Tumgik
#viale di querce
susieporta · 1 year
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DIARIO DI UN DOLORE SENZA NOME
Non so cosa vorrà fare la vita di me.
Non so se vuole gettarmi via
O usarmi per qualche suo dignitoso scopo.
Non so dove vuole piazzarmi
E non so se vuole che stia sola o in compagnia.
In questo momento è poco chiara,
Dio mi manda segnali astrusi, e a volte ho la sensazione che si sia scordato di me.
Per anni ho avuto alcune granitiche certezze, come querce secolari, sicure e forti e stabili, in piedi a disegnarmi un viale inequivocabile.
Altro che segni.
Ora, non so.
Devo ripetere, 4,5,6 volte non lo so.
Non ho idea.
Di quel che mi succede.
Del perché mi succede.
Di cosa significhi.
Da diverso tempo mi sento come un cubo di argilla che l’esistenza si diverte manipolare, dandogli forme assurde.
Mi sento estranea, a me e a quelli che mi circondano.
Non riconosco nemmeno le mie mani e i miei piedi, e soprattutto i miei piedi, che mi hanno sempre dato un ancoraggio potente col suolo, mi paiono estranei, strani, sfumati.
Permane in me una certa lucidità, che quotidianamente viene inquinata da una tormenta di confusione.
I medici non capiscono un cazzo.
Si contraddicono tra loro come adolescenti che litigano per stare in prima fila al liceo.
Il mio corpo va totalmente per conto suo, è divenuto un mostro ingovernabile.
Nessun cibo mi conforta, nessun farmaco, né chimico, ne’ naturale.
I consigli degli altri, le frasi fatte, i messaggi di inutile compatimento mi irritano come una zanzara che gironzola intorno a un letto pulito.
Irritazione.
La parola chiave:
Signora lo stomaco è irritato
L’intestino è irritato
La vulva è irritata
La bocca è irritata.
Io sono irritata.
Ma non da qualcuno, da me.
Nessuno può farmi nulla, io da sola mi infilo in delle stanze dove vengo irritata.
E non me ne vado.
Rimango in quel luogo d’asfissia, sperando di vincere una battaglia persa.
Ho sempre potuto contare su un’enorme e assurda quantità d’energia.
“Tu hai la forza per fa’ tre guerre figlia mia! “ ripeteva mia nonna mentre si puliva la bocca col fazzoletto; il ridere le provocava qualche salivazione di troppo!
Ho sempre avuto la forza per fa’tre guerre.
Macinavo km, treni, persone, luoghi, alberghi, scambi, cibi, panorami, ho vissuto senza abitudini, ne’rountine, guidata solo dal magnete della vita.
E ne avessi sbagliata una!
Quel fluido invisibile m’ha trascinato qua e là, sempre, e pareva un trascinarsi a caso, ma alla fine mi portava esattamente dove dovevo essere.
“ le sue scelte le capisco sempre dopo qualche anno, Claudia. Li per lì mi sembrano sempre assurde e insensate. Solo dopo un po’ ne riconosco la profonda lungimiranza e saggezza”
Mi disse il mio analista, Maurizio P.
“Vede Dottore, c’e’ qualcosa che costantemente mi parla e a cui sono costantemente collegata.
È quell’intelligenza fine e dorata e supersottile, che cade su dal cielo, entra nella punta della testa e mi scorre dentro, è come una pioggia tropicale calda e quasi impercettibile, che però irrora il mio essere e insieme ad un pasto per l’anima, mi porta anche tante frasi e parole e immagini”
“Deve essere Dio”
“Potrebbe. Non so. Ho avuto modo di toccare con mano la sua esistenza molte volte.
Di Lui, non dubito. Più spesso dubito della mia capacità di comprendere cos’ha da dirmi”
Dio ha spento il suo radar, e non mi trova.
Questo sento.
O forse io non sento lui.
In compenso, quando esco di casa, e cioè pochissime volte, vedo e sento cose di cui non posso dire, e che anche di notte talvolta, mi danno tormento.
So da dove vengono, cosa sono e cosa vogliono. Ma non posso, ora parlare di loro.
Quel viale di querce secolari, si è dissolto, come quando tocchi un mucchio di cenere.
È svanito.
Sono in Arizona.
Circondata da cactus, qualche scorpione, e nessun segnale.
Niente.
Nessun messaggio per te.
Per fortuna non soffro il caldo.
La mia vita, un tempo esageratamente piena di fragorose novità e persone e facce, e olio, pane, pomodori, malibù, olive, soli, buganvillee rosa, pesci, corde di chitarra, ora è circoscritta a un divano, due bottiglie d’acqua di due marche diverse e con diverso sapore, una fiala di cortisone, compresse per la nausea, compresse per il dolore, creme varie, una flebo, bustine di sodio, bustine lassative, bustine reidratanti se l‘effetto lassativo è troppo, una cassa Bluetooth per vedere qualche idiozia su Netflix.
Almeno sei tipi di fermenti lattici.
Una coperta di pile leopardata.
E nessun segnale.
Nessun messaggio.
Nessuna guida, il dolore si mangia tutto.
Questo dolore senza nome, che m’ ha portato dentro un tubo di due metri per vedere meglio da dove veniva, poi dentro un altro tubo, poi a infilare tubi sopra e sotto e davanti e dietro.
E gli aghi:
I maledetti, schifosi, gelidi e terrificanti aghi, che a quantità industriali sono stati introdotti nelle mie vene.
Cosa che per me le vene non dovrebbero essere sfiorate, manco col pensiero; il sangue avrebbe da essere lasciato pulito e fluido pacifico e scorrere come un torrente d’alpeggio in una vallata di montagna.
E invece no.
Tormentiamo queste braccia sottili e fragili come rami di una pianta secca, tormentiamo queste vene, tormentiamo anche e soprattutto le parti invisibili del corpo che ad ogni tubo e ago e altra costrizione, si rannicchiano in un pertugio e si nascondono come un gatto quando sente un rumore.
Vengono letteralmente aspirati via da qualche parte.
E io sono in grado di percepire quando le parti vere di me si tolgono di mezzo che non ne possono più.
E in quel momento, sant’iddio, i poveri infermieri buttano tutto e se ne vanno, se sono un po’ svegli.
Tanti passano attaverso queste trafile con somma tranquillità, la stessa che ho io quando sono su un’amaca a dondolarmi.
O sono illuminati.
O non si rendono minimamente conto dell’impatto che ha sta roba su di loro, a diversi livelli.
Molto più probabile la seconda.
Io reagisco, mi dimeno, come se qualsiasi tentativo di capire e guarire e curare sia allo stesso tempo un pericolo, un nemico, un male ancora più grande.
In questi mesi, ho parlato con sciamani, veggenti, cartomanti, astrologi.
Mi manca solo l’ipnosi.
Perché il dolore fisico non ti da manco una cazzo di bussola.
Ti rendo una barchetta di carta in mezzo a onde di sei metri nell’oceano pacifico.
Quando si placa un attimo quell’ energia che mi è data da Giove e Marte congiunti,vriaffiora, anche solo un pochino, vedo un rivolo d’acqua pulita in quel deserto arso e sperso.
Ho sempre preteso di vivere in un’eterna vacanza.
Ho sempre celebrato, creduto, danzato, ringraziato, non mi è sfuggito nulla di quel che veniva messo sul piatto, mi ci sono riempita la bocca con tutte e due le mani, senza l’accortezza di pulirmi col fazzoletto, come faceva nonna.
E ora sono a digiuno.
Di cibi, di bellezza, e di tutto quel che mi teneva su, come un palloncino senza filo.
Sono sgonfiata.
Sono a terra e non più in aria.
E quelle certezze, tutte volate via.
Gli astrologi dicono che a 43anni a causa dell’opposizione di urano contro se stesso, devi rivedere tutta la tua vita e necessariamente stravolgerla, spingendoti verso una maggiore libertà d’espressione.
Io non lo so cosa vuole da me.
So’qui che come uno dei ragazzi di stranger things, cerca un canale col walkie-talkie che passi qualche messaggio comprensibile.
Tutte le cose di prima, questo lo so, non m’importano più, non destano in me alcun sussulto, ed io senza sussulti, posso stare tranquillamente altri cento anni o anche un mese, su questo divano bollente.
In alcuni giorni, mi sembra di sentire l’aldilà che mi chiama per nome.
E penso che poterebbe essere.
Che ho finito il giro. Che devo andare altrove e che forse non sarebbe male ( no, non sono affatto depressa anzi )
Per la maggior parte del tempo, sto li ad aspettare di capire, cosa vuole Lui o Lei da me.
Speriamo si faccia comprendere meglio nel tempo dello Scorpione, che è quel buio a me congeniale.
Ma forse la cosa migliore è non sperare, lasciarsi trafiggere dall’esistenza anche se fosse l’ultima freccia.
-ClaudiaCrispolti
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Oak Alley Plantation
  Questa piantagione si trova vicino a New Orleans. Ce ne sono altre visitabili. La mia scelta è stata influenzata fortemente dal magnifico viale di querce che si incontrano a formare una galleria unica!
