#venire da te

[ragazzoarcano]

“Chiamami se ti senti giù, tu chiamami che vengo a tirarti su, chiamami anche se non hai voglia di tirarti su, vengo uguale che è anche questo l'amore, sprofondare insieme.”

— Gio Evan

[berry-s0da]

viste que se separó enzo?? quedé en shock

Bro it’s all im seeing for 8hs straight

[scritti-di-aliantis]

Amo il disordine che porti nella mia vita. Perché ha l'odore sacro e il fascino irresistibile del sesso più sporco e coinvolgente che io abbia mai fatto. Casa mia ormai è un letamaio, grazie a te. Ma va bene così. Il caos mi parla di te. Sei imbranata, non fai sport o alcun'altra attività fisica. Non presti attenzione a nessuna delle cose che ti dico. Mi sminuisci. Lavori da anni dietro al banco di un fast food senza troppo impegno. Mangi solo hamburger, patatine e schifezze, per risparmiare. Per poi comprarti... scarpe costosissime che non sai portare. E che non sono assolutamente adatte a te e alla tua roba da mercato dell'usato.

Perché poi vesti sciatto: non hai gusto, non hai mai addosso un paio di calze che non siano sfilate. O una maglia che non abbia un buco rammendato. Abbinare i colori, o la stessa idea di sobrietà, di classe, sono concetti ignoti ai tre o quattro neuroni che hai in testa. Sei veramente stupida, molto volgare: nei modi, nel linguaggio e nella sostanza delle tue azioni, dei tuoi pensieri da presuntuosa. Ti ritieni molto intelligente, ma... lasciamo stare. Sei proprio una stronza permalosa che ha un cervello dalla mentalità molto ristretta. Guardi film demenziali, soap argentine degli anni ottanta e leggi vecchi romanzi rosa di nessun valore. Stai sempre incollata al cellulare.

O parli per intere ore di cazzate assurde con le tue amiche. Che alla fine ormai conoscono nei particolari più scabrosi tutto ciò che fanno a letto due lesbiche, cioè io e te! Non sai tenerti nulla. Sei la peggiore pettegola. Loro godono, a sentirti. E tu lì a fare la protagonista, a vantarti di essere l'amante dell'avvocata importante più vecchia di te ma tua sottomessa. Scema che altro non sei. Se le incontro, divento rossa e loro sorridono, salutandomi con eccessivo calore. Però non potevo proprio sfuggire, al ciclone che è piombato nella mia vita. Dovrei odiarti visceralmente, invece mi sono innamorata di te. Ti adoro e sono proprio cotta. Devo essermi bevuta il cervello.

Ti penso di continuo, ti messaggio ogni ora. Sono gelosa. Cerco solo il sapore delle tue labbra al ketchup e desidero leccare le tue dita sempre unte di olio fritto, prima di chinarmi, al tuo ordine, sulla tua passera o tuffarmi con la bocca e la lingua avide nel tuo culo a natiche alte e aperte, con l'acquolina in bocca. Per giunta, tutto il giorno ormai penso solo a nuove varianti per farti venire. Perché tu vuoi solo essere masturbata, soddisfatta, leccata ovunque abbondantemente, però tu non vuoi leccare me. Devi comandarmi, darmi ordini e ti incazzi pure se non eseguo subito. Appena vieni a casa mia, mi devo inchinare a te e leccarti i piedi.

Mi violenti il culo con un vecchio mattarello unto. Neppure con un fallo di gomma. Dici che quando eri ragazza, l'hanno fatto a te e perciò devi farmi provare dolore. Quanto ti amo, quando lo fai: mi fai soffrire, mi fa un male bestia. Tanto male. Ma devo stringere i denti. Devo soffrire muta. Perché mentre me lo agiti dentro e io piango di dolore, magari per un po' di sangue che inizia a uscire dal mio sfintere, tu ti sgrilletti fino ad avere l'orgasmo, grazie alla pena che provo. Mi tratti come una sgualdrina da quattro soldi. E io: anni di studio, rispetto dei colleghi e dei giudici guadagnato sul campo, dozzine di casi complicati risolti, parcelle di notevole entità guadagnate ogni anno, invece di mandarti affanculo, voglio solo quello! Voglio solo te.

Ti desidero. Bramo la tua durezza, la tua ignoranza brutale, sicura e le tue assolute violenze da denuncia sul mio corpo. Poi, ho bisogno delle tue fortissime scudisciate sulle natiche, dei miei capezzoli pinzati senza pietà. Sei una vera e sadica puttana: sono comunque tua, tua, tua. Non posso stare una notte senza servirti, senza baciarti la fica e leccarti il buco del culo. Quando spegnamo la luce esauste, prima di dormire mi baci in bocca e mi dici che mi ami, che sono la tua troia, che sono l'amore, per te. Che rappresento tutto, per la tua vita. E quindi mi sento ripagata di tutto il dolore provato. Mi accarezzi tenera e torno bambina.

Aliantis

[pgfone]

ciao leggo dai quotidiani che sono ricominciate le proteste dei trattori in tutta Italia ci spieghi perchè? Te lo chiedo qui perchè penso che interessi a molti Tumbleri il tema e possa venire fuori una bella discussione

Io penso che non interessi proprio a nessuno ma visto che mi hai scritto 700 volte ti rispondo.......

Te la faccio più breve possibile: sono ricominciate le proteste perchè con i prodotti agricoli che si producono non si guadagna più niente, anzi a volte ci si rimette pure, l'altra volta la protesta si era placata con qualche contentino qui e la ma il problema è strutturale. Fondamentalmente, arrivano prodotti agricoli a prezzi stracciati da altri paesi che adottano tecniche di coltivazione discutibili e abbassano il prezzo dei nostri prodotti qui in Italia a tal punto da non coprire più nemmeno le spese di produzione. Praticamente l'agricoltore è diventato un lavoro per ricchi annoiati o dopolavoristi appassionati, ma non crea più reddito, e questo vale per tutto; dai cereali ai legumi dagli ortaggi, alla frutta e quant'altro, qualsiasi cosa si fa che riguarda la terra non crea reddito. Sono ormai 3-4 anni che il settore è in seria sofferenza ma adesso stiamo toccando veramente il fondo e quindi si scatenano queste proteste abbastanza inutili a mio parere ma vabbè.

Spero di essere stato abbastanza esaustivo, e soprattutto di non aver scritto qualche strafalcione, saluti baci e carezze audaci!!!!!

[raccontidialiantis]

Ferma così!

Resta immobile. Non puoi muoverti, il tuo destino per stasera è segnato. Sei mia, mia e basta. Hai fatto i salti mortali, per poter venire qui; di nascosto dalla tua vita perfetta di promessa sposa-modello tra meno di un mese da oggi. Ma in te non percepisco alcun timore, scrupolo di coscienza, senso di vergogna o del peccato. Piuttosto, dal tuo basso ventre nudo ed esposto totalmente al mio volere, emana prepotente l'odore del desiderio, della voglia più oscena e indecente. Bricconcella: ti conosco bene e ti darò ciò che cerchi. Tutto ciò che il tuo ragazzo nemmeno immagina poter esistere.

E poi un po' di più. Ancora non lo sposi e già prendi chilometri e chilometri di cazzo non suo ovunque, nel tuo corpo. Ti farò nuovamente mia, ma solo fra un po'. Adoro la tua fica stretta e la tua bocca espertissima, ragazzina. Però adesso mi piace solo guardarti da vicino, odorarti a lungo e farti morire dalla voglia di essere scopata, mentre ammiro la perfezione del tuo corpo. E godo dello spettacolo bellissimo del liquido che già ti brilla tra le cosce, tanto mi vuoi. Te la lecco, centellino il tuo sapore più intimo. Liquore che distilli in diretta solo per me; assaporo e infilo la mia lingua nel tuo ano, per poi ritrarla immediatamente.

