#vi prego muoio
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ilgattopatata · 2 months ago
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did they actually name a place in antiva fucking treviso?
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omarfor-orchestra · 11 months ago
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Tra poco cominceranno ad andare in giro per la promozione di marefuori io vi giuro se Domenico si è tenuto il santino dietro la cover
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primusliber-traduzioni · 1 year ago
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Hot Milk - I Just Wanna Know What Happens When I'm Dead, traduzione testi
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Mi sono svegliata da un brutto sogno Ho questa sensazione da quando avevo 13 anni Ho cercato di dimenticare il mondo che avevo visto, ma quest’incubo era la realtà
(da: The Good Life)
1. Hot Milk – I Just Wanna Know What Happens When I’m Dead, traduzione
Voglio solo sapere cosa succede quando muoio Coltelli a farfalla che sono vivi e mi squarciano le viscere
Fammi dormire soffocandomi oppure cantami una ninnananna lucida
Perché quando chiudo gli occhi la notte, poi mi sveglierò?, morirò?
Raccontami un’altra bugia, almeno penso che va tutto bene Dentro l’ignoto, sulla mia lapide Voglio solo sapere cosa succede quando muoio
Vivo in mezzo a un’epidemia nella mente
La mia pelle e le mie ossa sono solo una casa in affitto?
Perché voglio solo sapere cosa succede quando muoio Mi controllo i parametri vitali per sapere se ci sono ancora
Impulsi cerebrali dalle tombe che ti perseguitano e non scompaiono mai
Se non ho altro che questa pelle pallida, via libera al sangue e al sudore
Voglio proprio fare di tutto e fare l’insubordinato Dentro l’ignoto, sulla mia lapide Voglio solo sapere cosa succede quando muoio
Vivo in mezzo a un’epidemia nella mente
La mia pelle e le mie ossa sono solo una casa in affitto?
Perché voglio solo sapere cosa succede quando muoio Voglio solo sapere cosa succede quando muoio
Vivo in mezzo a un’epidemia nella mente
La mia pelle e le mie ossa sono solo una casa in affitto?
Perché voglio solo sapere cosa succede quando muoio 2. Hot Milk – Woozy, traduzione
Frastornata Sono spacciato? Ed è finita?
Vi prego, liberatemi da questa perfetta paranoia
Ho fatto la cazzata: l’ho fatto succedere di nuovo… oh, cazzo
Spingo giù apposta spilli che s’infilano straziantemente
La sertralina mi fa sentire frastornata
Ho fatto la cazzata: l’ho fatto succedere di nuovo E sono da solo, completamente a terra
Annebbiato… vieni a salvarmi Non riesco a muovermi, affogo
Spettacoli amareggianti mi hanno strappato via il tuono
Ho fatto la cazzata: l’ho fatto succedere di nuovo
Sono un colpo di frusta, un incidente, disordini dopo il disastro
Brutti sogni, impuro, veleno nel vaccino
Ho fatto la cazzata: l’ho fatto succedere di nuovo E sono da sola, completamente a terra
Annebbiata… vieni a salvarmi Non pensavo di diventare una masochista
Giuro che questa cosa proprio non me la sono cercata
Le emozioni di plastica e le pillole degenerano nella mia anarchia
Le altezze da vertigini e le viste appannate
Danno dipendenza ma fanno male al punto giusto
L’unica cosa che mi fa sentire a casa è la mia anarchia E sono da solo, completamente a terra
Annebbiato… vieni a salvarmi Ho fatto di nuovo la cazzata
Emozioni di plastica e pillole che si dissolvono
Non riesco a fermarmi, è come se morissi di fame
Mi fa sentire a casa la mia anarchia 3. Hot Milk – The Good Life, traduzione
La bella vita Mi sono svegliata da un brutto sogno
Ho questa sensazione da quando avevo 13 anni
Ho cercato di dimenticare il mondo che avevo visto, ma quest’incubo era la realtà
Venditi in cambio di valuta per possedere le azioni di questa finta estasi
Incompleto e in un sonno profondo, prigioniero con una mentalità da uniforme La vuoi una fetta della bella vita?
Piccole bugie e fantasia in un paradiso
La vuoi una fetta della bella vita?
Io lascio stare, io lascio stare, stare Il tuo futuro mettilo in un pozzo dei desideri e spera di riempire il tuo corpo vuoto
Basta che non ti dimentichi di fare come ti dicono, sennò ti ritrovi sepolto e freddo
Tutti i tuoi sogni di pane e giochi circensi sono la romanticizzazione di un regime rivolto al passato
Perdi pian piano l’appetito quando ti obbligano a nutrirti della morale di una citazione La vuoi una fetta della bella vita?
Piccole bugie e fantasia in un paradiso
La vuoi una fetta della bella vita?
Io lascio stare, io lascio stare Perché nuoti nel mare di bugie della tua perfetta ipocrisia
Le menti distorte vedono solo quello che vogliono vedere
La vuoi una fetta della bella vita?
Io lascio stare, io lascio stare Okay, statemi a sentire, che adesso ho qualcosa da dire, cazzo
E sì, siamo incazzati, ma potete dire che non ne abbiamo motivo?
Perché io non ci voglio vivere in un mondo moderno in cui l’amore è morto e ci vendono le menti
Ma quindi la vuoi una fetta della bella vita?
Piccole bugie e fantasia in un paradiso La vuoi una fetta della bella vita?
Piccole bugie e fantasia in un paradiso
La vuoi una fetta della bella vita?
Io lascio stare, io lascio stare, stare 4. Hot Milk – I Think I Hate Myself, traduzione
Penso di odiarmi Io penso di odiare me stesso, e nessun altro
E tutti i miei sogni a occhi aperti mi fanno finire all’inferno
E tutti i miei amici se ne sono andati di nuovo
È vera questa cosa o è tutto frutto della mia mente? Mi sento ancora viva o è solo la botta che è salita?
Sono ancora qui che mi sveglio e comincio a fumare
Cercando di convincermi che sto bene
Non so proprio cosa sto facendo al momento
Fingo finché non arrivo ai miei scopi perché non so come si fa
Sono ancora qui che mi sveglio e comincio a fumare
Ma a mia mamma dico che sto bene Ma che diavolo mi succede?
Mi sento a casa al cimitero Io, io odio me stesso, e nessun altro
E tutti i miei sogni a occhi aperti mi fanno finire all’inferno
E tutti i miei amici se ne sono andati di nuovo
È vera questa cosa o è tutto frutto della mia mente? Sarà poi un grave reato se a volte mi odio?
Fumo e mi soffoco, ma tiro solo a campare
Datemi pure del cleptomane alla vaniglia
Rubo ai ricchi e non restituisco mai nulla
Fumo ancora e mi soffoco, ma a mio padre dico che sto bene Te l’ho detto una volta, te l’ho detto due
Segui il mio consiglio, sono una tipa strana
La realtà è cruda, io cerco di essere gentile
Perché tu non vuoi andare dove voglio andare io
Vedo ultra-violento dal pavimento del bagno
Cerco di accontentarmi ma voglio sempre di più
Fumo ancora e mi soffoco, mi sento viva? Io, io odio me stesso, e nessun altro
E tutti i miei sogni a occhi aperti mi fanno finire all’inferno
E tutti i miei amici se ne sono andati di nuovo
È vera questa cosa o è tutto frutto della mia mente? Giuro sulla mia vita, che il cielo mi fulmini
Sono viva o provo meno sensazioni?
Datemi sesso e sigarette
Colpevole, sono preoccupato di cosa succederà quando morirò
Sono vivo o provo meno sensazioni?
È vera questa cosa o frutto della mia mente? E io, io odio me stesso, e nessun altro
E tutti i miei sogni a occhi aperti mi fanno finire all’inferno
E tutti i miei amici se ne sono andati di nuovo
È vera questa cosa o è tutto frutto della mia mente?
E io, io odio me stesso, odio me stesso, odio me stesso 5. Hot Milk – Split Personality, traduzione
Sdoppiamento della personalità Sono una sociopatica con un piccolo debole per la chetamina
(Problematico con un debole per le situazioni drammatiche)
Manny mi ha fatta bagnare, ma non mi farà mai ripulire
(Ostentazione cinematografica di fanatici)
Posso dissiparmi in uno stato di 808 dove l’amore e l’odio sono strisce su un vassoio?
Come fai a scegliere se hai il cervello tagliato a metà?
Perché sono stato sedotto facendo amicizia col cappio Sedatemi, sono stufa di stare sveglia
Tenetemi ferma e mettetemi in stato di sedazione
Che questo sdoppiamento della personalità è il nemico che ho dentro Ho bisogno di uno o due secondi per una rivoluzione interiore
(Ho la mente che vaga, cerco di nasconderlo)
Un sangue dal naso nucleare non è mai la soluzione
(Sintomatico di abitudini poco salutari)
Ragni si diffondono dalle profondità della mia testa
Zampettano e bisbigliano, vogliono essere nutriti
Spingimi in bocca spille da balia per i miei peccati
Ho le mani sporche adesso?
Devo sbiancarmi la pelle? Sedatemi, sono stufa di stare sveglia
Tenetemi ferma e mettetemi in stato di sedazione
Che questo sdoppiamento della personalità è il nemico dentro
Sedatemi, sono stufa di stare sveglia
Tenetemi ferma e mettetemi in stato di sedazione
Che questo sdoppiamento della personalità è il nemico che ho dentro
Il nemico che ho dentro Nascondo il mio lato oscuro, non lo nota nessuno
Narcotizzami per superare questo inferno vivente
Non è che sento il dolore: ce l’ho proprio dentro
Cantami qualcosa per farmi riaddormentare Sedatemi, sono stufa di stare sveglia
Tenetemi ferma e mettetemi in stato di sedazione
Che questo sdoppiamento della personalità è il nemico dentro
Sedatemi, sono stufa di stare sveglia
Tenetemi ferma e mettetemi in stato di sedazione
Che questo sdoppiamento della personalità è il nemico dentro
Sedatemi, sono stufa di stare sveglia
Tenetemi ferma e mettetemi in stato di sedazione
Che questo sdoppiamento della personalità è il nemico che ho dentro
È il nemico che ho dentro
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gotaholeinmysoull · 3 years ago
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comunque se non mi sono suicidata, non sono mai stata investita nonostante le migliaia di volte che sia passata col rosso e chissà cos’altro, morirò per tutta la roba chimica che respiro quando pulisco il bagno
e se non muoio nemmeno così vi prego sparatemi in fronte perché non ne posso più
#me
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i-am-a-polpetta · 5 years ago
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Riassunto per niente breve e conciso della giornata di ieri:
Ore 6 e qualcosa del mattino. Mia mamma sveglia a fare faccende e io pure per fare palestra prima del lavoro. Mentre mamma guarda le sue serie tv passa la pubblicità dei biscotti Balsen, i preferiti di persona X, con lo slogan "fatti per stare insieme".
Io: Ma dio cristo... Ok, non mi importa.
Ore 7:55. Sono in Palestra mentre Spotify, impostato sulla playlist di Gazzelle ovviamente, ha la MERAVIGLIOSA idea di mettere completamente a caso "la musica non c'è" di Coez le cui parole, in parte, sono finite in una lettera per persona X.
Io: oh ma Dio, vita, destino, caso ok... Ma mo basta.
Ore 10 circa. Leggiamo sul giornale al lavoro del world tour di Billie Eilish che farà tappa a Milano l'anno prossimo di venerdì. Ho chiesto con largo anticipo il giorno libero (poi magari ad andare a luglio dell'anno prossimo magari [e spero] muoio). Mia sorella se ne esce con "ehy sai chi è che su facebook ha messo che è interessata all'evento?" Ovviamente chi poteva essere?
Io: ok, questa era scontata perché so che anche lei la adora.
Ore 11:20. Stiamo ultimando le pulizie e sistemando la sala per il servizio quando mia sorella riesuma dal fondo del cassetto dei tovaglioli, uno di natale dell'anno scorso. Quei tovaglioli li avevamo quella famosa domenica (domenica come ieri tra l'altro) in cui io andai a Trieste dopo lavoro a trovarla.
Io: ok è solo un caso,magari ha visto del bianco tra i tovaglioli rossi e si è incuriosita anche se vi prego basta perché sto cominciando ad avere paura.