Qui, come nelle altre piantagioni, si può visitare la casa padronale dove un signore vestito come nell’Ottocentoti porta a giro tra le varie stanze ovviamente parlando in Americano che per chi…
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✨ Beauty is where you find it ✨ • Vi capita mai di trovare un luogo che vi piace tantissimo ma non riuscite a capirne il motivo? Ci è successo di recente nel viale alberato che vedete nella foto. Si tratta di una zona di campagna vicino al paese di origine di Alessio, Gallese in provincia di Viterbo, costituita da questo viale sterrato contornato da querce. • Direte voi: niente di speciale! E' invece no: la luce che penetra tra il fogliame e la prospettiva che si crea grazie agli alberi posti in fila creano un'ambientazione quasi magica; potrebbe essere il set di un film storico, dove cavalli con in sella intrepidi guerrieri fanno ritorno a casa, dalle loro amate, dopo anni di estenuanti lotte. 🏇⚔ • Capita anche a voi di percepire la bellezza di un posto al primo sguardo? • °••°••°••°••°••°••°••°••°••°••° • #condividiamoilviaggio #matrimonioegualitario #gayitalia #unionicivili #gaylife #loveislove #lgbtq #gaypride #queer #mr&mr #lgbtcouples #couplegoals #gaycouple #gaymarriage #lgbtitalia #gayguys #gaystagram #instagay #italianboys #gayrelationship #gayexplorer #gayswithstories #husbandandhusband #UntoldPride #gayitaly #italiangay #gaytravel #marriageequality #thebeardedhomo #relationshipgoals — view on Instagram https://ift.tt/2RUizX0
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sciscianonotizie · 7 years
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mademoisellesabi · 4 years
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Cosa vedere in Provenza? I colori, le distese di lavanda, i villaggi arroccati, le stradine acciottolate, i davanzali rigorosamente fioriti, rendo la Provenza una delle regioni più amate dagli artisti che l’hanno scelta come punto d’approdo, ma è anche molto amata dai viaggiatori di tutto il mondo. Rimarrete colpiti dal meraviglioso paesaggio che offre la campagna provenzale, dall’atmosfera dolce e vivace, colorata e folkloristica dei suoi borghi, che sono stati fonte d’ispirazione per numerosi artisti, primo fra tutti Paul Cézanne.
Leggi anche: Provenza, consigli su come organizzare il viaggio
Ma vediamolo l’itinerario della lavanda in Provenza, vediamo quali sono i villaggi da non perdere. 
AIX-EN-PROVENCE
Aix-en-Provence è l’antica capitale della Provenza. Apprezzata per i suoi bellissimi viali con sontuose fontane e piazze, dove vi affacciano eleganti dimore che attestano l’importante passato di Aix.
Aix, oltre ad aver dato i natali a Paul Cézanne, è stata la sua casa per molto tempo. L’eredità lasciata da Cézanne è ancora molto presente in città, sui tombini c’è ancora il nome della sua famiglia, ma soprattutto, c’è l’Atelier dove il pittore visse. L’Atelier è una tappa obbligatoria per chi visita Aix. Si trova appena fuori dalle mura cittadine, a 500 metri dalla cattedrale in Via Cézanne, ci si arriva risalendo la Via Pasteur o con il bus n. 1 dalla Rotonda Fermata “Paul Cézanne”. L’atelier è un padiglione con giardino dove l’artista ha passato buona parte della sua vita dipingendo. L’atelier è rimasto come lo ha lasciato il pittore al momento della morte: con pennelli, colori, cavalletti, libri e altri pezzi della sua vita. Ad Aix e dintorni ci sono molti luoghi che hanno segnato la vita del pittore impressionista, visitabili con escursioni guidate.
Altra tappa irrinunciabile in città è il Cours Mirabeau, spartiacque tra la parte vecchia e quella nuova. Nella parte bassa del Corso trovate La Rotonde, la bellissima fontana costruita nel 1860 e dall’importante valore simbolico con tre statue che raffigurano la Giustizia, l’Arte e l’Agricoltura. Lungo il corso molti locali e ristoranti come il Café des Deux Garçons, un’istituzione ad Aix, numerosi palazzi nobiliari e al civico 38 l’Hôtel Maurel-de-Pontevés, risalendo il corso si incontrano altre 3 fontane: la prima è la Fontana dei Nove Cannoni, la Fontana dell’Acqua Calda, fonte termale già usata dai romani, oggi conosciuta come Fontana del Muschio, in quanto totalmente ricoperta e la fontana del Roi Renè (Re Renato) ritratto con l’uva in mano. Fu lui, infatti, a introdurre in Provenza il vino moscato.
Alla sinistra del Cours Mirabeau si stende la Città Vecchia di Aix-en-Provence, dove trovate la Cattedrale di Saint-Saveur, gioiello dell’arte romanica, ora in pessime condizioni, e la Torre dell’Orologio con l’Hotel-de-Ville. Sulla destra del Corso Mirabeau si sviluppa il Quartiere Mazzarino. I due monumenti più rappresentativi del quartiere sono la Fontana dei Quattro Delfini e l’Hotel de Marignane.
Provenza: Aix-en-Provence
Provenza: Aix-en-Provence
LOURMARIN
Si trova nel Parco Regionale del Luberon ed è un villaggio molto amato dai turisti stranieri meno da quelli italiani, sebbene sia considerato uno dei borghi più belli di Francia.
Il villaggio di Lourmarin ha un affascinante lungo viale centrale, Rue Henri de Savornin, disseminato di dimore dalle facciate colorate, botteghe artigianali, caffè e ristoranti e una massiccia presenza di atelier di artisti e gallerie d’arte, circa una ventina in un paesino che non conta nemmeno mille anime. Lourmarin, infatti, vanta una lunga tradizione artistica e nel corso dei decenni è diventata il luogo di vita di molti artisti e appassionati d’arte.
Un piccolo villaggio che sembra essere rimasto come un tempo, immutato nel corso dei secoli, con il castello che sovrasta il borgo. Il Castello, acquistato da Robert Laurent Vibert, un industriale francese, che lo aveva comprato per salvarlo dalla demolizione, è stato restaurato con l’aiuto della popolazione locale. Vibert, prima di morire, lo donò all’Accademia di Arti e Scienze di Aix-en-Provence che fece suo l’obbligo di ospitare ogni estate giovani artisti, come scrittori, pittori, scultori e musicisti.
Il castello è diviso in due aree storiche: la parte medievale e quella rinascimentale, perfettamente conservate, con straordinari arredi, camini, quadri e straordinarie viste sul borgo. Il cimitero del paese accoglie i resti di due famosi scrittori: Albert Camus, Premio Nobel e Henri Bosco. La tomba di Camus è meta di un vero e proprio pellegrinaggio.
Loumarin
Loumarin
VALENSOLE
Se visitate la Provenza nei mesi estivi è sicuramente per ammirare le sue immense distese di lavanda e quindi la vostra destinazione sarà sicuramente la Valensole. Qui si concentra il maggior numero di campi di lavanda, si perdono a vista d’occhio e mentre vi spostate, da un villaggio all’altro, in auto con i finestrini aperti sarete invasi dal profumo di lavanda.
La Valensole, il territorio che si estende dal lago di Sainte-Croix alla cittadina di Manosque, deve il suo nome alle sue condizioni climatiche, grazie alla sua conformazione, durante l’estate è baciata dal sole per molte ore. La Valensole è da sempre dedita all’agricoltura ma la coltivazione della lavanda è relativamente recentemente; prima vi si coltivavano mandorli e querce da tartufo. Solo dal XIX secolo la lavanda ha preso il sopravvento dando vita a questi meravigliosi e spettacolari paesaggi che si possono ammirare da metà giugno a metà agosto. Nel mese di luglio (quest’anno il 21 luglio 2019) si tiene la Festa della Lavanda di Valensole. Nella valle si trova anche il paese che prende il nome dalla vallata, Valensole, dove fermarsi per acquistare qualche souvenir, poco altro ha da offrire la cittadina, se non la Cappella di Sainte-Madeleine e il Castello di Villedieu.
Valensole rispetto alle altre zone da visitare è un po’ scomoda, a meno che non arriviate in auto dall’Italia, pertanto merita di essere inserita nell’itinerario per i campi di lavanda del Plateau de Valensole che sono sicuramente da vedere ma decisamente meno per il borgo. Quindi se la inserite nell’itinerario accertatevi che il periodo sia quello della fioritura, che va da metà giugno a metà agosto e raggiungono i picchi maggiori alla fine di giugno e nelle prime due settimane di luglio.
Valensole
Valensole
Valensole
MANOSQUE
Magari non avrete mai sentito nominare Manosque ma sicuramente conoscete i suoi profumi e la fabbrica più famosa della Provenza: L’Occitane en Provence, se volete visitarla qui trovate le informazioni.
