regno degli adolescenti, con iscritti da tutta Italia: da Napoli a Torino. Aveva svastiche come icone. E un nome che fa rabbrividire: «The Shoah party». Ci entravi se ti presentavano e ti invitavano con un link: «Clicca qui». Oppure passavi attraverso Instagram. E il regno dell' orrore spalancava la bocca. Stupri. Violenze. Una bestemmia ogni riga. Ogni due. Una risata. Un meme.
Un commento assurdo, anzi molto peggio: «Io la mia prof la stuprerei...».
L' inchiesta della Procura della Repubblica di Siena ha spalancato un orrido che non ti aspetti. Un inferno di degrado umano senza fondo. Di violenza. Di inni a tutto ciò che è violenza, sangue e orrore. La Shoah è soltanto una delle tante cose malate che puoi trovare qui. I carabinieri del comando provinciale di Siena hanno messo le mani dentro questo pozzo di marciume il giorno in cui una mamma ha deciso di parlare.
«Ho scoperto la chat per caso» racconta adesso. Ne ha discusso con altre mamme, sconvolta. L' hanno liquidata con un' alzata di spalle. Banalità. Lei è andata avanti ed è approdata dai carabinieri: «Mi creda è orribile». L' hanno sentita e poi hanno iniziato a indagare.
Ingegneria sociale, si chiama il modo di hackerare senza violare il sistema, fingersi un altro per ottenere informazioni, accessi a siti, dati. Negli uffici del comando provinciale i ragazzi del comandate del reparto operativo si sono dati da fare. E il loro capo, il colonnello Michele Tamponi, gli ha dato carta bianca.
Hanno letto tutto per tre mesi almeno. Hanno annotato numeri. Indagato sulle persone. Trecento utenti si stima siano entrati e usciti da «Shoah party». Quasi tutti ragazzini. Di Torino, per dire, erano 8. Tra loro c' è anche uno studente del Politecnico: ha 19 anni, è arrivato dalla Puglia per andare all' università. C' era anche un uomo di 44, ma era finito lì dentro per caso. La scheda sim da cui suo figlio chattava era intestata a lui. Lo hanno indagato. E lui adesso dice: «Forse avrei dovuto controllare meglio il telefono di mio figlio». Ma forse la chat era nascosta. WhatsApp ha segreti che se non conosci non puoi scoprire.
I carabinieri sì, ci sono riusciti. Hanno trovato i video pedopornografici che fanno accapponare la pelle soltanto a dire che cosa mostravano.
«Mi sento pedo oggi» scriveva qualcuno. E giù risate. Pollici alzati. Come se chi scriveva non avesse chiaro quali sono i limiti. Dove lo scherzo diventa reato. Dove il buongusto vien ucciso. E più ancora dai valori negati.
C' era tutto lì dentro. L' Isis che taglia le teste. Le torri gemelle. «Vorrei ammazzare tutti». I bambini malati: «tutti quelli con il cancro». La leucemia come oggetto di scherno.
Senza vergogna. O meglio ancora senza un barlume, seppur minimo, di umanità. C' è un bambino africano inginocchiato accanto a una pozzanghera colma di acqua fangosa da cui beve. Commento: «Minkia, il Nesquick».
Ecco, quando i carabinieri hanno avuto chiaro tutto questo sono andati a bussare all' uscio dal comandante provinciale, Stefano Di Pace, con i faldoni di carte spessi così. E lui è andato dal procuratore Antonio Sangermano, alla procura dei minori. Ne hanno indagati 25: tutti gli altri che sono entrati lì dentro e, dopo aver visto, hanno abbandonato la chat - «Che cos' è questo schifo?» «Me ne vado». «Addio» - non li hanno tirati in ballo.
Quel che è rimasto è il peggio. Gente che commentava.
O condivideva. Che non denunciava. «Shoah party» - che ricorda casi molto simili in Inghilterra e Francia - è stato chiuso. Ora iniziano gli interrogatori. Negare sarà inutile: carabinieri e Procura sanno chi ha fatto cosa. E quando.
