#vieni a prendermi
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Ci vediamo stasera?
Tu metti il peccato, io ci metto la colpa.
#amore#frasi e citazioni#citazioni#frasi belle#frasi d'amore#parole#mi manchi#poesia#citazione#citazioni d'amore#peccato#colpa#dove sei#vieni a prendermi#vieni qui#frasi#parole e pensieri
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#o arrivi dall’ammmmmmmerica o sei ignorante come una pietra#e devo ammettere che le due cose non sempre sono scindibili lol#immagina pensare che tutti conoscano la tua lingua demmerda come se avessero#appena ingurgitato l’oxford dictionary#mamma vieni a prendermi ho paura la gente dice cose strane
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“Vieni a prendermi….” 🖤
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(Foto: moonfire88)
Ce la fai a smettere di essere così attraente? Sai, io resto semplicemente imbambolato, a vederti nuda. Ok, mettiti qualcosa. Andiamo a fare due passi in campagna.
Suuu, dai! Non prendermi in giro. Si, vabbè: sono innamorato di te, è un fatto. Ma tu te ne approfitti un po'. Stronza! Vieni qui e dammi un bacio... Te lo mangio, quel bellissimo seno scoperto...
Aliantis
(Foto: moonfire88)
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Io ti dico dove sono e tu.....vieni a (sor)prendermi
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PERDONAMI MAMMA!!!
Sono rimasto lì dove mi hai lasciato per due giorni interi. Ho dormito sul ciglio della strada. Ero terrorizzato dal rumore delle auto, ma non mi sono mosso.
Ieri sera una di queste auto si è fermata e lei è scesa. Mi ha invitato a pranzo, ma ho detto di no. Mi ha invitato a dormire da lei. Mi ha invitato a venire a dormire a casa sua e io ho detto di no.
Ho cercato di spiegarle che ti stavo aspettando. Ho cercato di spiegarle che ti stavo aspettando, ma non mi ha ascoltato. Ha tirato fuori un guinzaglio e ha detto che non potevo più stare lì. L'ho morsa più volte e ho finito per farmi la pipì addosso mentre ringhiavo e piangevo!
Non ha capito che mi stava separando da te! Mi ha preso contro la mia volontà e ce ne siamo andati! Ero così triste perché sapevo che ti saresti preoccupata.
Siamo finiti a casa sua. Ho continuato a gridare sperando che mi sentissi, ma non sei mai arrivata. Ho vomitato per il nervosismo, mi sento così male, continuavo a dirle che dovevo tornare perché avresti pensato che ti avevo abbandonato quando avresti visto che non c'ero!
Io, che ti amo con tutto il cuore e l'anima, non ho smesso di piangere da quando ci siamo lasciati qualche giorno fa. Voglio che tu sappia che non ti farei mai una cosa del genere. Non so dove siate ora o perché abbiate fermato la macchina e mi abbiate lasciato lì.
Probabilmente avevi qualcosa di molto importante da fare. Puoi venire a prendermi adesso, mamma?
Oggi ho mangiato perché avevo mal di pancia. Ho anche dormito in un letto molto morbido. E per sbaglio ho anche scodinzolato un po'. Mi dispiace tanto, ti prego di perdonarmi.
È solo molto gentile con me. Ha detto che potevo restare per sempre. Mi chiama Milo, ma ho già un nome. Quando mi vieni a prendere, puoi dirglielo. Vedrete come sarà sorpresa quando le spiegherete che si è trattato di un grosso errore.
Perché mamma, tornerai per me, vero?!? 🙁
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Da non credere cosa può capitare a voler essere gentile con i vicini di casa.
Si erano trasferiti nel condominio da qualche settimana. Padre, madre e un ragazzo adolescente. Non si erano presentati e così mi è sembrato un gesto di buon vicinato andare a bussare io alla porta, e portare un dolce di benvenuto, fatto con le mie mani.
Quando ho suonato il campanello nessuno ha risposto e avevo già girato le spalle per tornarmene nel mio appartamento.
Quando si apre la porta. È il figlio.
“Ciao, gli dico, sono la signora Margherita, quella del piano di sopra. Volevo presentarmi a tuo padre e tua madre e ho portato una piccola torta che ho preparato per darvi il benvenuto….”
Il ragazzo è stranamente tutto rosso in volto. È in tuta e con tutte e due le mani tira verso il basso il bordo della felpa, come se dovesse nascondere qualcosa.