Gemi, mugoli e coli ancora di più. Ti allarghi al massimo usando anche le mani e se col viso mi ritraggo dalle tue natiche, cerchi di raggiungere la mia bocca col tuo culo aperto come un libro. Spingi le natiche in alto verso di me, come a dirmi "eccomi, non vedi che sono già aperta ovunque per te? Inculami..." Spudorata femmina, grandemente e sempre affamata di cazzo. Godo moltissimo anche leccando e ingoiando la saliva che ti scende dalle labbra mentre te le mordi e lecchi per provocarmi. Puttana: ti darò trenta euro, stasera. Così sarai meretrice certificata. E ridi sguaiatamente, perché sai che è vero.

Intanto che ti contemplo e mi eccito, tu con voce resa affannata e roca dalla passione e dalla brama, mi chiedi senza mezzi termini e zero imbarazzo di muovermi a prenderti. Sul seno profumi di buono e di innocenza, ma dalla tua fica sale l'inconfondibile aroma del sesso più sporco. Ah, quanto adoro farti smaniare, pregare, implorare l'amore. Ecco: adesso mi spoglio. Preparati, mia troia adorata; futura ingenua, tenera, deliziosa e delicata sposina novella di un povero giovane, futuro potenziale grandissimo cornuto. Per iniziare, adesso alza i fianchi e apri il tuo culo al massimo, troia.

RDA

[broken-soul-19]

Ho voglia di te

ed è complicato, sai?!

Anche solo pensarlo.

Complicato perché me lo tengo per me

e non faccio nulla per fartelo sapere. Complicato perché 'sta voglia me la sono trovata addosso e non so nemmeno che nome abbia.

E mi rende leggera,

e mi fa venire voglia di dirti che ho voglia di te, anche se è la cosa più sbagliata al mondo.

Averla e dirtelo.

Roba da chiamarti e... : "VEDIAMOCI".

Punto.

Senza aggiungere nulla.

Tanto tu già lo sai.

Tanto anche tu hai voglia di me.

Tanto stiamo solo rimandando l'inevitabile,

posticipando quello che sappiamo accadrà.

Solo questione di tempi. Di coincidenze. Di destino.

Ho voglia di te... Come la mettiamo?! Mettiamo che lo scrivo... così non faccio danni, così lego mani e pensieri e...magari passa.

Io...

Io spero di no.

E di sì.

E ancora di no.

E se io piaccio a te e tu piaci a me… cosa succede?

~ Letizia Cherubino, Regalati frammenti d’Amore: La MIA Amante)

[her-satanic-wiles]

Kinktober Day 5 - Piss Kink

Papa Emeritus IV x Reader

The head of the Satanic Church is a bit of a loser sometimes, but he’s your loser, and you love to torment him.

Masterlist ⛧ Kinktober 2024 Masterlist

Words: 5k.

Reading Time: 20 min.

Warnings: anal fingering, creampie, cum eating, cunnilingus, fellatio, humiliation, kink discovery, mild dubcon, (he wants to, but it’s irresponsible of him), multiple orgasms, non-discussed kinks, omorashi, oral sex, overstimulation, piss kink, PIV sex, praise kink, unprotected sex, vaginal sex, water sports

Taglist: @akayuki56 @alien-the-ghost @amazing-bobinsky @angellayercake @anonymous-appreciation @babydestinyinfluencer @bitchywitchygardener @blossomsea @call-me-little-sunshine84 @copiaspet622 @copiasslut @cosmixxdust @da-rulah @dolceterzo @dopey-fandom-girl @faithisyours @ghoulishxdelights @high-above-the-city @howlingco @inkstainedrat @kaijukimchi @kenken-the-shoggoth @ledger-kaos @magopi @megachaoticstupid @meliza1001 @miss-leto @mommy-dust @neganwifey25-blog @piaart @saintbowie @shycardinale @sisterof-sin @sodoswitchimage @the-did-i-ask @xiyingly @zombiesnips-blog

🔞 MDNI 🔞

The moonlight spilled through the curtains, casting ghostly shadows across the dimly lit room where Papa Emeritus IV sat, his posture slouched and a frown marring his otherwise regal features. He looked like a king without his crown, an air of defeat clinging to him as he absentmindedly fiddled with the intricate rings on his fingers. You couldn’t help but smile at the sight; beneath the menacing facade of the head of the Satanic Church lay your favorite loser, a man who often took himself far too seriously when he was offstage. Tonight, you felt particularly mischievous, ready to push his buttons and make him squirm in ways only you could.

He didn’t hear you enter his office, nose too busy buried in the stacks of paper to take heed to his surroundings. You walked behind his chair, leaning against the plushness and running your hands down his soft chest, making him jump at your touch.

“Ah, schricchio,” he said through a shaky voice. “I didn’t hear you come in, amore mio.”

“‘m sneaky like that,” you replied, voice low and tempting. You kissed the side of his cheek, before moving your lips up to his ear and nibbling at the skin there. You continued to rub your hands over his chest, massaging his body beneath his robes.

“Amore,” Copia breathed out, voice lost in the feeling of your affection. “I am too busy.”

“I know, my Papa is so stressed, though. My Papa needs to be taken care of. Don’t you want that?”

“I do. Sathanas, I do. But-”

You began to press kisses to his neck.

“Work calls, sì? I-uh… Ah, piccola tentatrice, mi fai venire voglia di fare cose cattive con te.” The groan he let out was sinful and low.

“Let me take care of you, Papa.” You moved your hand over his chubby stomach, and clutched at his crotch, his length hardening very rapidly under your touch.

Lord Below, he wanted you so badly. He wanted you to absolutely devour him in his office, work be damned. But Sister Imperator would have his head if he didn’t complete his tasks and he was already skating on thin enough ice.

You could feel the tension in his body, a mix of desire and duty, and it only fueled your resolve. “I promise, just a little break. You’ll be able to focus afterward,” you whispered, your breath warm against his skin. You could see the battle in his eyes, a flicker of temptation battling against the weight of responsibility.

“Copia, you can’t possibly think you’ll get any work done like this,” you purred, your fingers teasingly working their way up and into the waistband of his trousers, pressing lightly, just enough to elicit a sharp inhale. “Let me help you clear your mind. Just for a moment.”

With a frustrated growl, he leaned back into you, surrendering to the sweet distraction you offered. “Sathanas, you’re incorrigible,” he murmured, but the slight hitch in his breath revealed the truth. You took that as your cue to continue, your hands slipping beneath his robes and feeling the warmth of his skin against your fingertips.

“Perhaps a little indulgence is just what you need,” you teased, your lips brushing against his neck, your fingers exploring, coaxing him to forget the mountains of paperwork and the stern gaze of Sister Imperator. “I’ll make it worth your while.”

“Fine,” he breathed, a hint of resignation lacing his words. “Just this once.”

You pulled his office chair from underneath his desk, getting on your knees in front of him. You looked positively sinful down there on the hard, wooden floor, so eager and desperate to please your Papa. It made him stiffen below his jeans, ache for more of your touch. He wanted you so fucking badly.

You traced your index and middle finger up over those sumptuous, thick thighs, as if you were walking your hand up to his button and zipper. The goofiness made him chuckle, but he was absolutely mesmerised by you. Couldn’t get enough of you.

His chuckle was deep and rich, a sound that sent heat pooling in your stomach. You took your time, enjoying the way his breath hitched as you deliberately shifted closer, your lips grazing his thigh as you let the jeans slip further down. The playful tugging and teasing brought forth an ache in him, an urgency that left him completely at your mercy.

His clothing pooled at his ankles, hard cock standing to full attention, head red and leaking and so ready for your touch.

“Just a little indulgence, remember?” you replied sweetly, your fingers dancing over his exposed skin, exploring and teasing. “Let me remind you how good it feels to let go.”

With a teasing smile, you leaned forward, your breath hot against his skin as you placed soft kisses along his thighs, lingering just above where he wanted you most. The anticipation hung in the air, thick and intoxicating, as you slowly wrapped your lips around the tip of his length, feeling him pulse against your tongue.

“Ah, piccola tentatrice,” he groaned, his fingers tangling in your hair as he watched you. The mix of adoration and desperation in his gaze spurred you on. You swirled your tongue around him, taking your time to savor every reaction, every shudder that passed through his body.

