#vendere la propria gravidanza
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Chi sono le spose bambine Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) nel mondo sono 650 milioni le giovani che si sono sposate da minorenni, o addirittura bambine, nella maggioranza dei casi in matrimoni combinati dalle famiglie. Secondo le previsioni dell’UNFPA nel 2030 saranno 150 milioni in più. Sono oltre 30mila le bambine private dei loro diritti che ogni giorno vengono “date in sposa”, senza che abbiano la possibilità di opporsi, spesso a persone molto più grandi di loro. I matrimoni precoci hanno conseguenze gravissime su milioni di bambine e giovani donne per diversi motivi. Questi matrimoni causano abbandono scolastico, favoriscono casi di violenza e abusi domestici, isolamento sociale e mancanza di indipendenza ed emancipazione. Le gravidanze precoci inoltre hanno elevati rischi di mortalità sia per la madre che per il bambino: le complicanze legate a gravidanza o parto, sempre secondo il rapporto dell’UNFPA, sono la prima causa di morte per le adolescenti tra i 15 e i 19 anni, in tutto il mondo. (...) Samiun, che oggi ha vent’anni, quando ne aveva dodici è stata obbligata a sposarsi. Samiun e la sua famiglia vivono in Bangladesh e fanno parte dei Rohingya, una minoranza etnica originaria del Myanmar. I suoi genitori la fecero sposare il prima possibile poiché in alcune regioni dell’Asia meridionale più la sposa è giovane, più la dote (cioè la cifra che tradizionalmente la famiglia della sposa versa allo sposo) è bassa. Inoltre così avrebbero avuto una persona in meno da dover sfamare. Samiun cercò di scappare da suo marito due volte: tornata dai suoi genitori, fu prima picchiata, poi riportata dal marito. Suocera e cognata la convinsero infine che concentrarsi sui figli l’avrebbe aiutata. Così Samiun rimase incinta una prima e poi una seconda volta. Oggi Samiun è riuscita a riconquistare la propria indipendenza anche grazie ad ActionAid, che nell’ambito del lavoro nelle comunità è riuscita ad intercettarla e ad intervenire per ridarle la possibilità di un futuro differente. «Prima non avevo la libertà di muovermi e parlare con altre persone», racconta Samiun. «Oggi invece posso uscire e incontrarmi con altre ragazze. Aiuto le altre giovani a mantenere la propria libertà, spiegando quanto sia importante». (...) A livello globale oggi, secondo i dati raccolti dall’UNFPA, i matrimoni precoci sono il 21 per cento del totale (nel 2006 erano il 25 per cento). Nel 1990 erano il 60 per cento in Asia meridionale, mentre oggi le percentuali più alte si registrano in Africa centrale e occidentale (40 per cento) e in quella orientale e meridionale (34 per cento). In America Latina e nei Caraibi, una ragazza su quattro si è sposata prima dei 18 anni; in alcune aree di quelle regioni sono però più di una su tre. (...) I matrimoni precoci sono molto diffusi soprattutto in zone rurali molto povere e con bassissimi livelli d’istruzione, in cui le bambine sono considerate dalle famiglie come un peso, in quanto ritenute meno utili per il lavoro in campagna rispetto ai figli maschi. In alcune culture, come si è visto per la storia di Samiun, le famiglie decidono di far sposare le figlie da bambine per pagare così una “dote” più bassa vista la giovane età. In altre culture, come quelle dei popoli dell’Africa subsahariana, è invece lo sposo a dover pagare la dote alla famiglia della sposa, e il prezzo è maggiore se l’età è minore: si tratta del cosiddetto “prezzo della sposa”. Le famiglie, quindi, sono incentivate a vendere le proprie figlie da bambine per ricavare più denaro. Secondo le stime della Banca Mondiale esposte nel rapporto dell’UNFPA, oltre alle sofferenze umane, nei 12 paesi in cui è più diffusa la pratica le conseguenze sociali dei matrimoni precoci tra il 2017 e il 2030 causeranno anche una perdita economica di capitale umano stimata in 63 miliardi di dollari, cioè molto di più di quanto gli stessi Paesi abbiano ricevuto tramite gli aiuti allo sviluppo ufficiali. Non studiando, uscendo quasi completamente dalla società, queste ragazze sono una risorsa persa per le stesse comunità e i Paesi in cui la pratica è diffusa e, molto spesso, culturalmente accettata nonostante sia vietata dalla legge. (...) Il Post
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Sailor Moon Legacy Challenge, traduzione italiana
Una mia cara amica, Celeste, mi ha segnalato questa bellissima alternativa alla classica legacy challenge per The Sims 4, solo che non c'è una traduzione in italiano. Quindi l'ho fatta io :) Qui potete trovare le regole della versione originale su modthesims.com: Legacy - Sailor Moon Legacy Challenge Per la traduzione in italiano ho preferito parlare degli eredi e delle regole che li riguardano al femminile (al maschile nel caso di Tuxedo Mask), ma non c'è alcun obbligo ad avere tutte eredi femmine, o un erede maschio nella generazione di Tuxedo Mask: l'erede può essere il sim che preferite a ogni generazione, senza distinzione tra genere sessuale. Purtroppo questo aspetto non è chiaro al 100% nelle regole, però l'autrice parla degli eredi sia come “lui” che come “lei”, a volte in tono neutrale (cosa purtroppo impossibile da rendere in italiano), quindi suppongo che dove non c'è una regola che vieti il contrario, come nel caso della scelta dell'erede, tutto è concesso (così come per numero di figli che ogni erede può avere). Ma ora lascio la parola alla creatrice della challenge. Ringrazio la mia amatissima DreamlikeMoon per la traduzione vi lascio il link al suo blog dove leggerete le sue bellissime storie: https://dreamlikemoon.livejournal.com/ SAILOR MOON LEGACY CHALLENGE - TRADUZIONE IN ITALIANO Sfida soggetta a modifiche e aggiornamenti. Questa Challenge non è mai stata testata in gioco. Sentitevi liberi di aggiustarla secondo il gameplay effettivo. Pack richiesti: Vita in città, Al lavoro, Vita da genitori, Stagioni, Cani e gatti. Opzionale: Vampiri. Se non ne avete qualcuno, aggiustate le regole per rendere la sfida giocabile. A meno che non sia richiesto il contrario, i Sim devono raggiungere il livello massimo della loro carriera e completare l'aspirazione. Gli eredi possono essere scelti liberamente dal giocatore e non devono per forza essere eredi biologici. L'adozione è consentita. Si può trasferire l'unità familiare in lotti differenti durante il corso della sfida. L'invecchiamento deve essere attivo, durata della vita normale. Nessun trucco per i soldi né “realestate”. Niente mod sleali. Oppure fate come preferite e giocate in modo che sia divertente per voi, è un videogioco. I requisiti per i gatti sono solo per divertimento. O no? Ho cercato di non riutilizzare carriere, aspirazioni o tratti. Di conseguenza la vostra guerriera preferita potrebbe non essere rappresentata come dovrebbe. Le senshi sono più una semplice ispirazione estetica o di tonalità per ogni generazione, anziché rappresentare un vero e proprio gioco di ruolo come guerriera (anche perché essendo qui Tuxedo Mask figlio di Sailor Moon… ehm…) SUPER BONUS: avere in tutte le generazioni lo stesso gatto a cui dare il dolcetto della decrescita per non lasciarlo morire. Oppure una mini challenge coi gatti per mantenere viva la loro linea di sangue durante tutte le generazioni. [se vedi il sito su un dispositivo mobile, clicca sulla freccia qua sotto per continuare a leggere] GENERAZIONE 1: SAILOR V Colori opzionali: arancione, rosso, giallo Tratti: amante della musica, estroversa, ambiziosa Carriera: detective Aspirazione: nativa della città Altro: “Destinata a non trovare mai l'amore” Mentre questa sim può corteggiare (e fare fiki fiki) con altri sim, non può avere un ragazzo / una ragazza o sposarsi. Non può nemmeno chiedere a un altro sim di trasferirsi in casa sua, diventerà una mamma single lavoratrice. Idee aggiuntive: provare a massimizzare l'abilità di carisma, o spendere punti aspirazione per acquistare il tratto seducente. Gatto: obbligatorio GENERAZIONE 2: SAILOR MOON Colori opzionali: bianco, rosa, blu, Magenta Tratti: infantile, ghiottona, buona Carriere: nessuna/mamma casalinga (o organizzatrice di eventi di beneficenza oppure personalità di internet) Aspirazione: amica del mondo Altro: “Il miracolo dell'amore” Deve sposare un alieno, un amore proibito tra due mondi diversi. Devi sbloccare Sixam entro la fine di questa generazione, preferibilmente attraverso la missilistica. Gatto: obbligatorio GENERAZIONE 3: TUXEDO MASK Colori opzionali: bianco e nero Tratti: cleptomane, amante dei gatti, amante della famiglia Carriera: a scelta del giocatore - risparmio dottore per Sailor Mercury e veterinario per Sailor Pluto. Quindi potrebbe essere criminale, agente segreto, hacker, uomo d'affari, o potrebbe semplicemente fare soldi rubando e cercando oggetti da collezione. Segui il tuo cuore. Aspirazione: super genitore o anima gemella Altro: “Cercare il Cristallo d'argento” Completa la collezione di cristalli. Massimizza l'abilità di malizia (specialmente attraverso il furto). Gatto: obbligatorio
