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#volevo solo postare qualcosa
doblondoro · 2 years
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my Sunday morning
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gcorvetti · 1 year
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Fine Settembre.
Ieri c'era la luna piena e come sempre non ho dormito bene, pazienza, tanto dormire a che serve se poi ci si riposa in eterno dopo la morte?
Ma lasciando questi quesiti così macabri che al mattino non sono il massimo, passo alla notiziona del giorno. Il ministro, che se non era cognato della melona non avrebbe sicuramente fatto il ministro, ne dice un'altra delle sue, copio e incollo, "Abbinare il vino al benessere fisico con gli eventi sportivi". Allora, a parte che il benessere col vino non c'azzecca proprio, ora non sto qua a menarvela con cosa l'alcol provoca al nostro corpo e che sarebbe ideale non bere, ognuno fa quello che vuole, ma come dice l'articolo forse si riferiva a quel video norvegese del drink football, un video dove i giocatori devono scendere in campo ubriachi e che quando segnano gli viene fatto l'alcol test, na cosa ironica. No, pollofrigido non si riferiva a quel video, ma la sua sembra un'iniziativa seria, ma si può essere seri e proporre boiate simili sulla salute delle persone? Dopo la tizia che ha detto di costruire un'isola artificiale per ospitare i migranti e il mojito man che ogni giorno ne spara una, si capisce perfettamente che farei meglio il politico io anche a 3k al mese netti in tasca. Lasciando perdere di chi è la colpa, chi li ha votati, chi non è andato a votare, la sinistra ecc ecc, ma veramente ci sono persone che credono che sti qua siano dei bravi politici, tanto da votarli? Contenti voi.
Ieri Spock mi ha comunicato che il suo gatto "Gatto" (si chiamava così) è morto 😢 con molta probabilità avvelenato, purtroppo lui è in nave e non può constatare, ma le modalità con cui è morto fanno pensare appunto a quello, poverino 😢. Com'è possibile che ci siano persone così, sappiamo che i gatti passano ovunque e sicuramente attraversava lo spazio di qualcuno a cui dava fastidio, ma mi sembra strano visto che mi diceva che il gatto è parecchio schivo con gli estranei. Va bè oramai è tardi, mi dispiace povero Gatto.
Ricordate quella cosa del video della stampante, ma anche quella precedente del video della performance del matto col rullante? Mi ero impuntato che volevo una risposta, allora ero andato via help desk scrivendo che il video non è niente di che ecc ecc, oggi ho ricevuto una prima risposta, sta tizia Breanna, mi chiede di inviare il link del video, ma come ho scritto ieri ho eliminato instagram e relativa email di G, così facendo ho eliminato il video dal tubo, quindi ho rifatto il post e mandato il nuovo link, vi aggiornerò.
Ultime due cose, ieri pensavo di aprire un altro blog per i miei manufatti di arte visuale, però sono indeciso perché non sono molto prolifico e potrei anche postare una volta l'anno. Per chi è curioso ho fatto due ready made, niente di eccezionale, arte concettuale anche se i concetti sono chiari e non c'è molto da spiegare, ci penserò su.
Leggo un post su FB del tizio che abitava (o abita, non lo so) sotto casa dove stavo a CT, dove ora vive solo mia madre, anche lui suona anche se quello che fa non mi è mai piaciuto, comunque uno bravo, un pò testa di minchia, va bè ... dice che una volta si scriveva la musica prima di suonarla, e fin qua ok, poi dice che alla musica hanno precluso ogni futuro, ma dove? C'è una gran differenza tra la musica, che è la forma d'arte, e il commercio della musica, enorme differenza, siccome tutti vedete il commercio musicale, quello che vi spacciano per musica, allora pensate che la musica sia quello, non è vero, la musica non è quella robaccia li. Di musica nuova e anche valida il mondo è pieno, di persone che si ritrovano nei garage, nelle cantine, nei solai per dare vita a qualcosa di unico, anche inconsciamente, perché la musica è anche quello, l'unione di diverse idee musicali che trovano un filo conduttore per diventare brano, album, concerto o semplicemente puro divertimento per chi suona. Non fatevi abbindolare da quello che i media propongono perché la corruzione non aiuta l'arte e se il direttore di una radio sigla un accordo con una major per pubblicizzare dei brani è semplicemente commercio.
La musica è in continua evoluzione, l'ascolto no. John Cage.
Vi saluto con della musica astratta o quasi
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Si vero hai ragione, io sono abbonato a tante cose:
Porno, gente che scrive poesie o racconti e cose varie.
Ma ecco il senso di un abbonamento e quello di dare dei contenuti esclusivi quindi volevo solo capire quale fosse quel contenuto così esclusivo che hai deciso di postare tramite abbonamento
Diciamo che l'abbonamento nasce dalla voglia di rendere più "privato" e in un certo senso "mio" i miei pensieri più profondi, i miei stati d'animo, quello che sento. Dunque i contenuti esclusivi saranno interamente dedicati a tutto ciò che è mio nel più intimo e profondo significato. sia che mi trovi in un mood arrapato o super deprimente, tutto ciò che scriverò di mio sarà dedicato solo a chi si abbonerà, e se non avrò con chi condividere, rimarranno a me soltanto. In fondo è anche da questo che è nato il mio blog. Dalla necessità di avere qualcosa di solo mio, un mondo, un modo di sfogarmi abbastanza personale.
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Una parola esiste su tre piani gnoseologici:
Il primo, coincice con ciò che essa stessa rappresenta, indica.
Il secondo, è l'immagine che abbiamo di quella parola, l'idea, il concetto della parola applicata alla realtà empirica ciò di cui abbiamo fatto esperienza.
Il terzo, consiste nel significato o immagine che ci restituiscono il suono e talvolta la melodia della parola.
In che mondo stai?