You looked up at him, your eyes wide and innocent, a stark contrast to the wickedness of the moment. “Just like that, amore,” he encouraged, his voice a throaty whisper, urging you to take him deeper.

Feeling emboldened, you did just that, hollowing your cheeks as you slid your mouth down, enveloping him completely. The taste of him sent a rush of warmth through you, igniting a fire that made you crave him even more. You set a rhythm, pulling back only to take him in again, the soft sounds of your efforts mingling with his breathy moans.

“Sathanas, you’re so good at this,” he praised, his voice thick with lust as he fought the urge to thrust into your mouth. The way he looked at you, lost in pleasure and overwhelmed with desire, only drove you further. You knew exactly how to torment him, and you were more than happy to oblige.

He gently rested his hand in your hair, trying to resist the urge to tug and hurt you - despite how many times you told him that he could. He tipped his head back at the feel of the tip of your tongue licking over his frenulum, a gentle touch that had his toes curling in his shoes. All the while, wanton and desperate moans fell from his lips, mixed with Italian expletives that shot heat right to your core. He was putty in your hands, nothing but melted ice cream where a man used to sit. His reactions to your mouth on him was always the best thing about being on your knees for him.

Heavy breaths led to his chest rising and falling violently, his other hand white knuckling against the arm rests doing his best to keep himself grounded but failing utterly miserably.

“C-cazzo,” he hissed at a particularly strong suck from you. “Amore, you’re going to kill me.”

You could feel his body trembling under your ministrations, every gasp and moan only fueling your desire to tease him further. His gentle grip in your hair was both a restraint and an invitation, and you leaned into it, wanting him to lose himself completely in the pleasure you were giving.

“Good,” you murmured around him, the vibrations sending a shiver through his body as you pulled back for a moment to catch your breath. You wrapped your hand around him, continuing to stroke him and pleasure him while you were taking a short rest. The sight of him—his flushed cheeks, the way his lips parted in desperation—was a heady rush, making your heart race. You loved having this power over him, seeing how easily you could unravel the mighty Papa Emeritus IV.

You licked from base to tip before putting your little finger in your mouth and smothering it in your saliva, continuing to pump him and twist just like he loved. Then, without warning, you slipped your little finger inside him.

You could feel his body tense at the sudden intrusion, a mixture of shock and pleasure flickering across his face. “W-what are you—?” he stammered, caught off guard by your boldness. But there was no time for questions as you continued to stroke him, your movements fluid and deliberate, coaxing him to relax around your finger.

He gasped, a sound laced with disbelief and unexpected pleasure, and you watched, entranced, as his expression morphed into something purely primal. “Amore, I—” he started, but the words faltered as another wave of ecstasy rolled through him, his body responding instinctively to your ministrations.

And then, it happened. You felt it—a warm rush that spilled over your fingers as he involuntarily let go, the force of it catching him by surprise. His eyes widened in shock, and you froze for a moment, both of you processing the unexpected turn of events. The flow stopped as soon as it started, only a little bit spilling onto your hands. But by that point it was too late, the damage had already been done and you both knew exactly what had happened. Shame flitted across his features, but the thrill of it quickly overshadowed any lingering embarrassment.

“Oh, merda,” he breathed, his face flushed beneath his paints with a mix of humiliation and undeniable pleasure. “I didn’t mean to—”

“Does it feel good, Papa?” you teased, the smirk on your face playful yet wicked. “You’re enjoying this, aren’t you? Look at you, completely at my mercy. Such a powerful man reduced to nothing more than a desperate mess for me.”

He bit his lip, the shame battling against the pleasure coursing through him. “I shouldn’t… but it’s—”

“Exactly,” you purred, relishing the power you held over him. “You can’t help yourself, can you? The mighty Papa Emeritus IV, trembling and leaking for me. You love being my little toy, don’t you?”

His breath came in quick gasps as he realized just how intoxicating this was, the thrill of surrendering to his desires washing over him like a tidal wave. “Please, I can’t—”

“Can’t what?” you whispered, leaning in closer. You let go of his cock and let it hang there desperate, wet and needy. “Can’t control yourself? Can’t resist how good it feels? Just admit it, you’re loving every second of this.”

“Sathanas, you’re going to kill me,” he panted, the contradiction of his words lost in the fervor of the moment. The shame was still there, but so was the undeniable pleasure, and he found himself wanting more, caught in a web of ecstasy and indulgence that you had so expertly woven around him.

“Hold it in,” you ordered him. “Don’t let any more out until I tell you.”

He nodded at your instructions like a good boy, so eager to please you. You stood and pulled your tights down along with your underwear, the cold air hitting your wet centre as you stepped out of your clothes, lifted your habit, and straddled his lap. The soft leather of his office chair stuck to your warm skin as you made yourself comfortable on top of your lover. You captured him in a kiss, a desperate kiss on his end mostly. He needed you so badly. You bit his bottom lip, earning a groan from him.

You reached in between your bodies and grasped onto his thickness, rubbing it through your folds once, twice, then three times, closing your eyes and letting out a soft, teasing moan at the feel of his cock rubbing against your clit, offering you some kind of pleasure. Then, you placed him at your entrance and slotted him inside.

As you sank down onto him, a delicious wave of pleasure coursed through you, and a breathy gasp escaped your lips. The sensation of his fullness inside you was electric, and you reveled in the way he filled you completely, the mix of desire and control palpable between you. “You’re doing so well, Papa,” you praised, your voice low and sultry as you began to rock your hips, finding a rhythm that made both of you moan.

He gripped your waist tightly, his fingers digging into your soft flesh as he struggled to hold back the waves of pleasure threatening to overwhelm him. “I c-can’t hold it in mu-uh! Much long… er,” he confessed, his voice strained and thick with need. “Please, a-amore…”

“Just a little longer,” you urged, your breath hitching as you moved against him, feeling the heat radiate between your bodies. “Mmm, fuck! You want to be a good boy for me, don’t you? I know you can do it.”

He nodded, eyes darkened with lust, but the tension in his body told you he was teetering on the edge. “You’re so-oh tight,” he gasped, his head falling back against the chair, unable to keep his composure. The sight of him, utterly at your mercy, only spurred you on.

With each roll of your hips, you could feel the heat coiling tighter within you, every movement a symphony of pleasure and torment. You leaned down, capturing his lips in another desperate kiss, swallowing his moans as you pushed him closer to the brink.

“Let me hear you,” you urged, pulling back to look into his eyes, watching as he struggled to hold back his cries. “You’re my good boy. Show me how much you need this.”

With that, you picked up the pace, grinding down on him, reveling in the way his body responded, how he let out breathless moans mixed with desperate pleas. The tension between pleasure and restraint danced in the air, and you could feel him slipping closer to the edge.

“Please, I can’t—” he gasped, his words a mix of desperation and surrender, the shame of losing control mingling with the ecstasy that washed over him.

“Then let go, Papa,” you coaxed, your voice dripping with seduction. “I want you to feel everything. Don’t hold back. Not anymore.”

He bit his lip and nodded gently, unable to string any sentences together anymore. He concentrated on the feeling of your walls around him, the pleasure it was bringing him, and the tingling he felt in his own body. His full bladder, the thing he’d ignored for hours now, screaming at him to let go. And so he did.

His mouth dropped open as he emptied his bladder, making you gasp at the feel of it flooding your core. The moment he let go, warmth spread between you, enveloping him in an unexpected rush of ecstasy. A gasp tore from his throat as the sensation washed over him—both the relief of release and the intoxicating thrill of letting go in such an intimate way. The warmth filled you, a stream of pleasure mingling with the heat of his release as he filled you completely.

You felt the liquid warmth spill into you, mixing with the pulsing heat of your own desire, and a moan escaped your lips, a sound of pure bliss. “Yes, Papa, just like that,” you encouraged, your body responding to his in a delicious rhythm, both of you lost in the overwhelming pleasure of the moment.