GENERAZIONE 4: SAILOR MERCURY Colori opzionali: blu Tratti: genio, topo di biblioteca, non filtrante Carriera: dottore Aspirazione: cervello nerd Altro: “Studiosa per colpa” La sim non può mai saltare la scuola o marinare, deve sempre fare i compiti E le attività extrascolastiche, lavorare attentamente ai progetti scolastici, “studiare sodo” quando è a scuola, e deve sempre scegliere le cose da studiosi (se possibile) nelle finestre di dialogo che appaiono quando succede qualcosa a scuola. Deve anche sempre essere amichevole (non per forza avere Buone Maniere) e acquisire il tratto Responsabile. Da bambina deve completare l'aspirazione Bambino Prodigio. La sua infanzia farà schifo, ma la sua vita diventerà più luminosa quando diventa giovane adulta, sebbene debba raggiungere la vetta della carriera da dottore. Gatto: tecnicamente non obbligatorio, ma sarebbe una buona idea averlo. GENERAZIONE 5: SAILOR MARS Colori opzionali: rosso, viola Tratti: sicura di sé, snob, evasiva Carriera: (non necessariamente in questo ordine, ma queste sono le opzioni) 1. Critica o Social media; 2. Donna d'affari o Politica; 3. Agente segreto o Astronauta. Questa sim non può ripetere nessuna delle carriere dei suoi antenati, quindi pensaci quando scegli i lavori di Sailor Moon e Tuxedo Mask. Devi portare le carriere a un livello abbastanza alto da completare l'aspirazione. Dovresti massimizzare almeno una carriera. Aspirazione: sim rinascimentale Altro: “Odia gli uomini” Questa sim non può parlare agli uomini, se si può evitare (voglio dire, nessun problema se guardi un attimo da un'altra parte e lei fa qualcosa autonomamente, o se il gioco lo richiede). Se il proprietario del chiosco di cibo, il giardiniere o chiunque altro è un uomo, la sim non può parlarci (gli altri sim dell'unità familiare non hanno questa restrizione). Un'eccezione può essere fatta con: 1. i figli maschi 2. se questa erede è una femmina e vuoi farle avere figli e non vuoi per forza creare una bella trans omosessuale di cui farla innamorare (o rendere lei una trans omosessuale) e adottare né usare una mod per la gravidanza tra sim dello stesso sesso, puoi fare un'eccezione per quanto riguarda il donatore di seme per l'erede successivo (ma non può sposarlo dopo essere rimasta incinta, la relazione deve finire e non in maniera amichevole). L'eccezione NON si applica ai parenti maschi della sim, che a lei non stanno simpatici. Può parlare ai parenti maschi solo pr combattere con loro o per eseguire interazioni perfide/maliziose, e può dichiarare inimicizia al padre (o ai padri). Deve massimizzare l'abilità di benessere. Deve anche trovare una migliore amica durante il corso della sua vita. Gatto: non obbligatorio
GENERAZIONE 6: SAILOR JUPITER Colori opzionali: verde, rosa, pattern floreali Tratti: romantica, ama l'aria aperta, ordinata Carriera: giardiniere, ramo di compositore floreale Aspirazione: botanista indipendente Altro: “Superare il rifiuto, vivere nella pace domestica” Deve ricevere un rifiuto quando chiede di diventare coppia fissa o propone il matrimonio, terminare la relazione e trovare un nuovo amore. Deve massimizzare l'abilità di cottura al forno, raggiungere almeno il livello 5 di cucina o di alta cucina e vendere cibi da cottura al forno tramite un tavolo per la vendita in strada o altri metodi per la vendita. Deve organizzare un evento per il matrimonio quando si sposa, cucinare la propria torta e raggiungere il livello oro. Gatto: non per forza. Forse un cane? GENERAZIONE 7: SAILOR PLUTO Colori opzionali: nero, marrone, toni scuri Tratti: solitaria, perfezionista, pessimista Carriera: Veterinario. Deve avere una clinica a 4 stelle e almeno una recensione da 5 stelle. (Avere una clinica a 5 stelle è troppo tedioso e poco divertente in questo gioco, quindi non vi obbligo a raggiungerle). Aspirazione: amica degli animali Altro: “Ho sempre voluto combattere al vostro fianco” Può avere solo un amico adulto ma diventare amica di quanti bambini e animali vuole. Deve diventare migliore amica di almeno un bambino (può essere suo figlio), compagna di almeno un gatto, e infine morire di fronte a loro di qualcosa di diverso dalla vecchiaia. Questo significa che devi lavorare più velocemente per completare l'aspirazione. Puoi manipolare il gioco per causare la morte (costruire mura attorno alla piscina o quello che vuoi), ma l'uso di cheat o mod per causare la morte non è permesso. Gatto: SUPER obbligatorio Bonus: prova a riportare in vita il fantasma della sim Sailor Pluto prima della fine della legacy. GENERAZIONE 8: SAILOR URANUS Colori opzionali: giallo, blu navy Tratti: attiva, burlona, amicona Carriera: atleta (atleta professionista) Aspirazione: favolosamente ricca Altro: “Una coppia destinata” Può avere un solo amore nella sua vita, deve sposare la sua/il suo migliore amica/amico. Deve fare almeno due interazioni romantiche con la sua metà ogni giorno (a partire dallo stadio degli appuntamenti, non appena hanno un qualche tipo di impegno). Non appena inizia la loro relazione, la sim deve rompere/sabotare un'altra relazione (famiglia, amici), “sacrificando” qualcuno per la missione. OPPURE puoi uccidere qualcuno a cui tiene, ma il genitore della generazione precedente non conta. Gatto: se pensi di poter vivere anche senza va bene, ma vuoi davvero rischiare? GENERAZIONE 9: SAILOR NEPTUNE Colori opzionali: verde anatra, verde schiuma di mare, blu Tratti: creativa, materialista, amante dell'arte oppure amante della musica Carriera: pittrice (ramo a scelta) Aspirazione: genio musicale Altro: “Deep Sea Submerge” (attacco di Sailor Neptune, NdT) Deve avere una piscina di almeno 3x3 e nuotare almeno due volte a settimana. Deve avere un acquario e riempirlo di pesci pescati. Deve prendere almeno un pesce raro. Gatto: non necessario però come puoi pretendere che la sim diventi ispirata senza la sua musa felina??? GENERAZIONE 10: SAILOR SATURN Colori opzionali: viola, nero Tratti: schifiltosa o vegetariana o pigra, gelosa, allegra Carriera: scienziata o criminale (ramo di oracolo) o nessuna Aspirazione: nemico pubblico o gran maestra dei vampiri o famiglia vampiresca Altro: “È la fine del mondo per come lo conosciamo” Vai in giro a uccidere sim, brucia le proprietà, distruggi la felicità di ognuno. Quanti più corpi e meglio è. Assisti a più morti possibili. Quante più proprietà distrutte e meglio è. Deve pentirsi prima di morire, ritratteggiarsi in buona con un premio del punteggio e riparare almeno una relazione danneggiata. Gatto: NON DEVE CAPITARGLI NULLA DI MALE, è un GATTO BUONO, deve essere trattato solo con GENTILEZZA. GENERAZIONE 11: SAILOR CHIBI MOON Colori opzionali: rosa Tratti: infantile, smanettona, a scelta del giocatore. Carriera: a scelta Aspirazione: a scelta (posso però consigliare Progenie di Successo o Favilla della Villa?) Altro: “È un nuovo, radioso futuro in un mondo nuovo” Costruisci il mondo migliore possibile dalle ceneri delle generazioni precedenti. Gatto: SUPER obbligatorio. Non è un futuro utopico senza gatti.