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aleannanxx · 4 years
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.         ××  ─── sᴜʀᴘʀɪsᴇ ᴍᴏᴍᴇɴᴛ 🍾🥂         “ tonight  ♡  at new york harbor         ☆ ᴛʜᴇ ᴘᴀʀᴛʏ ´- Cameron's Birthday !    ♯   Prima di iniziare con le gifrole, ci tenevo a postare la " sorpresa " che avevo inserito nel programma della festa. Questo discorso si terrà intorno alle 22:30. Non vi spoilero altro, ma è una cosa molto semplice & sentita. Dopo cena starto per tutti.        Buonasera a tutti, grazie per aver accettato l'invito e per aver mantenuto il segreto fino ad oggi. Premetto che non sono brava con i discorsi, non sono nata per intrattenere le folle, né ho la stoffa da protagonista — mi ritengo più la spettatrice di un film in bianco e nero dalla pellicola sgranata e le immagini un po' sbiadite. Ma se stasera dovessi mettere a fuoco la mia vita, direi che non c'è un solo istante che io rammenti senza Cameron. Le persone vivono molteplici storie prima di trovare qualcuno che li completi davvero. Io no — sono una privilegiata e ho trovato il grande amore della mia vita quando ero ancora molto giovane. Quando Cameron era un bambino, molto spesso con sua madre era ospite a casa mia, ma puntualmente lui e i miei fratelli mi escludevano dai loro giochi. Mentre si arrampicava sugli alberi, invidiavo la sua forza e quei movimenti agili che riusciva a compiere senza il benché minimo sforzo — ed oggi le cose non sono cambiate : continuo a guardarlo da lontano gioendo per i suoi successi, per l'uomo che è diventato e per la passione con cui svolge il proprio lavoro. Ai tempi però lo detestavo, volevo essere anch'io parte di quel gruppo; volevo giocare con lui, ridere con lui, sfidarlo, tenergli testa — un lusso che mi sono poi concessa col mio ritorno in Scozia, non temete. Quando appena maggiorenne raggiunsi quella terra straniera di kilt, cornamuse, chiome rosse e antichi manieri, lo rividi per la prima volta all'ingresso di casa Boyle, con le ginocchia sporche di fango e una divisa da damerino. Quel pomeriggio era di ritorno da una partita di Polo. Ricordo che ci guardammo per un istante che mi sembrò lunghissimo, ma riuscimmo a parlarci solo qualche ora dopo, nella sontuosa biblioteca del maniero. Le piante allora erano già la mia più grande passione, studiavo come una matta perché credevo di dover dimostrare qualcosa, temevo gli sguardi indiscreti dei figli di papà della St. Andrews University. Cameron ha sempre saputo come rallegrare le mie giornate, è sempre riuscito a strapparmi un sorriso, a rendermi meno seria e " pesante " per certi aspetti. Quel pomeriggio mi accusò di avergli rubato la sedia ed il tavolo — ma col senno di poi ho capito che la sua era solo una scusa per ' ' attaccare bottone ' ' e per alleviare le mie pene. Invidio il suo carattere estroverso, la sua originalità e la sua imprevedibilità — da sempre è un uomo pieno di sorprese. In soli due mesi ci siamo sposati, abbiamo concepito Freya e credevamo così tanto nel nostro amore che ci unimmo contro tutto e tutti, sottostando per un po' ad una vita difficile, fatta di sacrifici e perdite. In quel periodo della nostra vita lavoravamo, studiavamo, avevamo una bambina da accudire e non badavamo più ai nostri bisogni : fame, sete e stanchezza passavano in secondo piano, Freya era il nostro chiodo fisso e lo sarebbe stata anche Faith se non avessimo scelto di rinunciare a lei. Ci sono cose che non si dicono con facilità. A guardarci con sguardo poco attento, la gente potrebbe credere che la nostra sia una bella vita : siamo ricchi, innamorati, abbiamo una splendida famiglia — ma abbiamo anche dovuto privarci di molte cose per guadagnarci tutto questo. Cameron, è a te che mi rivolgo adesso. Mi dispiace di non aver potuto dare alla luce la nostra seconda figlia. Mi dispiace averti deluso, ferito. Mi dispiace che dalle mie scelte siano scaturite delle complicazioni che mi hanno impedito di donarti la gioia di essere padre ancora una volta. Mi dispiace esser stata per te una moglie, talvolta, a metà. Sei un padre straordinario, un marito perfetto, un ingegnere di talento, un capo generoso, un amico affettuoso, un uomo d'onore e valori. Arya è arrivata nelle nostre vite come un fulmine a ciel sereno dopo anni di scartoffie e documenti. Questa festa invece, è per ricordarti che hai l'amore di tutti noi e che sei una persona straordinaria, a cui è impossibile non voler bene — Spero di averti reso ( almeno un po' ) ciò che un tempo ti ho negato — e ringrazio tua madre per averti messo al mondo. Senza di te la mia vita non sarebbe stata la stessa. Ti amo immensamente, buon quarantaduesimo compleanno.
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Non so’ che cazzo sto facendo
Non lo sò da una vita.
Post sfogo, condivisione, narrazione.
Dopo l’università cercavo lavoro come SMM. No, non lo cercavo per imprese, ma per istituzioni. E infatti sono rimasto incantato in un processo di selezione durato dall’inizio alla fine 9 mesi. Vi fosse venuto il dubbio, se volete fare semplicemente SMM andate a chiedere alle aziende direttamente di persona.
Mi ero buttato per imparare il lavoro. Non avevo i soldi per pagarmi un corso e avrei imparato giorno per giorno. E fu quello che successe. Ma non mi verticalizzai, anzi divenni orizzontale come una piattaforma. Nel casino che era quella PMI imparai cosa significa avere un progetto start up, per davvero. Imparai a  programmare i lavori, a calcolare gli imprevisti, a capire cosa fossero i prospect, il target. Come fare una bozza di piano marketing, come migliorare il rapporto prodotto, produzione interna e vendita esterna.
Ve l’ho detto che era un casino? Come il bambino che ha un famiglia disastrata, e ne ogni una decente, io leggevo e imparavo le metriche che erano usate nelle grandi aziende e sognavo che quel buonsenso e che almeno parte di quell metriche venissero prese in azienda.
Mi feci tutti i webinar gratuiti e lessi tutti gli articoli che riuscì a trovare, e quando potevo scrivevo articoli sui Big Data. E la situazione non migliorò: allo stato attuale dell’arte solo alcuni ex programmatori riescono a fare vera data science in Italia e sulla loro scrivania arrivano pratiche che vanno dalla contabilità al marketing. Un giorno le cose si specializzeranno, ma quel giorno non è ancora venuto.
E il marketing mi riprese, e male. Mi riprese perché era ciò che gli altri si aspettavano io facessi.  Tutti mi dicevano che ero bravo, ma non concludevo niente. Quando tornai a casa, malato e senza un soldo, spesi i 600 che avevo per fare l’invalidità civile per poi scoprire che in Italia se sei disabile spesso ti discriminano in azienda perché non vogliono uno che bisogno di visite dal medico oppure che sta male troppo spesso. Oltre al danno la beffa.
Chiunque mi conoscesse diceva che dovevo intraprendere la carriera la libero professionista. Ci provai ma non ne avevo affatto le competenze. Il mio primo anno da libero professionista si concluse con 1000 euro, e ne usai 300 per andare a trovare la mia ex a Lecce. Ero stato preso in una Università a Londra ma non avevo soldi per andare.
Così cercai un tirocinio con Aiesec. Dopo varie vicissitudini feci 30 colloqui in un mese, il 30 esimo giorno fui preso in 4 diversi posti, il primo a Brasov Romania e partì. All’inizio ho tradotto il sito, mi hanno dato una mail confirma e poi vai con Dio.
Fu in quel momento che incontrai SMH. Usando le conoscenze dei miei capi, un pò di buon senso e come avete letto, Upwork sono riuscito a far crescere il mio reparto.
Scrivo questo pezzo non come giustificazione ma come ringraziamento ai tanti membri dei gruppo che mi hanno aiutato, ringraziamento che un giorno ricompenserò anche se non vi aspettate sia domani.
Ho passato l’Ielts con 7 grazie ai libri che una signora su Meetale ( piattaforma sulla quale pubblicavo i miei raconti) 3 anni dopo il regalo. L’ho ringraziata come potevo dopo quel tempo. Non sono un tipo da risultati immediati.
Non sapevo niente di posizionamento e tutt’ora come vedete dal casino dei post che pubblico, anzi devo ringraziare un membri del gruppo che mi ha consigliato un paio di libri da leggere al riguardo. Li ho capiti ma non so come applicarli. In me manca assolutamente il senso di organicità. Chiedimi di postare per un altro e lo farò, chiedilo a me, e sono talmente pieno di contraddizioni e dubbi che mi incasinerò la vita. Anche gli altri hanno dubbi suppongo, ma se devo postare o scrivere post per loro per fortuna non li conosco.
10 mesi dopo essere entrato il mio lavoro si basa sul capire i dati che una piattaforma fornisce e li utilizzo per genere clienti. A quello mi serve la data analysis che ovviamente conosco per passione personale a livelli più approfonditi. Genero clienti e aiuto nella gestione delle campagne perché loro ovviamente non parlano italiano
Ma ancora una volta mi trovo in una situazione start up, instabile dove un giorno sei su e l’altro sei giù, dove i clienti anche se non dovrebbero, vengono e vanno per colpa di tizio o di caio.
In un giorno di quelli down ricevo una chiamata: un posto per un invalido civile a Milano. Se in questi mesi qualcosa mi ha tenuto in piedi è stato l’amore per una ragazza, che si trova a Trento.
Un contratto stabile: la fine dell’instabilità, una struttura corporate nella quale ammirare tutti i processi, la fine di una relazione a distanza o per lo meno, meno distante che Brasov - Trento.
Dopo aver bruciato molti risparmi, due notti in bianco ed aver massacrato la mia schiena, mi è arrivata la risposta: rifiutato.
Mi ero fatto fregare, ma peggio ancora, avevo voltato la faccia a chi mi aveva dato del valore. Perchè senza prendersi in giro, io non sarei migliore di quello che ero 10 mesi fa senza di voi. E un lavoro da dipendente è un bel modo per prendere tutto quello che mi avete dato e buttarlo nello scarico.