2 - PARLA LA DONNA CHE HA DENUNCIATO
Grazia Longo per “la Stampa”
«Dirle che mi è crollato il mondo addosso non rende l' idea. Ero sconvolta dai due video pedopornografici, e lo ero ancora di più perché si trovavano sul telefonino di mio figlio tredicenne». Veronica parla con tono calmo e gentile, tradisce l' emozione solo dal modo in cui stringe la tazza di tè. Le dita delle mani sono quasi cianotiche per la tensione. Il suo nome è ovviamente di fantasia, mentre l' inferno che racconta è tutto reale. È lei la mamma che, a differenza delle altre, ha avuto il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri del Reparto operativo di Siena. E ora rievoca quei momenti con lucidità e sollievo.
Quando è cominciato tutto?
«Lo scorso aprile. Ricordo quel pomeriggio con una precisione certosina. Da una decina di giorni non esaminavo il telefonino di Luigi (anche questo nome è fasullo, ndr). Avevo il pin perché con mio figlio c' è un rapporto di fiducia. È un accordo tra di noi: Luigi sa che può tenere il cellulare solo a patto che io lo possa controllare».
Perché?
«Perché il telefonino in mano a un minorenne può diventare una pistola che un ragazzino non è in grado di gestire in modo adeguato».
Quel pomeriggio che cosa ha scoperto?
«Ha attirato subito la mia attenzione una chat, per via del nome, "The shoah party". Mi sembrava offensiva, e così l' ho aperta. E lì è incominciata la discesa nei gironi dell' inferno».
Per i video pedopornografici?
«Innanzitutto per quelli, certo. In uno ho visto due bambini, sotto i 10 anni, che avevano un rapporto omosessuale.
Nell' altro un incontro a tre tra due maschietti di circa 10 anni e una bambina coetanea.
Le immagini erano indescrivibili, mi creda. Non ci sono davvero parole adeguate per rendere l' orrore».
Ma c' erano anche foto o video inneggianti Hitler, Mussolini o i terroristi islamici?
«Sì c' era un po' di tutto. Era tutta una violenza, un sopruso, una dominazione fisica e psicologica sul prossimo. Si trattasse di ebrei, malati, bambini».
Molti insulti quindi?
«Tantissimi. Basti dirle che ogni messaggio si apriva con una bestemmia».
E suo figlio come ha reagito? Come si è giustificato?
«Mi ha spiegato che era stato contattato via whatsapp da alcuni sconosciuti i quali lo avevano invitato ad entrare nella loro chat».
E perché ha accettato?
«Mi ha riferito di averlo fatto perché quelle pressanti e continue richieste gli impallavano il cellulare e lui non poteva più usarlo per i giochi. Così mi ha detto, che non riusciva più a giocare con il telefonino e quindi ha acconsentito di entrare nella chat».
Suo figlio non è rimasto turbato da quelle immagini e da quegli slogan che istigavano alla violenza e al razzismo?
«Mi ha raccontato di aver aperto solo i primi due video che gli sono arrivati e di aver poi archiviato gli altri. Per lui era finita lì, tant' è che, pur sapendo che io ogni tanto, senza preavviso, gli monitoro il telefonino, non ha cancellato nulla. Inoltre lui non ha mai scritto niente e non appena io ho individuato la chat si è cancellato».
Lei aveva notato nella chat la presenza di alcuni compagni di scuola?
«Ne ho riconosciuti tre, ma non so se ve ne fossero altri».
E cosa ha fatto, prima di rivolgersi ai carabinieri?
«Ho scritto alle altre mamme nella chat di classe, avvertendole che su whatsapp giravano foto violente, razziste è pedopornografiche».
Che cosa le hanno risposto?
«Sono state molto fredde, indifferenti. Qualcuna ha ringraziato, qualcun' altra ha replicato che suo figlio non faceva quelle così lì e la discussione non è andata avanti».
Ma poi ha avuto occasione di confrontarsi con le mamme dei tre compagni riconosciuti in chat sulla necessità di rivolgersi alle forze dell' ordine?
«Nessuno ha voluto denunciare. Non so se per vergogna o cos' altro. Mio figlio in questa vicenda risulta un testimone, non è indagato. Ma io comunque non mi sarei fermata in ogni caso. Non solo perché ritengo che sia un dovere civile sporgere denuncia, ma anche perché non si può accettare che dei ragazzini divulghino oscenità e appelli in nome di Hitler o della Jihad. È assolutamente inconcepibile».
Eppure è drammaticamente successo.