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Supporto da Montaggio per Biciclette Stabile Ultrasport
Info & Prezzo Amazon: https://amzn.to/2Si468u
DESCRIZIONE PRODOTTO Chi effettua riparazioni sulla propria bicicletta saprà apprezzare il valore del supporto per montaggio di biciclette Expert di Ultra Sport. La stabile struttura a 4 gambe può essere ripiegata, quando è necessario, e montata in garage o all'aperto. Durante i lavori, l'asta telescopica regolabile in altezza mantiene in bilico le vostre attrezzature sportive. Perciò, il telaio viene fissato stabilmente utilizzando una pinza regolabile. Di conseguenza è possibile eseguire riparazioni ad altezza d’occhio per ottenere una visione più completa. Avere una posizione più comoda durante i lavori protegge sia la schiena che le ginocchia. Il supporto da montaggio per biciclette Expert con cavalletto a quattro gambe, è dotato di un’asta telescopica, che può essere regolata ad un’altezza compresa tra 150 e 190 cm. Un artiglio con sistema a bloccaggio rapido per proteggere la verniciatura, a regolazione individuale tra 25 e 40 mm, ed un carico utile massimo di 30 kg garantisce spazio per tutti i più comuni tipi di biciclette. L'asta telescopica ha un diametro di circa 35/38 mm. Un appoggio per il telaio ruotabile a 360° consente di operare in qualsiasi situazione. Persino i lavori artigianali più impegnativi, come la riparazione delle ruote e la sostituzione delle catene, possono anche essere eseguiti in piedi comodamente e senza alcuna fatica. Il cavalletto può essere adattato in altezza in base ai lavori da eseguire. Il montaggio e lo smontaggio del supporto per biciclette avviene in pochi semplici passaggi. Questo supporto di soli 7 kg, realizzato in acciaio verniciato, fornisce riparazioni anche durante i viaggi, proprio come nelle varie officine di riparazione biciclette. Sicurezza su quattro gambe La sicurezza è prioritaria per lavorare in maniera professionale. Per effettuare impostazioni delicate nel freni, il manubrio può essere stabilizzato grazie all'asta telescopica inclinata. Grazie al bloccaggio rapido è possibile effettuare rapidi cambi di posizione con poco sforzo. Il vassoio portautensili magnetico al centro del supporto di montaggio di Ultrasport si rileva particolarmente pratico: in pratica, lo strumento che vi serve sarà sempre a portata di mano. ●-------------- TOP LINK UTILI -------------● Vendere grazie alla pizza: https://clikka.net/TYLhE Prova Amazon Prime (consegne gratuite): https://amzn.to/3d46doJ Prova Amazon Prime VIDEO (migliaia di film e serie TV): https://clikka.net/BMCfU Prova Amazon Business: https://clikka.net/2fWU9 Prova Music Unlimited di Amazon: https://clikka.net/HLW8h Prova KindleUnlimited di Amazon: https://clikka.net/Y7Taf Prova Amazon Lista nozze: https://clikka.net/8dXqw Prova Prime student: https://clikka.net/0rL77 10 anni in meno? Come fare?: https://clikka.net/ElJUg Videocorso: Educare il cane in casa: https://clikka.net/TilcR Videocorso di difesa personale: https://clikka.net/Z39KB La dieta di 2 settimane: https://clikka.net/1CQ3i La dieta in 3 settimane: https://clikka.net/sE9Sm Gravidanza miracolosa: https://clikka.net/67doq Corso di Tecnico del suono on line: https://clikka.net/p31sJ Manuale degli accordi Top: https://bit.ly/2K9tcC4 Vendere foto e video on line: https://clikka.net/IWb75 Aumentare i followers su instagram: https://clikka.net/fCHPQ Come ottenere il successo nella tua vita: https://clikka.net/azPvN Corso on line per realizzare siti web: https://clikka.net/sZB6G Corso per monetizzare su youtube: https://clikka.net/cFHma #fotorecensione #supportodamontaggioperbiciclette #biciclette
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Contaminazione da Pfas: ecco come proteggersi.
Qualche giorno fa si è tenuta a Sarego, comune del vicentino tra quelli più colpiti da inquinamento da Pfas, una manifestazione pacifica organizzata da un gruppo di mamme.
Lungo le vie del paese ha sfilato un corteo di mamme e bambini per richiamare l’attenzione sulla situazione dell’acqua fornita dall’acquedotto, tuttora critica. Sono stati installati dei filtri negli impianti di potabilizzazione che però non hanno risolto il problema della contaminazione delle acque. La preoccupazione dei cittadini ha ben motivo di esistere dato che i valori di Pfas nel sangue di bambini e ragazzi rimane molto alto, ben al di sopra dei parametri massimi stabiliti, con tutti i rischi che ciò può comportare per un organismo in crescita.
Molte mamme lamentano di essere costrette ad acquistare l’acqua minerale in bottiglia, sia per bere che per cucinare, vista la poca affidabilità dei filtri. Oltre ad essere piuttosto dispendiosa questa non può essere la soluzione definitiva, anche perché i bambini spesso pranzano a scuola dove si continua a cucinare con l’acqua del rubinetto.
In una situazione così critica e difficile la soluzione più efficace e, alla lunga, più economica è senz’altro quella di installare un purificatore acqua domestico che è in grado di eliminare completamente ogni traccia di sostanze estranee o inquinanti.
Fino a qualche tempo fa i depuratori acqua per casa venivano visti come dei prodotti che potevano migliorare la qualità della vita ma, tutto sommato, di cui si poteva anche tranquillamente fare a meno. Oggi invece sappiamo che sono uno strumento indispensabile per tutelare la salute di tutta la famiglia. Attraverso una tecnologia più che collaudata che si chiama osmosi inversa, utilizzata negli ambiti più disparati per ottenere acqua potabile dal mare o da acque contaminate nel Terzo Mondo, si può ottenere lo stesso risultato in casa propria, trasformando il rubinetto in una fonte d’acqua pura sempre a disposizione.
Bere acqua buona è un diritto di tutti e una garanzia di salute in particolare per le fasce cosiddette “deboli”: bambini, anziani, donne in gravidanza. Un depuratore ad osmosi inversa garantisce la disponibilità di acqua assolutamente pulita e leggera: la scelta migliore per il consumo alimentare. Possiamo quindi affermare con la più assoluta tranquillità che un depuratore acqua domestico riesce a risolvere il problema di inquinamento delle falde acquifere a Vicenza: lo possono testimoniare i nostri numerosi clienti nelle zone colpite da Pfas.
L’unica accortezza davvero importante per chi possiede un purificatore acqua è la necessità di provvedere alla regolare manutenzione e sostituzione dei filtri. Se ciò non avviene entro i termini stabiliti i filtri possono diventare una fonte di batteri e perciò la qualità dell’acqua non sarà più la stessa. Qui è dove si vede la serietà dell’azienda che propone i depuratori acqua domestici.
Esistono purtroppo molte aziende che puntano a vendere il prodotto, magari anche tramite telemarketing, e poi si dileguano senza preoccuparsi di fornire anche l’indispensabile manutenzione.
Noi di Maister, azienda radicata nel territorio vicentino da più di 30 anni, monitoriamo costantemente la nostra clientela sollevandola dall’obbligo di contattarci periodicamente per la manutenzione: siamo noi infatti che ci scadenziamo le manutenzioni e chiamiamo il cliente per provvedere entro i termini. Questo è un servizio molto apprezzato perché permette di conservare gli impianti sempre perfettamente funzionanti. Noi di Maister veniamo spesso chiamati anche per effettuare la manutenzione depuratori acqua installati da altre aziende.
Ovviamente i purificatori acqua rubinetto esistono in diversi modelli, a seconda della quantità di acqua mediamente consumata. Contattaci per una consulenza ed un controllo gratuito dell’acqua di casa tua. Visita il nostro sito: https://www.addolcitori-depuratori-acqua.it/
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Cari lettori e amanti della rubrica Friday Horror, avete mai sentito parlare del “vampiro del bagno acido”? John George Haigh, un uomo piacente dall’aspetto elegante e ben curato, sempre coi capelli ben pettinati e i pantaloni stirati; un sorriso gentile e uno sguardo sicuro. Ma chi era davvero John George Haigh?