Ore 14:47. Finito il servizio il cuoco ci manda alla gelateria di fronte per prendere il gelato. Andiamo io e mia sorella e lungo la pedonale troviamo per terra uno di quei libretti che mettono all'interno dei cd, aperto sulla seconda pagina. Ha delle figure un po' creepy e molto satan (robe che a mia sorella ama alla follia) e proprio mentre sto per raccoglierlo lo fa lei. Gira la prima pagina e ci troviamo scritto "Epica - The phantom agony". Raga, voi ci credete se vi dico che gli Epica sono il gruppo Symphonic metal preferito di persona X? CAZZO CI FACEVA LÌ QUEL LIBRETTO PORCO DIO?
Io: (ovviamente sotto shock) porco di quel dio cane e Gesù crocefisso ma mi state prendendo per il culo??? CE VOI STATE FACENDO SERIAMENTE? MA CON TUTTI I PORCA MADONNA DI GRUPPI METAL (E VI ASSICURO CHE SONO UN FOTTUTO PORCO IL CLERO, FOTTIO) IO VADO A TROVARE GLI EPICA???????? DITEMI DOV'È LA TELECAMERA CAZZO PERCHÉ STO SBROCCANDO MALE.
Ore 15:30. Andiamo in gita al Castello dove solitamente io e il mio amico del cuore prefe organizziamo eventi e giustamente mia sorella, che non ci era mai stata, mi fa notare che era qui che avrei dovuto portare Persona X l'8 Dicembre l'anno scorso...
Io: ok, vita fa di me ciò che vuoi. Perculami, mettimi davanti tutto quanto sto cercando di superare e annientami (Ovviamente il tutto soffoforma di pensieri ulterioriormente ingigantiti da quel fottuto cd del quale, ancora ADESSO, io non riesco a capacitarmi).
Ore 17:35. Con la testa piena di pensieri che me la stavano facendo scoppiare, sotto l'ennesimo attacco d'ansia vado a vedere la chat con persona X. La prima volta che lei mi rispose era il giorno 29....
Io: ahahahahahahahhahahaha (risata isterica ben oltre la media) oggi è il 29... Dio cane ahahahahahahahhahahaha
Ore 22:00. Io guardo mia sorella Abbastanza disperata e lei mi dice "ora capisco cosa intendevi quando ti riferivi alle "coincidenze". Non posso nemmeno dirti che siano cazzate perché questa del CD è stata davvero creepy..."
Io: 😭💔
Ore 22:30. Mia sorella, che prima era scettica e riteneva questi piccoli riferimenti solo casualità e coincidenze, adesso ha più hype di me e si è auto proclamata quella che "farà da tramite per la nostra riappacificazione".
Le ho espressamente detto, in prenda ad un'attacco d'ansia enorme, di fare ciò che vuole. Io non ne voglio più sapere perché se no mi ammazzo...
Ecco spiegato perché ieri ero a tanto così dallo scriverle... Ah spoiler a tutti: alla fine ho ascoltato Gazzelle piangendo fino alle 2 di notte ma non le ho scritto... Ancora non so se sia stato un bene o un male...
Allego foto prova.
Fine del per niente breve riassunto.
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faccia-d-angelo · 5 years ago
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Guarda che più partecipi più vinci meno,
Mo pedali, volevi la bici, vero?
"M fai cagare" come dici, prego?!
A lavare i vetri come ti ci vedo...
La tua tipa di dietro ne ha presi talmente
Che adesso c'ha il buco del culo che parla, analgramma...
Chiudo queste bocche tipo Saratoga,
Palle in faccia alla tua tipa, Šarapova!
Spiegami com'è che parla sempre di piccioni,
O sarà troia o sarà Povia...
Lo sai perché qui meno te?
Sei troppo stupido, QI -3...
Qui meno tre scemi
Che fanno la gara a chi ce l'ha più duro fra',
Se fossi Neri Parenti voi sareste i protagonisti
Per fare Natale a fanculo, fra'...
Sono un tipo fresh
Sì ma fresh troppo,
Tu trash, goffo!
Cash troppo, quando stappo il G sono Flash Gordon...
Voi troppo babbi, troppo scarsi,
faccio un morto sappi,
Che non vado in tele perché se ci andassi
Tirerei bestemmie frate', Gordon Ramsay...
Chi lo sa come va a finire,
Kilocal, peso queste cime...
Uomini ballerini con le ballerine,
Chi ti Kledi per capire, eh?
I tuoi cazzi li vieni a dire a me
Che nemmeno ti sto ascoltando,
Ho preso un palo, Cristiano Ronaldo!
Sei tutto fumo, ti stiamo rollando...
Boy, fatti da parte se passa il mio team,
Frate' hai i minuti contati
Come se ti scade la promo di Tim...
Fra' sei giù con la police, Sting.
Non sentirmi che ci rimani,
Lanci i sassi, nascondi mani!
Vedo un sacco di questi tali geni
Incollati ai miei genitali...
E la giro e la fumo e non gioco a PES,
Sei sbirro, sei cane, fra' come Rex!
Mi puoi presentare, sì, come guest,
Anche come Dio, sì, alla Kanye West...
'Ste merde le usiamo da anti stress,
Si sa che sono così avanti che
Se apri la rubrica dentro al mio cell
La mia nuova tipa è salvata ex...
Metticeli in tasca che fatichiamo,
Mangiare una pasta, mi è capitato,
Se un fra' dice basta, decapitiamo...
Ce l'hai in bocca fra', Pasta del Capitano!
Io sto in gara ma mica per partecipare,
Non accetto le sconfitte
Mischio le carte, fumo due jolle,
Pesco due Jolly e ti lascio il due di picche...
Rido quando fate "Bang bang" con la gang gang,
Sì, col ferro finto!
Ho una bandana in testa come De Niro ne:
“Il Cacciatore”
La faccia da Goodfellas e le scarpe da spacciatore...
Una schiera di groupie intorno e non capisco come?!
Sto senza sentimenti ma è aperta la caccia al cuore...
Neanche un bisturi in pancia mi ha tolto la voglia di vivere,
Di scrivere, di tagliare la testa a queste vipere!
Bastoni tra le ruote ma non mollo, col cazzo...
'Ste merde deepthroat senza collo, Costanzo!
E ho vinto ancora io, non pari,
Perché ho sempre suonato i tasti giusti, Bollani...
È inutile, non puoi farmi fuori se non bari!
Mi han chiesto chi mi fa le scarpe, ho detto nobody...
E la tua scopa amica non ti scopa mica,
Sembri tutto gay, è come se scopa Mika!
Il tuo flow non prende come il cell in galleria,
Metto 'sti soldi da parte per andare via...
Torno e mi fanno una statua in mezzo alla mia via!
Maria io non esco, no, io esco la maria...
Il fatto che la terra è rotonda fra' è una cazzata,
Finché ci sono infami ad ogni angolo di strada...
Io sui tuoi progetti non investirei,
Investirei te e gli scemi con cui sei...
In giro così fake che piuttosto il wrestling,
Quindi frate' riempimi di fresca quella vasca
Che chi ti vende questa ha la tua cresta nella tasca!
Non dimenticarti mai di questa bella faccia,
Ho perle nelle orecchie, tu una perla per la nasca...
È tutto uguale, droghe e puttane,
Tutto è da buttare...
Magari con me perdi ma prova a puntare!
Non puoi fare il sudoku se non fai i numeri a chiuderle
E non puoi fare Goku finché vivi tra le nuvole, boy...
Quale strage di stato? Tu fai strage di stati,
Incapace a distrarmi, alla brace 'sti infami...
Vi rispedisco a casa al volo, viziati!
A cazzo bello forte in culo, colonizzati...
Le domande che mi fate non avranno risposte,
Fra' al massimo sì con la testa più qualche colpo di tosse.
Ommioddio, ommiddio, muoio, sono leggenda,
Qualcosa del tipo "Sarà mai esistito davvero?"
I miei numeri parlano, ma fa niente, che c'entra,
Per te sarò sempre un genio travestito da scemo, boy...
Ho nemici fra', un sacco di nemici fra'
E più ne stai parlando più mi chiedo "Cazzo dici?", fra'!
Amici, amici, fra' e ti fottono la bici, fra'...
'Sti qua sono comparse, manco buoni a far le attrici, fra'!
Voglio il grano come Dandi di Romanzo Criminale,
Non ho fame, oggi il mio pranzo lì rimane...
Cerco calma ma lo scazzo mi risale!
Cento passi indietro e non sono manco d'impegno,
Inginocchiati e poi slaccia 'sta lampo di genio,
Faccio girare i coglioni, tipo globetrotter,
Porto questa, quando arrivo vai sicuro...
Vuoi fare il maghetto ma c'hai la bacchetta nel culo!
Ye, Brexit, quando arrivo io è B-Rex it,
Sai come funziona, faccio flexing...
Porto questa e non ce n'è,
Fresh M-etrico, Crash Bandicoot,
Ti chiudo in due come un M-acintosh!
Ye, hai presente com'è?
C’ho le robe fra' e non si discute...
Fai Biancaneve, dai un morso alla mela del tuo computer!
Ahahah
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itsaboutaurora · 6 years ago
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HO VOGLIA DI SUSHI VI PREGO AIUTO MUOIO.
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itachi-with-a-chicken · 6 years ago
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SPILUNGONE!AU
in risposta a questo prompt :
Ciao, sono l'anon dei bacini che torna a romperti le scatole ❤️ Ho visto che stai cercando idee per una MetaMoro ignorante e volevo suggerire una AU dove si conoscono ad un concerto ed Ermal è sempre in mezzo col telefono perché vuole dimostrare di essere gggiovane (anche se sappiamo che non lo farebbe irl) e dopo un po' Fabrizio Si Scazza perché va beh che pure il tipo ricciolino non è affatto una brutta vista ma lui era lì per il concerto.
spero ti piacerà
disclaimer: non seguite gli insegnamenti di Ermal; scusate i luoghi comuni sulla metro romana;
Fabrizio, 28 anni d’età, pensava fosse terminato il tempo dei concerti nei luoghi a caso per lui
e invece no, perché si ritrova pressato tra un omone che era facilmente il suo doppio e un paio di ragazzine che avranno avuto la metà dei suoi anni ad ascoltare l’amico del suo amico che quella sera faceva il concerto e che fai, non ci vai?
e chissenefrega che aveva smontato letteralmente un’ora prima del concerto e che quell’ora l’abbia impiegata per arrivare al locale lui era ancora giovane e queste cose evoglia che le poteva fare, si si, fucking watch me
Poi la musica non era neanche malaccio i mean non esattamente il suo genere ma già che era in italiano e non era quello strano hip hop che andava  di moda adesso a lui diceva culo
non ha fatto in tempo a finire di pensare quella cosa che la gente nella fila d’avanti si muove e dal nulla compare sto’ albero di persona esattamente nella traettoria che si era trovato per vedere il palco
e come se non bastasse il tizio agitava pure il telefono come un ossesso manco fossero al concerto di Vasco dio santo placati coso
cosa Fabrizio avrebbe voluto dire: gentile signore, comprendo il suo entusiasmo dovuto a l’attività culturale che stiamo sperimentando e di conseguenza vuole esternarlo con il moto ondulatorio del cellulare ma la prego di metterlo via e se possibile spostarsi un po’ di là cosicché anche io possa beneficiare della visione del concerto, oltre che dell’atto uditivo.
Cosa Fabrizio, stanco dopo 8 ore di lavoro a giugno, ha detto: AO’ MA TE LEVI DAR CAZZO.
Col senno di poi, la cosa poteva essere gestita meglio. Ma almeno il tizio effettivamente si sposta -non prima di avergli mandato un’occhiataccia di quelle potenti- e Fabrizio può guardare in pace il ragazzino sul palco
quindi tutto super fun Fabrizio sogna il letto di casa sua può letteralmente sentire le coperte attorno a lui 
è tanto stanco che pure in mezzo al casino si sarebbe potuto appisolare
quindi recupera la macchina e si mette per strada felicissimo che quella giornata fosse finalmente giunta alla fine e chi ti vede sul ciglio a camminare?
ora, chiariamoci, non stavano in città e Fabrizio stava guidando su una strada statale dove NON C’ERANO MARCIAPIEDI
e si trova il ragazzetto di prima, il palo della luce che non gli permetteva di vedere il concerto, che se la stava apparentemente facendo A PIEDI da là
e siccome mamma Mobrici raised no strunz, (e perché Fabrizio si sentiva leggermente in colpa per prima), gli si mette affianco e apre il finestrino
“aò, ti serve un passaggio?”
a Ermal poco poco piglia un infarto perché aveva la musica a palla nelle cuffiette 
perché la vita gli stava stretta e aveva deciso di finirla così, a quanto pare.
