#via pietro nenni
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Berlusconi è così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto!
Checché se ne dica Berlusconi, come tutti i ricchi, non può essere generoso. Se fosse generoso non sarebbe ricco.
I manifesti della campagna elettorale di Berlusconi sono il più grande successo degli imbalsamatori dai tempi di Tutankamen.
Berlusconi è un cattolico un po’ sui generis. Per esempio le sue idee religiose si limitano alla convinzione che Dio abbia creato l’uomo e viceversa.
Silvio Berlusconi: “Ogni ingiustizia mi offende quando non mi procuri direttamente alcun profitto”.
Berlusconi, in vacanza a Bermuda, ha rischiato un gravissimo incidente: stava facendo una passeggiata quando, per un pelo, non è stato travolto da un motoscafo.
I manifesti di Berlusconi che tappezzano le città italiane lo fanno sembrare di vent’anni più bugiardo.
Casini: “Ho una proposta: se vinciamo facciamo il Governo degli Onesti.” Berlusconi: “Bravo, e il pluralismo?”
Che cosa distingue Pietro Nenni, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi? Nenni non sapeva dire bugie, Craxi non sapeva dire verità e Berlusconi non sa dire la differenza.
Oggi ho preso il coraggio a due mani ho telefonato a Berlusconi e gli ho detto: “Guardi che se vince le elezioni il mio posto di lavoro non si tocca!” E lui mi ha risposto: “E chi lo tocca? Anzi mi fa schifo solo a guardarlo!”
A pochi mesi dalle elezioni l’opinione pubblica è riuscita finalmente a capire la differenza che c’è tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: Bossi è un povero pazzo, Berlusconi invece è ricco.
Mi sono svegliato nel 2010 e ho avuto paura perché Berlusconi aveva comprato tutto. Perfino la Costituzione aveva fatto riscrivere. Da Mike Bongiorno. Il primo articolo diceva: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? Avete vento secondi per rispondere. Via al cronometro”.
Già da scolaretto Berlusconi dava prova delle sue straordinarie qualità vendendo i “pensierini” ai compagni meno dotati. Cominciava insomma a manifestarsi in lui quella particolare attenzione verso i più somari che sarà in seguito origine del suo successo televisivo e politico.
Una volta Bossi mi ha accusato di peronismo. Sì, ha detto proprio: “Berlusconi è un peronista!”, ma non mi sono offeso perché credo che si riferisse alla birra Peroni che è l’unico peronismo che conosce bene.
Se Berlusconi vincerà le elezioni tutti gli italiani si convinceranno che le sorti del Paese sono in mano a un serial premier.
Il ritorno di Berlusconi al governo mi ricorda il recital di un cantante d’opera penoso in un teatro di Palermo. Eppure il pubblico alla fine si è alzato in piedi e ha urlato: “Bis! Bis!” E lui ha cantato di nuovo. Peggio di prima. Ma il pubblico era di nuovo in piedi a gridare: “Cantala di nuovo!” E il cantante: “Siete un pubblico meraviglioso, mi piacerebbe cantare ancora per voi, ma non posso cantare la stessa aria tre volte…” Allora un vecchietto in loggione si è alzato e ha urlato: “E no! Adesso tu la canti finché non la impari!”
Silvio Berlusconi è una persona per lo più umile, nonostante abbia avuto tutta la vita al fianco il fratello Paolo che farebbe venire il complesso di superiorità perfino a Amadeus.
Silvio Berlusconi è un uomo davvero molto fortunato. Così proverbialmente fortunato che qualche tempo fa la Repubblica di San Marino decise di emettere dei francobolli rappresentanti il suo sedere stilizzato. Ma ha dovuto subito ritirarli perché Emilio Fede li leccava dal lato sbagliato.
Silvio Berlusconi non solo non conosce Tabucchi, ma è anche convinto che Gogol sia un centravanti balbuziente.
Sappiamo che è difficile da credere, ma la vita di Berlusconi è basata su una storia vera.
Berlusconi fin da piccolo aveva detto: “O divento presidente del Consiglio o niente.” Be’ ce l’ha fatta: è riuscito a diventare tutt’e due.
Berlusconi paga tre miliardi di tasse al giorno? E’ più forte di lui, non riesce a essere modesto neanche quando fa il 740.
Berlusconi è uno che prima di darsi alla politica non faceva mistero delle sue passioni. Che, come diceva lui stesso, erano soprattutto due: la figa e Parigi. La figa perché è la figa. Parigi perché… Insomma con tutta la figa che c’è a Parigi!
Sono sicuro, ci vorranno magari vent’anni, ma alla fine Berlusconi diventerà un musical.