John George Haigh nacque nello Yorkshire, in Inghilterra. Non sappiamo niente sulla sua famiglia, soprattutto sulla presenza di malattie mentali. Si sa soltanto che sua madre, Emily, soffrì di ansia acuta durante gli ultimi tre mesi di gravidanza, ma non è una prova sufficiente. Il marito si chiamava John Robert Haigh, e quando John George venne alla luce, il 24 luglio 1909, era stato appena licenziato dal lavoro.
Dopo un paio di anni, grazie a dei prestiti e ad un nuovo lavoro di Haigh Sr., la famiglia si riprese economicamente e si trasferì a Outwood, dove John George passerà i primi 24 anni di vita, a suo dire quieti e privi delle gioie tipiche dell’infanzia.
I suoi genitori appartenevano ad una setta religiosa, purista ed anticlericale, nota come “Peculiar People” o “The Plymouth Brethren”.
Il giovane John George crebbe con racconti tratti dalla Bibbia, gli venne vietato praticare qualsiasi sport o divertimento e venne anche ammonito di riflettere sempre prima di compiere una qualsiasi azione, riducendo così il rischio di addolorare Dio.
Inoltre, gli venne inculcata l’idea che il mondo è cattivo e che bisogna tenersene lontani. Suo padre arrivò a costruire addirittura un recinto altissimo tra la loro casa e il giardino dei vicini.
Nonostante tutto, il giovane cominciò a trasgredire e a dire bugie agli opprimenti genitori per uscire di casa. Da ragazzo dimostrò una grande sensibilità per gli altri, soprattutto verso gli animali. Si affezionò molto a un cane, che crebbe con lui e che sostituì gli amici che non poteva avere. Per evitare di angosciare e fare arrabbiare i suoi genitori, durante l’adolescenza Haigh sviluppò una parlantina convincente e perfetta: divenne col tempo un abile bugiardo, che sapeva sempre dire ciò che gli altri volevano sentire.
La più grande passione del giovane Haigh fu la musica. Imparò a suonare il pianoforte e l’organo, si unì anche al coro della comunità di Wakefield, a tre miglia di distanza da casa sua. Un’altra passione di Haigh fu quella delle macchine. Iniziò a lavorare presto, prima in un’officina e a 20 anni si poté già permettere una macchina di lusso, un’Alfa Romeo rossa fiammante, comprata grazie alle sue grandi capacità finanziarie.
All’età di 21 anni ebbe i primi problemi con la legge, soprattutto per pratiche fraudolente. Nel 1934, Haigh si sposò con una giovane che conosceva appena, Beatrice Hammer, una ragazza 21enne. Questo fu un matrimonio breve, lungo appena 4 mesi, poiché Haigh venne presto spedito in prigione per frode. Mentre era in carcere, la moglie partorì una bambina, che venne immediatamente data in adozione.
Uscito dalla galera, decise di lasciare la propria città natale per trasferirsi a Londra.
Il suo primo lavoro londinese fu quello di tuttofare in un parco giochi. Il proprietario del parco giochi era Mr. William Donald McSwan, “Mac” per gli amici, un giovane intelligente e dalle ottime prospettive future.
Mac e Haigh diventarono presto amici e grazie a questa amicizia Haig venne promosso a direttore ma, poiché non sopporta lavorare alle dipendenze degli altri, si dimise ed organizzò un ufficio legale fasullo, usando il nome di una ditta famosa. Non ci mise molto ad arricchirsi alle spalle degli altri, ma la legge lo colpì condannandolo a quattro anni di carcere.
Uscito dal carcere, nel 1944, Haigh ebbe un grave incidente automobilistico. Egli subì una brutta botta alla testa, che comportò una ferita molto grave e che, almeno a suo dire, rianimò in lui la sete di sangue già avuta durante l’infanzia.
Dopo l’incidente, cominciò a fare molto spesso un incubo, un sogno malato fatto di vampiri, crocifissi e foreste sanguinolente.
In quello stesso anno, John George Haigh cominciò a uccidere: affittò una cantina, al numero 79 di Gloucester Road, che utilizzò come deposito per le sue damigiane di acido.
Qualche giorno dopo aver terminato la preparazione della cantina, Haigh incontrò l’amico “Mac”. I due cominciarono nuovamente a frequentarsi, fino a quando, il 6 settembre 1944, McSwan sparì misteriosamente.
In futuro, sull’agenda di Haigh, verrà trovata una croce rossa, disegnata a matita al 9 settembre. È molto probabile che sia questa la data della morte di McSwan o almeno la data del suo “appuntamento con l’acido”.
Colto da un’improvvisa sete di sangue, Haigh avrebbe colpito in testa “Mac” con uno strumento appuntito. In seguito, gli ha tagliato la gola, ne ha fatto sgorgare fuori il sangue in un boccale e se l’è bevuto.
Il giorno seguente poi dopo si recò al laboratorio con il cadavere di quello che era stato un suo grande amico e lo infilò con perizia in un vecchio bidone metallico, piegato in due, con i vestiti arrotolati da una parte. Haigh avrebbe poi riempito dei secchi di acido, che riversò nel bidone che sigillò, per poi andare a casa e schiacciare una pennichella.
Così, mentre Haigh dormiva, il suo amico “Mac” si trasformava piano piano in una poltiglia fangosa.
Due mesi dopo, Haigh era pronto a uccidere ancora. La vittima dovrebbe essere stata una signora di mezza età di Hammersmith. Il condizionale è d’obbligo, poiché la donna non è stata mai identificata né si hanno dei resti da poter analizzare.
Poco tempo dopo toccò ai genitori di “Mac”. Haigh li tramortì con la stessa arma con cui ha ucciso il loro unico figlio, quindi si dissetò con il loro sangue e li dissolse in seguito nell’acido. Era il 2 luglio 1945.
Entrato in possesso di tutti i loro beni, se ne sbarazzò velocemente facendo perdere le proprie tracce e mettendo da parte 6000 sterline.
In futuro, l’assassino confesserà che la signora McSwan non rientrava nei suoi piani, ma il sangue dell’uomo non l’aveva saziato abbastanza.
Dopo due anni dalla scomparsa della famiglia McSwan, i soldi finirono.
L’attenzione del mostro fu attirata da un annuncio, nel quale il Dott. Archibald Henderson, 52 anni, e sua moglie, Rose Henderson, 41 anni, cercavano un acquirente per la loro casa.
L’acquisto da parte di Haigh va male, poiché l’uomo non aveva abbastanza fondi per entrare in possesso dell’abitazione. Cominciò però a frequentare gli Henderson, ponendo le basi per una solida amicizia, basata soprattutto sulla passione comune per la musica.
Nel frattempo, affittò un magazzino sulla Leopold Road e il 22 dicembre 1947 ordinò tre damigiane di acido solforico. Il 12 febbraio, mentre è a fare un giro in macchina con il Dott. Henderson, nei dintorni di Crawley, Haigh sfoderò una rivoltella rubata e sparò un colpo in testa al dottore. “Parcheggiato” momentaneamente il cadavere nel magazzino, corse a prendere Rose con una scusa, la portò al magazzino e sparò anche a lei.
La notte successiva i coniugi Henderson la passarono nei bidoni pieni d’acido. Haigh disse di aver bevuto anche in questo caso il loro sangue.
Ufficialmente i coniugi Henderson erano “emigrati in Sudafrica”. C’era anche una lettera, nella quale Rose confessava che stavano scappando dalla legge, poiché suo marito ha compiuto diversi aborti illegali per arrotondare lo stipendio. Ovviamente, con le sue ultime parole Rose dava il permesso ad Haigh di gestire i loro beni, nonostante la donna avesse un fratello. I beni furono venduti nel giro di pochi giorni, soprattutto alle vecchie signore del Court Hotel, procurando ad Haigh la bellezza di 8000 sterline.
Poco tempo dopo, l’assassino tornò a colpire una donna, tale Mrs. Olive Durand-Deacon, 69enne, che poco tempo prima gli aveva proposto di aprire insieme una ditta per vendere unghie finte.
La donna era una residente dell’Onslow Court Hotel, nel Kensington Meridionale, dove viveva da almeno due anni. La polizia fece interrogare tutto il personale e tutti i clienti dell’albergo. Tra questi ci fu il direttore, che indirizzò le indagini verso Haigh.
Per prassi venne consultato l’Archivio Criminale di Scotland Yard, dal quale emerse che l’uomo era stato arrestato molte volte per frode, e che era stato condannato tre volte al carcere per falsificazione e furto. Tuttavia, la sua bellezza, gli occhi azzurri e l’aspetto pulito fecero una buona impressione al Sergente che lo interrogò e ai reporter che lo intervistarono e ai quali mostrò un’evidente (quanto apparente) preoccupazione per la donna scomparsa.