A parte questo non è sicuramente inserita nei giri turistici e a ragione, a mio avviso, circondata da una periferia industriale, sebbene in qualche sito francese definita “una bella cittadina con un interessante centro storico”, io non ne sono rimasta affascinata. D’ogni modo vi racconto lo stesso cosa può offrire. È la città che ha dato i natali allo scrittore Jean Giono che della cittadina ha scritto: “Di notte la città respirava solo attraverso le fontane”, questo forse agli inizi del 1900. Presso l’ufficio del turismo potrete ritirare l’itinerario Jean Giono.
Da vedere: la Porta Saunerie posta a difesa della città vecchia che conserva la sua antica vocazione con le sue feritoie che rappresentavano il simbolo della via di fuga dalla città; la Porta Soubeyran che consente il passaggio sugli antichi bastioni da Rue des Martels e la Collina Mont-d’Or da dove è possibile ammirare un bellissimo panorama su tutta la Provenza; la Città vecchia con le sue piazzette, gli antichi palazzi e la Chiesa di Notre-Dame-de-Romigier di origine romanica. 
Manosque
VIENS
Viens è uno splendido borgo medievale, restaurato in maniera eccelsa, sembra quasi disabitato ma invece qualcuno ci abita. Visitare Viens è fare un salto indietro nel tempo. Incastonato fra i meravigliosi paesaggi del Luberon e i coloratissimi campi di lavanda si erge su una roccia. Il suo passato medievale è ben rappresentato dalla Torre dell’Orologio che funge da accesso per poi trovare un susseguirsi di stretti vicoli e dimore medievali. Se ci si arriva da Nord il borgo sembra un’austera fortezza.
Dal villaggio partono ben 3 sentieri per andare alla scoperta delle Bories di Caseneuve, oltre a una passeggiata per scoprire le Gorges d’Oppedette, Gole di Oppedette. Da una terrazza sospesa nel vuoto potrete godere di uno spettacolo meraviglioso a strapiombo sulle gole di un canyon. Appena più sopra c’è il villaggio, costituito da un nugolo di case e una chiesetta.
Provenza villaggi arroccati: Viens
Provenza e Costa Azzurra: Viens
Provenza e Costa Azzurra: Viens
Provenza e Costa Azzurra: Viens
Viens
SAIGNON
Un piccolo e meraviglioso villaggio con una chiesa, una piazzetta e una roccia panoramica e forse un bar, un paio di ristoranti e il villaggio è fatto. La Chiesa di Notre Dame ospita pellegrini da secoli, fin dal Medioevo è stata il luogo di ritrovo dei fedeli della Provenza e luogo di sosta per i pellegrini diretti verso Roma lungo la Via Domitia e per quelli che dall’Italia andavano verso Santiago de Compostela.
Per le strade di Saignon, dopo la chiesa, trovate una caratteristica piazzetta con palazzi colorati decorati da piante rampicanti e al centro una fontana, una piazza molto suggestiva. Lungo la salita si trova la Roccia che scende a strapiombo sul territorio circostante e dove ci sono i resti di un castello con una chiesetta privata non visitabile. Il villaggio mi è piaciuto molto.
Provenza: SAIGNON
Provenza: SAIGNON
APT
Apt è una cittadina con un borgo che conserva lo stile delle antiche cittadine provenzali, legate alla terra e alla tradizione agricola, qui infatti, il sabato mattina si tiene un imperdibile mercato agricolo dove trovare tutti i prodotti della Provenza. Sui banchi mazzi di lavanda, frutta candita, ciliegie e molto altro.
Da visitare la città vecchia con i suoi bastioni, gli antichi palazzi e la Cattedrale di Sainte-Anne dove sono conservate le reliquie della santa, ha una cripta davvero suggestiva. Ad Apt trovate anche la Confiserie Kerry Aptunion, la più grande fabbrica di canditi del mondo che lavora 30 tonnellate di ciliegie al giorno.
A me non è piaciuta granché a parte l’incredibile cattivo odore nella parte vecchia, che comunque è meglio della nuova con dei palazzi in stato di degrado, l’ho trovata un po’ troppo trascurata e decadente e quel decadente per nulla affascinante.
Apt i famosi canditi
LAGARDE D’APT
Lagarde d’Apt è un piccolo villaggio vicino al Plateau d’Albion, talmente piccolo che è formato da una chiesa, un ristorante e due distillerie di lavanda. Non troverete piazze, né vicoli stretti né vicini di casa: infatti ci sono solo 33 abitanti! In compenso potrete scoprire diverse fattorie e un sentiero attraverso 80 ettari di lavanda, un paesaggio che spazia sulla campagna magnifica, selvaggia e sublime.
  Lagarde d’Apt
LES AGNLES
A Les Agnels c’è una delle più importanti distillerie della regione, oltre alla lavanda, vengono distillate foglie di cipresso e rosmarino. Potrete fare scorta di olii per il corpo, miele alla lavanda e molto altro.
Les Agnes
ROUSSILLON
Roussillon è un villaggio famoso perché sorge su un giacimento d’ocra. Tant’è che la zona è conosciuta anche come “le terre d’ocra” ed ha i colori del deserto. Roussillon prende il nome dal rosso delle sue terre che in realtà sono anche giallo e arancione e qui, infatti, non solo la terra ma anche i palazzi sono o arancio o rosso o giallo.
Da Russillion parte il Sentiero delle Ocre (Ve ne parto in quest’articolo) uno spettacolare percorso nella natura che consiste in una passeggiata di circa 45 minuti circondati dalle pietre colorate, si attraversa, infatti, un canyon dai colori incredibili. La visita al villaggio è obbligatoria perché è molto carino e non solo per il colore dei palazzi ma anche per i suoi vicoli molto suggestivi,  per la piccola piazzetta Hotel de Ville, ovvero il municipio, dove non mancano locali e caratteristiche botteghe.
Sempre a Roussillon è possibile visitare il Conservatoire des Ocres et Pigments Appliqués  per imparare tutto sui pigmenti colorati, le proprietà cromatiche dell’ocra e visitare la fabbrica.
Roussillion
Roussillion
BONNIEUX
Altro splendido villaggio del Luberon dove, come Gordes sono state girate alcune scene del film Un’ottima annata. Un borgo pittoresco su più livelli nascosto da una parete di roccia. Tra le mura caratteristiche viuzze, vecchie dimore, antiche chiese vi ammalieranno per la loro bellezza.
Da vedere: l’antica Eglise Vieille du Haut e il Ponte Julien, esempio di architettura romana con piloni traforati per limitare la pressione dell’acqua in caso di piene. Potete visitare anche il Museo della Panetteria che racconta la storia, le tradizioni e le tecniche della produzione popolare del pane in Provenza.
A circa 7 km c’è la foresta dei cedri, uno dei più bei cedreti d’Europa con una piacevole passeggiata di un’ora nel fresco sottobosco: le sentier botanique. Da Bonnieux partono i sentieri per alcuni dei più bei campi di lavanda sul plateau de Claparedes, da visitare anche con bici elettriche a noleggio.
MÉNERBES
Ménerbes è adagiato sulla cima di uno sperone roccioso che domina sui vigneti circostanti è infatti Mènerbes è noto per le sue produzioni di vini e tartufi, grazie ai favorevoli terreni del Luberon. Tra gli amanti di questo villaggio troviamo Picasso e, arrivando a tempi più recenti, anche Peter Mayle è fra gli artisti sedotti dall’atmosfera pacata di Mènerbes.
GORDES
Uno dei borghi più belli di Francia, arroccato su uno sperone di roccia regala panorami mozzafiato, le sue stradine lastricate, le case in pietra, appoggiate una all’altra quasi a voler reggersi in piedi tra loro, il magnifico castello formano un luogo incantevole tanto da essere stato il set del film Un’ottima annata con Russel Crowe. La sagoma del Castello e della Cattedrale svettano tra le caratteristiche casette e non manca la suggestiva fontana ai piedi del Castello.
A circa un paio di chilometri dal centro di Gordes c’è le Village des Bories, un borgo troglodita abitato dagli uomini circa 3000 anni fa. Bories in francese sono le pietre che si trovano nella vicina Apt con le quali, a secco, senza uso di cemento o malte, è stato costruito il villaggio.
A pochi chilometri da Gordes c’è l‘Abbazia Cistercense di Sénanque che, con i suoi campi di lavanda, è la protagonista assoluta della Provenza, la sua immagine rappresenta la Provenza in fotografie e cartoline. Una tappa obbligatoria per tutti i viaggiatori che visitano la Provenza. Ancora oggi abitata da frati e monaci. Da vedere nell’Abbazia di Sénanque: la Chiesa, dotata dell’essenziale come ogni chiesa dell’Ordine cistercense, con due cappelle in stile romanico; il Dormitorio dove i monaci cistercensi si riposavano; il Chiostro, centro dell’Abbazia e il luogo di passaggio e raccordo di tutte le parti che la compongono; lo Scriptorium, una sala dove i monaci venivano a trascrivere i libri sacri e leggere e dove sono ancora visibili i resti di due grandi camini che servivano anche per propagare la luce; la Sala del Concistoro, dove l’abate e i frati si incontrano tutti i giorni per leggere un capitolo (da cui il nome) della regola di San Benedetto e prendono le decisioni che riguardano la comunità e il Bookshop, nonostante la ferrea disciplina anche i monaci hanno necessità di fare cassa.
