#vinco alla vita
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La mia professoressa mi ha chiamato “cara.” <3
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[...]
Giuli ambiva, e l’ha compiuto, a un gesto dannunziano, plastico, marinettiano. A uno zang tumb tumb del quieto vivere per cui in certe assisi si va per annuire non recependo alcunché tranne la diaria. A provocare una tempesta nei fragili interlocutori, la stessa per cui col 2% dei voti e mille copie in edicola si governa un Paese.
“Con la quarta rivoluzione epocale della Storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare. L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideoogia della crisi che si percepisce come un processo alla tecnica e al futuro intese come minaccia”. Traduzione: “L’iPhone 17 è uguale a quello prima, aspetto il prossimo”.
“Non l’algoritmo ma l’umano, la sua coscienza, la sua intelligenza e cultura immagina, plasma e informa il mondo”. Che significa: “Declinare i verbi è sopravvalutato”.
E ancora: “Pitagora, Dante, Petrarca, Botticelli, Verdi, insieme con Leonardo e Galilei, Volta, Fermi, Meucci e Marconi, e al di là della declamazione dei grandi nomi della cultura umanistica e scientifica italiana, è necessario rifarsi a questa concezione circolare e integrale del pensiero e della vita”. Ossia: “Ne ho messi 11 così vinco al Fantacalcio”.
Il precedente ministro, non sembrava un’aquila. Questo ce l’ha sul petto. Ma ieri si è espresso in cotal guisa per amore della cultura classica. Del resto ha un nonno che marciò su Roma, come sappiamo. L’altro, invece, aveva scritto la lettera di Totò e Peppino alla malafemmena.
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Avvertenze: scritto da ubriaco e senza correzioni
10 Riflessi
Ho iniziato a scrivere dopo la seconda birra con whiskey ammaliato dal riflesso delle luci al neon e delle stronzate dette dalla gente che mi circonda, che rievoca vecchi eventi passati come la maturità del liceo oramai superata da 10 anni. Preferire non aver mai parlato con questi tizi qualche anno fa, per fortuna mia se ne sono andati, magari per il barista no. Ma chi cazzo se ne frega del resto? Da solo senza puttana si sopravvive così. Oramai le poesie non servono per scopare, sono troppo difficili per la maggior parte delle menti femminili. Amano il banale e il momentaneo. L’effimero. La merda che viviamo. Non si spingono oltre al perché del mondo, e quando le conosco questo genere di donne che potrebbero interessarmi si decidono di scopare uomini mediocri senza cervello. Ma lo accetto, devo farlo per la debolezza dell’essere umano. Quanto vorrei godere ora di un orgasmo sia fisico che mentale come scrissi in qualche pensiero prima.
Donne bellissime accompagnate da uomini discutibili, mediocri nel vestire e nel parlare. Li sento. Potrei batterli con una citazione colta, ma se queste donne preferiscono uscire con loro o dare corda vuol dire che non sono quella figa intellettuale che cerco. E pensare che tutto questo sta nascendo mentre leggevo Bukowski e ho visto una lampadina al neon riflessa sullo schermo del mio telefono. Purtroppo non mi sono portato dietro il libro altrimenti avrei preferito il profumo della carta alla sterilità dell’elettricità. Sterilità, parliamone… non ho mai visto una donna negarsi ad un vibratore. Diciamo che quando fa comodo la modernità piace, assai. Forse dovrei provare anche io?
La birra con il whiskey, la seconda, non l’ho finita ma mi sento già “partito” nel mondo della lettura e della scrittura che sembra che non abbia voglia di finirla. Mi mancavano queste serate dove la mente vaga così velocemente che le dita difficilmente stanno dietro. Bevo
Alcol
Umilio ogni giorno la mia esistenza
Umilio il mio essere
Sottomesso alla vita.
Sottomesso alla realtà.
Vivo la morte ogni giorno.
Vomito nel lavandino e scommetto sulle partite.
Perdo. Vinco.