Sono abbastanza vecchia, ed esperta di ragazzi: ho capito subito che, complice il fatto che la casa fosse vuota, stava facendo qualcosa …che avevo interrotto…..
“Mamma e papà non ci sono….” Infatti dice, con un filo di voce. Non un buongiorno, non un grazie, chiaramente imbarazzato. Tanto imbarazzato, e tanto occupato a tirare giù la felpa con le due mani, che non fa nemmeno il gesto di prendermi la torta dalle mani. Sono io che devo chiedergli:
“La torta, posso lasciarla almeno, o devo riportarmela via?” Sorridendo.
A quel punto capisce di esser stato maleducato…”Ah si, prego, scusi” farfuglia. Si scosta dalla soglia, mi fa entrare, ma di prendere questa dannata torta non se ne parla. È evidente che il ragazzino si stava masturbando in beata solitudine e che io lo ho interrotto…..e che il cosino ancora non ne vuol sapere di abbassarsi…
“La poggio in cucina?” chiedo e lui non risponde ma fa cenno di sì con il capo.
Potrei andare via, a questo punto, ma sono molto divertita dalla situazione….e anche un po’ intrigata dall’ immaginare che quella felpa cerca di nascondere un bel pene duro….
Così, senza nemmeno chiederglielo, mi vado a sedere sul divano. Gli sorrido. Mi metto comoda e accavallo le gambe. Faccio cenno con la mano di sedersi vicino a me. “Come ti chiami?”
“Antonio…” risponde a bassa voce. Si vede che soffre per l’imbarazzo, ma non riesce a dire di no alla richiesta di una adulta, e così si viene a sedere vicino a me.
Eh si, l’erezione si vede tutta. Si stava masturbando, chiaramente, tesoro, e forse la mia gonna corta, le calze, quei bottoni della camicetta che con nonchalance ho sbottonato, non aiutano il suo pisellone a ritrovare la quiete.
Lo guardo bene. È carino. Un bocconcino. Mi avvicino a lui. Metto la mia mano sulla sua, per essere pronta a trattenerlo se, impaurito, tentasse di scappar via. I suoi occhi vanno dalle mie cosce al seno. Il pomo d’Adamo nel collo fa su e giù.
“Che hai da guardare, tesoro?” Guido la sua mano sulla mia gamba. Non oppone resistenza, bene. “Forse ti piaccio?”
Resta con la bocca aperta, ma non risponde. Mi chino su di lui, con l’altra mano gli prendo il mento fra le dita, guido la sua bocca verso la mia e lo bacio sulle labbra, facendogliele aprire finché la mia lingua non scivola dentro la sua bocca.
La mia mano lascia la sua che mi sfiora le gambe e va a controllare quanto sia duro sotto la tuta. Con piacere sento non solo che lo è, e tanto, ma anche che sotto la tuta non ha nulla: deve essersi rivestito davvero di fretta quando ho bussato.
Gli abbasso la tuta, continuando a tenergli la lingua in bocca, glielo scopro e lo accarezzo. Lo sento gemere, ma non lo faccio venire, non lì in salone.
“Vieni, mostrami dove è la tua stanza ….” Gli dico prendendolo per mano.
In camera sua lo spingo sul letto, gli ho tolto la felpa, i pantaloni della tuta abbassati sotto le ginocchia. In piedi davanti a lui mi tolgo le mutandine.
“Quando tornano i tuoi?” “Alle 6”, balbetta. “Ottimo” e gli sono di sopra, liberando i seni e dandoglieli da succhiare mentre mi impossesso del suo cazzo per scoparmelo come si deve.
“Da oggi ti aspetto a casa mia ogni giorno a quest’ora, intesi?”, mentre comincia a gemere sotto di me, “e basta seghe!”