Provenza e Costa Azzurra: Gordes
Provenza e Costa Azzurra: Gordes
Provenza e Costa Azzurra:Gordes
Provenza e Costa Azzurra: Gordes
Provenza e Costa Azzurra: Gordes
COUSTELLET
A Coustellet, nel cuore del Parco Naturale Regionale del Luberon, c’è il Museo della Lavanda, un luogo completamente dedicato alla lavanda per conoscere meglio questa pianta profumatissima partendo dalla sua storia, le virtù, le problematiche della sua coltura e molto altro. Il museo si presenta come una tradizionale tenuta del Luberon e propone un’interessante visita inattesa: istruttiva e ludica attraverso film, collezioni uniche e animazioni. Il Museo è l’unica cosa per cui andare a Coustellet, per il resto è un normalissimo paese disposto lungo una strada.
FONTAINE-DU-VAUCLUSE
Oltre a essere uno dei borghi più particolari di Francia, vanta la sorgente più grande d’Europa che ha anche ispirato Petrarca per il celebre verso “Chiare, dolci e fresche acque”. Ecco non ve lo sarete mai aspettati, nemmeno io, ma è proprio grazie a Fontaine-du-Vaucluse che Petrarca dedica queste parole a Laura.
Molto caratteristica la piazza, Place de la Colonne, a ridosso del fiume interamente circondata da alberi secolari che coprono interamente la Piazza con al centro la colonna che le dà il nome, fu eretta in omaggio al Petrarca, il 20 luglio 1804. Inizialmente venne posizionata vicina alla fonte del fiume Sorgue e solo dopo 25 anni fu trasferita in questa posizione.
Dalla piazza attraversando il ponte sul fiume si arriva subito alla casa ora museo di Petrarca dedicato a Petrarca, dove abitava il Petrarca, qui sono esposte edizioni delle sue opere illustrate da grandi artisti tra cui Picasso, Braque e Mirò. Attraverso il tunnel di fianco la casa si arriva nel giardino della casa lambito dalle “dolci acque”. L’acqua è l’assoluta protagonista del paesaggio: mulini, case adagiate sull’acqua, ristoranti pieni zeppi con viste spettacolari in questo splendido panorama naturalistico che dà vita a uno dei più bei villaggi di Francia.
Dal centro del paese parte una passeggiata che costeggia il fiume Sorgue e conduce direttamente alla fonte, dove godendo di uno spettacolo della natura tra alberi, vegetazione il rumore dell’acqua delle piccole cascate che invadono il paesaggio si arriva all’altissima falesia sotto la quale si trova la sorgente.
Dall’altro lato della piazza, nel senso opposto del ponte, la Chiesa di Notre Dame, risalente all’XI secolo. Costruita dai monaci vittoriani sui resti di un santuario dedicato al Dio Pagano dell’acqua. Al suo interno c’è un’imponente colonna romana e un capitello posizionato sulla colonna opposta che sono i resti dell’antico tempio. Altro museo è il Monde Souterrain, dedicato alla speleologia con grotte, stalattiti e concrezioni calcaree raccolte da Borbert Casteret.
Fontaine-du-Vaucluse
Provenza e Costa Azzurra: Fontaine-du-Vaucluse
Provenza e Costa Azzurra: Fontaine-du-Vaucluse
Provenza e Costa Azzurra: Fontaine-du-Vaucluse
Provenza e Costa Azzurra: Fontaine-du-Vaucluse
L’ISLE SUR LA SORGUE
Altra particolare cittadina che trasuda dell’atmosfera che solo la Provenza più autentica regala. Attraversata da diversi canali con antiche ruote idrauliche in legno ricoperte di muschio che sono la caratteristica di questi canali, un tempo erano più di 70.
Il centro storico sorge proprio a ridosso dei canali, con i sui vicoli, i palazzi rinascimentali, i cafè all’aperto, le piccole botteghe, le terrazze dei locali sull’acqua e gli hôtel particuliers, disegnano uno splendido borgo. La Chiesa di Notre-Dame-des-Anges è l’unico monumento di rilievo che, grazie ai suoi interni, in stile barocco italiano e un’importante “Gloria” in legno dorato.
L’Isle-sur-la-Sorgue è la patria dei negozi di antiquariato, piccoli e grandi negozi di brocante e bagatelle, il luogo ideale di chi ama il vintage, il lato sinistro del canale principale è tutto occupato dai venditori di antichità e oggetti vintage che abbondano anche nei vicoletti del centro storico. Il mercato dell’antiquariato si tiene ogni domenica, durante la Pasqua e il Ferragosto si tiene la Fiera dell’Antiquariato. Altro interessante mercato è le marchè flottant, si tiene la prima domenica di agosto ed è un favoloso mercato sull’acqua di prodotti provenzali che vengono trasportati e venduti attraverso barche molto simili alle gondole. Il tradizionale mercato provenzale si svolge la domenica mattina e il mercato dei prodotti della terra tutti i giovedì mattina. 
SAINT-RÉMY DE PROVENCE
Saint Rémy è nota anche per essere legata a due figure illustri: Nostradamus e Vincent Van Gogh. Nostradamus nacque a Saint-Rèmy anche se passò gran parte della sua vita nella vicina Salon de Provence. Vincent Van Gogh visse per un anno nel manicomio della cittadina provenzale dove dipinse alcuni dei suoi capolavori.
A preludio dell’interessante cittadina provenzale il viale alberato che conduce al centro. Saint-Remy. Una delle cittadine che ho più apprezzato, un concentrato di Provenza: dall’imponente duomo, alle piazzette con le fontane, ai numerosi vicoli disseminati di bellissimi negozi e locali. Perdetevi in quei vicoli, fermatevi a pranzare in uno dei ristoranti nella bellissima piazzetta del Municipio, e una delle sue laterali porta alla casa dove nacque Nostradamus.
A Saint Rémy, come dicevo, c’è il Monastero di Saint-Paul-de-Mausole, noto per essere stato il manicomio di Van Gogh, che merita una visita indipendentemente da questo fatto, in quanto capolavoro del Romanico Provenzale: soprattutto il chiostro del XI Secolo ricorda molto lo stile della chiesa di Saint Trophime d’Arles. I monaci francescani furono i primi ad accogliere i malati di mente, fin dal 1400, attività che continua ancora oggi.
A un chilometro da Saint-Rémy si trovano le rovine della antica Glanum, una città prima celtico-ligure e poi romana, di cui restano intatti due splendidi monumenti: il Mausoleo, alto 18 metri, è scolpito con scene di battaglia, caccia, natura e due statue e l’Arco di Trionfo segnava l’ingresso a Glanum con, ai lati, raffigurazioni degli schiavi rassegnati al dominio romano. 
Provenza e Costa Azzurra: Saint-Rèmy
Saint-Rèmy
Provenza e Costa Azzurra: Saint-Rèmy
Provenza e Costa Azzurra: Saint-Rèmy
Saint-Rèmy
Provenza e Costa Azzurra: Provenza e Costa Azzurra:Saint-Rèmy
LES-BAUX-DE-PROVENCE
Il villaggio di Les Baux de Provence si colloca su uno sperone roccioso, fiancheggiato da due strapiombi ed è caratterizzato da un antico Castello Fortezza in rovina e alcune case disabitate. Dopo secoli di splendore dovuto all’intraprendenza dei signori di Les Baux, la decadenza del piccolo villaggio, tra i meno noti ma tra i più belli di Provenza, cominciò nel lontano 1632 per mano del Cardinale Richelieu che ne ordinò lo smantellamento.
Vi abitano meno di 500 persone, il borgo è delizioso e piccolissimo e viene da domandarsi come riesca ad accogliere tanti viaggiatori e turisti.
Del Castello restano i resti delle antiche mura e dei torrioni, le catapulte ed altro, si estende su un’ampia superficie verde. Altro gioiello architettonico della città è la chiesa di Saint Vincent, un edificio religioso del IX, in parte scavato nella roccia, è dedicato a Vincenzo di Saragozza, diacono del vescovo, una delle prime vittime delle persecuzioni anticristiane del IV secolo, ed è in stile romanico provenzale. Meritano la visita gli interni.
Altra attrattiva sono le “Carrières de Lumières”. Le ex cave destinate all’estrazione della bauxite, chiuse nel 1935, hanno subito un importante restauro che ha permesso alle “Carrières de Lumières” di riaprire al pubblico tre anni fa, con una nuova vocazione di palcoscenico di spettacoli suggestivi. Nelle pareti di roccia vengono riprodotte immagini e colori, dedicate ad opere di artisti. Dall’1 marzo 2019 al 5 gennaio 2020, le Carrières de Lumières propongono uno spettacolo dedicato a Van Gogh. Non ho visto quello di Van Gogh ma a Rouen e a Reims ho visto le riproduzione simili sulla facciata della cattedrale ed è uno spettacolo bellissimo.