He could feel it trickle down his cock and pool onto the leather beneath his naked thighs, spreading the warmth there too and making his balls tighten. He was so close now, so close to spilling his cum inside you after he’d pissed all over you both. The thought of it had him bucking his hips upward, too, meeting your thrusts in a desperate bid to cum as hard as he could, at this point now using your body for his own pleasure.

“I’m sorry,” he gasped, a mix of shame and exhilaration in his voice, but you could see the pleasure dancing in his eyes, the way he reveled in the sensation, and you couldn’t help but smile.

“Don’t be,” you murmured, your voice low and sultry as you captured his gaze. “You’re mine, remember? Just let go and enjoy it.”

The warmth enveloping you both only heightened the intimacy, and as you continued to grind down on him, the sensations twisted and turned, igniting every nerve in your body. The thrill of what had just happened lingered, and it was as if the heat of his release awakened something deeper inside him.

With every roll of your hips, the pressure inside him grew more intense, the combination of pleasure and humiliation overwhelming him. “I can’t believe I just did that,” he breathed, his voice shaky, yet filled with a sense of urgency. “I shouldn’t… it’s so wrong.”

“But it felt so good, didn’t it?” you teased, leaning closer, brushing your lips against his ear, your voice dripping with seduction. “You loved it. You’re such a needy boy, so desperate for my touch.”

His cheeks flushed even deeper, a mix of embarrassment and pleasure painting his features. “You’re g-going to… ruin m-me,” he gasped, gripping your hips tighter as if holding onto sanity itself.

“Good,” you whispered, picking up the pace again, grinding down harder. “I want to ruin you. Let go, Papa. I want to see you fall apart for me.”

The words ignited a fire within him, and he could feel his climax nearing, driven by the intoxicating combination of sensations. “I… I can’t hold it any… anymore,” he admitted, his voice breaking as he gave in to the pleasure coursing through him. “You’re m-making me feel so go-od, amore mio.”

“Come for me, Papa,” you encouraged, a wicked smile dancing on your lips. “Let yourself go completely. You’re my good boy, and I want to see you lose yourself in this. I wanna feel you come inside me.”

With a final thrust, he surrendered to the waves of ecstasy crashing over him. A deep, guttural groan escaped his lips as he climaxed, filling you with a rush of warmth that sent shockwaves of pleasure through your body. The moan that tore from him was raw and unrestrained, echoing in the dimly lit office like a confession of his deepest desires.

“Merda, I’m such a mess,” he panted, panting, his voice a mix of exhilaration and lingering shame, but you could see the satisfaction in his eyes.

“Exactly,” you replied, your voice teasing and soft. “You’re my delicious little mess, and I wouldn’t have it any other way. You’ve never been more beautiful than you are right now, completely undone for me.”

His eyes were hooded over, entirely sleepy from the exertion, until he realised something. “You didn’t come did you, schricchio?”

You kissed his forehead, the sweat that sat on there had wiped away some of his paints and it came off on your lips. You wiped it off discreetly. “No, but that’s okay, my love.” You ran your hand through his hair. “Later.”

He shook his head. “Now, amore. Can you get on my desk?”

“Your papers!”

“Fottiti i documenti. I want to make you feel like you made me. Get on the desk, please.”

You couldn’t resist him, especially as your own core was pulsing with such need it felt like you were about to explode.

With a playful grin, you stood from his lap, the cool air washing over your flushed skin as you made your way to his desk. The scattered papers lay forgotten in the haze of passion, but you could feel the fire igniting in his eyes, the way he watched your every move with an intensity that made your heart race.

“Now that’s more like it,” he murmured, a smirk playing on his lips as you perched yourself on the edge of the desk. You leaned back slightly, allowing your body to settle comfortably against the polished surface, your core pulsing with the need for more. The tension in the air was thick, charged with the remnants of your earlier encounter.

“Are you going to keep me waiting, Papa?” you teased, your voice low and inviting, fingers dancing over the smooth wood, feeling the coolness against your heated skin.

He didn’t need any further encouragement. With fierce determination, he moved closer, kneeling before you, his eyes dark with desire. His hands found your thighs, spreading them apart gently as he leaned in, his breath warm against your core. “Not a chance, amore,” he replied, voice thick with lust and eagerness.

As his lips brushed against your skin, you gasped, the sensation sending shivers coursing through your body. He took his time, savoring the moment, placing soft kisses along your inner thighs, inching ever closer to your glistening heat. “You’re so beautiful like this,” he murmured, gaze locking onto yours, filled with raw need. “I want to taste you, feel you fall apart for me.”

“Please,” you begged, your voice barely above a whisper, need building within you as you shifted on the desk, desperate for more contact. “I need you.”

He didn’t waste another moment. His tongue flicked out, teasing your sensitive folds, and a moan escaped your lips, echoing in the stillness of the room. The warmth and wetness of his mouth enveloped you, sending shockwaves of pleasure radiating through your core. He worked you expertly, his tongue dancing between gentle licks and tantalizing sucks, drawing you closer and closer to the edge.

His movements were slow and deliberate, as if he were memorizing every inch of you. The sensation of his tongue gliding over your sensitive clit made you squirm, every stroke igniting flames of pleasure that shot through your body. “Fuck, yes,” you gasped, fingers tangling in his hair, urging him on. “Just like that, Papa. Don’t… stop.”

“Good girl,” he murmured against you, his breath sending delicious vibrations through your body, and you could feel the heat pooling in your belly, the delicious ache growing stronger with every flick of his tongue. It was as if he had unlocked a part of you that craved his every touch, every lick sending you spiraling deeper into bliss.

He alternated between licking and sucking, his mouth working you with a mastery that left you breathless. His fingers dug into your thighs, holding you in place, and you could feel every pulse of his tongue against your core, each movement pushing you closer to the precipice of ecstasy. The way he devoted himself to you, the way his eyes sparkled with delight as he feasted on you, sent shivers of pleasure coursing through your veins.

“C’mon, amore mio,” he encouraged, his voice husky with desire. “Let go, let me taste every part of you.”

With every desperate plea and moan that escaped your lips, he intensified his efforts, his tongue swirling and flicking in a way that made your entire body hum with pleasure. You could feel your legs beginning to shake, the tension coiling tighter and tighter within you, like a spring ready to snap.

You felt his tongue dip into your entrance, gathering his spend and sucking it down like it was the most delicious food, cleaning you out. It was so primal, so filthy, it made your stomach tighten and more wetness to flood your core.

“Please, I’m so close,” you gasped, your breath hitching in your throat, the world outside fading into oblivion as you focused solely on the sensations he was eliciting.

“Good,” he murmured, and you could hear the grin in his voice as he applied more pressure with his mouth, his tongue teasing your entrance, his lips kissing the sensitive skin surrounding you. “Let it all out for me.”

His encouragement sent you spiraling, and your fingers tightened in his hair, pulling him closer as the waves of pleasure crashed over you. Your body trembled with anticipation, the sweet ache of needing to release building to an almost unbearable peak. You could feel yourself teetering on the edge, lost in the way he worshipped your body, the way he made you feel desired and cherished.

“Let go, let me taste you,” he coaxed, his voice low and sultry, and with a final flick of his tongue against your most sensitive spot, you felt the dam break. Waves of pleasure washed over you, pulling you under in a tide of ecstasy. A cry tore from your lips, a sound of pure bliss and release, as you came undone on his desk.

The pleasure was overwhelming, a brilliant explosion of sensations that left you breathless. Every nerve in your body tingled, and the room seemed to spin as he coaxed every last drop of pleasure from you. You could feel the warmth of his mouth enveloping you, drinking in your release, savoring every moment as your body quivered beneath the waves of your climax.

As you rode the waves of pleasure, he didn’t let up. He continued to lap at your core, drinking in your essence, his tongue dancing over your sensitive folds, prolonging your release. Each gentle flick sent another shiver down your spine, keeping you teetering on the edge of bliss, and the combination of overstimulation and desire sent you spiraling further into ecstasy.

“Shit, Papa, it’s too much,” you whimpered, half-heartedly trying to push him away, but your body betrayed you, your hips instinctively rolling toward his mouth, craving more of the delicious sensations he was giving.