Malgrado tutti i buoni propositi di Haigh, la polizia, guidata dal Detective Pat Heslin, decise di ispezionare l’edificio in cui l’uomo diceva di lavorare, un negozio dove, su commissione di alcune fabbriche della zona, Haigh scioglieva nell’acido diversi tipi di materiale pesante.
Durante il sopraluogo, gli investigatori trovarono degli attrezzi da lavoro, dei carrelli, fogli di carta cellophane rossa tagliate a strisce, un batuffolo di cotone, tre damigiane piene di acido e bottiglie di vetro da 10 galloni, quasi tutte vuote, dei grembiuli, maschere antigas, stivali e guanti di gomma. Il tutto venne confiscato e messo sotto sequestro per ulteriori indagini.
Nel magazzino dell’edificio venne trovata una scatola con le iniziali J.G.H., all’interno della quale vi sono pezzi di carta con i nomi di tali Archibald Henderson, Rose Henderson, e di tre McSwan. Trovarono anche un certificato di matrimonio, dei passaporti, qualche carta d’identità e delle patenti di guida. Una rivoltella Enfield calibro 38 e otto munizioni sono nascosti invece in una tasca segreta della scatola.
Quando si scoprì che Haigh aveva venduto una pelliccia e un diamante di Mrs. Durand-Deacon, firmandosi per giunta con un nome falso, l’arresto fu inevitabile.
Portato in fermo nella stazione di Chelsea, Haigh tenne un comportamento distaccato e tranquillo: fumò una sigaretta, lesse un giornale, si addormentò. Durante l’interrogatorio, lungo tre ore e dal quale non emerse nulla di interessante, arrivò in centrale la notizia che Rose Henderson, uno dei nomi presenti sui fogli di carta, era un’altra donna scomparsa e che Haigh era stata l’ultima persona ad averla vista viva.
Memore dei suoi dibattiti legali in carcere sull’assenza del corpus delicti, e convinto che polizia non possa toccarlo, l’assassino decise di confessare la vendita dei gioielli e della pelliccia della signora Olive.
Al termine della breve confessione, Haigh posò il giornale sulla tavola, sempre più sicuro di essere intoccabile e immune dalle accuse. Infatti, nonostante il diritto di non parlare, Haigh fornì addirittura una dettagliata descrizione di ciò che aveva fatto alla signora Olive. Un descrizione talmente dettagliata che ci vollero ben due ore e mezzo per metterla a verbale.
Haigh confessò di aver ucciso almeno cinque persone, di averli sciolti nell’acido e di aver bevuto il loro sangue. L’uomo venne tenuto in custodia cautelare in carcere, poiché mancavano davvero le prove per incastrarlo. La confessione da sola non bastava.
In galera Haigh, inarrestabile ormai, confessò altri tre omicidi, quello di una donna di Hammersmith, di una ragazza di Kensington e quello di un giovane di Eastbourne. Nove vittime in tutto, secondo i suoi calcoli.
Si aprì un dibattito a proposito. La stampa gli credeva, ma i dottori che lo esaminarono avevano qualche dubbio a proposito.
Mentre l’apprendista vampiro venne affidato ai patologi per la stesura del profilo psichiatrico, il Capo Ispettore Mahon prese in consegna il caso e si recò con il Dott. Keith Simpson ad esaminare ulteriormente il magazzino dove Haigh faceva i suoi “esperimenti”. Il loro obbiettivo era trovare anche il minimo indizio, una minuscola traccia, qualsiasi cosa che poteva incastrare Haigh.
Nel recinto fuori del magazzino, venne finalmente notata la fanghiglia descritta da Haigh. Una enorme pozza di liquame, larga 3 metri e profonda una ventina di centimetri, mischiata a dell’immondizia e alle erbacce.
L’occhio esperto del medico individuò ben presto un sassolino grande come una ciliegia, un calcolo biliare, e, poco lontano, rinvenne quelli che sembravano essere i frammenti delle ossa di un piede.
La fanghiglia venne setacciata attentamente per tre lunghi giorni. I tecnici del laboratorio furono costretti a lavorare con diverse paia di guanti addosso e con le braccia ricoperte di vaselina, ma alla fine la ricerca li ripagherà, portando alla luce 12kg di grasso umano, 3 calcoli biliari, parte di un piede sinistro non completamente eroso, frammenti di ossa umane, un’intera arcata superiore, il manico di una borsa di plastica, un portarossetto.
Ciò che Haigh non calcolò è che l’acido solforico ci impiega almeno tre settimane per intaccare la plastica: confessò troppo presto. A questo punto l’accusa aveva abbastanza materiale per riuscire a spegnere il sorriso presuntuoso di John George Haigh.
Il 1 aprile 1949 cominciò il processo. Haigh era quasi divertito. Mentre l’accusa, d’accordo con il giudice, evitò di tirare fuori la storia del vampirismo, Haigh fece di tutto per ottenere l’infermità mentale, soprattutto sperando nei giornali, che di giorno in giorno gonfiavano la storia del serial killer.
Una volta che la difesa e l’accusa terminarono i loro interrogatori, la parola fu data ai medici esaminatori, quanto mai importanti in processi di questo tipo.
Furono dodici i dottori che esaminarono Haigh in prigione. La prima cosa che li colpì fu la totale assenza di perversioni sessuali nell’imputato.
L’assassino fu sottoposto a numerosi test ed esami clinici, ma non affiorò nulla di strano. I primi medici avanzarono l’ipotesi che Haigh fingeva di essere pazzo.
Il parere finale fu lasciato al Dott. Yellowlees, 61 enne professore ed esperto in malattie mentali dell’Università di Londra. Dopo cinque interrogatori, il luminare concluse che l’unica malattia riscontrabile in Haigh era la paranoia, probabilmente dovuta alla sua infanzia, passata all’interno di una famiglia affetta da fanatismo religioso.
Il momento in cui Haigh, da ragazzo, aveva cominciato a vivere una doppia vita tra chiesa e setta, sarebbe stato fondamentale nella formazione della sua personalità paranoica, una paranoia che Yellowlees classifica come “egocentrica, mistica e ambiziosa”.
Ciò avrebbe spiegato anche il disinteresse dell’assassino nei confronti del sesso, poiché nei paranoici l’istinto sessuale è sublimato dall’adorazione per se stessi.
Raccolte tutte le perizie psichiatriche, il 18 luglio 1949 si aprì l’ultima seduta del processo presieduto dal giudice Justice Humphries. Quattromila persone si presentarono presso il tribunale.
Alla fine, la battaglia è vinta dall’accusa. John George Haigh fu dichiarato colpevole di omicidio, e fu condannato all’impiccagione.
Nei giorni tra la condanna e l’esecuzione, Haigh scrisse delle lettere di scuse ai genitori, compilò una lettera per una ragazza che frequentava e redasse la storia della propria vita, regalandola al reporter che gli aveva pagato gli avvocati. Si presentò inoltre da Madame Tussaud per farsi fare il calco del viso.
Il 6 agosto 1949, John George Haigh, l’assassino che dissolse le sue vittime nell’acido fu giustiziato nel carcere di Wandsworth.
Per anni è rimasto in sospeso il dubbio sulla veridicità della malattia mentale di Haigh. Faceva finta o era veramente pazzo? Beveva o no il sangue delle sue vittime?
A pensarci bene, Haigh fu un uomo che nella sua vita è riuscito con successo a farsi passare per assicuratore, ingegnere, avvocato, venditore di auto, proprietario terriero e ricco erede… Certamente non avrebbe avuto molte difficoltà a fingersi anche pazzo.
“Di fronte a me è una foresta di crocifissi, che gradualmente si trasformano in alberi. Dagli alberi gocciola copiosamente un liquido. Apparentemente sembra rugiada o pioggia, ma osservato da vicino, si rivela essere sangue. Improvvisamente la foresta comincia a contorcersi, a sussultare, il sangue schizza ovunque. Ci sono degli uomini, che si avvicinano agli alberi e si mettono a bere avidamente..” (John George Haigh racconta il suo incubo ricorrente).