Ovviamente la prima risposta sarebbe NO GRAZIE perché le possibilità che non sia uno psicopatico sono davvero, davvero molto basse
E INVECE TE DICE CULO CHE E’ FABRIZIO MORO
ma aveva riconosciuto quel “aò” divino e soave come quello del tizio di prima e gli era tornato l’urto
“No, grazie.” e riprende a cammiare MA DOVE VAI CRETINO
Fabrizio pare della stessa idea perché lo segue al passo suo ed è tipo “meh, sali, che con la macchina ci vuole un quarto del tempo che impiegheresti tu”
“che ne sai dove vado io, sei uno stalker?”
“so che da qui alla città non c’è un cazzo”
he had a point, tho
“dai, sali, per farmi perdonare dell’uscita di prima” 
“AH MA ALLORA SEI TU”
(vi prego, immaginate sto cretino che punta il dito a una 500 scassata nel mezzo della notte)
però è ancora un filo titubante perché non si sale in macchina degli sconosciuti sapete bambini non si fa MAI 
neanche se somigliano a Fabrizio Moro
E Ermal queste cose le sa da quando aveva sei anni e ora ne aveva 22 nella grande città ‘nsomma non mi pare il caso di mandare al diavolo tutti gli insegnamenti, no?
però poi alla radio (che andava ancora a  c a s s e t t e) parte una vecchia canzone dei Muse e uhm, well, Ermal credeva nel destino
ma sopratutto credeva nel non farsi i km a piedi di notte, ma quello non era nei piani e si stava arrangiando
quindi attiva il gps sul suo cellulare e stoppa la musica, mentre il tipo stoppa la macchina
“io so’ Fabbrizio” gli dice come prima cosa appena entra in macchina “Ermal” “eh?” “E r mal”
“mai sentito, vabbe’, senti, scusa pe’ prima. So’ sbottato male”
Ermal non dice nulla, più preoccupato del fatto che non ci fosse la cintura di sicurezza in quell’auto sgangherata 
“mannaggia ai taralli oggi muoio” pensa, mentre cerca di mettersi più dritto possibile e mantenersi al sedile
“meh, dove ti porto?” “su una stella” “eh?” “no dicevo, va bene anche alla fermata della metro”
Fabrizio lo guarda, vede le borse che ha e spalanca gli occhi
Sta a vedere che si era caricato su uno spostato
“ma...famme capì, ti fa schifo una vita tranquilla? ami il pericolo? Prima i kilometri a piedi di notte in mezzo alle frasche, ora la metropolitana che pure di giorno è un azzardo..”
“oh e che devo fare se ho degli amici di merda che mi promettono passaggi e poi mi appendono per andarsene con le ragazze”
Ermal mette su il broncio e b o i isn’t he cute
insomma, Fabrizio non era cieco, ecco
“dai, damme l’indirizzo che ti ci porto”
Ermal è: touched 
ma anche creeped out perché, di nuovo, non si danno gli indirizzi di casa agli sconosciuti
così come non si sale in macchina con loro
“ma che stalker sei che non sai l’indirizzo?” “è che mi piace lasciare alcune cose nel mistero, capito?”
Ermal gli dice l’indirizzo e per poco Fabrizio non inchioda perché “ma sei impazzito a voler arrivare fino a là? manco i vestiti ti trovavi addosso”
Fabrizio c’ha un po’ ragione
e quindi dai di viaggio in macchina con la musica bella e Ermal, che fermo e zitto non sa stare, si mette a chiacchierare della musica che avevano ascoltato
“oh, bravo il tizio” “si si, è n’amico de un mio amico” “eh è pure il fratello del bassista della mia band”
(in pratica sto concerto stavano solo gente amica di amici)
“ah tu suoni?”
oh, l’apertura del vaso di Pandora
in pratica tutta la politica “non dare troppe info private agli sconosciuti” è andata a farsi fottere in tre due uno perché meh come fai a non parlare di musica
cioè poi Ermal stava tutto gasato che lo avevano chiamato con la band finalmente stava inseguendo il suo sogno e tutte cose tutte cose
e Fabrizio lo interrompe solo quando sente il nome del concorso a cui avevano partecipato la settimana scorsa (e perso VABBEH)
“ma sai che c’ero pure io?” “nooooo possibile” “eccerto” ma stavi da solo” “si” “ma dai? ma che culo ci vuole?”
“ma quindi canti pure tu?” “a tempo perso, ormai. All’età mia uno deve pure pensare alle bollette e altre cose”
“ma che siginfica, se uno ci crede davvero alla fine ci arrivano pure gli altri”
“seh, ma nel frattempo devo magnà, che dici” “dico che m’hai fatto venire fame”
perché che vuoi fare alle due di notte con un semi sconosciuto se non pigliarti un kebab e piazzarlo sullo stomaco?
e pure alle luci a neon brtt del kebabbaro Fabrizio appare carino cioè Ermal mica lo aveva visto bene prima, eh
e non si è neanche rivelato un psicopatico che sta cosa schifo non fa mai vorrei dire
Fabrizio c’ha solo fame, e giustamente magna pyccolo ancyelo che si era mangiato giusto una girella prima di uscire
poi avevano pure parcheggiato sotto casa di Ermal quindi la serata gli ha detto pure culo meglio di così 
EPPERO’
più se lo spizza più il giovane corpo di Ermal è poco favorevole al mollarlo là
però che vuoi fare, mica ti inviti uno sconosciuto a casa no? 
voglio dì, va bene tentare la fortuna, ma me pare esagerato
e Fabrizio pare si stia per addormentare
quindi saluti alla prossima magica avventura ce se vede quando ce se vede
Fabrizio monta in macchina, Ermal sale a casa
MOMENTO TOPICO CON LO SCHERMO SEPARATO IN DUE CON FABRIZIO CHE PENSA A ERMAL E ERMAL CHE GUARDA FABRIZIO ANDARE VIA CON LA SCASSA-MOBILE
e let’s call it a night anzi mettiamo la sveglia che sennò domani so’ cazzi, vero E’?
Ermal fa per pigliare il cellulare e OH TU GUARDA NON C’E’
contemporaneamente, Fabrizio, spegne la macchina nel garage, fa per prendere il borsello e COSA TROVA ABBANDONATO SUL SEDILE?
esatto, il cellulare del genio
ma era davvero troppo tardi quindi una volta recuperato e messo nel borsello decide senza troppe cerimonie di andare a dormire, glielo avrebbe riportato l’indomani
ALLORA DITEMI CHE NE PENSATE SE DEVO CONTINUARE SE HA SENSO PERCHE’ BOH NON SO MANCO IO CHE STO A SCRIVE’ SO SOLO CHE QUA LE COSE COSANO
@ anon dei bacini pls il tuo feedback è necessarissimo
ECCO LA PARTE DUE ACCORRETE
bye
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milkovichsly · 6 years ago
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Ma immaginatevi Rocco Fasano che fa cadere tutto il tabacco sul tappeto.
Ma vi prego.
Ma io muoio.
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alwaysthesameoldshit · 2 years ago
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vi prego muoio dalla voglia di scopare ma non sono capace di farlo
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Suga tweeted @ Ed Sheeran, if this collab happens io muoio and siete invited to my funerale OMG GUYS I CANT DAI RAGA VI PREGO CEH MAKE IT HAPPEN
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Alla mia Guida che mi sa parlare, senza farmi arrabbiare
Distruggetemi, fatemi del male, abbattetemi per sempre, io non valgo niente. Aiutatemi a distruggermi. Parliamo con il mostro dell’anima, Giancarlo, che abita nel mio corpo e che tiene in ostaggio la mente. Giancarlo urliamo, urliamo e facciamoci sentire, urliamo e non stiamo in silenzio. Giancarlo soffro e non c’è un motivo, Giancarlo alzati, svegliati, aiutami, io devo provare qualcosa, io devo sentire il dolore, Giancarlo urliamo, spacchiamo tutto, Giancarlo uccidiamoli. Ed ecco Giancarlo che butto il mio tempo, ed ecco Giancarlo che vivo piangendo. La Guida, la Guida, urliamo alla Guida, urliamole di non abbandonarci, anche se lei lo farà e ci abbandonerà. Giancarlo Giancarlo loro concretamente non possono fare niente, Giancarlo mi abbandonano e mi lasciano in balia del mio dolore. Giancarlo Giancarlo non voglio Più vivere, Giancarlo Giancarlo io mi voglio arrendere, Giancarlo Giancarlo nemmeno la Guida ci può fare niente, Giancarlo Giancarlo io sto esplodendo, mi arrendo. Mi arrendo. Giancarlo Giancarlo mi odio, mi odio Giancarlo. Giancarlo Giancarlo non trovo la chiave, la Guida mi esorta, a usare la chiave, a cambiare il suo corso. Giancarlo il problema è che io non ho questa chiave. Giancarlo Giancarlo, che abiti nel mio corpo, il corpo di qualcuno, che non si identifica in nessuno. Giancarlo Giancarlo, il corpo mi urla, la testa non ci pensa, e tutto si trasforma. Giancarlo, Giancarlo a volte tutto sembra bello, Giancarlo Giancarlo a volte tutto sembra brutto. La Guida mi parla, Giancarlo mi prende, Giancarlo è suo amico, Giancarlo non è il nostro nemico.Mi arrendo. Mi arrendo. Giancarlo mi arrendo. Guida, Guida urliamo, urliamo, Guida mi perdoneresti se io mi arrendessi? la colpa non è vostra, la colpa non è della Guida. Guida, Guida non riesco a più a sopportare, l’assenza di emozioni, la valanga di dolore, che mi travolge appena lo accendo. Guida, Guida mi fa male il petto, il cuore è indolenzito, una fitta mi uccide da dentro. Giancarlo Giancarlo, voglio morire, Giancarlo Giancarlo non mi voglio più svegliare. Perdonami tu che ora stai leggendo, perdonami tu che ora stai piangendo. Non sono capace, tranquillizza la tua mano, respira e riprendi fiato, io tanto non sono capace. Allora capisci quanto può importarmi di tutto il resto, se io non penso ad altro, che arrendermi per sempre. Giancarlo ti sento, ti stai acquietando, e sei tu ora che hai paura di me, e sei tu ora che mi implori di stare ferma, implorami, si supplicami di non farlo. Se io muoio, tu vieni con me. Giancarlo non vuole morire, adesso si è fatto più piccolo e con gli occhi smarriti, ha paura di morire. Io no. Giancarlo Giancarlo non è un accusa, non è una minaccia, non è nemmeno la rabbia che parla, non voglio essere aiutata, non voglio chiedervi più aiuto. Se vi interessa mi aiutate voi, ma io non elemosino più a nessuno. La Guida, ho imparato cosa chiederle, e sono consapevole di cosa le ho chiesto, la spinta di farcela, di andare avanti, per sopravvivere. A volte c’è riuscita, a volte è riuscita a farmi credere che io c’è l’avrei fatta. Secondi, attimi, ore o giorni, un tempo utopistico, un tempo infinito, tornavo a casa, saltellando e più leggera, e mi ripetevo: allora io posso farcela davvero! Giancarlo questo ho chiesto alla Guida, di darmi la chiave, ho amato la vita, per momenti infiniti, ho amato quei giorni, e nonostante tutto mi sentivo felice. se è riuscita a farmi stare bene una volta, può rifarlo io credo. non so che pozione ha usato, non so esattamente quali parole mi hanno toccato, ma da allora non riesco più a essere felice, senza le sue parole. 
Guida, Giancarlo, andare avanti forse non ha senso. Perché dovrei farlo? Perché dovrei dirvelo? il mostro non è interno, ma è fuori, respira, mi tocca, mi pensa, mi scruta. Il mostro non è Giancarlo, il mostro forse non anche io. 