Godo l’attimo.
Il negroni, l’amaro e la puttana mi accompagnano nella serata.
Cadono bicchieri.
Si rompono vetri come le nostre convinzioni.
Siamo ubriachi di vita,
Siamo ubriachi di morte.
Siamo ubriachi e veri.
Voglio morire con il cazzo dritto dentro una prostitua di basso profilo.
#scrittore#scritto da me#poesia#scritto mio#poeta maledetto#poeta di tumblr#movimento emancipazione poesia#poeta della serra#poeta italiano#scrittori#scrittoreemergente#alcol#pensieri#pensar#pensando#pensiero conteporaneo
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MUOIO PER NIENTE
Mi è capitato fosse l'ultimo giorno Di tenere stretto il mondo Che cercava di lasciarsi andare E l'ho salvato al volo Come si fa col pallone Ecco, io non sono un giocatore Ma forse un po' so giocare Mi è capitato di sentire la spalla di mia madre Come un cordone ombelicale Attaccata alla mia spalla Ed era la cosa che più mi spaventava Così mi allontanavo Per non sentirne il bisogno Prima di dover tagliare
Ora credo Che sia tempo Di sbagliare Non c'è tempo Non c'è tempo Per pensare
E ho pensato al futuro nello stesso modo In cui ho pensato a cosa mangiare senza ingrassare Se Dio m'ha messo le ali vuole che voli Ma preferisco ballare
Mio fratello Io lo sento Già suonare
Mi manca la mia casa Ma non so dove cercarla La mattina sono stanca Ma la sera non mi calma Mamma dimmi che succede Sento il cuore che si stacca Riesco a vivere di sete Ma poi Muoio per niente (muoio per niente) (tutto per niente) (tutto per niente) (tutto per niente)
Riuscire a respirare E' un po' come ricordarsi Che c'è chi ti vuole bene E così vi voglio dedicare Tutta la mia vita Tutta la folle passione Con cui vinco l'illusione Che sia Tutto per niente
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/noemi-bocchi-incinta-spunta-il-pancino.html Noemi Bocchi incinta? Spunta il pancino sospetto sul red carpet con Francesco Totti Francesco Totti (47 anni) e Noemi Bocchi (35 anni) hanno fatto il loro debutto sul red carpet a Roma in occasione della premier del docufilm dedicato a Marcello Lippi, "Adesso vinco io". L'ex capitano della Roma non poteva mancare in un'occasione così importante e, mentre la Roma festeggiava la tripletta di Dybala contro il Torino, lui celebrava uno degli allenatori che ha creduto maggiormente nel suo talento e che ha portato l'Italia alla vittoria dei Mondiali nel 2006 a Berlino. Insieme all'ex calciatore c'era anche la sua dolce metà, Noemi Bocchi, la donna che ha riportato il sorriso sulle labbra del Pupone dopo la fine del matrimonio con Ilary Blasi. I look dei due hanno catturano l'attenzione di fotografi e non solo: c'è chi ha notato un particolare molto sospetto nell'outfit griffato di lei. L'outfit di Noemi Bocchi Un look molto semplice, forse fin troppo, per Noemi Bocchi che alla prima del docufilm su Marcello Lippi ha optato per un pantalone a vita alta, elegante e largo, un top in rete strass ricamato di Prada da oltre 2.600 euro, un cappotto nero e una borsetta griffata, probabilmente Chanel da quasi 4mila euro. Bocchi è sempre stata amante degli outfit aderenti e provocanti. Il pantalone nero largo a vita alta, a coprirle la pancia, infatti, non è molto nel suo stile e in molti hanno notato un pancino un po' "sospetto". Noemi Bocchi incinta? La domanda che tutti si fanno è quella: «Noemi Bocchi è incinta?». Francesco Totti non ha mai nascosto la volontà di avere altri figli, ma d'altro canto, Noemi potrebbe anche aver optato per un look casual visto che l'evento non era di gala. Il cappotto indossato potrebbe essere stato indossato per coprirsi dal freddo e non per nascondere altro, ma i fan del Capitano sognano di poter festeggiare l'arrivo di un altro piccolo romanista in casa Totti.