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Selezione di battute tratte da: Anche le formiche nel loro piccolo fanno politica. (E s’incazzano). 107 cattivi pensieri sulle ELEZIONI 2001, a cura di Gino&Michele per il Comitato Rutelli.
#Silvio Berlusconi#Gino&Michele#umorismo#Storia d'Italia#politica italiana#Prima Repubblica#Seconda Repubblica#il Cavaliere#corruzione#Tangentopoli#Mani Pulite#Antonio Di Pietro#Fininvest#Mediaset#Forza Italia#conflitto di interessi#berlusconismo#leggi ad personam#Umberto Bossi#Gianfranco Fini#Romano Prodi#bipolarismo#partito-azienda#loggia P2#Piano di rinascita democratica#Marcello Dell'Utri#Bettino Craxi#mafia#sua Emittenza#potere
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Favara. Il 15, 17 e 19 luglio secondo intervento adulticida contro le zanzare
Le sere di lunedì 15, mercoledì 17 e venerdì 19 luglio prossimi sarà effettuato il secondo intervento adulticida contro le zanzare nell’ambito del centro abitato di Favara. L’intervento sarà svolto dalle ore 23.00 alle ore 06.00 del giorno successivo, secondo il seguente calendario: - Lunedì 15 luglio 2024 - Area ricadente fra la delimitazione del viale Pietro Nenni, via Agrigento e via Portella verso la periferia nord-est; - Mercoledì 17 luglio 2024 - Area ricadente fra la delimitazione del viale Pietro Nenni, via Agrigento e via Portella e della delimitazione del viale E. Berlinguer, via Sant’Angelo, piazza Libertà, via Umberto, piazza Capitano Vaccaro, via Mendola, via Toscana, viale Progresso e via Don Giuseppe Arcieri; - Venerdì 19 luglio 2024 - Area ricadente fra la delimitazione del viale E. Berlinguer, via Sant’Angelo, corso Vittorio Veneto e viale Aldo Moro verso la periferia sud-ovest. I cittadini nelle notti interessate non dovranno lasciare nei balconi e negli spazi aperti, nessun prodotto commestibile, biancheria, animali, etc. Read the full article
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La polizia insegue malviventi. Recuperate tre auto rubate
FERMO Inseguimento, martedì notte, da parte degli agenti della polizia. Intorno alle 4,30, infatti gli agenti si trovavano a Lido San Tommaso, all’incrocio con via Pietro Nenni. Arrivati all’altezza di via Carlo Cattaneo hanno visto tre auto, una Fiat Punto, una Volkswagen T-Cross e una Audi A1 che si muovevano veloci e vicine. La polizia li ha quindi avvicinati, per controllare le persone a…
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Vendita Appartamento Benevento. Trilocale in via pietro nenni. Ottimo stato, primo piano, posto auto, riscaldamento autonomo, rif. 112860361 | www.immobiliare.it
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La Dinamo vola con Aeroitalia
Sassari. Martedì scorso, nella Club House societaria di via Pietro Nenni a Sassari, è stato presentato l’importante accordo di partnership tra Dinamo e Aeroitalia. Come annunciato nei giorni scorsi Aeroitalia sarà airline partner della società di via Roma nella stagione 2023-2024, accompagnando Dinamo, Dinamo Women e Dinamo Lab in una lunga stagione di sfide in campionato e coppa. A incontrare i…
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Arresto cardiaco sul campo di calcetto a Banditella, 50enne ricoverato in gravi condizioni
Livorno 27 aprile 2023 – Arresto cardiaco sul campo di calcetto a Banditella, 50enne ricoverato in gravi condizioni Intorno alle ore 20 di questa sera nei campi di calcetto di via Pietro Nenni a Banditella, un uomo sulla 50ina ha avuto un arresto cardiaco mentre giocava a calcetto Sul Posto sono intervenuti in un primo momento i volontari della Misericordia di Antignano che hanno usato il…
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Sunshine Desert Dunes I suoi riflessi si sposano perfettamente con tutti i colori degli occhi. L'ideale per cambiare colore senza pensieri. Ti aspettiamo in “Compagnia della Bellezza di Francesco e Norman Zerbi” Via Pietro Nenni 66 Polistena Dal Martedì al Sabato dalle 09.00 alle 18.30 ☎️ 0966931531 . . #diffidatedalleimitazioni #normanzerbi #capelli #girl #look #beauty #hair #hairstyle #hairstylist #instahair #haircolour #haircolor #haircut #hairfashion #bellezza #fashion #instafashion #hairoftheday #hairideas #style #hairofinstagram #haircolorist #parrucchiere #parrucchieri #lorealproffessionel #calabria #polistena #bionda #miele #reggiocalabria https://www.instagram.com/p/B9GinzWopD1/?igshid=1pwn6zgbip19m
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Una domenica all'insegna del volontariato al Villaggio Jungi
Una domenica all’insegna del volontariato al Villaggio Jungi
SCICLI – Prima l’area verde dell’ospedale Busacca di Scicli poi quella di via Pietro Nenni. Quella che sta per concludersi è stato un fine settimana all’insegna del volontariato.