La verità è che ho paura, la verità è che nascondersi dietro la disabilità è facile, che pensare che la soluzione a tutti i problemi arrivi un giorno al telefono è facile, che ignorare il valore che ti è stato dato perché significa duro lavoro è facile . Che poter dividere l responsabilità in azienda invece di prendersele in prima persona è facile. Prendere la soluzione a tutti i problemi che ti porti via da dove vuoi subito è un sogno bellissimo
24h dopo il rifiuto ho billato 650 euro di preventivi da freelancer. Mi sono dato qualche mese per riprendere i soldi e aprire un mio account Upwork e cercare di entrare in Sherpa prima che il prezzo aumenti.
Continuerò a pubblicare i miei contenuti, in primis perché so che alcuni sono utili e in secondo luogo perché è facile pubblicare contenuti di merda, è molto più difficile migliorarli.
L’ordine in cui andrebbero letti è: i primi 4 episodi della data analysis ai quali mi prendo l’impegno di aggiungere del materiale, gli episodi della seconda stagione che sono stati preparati da tempo e che usciranno a breve e infine gli ultimi video sul business development ( nei quali mi esprimo come un koala ubriaco ma sono convinto che almeno ad un paio di cose molti di voi non avevano pensato).
“Devi far schifo per poter brillare”
Condivido questa storia per 3 ragioni:
1) Non esistono davvero scorciatoie
Per quanto incasinati possiate essere ricordatevi che il vostro domani è dato dal vostro oggi. Se fate scelte di merda la colpa non è del casino che avete attorno, ma vostra.
Oggi guadagno quasi il triplo di quando ho iniziato, sono passati circa 3 anni. Se pensi di mollare sappi che se ce l’ho fatta io a migliorare un pochettino può farcela anche un babbuino ubriaco, quindi per estensione anche tu hai più possibilità di quanto credi
Apprezzate quello che avete nel gruppo perché eviterete perdite di tempo, e non virente conto di quanto sia prezioso finché non ci arrivate.
Non sapevo fare il lavoro. Avevo un coinquilino con una piccola agenzia di comunicazione, ancora piccola con 8 clienti dopo 10 anni, e imparavo da lui, da Marco Montemagno, e da vecchi blogger statunitensi che parlavano si SEO e storytelling. E si imparava cazzo. Ho capito come usare photoshop, come postare, come usare Animaker in azienda. Il mio capo aveva speso 70k in un nuovo impianto di stampa, ma gli serviva un operaio, così mi ha detto “Lo vuoi qualche soldo extra?”. All’epoca ero ancora innamorato della mia ex, ci sentivamo. Il padre le aveva rubato is soldi  per andare all’università. Volevo raggiungerla, in Puglia. E avrei fatto di tutto. Ovviamente dissi di si.
Imparai cosa significa avere un progetto start up, per davvero. Imparai a celendarizzare, programmare, a calcolare gli imprevisti, a capire cosa fossero i prospect. Come fare una bozza di piano marketing, cosa fosse un target, come migliorare il rapporto prodotto, produzione interna e vendita esterna.
Imparai inaspettatamente anche a stampare. Quell’esperienza mi sputò fuori con 4 nozioni in più sui parametri, i dati aziendali, nozioni confuse di management e marketing.
Mi sputò fuori perché mi feci sputare fuori. Passavo la maggior parte del tempo in azienda. Lavorare alle immagini, oppure sui social cercando di generare clienti commentando e condividendo post. Il lavoro era la mia comfort zone. Se iniziate con un lavoro che non vi dia degli standard e non vi faccia crescere, andatevene. Io ho sbagliato a restare fino alla fine.
Me ne andai con la schiena a pezzi, per una serie di motivi rimasi malato per un mesto. Nell’anno che seguì provai a fare impresa
Quando sono venuto in Romania non sapevo cosa stavo facendo. Avevo solo due esigenze: crescere come professionista e stare lontano da casa. Fine. Se mi passavano pane ed acqua ero apposto. Sono stato scelto perché avevo una vaga idea di come fossero strutturate le agenzie in Italia, quel poco che sapevo a quanto pare valeva di più degli altri candidati studiati in marketing.
All’inizio ho tradotto il sito, mi hanno dato una mail confirma e poi vai con Dio
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unrelletable · 5 years
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Lo scorso luglio ho abbandonato Instagram. Ed è stata la cosa più soddisfacente che io abbia mai fatto. Tranne l’avere le mie candele profumate perfettamente disposte sul mio comodino, ma questa è sicuramente un’altra questione.
Quando ho preso la decisione di cliccare finalmente sul pulsate delete avevo raggiunto il limite massimo di sopportazione. Non fraintendetemi, adoro Instagram. Tanto che poi, dopo all’incirca quattro mesi di disintossicazione, ho scaricato nuovamente l’app sul mio cellulare. Quando ho effettuato il login, però, il mio rapporto con il social del momento era decisamente cambiato. In meglio, oserei dire.
Il motivo principale che mi aveva spinto a cancellare il mio account non era univoco, o meglio, non era singolo. Avevo molte ragioni per cui passare in rassegna centinaia di foto sul display non mi rendeva più felice, anzi, otteneva l’esatto contrario. Senza contare il fatto che ci trascorrevo letteralmente delle ore.
Il giorno in cui ho cancellato l’icona arcobaleno dalla mia schermata ero scesa a patti con la consapevolezza che non stavo sfruttando al meglio lo strumento che mi accingevo ad eliminare: ero in grado di passare serate intere a lasciare likes o a visualizzare delle stories di persone con le quali avevo a fatica una relazione vera e propria. Oltre al fatto che trascorressi anche fino a cinque ore e mezza sulla piattaforma in questione - e già questo sarebbe stato un motivo sufficiente per farmi tornare in me rispetto all’uso improprio che ne stavo facendo - ne ero diventata totalmente ossessionata. Era la prima cosa che controllavo appena sveglia e l’ultima applicazione a cui davo un’occhiata prima di rifugiarmi sotto le coperte. E magari continuavo a fissare lo schermo illuminato anche oltre l’orario che mi ero precedentemente imposta come deadline per la mia giornata.
Ma questo aspetto era forse il meno grave, almeno dal mio punto di vista. Quello che mi rendeva costantemente dipendente era la possibilità - fittizia- di rimanere aggiornata in tempo reale rispetto a quanto accadeva nelle vite altrui. Metteteci che in quel periodo ero ormai all’estero da quasi cinque mesi e capirete, forse, come mai ero particolarmente affezionata ai cerchietti rosa intorno alle foto profilo. In particolare a quelli intorno all’icona del mio fidanzato. E qui tocchiamo un altro punto dolente.
Sebbene ci sembri di poter rimanere in contatto con qualcuno a prescindere da dove sia questa persona - nel mio caso, al di là della Manica -, mi ci è voluto un pochino per realizzare che, in realtà, visualizzare una storia o lasciare un like non equivale esattamente ad una telefonata in cui ci si raccontano le novità della propria vita. Seguivo tantissimi compagni di classe delle superiori con cui, a dirla tutta, forse scambiavo giusto un “Ciao” durante le ore di scuola, ma rispetto ai quali ero estremamente curiosa. Mi sembrava di rimanere aggiornata sulle loro vite, quando in realtà succedeva anche a me di condividere solo ed esclusivamente quello che mi andava che la gente sapesse. O meglio, quello che volevo che la gente sapesse.
Perché fondamentalmente è questo quello che succede su Instagram: postiamo e carichiamo le parti migliori di noi stessi, editandole secondo canoni non solo estetici, ma anche psicologici, ben definiti. Più di una volta mi è capitato di caricare una foto solo ed esclusivamente perché fosse vista da qualcuno in particolare, e allo stesso modo arrivavo ad analizzare qualsiasi minimo particolare di quelle altrui. Per ricavarci ogni tipo di informazione che potesse essermi utile.
Ovviamente uno degli ambiti in cui ho risentito maggiormente di questa mia mania di persecuzione - altrui - è stata la mia relazione: aspettavo con ansia che il mio fidanzato si immortalasse durante le serate con gli amici e scrutavo con estrema attenzione qualsiasi possibile indizio che potesse confermarmi un suo eventuale comportamento ambiguo. Non è necessario essere un genio per capire che tutto ciò portava a litigi al telefono che non facevano bene a nessuno. E non credo sia stata del tutto una casualità il fatto che abbia cancellato il mio profilo a pochi giorni da una sua vacanza con gli amici.