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"Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Non solo con le persone, con tutto.
Prima forzavo, e ottenevo, ero forte. Adesso cedo, lascio, mollo la presa. Con l’età ci si ammorbidisce, merito anche del vento che si prende in faccia, leviga e smussa.
Sono cresciuto con l’idea che arrendersi significa perdere e abbandonare significa fallire.
Io ho spesso sperimentato il contrario, a volte vinco solo quando pratico l’abbandono.
Quando mi abbandono a me stesso e lascio che le altre cose facciano altro altrove.
Quando abbandono la postazione a cui sono abituato, quando abbandono il comfort per cercarmi in nuove prospettive, qualche nuova idea, o un pezzetto di anima che avevo incastrato in un punto cieco.
Ho scoperto che sono uno che vince soprattuto quando si arrende.
Quando mi arrendo alla vita e lascio che sia lei a condurmi, noto che il mio ego smette di intralciare le sue intuzioni. Fluisco meglio.
Quando mi arrendo alla verità
scopro che le bugie che ho raccontato a me stesso per alleviare dolori insopportabili causavano più dolori di quanto ne portasse la verità. Ho capito che la verità fa male, ma la menzogna non si rimargina mai.
Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Adesso lascio che le cose si lascino per corso naturale, lascio che le persone mi lascino, lascio lasciarmi. Non forzo più, non mi metto più in mezzo.
Non forzo un amore, ognuno è libero di scappare via dai miei battiti cardiaci buoni, non forzo più un brindisi, tutte le feste possono benissimo alzare i calici lontane dai miei auguri.
Non forzo più, non forzo più niente,
adesso scorro, segni particolari:
fiume."
Gio Evan
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Tutto sullo Zero
C'è qualcosa di molto strano nell'aria.
Da giorni tento di ascoltare in profondità, e nell'anima sento una grande confusione di affetti contrastanti.
Da una parte mi sembra che questo tempo stia acquisendo caratteri sempre più gravi di follia, sembra che scivoli verso zone oscurissime, senza più alcun argine né mentale né tanto meno istituzionale: la guerra che praticamente quasi tutti stanno fomentando, rendendo il pericolo atomico ogni giorno più vicino, dentro un delirio propagandistico irreale, incombe su tutti noi, tra un ennesimo massacro e una tormenta di consigli per gli acquisti.
E' come se le oligarchie planetarie, forse in un gioco tutto loro di spartizione del dominio terrestre, stessero allestendo teatri disastrosi sempre più sconvolgenti: un radicale riassestamento delle loro egemonie.
E non fanno più alcuno sconto, tutti devono obbedire, in Italia perciò il nuovo governo sta sull'attenti sulle questioni fondamentali, più draghiano di Draghi, più militare specialmente, perché questo mi pare un punto cruciale: la militarizzazione della vita civile.
Nel linguaggio dei nostri Gruppi potremmo dire che l'Io egoico-bellico, giunto alla sua consumazione finale, tenta di irreggimentare tutti, di bloccare tutti entro una sfera di pura necessità, di ardua sopravvivenza, per prolungare fino all'estenuazione il proprio potere mortifero e mortale.
Che fare in queste condizioni?
L'altro giorno ascoltavo Agamben che in fondo sostiene che ormai "tutto è perduto", e penso che, da un certo punto di vista, abbia ragione.
Mi pare cioè che non ci sia alcuna possibilità di contrastare le derive suicidarie di questo mondo utilizzando gli strumenti mentali, il linguaggio, o anche le istituzioni così come sono.
C'è altro?
C'è un qualche virgulto più verdino ai piedi della quercia fulminata?
Da tempo nella mia vita ho puntato tutto sullo Zero, come alla roulette: o vinco 36 volte la posta o perdo tutto.