Nel pomeriggio di oggi un folto gruppo di persone, subito dopo il pranzo domenicale, è andato a ripulire la parte nord del Villaggio Jungi a ridosso dell’Istituto “Quintino Cataudella”. L’iniziativa, che ha interessato
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Streetart – Solo + Diamond @ Pomezia, Italy — Barbara Picci
Streetart – Solo + Diamond @ Pomezia, Italy — Barbara Picci
Solo + Diamond @ Pomezia, Italy Location: Pomezia, Italy Artists: Solo + Diamond (Italy) For: Raggi di futuro A project by: Comune di Pomezia Address: Via Pietro Nenni, 48 USEFUL LINKS DIAMOND: Diamond in this blog | Website | Flickr | Instagram | Twitter | Facebook fan page USEFUL LINKS SOLO: Solo in this blog […] Streetart – Solo + Diamond @ Pomezia, Italy — Barbara Picci
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Giussano (MB), donna si schianta in auto e il coniuge si offre per l'etilometro
Giussano (MB), donna si schianta in auto e il coniuge si offre per l'etilometro. La scorsa notte i carabinieri del radiomobile della compagnia di Seregno sono intervenuti a Giussano dove, all’incrocio tra via Pietro Nenni e via Prealpi, una 28enne residente nella provincia di Como, mentre, in compagnia di un’amica 21enne, era alla guida della Smart Fortwo della madre, ne ha perso il controllo ed è andata a scontrarsi prima contro un cartello stradale, abbattendolo, e poi contro un palo dell’illuminazione pubblica dove invece si è fermata la sua corsa. I militari, dopo aver fatto soccorrere le due giovani dai sanitari del "118", hanno chiesto alla 28enne di sottoporsi all’alcoltest. Ma proprio in quel momento è sopraggiunto il coniuge della donna, il quale probabilmente forte del suo precedente per guida in stato d’ebbrezza, intuito quello che sarebbe stato il probabile risultato del test, si è offerto – senza successo – di poterlo fare al posto della consorte chiedendo se avesse potuto soffiare nell’etilometro al posto della moglie. La donna quindi, sottoposta alle due prove previste, è risultata in entrambe positiva con un tasso superiore a g/l 1,3 e pertanto è stata denunciata per guida in stato d’ebbrezza con contestuale ritiro della patente di guida. Entrambe le ragazze sono state poi visitate in via precauzionale al pronto soccorso dell’ospedale di Carate Brianza.... Read the full article
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Intervista a Mina
ORIANA FALLACI: Noi ci siamo già incontrate: a Sanremo, poco più di due anni fa, quando lei cantava una canzonetta, Io amo, tu ami, e sembrava ignorare perfino il significato di quel verbo. Affermava di dormire con un orsacchiotto e di divertirsi soltanto con Topolino, le bolle di sapone, e le fotografie di «un tipo con la barba che ha accoppato un mucchio di gente e mi pare si chiami Fidel». Ignorava o sembrava ignorare molte altre cose: che Pietro Nenni fosse socialista, che il pentagramma servisse per scriver la musica, e che Maometto avesse dettato la religione dell’Islam. «Ma chi era questo Maometto? Il nome è simpatico, se un giorno avrò un figlio voglio chiamarlo Maometto». L’incontro mi lasciò perplessa, signorina Mazzini, scusi, volevo dire signora...
MINA: Signora? E perché? Non sono sposata, e di conseguenza non sono signora. A me, quando dicono "signora", sembra sempre che mi diano una gomitata nei fianchi: lo dicono con una tal aria di complicità, quasi volessero dividere con me chissà quale colpa.
L’incontro mi lasciò perplessa. E altrettanto perplessa ora che la ritrovo madre di un figlio che non ha chiamato Maometto: è talmente cambiata! Non solo perché allora era magra, bionda, nervosa, mentre ora è florida, bruna e tranquilla: ma perché...