Urliamo, facciamoci sentire, siamo ancora vivi, ancora per un po’. Urliamo contro tutti, contro quel fuoco, che sento vicino, urliamo perché non so come altro fare, urliamo urliamo, ci scagliamo, ma solo all’interno, urliamo urliamo, vi siete girati? mi state ascoltando? La Guida se ne accorge? E gli altri che fanno? di chi è la colpa? contro chi devo urlare? Chi è il capro espiatorio oggi? e tu ti credi superiore? Allora Giancarlo, ti stai spaventando? ti sto facendo paura? Lo sai cosa sono in grado di farmi? E tu Guida, quanto ti preoccupi? quanto mi fermerai? Non ci credevate quando vi urlavo che mi sarei distrutta? non pensavate cosa volesse dire autodistruzione? Giancarlo è in ginocchio. Sono io ora che comando, sono io ora che impongo il mio volere, non voglio Più vivere, Giancarlo si gira, terrore nei suoi occhi, indifferenza nei miei. E sto anche meglio, ora che so cosa voglio, ora che ho un unico desiderio, potermi non più svegliarmi al mattino, è questo che sto cercano di dirvi? da tempo e da sempre? L’ho detto, ecco, la verità è che a me non me ne frega niente. Non me ne frega niente di me, di voi, di tutto, eppure non posso lasciarvi, non sarebbe giusto. Il senso del dovere mi perseguita per fino in questa scelta. Tutti calmi, tutti fermi, per ora sono solo parole, mi arrenderò, ma non ora, troppo facile adesso, aspetto il mio fallimento, aspetto quel giorno che mi attende. Caro Giancarlo, ti stai spaventando, abituati, adesso mi distruggo io, aspetta e vedrai, aspetta e scoprirai, quanto io possa farmi del male. Guida che guidi il mio corso incosciente, ormai la decisione è stata presa, ci ho provato a salvarmi, in tutti i modi, ma non ci sono riuscita, perdonami, perdonatemi tutti, non voglio farvi del male, ma non so come altro fare. Guardo tutti gli altri,  e capisco che io non voglio più riuscirci, non voglio più fare niente, li guardo e penso, e vedo, che non ci riesco, perdonatemi, scusate, non ho più bisogno del vostro aiuto, Giancarlo per un attimo ha ripreso il controllo, e allora ho capito, non è un mostro poi così cattivo, mi tiene occupata, pensa a farmi del male, perché sa che io me ne farei ancora di più, è lui che mi impedisce di andare fino in fondo, ma tanto prima o poi lo riprenderò io il controllo. Urliamo, urliamo, ma poi non troppo forte, noi non esistiamo, quel Condannato mi guarda e mi implora di seguirlo, Giancarlo mi tira, terrore terrore, lui non vuole. Giancarlo ora mi sta parlando, Giancarlo mi sta salvando, e voi che state facendo? 
Guida che ascolta queste parole senza senso, Guida che ormai forse non sta più capendo, mi è scivolato di mano, tutto quello in cui credevo, aveva ragione, quel Condannato aveva ragione. Ci credo a quello che dice a Guida, non è colpa di nessuno, solo mia. Fatemi arrendere in pace, fatemi urlare, chiudetemi in una stanza, e fatemi urlare, Guida conducimi tu in questo posto, Giancarlo permettimi di urlare, e fatemi liberare, vi prego, non ne posso più. 
Simulo, dissimulo, inganno, fuori sorrido, dentro piango, osserva ogni mio movimento, e comprendi, quanto vi inganno.
Vi lascio liberi, nessuna responsabilità, nessuna aspettativa, nessun desiderio, nessuno capisce, e io non ci riesco, non ci riesco, basta, voglio arrendermi, aiutatemi, almeno a fare questo. Vi parlo vi parlo, ma voi non sentite, vi parlo vi parlo ma non riesco a farmi capire, così non va bene, così non sto bene, ma sono disposta a cambiare le vele? così non continuo, così non cammino, per Lei è tutta una scommessa, comprende forse il mio dolore, per quello che è successo in passato, ma non comprende ora il mio stato d’animo. Allora mi giro, e cerco riparo, vedo la Guida, e cerco un traino, vicino e lontano, io guardo e assorbo, vicino e lontano, cerco di cadere più in basso. E lei non capisce, il condannato mi parla, la Guida un po'  ascolta e Giancarlo mi paralizza. Non sono capace di farmi capire, non sono capace di farmi ascoltare, fermatevi un attimo, parlatemi sempre, più vado avanti, e più non ci penso. La Guida mi vede, Giancarlo le chiede, aiuto per me, qualcosa non esce, il condannato pretende, un uomo, un fantasma, quel corpo che un tempo non c’è l’ha fatta, mi chiama a se, mi dice di seguire, le orme del suo cammino. Giancarlo ha paura, e chiede aiuto alla Guida. Giancarlo ha paura e prova a farmi parlare con l’altra. Giancarlo da me, non sapranno mai niente, fammi del male, e loro comunque non si accorgeranno di niente. 
Caro Giancarlo, ti senti meno potente? Caro condannato, ma tu vuoi il mio bene? vi presento il mio fallimento, non posso fare altro, aspettiamo quel giorno, in cui il condannato, mi trascina per sempre, arrivo, tranquillo, non ti lascio più solo. Un ultimo respiro, e seguo quel corpo. 
Il condannato mi guarda, mi porge una mano, mi chiama, mi invita, la sua camicia bianca è macchiata di sangue, un buco sul petto, il buco del suo fallimento. Giancarlo lo guarda, lo prega di non farlo, mi prega di non seguirlo, Giancarlo mi incita a vivere, mi incita a respirare, mi incita a parlare. Giancarlo non ci riesco, Giancarlo basta, niente di questo ha più senso, quel condannato ha ragione, quel condannato mi vuole salvare. Giancarlo mi guarda, e mi parla, e gli altri che faranno?
Il condannato sta piangendo, non so più che pensare, non so più come farmi aiutare, niente può cambiare, niente può migliorare. Giancarlo mi ripete, che tutto questo, non sarà per sempre. Vi guardo, e non riesco a fidarmi, un dubbio continua a perseguitarmi, immagini sfocate, si muovono e mi paralizzano, dov’è la verità? qualcuno la urli, il condannato è l’unico che mi capisce, lui ha scelto la morte.  Quel corpo adesso è leggero, fluttua nell’aria, senza più catene. E’ questo che voglio? è questo che chiedo? non sento più niente, la barriera della mia indifferenza, e voi non mi credete, tutto sembra facile, e io non ci riesco, se potessi cambiare, lo farei. Non posso cambiare, non posso ascoltare, non posso parlarvi, non posso, non posso farlo. Immagino quell’anima, disperata, distrutta all’idea di non essere stata in grado di trattenermi. Quell’anima non si merita tutto questo, non posso provocare tutto questo, non posso seguire le orme del Condannato, perché quel Condannato l’ha fatta piangere. Soffro, è vero, e vorrei che il mio tempo finisse, che tutti si fermassero, ma non posso. Non posso seguire il Condannato. Il Condannato è qui accanto a me, mi giro e lo vedo, piange e non so il perché. Caro Condannato, non ti conosco così bene, non ne ho avuto il tempo, e non so come, ms forse un po' mi manchi. Forse non ho mai superato tutto questo, forse non ho mai accettato la tua morte. Caro Condannato, non mi ricordo la tua voce. Caro condannato, vorrei seguirti, vorrei seguire il tuo cammino, vorrei starti vicino, ma non posso, non posso lasciare quell’anima che tu hai distrutto, che tu hai fatto piangere, che tu hai reso colpevole. Caro Condannato, devi aspettare, non mi abbandonare. Caro Condannato, non sembri felice, sembri libero, leggero, ma terribilmente triste, infelice della tua condizione. Caro Condannato, niente ha più senso, io non ne posso più davvero. Caro condannato, un ultimo respiro, e li lascio per sempre. 
Quel condannato mi chiama sempre più forte, piange piange ma mi esorta. Fatelo venire qui, e fatemi sparare, io non ne sono capace. Urlate qualcosa, qualunque cosa, il condannato è qui vicino, mi tiene per mano, non riesco ad aprire quella porta, non riesco a parlarvi, il condannato è qui.  Non posso distruggere chi mi vuole bene. Li ho sempre protetti, da quando sono piccola, a causa tua, caro Condannato, ho capito che non potevo fargli vedere che soffrivo, perché avrebbero sofferto ancora di più. Ho pianto da sola, da sola ho sfogato il mio dolore, e nessuno se ne mai accorto. A causa tua Condannato, a causa tua ho cercato di proteggere colei che tu hai ferito. Non faccio altro che proteggerli, e loro nemmeno se ne accorgono, non ho fatto altro che soffocare, tutto quello che provavo. Voglio seguirti Condannato, basta basta, mi odio e vi odio. Mi sento trascinata, e sono un po’ delusa, Giancarlo è qui che ascolta, paziente e impaurito, paura ho paura, anche io ho paura, ho paura di quel tonfo, paura di tutto quello, paura di quel dito, il dito che mi punta, paura si Giancarlo, perché il dito, alla fine me lo ha puntato, anche quella Guida. Paura della colpa, di essere colpevole.  Chiamiamo il condannato, esortiamolo a venire, è qui vicino a me, e piange e non so il motivo. Un corpo infelice, piange e mi esorta, mi chiede di seguirlo, ma piange piange e basta, singhiozza e mi guarda. Quel Condannato non era felice, quel condannato li ha resi infelici, un atto egoista, il più bello che ci sia. Quel condannato continua a singhiozzare, non è felice, non è felice nemmeno ora, che tutto è finito. Condannato io devo sapere, devo sapere la causa del pianto, mi devi parlare, mi devi guardare, non girarti dall’altra parte, non tendermi la mano, io non voglio più essere pervasa da quel pianto, mi basta essere leggera, mi basta essere libera, e tu lo sei, e allora perché sei triste? perché non sorridi? il tuo corpo vivente, splendeva di luce, il tuo corpo da morto, è grigio e bucato. Stasera sento che non c’è la faccio, e tu condannato, che non hai, nemmeno il coraggio, di guardarmi negli occhi, svelami il segreto, e ti prometto, che ti parlerò, di quel tassello che mi logora. 
Caro Condannato, non voglio seguire le tue orme, mi annego piano piano, fin quando il mondo, non mi porta troppo in basso. Aspetto con pazienza, che tutto questo abbia fine, aspetto con pazienza di dirvi: ecco ve lo avevo detto! urlatemi che ho ragione, che ho ragione di sentire tutto questo, urlatemi che non è colpa mia, mi sento in colpa, per come mi sento. Urlate che io ho ragione, urlate che tutta questa non è un esagerazione. Urlate, Urlate, e tu Guida urla più forte degli altri, le tue parole hanno ancora più valore, e tu Guida che a volte mi abbandoni, urla, urla, se mi vuoi salvare. E tu condannato che mi guardi, che piangi all’infinito, non è colpa mia se tu sei infelice. E ancora tu Condannato, che mi guardi, la decisione è ancora lunga, condannato che ha scelto la morte, perché non vieni e mi porti via nel sonno? 
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ma-che-ci-faccio-qui · 7 years ago
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L'idea di te tra le braccia di un altro, l'idea di te che baci un altro, l'idea di te che fai l'amore con un altro, l'idea di te che eri solo mia, tutto l'amore che conoscevi era il mio, l'idea di te che tutta la passione che avevi provato nella vita era mia, l'idea di te nuda tra quelle braccia che non son mie, l'idea che a te possa piacere tutto questo, mi divora l'anima dall'interno, le farfalle nello stomaco si sono trasformate in una bestia feroce che si sazia di quel po' di bene che dentro m'era rimasto. Tu eri il mio "ikigai" (ragione di vita) , ci sentivamo speciali ad usare una parola giapponese per descrivere ciò che l'uno era per l'altro, chissà se ci sia una parola opposta a questa, chissà se esiste una sola parola per dire che tu sei la ragione per cui io sto morendo, non parlo di morte vera e propria, quella non mi fa paura, non la senti, non te ne rendi conto e sei sicuro che finisce tutto il dolore quando arriva, io parlo di me che muoio giorno dopo giorno, io parlo della mia voglia di vivere che si consuma come le nostre labbra quando ci baciavamo, io parlo della mia voglia di esser felice che svanisce come i nostri corpi nudi sotto le coperte, parlo della mia solitudine che è sempre più presente come lo eri tu per me, ed io per te, non c'era più io non c'eri più tu eravamo noi. Noi ci siamo separati del tutto, Noi che ormai non esiste più, ormai ci sono io, ci sei tu, e ci siete voi, ed è tutta colpa mia. Rimpianti, vi prego, andateci piano con la mia anima perché il dolore si fa troppo forte da sopportare.
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alec0li-blog · 7 years ago
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Abbandono
Stamattina mi sono svegliato e come ogni, come sempre del resto, i miei pensieri si sono subito rivolti subito a te, di lì a poco ti avrei rivisto. Ero felice, stava per arrivare il momento più bello delle mie giornate, vederti "sorridere", faccio colazione senza accorgermi che c'è mia madre sveglia, prepararo lo zaino, mi siedo sul divano a pensare.
Vedo mia mamma, lei mi dice che mi avrebbe portato a scuola, io mi fingo felice perché si fa così no? Ti fanno un favore e tu sei obbligato a sembrare felice, ma io ero triste, oggi non ti avrei vista, avrei dovuto aspettare un altro giorno intero per vederti sorridere.