Non posso negarlo: i primi giorni - le prime settimane - senza la possibilità di cliccare sulla mia amata icona non sono stati semplici. Potrò apparire esagerata, ma non sapevo come riempire il tempo - tanto tempo - che di solito trascorrevo scrollando con il pollice destro sul display. Ad un certo punto, per la noia, ho ricominciato a frequentare Facebook. Il che la dice lunga sul mio stato mentale in quel momento.
Dopo un po’ la noia è passata; quello che invece non è scomparso del tutto era la famigerata FOMO. Se siete dei frequentatori assidui di social network & co. questa sigla non vi suonerà totalmente estranea: sta per fear of missing out e rappresenta quella fastidiosa sensazione per cui abbiamo l’impressione di perderci qualcosa nel momento in cui non accediamo più ai nostri vari profili.Ti prende allo stomaco e l’unica soluzione sembra essere quella di controllare immediatamente tutti i nuovi post che sono stati caricati, non sia mai che non rimaniamo updated. 
Può suonare assolutamente ridicolo, ma per i mesi in cui sono stata lontana da Instagram, specialmente durante i primi due, mi sentivo come se fossi tagliata fuori dal mondo. E questa percezione si materializzava in due direzioni: la prima, più comune, era quella di non rimanere al passo con la vita delle persone che mi interessavano; la seconda, decisamente più subdola e complessa da sconfiggere del tutto, riguardava me stessa: il fatto di non avere più un account significava che nemmeno gli altri erano più in grado di visualizzare attraverso uno schermo ciò che volevo sapessero di me. Ancora più assurdo, concedetemelo, è il fatto che anche oggi, dopo essere tornata attiva, questa sensazione non mi abbandona.
Sono tornata su Instagram dopo averci riflettuto per un bel po’: volevo essere in grado di padroneggiare uno strumento che ritengo estremamente utile, ma volevo farlo nel modo giusto. E per questo motivo ho preso la decisione di tornare, ma sotto mentite spoglie. Non ho più un profilo personale, e non seguo nessuna delle persone di cui ero ossessionata fino a qualche mese fa. Non seguo i miei amici, i miei familiari e nemmeno il mio ragazzo - nonostante io muoia dalla voglia di sapere cosa combina quando non è con me. Ma, d’altro canto, sono perfettamente consapevole che se mai decidessi di farlo rientrare nella cerchia dei miei following, tutti i miei sforzi sarebbero stati inutili. Non posto foto personali, nè storie in cui parlo di me. Mi sono imposta una determinata tematica da seguire, quella dei libri, mia enorme passione, e mi sono obbligata a restare nell’anonimato.
Non è facile: alle volte smanio dalla curiosità di sapere dove si trovano le persone che mi interessano o dalla voglia di postare un tramonto solo perché è carino. E so anche che questi non sono i veri problemi della vita, per tutti quelli che staranno pensando che la faccio troppo tragica. Non nego che abbiate ragione, ma sono anche convinta del fatto che queste opportunità di connessione stiano profondamente modificando le modalità attraverso le quali interagiamo tra di noi. E non nego che un po’ mi faccia paura l’idea di un mondo in cui tutte le relazioni umane passino attraverso un’intelligenza artificiale. Nel mio piccolo cerco di prenderci le distanze, ma non posso ammettere che sia semplice.
- come (non) divorziare da Instagram e essere felici
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kissingischaos · 5 years
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[Versione italiana sotto] Remember when last week I was writing about using this space with more intention? Well, this picture is also about that. Today I'm 35, I'm not big about birthdays and parties and I want to post something that relates to me and this day. So here it is, a simple picture, some of my tattoos in frame, I'm wearing a minimal dress, there is just me and my hands. I use them to make and enjoy my favourite things: knitting, taking photos, reading, drinking cups of coffee, cuddling the really small number of people I really care and connect with in the real world. ●●● Vi ricordate quando la settimana scorsa scrivevo di usare Instagram con più intenzione? Ecco, questa foto parla anche di quello. Oggi compio 35 anni, non sono grande fan di compleanni e feste e volevo postare qualcosa che parlasse di me e questa giornata. Quindi eccola, una foto semplice, si intravede uno dei miei tatuaggi, indosso un vestito minimal e ci sono solo io e le mie mani. Le uso per fare e godere delle mie cose preferite: fare a maglia, fotografare, bere tazze di caffè e tè, leggere, abbracciare il numero ristretto di persone per me davvero importanti nella vita reale. . . . #unpeusauvage #calmfluencer #toldbyhands (at Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/BzSF9J7i1nx/?igshid=z6xsj689scb2
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[RIEPILOGO] La storia del blog di ‘Flower Smeraldo’
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[È importante tenere a mente che il negozio di fiori non esiste nella realtà e tutti i contenuti che si trovano al suo interno sono fittizi.] Il blog ‘Flower Smeraldo’ è stato rivelato al pubblico il 9 agosto 2017 (QUI). Insieme ad esso fu aperto anche un account Instagram.  Il proprietario di questo negozio si chiama Testesso e tra i tanti messaggi e le diciture presenti nel blog è apparsa fin da subito l’espressione “the truth untold” (che abbiamo poi scoperto essere una canzone presente nell’album “Love Yourself: Tear”).
Uno dei primi post presenti sul blog riguardava un evento organizzato dal negozio. Dal giorno della sua pubblicazione al 15 agosto 2017 era possibile inviare delle storie all’indirizzo email del negozio, le quali dovevano avere come tema principale ‘la sincerità’.
Il 22 agosto 2017 furono scelti e contattati 7 vincitori a cui furono inviati dei fiori e un’agenda rossa. All’interno dell’agenda con la stessa scrittura di Jin c’era solo una frase: “La verità che non poteva essere rivelata”.
I fan ipotizzarono che le sette storie scelte corrispondessero ai sette membri dei BTS. I fiori e le agende ricevute dai vincitori avevano inoltre lo stesso aspetto di quelli che vediamo usare da Jin nei LOVE YOURSELF Highlight Reel '起承轉結' (QUI)
Successivamente sul blog vennero postate sette storie che raccontano della scoperta di questo particolare fiore e della sua origine, aggiungendo dettagli sulla storia del negozio che Testesso avrebbe creato.
La prima storia - Il fatidico incontro con ‘Smeraldo’, il prologo La seconda storia - La presentazione del ‘Flower Smeraldo’ La terza storia - Come è stato scoperto ‘Smeraldo’? La quarta storia - La leggenda dello ‘Smeraldo’ La quinta storia - Le carte di Ashbless La sesta storia - Madame Lenormand e la Carta del Fiore La settima storia - ‘Non potevo dire la verità’
Il 2 settembre 2017 sul blog comparve un post in cui il proprietario del negozio ne annunciava la chiusura non definitiva.
Il blog è infatti tornato in attività il 5 luglio 2018, quando è stato cancellato l’annuncio della chiusura momentanea ed è stato cambiato sia l’header del blog che l’immagine del profilo con il logo del BU, l’Universo Bangtan.
I fan hanno notato che il blog è stato aggiornato esattamente un anno dopo la sua creazione che risale al 4 luglio 2017, giorno in cui curiosamente fu rivelato anche il nuovo logo dei BTS.
Il 10 luglio 2018 il blog ha ripostato il primo episodio qui sopra riportato identico a quello dell’anno scorso con una sola differenza: quest’anno il negozio aprirà ad agosto e non più a settembre.
Quando il link del post del blog è stato twittato (QUI), il messaggio includeva anche l’hashtag #PlayingCard sia in inglese che in coreano. In aggiunta, i fan hanno notato che una conferenza - di cui il fiorista aveva precedentemente parlato chiamandola inizialmente “FLOWER 2012” - adesso viene citata come “Annual Flower Conference”.
Il 12 luglio 2018 il blog ha ripostato il secondo episodio qui sopra riportato (’La presentazione del Flower Smeraldo’), anche questa volta modificando solo un dettaglio: invece della frase ‘[...] Con quel desiderio impresso nella mente, ho deciso di aprire un negozio specializzato in Smeraldi, il “Flower Smeraldo”, questo settembre. [...]’ è stata riportata la frase ‘[...] Con quel desiderio impresso nella mente, ho deciso di aprire un negozio specializzato in Smeraldi, il “Flower Smeraldo”, alla fine di agosto. [...]’.