Perché non sono più la stessa persona. Ero una ragazzaccia viziata e ora sono una donna matura, paga dei suoi 73 chili. Non sapevo ciò che volevo e ora lo so. Mi mancavano tante cose e ora non mi manca più nulla. Mi sento serena come chi ha scoperto che le cose importanti sono le più semplici: amare un uomo che t’ama e avere un figlio da lui. Insomma, due anni fa ero nell’epoca dello stupore: aprivo un cassetto e mi meravigliavo di ciò che conteneva. Ora apro un cassetto e prima ancora di aprirlo so quel che ci trovo: il padre di mio figlio e mio figlio. Due cose che investono la mia vera vita e non la vita che fingevo di avere. Allora non facevo altro che correre: ora passo le giornate senza far niente. Tutt’al più guardo la televisione, mi basta star lì, posso essere finalmente quello che sono: un animale cui piace stare al sole e dormire, qualcuno che se ne infischia di tutto. Me ne infischio perfino del lavoro. Non completamente perché sarebbe cretino, ma abbastanza.
Vuol dire che non le importa più di esser famosa, popolare, adulata: in altre parole d’esser la Mina e aver successo?
Il fatto è che non l’ho mai cercato, il successo, non ho lottato per conquistarlo, e così non l’ho mai apprezzato. A una certa età, così come all’uomo viene la barba, a me è venuto il successo. L’ho accettato come una cosa normale: senza pena né fatica, senza rendermi conto della fortuna che mi capitava. Me lo sono tenuto come si tiene un regalo di cui si ignora il prezzo, e se lo perdo pace. La gente che mi ferma per strada mi ha sempre intimidito, e ora mi intimidisce ancora di più: mi dà come un complesso. Il complesso che mentre mi chiedono l’autografo abbiano qualcosa da dirmi o da domandarmi. Magari loro non ci pensano, ma io mi aspetto sempre che analizzino la mia "situazione". Poi ci sono quelli che si mettono dalla mia parte: e anche questo mi dà fastidio. La solidarietà! Tanto so bene che non è vera
Questo non è giusto, e nemmeno garbato. Diciamo che si sfogano per difendere se stessi. Vi sono anche quelli che la giudicano male. Da molti la nascita di questo figlio è stata considerata un esibizionismo sfacciato, uno schiaffo pubblicitario.
Quelli sono stupidi. Un figlio è una cosa così importante. Hanno anche detto che l’ho fatto per avere le copertine sui settimanali, che mi sono fatta pagare le foto. Hanno inventato che ho fatto una conferenza stampa per dar la notizia. Ma lei sa come è venuta fuori la notizia? Due giornalisti sono andati dalla mamma e le hanno detto: sappiamo che la Mina aspetta un bambino, vuol confermare la notizia a noi o vuole che esca su un giornale scandalistico? La mamma ci è cascata e ha risposto sì, è vero. Così una mattina, uscendo di casa, ho trovato l’inferno. Non so se capisce: tu esci di casa, tranquilla, con il tuo segreto, passi dinanzi al giornalaio, tranquilla, e vedi scritto a caratteri di scatola il tuo segreto. Allora torni a casa, correndo, con il tuo segreto che non è più un segreto, e trovi 40 fotografi ad aspettarti, ad accecarti. Credo che nel Medioevo fosse così la... la... come si chiama?
La caccia alle streghe. Però non si può dire che lei abbia fatto molto. Mina, perché se ne parlasse un po’ meno. Direi anzi che ha parlato un po’ troppo e con troppa gente.
Si fa presto a dire così: avrei voluto vederla, al mio posto. Cosa avrebbe fatto con i giornalisti e i fotografi che sbucavano dalla sua auto, di sotto al letto, dalla borsa dell’acqua calda? Dicevo una parola e loro ci ricamavano un articolo. Mi sono rassegnata: se è tanto importante per voi che io partorisca mio figlio, accomodatevi pure.
Non aveva pensato che una simile reazione avvenisse? Forse si sentiva protetta dal fatto d’esser la Mina: tanto vivo in un’epoca che offre a una donna il vantaggio di fare quel che vuole?
Non ci ho mai pensato, tantomeno ho pensato a sentirmi protetta perché ero la Mina. Quando una donna è incinta, non va mica a pensare sono la Mina e posso farlo, oddio cosa diranno gli altri? Io ho preso la decisione che ho preso indipendentemente dagli altri, nient’affatto sicura del benestare che tutto sommato c’è stato, pensando semmai che tutti ce l’avrebbero avuta con me. Per esempio ero sicura che la vendita dei dischi avrebbe avuto un calo tremendo, ne parlai anche con le mie case discografiche. Il calo non c’è stato: ho sempre avuto una fortuna schifosa, io. Ma se non fosse andata come prima, se la fortuna mi avesse abbandonato, non me ne sarebbe importato. Una che vuol diventare zero fa quello che ho fatto io: e io lo avrei fatto anche se fossi vissuta trent’anni fa.