Salgo in macchina, triste, passo in macchina davanti alla fermata, ti vedo, e mi sento in colpa di averti lasciata sola in quell'inferno. Ti scrivo che mi dispiace, mi rispondi che è solo un giorno, ma in un giorno ne possono succedere di cose, la gente muore in un attimo e tu mi dici che un giorno senza vedere la luce infondo al tunnel, oscuro, è poco. Sarà anche per poco tempo ma ti ho lasciato sola all'inferno, ho abbandonato una sconosciuta ironico no? Non ci conosciamo nemmeno eppure mi sento in colpa per averti tradita ci facevamo forza a vicenda, e ti ho lasciata lì da sola,ti ho tradita.
Sai, so cosa vuol dire essere abbandonati, sono stato tradito così tante volte che non mi bastano le dita Delle mani per contarle, eppure sono qui, non ho nemmeno imparato ad accettare di essere deluso, infatti sto male ogni volta, sempre peggio. l'esperienza non aiuta, il tempo nemmeno e i miei "amici" non si accorgono che sto male nemmeno quando piango davanti a loro. I pochi che mi stanno accanto mi aiutano certa sono come degli universitari che cercano di curare un tumore mortale. Ogni volta che vengo abbandonato muoio e rinasco, più forte fuori ma sempre più fragile dentro.sono pieno di ferite di cui non mi vengono, che non nascondo, perché nascondere all'artefice del male il male stesso?
Io cammino con le mie ferite, fiero, In mezzo a voi che ,falsi ,vi vergognate delle vostre bruciature, cammino ricco di cicatrici indelebili in mezzo a voi che vi vergognate di mostrare le occhiaie, dovute alla festa della sera prima,io invece cammino con le mie occhiaie, dovute al pianto o allo studio, in mezzo a voi; fiero di essere diverso da chi si vergogna di ciò che è, diverso da chi ha un cuore ma lo usa solo per pompare il sangue, diverso da chi non ha ideali né principi, diverso da chi ha più paura di esprimere la propria opinione che il suo "amore". Sono fiero di essere diverso da voi.
So che non ci conosciamo ma ti prego almeno tu non abbandonarmi, sii diversa da me, sii il cambiamento che desideri negli altri. Ti prego non abbandonarmi, non lo reggerei. Non sopporterei mai di essere abbandonato anche da una divergente come me. Ti prego stammi accanto nei momenti di luce come adesso perché presto arriveranno momenti di oscurità e io avrò bisogno di te.
Ti prego non abbandonarmi ❤
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real-sun-wukong-fan01 · 2 years ago
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No raga raga raga se veramente raga vi giuro raga
Io non sopravvivo
Raga
Io muoio
Raga
Raga vi prego
Se non lo fa lo show lo faccio io sto robo
Weird thought of the day but like
How does meditation work
Like i know it's some weird thing where you find inner peace or something but like
How does it work in LMK
Because as much as I love the amnesia episode, i never understood how it worked.
how does meditating makes wukong forget things
How actually
Does he stays like that permanently or he really needs a hit in the head or he'll be like that forever?
What even happens in his mind? Does he like remembers vividly his own memories and he was at the point of jttw during amnesia rules?
or does he literally lives AGAIN vividly his own fuckin memories because that shit makes it depressing
how does meditating work in LMK y'all
In jttw it's like something to find inner peace and be calm or something good 😭
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levysoft · 6 years ago
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Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana
Albino Abico
Di anni 24 – operaio fonditore – nato a Milano il 24 novembre 1919 -. Prima dell’8 settembre 1943 svolge propaganda e diffonde stampa antifascista – dopo tale data è uno degli organizzatori del GAP, 113a Brigata Garibaldi, di Baggio (Milano), del quale diventa comandante -. Arrestato il 28 agosto 1944 da militi della "Muti", nella casa di un compagno, in seguito a delazione di un collaborazionista infiltratosi nel gruppo partigiano – tradotto nella sede della "Muti" in Via Rovello a Milano – torturato – sommariamente processato -. Fucilato lo stesso 28 agosto 1944, contro il muro di Via Tibaldi 26 a Milano, con Giovanni Aliffi, Bruno Clapiz e Maurizio Del Sale.
Carissimi, mamma, papà, fratello sorella e compagni tutti,
mi trovo senz’altro a breve distanza dall’esecuzione. Mi sento però calmo e muoio sereno e con l’animo tranquillo. Contento di morire per la nostra causa: il comunismo e per la nostra cara e bella Italia.                                
Il sole risplenderà su noi "domani" perché TUTTI riconosceranno che nulla di male abbiamo fatto noi.                                                                          
Voi siate forti come lo sono io e non disperate.                                        
Voglio che voi siate fieri ed orgogliosi del vostro Albuni che sempre vi ha voluto bene.
Armando Amprino (Armando)
Di anni 20 - meccanico - nato a Coazze (Torino) il 24 maggio 1925 -. Partigiano della Brigata " Lullo Mongada ", Divisione Autononia " Sergio De Vitis ", partecipa agli scontri del maggio 1944 nella Valle di Susa e a numerosi colpi di mano in zona Avigliana (Torino) -. Catturato nel dicembre 1944 da pattuglia RAU (Reparto Arditi Ufficiali), alla Barriera di Milano in Torino - tradotto alle Carceri Nuove di Torino Processato dal Tribunale Co.Gu. (Contro Guerriglia) di Torino Fucilato il 22 dicembre 1944, al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino da plotone di militi della GNR, con Candido Dovis.
Dal Carcere, 22 dicembre 1944
Carissimi genitori, parenti e amici tutti,
devo comunicarvi una brutta notizia. Io e Candido, tutt'e due, siamo stati condannati a morte. Fatevi coraggio, noi siamo innocenti. Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani. Io sono sempre vicino a voi.        
Dopo tante vitacce, in montagna, dover morir cosí... Ma, in Paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina.                                
Vado alla morte tranquillo assistito dal Cappellano delle Carceri che, a momenti, deve portarmi la Comunione. Andate poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito.               Pregate per me. Vi chiedo perdono, se vi ho dato dei dispiaceri.              
Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po' di denaro. Prendetelo e fate dire una Messa per me. la mia roba, datela ai poveri del paese.  Salutatemi il Parroco ed il Teologo, e dite loro che preghino per me. Voi fatevi coraggio. Non mettetevi in pena per me. Sono in Cielo e pregherò per voi. Termino con mandarvi tanti baci e tanti auguri di buon Natale. Io lo passerò in Cielo. Arrivederci in Paradiso.
Vostro figlio Armando
Viva l'Italia! Viva gli Alpini!
Franco Balbis (Francis)
Di anni 32 - uffìciale in Servizio Permanente Effettivo - nato a Torino il 16 ottobre 1911 - Capitano di Artiglieria in Servizio di Stato Maggiore, combattente a Ain El Gazala, El Alamein ed in Croazia, decorato di Medaglia d'Argento, di Medaglia di Bronzo e di Croce di Guerra di 1a Classe - all'indomani dell'8 settembre 1943 entra nel movimento clandestino di Torino - è designato a far parte del 1°Comitato Militare Regionale Piemontese con compiti organizzativi e di collegamento -. Arrestato il 31 marzo I944, da elementi della Federazione dei Fasci Repubblicani di Torino, mentre partecipa ad una riunione del CMRP nella sacrestia di San Giovanni in Torino -. Processato nei giorni 2-3 aprile 1944, insieme ai membri del CMRP, dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato -. Fucilato il 5 aprile 1944 al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino, da plotone di militi della GNR, con Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Bracciní, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano eGiuseppe Perotti -. Medaglia d'Oro e Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Torino, 5 aprile 1944                                                                                  
La Divina Provvidenza non ha concesso che io offrissi all'Italia sui campi d'Africa quella vita che ho dedicato alla Patria il giorno in cui vestii per la prima volta il grigioverde. Iddio mi permette oggi di dare l'olocausto supremo di tutto me stesso all'Italia nostra ed io ne sono lieto, orgoglioso e felice! Possa il mio sangue servire per ricostruire l'unità italiana e per riportare la nostra Terra ad essere onorata e stimata nel mondo intero. Lascio nello strazio e nella tragedia dell'ora presente i miei Genitori, da cui ho imparato come si vive, si combatte e si muore; li raccomando alla bontà di tutti quelli che in terra mi hanno voluto bene. Desidero che vengano annualmente celebrate, in una chiesa delle colline torinesi due messe: una il 4 dicembre anniversario della battaglia di Ain el Gazala; l'altra il 9 novembre, anniversario della battaglia di El Alamein; e siano dedicate e celebrate per tutti i miei Compagni d'armi, che in terra d'Africa hanno dato la vita per la nostra indimenticabile Italia. Prego i miei di non voler portare il lutto per la mia morte; quando si è dato un figlio alla Patria, comunque esso venga offerto, non lo si deve ricordare col segno della sventura. Con la coscienza sicura d'aver sempre voluto servire il mio Paese con lealtà e con onore, mi presento davanti al plotone d'esecuzione col cuore assolutamente tranquillo e a testa alta.                  
Possa il mio grido di "Viva l'Italia libera" sovrastare e smorzare il crepítio dei moschetti che mi daranno la morte; per il bene e per l'avvenire della nostra Patria e della nostra Bandiera, per le quali muoio felice!
Franco Balbis
  Achille Barilatti (Gilberto della Valle)
Di anni 22 - studente in scienze economiche e commerciali - nato a Macerata il 16 settembre 1921 -. Tenente di complemento di Artiglieria, dopo l'8 settembre 1943 raggiunge Vestignano sulle alture maceratesi, dove nei successivi mesi si vanno organizzando formazioni partigiane - dal Gruppo " Patrioti Nicolò " è designato comandante del distaccamento di Montalto -. Catturato all'alba del 22 marzo 1944, nel corso di un rastrellamento effettuato da tedeschi e fascisti nella zona di Montalto - mentre 26 dei suoi sono fucilati immediatamente sul posto e 5 vengono salvati grazie al suo intervento, egli viene trasportato a Muccia (Macerata) ed interrogato da un ufficiale tedesco ed uno fascista -. Fucilato senza processo alle ore 18,25 del 23 marzo I944, contro la cinta del cimitero di Muccía Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.                                                              
Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.
Viva l'Italia libera!
Achille
Mario Bettinzoli (Adriano Grossi)
Di anni 22 - perito industriale - nato a Brescia il 21 novembre 1921 - sottotenente di complemento di Artiglieria - catturato una prima volta nel settembre 1943 per resistenza armata a forze tedesche e condannato a morte, evade dalla cella ove è stato rinchiuso - rientra a Brescia - si unisce a Giacomo Perlasca nella organizzazione delle formazioni di Valle Sabbia - ne diventa il více-comandante ed è comandante della 3' Compagnia preposta alla organizzazione dei campi di lancio -. Arrestato una seconda volta il 18 gennaio I944 acl opera di fascisti, in via Moretto a Brescia, mentre con il comandante Perlasca si reca al Comando Provinciale per riferire sulla situazione della zona -. Processato il 14 febbraio I944 dal Tribunale Militare tedesco di Brescia, quale organizzatore di bande armate -. Fucilato il 24 febbraio I944, presso la Caserma del 30° Reggiinento Artiglieria di Brescia, con Giacomo Perlasca.
Ore 21 del 23.2-1944
Miei carissimi genitori, sorelle, fratello, nonna, zii e cugini,                          
il Signore ha deciso con i suoi imperscrutabili disegni, che io mi staccassi da voi tutti quando avrei potuto essere di aiuto alla famiglia.. Sia fatta la sua volontà santa. Non disperatevi, pregate piuttosto per me affinché Lo raggiunga presto e per voi affinché possiate sopportare il distacco.          
Tutta la vita è una prova, io sono giunto alla fine, ora ci sarà l'esame, purtroppo ho fatto molto poco di buono: ma almeno muoio cristianamente e questo deve essere per voi un grande conforto.                                        
Vi chiedo scusa se mi sono messo sulla pericolosa via che mi ha portato alla morte, senza chiedervi il consenso: ma spero mi perdonerete come il Signore mi ha perdonato qualche minuto fa per mezzo del suo Ministro.    
Domattina prima dell'esecuzione della condanna farò la Santa Comunione e poi. Ricordatemi ai Rev.Salesiani e ai giovani di A.C. affinché preghino per me.  
Ancora vi esorto a rassegnarvi alla volontà di Dio: che il pensiero della mia morte preceduta dai SS. Sacramenti vi sia di conforto per sempre.              
Immagino già le lagrime di tutti quanti quando leggerete questa mia, fate che dalle vostre labbra anziché singhiozzi escano preghiere che mi daranno la salute eterna. Del resto io dall'alto pregherà per voi. Ora, carissimi, vi saluto per l'ultima volta tutti, vi abbraccio con affetto filiale e fraterno; questo abbraccio spirituale è superiore alla morte e ci unisce tutti nel Signore. Pregate!  