«Infatti. Non so in che modo abbiano agito i giovani amministratori della chat e con quale assurdo passaparola quello scempio sia arrivato sul telefonino di mio figlio. Per fortuna la giustizia sta facendo il suo corso, ma credo sia molto importante la questione socio-culturale, il rapporto genitori-figli».
I ragazzini della chat appartengono a una classe sociale medio alta, hanno genitori laureati e liberi professionisti. Che cosa non ha funzionato secondo lei?
«Non mi permetto di guardare in casa d' altri. Ma i genitori devono fare i genitori e controllare i propri ragazzi».
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24t24-blog · 5 years ago
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Zastávka volný čas na Karlínském náměstí | via aePiot
Zastávka volný čas na Karlínském náměstí
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Pražské domy dětí a mládeže zvou ve čtvrtek 5. září na v pořadí již šestnáctý ročník oblíbené akce Zastávka volný čas.
Tue, 03 Sep 2019 14:34:04 +0200
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PERFUME
Matteo Berrettini è nei quarti agli Us Open: 10 cose che non sapete ancora di lui
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Dal fratello tennista, al tifo per la Fiorentina, i segreti del primo tennista italiasno a giocare nei quarti di finale a New York dopo Corrado Barazzutti
Tue, 3 Sep 2019 10:55:30 +0200
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COSMETICS
Sánchez ofrece al Senado comparecer el día 24, un día después de que termine el plazo para su investidura
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El presidente del Gobierno en funciones, Pedro Sánchez, ha ofrecido al Senado comparecer en un Pleno el día 24 de septiembre, cuando el 23 termina el plazo para que pueda ser investido de nuevo o, si no lo consigue, se convoquen elecciones generales. La fecha ha enfadado a la oposición, que le exige que comparezca antes si quiere garantizar su presencia en la Cámara Alta.
Tue, 03 Sep 2019 10:09:25 GMT
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intervyou · 7 years ago
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Intervyou. Nel privé con Leonardo Prati, intervistato da Marla Lombardo.
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Irriverente, ironico, carismatico, affascinante stratega: in breve il “MarketingMan” per eccellenza. Esperto di web marketing, insegna ed ama istruire le giovani menti del futuro, la rete per lui non ha segreti, anzi è lui che crea nuove forme di metacomunicazione digitale. Tutti i giovedì lo trovate live su Facebook con il suo “PigiamaPraty” dove, con il suo sorriso accattivante, racconta le novità, le tendenze e la stranezze di questo nostro meraviglioso mondo digital e lì nell'olimpo dei social la sua parola è legge e le sue parabole/slogan divine. Una fra tutte: “Più i like aumentano, più aumenta il fatturEgo”.
Leonardo Prati è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine 
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Premesso che pretendo risposte che vanno in profondità, e non in lunghezza, chi è Leonardo Prati?
Leonardo Prati è un ragazzo cresciuto di 42 anni che ama profondamente il proprio lavoro, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove opportunità per sfruttare al meglio le possibilità che offre la rete. Ama stare a contatto con le persone ed è un incurabile ottimista.
Leonardo “comunicatore” si nasce o si diventa?
Senza dubbio si nasce, poi sta a te conoscere i mezzi per poter dare sfogo alla tua vena comunicativa, comunicare nel modo sbagliato è più deleterio di non comunicare affatto.
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Quando hai cominciato ad approcciarti al meraviglioso mondo del web, qual è stata la spinta per cominciare?
Il primo viaggio online l'ho effettuato nel lontano 1993, ed ho subito pensato WOW qui non colleghiamo un computer ad un altro computer ma una persona con tutto il mondo... e da li è partita la mia passione per l'online.
Se io dico “Online”, tu dici…
Infinite opportunità, credo fermamente che grazie all'online, la parola “disoccupato” non dovrebbe più esistere.
Una tua giornata tipo?
Sveglia alle 7.15, controllata veloce ai vari update online (Facebook, Instagram, WhatsApp, Email) carico i due figli Camilla e Riccardo gemelli di 8 anni e li consegno a scuola, poi parte il lavoro con un buon cappuccino e brioche al bar. Poi dopo il cappuccino e brioche, cominciano i vari incontri con la mia rete di collaboratori per aggiornarci sui vari progetti aperti.