Fonti
http://www.crimeandinvestigation.co.uk/crime-files/john-haigh-the-acid-bath-murderer http://www.oldpolicecellsmuseum.org.uk/page/john_george_haigh http://murderpedia.org/male.H/h/haigh-john.htm
John George Haigh, il vampiro del bagno acido Cari lettori e amanti della rubrica Friday Horror, avete mai sentito parlare del "vampiro del bagno acido"
#acido#assassino inglesi#assassino seriale#bagno acido#dark#evil#flip out 4 ms#flipout4ms#friday horror#horror#inghilterra#John George haigh#john haigh#morte#omicidi#pazzia#rubrica#serial killer#vampiro#vampiro del bagno acido
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La semplice definizione di obiezione di coscienza si trova in qualunque dizionario, dove si legge essere il rifiuto di sottostare a una norma dell’ordinamento giuridico, ritenuta ingiusta, perché in contrasto inconciliabile con un’altra legge fondamentale della vita umana, così come percepita dalla propria coscienza. Quanto, quando, come e perché se ne permetta o meno l’esercizio nel nostro paese è questione invece assai più complessa, almeno quanto il comprendere esattamente cosa dover qualificare come “coscienza”.
Nonostante siano passati lustri su lustri dal riconoscimento del diritto all’aborto, ancora l’obiezione del personale medico e infermieristico resta pienamente riconosciuta dalla l.194. Forse l’unico punto della normativa, perennemente sotto attacco clerical‑confessionale, che sembra non essere mai messo in discussione e che ha permesso e permette sempre di più in molti ospedali la sostanziale inesistenza del servizio di interruzione volontaria della gravidanza (ivg). E che ha portato alla severa censura del Consiglio di Europa: aborti troppo difficili e, paradosso crudele doppiamente sulla pelle altrui, discriminazione nei confronti dei pochi medici non obiettori.
Per la nostra riconfermatissima Lorenzin non è vero niente, funziona tutto una meraviglia. Tanto più che, parole sue, la 194 non sancisce il diritto all’aborto (estrema possibilità!) ma è finalizzata al riconoscimento del valore sociale della maternità. E ci risiamo con la Fertility. Ministra, da donna a donna: grazie, eh.
Ma visto che amiamo distinguerci, dove non bastano la negazione della realtà e i giochi di parole arriva l’eccezione fantasiosa creata ad hoc dal progressista giudice di turno. È notizia recente infattil’assoluzione, dopo tre anni di procedimento penale, della farmacista (di farmacia comunale) che rifiutò di vendere dietro ricetta la cosiddetta “pillola del giorno dopo” appellandosi a questioni di coscienza.
Non esiste previsione normativa di obiezione di coscienza per i farmacisti e in ogni caso il prodotto in questione è contraccettivo e non abortivo. Omissione di atti di ufficio e interruzione di pubblico servizio, quindi. Lo pensava anche il PM, che aveva chiesto quattro mesi di condanna. E invece no. Perché il giudice ha ritenuto non solo bastevole, ma sovraordinata alle regole comuni, la singola coscienza. Anche quando questa viola diritti altrui. Coscienze altrui.
Sono quindi tutte uguali, hanno tutte lo stesso peso e lo stesso valore queste coscienze, queste etiche individuali, questi patrimoni valoriali che, se contrastati, riescono a prevalere sul resto?
Altro esempio recente. Venezia, una cameriera di hotel testimone di Geova riconosce un suo correligionario francese in vacanza fedifraga. Denuncia la cosa al suo superiore (di culto) che a sua volta smaschera il marito infedele. Infedele sì, ma anche alquanto contrariato con la violazione della privacy da parte dell’hotel di cui sopra, che provvede pertanto a licenziare la dipendente. E invece no. Il giudice del lavoro la reintegra, perché non ha violato alcuna privacy, ma ha solo dato “corretta esecuzione” alle regole condivise dei testimoni di Geova, a quanto pare prevalenti sulle comuni tutele del cittadino qualunque.
Se la cameriera fosse stata semplicemente la miglior amica della moglie tradita, per dirne una, senza obblighi confessionali di sorta, quanto sarebbe stata simile la sentenza? Quanto avrebbe pesato la sua, di coscienza?
L’impressione costante è che contino di più quelle che si appellano e si ammantano di precetti e dogmi. Che solo a queste “coscienze” vengano dalle istituzioni riconosciute eccezioni e privilegi, invece di utilizzare come linea guida la tutela collettiva dei diritti umani individuali. Che solo e sempre più a queste si applichi il protezionismo multiculturalista così pericolosamente foriero di divisioni e incompatibilità con il vivere comune, con il rispetto reciproco. A tutto questo, io obietto.
Adele Orioli, responsabile iniziative legali Uaar
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Maternità surrogata ovvero vendita legale di esseri umani
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Maternità surrogata ovvero vendita legale di esseri umani
DW(ITALIA).Nel mondo di oggi tutto è comune e condiviso. Dai prodotti commerciali alle serie tv. E perfino le ideologie politiche o le religioni spesso vengono modificate per assomigliarsi sempre di più.
L’unico settore in cui, sorprendentemente, esistono ancora delle differenze tra un paese e l’altro sono i principi morali, quella che un tempo si chiamava “umanità” (e che ora non si sa più cosa sia esattamente). Principi che in teoria dovrebbero essere insiti nella natura di ogni persona indipendentemente dal paese d’origine, dal livello culturale e dalla fede religiosa. E per questo uguali. Invece, troppo spesso, mostrano enormi differenze da un paese all’altro.
Emblematico il caso della cosiddetta “maternità surrogata”. Se ne parla poco. In genere solo quando uno dei due genitori è un personaggio famoso e la coppia decide di “avere un figlio”. Non di concepirlo o di adottarlo: di comprarlo chiedendo ad una donna di portare avanti la gravidanza per nove mesi e, una volta partorito il proprio figlio, di cederne tutti i diritti. A volte gratuitamente (almeno sulla carta: davvero qualcuno può pensare che una donna possa crescere il proprio figlio nel proprio grembo per tutta la gravidanza per poi regalarlo ad altri?). Molto più spesso in cambio di un compenso in denaro.
Lascia a bocca aperta pensare che, ancora oggi, nel XXI secolo, da qualche parte nel mondo, esistono leggi che consentono ad una donna di “vendere” il proprio figlio appena nato. Invece, è proprio quello che avviene in molti paesi. Anche in quelli cosiddetti “sviluppati”.
In Italia (così come in Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Bulgaria) il cosiddetto “utero in affitto” è illegale in tutte le sue forme. In molti altri paesi all’interno dell’Unione Europea non è così (sempre di più l’ “unione” appare essere un mero accordo commerciale) . In Belgio, ad esempio, la gestazione per altri a titolo gratuito è legale (ad essere è vietata è quella a pagamento). Lo stesso in Danimarca. E poi in Grecia: qui la maternità surrogata gratuita è legale dal 2002, ma solo con l’autorizzazione di un tribunale (che deve verificare una serie di condizioni). Anche nei Paesi Bassi, in Ungheria e nel Regno Unito la maternità surrogata è legale.
É spaventoso pensare che una madre possa vendere la propria gravidanza e il proprio figlio. Invece, è proprio quello che accade in molti paesi. La lista dei paesi dove è ritenuto legittimo vendere il bambino appena uscito dal grembo della madre è sorprendentemente lunga. In Nepal, solo di recente sono state imposte delle limitazioni. In India, per molti anni una delle principali destinazioni per le coppie eterosessuali e omosessuali che vogliono ricorrere all’utero in affitto, solo nel 2015 sono entrate in vigore nuove leggi che limitano la maternità surrogata solo alle coppie di cittadini indiani. In Georgia la maternità surrogata, sia gratuita sia retribuita, è legale dal 1992. In Sudafrica la maternità surrogata è legale, sia retribuita che non retribuita. E così in Thailandia, ma con precise limitazioni a seconda della nazionalità dei genitori/compratori. In Ucraina è legale sia la gravidanza retribuita che quella non retribuita, ma possono ricorrervi solo coppie eterosessuali sposate. E così in Russia (dove possono beneficiarne anche single).
Negli USA (i paladini dei diritti umani, ma unico dei 196 paesi facenti parte delle Nazioni Unite a non aver mai ratificato la CRC, la Convenzione dei Diritti del Fanciullo) in molti stati l’utero in affitto è legale, a volte a pagamento (Arkansas, California, Florida, Illinois, Texas, Massachusetts, Vermont), in altre gratuitamente (New York, New Jersey, New Mexico, Nebraska, Virginia, Oregon, Washington).