Vostro per sempre Mario
Paolo Braccini (Verdi)
Di anni 36 - docente universitario - nato a Canepina (Víterbo) il 16 maggio 1907 -- Incaricato della cattedra di zootecnia generale e speciale all'università di Torino, specializzato nelle ricerche sulla fecondazione artificiale degli animali presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte e della Liguria - nel 1931 allontanato dal corso allievi ufficiali per professione di idee antifasciste - all'indomani dell'8 settembre 1943 abbandona ogni attività privata ed entra nel movimento clandestino di Torino - è designato a far parte del I° Comitato Militare Regionale Piemontese quale rappresentante dei Partito d'Azione - pur essendo braccato dalla polizia fascista, per quattro mesi dirige l'organizzazione delle formazioni GL -. Arrestato il 31 marzo 1944 da elementi della Federazione dei Fasci Repubblicani di Torino, mentre partecipa ad una riunione del CMRP nella sacrestia di San Giovanni in Torino -. Processato nei giorni 2-3 aprile 1944, insieme ai membri del CMRP, dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato -. Fucilato il 5 aprile 1944 al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino, da plotone di militi della GNR, Con Franco Baibís ed altri sei membri del cmrp. - Medaglia d'Oro al Valor Militare.
3 aprile 1944
Gianna, figlia mia adorata,                                                                        
è la prima ed ultima lettera che ti scrivo e scrivo a te per prima, in queste ultime ore, perché so che seguito a vivere in te.                                        
Sarò fucilato all'alba per un ideale, per una fede che tu, mia figlia, un giorno capirai appieno.                                                                                      
Non piangere mai per la mia mancanza, come non ho mai pianto io: il tuo Babbo non morrà mai. Egli ti guarderà, ti proteggerà ugualmente: ti vorrà sempre tutto l'infinito bene che ti vuole ora e che ti ha sempre voluto fin da quando ti sentì vivere nelle viscere di tua Madre. So di non morire, anche perché la tua Mamma sarà per te anche il tuo Babbo: quel tuo Babbo al quale vuoi tanto bene, quel tuo Babbo che vuoi tutto tuo, solo per te e del quale sei tanto gelosa.                                                                            
Riversa su tua Madre tutto il bene che vuoi a lui: ella ti vorrà anche tutto il mio bene, ti curerà anche per me, ti coprirà dei miei baci e delle mie tenerezze. Sapessi quante cose vorrei dirti ma mentre scrivo il mio pensiero corre, galoppa nel tempo futuro che per te sarà, deve essere felice. Ma non importa che io ti dica tutto ora, te lo dirò sempre, di volta in volta, colla bocca di tua Madre nel cui cuore entrerà la mia anima intera, quando lascierà il mio cuore.
Tua Madre resti sempre per te al di sopra di tutto.                                      
Vai sempre a fronte alta per la morte di tuo Padre.
Antonio Brancati
Di anni 23 - studente - nato a Ispica (Ragusa) il 21 dicembre 1920 -. Allievo ufficiale di Fanteria, il 1° marzo 1944 entra a far parte del "Gruppo di Organizzazione" del Comitato Militare di Grosseto, di stanza a Monte Bottigli sopra Grosseto ~. Catturato il 22 Marzo 1944 sul monte Bottigli, nel corso di un rastrellamento di forze tedesche e fasciste che lo sorprendono assieme ad altri dieci compagni nella capanna in cui dormono -. Processato il 22 marzo 1944 nella scuola di Maiano Lavacchio (Grosseto) da tribunale misto tedesco e fascista -. Fucilato lo stesso 22 marzo 1944, a Maiano Lavacchio, con Mario Becucci, Rino Cíattini, Silvano Guidoni, Alfiero Grazi, Corrado Matteini, Emanuele Matteini, Alcide Mignarri, Alvaro Nfinucci, Alfonso Passananti e Attilio Sforzi.
Carissimi genitori,                                                                                    
non so se mi sarà possibile potervi rivedere, per la qual cosa vi scrivo questa lettera. Sono stato condannato a morte per non essermi associato a coloro che vogliono distruggere completamente l'Italia.                              
Vi giuro di non aver commessa nessuna colpa se non quella di aver voluto più bene di costoro all'Italia, nostra amabile e martoriata Patria.                
Voi potete dire questo sempre a voce alta dinanzi a tutti.                          
Se muoio, muoio innocente.                                                                    
Vi prego di perdonarmi se qualche volta vi ho fatto arrabbiare, vi ho disobbedito, ero allora un ragazzo.                                                          
Solo pregate per me il buon Dio. Non prendetevi parecchi pensieri. Fate del bene ai poveri per la salvezza della mia povera anima. Vi ringrazio per quanto avete fatto per me e per la mia educazione. Speriamo che Iddio vi dia giusta ricompensa.  
Baciate per me tutti i fratelli: Felice, Costantino, Luigi, Vincenzo e Alberto e la mia cara fidanzata.
Non affliggetevi e fatevi coraggio, ci sarà chi mi vendicherà.                         Ricompensate e ricordatevi finché vivrete di quei signori Matteini per il bene che mi hanno fatto, per l'amore di madre che hanno avuto nei miei riguardi. Io vi ho sempre pensato in tutti i momenti della giornata.                
Dispiacente tanto se non ci rivedremo su questa terra; ma ci rivedremo lassù, in un luogo più bello, più giusto e più santo.                                  
Ricordatevi sempre di me.
Un forte bacione
Antonio
Sappiate che il vostro Antonio penserà sempre a voi anche dopo morto e che vi guarderà dal cielo.
Giordano Cavestro (Mirko)
Di anni 18 - studente di scuola media - nato a Parma il 30 novembre 1925 -. Nel 1940 dà vita, di sua iniziativa, ad un bollettino antifascista attorno al quale si mobilitano numerosi militanti - dopo l'8 settembre 1943 lo stesso nucleo diventa centro organizzativo e propulsore delle prime attività partigiane nella zona di Parma -. Catturato il 7 aprile 1944 a Montagnana (Parma), nel corso di un rastrellamento operato da tedeschi e fascisti - tradotto nelle carceri di Parma -. Processato il 14 aprile 1944 dal Tribunale Militare di Parma - condannato a morte, quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all'uccisione di quattro militi, con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.
Parma, 4-5-1944
Cari compagni, ora tocca a noi.                                                                
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.                                                                                      
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.                                                                      
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.                              
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.                    
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.        
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.
Bruno Frittaion (Attilio)
Di anni 19 - studente - nato a San Daniele del Friuli (Udine) il 13 ottobre 1925 -. Sino dal 1939 si dedica alla costituzione delle prime cellule comuniste nella zona di San Daniele - studente del III corso di avviamento professionale, dopo l'8 settembre 1943 abbandona la scuola unendosi alle formazioni partigiane operanti nella zona prende parte a tutte le azioni del Battaglione "Písacane", Brigata "Tagliamento", e quindi, con funzioni di vice-commissario di Distaccamento, dei Battaglione "Silvio Pellíco " -. Catturato il 15 dicembre 1944 da elementi delle SS italiane, in seguito a delazione, mentre con il compagno Adriano Carlon si trova nella casa di uno zio a predisporre i mezzi per una imminente azione - tradotto nelle carceri di Udine - più volte torturato -. Processato il 22 gennaio 1945 dal Tribunale Militare Territoriale tedesco di Udine -. Fucilato il 1 febbraio 1945 nei pressi dei cimitero di Tarcento (Udine), con Adriano Carlon, Angelo Lipponi, Cesare Longo, Elio Marcuz, Giannino Putto, Calogero Zaffuto e Pietro Zanier.
31 gennaio 1945
Edda                                                                                                
voglio scriverti queste mie ultime, e poche righe. Edda, purtroppo sono le ultime si, il destino vuole così, spero ti giungano di conforto in tanta triste sventura.  
Edda, mi hanno condannato alla morte, mi uccidono; però uccidono il mio corpo non l'idea che c'è in me. Muoio, muoio senza alcun rimpianto, anzi sono orgoglioso di sacrificare la mia vita per una causa, per una giusta causa e spero che il mio sacrificio non sia vano anzi sia di aiuto nella grande lotta. Di quella causa che fino a oggi ho servito senza nulla chiedere e sempre sperando che un giorno ogni sacrificio abbia il suo ricompenso.   Per me la migliore ricompensa era quella di vedere fiorire l'idea che purtroppo per poco ho servito, ma sempre fedelmente.                          
Edda il destino ci separa, il destino uccide il nostro amore quell'amore che io nutrivo per te e che aspettava quel giorno che ci faceva felici per sempre.  Edda, abbi sempre un ricordo di chi ti ha sempre sinceramente amato. Addio a tutti.
Addio Edda
Franca Lanzone
Di anni 25 - casalinga - nata a Savona il 28 settembre 1919 -. Il 1°ottobre 1943 si unisce alla Brigata "Colombo", Divisione "Gramsci", svolgendovi attività di informatrice e collegatrice e procurando vettovagliamento alle formazioni di montagna -. Arrestata la sera del 21 ottobre 1944, nella propria casa di Savona, da militi delle Brigate Nere - tradotta nella Sede della Federazione Fascista di Savona -. Fucilata il I° novembre 1944, senza processo, da plotone fascista, nel fossato della Fortezza ex Priamar di Savona, con Paola Garelli e altri quattro partigiani.
Caro Mario,                                                                                        
sono le ultime ore della mia vita, ma con questo vado alla morte senza rancore delle ore vissute.                                                                    
Ricordati i tuoi doveri verso di me, ti ricorderò sempre                      
Franca
Cara mamma,  perdonami e coraggio. Dio solo farà ciò che la vita umana non sarà in grado di adempiere. Ti bacio. La tua                          
Franca
Ugo Machieraldo (Mak)
Di anni 35 - ufficiale in Servizio Permanente Effettivo - nato a Cavaglià (Vercelli) il 18 luglio 1909 -. Maggiore di Aeronautica Ruolo Navigante, quattro Medaglie d'Argento al Valor Militare, due proposte di Medaglia d'Argento al Valor Militare - dall'autunno del 1943 si collega all'attività clandestina in Milano - nel 1944 si unisce alle formazioni operanti in Valle d'Aosta, dapprincipio come partigiano semplice, poi come ufficiale di Stato Maggiore della 76' Brigata Garibaldi operante in Valle d'Aosta e nel Canavese -. Catturato la notte tra il 29 e il 30 gennaio I945 in località Lace (Ivrea), in seguito a delazione, da militari tedeschi - incarcerato a Cuorgnè (Torino) -. Processato dal Comando Militare tedesco di Cuorgnè -. Fucilato il 2 febbraio 1945 contro la cinta del cimitero di Ivrea, con Riccio Orla e Piero Ottinetti -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Mia cara Mary,
compagna ideale della mia vita, questa sarà l'ultima lettera che tu avrai dal tuo Ugo! Ed io spero che sappia portarti tanto conforto. Il tribunale militare tedesco di Cuorgnè mi ha condannato a morte mediante fucilazione ed io attendo con altri due patrioti (Orla Riccio di Borgofranco e Ottinetti Piero di Ivrea) di passare da un momento all'altro a miglior vita. Sono perfettamente sereno nell'adempiere il mio dovere verso la Patria, che ho sempre servito da soldato senza macchia e senza paura, sino in fondo. So che è col sangue che si fa grande il paese nel quale si è nati, si è vissuti e si è combattuto. Come soldato io sono sempre stato pronto a questo passo ed oggi nel mio animo è grande più che mai la forza che mi sorregge per affrontare con vera dignità l'ultimo mio atto di soldato. Bisogna che tu, come compagna ideale e meravigliosa del tuo Ugo, sappia come lui sopportare da sola con la nostra cara Nena il resto della tua vita che porterà il tuo Ugo nel cuore.  