Provenza e Costa Azzurra: Les Baux de Provence
Provenza e Costa Azzurra: Les Baux de Provence
Provenza villaggi arroccati: Les Baux de Provence
Provenza e Costa Azzurra: Les Baux de Provence
Provenza villaggi arroccati: Les Baux de Provence
Provenza e Costa Azzurra: Les Baux de Provence
Les Baux de Provence
SALON-DE-PROVENCE
Nel cuore di una campagna dominata dagli uliveti, sorge il piccolo paesino che è stato punto di approdo dal più grande astrologo e profeta di tutti i tempi: Nostradamus. La casa dove ha passato buona parte della sua esistenza e la sua tomba attira molti turisti e sono già un motivo sufficiente visitare la cittadina. Qui scrisse le Profezie, gli Almanacchi e quasi tutte le sue opere, di cui si possono ammirare gli originali e acquistare anche delle riproduzioni. La sua figura è molto presente nella cittadina, non solo la casa-museo ma anche con giganteschi murales.
Anche Salon ha il suo Castello, Chateau de l’Emperi, costruito sulla parte più alta della città. Da visitare il suo museo con una collezione di armi e divise dell’esercito francese, notevoli anche i cortili interni, dove spesso si tengono concerti e rappresentazioni teatrali. Altra attrattiva della cittadina è la Torre con l’orologio e la Moussue e la fontana ricoperta di muschio, punto di riferimento cittadino per incontri.
Salon è famosa per l’olio d’oliva, in quanto ricca di uliveti, da cui si ricava il famoso sapone di Marsiglia e ve ne accorgerete subito, passeggiando per le sue strade dalla quantità di botteghe e laboratori e dal profumo che si respira ovunque. Non perdetevi il Quartiere dei Saponificatori.
Ci sono due fabbriche di sapone che si possono visitare: la Marius Fabre in Rue Félix Pyat e la Rampal Latour in Avenue Paul-Bourret. Nella prima si può visitare la Saponeria e un Museo che ripercorre la storia del sapone dal Medioevo a oggi. Visite dal lunedì al venerdì 8.30/12.00 e 13.30/17.00. Costo del biglietto euro 3,50. La fabbrica di Rampal Tour propone lo stesso tour e le visite si tengono il martedì e il venerdì, alle ore 10.30 in punto.
In attesa del diario di viaggio, che pubblicherò a breve, vi invito a leggere anche gli altri articoli sulla Provenza.
Cosa vedere in Provenza: lavanda e non solo Cosa vedere in Provenza? I colori, le distese di lavanda, i villaggi arroccati, le stradine acciottolate, i davanzali rigorosamente fioriti, rendo la Provenza una delle regioni più amate dagli artisti che l’hanno scelta come punto d’approdo, ma è anche molto amata dai viaggiatori di tutto il mondo.
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strawberry8fields · 4 years
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Ragione degli anni
Si può ancora disperdersi, schiarite dei mesi incerti, soli obliqui. Si può ancora volare per la vostra polvere tenera, schiarite.
Di rado il profondo su querce e vasche d’iride Eliso azzurro meditando posa e un chiù persuade il viale roseo che l’affanno può sparire.
Ma gioventù ci aspetta in una sera di calme stille dai rami e di passi incerti. Una leggera chiara sera avremo ragione degli anni.
Franco Fortini, Poesia e errore
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tmnotizie · 5 years
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SAN BENEDETTO – Hanno preso inizio i lavori relativi alla potatura invernale di circa 460 essenze arboree dislocate in città. Il bando, vinto dalla Società “Eurocoop Laga”, per un importo di 30600€ Iva inclusa, riguarda non soltanto alcune palme, tipologia di pianta molto presente sul territorio, ma anche pioppi, lecci, tigli, querce, pini ed eucalipti, ubicati in ben dodici quartieri cittadini.
Sono già stati eseguiti lavori di alleggerimento della chioma dei pini lungo Viale dello Sport e degli eucalipti che perimetrano la pista d’atletica. In queste ore si sta intervenendo sui 21 pini che contornano Piazza Sacra Famiglia, sempre a Ragnola.
Il fitto calendario prevede il trattamento dei 22 pini di Piazza San Filippo Neri, per poi spostarsi dal nord della città, verso Piazza San Giovanni Battista, nel quartiere Marina centro, per la potatura delle 11 palme washingtonia di Via Calatafimi e Via San Martino.
Importante azione prevista anche per il quartiere Ponterotto, in cui si poteranno prima i pini e le querce di Piazza della Libertà e di Via Col dei Pioppi, per poi dedicarsi agli 11 pioppi sulla succitata via. Sul quartiere confinante, quello del Paese alto, i lavori si svolgeranno sui pini di Via Gemito. Dopo l’alleggerimento delle chiome degli alberi su Via De Gasperi, avvenuta diversi mesi fa, per il quartiere Sant’Antonio ora è la volta dei lecci di Piazza Pericle Fazzini e dei pioppi di Via Cornelio Nepote.
Anche il sud della città sarà protagonista dell’operato di questa vasta operazione di potatura, che coinvolgerà in zona Mare i pini dell’omonima via e quelli nei pressi della piscina comunale, oltre all’intervento sui 55 tigli di Via Torino, tra i quartieri Salaria e Fosso dei Galli. Anche a Porto D’Ascoli centro si effettueranno azioni di potatura sui pini di Piazza Setti Carraro e della Scuola Cappella. 
“Per prepararci al meglio alla stagione estiva, contestualmente al trattamento delle palme monumentali e di quelle del lungomare per proteggersi dai danni del punteruolo rosso, è stato necessario anche questo provvedimento di manutenzione del verde pubblico”, asserisce il Consigliere comunale Stefano Muzi, il quale ha coadiuvato l’Assessore all’Ambiente Traini nella pianificazione delle aree sulle quali agire. 
I lavori si concluderanno entro la fine del mese di marzo. 
Tabella riepilogativa interventi potature Febbraio/Marzo 2020
– Quartiere Ragnola : 190 piante
– Quartiere Porto D’ascoli centro : 40 piante
– Quartiere Salaria : 39 piante
– Quartiere Mare: 31 piante
– Quartiere Ponterotto : 30 piante
– Quartiere Fosso dei Galli : 25 piante
– Quartiere Sentina : 22
– Quartiere San Filippo : 22 piante
– Quartiere Sant’Antonio : 22 piante
– Quartiere Marina di Sotto : 20
– Quartiere Marina Centro : 11
– Quartiere Paese Alto : 6 
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qdmnotizie-blog · 6 years
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Un’area, quella tra via XX Luglio e i giardini di viale Cavallotti, che potrebbe essere sfruttata per una pista ciclabile visto che quella di via Grecia dovrebbe essere soppressa
  JESI, 4 novembre 2018 – Sembrerebbe un luogo dantesco, la selva oscura di cui parla il sommo poeta fiorentino all’ingresso dell’inferno, invece è il Vallato che  parte da via XX luglio fino ad arrivare ai giardini pubblici di viale Cavallotti.
Un parco immenso, un polmone verde importante lasciato nel più completo degrado tra piante infestanti, rifiuti, ratti e serpenti che raggiungono le abitazioni vicine.
Una zona ampia, solo parzialmente percorribile tra rovi e fango, piante che lasciate crescere hanno rami che raggiungono il terreno e si legano naturalmente a rami di querce ed edera.
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Un vero e proprio guazzabuglio verde portato alla luce da Massimiliano Lucaboni, ex candidato Sindaco: «Ci sono tante aree verdi in città che si potrebbero ripulire e rendere accessibili alla gente. Bisogna spenderci tempo e denaro ma soprattutto ci vuole la volontà politica».
Incalza Lucaboni: «Questa area potrebbe essere sfruttata come zona ciclabile vista l’imponente metratura e il tanto verde. Il Comune ha speso molto per realizzare piste ciclabili inoltre sembra che quella in via Grecia sarà soppressa perché come sempre sostenuto dal sottoscritto pericolosa sia per chi la utilizza sia perché ha ristretto la carreggiata principale eliminando anche i parcheggi. Ora, se questa ciclabile verrà giustamente rimossa verranno comunque spesi nuovi soldi pubblici».
In passato raccontano i residenti, alcuni abitanti della zona hanno tentato di riqualificare il parco, piantando alberi da frutto, coltivando piccoli appezzamenti di terra e potando gli alberi più imponenti sempre proteggendo le querce secolari dalle erbe infestanti.
Ora, però, quegli stessi  residenti hanno desistito stanchi delle continue promesse dell’Amministrazione che assicura, da anni, la fine del degrado che non avviene.
Promesse al vento come quello che sferza in questa selva oscura dimenticata da molti, presa di mira da altri che hanno trovato in questa zona un luogo dove trasgredire e passare serate al limite della decenza.
(c.ade.)