“Just a little more, amore,” he murmured against you, and the vibrations of his voice sent another wave of pleasure coursing through your body. “I want to feel you come again.”

With renewed determination, he intensified his efforts, his tongue swirling and teasing, driving you higher. The world around you blurred as you focused solely on the pleasure he was giving you, your mind consumed with the exquisite sensations, the overwhelming intimacy of the moment.

The oversensitivity was overwhelming; every flick of his tongue against your swollen clit sent shockwaves of pleasure radiating through your body. You could feel your legs shaking, your breath coming in quick gasps as you fought to stay grounded. It was almost too much to handle, the line between pleasure and pain blurring in the best way possible. Your fingers tangled deeper in his hair, urging him closer even as you tried to pull away from the intensity.

“Please, Papa,” you whimpered, your voice a mix of desperation and ecstasy. “I can’t… I can’t take much more.”

“Shh, just breathe, amore mio,” he soothed, his eyes glimmering with mischief and devotion. “Let it wash over you.”

He continued his delicious assault, his tongue dancing over you with renewed fervor. Each swirl and flick pushed you closer to the edge, pulling you further into that intoxicating abyss of pleasure. The warmth of his mouth, the gentle pressure of his lips, and the way he seemed to worship you made it impossible to think straight. You were utterly consumed by sensation, drowning in the pleasure he was giving you.

Just when you thought you couldn’t take any more, he began to hum softly, the vibrations sending you spiraling into another layer of bliss. A loud moan escaped your lips, the sound echoing in the otherwise quiet room, and you could feel the heat flooding your cheeks as you surrendered to the overwhelming pleasure.

“C’mon, let go for me, schricchio,” he urged, his voice thick with desire, and you felt your body responding to him instinctively, every nerve ending igniting in anticipation. “I want to taste you again.”

With a few more skillful flicks of his tongue, you could feel the familiar tightening in your belly, the delicious ache building once more. You were teetering on the edge, caught between the ecstasy of his mouth and the desperate need for release.

“Papa, I’m so close,” you gasped, the words tumbling from your lips like a prayer. Your body was on fire, and you could feel that tension coiling tighter, ready to snap.

“That’s my girl,” he murmured, his eyes locked onto yours, filled with an intensity that made your heart race. “Just a little more, amore. I’m right here with you.”

He resumed his rhythm, lapping at you with fervor, pushing you closer and closer to that precipice.

As you felt another peak approaching, you couldn’t hold back any longer. Your body tightened around him, and you surrendered once more, gasping out his name as the second wave of pleasure crashed over you. The bliss was intoxicating, washing over you in a torrent of ecstasy that left you breathless.

As the tremors of pleasure subsided, he looked up at you, a satisfied smile gracing his lips, glistening with the remnants of your bliss. “You taste divine, schricchio,” he said, eyes sparkling with mischief and admiration, and you couldn’t help but return his grin, heart racing as you pulled him closer for a lingering kiss. “You’re so hot when you come.”

As he stood up and hovered over you, you felt his hard cock poke against your centre again and laughed. “The first time wasn’t enough, Papa?” you teased.

“It was until I heard those sinful moans of yours, amore. Now I want to ravage you completely.”

You kissed him again, your tongue sliding into his mouth. You widened your legs, allowing him to come closer to your body. “Please, Papa,” you whimpered. “I want you to fuck me again.”

“As my lady commands,” he replied, sinking himself into your heat once more and dropping his head to the crook of your neck.

As he began to move within you, the world outside faded completely, leaving only the two of you lost in a rhythm that was both primal and tender. With each thrust, he filled you completely, igniting every nerve in your body anew and sending waves of pleasure coursing through your veins. You clung to him, whispering his name like a prayer, savoring the intoxicating blend of urgency and connection that enveloped you both. Time seemed to stand still as you melted into one another, the boundaries of your souls blurring in the throes of passion, leaving you breathless and utterly fulfilled as you surrendered to the blissful chaos of your desires again… and again until you were both satisfied.

Translations:

Ah, piccola tentatrice, mi fai venire voglia di fare cose cattive con te = Ah, you little temptress, making me want to do bad things to you.

Piccola tentatrice = little tempress.

Fottiti i documenti = fuck the papers/documents.

Prev./Next

[miciagalattica]

Un sogno che sembrava troppo reale.

Avvertenza:

Non si tratta di un racconto auto-biografico.

Ogni riferimento a persone o a cose è puramente casuale, perché è un racconto di fantasia.

È un racconto crudo, che va a toccare dei tabù. Alle persone che sono particolarmente sensibili consiglio di fermarsi qui, o alla prima sensazione di disgusto o di imbarazzo.

PRIMA PARTE

Ero appena tornata a casa dal lavoro e avevo lasciato che Dicky, il pastore tedesco di mia cugina, uscisse nel cortile sul retro per fare i suoi bisogni. Si, mi ero prestata alle suppliche di Carla per poterle tenere il suo cane per due settimane perché doveva fare una seconda luna di miele con suo marito. Dicky era un bellissimo pastore tedesco di un anno e mezzo, mia cugina mi rassicurò dicendo che era già addestrato e addomesticato e che non dovevo avere nessuna paura di Lui, anzi le sarei stata grata perché mi avrebbe protetta da qualsiasi minaccia e poi è abbastanza amichevole, cercò di indorare la pillola dicendomi che io già gli piacevo. Nonostante queste raccomandazioni ero pervasa da uno stato d’inquietudine perché non ero abituata a vedere un cane in giro per casa. Appena i due piccioncini varcarono la porta mi assali un senso di disagio dovuto al fatto che d’ora in poi sarei rimasta sola con questo cane. Non riuscivo a spiegarmi il motivo di questo nervosismo. Forse tutto questo era dovuto al fatto che avevo avuto sempre sentimenti contrastanti nei confronti dei cani.

La ragione era dovuta al fatto che quando ero all’università una mia amica mi confessò che si era lasciata leccare la figa dal suo cane e aveva avuto un orgasmo da favola. Rimasi sconvolta dalla sua confessione. La notte successiva sognai che stavo a letto e il cane della mia amica si era intrufolato nel mio letto e ha cominciato a leccarmi la figa, mi sono svegliata di soprassalto e mi sono ritrovata madida di sudore, la mia figa fracida di succo ed era bastato che toccassi con le dita il clitoride per arrivare in un modo pazzesco. Subito dopo mi sentii mortificata. "Come ho potuto lasciare che ciò accadesse?” fu la domanda che mi posi. Rimossi subito tutto e non ebbi più sogni di questo tipo.

Guardando Dicky, tutti quei sensi di colpa, di imbarazzo e di lussuria, provati per quel sogno mi tornarono in mente. Ebbi improvvisamente paura. Paura di ciò che avrei potuto fare, di ciò che avrei potuto voler fare ora che ero sola con quel cane. Ero consapevole del disagio che avevo provato quando mia cugina mi lasciò il cane. Dopo questo smarrimento iniziale, giusto per tranquillizzarmi guardai il cane e gli dissi “Immagino che siamo solo tu ed io, Dicky" per smorzare il nervosismo mi versai un bel bicchiere scotch e sorso dopo sorso lo bevvi tutto. Dicky si avvicinò e si sdraiò a terra accanto a me. Pochi minuti dopo, cominciò a sentirmi molto più rilassata mentre lo scotch si diffondeva nel mio corpo. Sentivo un piacevole calore diffondersi dentro di me. A un certo punto sentì i la zampa di DIcky appoggiarsi sul mio piede. "Adesso non iniziare a farti venire le idee", gli dissi ridacchiando, mi alzai per andare a letto, e guardandolo improvvisamente arrossii guardando il cane e pensai "È decisamente maschio". La punta rosa del suo cazzo sporgeva! Ero totalmente imbarazzata. "Non posso credere che lo sto guardando!" pensai.