Il 17 luglio 2018 è stata ripostata sul blog la terza storia (”Come è stato scoperto ‘Smeraldo’?”) senza nessuna modifica apportata al post dell’anno prima. 
Il 20 luglio 2018 è stata ripostata sul blog la quarta storia (”La leggenda dello smeraldo”) senza nessuna modifica apportata al post dell’anno prima. Il 26 luglio 2018 è stata ripostata sul blog la quinta storia (”Le carte di Ashbless”) senza nessuna modifica apportata al post dell’anno prima.
Il 31 luglio 2018 è stata ripostata sul blog la sesta storia (”Madame Lenormand e la Carta del Fiore”) senza nessuna modifica apportata al post dell’anno prima. Il 3 agosto 2018 è stata rispostata sul blog la settima storia (”Non potevo dire la verità”) senza nessuna modifica apportata al post dell’anno prima.
Il 15 agosto 2018 è stata postata sul blog l’ottava storia (”Aggiornando per la prima volta dopo tanto tempo”). L’ottava storia pubblicata nel 2017 riguardava invece il primo ordine ricevuto dal proprietario del negozio. Il commerciante entusiasta raccontava di aver ricevuto la visita di un giovane cliente che gli aveva ordinato un mazzo di smeraldi. La ricevuta dell’ordine presentava la firma di Jin. Il racconto del proprietario combaciava infatti con il note presente in “Love Yourself: Her” in data 15 agosto ANNO 22.
Seokjin 15 agosto ANNO 22
“Successe dopo essere uscito da un incrocio trafficato e aver cominciato ad andare più veloce che mi fermai improvvisamente e involontariamente. La macchina dietro di me suonò il clacson e mi sorpassò e qualcuno stava urlando imprecazioni, ma in mezzo ai rumori della città io non sentivo nulla. C’era un piccolo negozio di fiori all’angolo della strada, sulla sinistra. Non mi ero fermato bruscamente perché avevo visto il negozio. In verità fu come se mi fossi accorto del negozio solo dopo aver fermato la mia auto. Quando il proprietario - che stava organizzando dei volantini al lato del negozio attualmente in via di costruzione - mi si avvicinò, non avevo nessuna aspettativa. Ero già andato in diversi altri posti ma nemmeno i fioristi avevano idea dell’esistenza del fiore che stavo cercando. Mi mostravano solo fiori dai colori simili. Ma io non stavo cercando qualcosa con un colore semplicemente simile. Il fiore doveva essere vero. Dopo che dissi al fiorista il nome del fiore, lui mi guardò per un alcuni attimi. Poi disse che anche se il negozio non era ancora aperto ufficialmente avrebbe potuto farmi consegnare i fiori. Mi chiese: “Perché deve essere quel fiore in particolare?”. Mentre giravo la maniglia e ritornavo in strada, cominciai a pensare alla ragione per cui doveva essere quel e solo quel fiore. Ne esisteva solo una: perché volevo rendere felice quella persona. Perché volevo far ridere quella persona, perché volevo mostrarle la versione di me che le piaceva di più.  Perché volevo diventare una persona buona.”
Il 22 agosto 2018 è stata pubblicata sul blog la nona storia. Si tratta di un post in cui il proprietario del negozio ne annuncia la sua apertura. Le porte verranno dunque aperte il 25 agosto a Jamsil e il logo del negozio sarà questo: 
Tumblr media
I BTS terranno la loro prima tappa del tour “Love Yourself” il 25 agosto al Jamsil Olympic Stadium di Seul.
Il 24 agosto 2018 sul blog viene postata la decima storia, un post intitolato “Manca solo un giorno all’apertura”. Il proprietario si dice emozionato per l’imminente apertura dell’attività e confida di aver voluto scattare una foto del suo negozio ma di non aver potuto a causa delle condizioni climatiche (N/B: in Corea è stato dato l’allarme tifone).
Il 3 settembre 2018 viene postata sul blog l’undicesima storia, un post riguardante la chiusura del blog. Il proprietario ringrazia tutti coloro che hanno visitato il negozio (N/B: uno stand chiamato ‘Smeraldo Flower Shop’ era infatti presente fuori allo stadio olimpico di Jamsil dove i BTS hanno tenuto le prime tappe del tour) e dichiara di volersi prendere pausa dagli aggiornamenti del blog per concentrarsi sugli affari della sua attività. I fan suppongono che quindi il blog riaprirà e ricomincerà a postare durante il prossimo comeback. 
Aggiornamenti del blog nel 2020
[In parallelo, l’account Twitter “Smeraldo Books” ha postato estratti del secondo libro, in uscita il 24 agosto. Trovate le varie traduzioni in questo post] 
Il blog è tornato in attività il 6 luglio 2020.
Il 10 luglio 2018 è stata ripostata sul blog la prima storia (”Il fatidico incontro con ‘Smeraldo’, il prologo”) identica a quelle degli anni precedenti con nuovamente l’apertura del negozio prevista per fine agosto.
Il 12 luglio 2020 è stata ripostata sul blog la seconda storia (”La presentazione del ‘Flower Smeraldo’”) senza nessuna modifica apportata.
Il 15 luglio 2020 è stata postata sul blog la terza storia (”Una breve storia noiosa”) che però differisce completamente da quelle degli anni precedenti: si parla infatti di un tifone e di un uomo con un ombrello in visita al negozio ancora chiuso.
Il 17 luglio 2020 è stata ripostata sul blog la quarta storia che corrisponde alla terza storia (”Come è stato scoperto ‘Smeraldo’”) degli anni precedenti senza nessuna modifica apportata.
Il 20 luglio 2020 è stata ripostata sul blog la quinta storia che corrisponde alla quarta storia (”La leggenda dello ‘Smeraldo’”) degli anni precedenti senza nessuna modifica apportata.
Il 26 luglio 2020 è stata ripostata sul blog la sesta storia che corrisponde alla quinta storia (”Le carte di Ashbless”) degli anni precedenti senza nessuna modifica apportata.
[Il 26 luglio 2020 i BTS hanno inoltre annunciato il rilascio del nuovo singolo per il 21 agosto. L’apertura del negozio prevista per fine fine agosto alludeva probabilmente a questo evento]
Il 31 luglio 2020 è stata ripostata sul blog la settima storia che corrisponde alla sesta storia (”Madame Lenormand e la Carta del Fiore”) degli anni precedenti senza nessuna modifica apportata.
Il 3 agosto 2020 è stata ripostata sul blog l’ottava storia che corrisponde alla settima storia (”Non potevo dire la verità”) degli anni precedenti senza nessuna modifica apportata.
[Il 5 agosto 2020 è stata annunciata l’uscita del libro “The Most Beautiful Moment in Life: THE NOTES 2″] 
Il 12 agosto 2020 è stata postata sul blog la nona storia (”Aggiornamento dopo un po’ di tempo”): si tratta di un nuovo contenuto, non presente negli aggiornamenti degli anni precedenti.
Il 22 agosto 2020 è stata postata sul blog la decima storia (”Riesco a partecipare al festival dei fuochi d’artificio”): si tratta di un nuovo contenuto, non presente negli aggiornamenti degli anni precedenti.
Il 3 settembre 2020 è stata postata sul blog l’undicesima storia (”Grazie mille a tutti coloro che hanno mostrato interesse nello Smeraldo!”): si tratta di un nuovo contenuto, non presente negli aggiornamenti degli anni precedenti, e viene annunciata la chiusura del blog.   
Questo post sarà soggetto a modifiche.
Traduzione e info a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©lynch, maru)
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se penso poi a quando avevo creato questo blog per la prima volta, quando ancora il nome era diverso.
timidina, avevo paura di scrivere qualcosa di mio, volevo solo postare foto.
poi ho realizzato che scrivere mi aiuta a ragionare sulle cose e che qui non sarei stata giudicata, perché non conosco nessuno e quindi amen.
emozioni negative is a slice of life babe.
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gcorvetti · 2 years
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Content creator.