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CONTINUA A LEGGERE L’INTERVISTA > http://untitledmarlalombardo.blogspot.it/2017/06/intervyou-nel-prive-con-leonardo-prati.html
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kaplan390 · 6 years ago
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Per il momento, siamo spacciati
Bisogna essere consapevoli di una cosa: la nostra vita non è più nostra. Gigantesche entità hanno trovato il modo di fregarci e di spingerci a mettere tutto nelle loro mani. Le banche hanno i nostri soldi, internet ha le nostre informazioni sensibili nonché tutti i ricordi che possediamo, i cellulari hanno la nostra vita sociale. Ormai tutto ciò che conta di quello che possediamo passa per qualche organismo economico/tecnologico senza il quale quella cosa non l'avremmo più.
I miei soldi non esistono, sono conservati in bit da qualcuno che non me ne rilascia più di tot al mese o al giorno. E io li gestisco tramite un app sul mio telefono.
E mi fido. Mi fido che la mia banca un giorno non mi dica: i tuoi soldi non ci sono più, li hanno hackerati. O siamo falliti.
Mi fido che le chiavi di accesso al mio conto non siano monitorate dal mio account Google che fa funzionare tutto il mio telefono, e che l'app che uso non possa essere usata anche da qualcuno in remoto. Mi fido di Google.
Google che gestisce l'80 percento delle mie informazioni sensibili, da cui passano i miei segreti più oscuri, che ha le mie foto e quelle dei miei figli, i miei documenti su Google drive, la mia posta e il controllo sul mio telefono.
E mi fido di Facebook e Whatsapp, ai quali affido le mie conversazioni più intime, e tutte le mie relazioni interpersonali.
Mi fido perché, sebbene tutti questi organismi giganteschi gestiscano un mucchio di roba mia, c'è la legge che gli impedisce di usarla contro di me. E di spiarmi nelle mie cose intime.
Cioè praticamente io uso tutta questa tecnologia e ci faccio passare tutti i miei dati sensibili fidando nel fatto che questi organismi rispetteranno la legge e faranno solo ed esclusivamente da tramite, voltandosi rispettosamente dall'altra parte, senza mai appropriarsene o ritorcermeli contro. Potrebbero farlo, ma la legge glielo impedisce. La legge di ogni singolo stato, ma soprattutto la legge dello stato a cui fa capo ognuna di queste macroentità. Le quali ormai sono così macro che riescono spesso a trattare da pari con gli stati che fanno le leggi, e tra poco, come già molte multinazionali, potranno guardare quegli stati dall'alto in basso, e considerare le loro leggi non più che zanzare che svolazzano sulla faccia di un gigante. Oppure semplicemente potranno, cosa che stanno già facendo ma non apertamente, mangiarsi quello stato dall'interno, prima corrompendo o foraggiando i governanti, poi semplicemente mettendo loro uomini all'interno.
O ancora, in modo più violento, un bel giorno ci potrebbero semplicemente dire: signori, è finita per tutti, i vostri conti in banca sono vuoti, tutte le vostre informazioni sono di nostra proprietà e da questo momento consideratevi schiavi a tutti gli effetti, non ci potete fare un bel cazzo di niente.
Ecco, noi ci fidiamo che invece se ne stanno tutti buoni a fare il loro sporco lavoro di gestire tutta la nostra vita senza intaccare nulla, mantenendo la privacy, salvaguardando tutti i nostri averi e i nostri segreti. Un po' come fidarsi di Berlusconi che si propone di fare solo il cameriere a un festino pieno di troie e cocaina e far fare tutto a lui, portare i piattini con la coca, gestire il guardaroba dove si cambiano le donne con la promessa che si volterà dall'altra parte, raccogliere la cocaina che cade per terra e rimetterla nei piattini per gli invitati, cose così. Ed essere certi che svolgerà solo le sue mansioni perché così gli abbiamo ordinato di fare.
Ma loro non ci faranno del male, perché non hanno mica queste manie di grandezza. Non vogliono mica comandare il mondo e rendere schiave le persone e usare l'immensa mole di dati che hanno per fare del male. No, perché dovrebbero.
Certo se un giorno diventa amministratore delegato di Google uno che ha delle manie di grandezza che so, diciamo un decimo di quelle di Hitler, sono cazzi, eh.
Oppure magari le teorie del complotto sono vere e tutto ciò sta già accadendo. E sono cazzi il doppio.