Vado ora a morire ma non posso neanche finire, ti bacio forte forte con Nena, tuo
Ugo
Rino Mandoli (Sergio Boero)
Di anni 31 - meccanico alla SIAC - nato a Genova il 13 dicembre 1912 -. Dal 1935 membro del Partito Comunista Italiano e diffusore di stampa clandestina - il 25 aprile 1939 arrestato una prima volta - tradotto alle carceri Marassi di Genova, poi a Regina Coeli di Roma - condannato dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato a otto anni di reclusione - deferito al penitenziario di Castelfranco Emilia (Modena) -. Rilasciato dopo il 25 luglio 1943 - dopo l'8 settembre 1943 torna all'attività clandestina - è commissario politico operante nei dintorni di Genoso di una azione di pattuglia nei pressi dei Laghi di Lavagnino, è catturato da reparto fascista -. Tradotto nelle carceri di Alessandria, nei ripetuti interrogatori mantiene il falso nome di Sergio Boero- trasferito alla Questura di Genova, dove è indentificato, e quindi alla 4° Sezione delle carceri Marassi-. Fucilato in seguito all'attentato al Cinema Odeon di Genova, il 19 maggio 1944, nei pressi del Colle del Turchino, con Valerio Bavassano, altri quindici partigiani e quarantadue prigionieri pollitici-. Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Ai miei cari famigliari e agli amici e compagni tutti,                                
vada in questa triste ora il mio piú caro saluto e l'augurio migliore per l'agognato "avvenire". Non piangete e ricordatemi. Questo è il solo premio a cui ambisco.  
Ricordate che l'Italia sarà tanto più grande quanto più sangue il suo popolo verserà serenamente.
Mandoli Rino
Irma Marchiani (Anty)
Di anni 33 - casalinga - nata a Firenze il 6 febbraio 1911 -. Nei primi mesi del 1944 è informatrice e staffetta di gruppi partigiani formatisi sull'Appennino modenese - nella primavera dello stesso anno entra a far parte del Battaglione " Matteotti ", Brigata " Roveda ", Divisione "Modena" - partecipa ai combattimenti di Montefiorino - catturata mentre tenta di far ricoverare in ospedale un partigiano ferito, è seviziata, tradotta nel campo di concentramento di Corticelli (Bologna), condannata a morte, poi alla deportazione in Germania - riesce a fuggire - rientra nella sua formazione di cui è nominata commissario, poi vice-comandante - infermiera, propagandista e combattente, è fra i protagonisti di numerose azioni nel Modenese, fra cui quelle di Monte Penna, Bertoceli e Benedello -. L'11 novembre 1944, mentre con la formazione ridotta senza munizioni tenta di attraversare le linee, è catturata, con la staffetta "Balilla", da pattuglia tedesca in perlustrazione e condotta a Rocca Cometa, poi a Pavullo nel Frignano (Modena) -. Processata il 26 novembre I944, a Pavullo, da ufficiali tedeschi del Comando di Bologna -. Fucilata alle ore 17 dello stesso 26 novembre 1944, da plotone tedesco, nei pressi delle carceri di Pavullo, con Renzo Costi, Domenico Guidani e Gaetano Ruggeri "Balilla") -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Sestola, da la "Casa del Tiglio", 1° agosto 1944
Carissimo Piero, mio adorato fratello, la decisione che oggi prendo, ma da tempo cullata, mi detta che io debba scriverti queste righe. Sono certa mi comprenderai perché tu sai benissimo di che volontà io sono, faccio, cioè seguo il mio pensiero, l'ideale che pur un giorno nostro nonno ha sentito, faccio già parte di una Formazione, e ti dirò che il mio comandante ha molta stima e fiducia in me. Spero di essere utile, spero di non deludere i miei superiori. Non ti meraviglia questa mia decisione, vero?                        
Sono certa sarebbe pure la tua, se troppe cose non ti assillassero. Bene, basta uno della famiglia e questa sono io. Quando un giorno ricevetti la risposta a una lettera di Pally che l'invitavo qui, fra l'altro mi rispose "che diritto ho io di sottrarmi al pericolo comune?" t vero, ma io non stavo qui per star calma, ma perché questo paesino piace al mio spirito, al mio cuore. Ora però tutto è triste, gli avvenimenti in corso coprono anche le cose più belle di un velo triste. Nel mio cuore si è fatta l'idea (purtroppo non da troppi sentita) che tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo. Questo richiamo è così forte che lo sento tanto profondamente, che dopo aver messo a posto tutte le mie cose parto contenta. "Hai nello sguardo qualcosa che mi dice che saprai comandare", mi ha detto il comandante, "la tua mente dà il massimo affidamento; donne non mi sarei mai sognato di assumere, ma tu sì". Eppure mi aveva veduto solo due volte.                
Saprò fare il mio dovere, se Iddio mi lascierà il dono della vita sarò felice, se diversamente non piangere e non piangete per me.                                
Ti chiedo una cosa sola: non pensarmi come una sorellina cattiva. Sono una creatura d'azione, il mio spirito ha bisogno di spaziare, ma sono tutti ideali alti e belli. Tu sai benissimo, caro fratello, certo sotto la mia espressione calma, quieta forse, si cela un'anima desiderosa di raggiungere qualche cosa, l'immobilità non è fatta per me, se i lunghi anni trascorsi mi immobilizzarono il fisico, ma la volontà non si è mai assopita. Dio ha voluto che fossi più che mai pronta oggi. Pensami, caro Piero, e benedicimi. Ora vi so tutti in pericolo e del resto è un po' dappertutto. Dunque ti saluto e ti bacio tanto tanto e ti abbraccio forte.
Tua sorella  Paggetto
Ringrazia e saluta Gina.
Prigione di Pavullo, 26.11.1944
Mia adorata Pally, sono gli ultimi istanti della mia vita. Pally adorata ti dico a te saluta e bacia tutti quelli che mi ricorderanno. Credimi non ho mai fatto nessuna cosa che potesse offendere il nostro nome. Ho sentito il richiamo della Patria per la quale ho combattuto, ora sono qui... fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile affinché la libertà trionfasse.
Baci e baci dal tuo e vostro Paggetto
Vorrei essere seppellita a Sestola.
Luigi Mascherpa
Di anni 51 - contrammiraglio - nato a Genova il 16 aprile 1893 Osservatore aeronautico nella prima guerra mondiale - decorato di Medaglia d'argento al Valor Militare -. Comandante nel settembre 1943 della base navale di Lero (Egeo), dopo l'armistizio italiano ne organizza la difesa e assume il comando delle isole dell'Egeo -. Dopo i massicci bombardamenti aerei tedeschi, iniziati su Lero il 26 settembre e l'attacco navale tedesco dei 12 novembre successivo, dirige la difesa dell'isola sino all'esaurimento delle munizioni e alla conseguente resa, avvenuta il 14 novembre 1943 -. Fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Polonia - nel gennaio 1944 tradotto a Verona nelle carceri Gli Scalzi e, nell'aprile successivo, a Parma nelle carceri San Francesco - semidistrutte quest'ultime in seguito a bombardamento aereo e quindi assalite da partigiani che ne liberano i detenuti politici, rifiuta, con l'ammiraglio Ingo Campioni, di sottrarsi all'imminente processo -. Processato il 22 maggio 1944 dal Tribunale Speciale di Parma -. Fucilato il 24 maggio 1944, al poligono di tiro di Parma, con l'ammiraglio Inigo Campioni Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Frida mia,                                                                                                
sii forte e coraggiosa. Iddio ti proteggerà... Ti abbraccio con tutta l'anima e con te mia Madre, i miei fratelli, la nonna tutti. Prega per me nelle tue preghiere come io dall'alto. dove Dio vorrà mettermi, ti seguirò sempre. Ti lascio un nome intemerato che ha una sola colpa: avere amato la Patria! Addio, Frida mia, perdonami dei dolori - di tutti i dolori - che ti ho dato nella vita. Il Padre Abate De Vincentis mi ha assistito fino all'ultimo - ti dirà di me. Coraggio ancora, Frida mia: Iddio ti farà sopportare tutto... un ultimo bacio terreno dal tuo
Luigi
Aldo Mei
Di anni 32 - sacerdote - nato a Ruota (Lucca) il 5 marzo 1912 -.Vicario Foraneo del Vicariato di Monsagrati (Lucca) - aiuta renitenti alla leva e perseguitati politici - dà ai partigiani assistenza religiosa -. Arrestato il 2 agosto 1944 nella Chiesa di Fiano, ad opera di tedeschi, subito dopo la celebrazione della Messa - tradotto a Lucca, sotto l'imputazione di avere nascosto nella propria abitazione un giornalista ebreo-. Fucilato alle ore 22 del 4 agosto 1944, da plotone tedesco, fuori Porta Elisa di Lucca.
4 agosto 1944
Babbo e Mamma,                                                                                
state tranquilli - sono sereno in quest'ora solenne. In coscienza non ho commesso delitti: solamente ho amato come mi è stato possibile. Condanna a morte - I° per aver protetto e nascosto un giovane di cui volevo salva l'anima, 2° per aver amministrato i sacramenti ai partigiani, e cioè aver fatto il prete. Il terzo motivo non è nobile come i precedenti - aver nascosto la radio.  
Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell'odio io che non ho voluto vivere che per l'amore! << Deus Charitas est>> e Dio non muore. Non muore l'Amore! Muoio pregando per coloro stessi che mi uccidono. Ho già sofferto un poco per loro.....E' l'ora del grande perdono di Dio! Desidero avere misericordia; per questo abbraccio l'intero mondo rovinato dal peccato - in uno spirituale abbraccio di misericordia. Che il Signore accetti il sacrificio di questa piccola insignificante vita in riparazione di tanti peccati - e per la santificazione dei sacerdoti.
Oh! la santificazione dei sacerdoti. Oggi stesso avrei dovuto celebrare Messa per questa intenzione - invece di offrire a Gesù - offro me a Lui, perché faccia tutti santi i suoi ministri, tutti apostoli di carità - e il mio pensiero va anche ai confratelli del Vicariato, che non ho edificato e aiutato come avrei dovuto. Gliene domando umilmente perdono. Mi ricordino tutti al Signore. Sia dato a ciascuno un'offerta di 75 lire per una applicazione di S. Messa a suffragio della povera anima mia.
Almeno 100 Messe che siano celebrate per riparare eventuali omissioni e manchevolezze e a suffragio dell'anima mia.
A Basilio - Beppe e loro mogli e figli carissimi - alla Nonna e Argia - alla zia Annina, Carolina, Livia, Giorgina - Dante, Silvio, Annunziato, ecc., e a tutti i parenti - a tutti i conoscenti, a tutti i Ruotesi, cosa dirò? Quello che ho ripetutamente detto ai figli di adozione, i Fianesi. Conservatevi tutti nella grazia de Signore Gesù Cristo - perché questo solamente conta quando ci si trova davanti al maestoso passo della morte - e così tutti vogliamo rivederci e starsene indissolubilmente congiunti nella gioia vera e perfetta della unione eterna con Dio in cielo.
Non più carta - all'infuori di questa busta - e anche la luce sta per venir meno. Domani festa della Madonna potrò vederne il volto materno? Sono indegno di tanta fortuna. Anime buone pregate voi tutte perché mi sia concessa presto - prestissimo tanta fortuna!
Anche in questo momento sono passati ad insultarmi - << Dimette illis - nesciunt quid faciunt>>. Signore che venga il Vostro regno! Mi si tratta come un traditore - assassino. Non mi pare di aver voluto male a nessuno - ripeto a nessuno - mai che se per caso avessi fatto a qualcuno qualche cosa di male - io qui dalla mia prigione - in ginocchio davanti al Signore - ne domando umilmente perdono.
Al sacerdote che mi avviò al Seminario D. Ugo Sorbi il mio saluto di arrivederci al cielo. Ai carissimi Superiori del Seminario, specialmente a Mons. Malfatti e al Padre Spirituale D. Giannotti - l'invito che mi assistano nel punto più decisivo della mia esistenza - la morte - mentre prego il Signore a ricompensarli centuplicatamente come sa far Lui.
4 agosto - ore 5
Alla donna di servizio Perfetti Agnese. Il Signore vi ricompensi per quanto avete fatto per me e in aiuto al mio ministero. Vi chiedo perdono di non avervi sempre dato esempio di santità sacerdotale. Vi raccomando di diventare Santa...
Vi raccomando la povera Adriana e cose sue - per quella famiglia - perché il Signore salvi tutti io volentieri principalmente muoio....
Alla Biblioteca Parrocchiale che tanto raccomando all'Azione Cattolica lasciò La vita di G. C. di Ricciotti e i due volumi del Messaggio Sociale di Giordani. Le raccomando caldamente l'A.C. specialmente ai cari giovani e alle care giovani - che siano tutti e sempre degni dell'altissimo ideale.
Ringrazio affettuosamente, saluto e Benedico tutti i catechisti per la generosa cooperazione e consolazione prestatami nel mio ministero.
Un pensiero particolare di incoraggiamento e di lode alla Mery. L'Oratorio lo affido al Cuore Sacratissimo di Gesù, fiat voluntas tua.