Da una settimana circa sto guardando i video di un tizio, Frank Gramuglia, troppo forte veramente divertente, mi piace il ritmo che ha e assolutamente le cose che dice, il fatto che odia le persone, che è povero come la merda, poi il video della chiesa è troppo forte, una bella dose di risate ogni volta, anche se devo dire che a lungo andare mi sta un pò stufando, ma come quello delle scorregge bisogna prenderlo a dosi piccole e ogni tanto. Ci vuole un pò di sano demenziale in questa vita di merda, Frank docet appunto, anche non prendersi troppo sul serio, che poi ho notato che io devo prendere sul serio gli altri ma loro non fanno lo stesso con me, beh oramai sono abituato a tutti i tipi di denigrazione possibili dalla seconda metà degli anni 90 quando arrivarono gli haters, si prima di internet, che venivano ai concerti solo per dirti alla fine quando scendevi dal palco : 'Proprio un concerto di merda, hai suonato no schifo' ecc ecc, ma il tema non è questo.
Cosa vuol dire content creator? Creatore di contenuti, semplice, ma cos'è in realtà il creatore di contenuti, forse non tutti sanno che i social, youtube e altre piattaforme non sono per definizione come i siti, se vai su un qualsiasi sito per esempio di vendita di abbigliamento trovi i vestiti, perché è l'azienda stessa che li inserisce, no non parlo di marketing o vendita ma proprio di popolare le pagine del proprio sito, i contenuti appunto; sui social i contenuti li inseriscono gli utenti, infatti dovremmo essere pagati un tot a post ma questo è un altro discorso. Come Frank e il tipo delle scorregge ci sono milioni di creatori di contenuti per tutti i gusti, veramente c'è solo l'imbarazzo della scelta, ogni argomento di questa vita è trattato, ma anche ogni sorta di intrattenimento, non conto quelli che fanno video sul nulla scrivendo 'guarda cosa succede fino alla fine' e poi non succede un cazzo, quelli sono idioti che non hanno niente da fare. Come dice il buon Gramuglia continuate a guardare i miei video così guadagno un pò, si non si guadagnano cifre esorbitanti, ma c'è chi negli anni è riuscito a farsi una bella fetta di torta annua non male, più sei popolare più ti seguono più guadagni, beh non male, ma chi ci guadagna veramente è la piattaforma, ma non in utenti ma in pubblicità, gli investitori sono contenti se c'è chi crea contenuti e fa si che le persone stiano attaccate alla piattaforma invece di andare altrove, così c'è più possibilità che vedano e clicchino le pubblicità, questo è un meccanismo assurdo, perché quando il CEO della piattaforma mostra i dati agli investitori chi dice che siano reali? Il caso di twitter la dice lunga. Ma l'argomento non è neanche questo :D
Il creatore di contenuti spesso posta più video in una settimana o ha dei giorni ben stabiliti per farlo, come una sorta di palinsesto, ma nel resto del tempo magari ha un lavoro e prepara il contenuto, magari ci mette giorni prima di finalizzare e creare il video bene con tutte le problematiche tecniche e pratiche del caso, diciamo che ci mette un bel pò, spesso sono musicisti che fanno una cover a settimana e un brano loro o che spiegano a modo loro teoria musicale o come hanno fatto i soldi grazie a voi, si sa la musica è sempre un gran calderone dove ognuno ci vede quello che vuole tranne la musica stessa. Herbie Hancock, non uno qualsiasi, disse che il Jazz non è più una musica ascoltata da tutti, una volta lo era eh si, perché oramai non si ascolta più la musica in se ma si guarda al personaggio, come veste, come si atteggia ecc ecc come dargli torto, non ricordo in che anno lo disse, fatto sta che è una frase attuale come non mai.
Anni fa un tizio, un bravo pianista simpatico, mi disse che se volevo fare qualcosa dovevo riuscire a farmi notare sui social, postare uno, due o anche tre video a settimana, ma fatti bene, fai delle cover all'inizio così per attirare le persone, poi piano piano ci infili i tuoi brani e se piaci tranquillo che otterrai qualcosa in più. Si caro amico pianista tutto vero, questo succedeva almeno 5 anni fa, ho letto alcuni blog e visto, appunto, alcuni video che spiegano che per fare breccia sulle menti atrofizzate delle persone bisogna creare dei contenuti con una matrice specifica come dettato dagli standard odierni e avrai successo, i soldi arriveranno negli anni.
Qualche giorno dopo mi misi e feci un piano, poi iniziai a scegliere delle cover più o meno conosciute e un giorno mi misi di punto a cercare di fare un video decente, spesi almeno 3 ore e nonostante la buona performance il video era di qualità scadente, pensai che non era il caso di postarlo perché sarebbe stato ignorato o poco visualizzato; allora ripresi il piano e lo strappai in mille pezzi, il motivo è semplice io non sono un content creator sono un musicista, le tre ore perse a fare il video, senza contare il tempo per preparare la cover che non ricordo neanche qual era. Sono uno di quelli a cui piace suonare dal vivo, non mi interessa che le persone vedano e apprezzino i video che faccio voglio che vengano ai miei concerti e magari acquistino il mio cd, non ho tempo di aspettare di diventare virale per poi fare soldi, è tutto tempo sprecato, la musica è un'altra cosa, almeno io la penso così; quelli che fanno i video sui canali non sono musicisti sono appunto creatori di contenuti e se gli sta bene cazzo mene, sempre da Gramuglia. Quelle 3 ore perse a cercare di fare qualcosa controvoglia, non ero convinto per niente, le ho sprecate un pò come fanno le persone sui social sprecano le ore a non fare niente; come artista ho una visione della mia arte diversa, forse atavica, ma diversa. Di persone che fanno i video per intrattenere online oramai il web è saturo, cosa posso dare io in più degli altri? Niente, sarei una goccia in un oceano immenso, certo tranne che trovo la formula per cui svolto ma mi sa che è difficile visto che da musicista faccio più o meno quello che fanno tanti altri, all'epoca facevo il one man band proprio perché qua in Estonia non c'è nessuno che lo fa e puntavo su sta cosa per riuscire a fare musica in questo posto, che come sai e ho scritto in altri post, sono razzisti e se sei più bravo di loro cercano di buttarti giù in tutti i modi, in primis non facendoti suonare solo perché non sei estone e quindi non puoi accedere ai circoli ristretti; ma chi cazzo se ne frega di entrare in circoli ristretti dove di ristretto hanno solo la mentalità, l'ignoranza dilaga sempre di più nel mio campo e se non fai quello che a sti decerebrati piace, tutto il mondo è paese, non sei bravo; cioè non sono bravo se suono due strumenti diversi contemporaneamente e canto pure, scrivo le mie canzoni musica e testo, e faccio una performance dal vivo coinvolgendo il pubblico?, cosa che qua non esiste perché chi suona è la rock star e non guarda per niente il pubblico, anche se questo è un modo stupido di presentarsi dal vivo non sei nessuno e le persone che ti vengono a vedere sono li per te e tu non le caghi, hai solo paura e non sei adatto a stare sul palco, questo vedo io. Poi c'è da dire che il pubblico qua è atipico, non si divertono semplicemente perché c'è una band dal vivo ma lo fanno solo quando hanno raggiunto il livello alcolico giusto; ricordo quando ho fatto quel progetto con pianistucolo che nonostante facessimo del buon swing nessuno si muoveva dalla sedia fino a quasi la fine della performance quando l'alcol faceva effetto, così è suonare per dei decerebrati sonnambuli. Allora dopo una profonda riflessione durante il lock down, che comunque non si poteva suonare, sono arrivato alla conclusione autodistruttiva che non suonerò dal vivo mai più in questo posto, perché se il pubblico non ti capisce non è colpa tua ma loro, vedere mentre suoni le persone che parlano tra di loro o si fanno i cazzi propri sul telefono è deprimente, 'oh oh, sto suonando, mi sentite?' No, perché non hanno la cultura necessaria per capire che sono la per loro, sto suonando per allietare le loro vite vuote e deprimenti, ma egoisticamente non si accorgono neanche del vicino di sedia, non lo guardano neanche come se non esiste, eppure è la in carne ed ossa.