©RIPRODUZIONE RISERVAT
JESI / IL POLMONE VERDE LASCIATO NEL PIÙ COMPLETO DEGRADO (FOTO) Un'area, quella tra via XX Luglio e i giardini di viale Cavallotti, che potrebbe essere sfruttata per una pista ciclabile visto che quella di via Grecia dovrebbe essere soppressa…
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Domodossola abbatte il viale alberato di via Rosmini
L’assessore al Verde di Domodossola Franco Falciola ha annunciato l’abbattimento degli alberi di via Rosmini, molti dei quali sono a rischio crollo. L’annuncio è arrivato in commissione urbanistica, ora ci dovrà essere il passaggio per il via libera definitivo in Consiglio comunale. Si tratta di dieci tra platani e querce che sono a forte rischio, […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://ift.tt/2pSjADj via Adriano Montanaro - Alessandria
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mademoisellesabi · 5 years
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I colori, le distese di lavanda, i villaggi arroccati, le stradine acciottolate, i davanzali rigorosamente fioriti, rendo la Provenza una delle regioni più amate dagli artisti che l’hanno scelta come punto d’approdo, ma è anche molto amata dai viaggiatori di tutto il mondo. Rimarrete colpiti dal meraviglioso paesaggio che offre la campagna provenzale, dall’atmosfera dolce e vivace, colorata e folkloristica dei suoi borghi, che sono stati fonte d’ispirazione per numerosi artisti, primo fra tutti Paul Cézanne. C’è anche una Provenza diversa va detto, quella degli orrendi palazzoni anni 60/70 fuori dalle città e cittadine maggiori. Ma si sa che la Provenza e, in particolare, il tratto costiero, la Costa Azzurra oltre che essere celebrata e costosa e anche iper edificata e sovraffollata e questo si ripete un po’ in tutta la Provenza.
Leggi anche Provenza: consigli su come organizzare il viaggio
Ma comunque vediamo il bello della Provenza e quali sono i villaggi da non perdere.
AIX-EN-PROVENCE
Aix-en-Provence è l’antica capitale della Provenza. Apprezzata per i suoi bellissimi viali con le sontuose fontane e piazze, dove vi affacciano eleganti dimore che attestano l’importante passato di Aix. Aix, oltre ad aver dato i natali a Paul Cézanne, è stata la sua casa per molto tempo. L’eredità lasciata da Cézanne è ancora molto presente in città, sui tombini c’è ancora il nome della sua famiglia, ma soprattutto, c’è l’Atelier dove il pittore visse. L’Atelier è una tappa obbligatoria per chi visita Aix. Si trova appena fuori dalle mura cittadine, a 500 metri dalla cattedrale in Via Cézanne, ci si arriva risalendo la Via Pasteur o con il bus n. 1 dalla Rotonda Fermata “Paul Cézanne”. L’atelier è un padiglione con giardino dove l’artista ha passato buona parte della sua vita dipingendo. L’atelier è rimasto come lo ha lasciato il pittore al momento della morte: con pennelli, colori, cavalletti, libri e altri pezzi della sua vita. Ad Aix e dintorni ci sono molti luoghi che hanno segnato la vita del pittore impressionista, visitabili con escursioni guidate. Altra tappa irrinunciabile in città è il Cours Mirabeau, spartiacque tra la parte vecchia e quella nuova. Nella parte bassa del Corso trovate La Rotonde, la bellissima fontana costruita nel 1860 e dall’importante valore simbolico con tre statue che raffigurano la Giustizia, l’Arte e l’Agricoltura. Lungo il corso molti locali e ristoranti come il Café des Deux Garçons, un’istituzione ad Aix, numerosi palazzi nobiliari e al civico 38 l’Hôtel Maurel-de-Pontevés, risalendo il corso si incontrano altre 3 fontane: la prima è la Fontana dei Nove Cannoni, la Fontana dell’Acqua Calda, fonte termale già usata dai romani, oggi conosciuta come Fontana del Muschio, in quanto totalmente ricoperta e la fontana del Roi Renè (Re Renato) ritratto con l’uva in mano. Fu lui, infatti, a introdurre in Provenza il vino moscato. Alla sinistra del Cours Mirabeau si stende la Città Vecchia di Aix-en-Provence, dove trovate la Cattedrale di Saint-Saveur, gioiello dell’arte romanica, ora in pessime condizioni, e la Torre dell’Orologio con l’Hotel-de-Ville. Sulla destra del Corso Mirabeau si sviluppa il Quartiere Mazzarino. I due monumenti più rappresentativi del quartiere sono la Fontana dei Quattro Delfini e l’Hotel de Marignane.
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LOURMARIN
Si trova nel Parco Regionale del Luberon ed è un villaggio molto amato dai turisti stranieri meno da quelli italiani, sebbene sia considerato uno dei borghi più belli di Francia. Il villaggio di Lourmarin ha un affascinante lungo viale centrale, Rue Henri de Savornin, disseminato di dimore dalle facciate colorate, botteghe artigianali, caffè e ristoranti e una massiccia presenza di atelier di artisti e gallerie d’arte, circa una ventina in un paesino che non conta nemmeno mille anime. Lourmarin, infatti, vanta una lunga tradizione artistica e nel corso dei decenni è diventata il luogo di vita di molti artisti e appassionati d’arte. Un piccolo villaggio che sembra essere rimasto come un tempo, immutato nel corso dei secoli, con il castello che sovrasta il borgo. Il Castello, acquistato da Robert Laurent Vibert, un industriale francese, che lo aveva comprato per salvarlo dalla demolizione, è stato restaurato con l’aiuto della popolazione locale. Vibert, prima di morire, lo donò all’Accademia di Arti e Scienze di Aix-en-Provence che fece suo l’obbligo di ospitare ogni estate giovani artisti, come scrittori, pittori, scultori e musicisti. Il castello è diviso in due aree storiche: la parte medievale e quella rinascimentale, perfettamente conservate, con straordinari arredi, camini, quadri e straordinarie viste sul borgo. Il cimitero del paese accoglie i resti di due famosi scrittori: Albert Camus, Premio Nobel e Henri Bosco. La tomba di Camus è meta di un vero e proprio pellegrinaggio.
VALENSOLE
Se visitate la Provenza nei mesi estivi è sicuramente per ammirare le sue immense distese di lavanda e quindi la vostra destinazione sarà sicuramente la Valensole. Qui si concentra il maggior numero di campi di lavanda, si perdono a vista d’occhio e mentre vi spostate, da un villaggio all’altro, in auto con i finestrini aperti sarete invasi dal profumo di lavanda. La Valensole, il territorio che si estende dal lago di Sainte-Croix alla cittadina di Manosque, deve il suo nome alle sue condizioni climatiche, grazie alla sua conformazione, durante l’estate è baciata dal sole per molte ore. La Valensole è da sempre dedita all’agricoltura ma la coltivazione della lavanda è relativamente recentemente; prima vi si coltivavano mandorli e querce da tartufo. Solo dal XIX secolo la lavanda ha preso il sopravvento dando vita a questi meravigliosi e spettacolari paesaggi che si possono ammirare da metà giugno a metà agosto. Nel mese di luglio (quest’anno il 21 luglio 2019) si tiene la Festa della Lavanda di Valensole. Nella valle si trova anche il paese che prende il nome dalla vallata, Valensole, dove fermarsi per acquistare qualche souvenir, poco altro ha da offrire la cittadina, se non la Cappella di Sainte-Madeleine e il Castello di Villedieu. Valensole rispetto alle altre zone da visitare è un po’ scomoda, a meno che non arriviate in auto dall’Italia, pertanto merita di essere inserita nell’itinerario per i campi di lavanda del Plateau de Valensole che sono sicuramente da vedere ma decisamente meno per il borgo. Quindi se la inserite nell’itinerario accertatevi che il periodo sia quello della fioritura, che va da metà giugno a metà agosto e raggiungono i picchi maggiori alla fine di giugno e nelle prime due settimane di luglio.
MANOSQUE
Magari non avrete mai sentito nominare Manosque ma sicuramente conoscete i suoi profumi e la fabbrica più famosa della Provenza: L’Occitane en Provence, se volete visitarla qui trovate le informazioni. A parte questo non è sicuramente inserita nei giri turistici e a ragione, a mio avviso, circondata da una periferia industriale, sebbene in qualche sito francese definita “una bella cittadina con un interessante centro storico”, io non ne sono rimasta affascinata. D’ogni modo vi racconto lo stesso cosa può offrire. È la città che ha dato i natali allo scrittore Jean Giono che della cittadina ha scritto: “Di notte la città respirava solo attraverso le fontane”, questo forse agli inizi del 1900. Presso l’ufficio del turismo potrete ritirare l’itinerario Jean Giono. Da vedere: la Porta Saunerie posta a difesa della città vecchia che conserva la sua antica vocazione con le sue feritoie che rappresentavano il simbolo della via di fuga dalla città; la Porta Soubeyran che consente il passaggio sugli antichi bastioni da Rue des Martels e la Collina Mont-d’Or da dove è possibile ammirare un bellissimo panorama su tutta la Provenza; la Città vecchia con le sue piazzette, gli antichi palazzi e la Chiesa di Notre-Dame-de-Romigier di origine romanica. 