D’accordo. Ma non ha mai avuto nemmeno timori o imbarazzi? Non so, nei riguardi delle persone che conosceva a Cremona: dopotutto lei vive in provincia, viene dalla provincia...
Timori e imbarazzi per la gente di Cremona? No. Sapevo come avrebbero reagito: bene e male, soprattutto male perché quando uno ha vissuto tanto tempo con i suoi bei principioni non puoi pretendere che cambi idea all’improvviso e per i tuoi begli occhi. Timori e imbarazzi io ne ho avuti, ma solo per i miei genitori o meglio per mio padre. Non che pensassi di sentirmi gridare: «Figlia snaturata, via di qui!». Ma sapevo di dargli un dolore. Perciò ho aspettato molto a dirglielo: un giorno di più e se ne sarebbe accorto da sé. L’ho chiamato in camera mia, «papà devo dirti una cosa», e nello stesso momento mi ha colto un attacco di isterismo: mi sono messa a ridere come una pazza. Non potevo frenarmi, ridevo, ridevo mentre papà mi guardava con occhi dolorosi e stupiti, e così, sempre ridendo, ho detto: «Papà, pensa che buffo: mi scappa tanto da ridere e devo dirti che sono incinta». Papà non ha battuto ciglio, si è seduto sul letto, mi ha risposto: è inutile che ti dica come la penso, tanto lo sai, vediamo piuttosto di esaminare la faccenda. Così ci siamo messi a esaminarla: Corrado è sposato, dunque vediamo, io intanto non ridevo più, e quando l’abbiamo esaminata da tutte le parti papà mi ha dato il bacio della buonanotte e si è ritirato in camera sua. Magari tutti avessero genitori stupendi come i miei.
Quanti anni ha suo padre?
Quarantasette. È giovane. Forse, se fosse stato di un’altra generazione, non si sarebbe comportato così. Ma che c’entrano le generazioni?! Non si cambia mica per le generazioni, si cambia invecchiando. A 20 anni si pensa e si agisce come a 20 anni, a 40 come a 40, a 60 come a 60. Mio padre ha reagito come un uomo di 47 anni e comunque ognuno è diverso. Che cosa ha di speciale la mia generazione rispetto a quella di mio padre? Quella di mio padre ha visto una guerra e la mia vedrà un’altra guerra: ecco tutto. A ogni modo credo che dai tempi di Eva le cose vadano nel medesimo modo. Non c’è nulla di simbolico in me né in mio padre. Ma perché vuol sempre dimostrar qualcosa?
Non voglio dimostrare un bel nulla e il suo punto di vista è discutibile, probabilmente sbagliato. Voglio solo intervistare una donna che si chiama Mina. Ed è a Mina, non alla sua generazione, che chiedo: non ha mai pensato di non farlo, questo figlio?
Io l’ho voluto, questo figlio (Massimiliano, 1963, ndr), non è nato per combinazione. L’ho voluto perché amavo il padre di questo figlio e il padre di questo figlio era d’accordo con me nel volerlo. Vede... è difficile spiegar queste cose. Dovrebbe essere innamorata, per capirmi: innamorata come io lo sono di Corrado (Corrado Pani, 1936-2005, attore e doppiatore, all’epoca era sposato con Renata Monteduro e in Italia non esisteva il divorzio, ndr). Vuole che le parli di lui? Corrado è il contrario di quello che gli altri credono, Corrado è diverso da tutti. Oh, non rida! Lo so che tutti dicono così quando sono innamorati. Ma Corrado... Per esempio non è affatto vero che imiti James Dean. È un ragazzo all’antica e non lo sa. Pensi che io non l’ho quasi mai visto recitare e lui non sa chi sono: quando sente cantare alla radio Wilma De Angelis chiede: «Sei tu?». Non gli importa niente che io sia la Mina, anzi l’idea di avere la donna chanteuse lo irrita a morte. Corrado mi sta bene come un vestito che mi sta bene e, quando mi accorsi che mi stava bene, desiderai avere un bambino. Mi sono sempre piaciuti i bambini.
Un figlio non è solo un bambino. È un uomo: verso il quale si hanno infinite responsabilità. Lei era cosciente di questo?