Di tutto questo, però, non si parla mai. Non perché si voglia tutelare la privacy di venditrice e acquirenti. È vero che tutto avviene all’interno di cliniche dove la privacy vale più della vita umana, ma spesso sono gli stessi acquirenti a diffondere la notizia a cose fatte. Clienti spesso famosi come attori, politici e cantanti. Come Robbie Williams che insieme alla moglie ha annunciato l’arrivo del terzo figlio, una femmina dopo due maschi, nata con maternità surrogata. O come il tuffatore britannico Tom con il marito Dustin Lance Black. E poi Zoe Saldana, Sarah Jessica Parker, Elton John, Kim Kardashian, Nicole Kidman fino all’italianissimo Nichi Vendola.
Sia che siano i “clienti” a parlare o i proprietari di queste società le parole usate sono sempre molto dolci: “I clienti contattano la nostra agenzia e noi gli raccomandiamo i surrogati giusti in base alle loro preferenze. Gli inviamo diversi profili di surrogati”. Purtroppo non esistono dati ufficiali sul numero gravidanze surrogate, di bambini “venduti”. Neanche nei civilissimi e “sviluppati” Stati Uniti d’America sono disponibili statistiche ufficiali. Alcuni sostengono che sono oltre duemila le gravidanze in affitto portate a termine ogni anno negli USA (Sai, Surrogate Alternative Inc, società fondata da una donna che è stata sua volta una madre surrogata). Un rapporto del Council for Responsible Genetics, riferisce a partire dal 2008 questi dati non sono più disponibili. Perchè? Il vero motivo potrebbe essere legato alla questione etica ancora aperta. Si va dalla giustizia sociale ai diritti delle donne, dal benessere dei minori alla bioetica.
Al di là di tutto questo “volersi bene” e dibattere su teorie discutibili c’è una sola certezza: comunque la si presenti si tratta pur sempre di vendita di esseri umani. Un vero e proprio mercato con tanto di prezzario (anche questo non ufficiale, ovviamente) diverso da paese a paese: dai 90mila dollari del Canada e degli USA ai 50mila di Kenia e Australia fino a poco più di 20mila dollari per l��Ucraina (dati Growing Families). Secondo l’organizzazione internazionale non profit Families Through Surrogacy, un figlio avuto tramite madre surrogata arriverebbe a costare dai 100mila dollari negli Stati Uniti, 45mila dollari in Messico, poco di più (47.350) in India, Thailandia (52mila), Ucraina e Georgia (50mila circa).
Fa rabbrividire pensare che, ancora oggi, nel XXI secolo, in molti paesi possa essere considerato normale e addirittura “legale” vendere un essere umano. Non uno “schiavo” (pratica condannata e messa al bando ma, nella pratica, mai del tutto abolita: le stesse Nazioni Unite parlano di forme di “schiavitù moderna”). Un neonato paffuto e roseo, venduto un qualunque bene di lusso.
#CAlessandro Mauceri#gravidanza in affitto#Maternità surrogata#vendere la propria gravidanza#vendita legale di esseri umani
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Maternità surrogata ovvero vendita legale di esseri umani
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Maternità surrogata ovvero vendita legale di esseri umani
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L’unico settore in cui, sorprendentemente, esistono ancora delle differenze tra un paese e l’altro sono i principi morali, quella che un tempo si chiamava “umanità” (e che ora non si sa più cosa sia esattamente). Principi che in teoria dovrebbero essere insiti nella natura di ogni persona indipendentemente dal paese d’origine, dal livello culturale e dalla fede religiosa. E per questo uguali. Invece, troppo spesso, mostrano enormi differenze da un paese all’altro.
Emblematico il caso della cosiddetta “maternità surrogata”. Se ne parla poco. In genere solo quando uno dei due genitori è un personaggio famoso e la coppia decide di “avere un figlio”. Non di concepirlo o di adottarlo: di comprarlo chiedendo ad una donna di portare avanti la gravidanza per nove mesi e, una volta partorito il proprio figlio, di cederne tutti i diritti. A volte gratuitamente (almeno sulla carta: davvero qualcuno può pensare che una donna possa crescere il proprio figlio nel proprio grembo per tutta la gravidanza per poi regalarlo ad altri?). Molto più spesso in cambio di un compenso in denaro.
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In Italia (così come in Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Bulgaria) il cosiddetto “utero in affitto” è illegale in tutte le sue forme. In molti altri paesi all’interno dell’Unione Europea non è così (sempre di più l’ “unione” appare essere un mero accordo commerciale) . In Belgio, ad esempio, la gestazione per altri a titolo gratuito è legale (ad essere è vietata è quella a pagamento). Lo stesso in Danimarca. E poi in Grecia: qui la maternità surrogata gratuita è legale dal 2002, ma solo con l’autorizzazione di un tribunale (che deve verificare una serie di condizioni). Anche nei Paesi Bassi, in Ungheria e nel Regno Unito la maternità surrogata è legale.
É spaventoso pensare che una madre possa vendere la propria gravidanza e il proprio figlio. Invece, è proprio quello che accade in molti paesi. La lista dei paesi dove è ritenuto legittimo vendere il bambino appena uscito dal grembo della madre è sorprendentemente lunga. In Nepal, solo di recente sono state imposte delle limitazioni. In India, per molti anni una delle principali destinazioni per le coppie eterosessuali e omosessuali che vogliono ricorrere all’utero in affitto, solo nel 2015 sono entrate in vigore nuove leggi che limitano la maternità surrogata solo alle coppie di cittadini indiani. In Georgia la maternità surrogata, sia gratuita sia retribuita, è legale dal 1992. In Sudafrica la maternità surrogata è legale, sia retribuita che non retribuita. E così in Thailandia, ma con precise limitazioni a seconda della nazionalità dei genitori/compratori. In Ucraina è legale sia la gravidanza retribuita che quella non retribuita, ma possono ricorrervi solo coppie eterosessuali sposate. E così in Russia (dove possono beneficiarne anche single).
Negli USA (i paladini dei diritti umani, ma unico dei 196 paesi facenti parte delle Nazioni Unite a non aver mai ratificato la CRC, la Convenzione dei Diritti del Fanciullo) in molti stati l’utero in affitto è legale, a volte a pagamento (Arkansas, California, Florida, Illinois, Texas, Massachusetts, Vermont), in altre gratuitamente (New York, New Jersey, New Mexico, Nebraska, Virginia, Oregon, Washington).
Di tutto questo, però, non si parla mai. Non perché si voglia tutelare la privacy di venditrice e acquirenti. È vero che tutto avviene all’interno di cliniche dove la privacy vale più della vita umana, ma spesso sono gli stessi acquirenti a diffondere la notizia a cose fatte. Clienti spesso famosi come attori, politici e cantanti. Come Robbie Williams che insieme alla moglie ha annunciato l’arrivo del terzo figlio, una femmina dopo due maschi, nata con maternità surrogata. O come il tuffatore britannico Tom con il marito Dustin Lance Black. E poi Zoe Saldana, Sarah Jessica Parker, Elton John, Kim Kardashian, Nicole Kidman fino all’italianissimo Nichi Vendola.