Per concludere dico che spero di trovare la forza, perché i soldi si trovano sempre, per andare via da qua e lasciare i miei figli senza il padre, si ok sono grandi e spero che capiranno ma non è facile vivere lontano da loro, riguardo a lei non penso che sentirà la mia mancanza visto che nonostante sono qua non mi caga e non capisce neanche come approcciarmi dopo 23 anni che stiamo assieme, sono vecchio forse per riiniziare da zero in un altro posto, ma in questo sto morendo piano piano sempre di più.
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wol-roos · 6 years
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Un nuovo (mirabolante) inizio!
Bene, Tumblr nasce come blog, luogo sacro e importante per tutti coloro che vogliono postare contenuti privati di un certo rilievo, tipo il viaggio a Londra, la cena da Cracco o il loro carlino che sorride se vede i biscotti per i cani. Io non sarò da meno, ma dato che la mia vita non ha niente di emozionante (e preciso NIENTE), non aspettatevi fotografie sgargianti o ciò che ho elencato prima. Solo parole, solo scrittura.  La domanda però viene spontanea: “Okay, tu però hai una vita del cazzo, banale, nella quale TUTTI si ritrovano, perché dovrei seguirti e leggere i tuoi papiri?” Bene bene amico mio, è proprio nella tua frase che si nasconde la risposta. Nella mia vita tutti si possono ritrovare e in una società come la nostra, dove la quotidianità è interessante solo nelle celebrità, vorrei provare a portare qualcosa di diverso. Riflessioni, opinioni, carlini che sorridono ah, no, scusate, quelli abbiamo detto di no. Passiamo a qualche retroscena di me, anzi, prima della scelta di tumblr. Volevo scrivere un diario personale, un blog solo mio in poche parole. Poi però ci ho ripensato. Non avrebbe avuto senso, non avrei trasmesso nulla. E nell’arte si trasmette SEMPRE qualcosa (anche lo schifo, sì). E quindi ho scelto tumblr, un blog online dove posso raggiungere qualcuno. Non vorrei che nessuno di voi (presunti) lettori si aspettasse aforismi carichi di phatos o foto di qualche ragazza rachitica in pose bizzarre che cerca di fare la profonda; Non porterò niente del genere, anche se su questa piattaforma la cosa è molto richiesta ed apprezzata.  Continuerò a scrivere anche senza feedback, anche senza la certezza che qualcuno legga. Scriverò prima di tutto per me, nella speranza che, appunto, qualcuno legga. Ma ora passiamo a me. Non vi dirò niente di concreto, giusto qualche sfumatura, alla Monet! Sappiate che non sono un quarantenne con l’aspirazione di un futuro da scrittore che non ci sarà mai. Sono solamente qualcuno, giovane, molto giovane direi, che vuole provare nel tentare di scrivere, di portare i pensieri su un foglio (è un foglio?) digitale. Voglio sbagliare, ottenere critiche, insulti, proposte di vendere il mio culo a qualche casa editrice che mi pagherà 2 sesterzi l’ora. Voglio tutto questo, ma non è una pretesa. È simile alla voglia di diventare un celebre scrittore di quel quarantenne fallito menzionato prima.  Ora che ci penso forse farò quella fine. Vabbè, mi accontento. Sai che fascino uscire con qualcuno e alla classica domanda “che cosa fai nella vita?” esordire con un bel “Beh sai.. sono uno scrittore (bugia) freelancer (disoccupato), non ho ancora pubblicato il mio romanzo (quale dei 420 incompleti?) ma pubblico spesso articoli di giornale su temi d’attualità (scoop sul cambio di sesso del cugino della nonna di Albano).” Visto? Con un po’ di bugie e tanta voglia di apparire, potrete fare i fighetti e fare un’ottima figura mentre bevete il vostro Campari in qualche locale alla moda. Il mio delirio finale è finito e fa davvero troppo caldo per continuare a scrivere, quindi alla prossima.  Sì, saluto così, senza dire nient’altro. Ci conosceremo post dopo post, questa è solo l’introduzione. Tipo come quando comprate qualche snack cinese, leggete il nome del prodotto (non lo capite) e poi vi apprestate a mangiarlo. Ecco, con questo blog sarà la stessa cosa: proverete, tenterete, andrete alla cieca!
P.S: Solo alla fine scoprite che lo snack cinese non era uno snack ma blocchetti chimici per uccidere gli scarafaggi. 
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Sto scrivendo molto a caso, mi manca scrivere i miei pensieri da qualche parte.
Parto da qui.
Non so mantere una cosa costante nel tempo.
Ieri mi hanno fatto ricordare da quanto non scrivevo, ti ho abbandonato. Ma non volevo farlo, è solo successo, gradualmente nel tempo.
Il postare, il pensare come postare, il semplice prendersi per tempo per scrivere a te.
Mi manca, riuscirò a scriverti qualcosa?
Probabilmente no.
Però questo non toglie che posso scrivere adesso, perché mi va.
Forse ho in mente qualcosa forse no.
Scusa per questo post sconnesso.
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Ti volevo, ma ti odiavo, ma ti amavo.
Io ti volevo, ti volevo più di ogni altra cosa, ti avrei regalato la luna se solo l'avessi chiesta, il mio cuore batteva sincronicamente assieme al tuo, la mia anima si era fusa alla tua, le nostre essenze.. Tutto.. Eravamo una sola persona, ma tutt'oggi non so se tu mi amavi davvero oppure se amavi un'idea di me, forse per te valevo tutto, oppure niente.
Ora che non sei piu mio, sento che dentro sono morta, tu proteggevi il mio cuore nelle tue mani, lo custodivi.. Come una gemma preziosa, quando te ne sei andato hai preso il mio cuore, guardandomi negli occhi lo hai spappolato e buttato a terra, poi ti sei voltato e sei sparito lasciandomi li.. Sola.. E distrutta
Vedo le vostre foto, vedo come le cingi i fianchi con le stesse mani che cingevano i miei, mi sembra di poterle ancora sentire, i brividi mi pervadono la colonna vertebrale, brividi freddi, perché mi ricordo quando mi dicevi di non postare foto nostre insieme, e con lei invece lo fai.. Perché.
Non posso far a meno di immaginarla sotto di te, dove un tempo c'ero io, non posso non sentire nella mia testa le sue urla di piacere, provocate da te, e mi ribolle in sangue solo al pensiero, soffoco, tra le urla nella mia testa.
Mi ricordo quando mi dicesti "o me o Instagram" perché a te non piacciono i social, e io scelsi te, perché di insta non mi fregava nulla, mi ricordo quando dicevi "non devi farti del male" e per te smisi pure di farmi del male, mi ricordo anche quando mi hai detto "non vestirti troppo nuda" e iniziai a vestirmi con magliette super accollate pur di vederti felice, oppure quando mi dicevi "niente dimostrazioni d affetto, perché di te non mi fido" e quando sentivo queste parole volevo solo morire, perché io davo il 1000% di me, solo per te.. E te ignoravi tutti i miei sforzi, o quando mi dicesti "non tenermi per mano" perche per te tenere per mano qualcuno vuol dire amarlo ed essere amato, non potevo dirti "ti amo" perché secondo te non ero sincera.
Ora invece tutte queste cose le fai, non con me.. Ma le fai.
Sei stato a vivere da me, ti ho amato.. L unica persona che sono riuscita ad amare l'ho allontanata.. Non so nemmeno io come.
Sola.
Mi ricordo quando eravamo in casa, io giravo solo con le mutande e tu pure, era bellissimo, mi ricordo che mi hai amata sul tavolo della cucina, sui fornelli della cucina, in bagno a sedere sul water e pure in piedi appoggiata al lavandino con te che mi prendevi da dietro guardandomi negli occhi attraverso lo specchio, nella doccia, nel mio letto, nella mia stanzina con le lucette natalizie rosse, per creare atmosfera, mi hai amato pure nei giardini, nelle stazioni, nei treni.. Mi hai amato così tante volte ed in così tanti modi diversi.. Con lei fai queste cose?