Fino a un certo punto, anzi no. Finché non me lo sono visto davanti ne sono stata pochissimo cosciente. La responsabilità viene fuori solo al momento in cui il figlio nasce e lo tocchi. Quando mi accorsi di aspettarlo, non pensai affatto alla responsabilità: pensai solo che avevo voglia di averlo. Di averlo come cosa mia, egoisticamente. Poi nacque, e mi resi conto di tutto: che avrebbe dovuto andare a scuola, e fare la scarlattina, e il soldato... Insomma che...
Che gli aveva dato la vita, che responsabile di questo era lei. E questo, che effetto le fece? Non la riempì di paura?
Di colpo... di un’immensa paura. Mi fece anche sentire più vecchia. Caddi dal cielo e per un giorno e una notte non feci che piangere. Piangevo perché sarebbe andato a scuola, perché avrebbe fatto la scarlattina, perché avrebbe fatto il soldato, e piangevo all’idea delle prime incomprensioni che sarebbero esplose tra me e lui, all’idea che avrei dovuto educarlo, insegnargli pensieri e sentimenti. Nello stesso tempo mi resi conto di volergli così bene, così bene: un bene irragionevole, che superava perfino le lacrime. Sa, quando si ama tanto una persona, non ci si rende conto di sbagliare. Gli voglio così bene che non mi pongo il problema d’avere avuto torto a metterlo al mondo. Questa è l’unica cosa che conta, che conterà quando sarà grandino e mi chiederà le cose, e dovrò spiegargli questa è una mela, questa è una pera, e questo è un libro.
Quando le chiederà qualcosa di più?
Questo mi preoccupa moltissimo: in tutta la mia vita, la cosa che mi ha forse turbato di più è stata l’atto di nascita di mio figlio, quando ho dovuto scrivere Massimiliano Mazzini anziché Pani. Spero che quando sarà grande, tutto sarà andato a posto: fra tre anni si può fare l’affiliazione. Lei che dice?
Sarà tutto a posto e, se non sarà tutto a posto, egli dovrà essere ugualmente fiero di lei e volerle più bene.
Lei lo dice per incoraggiarmi, ma spero che saprò stargli vicino e dirgli vedi, bambino, io amavo tuo padre e t’ho voluto perché amavo tuo padre, e se non l’ho sposato non è stato perché non l’ho voluto. A ogni modo il padre ce l’hai e ho vissuto con lui... Io le donne che decidono di avere un figlio senza vivere col padre del figlio non le capisco: mi sembrano ciniche e più egoiste di me. Se avessi potuto, mi sarei sposata: per legalizzare mio figlio. Lo sa qual è la cosa che mi tormenta di più? Non avere una casa, non poter vivere insieme nella stessa casa, esser costretta ad abitare in albergo.
È duro, capisco.
Più che duro, umiliante. Tante persone che non sono sposate vivono nella stessa casa, anche in Italia. Noi non possiamo: esiste una denuncia di concubinato e se abitiamo insieme il concubinato diventa lampante, finiamo in galera. Mio Dio, dico, se avessi rotto una famiglia capirei. Ma tutto era già rotto prima: Corrado e sua moglie vivevano separati da un anno, la pratica per l’annullamento del matrimonio era già in corso, la moglie era d’accordo, diceva: «Non m’importa un bel nulla se quei due stanno insieme». Poi è venuta fuori la storia del figlio e ci ha querelato. Vorrei dirle, sei bella, sei ricca, sei giovane, hai la vita davanti, e io ho partorito un bambino: perché non vuoi lasciarmi vivere con lui e col bambino?
Potreste vivere insieme in un altro Paese. Molti lo fanno.
Non siamo ricchi come la gente crede e il nostro lavoro è qui. Io ho firmato contratti fino al 1965 e se non li mantengo mi fanno una causa grossa così. Devo lavorare, perbacco. L’unico lavoro che non faccio più è cantare nei teatri in Italia. Verrebbero a vedermi più che a sentirmi, proprio come si fa con la donna barbuta nei luna park. Del resto, questa situazione me la sono voluta e poiché me la sono voluta devo sopportarmela con tutte le sue conseguenze. Vivere spesso separata non mi fa paura. Andrà bene e, anche se andasse male, rifarei tutto quello che ho fatto.
Eh, sì, Mina: è cresciuta, non c’è che dire. Due anni fa mi sembrava d’avere cent’anni quando la ascoltavo. Ora mi sembra che i cent’anni li abbia lei. Ricordo quando mi disse: «Io ho 18 anni. L’età che avevo quando questa malattia chiamata successo si è abbattuta su di me. Quando crescerò partirò da quei 18 anni».