Il Signore ricompensi tutte le anime buone che nel mio ministero mi sono state di consolazione e di aiuto. Il più largo e generoso perdono a chi in qualche modo mi avesse potuto addolorare. Un pensiero ed una esortazione caldissima a quei poveri fratelli che sono più lontani dalla pratica religiosa. Ho fatto troppo poco in vita per queste pecorelle più sbandate. Ora in morte l'assicuro che anzitutto per essi e perla loro salvezza offro la mia povera vita.
Muoio anzitutto per un motivo di carità. Regina di tutte le virtù Amate Dio in Gesù Cristo, amatevi come fratelli. Muoio vittima dell'odio che tiranneggia e rovina il mondo - muoio perché trionfi la carità cristiana.
Amate la Chiesa - vivete e morite per Lei - è la Vita e la Morte veramente più bella.
Tutto il popolo ricordi e osservi il voto collettivo di vita cristiana. Fuggite tutti il peccato unico vero male che attrista nel tempo e rovina irreparabilmente nella eternità.
Grazie a quanti hanno gentilmente alleviato, con preghiere e con altro la mia prigionia e la mia morte.
Il povero Don Aldo Mei, indegno Parroco di Fiano.
Bruno Parmesan (Venezia)
Di anni 19 - meccanico tornitore - nato a Venezia il 14 aprile 1925 -. Partigiano nel Battaglione "Val Meduna", 4^ Brigata, I Divisione delle Formazioni Osoppo-Friuli -. Catturato nel gennaio 1945 a Meduno (Udine), in seguito a delazione, per opera di militi delle Brigate Nere -. Processato il 2 febbraio 1945 dal Tribunale Militare Territoriale tedesco di Udine -. Fucilato alle ore 6 dell'11 febbraio 1945, contro il muro di cinta del cimitero di Udine, con Gesuino Manca ed altri ventidue partigiani.
Udine, 10 febbraio 1945
Caro Papà e tutti miei cari di famiglia e parenti,                                          
dalla soglia della morte vi scrivo queste mie ultime parole. Il mondo e l'intera umanità mi è stata avversa. Dio mi vuole con sé.                        
Oggi 10 febbraio, il tribunale militare tedesco mi condanna. Strappa le mie carni che tu mi avevi fatto dono, perché hanno sete di sangue.                
Muoio contento perché lassù in cielo rivedrò la mia adorata mamma. Sento che mi chiama, mi vuole vicino come una volta, per consolarmi della mia dura sorte. Non piangete per me, siate forti, ricevete con serenità queste mie parole, come io sentii la mia sentenza.                                            
Ore mi separano dalla morte, ma non ho paura perché non ho fatto del male a nessuno; la mia coscienza è tranquilla.                                          
Papà, fratelli e parenti tutti, siate orgogliosi del vostro Bruno che muore innocente per la sua terra.                                                                    
Vedo le mie care sorelline Ida ed Edda che leggono queste ultime mie parole: le vedo così belle come le vidi l'ultima volta, col loro dolce sorriso. Forse qualche lacrima righerà il loro volto. Dà loro coraggio, tu Guido, che sei il più vecchio.
Quando finirà questa maledetta guerra che tanti lutti ha portato in tutto il mondo, se le possibilità ve lo permetteranno fate che la mia salma riposi accanto a quella della mia cara mamma.
Guido abbi cura della famiglia, questo è il mio ultimo desiderio che ti chiedo sul punto di morte. Auguri a voi tutti miei cari fratelli, un buon destino e molta felicità. Perdonatemi tutti del male che ho fatto. Vi lascio mandandovi i miei più cari baci.
Il vostro per sempre
Bruno
Luigi Pierobon (Dante)
Di anni 22 - laureando alla facoltà di belle lettere di Padova - nato a Cittadella (Padova) il 12 aprile 1922 -. Tra i primi partigiani sui monti di Recoaro terme (Vicenza), alla costituzione della I^ Brigata Garibaldi è designato comandante del I° Battaglione "Stella" operante nel Vicentino - nel marzo e aprile 1944 guida numerosi colpi di mano contro reparti e automezzi fascisti e tedeschi - su di una strada nei pressi di Recoaro, ove all'inizio del 1944 si è insediato il Quartier Generale tedesco in Italia, con quattro dei suoi libera sette compagni che su di un autocarro tedesco vengono condotti alla morte - a Montecchio Maggiore con quaranta dei suoi assale la sede del Ministero della Marina della Repubblica Sociale Italiana, disarma il presidio e fa bottino di armi, munizioni e materiali - è designato comandante della Brigata -. Catturato il 15 agosto 1944, a Padova, in seguito a delazione - tradotto nella Casa di Pena di Padova -. Fucilato il 17 agosto 1944 a Padova, per rappresaglia alla uccisione del colonnello Fronteddu, con Primo Barbiero, Saturno Baudin, Antonio Franzolin, Pasquale Muolo, Cataldo Presicci, Ferruccio Spigolon . mentre contemporaneamente vengono impiccati Flavio Busonera, Ettore Calderoni e Clemente Lampioni -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.
A mamma e papà,
Nell'ultimo momento un bacio caro, tanto caro. Ho appena fatto la SS. Comunione. Muoio tranquillo. Il Signore mi accolga fra i suoi in cielo. E' l'unico augurio e più bello che mi faccio. Pregate per me.                    
Saluto tutti i fratelli, Paolo, Giorgio, Fernanda, Giovanni, Alberto, Giuliana, Sandro, lo zio Giovanni, tutti gli zii e le zie. Un bacio a tutti.
Il Padre qui presente, che mi assiste, vi dirà i miei ultimi desideri.
Un bacio caro.
Luigi Pierobon
Giancarlo Puecher Passavalli
Di anni 20 - dottore in legge - nato a Milano il 23 agosto 1923 -. Subito dopo l'8 settembre 1943 diventa l'organizzatore ed il capo dei gruppi partigiani che si vanno formando nella zona di Erba-Pontelambro (Como) - svolge numerose azioni, fra cui rilevante quella al Crotto Rosa di Erba, per il ricupero di materiale militare e di quadrupedi -. Catturato il 12 novembre 1943 a Erba, da militi delle locali Brigate Nere - tradotto nelle carceri San Donnino in Como - più volte torturato -. Processato il 21 dicembre 1943 dal Tribunale Speciale Militare di Erba -. Fucilato lo stesso 21 dicembre 1943, al cimitero nuovo di Erba, da militi delle Brigate Nere -. Medaglia d'Oro al Valor Militare -. E' figlio di Giorgio Puecher Passavalli, deportato al campo di Mauthausen ed ivi deceduto.
Muoio per la mia Patria. Ho sempre fatto il mio dovere di cittadino e di soldato: Spero che il mio esempio serva ai miei fratelli e compagni. Iddio mi ha voluto... Accetto con rassegnazione il suo volere.                            
Non piangetemi, ma ricordatemi a coloro che mi vollero bene e mi stimarono. Viva l'Italia.  Raggiungo con cristiana rassegnazione la mia mamma che santamente mi educò e mi protesse per i vent'anni della mia vita.
L'amavo troppo la mia Patria; non la tradite, e voi tutti giovani d'Italia seguite la mia via e avrete il compenso della vostra lotta ardua nel ricostruire una nuova unità nazionale.  Perdono a coloro che mi giustiziano perché non sanno quello che fanno e non sanno che l'uccidersi tra fratelli non produrrà mai la concordia.            
A te Papà l'imperituro grazie per ciò che sempre mi permettesti di fare e mi concedesti.
Gino e Gianni siano degni continuatori delle gesta eroiche della nostra famiglia e non si sgomentino di fronte alla mia perdita. I martiri convalidano la fede in una Idea. Ho sempre creduto in Dio e perciò accetto la Sua volontà. Baci a tutti.
Giancarlo
Roberto Ricotti
Di anni 22 - meccanico - nato a Milano il 7 giugno 1924 -. Nel settembre 1943 fugge dal campo di concentramento di Bolzano e si porta a Milano dove si dedica all'organizzazione militare dei giovani del proprio rione - nell'agosto 1944 è commissario politico della 124^ Brigata Garibaldi SAP, responsabile del 5° Settore del Fronte della Gioventù -. Arrestato il 20 dicembre 1944 nella propria abitazione di Milano adibita a sede del Comando del Fronte della Gioventù - tradotto nella sede dell'OVRA in Via Fiamma, indi alle carceri San Vittore - più volte seviziato -. Processato il 12 gennaio 1945, dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato per appartenenza a bande armate -. Fucilato il 14 gennaio 1945 al campo sportivo Giurati di Milano, con Roberto Giardino ed altri sette partigiani -. Proposto per la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
S. Vittore 13.1.'45
A te mio dolce amore caro io auguro pace e felicità. Addio amore...
Roberto Ricotti  Condannato a morte
Tu che mi hai dato le uniche ore di felicità della mia povera vita...! a te io dono gli ultimi miei battiti d'amore... Addio Livia, tuo in eterno...        
Roberto
14.1.'45
Parenti cari consolatevi, muoio per una grande idea di giustizia... Il Comunismo!! Coraggio addio! Roberto Ricotti
14.1.'45
Lascio a tutti i compagni, la mia fede, il mio entusiasmo, il mio incitamento. Roberto Ricotti
Vito Salmi (Nino)
Di anni 19 - tornitore - nato a Monteveglio (Bologna) il 15 ottobre 1924 -. Dal Febbraio 1944 partigiano della 142^ Brigata d'Assalto Garibaldi, prende parte ai combattimenti di Montagnana (Parma) -.Catturato a Montagnana nella seconda metà dell'aprile 1944, per opera di fascisti e tedeschi che, guidati da un dlatore a conoscenza della parola d'ordine, lo sorprendevano nel sonno insieme ad una cinquantina di partigiani - tradotto nelle carceri di Parma -. Condannato a morte dal Tribunale Militare di Parma e quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all'uccisione di quattro militi, con Giordano Cavestro ed altri tre partigiani.
Caro babbo,
vado alla morte con orgoglio, sii forte come lo sono stato io fino all'ultimo e cerca di vendicarmi. Per lutto porta un garofano rosso. Ricevi gli ultimi bacioni da chi sempre ti ricorda. Tuo figlio
Vito
Saluti a tutti quelli che mi ricordano.
Vendicatemi
Lorenzo Viale
Di anni 27 - ingegnere alla FIAT di Torino - nato a Torino il 25 dicembre 1917 -. Addetto militare della squadra "Diavolo Rosso", poi ufficiale di collegamento dell'organizzazione "Giovane Piemonte" - costretto a lasciare Torino, si unisce alle formazioni operanti nel Canavesano -. Catturato l'8 dicembre 1944 a Torino, nella propria abitazione, in seguito a delazione, per opera di elementi delle Brigate Nere, essendo sceso dalla montagna nel tentativo di salvare alcuni suoi compagni -. Processato l'8 febbraio 1945, dal Tribunale Co:Gu: (Contro Guerriglia) di Torino, perché ritenuto responsabile dell'uccisione del prefetto fascista Manganiello -. Fucilato l'11 febbraio 1945 al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino, da plotone di militi della GNR, con Alfonso Gindro ed altri tre partigiani.
Torino, 9 febbraio 1945
Carissimi,
una sorte dura e purtroppo crudele sta per separarmi da voi per sempre. Il mio dolore nel lasciarvi è il pensiero che la vostra vita è spezzata, voi che avete fatti tanti sacrifici per me, li vedete ad un tratto frustrati da un iniquo destino. Coraggio! Non potrò più essere il bastone dei vostri ultimi anni ma dal cielo pregherò perché Iddio vi protegga e vi sorregga nel rimanente cammino terreno. La speranza che ci potremo trovare in una vita migliore mi aiuta a sopportare con calma questi attimi terribili. Bisogna avere pazienza, la giustizia degli uomini, ahimè, troppo severa, ha voluto così. Una cosa sola ci sia di conforto: che ho agito sempre onestamente secondo i santi principi che mi avete inculcato sin da bambino, che ho combattuto lealmente per un ideale che ritengo sarà sempre per voi motivo di orgoglio, la grandezza d'Italia, la mia Patria: che non ho mai ucciso, né fatto uccidere alcuno: che le mie mani sono nette di sangue, di furti e di rapine. Per un ideale ho lottato e per un ideale muoio. Perdonate se ho anteposto la Patria a voi, ma sono certo che saprete sopportare con coraggio e con fierezza questo colpo assai duro.
Dunque, non addio, ma arrivederci in una vita migliore. Ricordatevi sempre di un figlio che vi chiede perdono per tutte le stupidaggini che può aver compiuto, ma che vi ha sempre voluto bene.
Un caro bacio ed abbraccio
Renzo
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