Agitata, andai velocemente nella mia camera. Ero confusa e mi sentivo piuttosto calda per il rapido consumo di scotch. "Ho bisogno di una doccia fredda o di un bagno caldo", sorrisi. Mi spogliai completamente e mi sdraiai I sul letto quando fui presa da un’eccitazione inspiegabile. All’improvviso, sentii uno schianto nel soggiorno, a quel punto mi ricordai che non ero sola e un piccolo brivido mi percorse la schiena. Uscii dalla camera e mi diressi in soggiorno. Una delle lampade era rovesciata. Niente di rotto. "Fortuna per te, Dicky", e mentre lo dicevo, un piccolo brivido mi percorse tutto il corpo. Dicky si avvicinò, sbattendo la coda e strofinandosi contro la mia gamba. “Anch'io sono felice di vederti, pazzo. Ora smettila di rompere le cose”, mi voltai per tornare in camera e vidi Dicky che mi seguiva da vicino. "Dove pensi di andare?" Dicky mi guardò con entusiasmo. "No, tu resta qui." si voltò e raggiunsi la porta. In un lampo, Dicky mi fu dietro, lo spinsi via e mentre mi chinai per farlo il cane si spinse in avanti e mi leccò un seno, gli urlai contro.

Dicky perpretò un secondo attacco e con la lingua mi sfiorò l’inguine, lo respinsi ancora una volta ma con meno risolutezza, Dicky ne approfittò per fare un successivo attacco e mi sfiorò il clitoride, sentii una scossa elettrica attraversarmi tutto il corpo. Una volta entrata mi sdraiai sulla schiena con le gambe penzolanti oltre il bordo. Dicky mi segui e spinse il muso in avanti, costringendomi ad aprire le gambe. "Ehi, aspetta ragazzo, comando io qui", dissi con un po’ d’incertezza. Dicky m’infilò la lingua nel mio inguine bagnato. Ben presto cominciò a leccare con gusto. Sentì che mi stavo rapidamente avvicinandomi all'orgasmo. Dicky spinse insistentemente la lingua dentro di me. Sentì di cedere alle sensazioni impetuose mentre un orgasmo mi travolgeva, fui sopraffatta dal senso di colpa. Allontanai il cane e afferrandolo per il collare, feci uscire la sua testa dal mio inguine Dicky opponeva resistenza si avvinghiava a me e intravidi il suo cazzo ,era eccitato, io rabbrividii al solo pensiero, lo sentii scivolare lungo la gamba. "Oh Dio, allontanati da me", urlai, improvvisamente fui presa dal panico. Gli tirai di nuovo il collare, cosa che non fece altro che tirare il cane più in alto sul mio corpo. Lo sentivo, ora premeva contro la mia coscia. Avvertii un'improvvisa ondata di paura, unita a un'incredibile e improvvisa lussuria. Lo sentivo duro... e scivoloso! "Quando la punta mi toccò l'inguine, venni una seconda volta senza preavviso. Abbracciai il cane mentre le onde pulsavano attraverso il mio corpo. All'improvviso, l'orgasmo si calmò e spinsi via Dicky e corsi in bagno, sopraffatta dal rimorso e dal senso di colpa. Tremavo come una foglia. Sbattei la porta del bagno e la chiusi a chiave. Tremavo, sopraffatta dalla vergogna. Mi guardai allo specchio e distolsi lo sguardo. Non potevo credere a quello che era quasi successo e pensare che ero pronta a lasciare che accadesse. Mi sedetti sulla tazza del water stavo ancora tremando. Pensai all'orgasmo che fu improvviso e potente... e sbagliato. “Una cosa era”, pensai, “lasciarmi leccare finché non arrivassi. Ma questo…” sapevo nel mio cuore che tremavo non solo per la vergogna. Era anche lussuria e desiderio. Ma così sbagliato, così vergognosamente sbagliato. Rimasi seduta in bagno per più di un'ora, piangendo e torcendosi le mani, sperando che Dicky tornasse nel suo letto in soggiorno. Alla fine mi decisi a uscire e Dicky non c’era, era davvero nell'altra stanza. Corsi in camera e mi fiondai sul letto, dove immediatamente crollai sopraffatta.

P.S.

Le parti che seguono le posterò solo su richiesta e in privato, a meno che ci siano un numero importante di likes (almeno 10). In questo caso proseguirei a postarli in pubblico.

[angelap3]

👵 Scritto da una 90enne!! ❤️ 🤙

41 lezioni che la vita mi ha insegnato 💖

Dovremmo leggerle almeno una volta a settimana! Assicurati di leggere fino alla fine! Scritto da Regina Brett, 90 anni, del Plain Dealer di Cleveland, Ohio.

Per celebrare l'invecchiamento, una volta ho scritto le 41 lezioni che la vita mi ha insegnato. È la colonna più richiesta che abbia mai scritto. Il mio contachilometri è arrivato a 90 ad agosto, quindi ecco di nuovo la colonna:

1. La vita non è giusta, ma è comunque bella.

2. Quando sei in dubbio, fai semplicemente il prossimo piccolo passo.

3. La vita è troppo breve – goditela.

4. Il tuo lavoro non si prenderà cura di te quando sarai malato. I tuoi amici e la tua famiglia lo faranno.

5. Paga le tue carte di credito ogni mese.

6. Non devi vincere ogni discussione. Rimani fedele a te stesso.

7. Piangi con qualcuno. È più curativo che piangere da soli.

8. Risparmia per la pensione a partire dal tuo primo stipendio.

9. Quando si tratta di cioccolato, resistere è inutile.

10. Fai pace con il tuo passato, così non rovinerà il presente.

11. È OK lasciare che i tuoi figli ti vedano piangere.

12. Non confrontare la tua vita con quella degli altri. Non hai idea di quale sia il loro viaggio.

13. Se una relazione deve essere segreta, non dovresti esserci dentro.

14. Fai un respiro profondo. Calma la mente.

15. Liberati di tutto ciò che non è utile. Il disordine ti appesantisce in molti modi.

16. Ciò che non ti uccide davvero ti rende più forte.

17. Non è mai troppo tardi per essere felici. Ma dipende tutto da te e da nessun altro.

18. Quando si tratta di inseguire ciò che ami nella vita, non accettare un no come risposta.

19. Accendi le candele, usa le lenzuola belle, indossa la lingerie elegante. Non riservarlo per un'occasione speciale. Oggi è speciale.

20. Preparati in modo eccessivo, poi lascia scorrere le cose.

21. Sii eccentrico adesso. Non aspettare la vecchiaia per indossare il viola. 💖

22. L'organo se*suale più importante è il cervello.

23. Nessuno è responsabile della tua felicità tranne te.

24. Inquadra ogni cosiddetto disastro con queste parole: "Tra cinque anni, avrà importanza?"

25. Scegli sempre la vita.

26. Perdona, ma non dimenticare.

27. Quello che gli altri pensano di te non sono affari tuoi.

28. Il tempo guarisce quasi tutto. Dai tempo al tempo.

29. Per quanto buona o cattiva sia una situazione, cambierà.

30. Non prenderti troppo sul serio. Nessun altro lo fa.

31. Credi nei miracoli.

32. Non fare il revisore della vita. Presentati e sfruttala al massimo ora.

33. Invecchiare è meglio dell'alternativa: morire giovani.

34. I tuoi figli hanno solo un'infanzia.

35. Tutto ciò che conta davvero alla fine è che tu abbia amato.

36. Esci ogni giorno. I miracoli ti aspettano ovunque. (Adoro questa)

37. Se tutti buttassimo i nostri problemi in una pila e vedessimo quelli degli altri, riprenderemmo i nostri.

38. L'invidia è una perdita di tempo. Accetta ciò che hai già, non ciò di cui hai bisogno.

39. Il meglio deve ancora venire...

40. Non importa come ti senti, alzati, vestiti e presentati.

41. La vita non è legata con un fiocco, ma è comunque un dono.

[ambrenoir]

LA LETTERA D'AMORE PIU BELLA CHE IO ABBIA MAI LETTO.

"Cara Francesca,

Spero che questa mia lettera ti trovi bene.