Quelli, sa, mi chiedo se li ho mai avuti. Non ho mai fatto quello che fanno le ragazzine. Quando uscivo di casa succedeva l’iradiddio e, se le mie amiche dicevano «Mina, perché non andiamo al mare?», ero costretta a dire di no: perché avrei rovinato la loro vacanza e la mia. Non ho mai frequentato la gente della mia età, non ho mai avuto nulla in comune con loro. I ventenni, non so: o sono impegnati con i problemi centrali o pensano solo al cha cha, o sono comunisti o sono fascisti. Io non penso solo al cha cha e non sono comunista e non sono fascista: sono liberale e mi piace Giovanni Malagodi (fu capogruppo del Pli alla Camera, ministro del Tesoro e presidente del Senato, ndr) con il suo viso di faina. I ragazzi della mia età hanno 23 anni, quando parlo con loro viene sempre un momento in cui esclamo: Dio, quanto siete giovani. Gli uomini che ho frequentato con convinzione sono sempre stati sui 40. Corrado ha 27 anni ed è il più giovane che ho conosciuto. Con lei, sa, recitavo una parte, quel giorno, e a esser sincera era una parte che non mi divertiva. Perché avrei dovuto mettermi lì a distruggere un mito? Ora siamo sole, in casa sua, abbiamo tempo: può anche valerne la pena.
Questo lo avevo intuito. Lo scrissi, anche: «Mi prende il sospetto che sappia chi è Fidel Castro, chi è Maometto, e...».
No: chi fossero non lo sapevo davvero. Certe cose le ho apprese per le elezioni. Le ho raccontato il mio voto? Ero in ospedale, avevo partorito mio figlio. Dopo, qualcuno uscì con questa frase: «Ora hai votato, sei entrata nella maturità». Avevo un figlio e mi vengono a dire che sono entrata nella maturità perché ho dato un voto.
E chi gliel’ha fatta questa cultura politica? Corrado?
No. Lui è mezzo comunista: di queste cose con lui non parlo sennò litighiamo. Me la sono fatta da me: ascoltando, leggendo di più.
Allora non legge più Topolino.
Sì: mi distende. Ma leggo anche i libri: quelli che mi piacciono. Che cos’altro aveva sospettato di me?
Che sapesse cos’è l’amore, che cos’è un pentagramma, e che l’orsacchiotto con il quale dormiva fosse la borsa dell’acqua calda.
Era la mia borsa dell’acqua calda. Quanto al pentagramma, ignoravo che cos’erà: però avevo cantato un poco come soprano lirico, mia nonna era una grande cantante, questo lo sa.
Dunque non era la ragazzina ingenua che dicevano...
Ingenua... Oddio! Direi di no. Mi innamoravo, sì, ma con riserva. Era una cosa finta, come recitare una scena d’amore, magari soffrivo, ma come si soffre in un film. Ma lo sa che quando piangevo mi guardavo allo specchio per vedere come piangevo?
Sarà contenta. Mina, d’avere avuto un maschio.
Perché?
Il mondo oggi è più delle donne che degli uomini, ma una femmina che le assomigliasse sarebbe un problema. Se non altro per non farla vivere in fretta come lei.
Perché? Non sento d’avere esaurito il mio futuro, anche se le mie esperienze sono state veloci. Non mi sento defraudata. Va bene così: e non è presto esser madre a 23 anni. Non potevo continuare a recitare in eterno. Oh, non mi capisce, lo so: del resto, non l’ha detto lei stessa che l’altra volta si sentiva addosso cent’anni e questa volta si sente come se i cent’anni li avessi io? Siamo destinate a non capirci, noi due. Il fatto è che io sono romantica, romantica come una donna, e lei è cinica, cinica come un bambino. Continua perfino a scrivere articoli sulla Mina: sapendo che non ne vale la pena.
Chissà che non abbia ragione. Chiudiamo questo aggeggio e facciamoci un caffè.