Da questo Zero o Nulla o Vuoto ho lasciato ogni volta che emergesse, di decennio in decennio, lo spunto nuovo, ciò che questo mondo non può nemmeno concepire: l'Inconcepibile appunto, ciò che è per davvero Necessario.
E così anche adesso, e anzi direi ancora di più adesso, confido in questa fioritura dell'Inaudito, aspetto che mi dia il suo Ordine, mi indichi dove erigere la nuova staccionata, dove coltivare il nuovo Campo, e come costruire l'Arca per l'inedita navigazione.
Lasciare che i morti seppelliscano i loro morti, ecco, questa mi sembra la prima e più esatta indicazione per l'oggi planetario, per questi giorni così pericolosi, e lasciare al contempo che i Vivi si raccolgano tra di loro per procreare migliaia di Nascenti.
Marco Guzzi
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Da Camaguey in Italia la mostra di Pino Secchi
Da Camaguey in Italia la mostra di Pino Secchi
Quando un blocco economico imposto sessant’anni fa chiude le porte alla speranza, il sogno di una vita migliore passa anche attraverso lo sforzo di cambiare il proprio corpo: “Se arrivo a essere un uomo forte/se vinco qualche premio con la mia forza/potrò aprire la mia palestra” recita la voce del testo che accompagna le immagini del reportage di Pino Secchi, realizzato a Camagüey sull’isola di���
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Tanto lo so, io alla fine ce la faccio sempre, in un modo o nell’altro.
Mjlla
#frasi belle#determinata#ambitious#ce la faccio#non mi arrendo#fanculo#citazioni#frasi vere#vivere#piangere#io#amare se stessi#amor proprio#orgoglio#ambiziosa#vita#alla fine#vinco io#forte#ex migliore amica#ti amo#dimagrire#ti voglio bene#ti amo da morire#famiglia#amici falsi#finti#persone false#vera#frasi
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Ho imparato a non forzare,
a non forzare più niente.
Non solo con le persone, con tutto.
Prima forzavo, e ottenevo, ero forte. Adesso cedo, lascio, mollo la presa. Con l'età ci si ammorbidisce, merito anche del vento che si prende in faccia, leviga e smussa.
Sono cresciuto con l'idea che arrendersi significa perdere e abbandonare significa fallire.
Io ho spesso sperimentato il contrario, a volte vinco solo quando pratico l'abbandono.
Quando mi abbandono a me stesso e lascio che le altre cose facciano altro altrove.
Quando abbandono la postazione a cui sono abituato, quando abbandono il comfort per cercarmi in nuove prospettive, qualche nuova idea, o un pezzetto di anima che avevo incastrato in un punto cieco.
Ho scoperto che sono uno che vince soprattutto quando si arrende.
Quando mi arrendo alla vita e lascio che sia lei a condurmi, noto che il mio ego smette di intralciare le sue intuizioni. Fluisco meglio.
Quando mi arrendo alla verità scopro che le bugie che ho raccontato a me stesso per alleviare dolori insopportabili causavano più dolori di quanto ne portasse la verità.
Ho capito che la verità fa male,
ma la menzogna
non si rimargina mai.
Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Adesso lascio che le cose si lascino per corso naturale, lascio che le persone mi lascino, lascio lasciarmi. Non forzo più, non mi metto più in mezzo.
Non forzo un amore, ognuno è libero di scappare via dai miei battiti cardiaci buoni, non forzo più un brindisi, tutte le feste possono benissimo alzare i calici lontane dai miei auguri.
Non forzo più,
non forzo più niente,
adesso scorro,
segni particolari: fiume.