VIENS
Viens è uno splendido borgo medievale, restaurato in maniera eccelsa, sembra quasi disabitato ma invece qualcuno ci abita. Visitare Viens è fare un salto indietro nel tempo. Incastonato fra i meravigliosi paesaggi del Luberon e i coloratissimi campi di lavanda si erge su una roccia. Il suo passato medievale è ben rappresentato dalla Torre dell’Orologio che funge da accesso per poi trovare un susseguirsi di stretti vicoli e dimore medievali. Se ci si arriva da Nord il borgo sembra un’austera fortezza. Dal villaggio partono ben 3 sentieri per andare alla scoperta delle Bories di Caseneuve, oltre a una passeggiata per scoprire le Gorges d’Oppedette, Gole di Oppedette. Da una terrazza sospesa nel vuoto potrete godere di uno spettacolo meraviglioso a strapiombo sulle gole di un canyon. Appena più sopra c’è il villaggio, costituito da un nugolo di case e una chiesetta.
SAIGNON
Un piccolo e meraviglioso villaggio con una chiesa, una piazzetta e una roccia panoramica e forse un bar, un paio di ristoranti e il villaggio è fatto. La Chiesa di Notre Dame ospita pellegrini da secoli, fin dal Medioevo è stata il luogo di ritrovo dei fedeli della Provenza e luogo di sosta per i pellegrini diretti verso Roma lungo la Via Domitia e per quelli che dall’Italia andavano verso Santiago de Compostela. Per le strade di Saignon, dopo la chiesa, trovate una caratteristica piazzetta con palazzi colorati decorati da piante rampicanti e al centro una fontana, una piazza molto suggestiva. Lungo la salita si trova la Roccia che scende a strapiombo sul territorio circostante e dove ci sono i resti di un castello con una chiesetta privata non visitabile. Il villaggio mi è piaciuto molto.
APT
Apt è una cittadina con un borgo che conserva lo stile delle antiche cittadine provenzali, legate alla terra e alla tradizione agricola, qui infatti, il sabato mattina si tiene un imperdibile mercato agricolo dove trovare tutti i prodotti della Provenza. Sui banchi mazzi di lavanda, frutta candita, ciliegie e molto altro. Da visitare la città vecchia con i suoi bastioni, gli antichi palazzi e la Cattedrale di Sainte-Anne dove sono conservate le reliquie della santa, ha una cripta davvero suggestiva. Ad Apt trovate anche la Confiserie Kerry Aptunion, la più grande fabbrica di canditi del mondo che lavora 30 tonnellate di ciliegie al giorno. A me non è piaciuta granché a parte l’incredibile cattivo odore nella parte vecchia, che comunque è meglio della nuova con dei palazzi in stato di degrado, l’ho trovata un po’ troppo trascurata e decadente e quel decadente per nulla affascinante.
LAGARDE D’APT
Lagarde d’Apt è un piccolo villaggio vicino al Plateau d’Albion, talmente piccolo che è formato da una chiesa, un ristorante e due distillerie di lavanda. Non troverete piazze, né vicoli stretti né vicini di casa: infatti ci sono solo 33 abitanti! In compenso potrete scoprire diverse fattorie e un sentiero attraverso 80 ettari di lavanda, un paesaggio che spazia sulla campagna magnifica, selvaggia e sublime.
LES AGNLES
A Les Agnels c’è una delle più importanti distillerie della regione, oltre alla lavanda, vengono distillate foglie di cipresso e rosmarino. Potrete fare scorta di olii per il corpo, miele alla lavanda e molto altro.
ROUSSILLON
Roussillon è un villaggio famoso perché sorge su un giacimento d’ocra. Tant’è che la zona è conosciuta anche come “le terre d’ocra” ed ha i colori del deserto. Roussillon prende il nome dal rosso delle sue terre che in realtà sono anche giallo e arancione e qui, infatti, non solo la terra ma anche i palazzi sono o arancio o rosso o giallo. Da Russillion parte il Sentiero delle Ocre (Ve ne parto in quest’articolo) uno spettacolare percorso nella natura che consiste in una passeggiata di circa 45 minuti circondati dalle pietre colorate, si attraversa, infatti, un canyon dai colori incredibili. La visita al villaggio è obbligatoria perché è molto carino e non solo per il colore dei palazzi ma anche per i suoi vicoli molto suggestivi,  per la piccola piazzetta Hotel de Ville, ovvero il municipio, dove non mancano locali e caratteristiche botteghe. Sempre a Roussillon è possibile visitare il Conservatoire des Ocres et Pigments Appliqués  per imparare tutto sui pigmenti colorati, le proprietà cromatiche dell’ocra e visitare la fabbrica.
BONNIEUX
Altro splendido villaggio del Luberon dove, come Gordes sono state girate alcune scene del film Un’ottima annata. Un borgo pittoresco su più livelli nascosto da una parete di roccia. Tra le mura caratteristiche viuzze, vecchie dimore, antiche chiese vi ammalieranno per la loro bellezza. Da vedere: l’antica Eglise Vieille du Haut e il Ponte Julien, esempio di architettura romana con piloni traforati per limitare la pressione dell’acqua in caso di piene. Potete visitare anche il Museo della Panetteria che racconta la storia, le tradizioni e le tecniche della produzione popolare del pane in Provenza. A circa 7 km c’è la foresta dei cedri, uno dei più bei cedreti d’Europa con una piacevole passeggiata di un’ora nel fresco sottobosco: le sentier botanique. Da Bonnieux partono i sentieri per alcuni dei più bei campi di lavanda sul plateau de Claparedes, da visitare anche con bici elettriche a noleggio.
MÉNERBES
Ménerbes è adagiato sulla cima di uno sperone roccioso che domina sui vigneti circostanti è infatti Mènerbes è noto per le sue produzioni di vini e tartufi, grazie ai favorevoli terreni del Luberon. Tra gli amanti di questo villaggio troviamo Picasso e, arrivando a tempi più recenti, anche Peter Mayle è fra gli artisti sedotti dall’atmosfera pacata di Mènerbes.
GORDES
Uno dei borghi più belli di Francia, arroccato su uno sperone di roccia regala panorami mozzafiato, le sue stradine lastricate, le case in pietra, appoggiate una all’altra quasi a voler reggersi in piedi tra loro, il magnifico castello formano un luogo incantevole tanto da essere stato il set del film Un’ottima annata con Russel Crowe. La sagoma del Castello e della Cattedrale svettano tra le caratteristiche casette e non manca la suggestiva fontana ai piedi del Castello. A circa un paio di chilometri dal centro di Gordes c’è le Village des Bories, un borgo troglodita abitato dagli uomini circa 3000 anni fa. Bories in francese sono le pietre che si trovano nella vicina Apt con le quali, a secco, senza uso di cemento o malte, è stato costruito il villaggio. A pochi chilometri da Gordes c’è l‘Abbazia Cistercense di Sénanque che, con i suoi campi di lavanda, è la protagonista assoluta della Provenza, la sua immagine rappresenta la Provenza in fotografie e cartoline. Una tappa obbligatoria per tutti i viaggiatori che visitano la Provenza. Ancora oggi abitata da frati e monaci. Da vedere nell’Abbazia di Sénanque: la Chiesa, dotata dell’essenziale come ogni chiesa dell’Ordine cistercense, con due cappelle in stile romanico; il Dormitorio dove i monaci cistercensi si riposavano; il Chiostro, centro dell’Abbazia e il luogo di passaggio e raccordo di tutte le parti che la compongono; lo Scriptorium, una sala dove i monaci venivano a trascrivere i libri sacri e leggere e dove sono ancora visibili i resti di due grandi camini che servivano anche per propagare la luce; la Sala del Concistoro, dove l’abate e i frati si incontrano tutti i giorni per leggere un capitolo (da cui il nome) della regola di San Benedetto e prendono le decisioni che riguardano la comunità e il Bookshop, nonostante la ferrea disciplina anche i monaci hanno necessità di fare cassa.
COUSTELLET
A Coustellet, nel cuore del Parco Naturale Regionale del Luberon, c’è il Museo della Lavanda, un luogo completamente dedicato alla lavanda per conoscere meglio questa pianta profumatissima partendo dalla sua storia, le virtù, le problematiche della sua coltura e molto altro. Il museo si presenta come una tradizionale tenuta del Luberon e propone un’interessante visita inattesa: istruttiva e ludica attraverso film, collezioni uniche e animazioni. Il Museo è l’unica cosa per cui andare a Coustellet, per il resto è un normalissimo paese disposto lungo una strada.