Dimmi, ci pensi ancora a me? A quando si litigava perché volevi farti di crack, e alla fine lo facevi ed io mi ritrovavo in bagno chiusa a chiave a piangere ed urlare, con te dietro la porta che mi chiedevi di aprire.. In qiuei momenti ti odiavo, con tutta me stessa, era come se ogni tuo tiro di quella morte uccidesse un po' anche me, ti ricordi quando uscì dal bagno? Con gli occhi rossi per il pianto ed un espressione assente, quella sera mi sedetti sul divano, tu prendesti la tua bottiglia, la tua droga.. E davanti a me ti facesti di quello schifo.. Io non urlavo più, piangevo si.. Ma in silenzio, perché non volevo farti sentire in colpa, perché ti vedevo lì.. Più distrutto di me, col cuore in frantumi, tu.. Con gli occhi bassi sulla bottiglia, io.. Con lo sguardo perso nel vuoto, in silenzio con le lacrime che mi bagnavano il viso, quando poi finisti, ti inginocchiasti davanti a me e chiedesti scusa, l unica cosa che feci fu spostare il mio sguardo.. Da un punto fisso incastonai i miei occhi tristi e stanchi nei tuoi, e li.. Vidi che qualcosa dentro di te si ruppe, Vidi il tuo sguardo farsi sempre piu triste, poi mi hai preso e mi hai fatto sedere su di te in terra, quella sera.. Scoppiano a piangere all'unisono, ci basto guardarci negli occhi, per capire il dolore e l amore che provavamo in quel momento.
Ti sei scordato tutto?
Tutto ora quando ti vedo ho i brividi, e tu gli occhi lucidi e pieni di vuoto, io ci morivo in quegli occhi, inespressivi come pochi. Ogni tanto riuscivo a cogliere nei tuoi sguardi un po' d amore, ma non ho mai capito se fosse un amore per me, o per altro.
Soffro.
Soffri?
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blue-tardis-y · 6 years
Conversation
Un post inutile.
Hey, sono viva e sto bene (quasi).
So che non fregherà a nessuno ma credo che ricomincerò a postare qualcosa qui, aesthetic per di più, pensieri/commenti su film e serie tv sparsi, forse.
Se siete interessati ho creato una pagina su facebook, Do It For Aesthetic (richieste sempre aperte!)
In realtà volevo solo salutare e dire che il popolo di tumblr un po mi era mancato 💙
Hey, I'm alive and I'm fine(-ish).
I know he will not care about anyone but I think I'll start posting something here, aesthetic for more, comments on movies and TV series and scattered thoughts, maybe.
If you are interested I created a page on facebook, Do It For Aesthetic (requests always open!)
Actually I just wanted to say hello and say that the tumblr people had missed me a little 💙
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Diario di bordo, non so che giorno sia.
28 giugno
Non so perché sto facendo questo, odio 'sta moda di merda di postare e far vedere i cazzi tuoi a tutti, sto risultando quindi molto incoerente. La verità è che spero che (questo cos'è un post?), che questo post sia condiviso talmente tante volte da farmi apprezzare per il mio modo di scrivere o cazzi simili. Allo stesso tempo scrivo qui perché so che non mi si inculerà mai nessuno. Confermo la mia incoerenza o bipolarità.
Magari dovrei usare meno "che" e meno "cazzi".
Cosa potrei dirvi...
Ho 18 anni ed oggi ho finito la maturità con l'orale, ti giri tutti i prof e poi arrivi all'ultimo e realizzi che è l'ultimo, lì ti arriva una sensazione tipo la campanella che suona quando la prof ti ha appena chiamato all'interrogazione (sottointendo il fatto di non essere pronta perché non lo ero mai e quelle rare volte comunque odiavo essere interrogata).
Visti gli scritti ti alzi e senti la terra che si apre sotto i tuoi piedi, quindi è finita e mo che fai saluti? Saluti. "Arrivederci". E la prof ti fa "Ti auguro una bellissima vita." Non una prof a caso, una di quelle dolci che si fa rispettare. Regà ma quale vita bella? Io ho avuto una vita di quelle contorte e difficilissime, non so se definirla bella. Ho avuto? Ho. Dubito che la mia vita faccia questo cambio radicale ma ci arriveremo per gradi...
Mi sono sempre autoconvinta che la vita fosse bella poiché complicata e, ne sono convinta tuttora eh, ma da tre mesi quasi (2 mesi e 16 giorni se proprio vogliamo...), ho visto da vicino come vivono gli altri.
Gli altri sarebbero quelli che non hanno problemi economici, i propri genitori si amano e altre cose che comportano i problemi prima citati che gli altri non hanno.
Gli altri in questo caso sono il mio ragazzo e la sua famiglia, quelle con la f maiuscola.
Famiglia.
Quelle dei film, dove tutto è sempre perfetto e le cose più brutte che potrebbero accadere sono i cetrioli che cadono a terra mentre mangi ed i gatti che furtivi entrano in casa e lanciano una palla di pelo a terra. Sempre se le palle di pelo si lanciano o si vomitino, boh.
Tralasciando ora il mio ragazzo e torniamo alla terra sotto i piedi. Sono circa 16 anni che vado a scuola (sì conto l'asilo) o se vogliamo 13 o anche solo 5, come vi pare, non so quando inizi la scuola vera. Facciamo 13 anni, in cui ogni mattina dal lunedì al venerdì per nove mesi circa mi alzavo sempre circa alle 7 e andavo a scuola, banchi sedie compagni insegnanti.
L'estate noiosa perché fondamentalmente tutti 'sti soldi per fare chissà che non li ho, poi tutto da capo.
Adesso non c'è nessun punto e a capo, non so che cazzo succede, è come se mancasse qualcosa. Un cazzo di gap, quelli tra la banchina e il treno della metro. O proprio il nulla. Non so come si chiamano in campo boh virtuale, spero mi abbiate capito e magari ditemi il termine corretto.
Inizia un'altra vita, quella degli adulti, la sofferenza vera di cui non ho mai voluto occuparmi (la mole da sopportare era fin troppa, sembra detto in modo ironico ma sono serissima). Oddio non so se chiamarla sofferenza, direi preoccupazioni vere, le tasse, le bollette, le scelte politiche (ah no aspe' quelle dovrebbero già riguardarmi) e altre cose di cui non so nulla, appunto!
Io non so dove mettere mani o meglio piedi, perché tutto ciò che ho vissuto finora mi sembra inutile per la vita che mi aspetta, tipo come stracazzo funziona l'università? Tipo che faccio 'st'estate? Dovevo partire una settimana a corfù e... sì quello lo faccio, poi un mese a lavorare nei villaggi. Ma come dicevo c'è il mio ragazzo, da quando ci conosciamo non sono mai passati più di tre giorni che ci rivedevamo, quindi già gli otto giorni a corfù sembrano infiniti, come li vedete circa una cinquantina?
Tralasciando che non so quindi se rifiutare o accettare il contratto se me lo offriranno, perché se rifiuto butterei i 100 euro che ho speso per il corso, che si vanno a sommare ai soldi spesi per la patente, il diciottesimo, mamma che non ha un lavoro e il mantenimento e litiga con papà e blablabla.
Ora dovrei quindi riprendere tutto quello che a causa della maturità ho rimandato, dovevo farmi una lista perché non ricordo nulla, solo aiutare mio fratello con i suoi compiti estivi, 11 anni fine prima media, un modo per catapultarmi nel passato. Per sentirmi ancora una studentessa comune pure io e non un'universitaria del porcodio.
L'università è sempre stata il mio sogno non fraintendetemi, però la vecchiaia...
Adesso leggete l'ironia che ci sta. Oh però voi sfigatelli quanti anni di scuola ancora, come dice il mio ragazzo "Porcodio ma 'n si contenta che si finito?"
(lui è un anno più piccolo di me).
È...il mio dialetto manco ve lo dico qual è, al massimo googlatelo.
Quindi sono qui per cercare di aprirmi la strada verso il mondo del lavoro come scrittrice, ma da quanto ho visto faccio schifo ho pure bestemmiato, perché sì ho scelto letteratura italiana ed è inutile non porta lavoro gnegne, tu madre.
Ora volevo parlare del mio ragazzo, ma lui merita un post da esibizionista a parte, alla prossima puntata.
(dio mio non farò più biologia, chimica, matematica, inglese e blabla, ma quanto diventerò ignorante? madonna che schifo).
cito tanto dio e la madonna ma sono più atea di Friedrich(?) Nietzsche.
R.
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