- Gio Evan
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Sono da sola tutto il weekend e sono anche contenta che mi serve un riposo assoluto e solitario e isolato prima del grande evento finale, però è in queste occasioni che mi sarebbe davvero piaciuto vivere accanto ai miei. Non ho letteralmente mai vissuto accanto ai miei genitori e posso anche affermare di aver vissuto poco, molto poco (mediamente) insieme a loro, quindi è una vita che conosco e nessun'altra, non so cosa vuol dire, nel bene o nel male, averci i genitori accanto, nel sostegno emotivo, anche fisico, nell'aiuto anche nelle piccole cose o le domeniche a pranzo, io ho un bellissimo rapporto con loro, vado a trovarli appena ne ho modo quindi a volte due volte l'anno, a volte ogni due mesi, con mamma ci si sente quando riusciamo e con papà quasi mai, ma so che se fossimo stati a tiro di macchina io stasera, che son sola, me ne sarei andata da mamma e papà, avrei cenato con loro, mi sarei fatta fare le domande, avrei parlato a flusso, anche di Johnny Depp e Amber Heard e papà avrebbe avuto le sue opinioni anche su quello e mi sarei fatta sbucciare una pesca e poi forse avrei anche dormito lì per fare colazione insieme.
In questi momenti, quando mi rendo conto del peso di certe lontananze mi rimetto a fare i conti con le decisioni prese per forza e per scelta e alla fine vinco sempre io, ovviamente, però che fatica accettarne le conseguenze, i limiti e le rinunce, che masso sul cuore.
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Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Non solo con le persone, con tutto.
Prima forzavo, e ottenevo, ero forte. Adesso cedo, lascio, mollo la presa. Con l'età ci si ammorbidisce, merito anche del vento che si prende in faccia, leviga e smussa.
Sono cresciuto con l'idea che arrendersi significa perdere e abbandonare significa fallire.
Io ho spesso sperimentato il contrario, a volte vinco solo quando pratico l'abbandono.
Quando mi abbandono a me stesso e lascio che le altre cose facciano altro altrove.
Quando abbandono la postazione a cui sono abituato, quando abbandono il comfort per cercarmi in nuove prospettive, qualche nuova idea, o un pezzetto di anima che avevo incastrato in un punto cieco.
Ho scoperto che sono uno che vince soprattuto quando si arrende.
Quando mi arrendo alla vita e lascio che sia lei a condurmi, noto che il mio ego smette di intralciare le sue intuzioni. Fluisco meglio.
Quando mi arrendo alla verità
scopro che le bugie che ho raccontato a me stesso per alleviare dolori insopportabili causavano più dolori di quanto ne portasse la verità. Ho capito che la verità fa male, ma la menzogna non si rimargina mai.
Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Adesso lascio che le cose si lascino per corso naturale, lascio che le persone mi lascino, lascio lasciarmi. Non forzo più, non mi metto più in mezzo.
Non forzo un amore, ognuno è libero di scappare via dai miei battiti cardiaci buoni, non forzo più un brindisi, tutte le feste possono benissimo alzare i calici lontane dai miei auguri.
Non forzo più, non forzo più niente,
adesso scorro, segni particolari:
fiume.
Gio Evan
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Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente. Non solo con le persone, con tutto. Prima forzavo, e ottenevo, ero forte. Adesso cedo, lascio, mollo la presa. Con l'età ci si ammorbidisce, merito anche del vento che si prende in faccia, leviga e smussa. Sono cresciuto con l'idea che arrendersi significa perdere e abbandonare significa fallire. Io ho spesso sperimentato il contrario, a volte vinco solo quando pratico l'abbandono. Quando mi abbandono a me stesso e lascio che le altre cose facciano altro altrove. Quando abbandono la postazione a cui sono abituato, quando abbandono il comfort per cercarmi in nuove prospettive, qualche nuova idea, o un pezzetto di anima che avevo incastrato in un punto cieco. Ho scoperto che sono uno che vince soprattuto quando si arrende. Quando mi arrendo alla vita e lascio che sia lei a condurmi, noto che il mio ego smette di intralciare le sue intuzioni. Fluisco meglio. Quando mi arrendo alla verità scopro che le bugie che ho raccontato a me stesso per alleviare dolori insopportabili causavano più dolori di quanto ne portasse la verità. Ho capito che la verità fa male, ma la menzogna non si rimargina mai. Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente. Adesso lascio che le cose si lascino per corso naturale, lascio che le persone mi lascino, lascio lasciarmi. Non forzo più, non mi metto più in mezzo. Non forzo un amore, ognuno è libero di scappare via dai miei battiti cardiaci buoni, non forzo più un brindisi, tutte le feste possono benissimo alzare i calici lontane dai miei auguri. Non forzo più, non forzo più niente, adesso scorro, segni particolari: fiume. Gio Evan https://www.instagram.com/p/CYgKXYZsCmy/?utm_medium=tumblr
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La vita è sempre stata la mia grande Maestra.