FONTAINE-DU-VAUCLUSE
Oltre a essere uno dei borghi più particolari di Francia, vanta la sorgente più grande d’Europa che ha anche ispirato Petrarca per il celebre verso “Chiare, dolci e fresche acque”. Ecco non ve lo sarete mai aspettati, nemmeno io, ma è proprio grazie a Fontaine-du-Vaucluse che Petrarca dedica queste parole a Laura. Molto caratteristica la piazza, Place de la Colonne, a ridosso del fiume interamente circondata da alberi secolari che coprono interamente la Piazza con al centro la colonna che le dà il nome, fu eretta in omaggio al Petrarca, il 20 luglio 1804. Inizialmente venne posizionata vicina alla fonte del fiume Sorgue e solo dopo 25 anni fu trasferita in questa posizione. Dalla piazza attraversando il ponte sul fiume si arriva subito alla casa ora museo di Petrarca dedicato a Petrarca, dove abitava il Petrarca, qui sono esposte edizioni delle sue opere illustrate da grandi artisti tra cui Picasso, Braque e Mirò. Attraverso il tunnel di fianco la casa si arriva nel giardino della casa lambito dalle “dolci acque”. L’acqua è l’assoluta protagonista del paesaggio: mulini, case adagiate sull’acqua, ristoranti pieni zeppi con viste spettacolari in questo splendido panorama naturalistico che dà vita a uno dei più bei villaggi di Francia. Dal centro del paese parte una passeggiata che costeggia il fiume Sorgue e conduce direttamente alla fonte, dove godendo di uno spettacolo della natura tra alberi, vegetazione il rumore dell’acqua delle piccole cascate che invadono il paesaggio si arriva all’altissima falesia sotto la quale si trova la sorgente. Dall’altro lato della piazza, nel senso opposto del ponte, la Chiesa di Notre Dame, risalente all’XI secolo. Costruita dai monaci vittoriani sui resti di un santuario dedicato al Dio Pagano dell’acqua. Al suo interno c’è un’imponente colonna romana e un capitello posizionato sulla colonna opposta che sono i resti dell’antico tempio. Altro museo è il Monde Souterrain, dedicato alla speleologia con grotte, stalattiti e concrezioni calcaree raccolte da Borbert Casteret.
L’ISLE SUR LA SORGUE
Altra particolare cittadina che trasuda dell’atmosfera che solo la Provenza più autentica regala. Attraversata da diversi canali con antiche ruote idrauliche in legno ricoperte di muschio che sono la caratteristica di questi canali, un tempo erano più di 70. Il centro storico sorge proprio a ridosso dei canali, con i sui vicoli, i palazzi rinascimentali, i cafè all’aperto, le piccole botteghe, le terrazze dei locali sull’acqua e gli hôtel particuliers, disegnano uno splendido borgo. La Chiesa di Notre-Dame-des-Anges è l’unico monumento di rilievo che, grazie ai suoi interni, in stile barocco italiano e un’importante “Gloria” in legno dorato. L’Isle-sur-la-Sorgue è la patria dei negozi di antiquariato, piccoli e grandi negozi di brocante e bagatelle, il luogo ideale di chi ama il vintage, il lato sinistro del canale principale è tutto occupato dai venditori di antichità e oggetti vintage che abbondano anche nei vicoletti del centro storico. Il mercato dell’antiquariato si tiene ogni domenica, durante la Pasqua e il Ferragosto si tiene la Fiera dell’Antiquariato. Altro interessante mercato è le marchè flottant, si tiene la prima domenica di agosto ed è un favoloso mercato sull’acqua di prodotti provenzali che vengono trasportati e venduti attraverso barche molto simili alle gondole. Il tradizionale mercato provenzale si svolge la domenica mattina e il mercato dei prodotti della terra tutti i giovedì mattina. 
SAINT-RÉMY DE PROVENCE
Saint Rémy è nota anche per essere legata a due figure illustri: Nostradamus e Vincent Van Gogh. Nostradamus nacque a Saint-Rèmy anche se passò gran parte della sua vita nella vicina Salon de Provence. Vincent Van Gogh visse per un anno nel manicomio della cittadina provenzale dove dipinse alcuni dei suoi capolavori. A preludio dell’interessante cittadina provenzale il viale alberato che conduce al centro. Saint-Remy. Una delle cittadine che ho più apprezzato, un concentrato di Provenza: dall’imponente duomo, alle piazzette con le fontane, ai numerosi vicoli disseminati di bellissimi negozi e locali. Perdetevi in quei vicoli, fermatevi a pranzare in uno dei ristoranti nella bellissima piazzetta del Municipio, e una delle sue laterali porta alla casa dove nacque Nostradamus. A Saint Rémy, come dicevo, c’è il Monastero di Saint-Paul-de-Mausole, noto per essere stato il manicomio di Van Gogh, che merita una visita indipendentemente da questo fatto, in quanto capolavoro del Romanico Provenzale: soprattutto il chiostro del XI Secolo ricorda molto lo stile della chiesa di Saint Trophime d’Arles. I monaci francescani furono i primi ad accogliere i malati di mente, fin dal 1400, attività che continua ancora oggi. A un chilometro da Saint-Rémy si trovano le rovine della antica Glanum, una città prima celtico-ligure e poi romana, di cui restano intatti due splendidi monumenti: il Mausoleo, alto 18 metri, è scolpito con scene di battaglia, caccia, natura e due statue e l’Arco di Trionfo segnava l’ingresso a Glanum con, ai lati, raffigurazioni degli schiavi rassegnati al dominio romano. 
LES-BAUX-DE-PROVENCE
Il villaggio di Les Baux de Provence si colloca su uno sperone roccioso, fiancheggiato da due strapiombi ed è caratterizzato da un antico Castello Fortezza in rovina e alcune case disabitate. Dopo secoli di splendore dovuto all’intraprendenza dei signori di Les Baux, la decadenza del piccolo villaggio, tra i meno noti ma tra i più belli di Provenza, cominciò nel lontano 1632 per mano del Cardinale Richelieu che ne ordinò lo smantellamento. Vi abitano meno di 500 persone, il borgo è delizioso e piccolissimo e viene da domandarsi come riesca ad accogliere tanti viaggiatori e turisti. Del Castello restano i resti delle antiche mura e dei torrioni, le catapulte ed altro, si estende su un’ampia superficie verde. Altro gioiello architettonico della città è la chiesa di Saint Vincent, un edificio religioso del IX, in parte scavato nella roccia, è dedicato a Vincenzo di Saragozza, diacono del vescovo, una delle prime vittime delle persecuzioni anticristiane del IV secolo, ed è in stile romanico provenzale. Meritano la visita gli interni. Altra attrattiva sono le “Carrières de Lumières”. Le ex cave destinate all’estrazione della bauxite, chiuse nel 1935, hanno subito un importante restauro che ha permesso alle “Carrières de Lumières” di riaprire al pubblico tre anni fa, con una nuova vocazione di palcoscenico di spettacoli suggestivi. Nelle pareti di roccia vengono riprodotte immagini e colori, dedicate ad opere di artisti. Dall’1 marzo 2019 al 5 gennaio 2020, le Carrières de Lumières propongono uno spettacolo dedicato a Van Gogh. Non ho visto quello di Van Gogh ma a Rouen e a Reims ho visto le riproduzione simili sulla facciata della cattedrale ed è uno spettacolo bellissimo.
SALON-DE-PROVENCE
Nel cuore di una campagna dominata dagli uliveti, sorge il piccolo paesino che è stato punto di approdo dal più grande astrologo e profeta di tutti i tempi: Nostradamus. La casa dove ha passato buona parte della sua esistenza e la sua tomba attira molti turisti e sono già un motivo sufficiente visitare la cittadina. Qui scrisse le Profezie, gli Almanacchi e quasi tutte le sue opere, di cui si possono ammirare gli originali e acquistare anche delle riproduzioni. La sua figura è molto presente nella cittadina, non solo la casa-museo ma anche con giganteschi murales. Anche Salon ha il suo Castello, Chateau de l’Emperi, costruito sulla parte più alta della città. Da visitare il suo museo con una collezione di armi e divise dell’esercito francese, notevoli anche i cortili interni, dove spesso si tengono concerti e rappresentazioni teatrali. Altra attrattiva della cittadina è la Torre con l’orologio e la Moussue e la fontana ricoperta di muschio, punto di riferimento cittadino per incontri. Salon è famosa per l’olio d’oliva, in quanto ricca di uliveti, da cui si ricava il famoso sapone di Marsiglia e ve ne accorgerete subito, passeggiando per le sue strade dalla quantità di botteghe e laboratori e dal profumo che si respira ovunque. Non perdetevi il Quartiere dei Saponificatori. Ci sono due fabbriche di sapone che si possono visitare: la Marius Fabre in Rue Félix Pyat e la Rampal Latour in Avenue Paul-Bourret. Nella prima si può visitare la Saponeria e un Museo che ripercorre la storia del sapone dal Medioevo a oggi. Visite dal lunedì al venerdì 8.30/12.00 e 13.30/17.00. Costo del biglietto euro 3,50. La fabbrica di Rampal Tour propone lo stesso tour e le visite si tengono il martedì e il venerdì, alle ore 10.30 in punto.
A breve il diario di viaggio, intanto vi invito a leggere anche gli altri articoli sulla Provenza.
Cosa vedere in Provenza: campi di lavanda e non solo I colori, le distese di lavanda, i villaggi arroccati, le stradine acciottolate, i davanzali rigorosamente fioriti, rendo la Provenza una delle regioni più amate dagli artisti che l’hanno scelta come punto d’approdo, ma è anche molto amata dai viaggiatori di tutto il mondo.
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