Oriana Fallaci
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Favara. Da stasera tre interventi contro le zarzare
A partire da oggi, 17 giugno 2024, dalle 23 alle 6 del giorno seguente, sarà effettuato il primo intervento adulticida contro le zanzare nell’ambito del centro abitato. I cittadini nelle notti di seguito specificate non dovranno lasciare nei balconi e negli spazi aperti, nessun prodotto commestibile, biancheria, animali eccetera, oltre che tenere ben chiuse tutte le aperture delle abitazioni. Gli interventi saranno svolti secondo il seguente calendario: Lunedi 17 giugno - area ricadente fra la delimitazione del viale Pietro Nenni, via Agrigento e via Portella verso la periferia nord-est. Mercoledi 19 giugno - area ricadente fra la delimitazione del viale Pietro Nenni, via Agrigento e via Portella e della delimitazione del viale E. Berlinguer, via Sant’Angelo, piazza Libertà, via Umberto, piazza Capitano Vaccaro, via Mendola, via Toscana, viale Progresso e via Don Giuseppe Arcieri. Venerdi 21 giugno - area ricadente fra la delimitazione del viale Berlinguer, via Sant’Angelo, corso Vittorio Veneto e viale Aldo Moro verso la periferia sud-ovest. Read the full article
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Negozi di abbigliamento in Via Pietro Nenni a Benevento | www.paginegialle.it
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Il comunista Peppone ha votato Lega e M5S DI GIOVANNI TIZIAN Brescello, elezioni del 1948 . Il Fronte popolare democratico di Palmiro Togliatti e Pietro Nenni registra il 52,59 per cento dei consensi. Alla vigilia della caduta del muro di Berlino il Pci è al 41. Soglia abbondantemente superata dal Pds nell’anno della prima discesa in campo del Cavaliere nero Berlusconi. Poi, il 2008 è l’anno del Pd. Inizia una lenta e drammatica emorragia di elettori. Fino al 4 marzo, giorno della disfatta nazionale per il centrosinistra. Che nell’Emilia, intellettuale e operaia, diventa evento drammatico, storico, da raccontare alle future generazioni. La regione rossa per eccellenza stinta e ridipinta di verde leghista e giallo grillino. Due tonalità nuove per la roccaforte della sinistra, modello sociale e culturale, ora in mano ai conquistatori populisti e sovranisti. (...) Anche su Brescello, il paese di 5 mila anime nella bassa reggiana al confine con la Lombardia mantovana dove Giovannino Guareschi aveva ambientato le sue storie, soffia un vento diverso. Alle 8 di mattina la piazza è deserta. Il Burian siberiano dei giorni pre elettorali ha lasciato posto a un tepore inaspettato. Come del resto inatteso è stato il risultato del voto. Il Pd nel municipio di Peppone, il sindaco comunista interpretato da Gino Cervi nell’adattamento cinematografico dei racconti di Guareschi, ha incassato una sonora sconfitta. Terzo partito. Primi i Cinquestelle e subito dopo con oltre il 21 per cento la Lega sovranista di Matteo Salvini, la vera sorpresa. ... La sedia del sindaco è vuota da un anno e mezzo. Commissariato per il condizionamento della ’ndrangheta, cosca Grande Aracri. Il sindaco deposto si chiama Marcello Coffrini. Avvocato e figlio di Ermes, il Peppone per moltissimi anni alla guida del paese. Coffrini è stato per il Pd emiliano una sciagura di proporzioni enormi. Un grosso guaio da cui è uscito con le ossa rotte. Già, perché Coffrini sarà ricordato come il primo sindaco emiliano sciolto per infiltrazioni mafiose, grave danno di immagine per il Pd nella sua terra eletta. Ciò ha prodotto conseguenze che oggi l’intero partito paga. Centinaia in manette, indagati anche politici e imprenditori locali. Ma soprattutto l’antimafia di Bologna ha indicato in Brescello il cuore della ’ndrangheta emiliana, al pari di San Luca per quella calabrese. Da quel momento i brescellesi hanno dovuto fare i conti con dati non più giornalistici ma giudiziari. Elementi che hanno portato, poco più tardi, alla decisione del Viminale di affidare il comune ai commissari con il compito di ripulire l’ente dalle scorie criminali. Fine di un’epoca, insomma. «La storia di Peppone e don Camillo è ai titoli di coda, non c’è più attaccamento ideologico e i giovani ragionano in tutt’altro modo», riflette don Evandro Gherardi, «il tracollo del partito è dovuto anche allo sfilacciamento del tessuto, alla solidarietà fagocitata dall’individualismo». (...) Il Cristo - quello originale dei film - è ancora custodito da Don Evandro nella parrocchia. Ogni settembre lo porta in processione sul Po. L’ultima volta al posto del sindaco c’era uno dei commissari. Don Evandro e il commissario. E poi il Cristo, l’unico cimelio intatto di un mondo piccolo volato via.
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Gabbro, il parcheggio dimenticato. La denuncia di Calderone FdI (Foto)
Gabbro (Rosignano Marittimo, Livorno) 8 maggio 2022 Gabbro, il parcheggio dimenticato, la denuncia di Enzo Calderone di Fratelli d’Italia. Al Gabbro, in Via Pietro Nenni, davanti alla ex caserma dei Carabinieri (altra struttura abbandonata), vi è un parcheggio dove l’incuria regna sovrana: foglie, erbacce, rami secchi, cavi abbandonati. Addirittura, in fondo a detto parcheggio, vi è anche una…
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