Ho imparato tanto da lei, soprattutto dai miei errori e dai miei fallimenti, che sono stati tanti. Ho imparato a guardarmi dentro, a ricominciare ogni volta, sola e con le mie forze. E ogni volta ce l'ho fatta.
Questa volta be'... questa volta è davvero dura perché è davvero "troppo" tutto quello che mi è successo in questi ultimi anni. E come un macigno mi pesa sulle spalle, ogni volta che tento di rialzarmi è sempre più pesante, mi schiaccia sempre di più... e io ricado.
Ogni dannata volta.
Però, piano piano, ora sto iniziando a capire che se stavolta non mi rialzo non ce la farò più.
E se mi rialzerò, seppur con enorme fatica, dopo sarò un'altra persona. Più forte, più consapevole, più IO.
E mentre quel piccolo spiraglio di luce che brilla in fondo alla mia Anima continua a dirmi che non è finita... Quel macigno pesa sempre un po' meno e la consapevolezza di chi sono e di chi voglio soprattutto essere si fa largo nel mio cuore.
E io, vinco.
- madnessofmoon ✨🌙
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Vinco 10 euro con un Gratta e Vinci da 5, quindi, di fatto, ne vinco 5. Non ho mai vinto niente in vita mia a parte una scatola di caramelle Rossana alla tombola delle suore e una tovaglia di forma inutilizzabile gentilmente offerta dall’azienda Ciaffoni alla riffa dell’ufficio. Vinco 10 euro, dico, e mi pare un tesoro inestimabile, che sorveglio a guisa di Dobermann di film anni ‘80: “Non avrai buttato il Gratta e vinci grattato che stava sul tavolo, eh?”, vado ripetendo in casa con incalzante regolarità.
Ne compro uno ogni morte di papa e non so manco bene come si incassi. Mi informano che un tabacchi vale l’altro. Qualche tempo dopo, passeggiando, ne identifico uno. Entro e deposito il magico ticket sul bancone:
“Ho vinto dieci euro”, dico a petto gonfio.
“Che ti do?”, risponde in automatico il tabaccaio, evidentemente avvezzo al cliente medio, i cui istinti volteggiano liberi come libellule a maggio e che puntualmente reinveste i 10 euro in due altri tagliandi, con l’attitudine inevitabile di un fiume impetuoso che si getta in mare e (si) perde.
“I miei dieci euro, grazie” rispondo raggelandolo. Sgrana appena gli occhi, fisso su di me. Sembra il marito del quadro “American Gothic”.
“Non osare giudicarmi perché incasso la mia vincita piccina piccina!”, penso mentre sostengo il suo sguardo interdetto che Lee Van Cleef levate proprio, “Be’? Sono una formichina operosa io! O vanno bene solo le tue cicale puttane?”, vorrei tuonare; invece taccio, sollevo lento la carta da dieci dal bancone, la distendo compiaciuto dentro il portafogli, accenno un ghigno da Ebenezer Scrooge e me ne vado.
Che peccato non avere un cilindro e un bastone quando servono.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#natale#ebenezer scrooge#gratta e vinci
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Mio padre mi dice che nella vita io vinco grazie alla mia semplicità e personalità. E mi dice quanto mi ama e mi adora e di come non ha che me a questo mondo. E poi ridendo dice: quanto piangerai, quando morirò.
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