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Riceviamo e pubblichiamo un intervento da parte del “Frescovo della Chiesa Pastafariana di Padova”. A fronte della condanna da parte del Tribunale di Treviso per violenza privata e molestie a un gruppo di attivisti del CSO Django (allora ZTL Wake Up!) per aver disturbato la preghiera di un gruppo di persone aderenti al Movimento per La Vita fuori dall'ospedale di Treviso, la Chiesa Pastafariana di Treviso lancia una marcia a difesa del diritto di autodeterminare il proprio corpo, contro la condanna a chi contesta gruppi che vorrebbero vedere minate le libertà individuali e collettive. L'appuntamento è per domenica 15 gennaio alle ore 10.45 in Piazza Duomo a Treviso. Salve a tutte e tutti, sono Capitan Paselli, Frescovo della Santa città di Pastavium e Scardinale della Chiesa Pastafariana Italiana. É la prima volta che la nostra amata Chiesa entra in questo portale di informazione, speriamo di fare cosa gradita e che nasca un sodalizio proficuo tra la nostra Religione e voi che seguite questo sito. Come molte e molti di voi sapranno, il 19 luglio 2012 il Consiglio Regionale Veneto approvava una legge d'iniziativa popolare il cui scopo era favorire «l'informazione su temi etici» presso le strutture ospedaliere e sanitarie. La legge era promossa dai nostri “amici” del Movimento Per La Vita (che molto spesso confondono la parola “vita” con i due momenti estremi di quella esperienza corporea che noi intendiamo come “vita”, ovvero il concepimento e la morte) e mira a garantire il presidio delle strutture sanitarie da parte di attivisti che si definiscono “ProLife”. L'idea degli amici ProLife è semplice: pregare fuori dagli ospedali e dai consultori, spazi conquistati con lacrime e sangue nel passato, e mostrare immagini rivoltanti che nessuna persona assennata esporrebbe mai, spesso ritraenti feti tritati, bambini risucchiati da tubi, manine di neonati, feti in lacrime in compagnia della Madonna pure lei piangente. Uno spettacolo aberrante, che ha il solo scopo di aumentare la già enorme sofferenza delle donne che decidono di ricorrere all'interruzione di gravidanza e che, de facto, non produce alcuna informazione sulle alternative all'aborto. Parliamone: ma secondo gli amici ProLife, una donna o una famiglia che arrivano a optare per l'aborto non si sono già fatti delle domande su strade alternative? E perché, visto che le strade alternative paiono stare così a cuore agli amici ProLife, questi non si fanno un bel giro per le scuole a promuovere la contraccezione, invece che pregare fuori dagli Ospedali, intimorendo medici non obiettori (una specie quasi estinta) e donne? Domande che non hanno risposta. Accade però che molto spesso gli specchi su cui si arrampicano gli estremisti religiosi, quelli che antepongono la loro morale ai diritti altrui, siano per altri appigli solidi. Ma di questi appigli parleremo più avanti, ora è necessario puntualizzare una cosina. Nel 2012-13, poco dopo l'entrata in vigore della Legge Regionale, fervevano le attività dei comitati a difesa della Legge 194. Nel contesto del tentativo, da una parte, di distruggere diritti conquistati da donne coraggiose in passato e, dall'altra, di salvare questi diritti, accadde un fatto importante. A Treviso, città fortemente cattolica, il 3 Marzo 2013 un gruppo di attiviste ed attivisti contestò una “preghiera” di “ProLife” fuori dall'Ospedale. E come? Gettando prezzemolo contro i preganti. Prezzemolo? Sì, prezzemolo. Tanto ma tanto tempo fa (fino al '78, quando entrò in vigore la legge 194) , il decotto al prezzemolo (fatto con la radice e non con le foglie) veniva usato come abortivo grazie al suo potere intossicante che provocava la morte del feto e spesso gravi avvelenamenti, anche mortali, alle donne che lo utilizzavano. Anche i ganci degli appendiabiti hanno avuto un discreto successo negli aborti clandestini, che hanno purtroppo il brutto vizio di avere un'altissima mortalità tra le donne. Dicevamo, prezzemolo contro i preganti. Il prezzemolo non è pericoloso al contatto con la pelle, come sa chiunque, eppure il lancio di questa terribile arma ha stuzzicato le ire di qualcuno che ha sporto denuncia. E, il 2 Novembre 2016, arriva la condanna per “violenza privata” a queste attiviste e questi attivisti che con coraggio cercavano di difendere un diritto sancito dalla Costituzione, quello di abortire in un contesto di controllo sanitario invece che in garage o nel tugurio di qualche fattucchiera. Dico “con coraggio” perché, quel giorno, c'erano loro a difendere i diritti. Loro e non tutta la società che, come spesso accade, ha dato per scontate un sacco di cose ed è finita per trovarsi nella folle situazione in cui siamo oggi, con fanatici religiosi che attaccano le strutture sanitarie. Ed ora veniamo agli “appigli” di cui ho parlato sopra. La legge regionale entrava in vigore il 27 luglio 2012, a firma del Presidente Luca Zaia, con le seguenti parole: «La Regione del Veneto promuove e garantisce nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie e nei consultori la diffusione e la divulgazione dell’informazione sui diritti dei cittadini con riferimento alle questioni etiche e della vita, riconoscendo a tutte le associazioni, di cui al comma 2, pari opportunità di comunicazione». «Riconoscendo a tutte le associazioni […] pari opportunità di comunicazione»? È una cosa davvero fantastica! Grazie Presidente! Che gentile a riservare anche a noi Pastfariani (che siamo per Statuto un' Associazione Religiosa) il diritto di pregare per divulgare ed informare sui diritti dei cittadini! Visto che è la stessa Legge promulgata dai nostri preziosi amici “ProLife” a fornirci il mezzo tramite il quale combattere odio e pregiudizi, omofobia, intolleranza e integralismo, allora sfruttiamolo. Non lasciamo soli questi esperti della condanna a pregare al gelo. Facciamo loro compagnia. Cominciamo dalle Istituzioni, che sono sempre i nostri primi interlocutori, poi passeremo al resto quando saranno obbligati a riconoscercene il diritto osservando le parole che loro stessi hanno scritto. C'è un Tribunale che ha condannato chi si è schierato a difesa delle donne? Bene, andiamo a pregare sotto di esso: che si ravveda il Giudice, proprio lui che dovrebbe garantire la tutela dei cittadini. Che si ravveda, si perverta con noi. Forse anche il Giudice ha una morale e la antepone al suo dovere? È giusto pregare per far sì che cambi rotta, e navighi verso ciò per cui è pagato. C'è un Municipio che tollera comportamenti che fomentano odio ed intolleranza? Preghiamo anche lì. Lo dice la legge che si può pregare per i diritti, andiamo a farlo. Ma noi, al contrario di altri, la Vita la vogliamo difendere anche tra i suoi estremi di nascita e morte. E vogliamo celebrarla, nella gioja del Prodigioso Spaghetto Volante che ci ha chiesto di essere coraggiosi contro soprusi e violenze e ponendo le nostre tematiche Etiche. E le nostre tematiche “etiche” riguardano proprio la fruizione libera e senza vincoli dei nostri corpi, delle nostre libertà, dei nostri rapporti. Vogliamo celebrare la Vita gioendo, bevendo, cantando, facendo l'amore e facendo il sesso senza che vengano a dirci che è sbagliato. Vogliamo celebrare la Vita combattendo con coraggio contro chi sottomette, umilia e ferisce le persone nascondendosi dietro una morale che, quando fa comodo, è pronto a rigettare. Vogliamo celebrare e difendere la Vita per mezzo dell'unione tra persone e culture diverse, ce lo dicono i nostri Otto Condimenti e quindi è etica. Vogliamo essere vicini a chi soffre per colpa degli altri, vogliamo celebrare la Vita appropriandoci di spazi di libertà per noi e per chi vuole fruirne con noi. Vogliamo celebrare e difendere la Vita essendo tolleranti con tutti tranne che con gli intolleranti. Perché gli intolleranti hanno il brutto vizio di manifestarsi in pubblico nelle maniere più disgustose. Bruciando mobili in strada, esponendo frasi razziste, umiliando i deboli e gli indifesi. Noi Pastafariani, forti delle parole con cui la nostra Pappessa Scialatiella Prima ci esorta ad essere coraggiosi pirati, vogliamo essere il cambiamento che desideriamo per il mondo. (link del discorso di insediamento della Pappessa a fine articolo) E vi invitiamo ad operare questo cambiamento con noi. Il 15 gennaio a Treviso, la neonata Pannocchia Pastafariana del Prodigiosicchio Trevigiano Tardivo ci chiama a partecipare ad una Teglia di Preghiera PRO-RIGHTS, per informare i cittadini sui temi etici Pastafariani in linea con quanto prescritto dalla Legge approvata da Zaia e dagli amici “ProLife” Il mare in tempesta è l'ambiente ideale per i Pirati che vogliono mostrare il loro coraggio, e noi Pastafariani ne abbiamo da vendere. Oggi, dopo queste deliranti condanne, la tempesta è più furiosa che mai. I diritti vacillano, soffia il vento dell'indifferenza e dell'odio. In questo vento, in questa burrasca di miseria, spieghiamo le vele ed arrembiamo tutto il mondo, nella gioja propria dei Pastafariani che indossano Scolapasta in modo da far uscire le brutte idee e trattenere quelle buone, e si bendano l'occhio stolto per osservare al meglio la realtà. Venite ad arrembare i diritti con noi. Non lasciamo solo chi si spende per tutti. Sia Pasta la Sua Voluttà Pasta La Vittoria Pervertitevi! RAmen Capitan Paselli, Frescovo Autoreggente della Santa Città di Pastavium, Scardinale Tesoriere della Chiesa Pastafariana Italiana, il grande veliero dei Pirati e delle Piratesse coraggiose che costruiscono ogni giorno una società più giusta, equa, laica ed accogliente. Discorso di insediamento della Pappessa https://youtu.be/31pz8MeHkYI
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