Non so quando la riceverai. Quando io me ne sarò già andato.

Ho sessantacinque anni, ormai, e ne sono passati esattamente tredici dal nostro primo incontro, quando imboccai il vialetto di casa tua in cerca di indicazioni sulla strada.

Spero con tutto me stesso che questo pacchetto non sconvolga in alcun modo la tua vita. Il fatto è che non sopporto di pensare alle mie macchine fotografiche sullo scaffale riservato all’attrezzatura di seconda mano di un negozio o nelle mani di uno sconosciuto. Saranno in pessime condizioni quando le riceverai, ma non ho nessun altro a cui lasciarle e mi scuso del rischio che forse ti costringerò a correre mandandotele.

Dal 1965 al 1975 ho viaggiato quasi ininterrottamente. Nell’intento di allontanarmi almeno parzialmente dalla tentazione di telefonarti o di venire a cercarti, tentazione che da sveglio in pratica non mi lascia mai, ho accettato tutti gli incarichi oltreoceano che sono riuscito a procurarmi. Ci sono stati momenti, molti momenti, in cui mi sono detto: << All’inferno, vado a Winterset e, costi quel che costi, porto Francesca via con me>>.

Ma non ho dimenticato le tue parole, e rispetto i tuoi sentimenti. Forse avevi ragione, non lo so. So però che uscire dal viale di casa tua, in quella arroventata mattinata di agosto, è stata la prova più ardua che abbia mai affrontato e che mai avrò occasione di affrontare. Dubito, in effetti, che molti uomini ne abbiano vissute di più dure.

Ho lasciato il National Geographic, nel 1975 e da allora mi sono dedicato soprattutto a fotografare ciò che piaceva a me, prendendo il lavoro là dove potevo, servizi locali o regionali che non mi impegnavano mai più di pochi giorni.

Finanziariamente è stata dura, ma tiro avanti.

Come ho sempre fatto.

Buona parte del mio lavoro lo svolgo nella zona di Puget Sound. Mi va bene così. Pare che invecchiando gli uomini si rivolgano sempre più spesso all’acqua.

Ah, sì, adesso ho un cane, un golden retriever.

L’ho chiamato Highway, e lo porto quasi sempre con me, quando siamo in viaggio, se ne sta con la testa fuori dal finestrino, in cerca di posti interessanti da fotografare.

Nel 1972 sono caduto da una rupe nell’Acadia National Park, nel Maine, e mi sono fratturato una caviglia.

Nella caduta ho perso la catena e la medaglia, ma fortunatamente non erano finite lontano. Le ho recuperate e un gioielliere ha provveduto ad aggiustare la catena.

Vivo con il cuore impolverato, Meglio di così non saprei metterla. C’erano state delle donne prima di te, qualcuna, ma nessuna dopo. Non mi sono votato deliberatamente alla castità: è solo che non provo alcun interesse.

Una volta ho avuto modo di osservare il comportamento di un’oca canadese la cui compagna era stata uccisa dai cacciatori. Si uniscono per la vita, sai. Dopo l’episodio, ha continuato ad aggirarsi intorno allo stagno per qualche giorno. L’ultima volta che l’ho vista, nuotava tutta sola tra il riso selvatico, ancora alla ricerca. Immagino che da un punto di vista letterario la mia analogia sia troppo scontata, ma è più o meno così che mi sento anch’io.

Con la fantasia, nelle mattine caliginose o nei pomeriggi in cui il sole riflette sull’acqua a nord-ovest, cerco di immaginare dove sei e che cosa stai facendo.

Niente di complicato…ti vedo in giardino, seduta sulla veranda, in piedi davanti al lavello della cucina. Cose così.

Ricordo tutti. Il tuo profumo e il tuo sapore, che erano come l’estate stessa. La tua pelle contro la mia, e il suono dei tuoi bisbigli mentre ti amavo.

Robert Penn Warren scrisse: << Un mondo che sembra abbandonato da Dio >>. Non male, molto vicino a quello che provo per te certe volte. Ma non posso vivere sempre coì. Quando la tensione diventa eccessiva, carico Harry e, in compagnia di Highway, ritorno sulla strada per qualche giorno.

Commiserarmi non mi piace. Non è nella mia natura. E in genere non me la passo poi tanto male.

Al contrario, sono felice di averti almeno incontrata.

Avremmo potuto sfiorarci come due frammenti di polvere cosmica, senza sapere mai nella l’uno dell’altra.

Dio o l’universo o qualunque altro nome si scelga di dare ai grandi sistemi di ordini ed equilibri, non riconosce il tempo terrestre. Per l’universo, quattro giorni non sono diversi da quattro miliardi di anni luce. Per quanto mi riguarda, cerco di tenerlo sempre a mente.

Ma, dopo tutto, sono un uomo.

E tutte le considerazioni filosofiche non bastano a impedirmi di desiderarti, ogni giorno, ogni momento, con la testa piena dello spietato gemito del tempo, del tempo che non potrò mai vivere con te.

Ti amo, di un amore profondo e totale. E così sarà sempre."

“I ponti di Madison County”, R.J.Waller

[sinfonia-relativa]

Respeto tus aspiraciones y metas, pero eso no te da derecho a ir y venir a tu antojo, a desordenar lo que yo recojo.

Porque no me lo merezco.

Katastrophal

[ragazzoarcano]

"Sapevo che saresti stata

troppo orgogliosa per tornare,

così ho deciso di venire a prenderti".

— Gabriel García Márquez

[3nding]

SPACE XXX

La prossima volta che mi venite a raccontare che non ci sono soldi per la Sanità, per la Scuola, per il rinnovo degli stipendi pezzentiali del Pubblico Impiego - chi si prende cura di voi, dei vostri diritti, salute, istruzione, sorveglianza, sicurezza, prende il 30% in meno di un operaio non qualificato, e manca almeno la metà del personale che sarebbe necessario, poi chiedetevi il perché dei disservizi - la prossima volta, dicevo, non aspettate la risposta, consideratevi automaticamente mandati a fare in culo, nel senso più proprio di "mavvamorìammazzato".Perché già la marchetta da 1 mld di Euro, in costante crescita, del centro di detenzione in Albania, decisione presa a cazzo di cane in maniera del tutto autonoma, era indicativa di tutto uno stile.Ma come se non bastasse, qui si parla di un qualcosa che avrebbe dovuto essere sottoposto intanto al Parlamento, poi alla Corte dei Conti, e poi proposto in gara d'appalto al miglior offerente a parità di costi; non certo deciso sua sponte in base a, a, ricordatemi, quale è la competenza tecnica della Meloni in materia di sicurezza digitale, o se è per questo dell'intero esecutivo preso nella sua interezza? Alla faccia della trasparenza. Ma non avevo particolari dubbi. Gli amici di destra mi dicono sempre di guardare i fatti prima di farmi prendere dall'ideologia, a quanto pare comodamente dimenticando che, io, una ideologia non ce l'ho mai avuta.In realtà, come diceva quel tale nel film, " i modi definiscono l'uomo", e pure la donna. Se sei fracassone, arrogante, tracotante, bullo, perculante, falso, da te non può venire niente di buono, mai, senza eccezioni. Ed ecco che, salvo cadute sulla via di Damasco (fatali, si spera), si invola un altro miliardo e mezzo di Euro che sarebbe stato di una certa qual utilità; e se proprio ce n'era bisogno, lo sviluppo e l'acquisizione di una simile tecnologia restando in area Euro avrebbe avuto importantissime ricadute sull'occupazione, sul PIL (e quindi su pensioni, stipendi, disavanzo eccetera), sulla innovazione e non ultima, data la materia, sulle garanzie di sicurezza. Ché affidare simili dati a uno dei cretini più corrotti, menefreghisti e inaffidabili dell'era contemporanea (era peraltro già ricca di simili talenti) non appare sotto alcun profilo la scelta migliore. Comunque; avanti così, Rated XXX, perché gli stupri fanno sempre audience, però per un pubblico dal palato forte. - via fb

[scritti-di-aliantis]

Provo il piacere più grande, nel maltrattarti, nell'appropriarmi di te e poi giocare a dadi con la tua mente. Ho preteso che lasciassi tuo marito e i tuoi figli, la tua bella casa, per venire a vivere con me, nel mio piccolo appartamento. E... l'hai fatto! Un salto nel buio.