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Vieni a prendermi. Tienimi, non abbandonarmi come si fa coi deboli di successo. Sono la maga delle onde, sono la mia pozione, sono il miracolo che non sai. Sono l'andare e venire. Come faccio a dire il mare, dire dove mi porta, dove mi tiene, dove mi tace, dove mi parla e mi racconta la trasparenza del velo d’acqua, come faccio a dire del rumore che scava, mi scova, mi fissa, mi buca il cuore e mi agonizza, mi balla sulle vene asciutte, mi resuscita, come faccio se tu non mi vieni a cercare? Come fai senza me? Come faccio a non ascoltare il mare quando gli mostro la nuca del ritorno. S'è fatto tardi e dice: aspetta, aspetta, lasciami le parole, le lavo col sale, dove vai, resta qua che ti racconto i baci delle conchiglie, i segreti della moltiplicazione dell’acqua, l’ordine misto dei sassi sul fondale!? Come faccio a non ascoltare l'ordire ardito del mare? Vieni a prendermi, dico a te. Quando il mare dice: vieni che ti svelo la storia delle sillabe del vento sulla riva dove il fiato muore sotto il nero di seppia, vieni che ti racconto l’odore del sale, della vittoria, del dolore andato a male, vieni, resta, non andare via, ascolta la musica ai tuoi piedi che batte il tempo della costanza infinita, la fedeltà di ritorno dell'onda, come te lo racconto l’amore liquido dell’acqua, se te ne vai, come? Tienimi, non abbandonarmi come si fa coi deboli di fortuna. Sono la maga delle onde, sono la mia pozione, sono il miracolo della parola, vuoi sapermi? Vieni a prendermi, dico a te, e poi tienimi.
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🍀 Elisa - Anche Fragile
youtube
Tienimi su quando sto per cadere
Tu siediti qui, parlami ancora se non ho parole
Io non te lo chiedo mai
Ma portami al mare, a ballare
Non ti fidare
Sai quando ti dico che va tutto bene così
E perdonami, sono forte, sì
Ma poi sono anche fragile
Non serve a niente di particolare
Solo tornare a pensare che tutto è bello e speciale
Non si dice mai, ma voglio impegnarmi
E salvare un pezzo di cuore
Io non vivo senza sogni e tu sai che è così
E perdonami se sono forte, sì
E se poi sono anche fragile
Vieni qui
Ma portati gli occhi e il cuore
Io ti porto un gelato che non puoi mangiare
E piangiamo insieme che non piangi mai, mai
E non nasconderti con le battute, non mi allontanare
Invece dimmi cosa ti andrebbe di fare
E ridiamo insieme che ridiamo sempre, sempre, sempre
Ma non basta mai, mai
Io un confine non lo so vedere
Sai che non mi piace dare un limite, un nome alle cose
Lo trovi pericoloso e non sai come prendermi, mi dici
Ma non so se ti credo
Senza tutta questa fretta mi ameresti davvero?
Mi cercheresti davvero?
Quella forte, sì, però anche quella fragile
Vieni qui
Ma portati anche gli occhi e il cuore
Io so disobbedire questo lo sai bene
E piangiamo insieme che non piangi mai, mai
E non nasconderti con le battute, non mi sconcentrare
Stiamo a vedere dove possiamo arrivare
E ridiamo insieme che ridiamo sempre, sempre, sempre
Ma non basta mai, mai, mai, mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai
Vieni qui
Ma portati anche gli occhi e il cuore
Io ti porto un gelato che non puoi mangiare
E piangiamo insieme che non piangi mai, mai
E non nasconderti con le battute, non mi sconcentrare
Stiamo a vedere dove possiamo arrivare
E ridiamo insieme che ridiamo sempre, sempre, sempre
Ma non basta mai, mai, mai, mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai
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TROVA UNA SCUSA
E VIENI A PRENDERMI...
Dea
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Tienimi su quando sto per cadere
Tu siediti qui, parlami ancora se non ho parole
Io non te lo chiedo mai
Ma portami al mare, a ballare
Non ti fidare
Sai quando ti dico che va tutto bene così
E perdonami, sono forte, sì
Ma poi sono anche fragile
Non serve a niente di particolare
Solo tornare a pensare che tutto è bello e speciale
Non si dice mai, ma voglio impegnarmi
E salvare un pezzo di cuore
Io non vivo senza sogni e tu sai che è così
E perdonami se sono forte, sì
E se poi sono anche fragile
Vieni qui
Ma portati gli occhi e il cuore
Io ti porto un gelato che non puoi mangiare
E piangiamo insieme che non piangi mai, mai
E non nasconderti con le battute, non mi allontanare
Invece dimmi cosa ti andrebbe di fare
E ridiamo insieme che ridiamo sempre, sempre, sempre
Ma non basta mai, mai
Io un confine non lo so vedere
Sai che non mi piace dare un limite, un nome alle cose
Lo trovi pericoloso e non sai come prendermi, mi dici
Ma non so se ti credo
Senza tutta questa fretta mi ameresti davvero?