In ogni caso, prima o dopo a qualcuno verrà in mente di usarlo, quell'immenso potere che stanno accumulando. Sarebbe incredibile il contrario. Non si accumulano sempre più soldi e sempre più informazioni per non farci nulla e offrire solo servizi sempre migliori. A un certo punto quel potere vuoi vederlo deflagrare, devi dargli uno scopo adeguato alla sua potenza.
E quello scopo può essere solo di due tipi: o bianco o nero. O votato al bene o al male assoluto.
Potrebbero salvare il mondo, rendere la terra un posto meraviglioso dove tutti stanno bene. Ma non lo fanno. Spremono invece tutto fino a consumarlo: risorse, natura, uomini. Torchiano tutto per spremere fino all"ultima goccia vitale, per diventare sempre più ricchi, influenti, per avere sempre più informazioni, sempre più potere. Ovvero, ci stanno chiaramente facendo capire di che colore è lo scopo. Bianco non è di certo.
Ed ecco perché, allo stato attuale delle cose, siamo spacciati. Perché o accadrà gradualmente o tutto insieme in modo traumatico, ma accadrà.
Il loro potere diventerà così esteso che quasi naturalmente diventeremo schiavi. Senza possedere nulla che loro non vogliano che abbiamo, costretti a fare ciò che ci dicono, pena l'oblio e la non sopravvivenza.
Tecnicamente il modo per evitarlo ci sarebbe. Basterebbe fare a meno di tutto ciò che gestisce le nostre vite. Non è mica impossibile, ancora. E sarebbe peraltro la rivoluzione meno sanguinosa di sempre, la più facile, volendo.
Ma non succederà. Perché ci sono entrati così sottopelle che è diventato impensabile fare a meno di loro. Non impossibile, impensabile, che è molto peggio. Molti uomini hanno compiuto imprese impossibili, perché le potevano pensare. Ma se un impresa diventa impensabile allora non esiste più come aspirazione, è finita.
Se controlli ciò che è pensabile e ciò che non lo è hai vinto. Ti potrà scappare di mano qualche spirito libero, ma il grosso dell'umanità ce l'hai in pugno. E il povero libero pensatore verrà tritato insieme agli altri come se non esistesse.
Quindi, si, ecco, siamo spacciati.
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Non so..
Non so ma parlerò. So di rischiare molto, ma non mi interessa. Sono triste, perché non lo vedrò più, questa cosa mi continuava a risuonare nella mente. “Dai Sae tanto per lui non è così” mi dicevo per non farmi prendere a male. Ma in realtà mi prende a male. Anche parecchio. Mi mancherà. So che non sarò mai ricambiata perché faccio schifo anche ai cani. Però non meritavo di essere trattata così. Ci ho creduto e poi sono caduta in basso, parecchio. Ho fatto cose che nemmeno avrei dovuto fare, mandando a puttane la mia dignità. Ma le rifarei tutte per lui. Ci tenevo, e ci tengo ancora. È inutile che lo nasconderlo a me stessa, mi fa stare bene anche se mi dice una cazzata, ma solo il fatto che l'abbia detta a me la rende piacevole. In questo periodo il rapporto è cambiato, non so se sono cambiata io o lui. Resta fatto che questo cambiamento mi ha distrutta. Non so bene cosa sia questo che ho scritto, magari flusso di coscienza. Resta fatto che “hai tanti ragazzi che ti vengono dietro e sei ancora single”. Li ho rifiutati tutti. Uno per uno, ho dato i pali, perché ormai ce solo lui nella mia testa, spero possa uscirne presto perché così fa solo che male,specie se è a senso unico. Mi dispiace. A volte penso a come sarebbe potuta andare, se avessi agito in modo diverso. Non lo so proprio. So solo che mi fa stare bene, anche se ci sto male.Mi mancheranno le chiacchierate di notte, tuo fratello troppo bello gngngngn, banana e bananone, le sclerate, le minacce, le telefonate, le bloccate su whatsapp, la sera in cui abbiamo parlato dei lacci delle vans perché c'era troppo imbarazzo, il cinema, le foto con gli effetti di snap, le prese in giro per l'altezza, le sparlate su qualcuno, i segreti, le cose che sapevi solo tu.. mi mancheranno tutte, come mi mancherai tu.. sto male ora.
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