(Foto: Helmut Newton)

Ti umilio ogni giorno un po' di più e a te piace da morire. Ci sto prendendo gusto. Ho acquistato una frusta e dei plug. Poi le manette e, per finire, un dildo di notevoli dimensioni, con cui intendo farti perdere ogni residua dignità di rispettata professoressa. Ricordo ancora i tre che mi mettevi sul registro!

Adesso sei la mia troia anziana: soffri se esco con qualche mia amica. Sei gelosa quando Sara, per salutarmi mi bacia lingua in bocca. Ma siamo state amanti, lo sai. Devi tacere, se te lo ordino: il fatto che tu abbia quarantasei anni e io ventiquattro non ti qualifica come domina.

(Foto: metropolitancrocodileliving)

Perché tra noi due, sei tu quella che deve obbedire, rapida e muta. Inchinati a me, ora. Applica la tua bocca a ventosa sulla mia fica e aspetta che io venga. Non ti muovere. Devo sentire solo la tua lingua che mi stimola il clitoride. Fallo, ora: mia vecchia porca! Attendi che io distilli il mio nettare per te. E ingoia. Tutto ciò che uscirà da me.

[rhactividades]

SENTENCE STARTERS.

Envía un diálogo dicho por tu personaje para recibir un starter.

MISCELÁNEA.

''¿Que hiciste estos días?''.

''Aproveché esta semana para regresar a mi casa, ¡fueron vuelos largos!''.

''¿Crees que después de todo esto aún harán el evento de San Valentín?

''¿Será cierto que lo del festival fue una cortina de humo?''.

''¿Donde estará Astor? ¿Escondido?''.

''Escuché que Astor se tomó unas vacaciones''.

''Dicen que Astor enfermó por el estrés y por eso debe estar reposando en cama''.

''¿Invitarás a alguien a San Valentín?''.

''¿Eres solterx o tendrás compañía este San Valentín?''.

''Ya quiero que todo esto pase y sea la fiesta de San Valentín''.

''¿Sueles correr con frecuencia por aquí?''.

''Vengo a ejercitarme aquí por las mañanas''.

''Me gusta correr por esta zona''.

''¿Escuchaste? Dicen que se acercan otros días de temperatura más baja''.

''No pensé ver a Theodore reaccionar de esa manera en el festival''.

CENTRO COMERCIAL.

''Adivino, ¿estás buscando tu atuendo para San Valentín?''

''Me gusta ir a los centros comerciales a quitarme el estrés''.

''Vengo de ver una película, ¿y tú?''.

''Tu cara me es familiar, ¿eres une de les (apellido familiar)?''.

''No te metas a la fila, fórmate''.

RESTAURANTE AURÉOLE.

''Yo invito, ¿quieres algo?''.

''Están todas las mesas ocupadas y eres el único rostro que reconozco, ¿puedo sentarme?''.

''Muero de hambre''.

''¿Pedimos algo para compartir?''.

''Apuesto a que en San Valentín, este lugar estará lleno''.

CAFÉ MONTAGNE.

''¿Quieres un café?''.

''Con este frío, quisiera un chocolate caliente?''.

''¿Quieres compartir un postre?''.

''Creo que te he visto antes''.

''Está lleno, parece que todo Lautersee vino a refugiarse del frío aquí''.

PANADERÍA PAIN & DOUCEUR.

''¿Ya has probado algo de aquí? ¿Qué me recomiendas?''.

''Huele delicioso''.

''Tú estuviste en el laberinto, ¿cierto?''.

''Elige algo, yo pago''.

''¿Es la primera vez que compras en este sitio?''.

FLORISTERÍA FLEUR D'OR.

''¿Estás comprando algo para tu pareja?''.

''¿Cuál flor es tu favorita''.

''Te recomiendo comprar estas flores, a todes les gustan''.

''Estas flores huelen delicioso''.

''Ya nos hemos visto antes, ¿no?''.

LIBRERÍA DAUNT.

''¿Sueles leer mucho?''.

''¿Cuál es tu genero preferido?''.

''¿Quieres que te recomiende algún libro?''.

''Me gusta el olor de los libros''.

''¡Oye tú! ¿Puedes alcanzarme ese libro?''.

SUPERMERCADO.

''¿Haciendo la lista de compras?''.

''Solo me gusta venir a distraerme en los pasillos''.

'No te recomiendo comprar eso, sabe horrible''.

''Ayúdame a encontrar un pasillo''.

''Solo vine a comprar un poco de alcohol''.

PISTA DE HIELO.

''Mi/s hijo/a/os/as quisieron venir''.

''¿Necesitas ayuda?''.

''Puedo enseñarte, soy muy buenx en el patinaje''.

''Por poco y te caes''.

''Es raro que haya poca gente aquí, ¿será por el frío?''.

LUXE BAR.

''Te invito un trago''.

''¿Quieres una cerveza?''.

''Puedes sentarte aquí. Parece ser que todo está ocupado''.

''¿Pedimos una ronda de shots?''.

''¿No deberíamos preocuparnos por lo sucedido en lugar de estar perdiendo el tiempo aquí?''.

IGLESIA.

''No sabía que eras religiosx''.

''De todos los lugares de Lautersee, no imaginé encontrarte aquí''.

''¿Crees que Astor venga a confesarse en este lugar?''.

''Que raro, no hay nadie más. Solo estamos tú y yo''.

''¿No te da un poco de miedo este lugar?''.

HOSPITAL LAUTERSEE.

''Solo vine a la farmacia que tienen aquí''.

''Traje a mi hijx, solo tiene un pequeño resfriado''.

''¿Que te ha pasado?''.

''Vine por unas pastillas para la cabeza''.

''No me gustan los hospitales''.

[raccontidialiantis]

L’amore è oscene parole

Non ce la faccio più e devo dirtelo: ti amo. Anzi, ti adoro e tu sei il mio chiodo fisso, il continuo e incessabile sottofondo di tutte le mie azioni quotidiane. Ora che siamo insieme da sole nella stanza, qui al mare in vacanza, entrambe vicine e nude, ti prego: finalmente lascia andare dubbi, pregiudizi stantii e vecchiume mentale. Tutte cose che ti impediscono di confessare persino a te stessa che ti senti attratta da me. 

Perché non puoi nasconderlo e mi è ogni giorno più chiaro. Mi vuoi anche tu. Lo percepisco, lo so. La mia sensibilità nei tuoi confronti è acuita: tutto ciò che ti riguarda è per me sacro. Perciò, lo sento nella carne, nelle ossa. Lo capisco da come mi guardi, da quanto mi cerchi, dalle scuse banali che accampi per chiamarmi ogni ora o anche più spesso. Ti manco, devi sentire la mia voce.

Per ritrovare quel filo di intimità assoluta e totale che ormai hai solo con me e che ci unisce come fossimo un’anima sola, noi due. Desidero il contatto con la tua pelle, il tuo profumo mi stordisce e devi sapere che quando qualcuno pronuncia il tuo nome, anche se riferito a un’altra persona, il mio cuore ha un tuffo e le gambe mi tremano! Adesso perdonami se premerò sull’acceleratore! Baciami, finalmente. Dammi la tua lingua. Fammiti assaporare.

Desidero, anzi: ho un bisogno fisico di leccarti l’interno coscia pian piano, gustando ogni millimetro della strada che inevitabilmente porterà le mie labbra a congiungersi con la tua vagina sognata ogni minuto. Devo annusare i tuoi odori intimi. Ho l'urgenza di gustare i tuoi umori, di farti venire gemendo e ho urgenza di infilare le mie dita nel tuo ano, nella tua bocca. Voglio leccarti e baciarti ovunque; assaggiarti e saziarmi di te. Amami adesso. Scopiamo. Adesso o mai più. 

RDA