Mi cercheresti davvero?
Quella forte, sì, però anche quella fragile
Vieni qui
Ma portati anche gli occhi e il cuore
Io so disobbedire questo lo sai bene
E piangiamo insieme che non piangi mai, mai
E non nasconderti con le battute, non mi sconcentrare
Stiamo a vedere dove possiamo arrivare
E ridiamo insieme che ridiamo sempre, sempre, sempre
Ma non basta mai, mai, mai, mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai
Vieni qui
Ma portati anche gli occhi e il cuore
Io ti porto un gelato che non puoi mangiare
E piangiamo insieme che non piangi mai, mai
E non nasconderti con le battute, non mi sconcentrare
Stiamo a vedere dove possiamo arrivare
E ridiamo insieme che ridiamo sempre, sempre, sempre
Ma non basta mai, mai, mai, mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai
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Sei mia.
#tenebre#amore#frasi e citazioni#citazioni#parole#frasi belle#mi manchi#frasi d'amore#citazioni d'amore#citazione#poesia#disegno#follia#inferno#vieni a prendermi#vieni qui#ti desidero
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Vieni a prendermi, senza avviso a qualsiasi ora e portami dove vuoi.
Stupiscimi, lasciami senza parole, che di cose normali ne ho piene le cicatrici.
- Vincenzo Cannova
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Mamma, sono stanca e voglio tornare a casa.
Voglio sapere che avrò qualcuno da abbracciare, perché essere grandi è bello finchè non si capisce quanto si è soli.
Mi manca casa, perché io non mi sento più a casa da nessuna parte.
Vieni a prendermi.
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Vieni, entra nel mio mondo, ti racconto una giornata tipo, di quelle che capitano 5 giorni su 7. Gli altri 2 sono il sabato e la domenica in cui smaltisco e muoio un po'.
La notte ho preso un'apnea forte, ho sonnecchiato. Non lo chiamerei dormire perché non è dormire veramente. Sveglia alle 7 perché padre mi vuole al cantiere a vedere delle pedane per il divano (che avevo proposto 2 settimane fa), chiamo alle 7 e mezza e padre mi dice di passare alle 13. Bestemmio. Sono le 8, devo mandare un grafico a gratis a un gruppo di ricerca. Arrivo alle 10 e capisco che nelle 1000 righe di dati una è piena di "NA". L'errore che il programma mi dava era "disconnesso dal server" ma non era collegato a nessun server. Mando il grafico, una PCA, un grafico la cui spiegazione è un intero esame di statistica avanzata. Non lo capiscono, mi videochiamano, spiego il grafico, chiudo, sono le 12. Bestemmio. Sega. Vado da padre. Le pedane sono inutili. Mi dice di passare alle 15 a lasciare la macchina dall'elettrauto, alle 15.10 passava lui a prendermi. Vado a casa dei miei, gioco a no man's sky (Madonna che droga quel gioco), caffè e prima sigaretta. Alle 15 sto dall'elettrauto. Chiuso. Aspetto, sotto al sole, in periferia, apre alle 15.30. Lascio le chiavi, chiamo, padre dice che finisce alle 16, "torna a piedi". Bestemmio. Sole forte, sudo, puzzo, seconda sigaretta, torno a piedi, 30 minuti a piedi. Arrivo alle 16, pranzo dai miei (accollo perenne), faccio un altro caffè, continuo a giocare fino alle 18. Torno a casa, mi sciolgo sul divano fino alle 20, sega, borsone e si va giocare. In macchina metto "Le Tigre" (minchia che gruppo) per farlo ascoltare al tizio che s'accolla sempre per andare al campo. Partitone, vinto di 5 gol. Birra e panino al solito locale con Tipello, di fianco l'ennesimo compleanno, fumo 4 sigarette, bevo 3 medie, parliamo dell'ultimo film di Wes Anderson che abbiamo visto Martedì, della partita, di tutta una nostra teoria sul porno e sulla casa di produzione Tushy. Il cameriere si fa una birra con noi e mi scrocca una sigaretta, compagnone lui. Saluto tipello e torno a casa. Mi sciolgo sul divano, vedo le scelte di xfactor, ascolto musica, cerco di andare a dormire.
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