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#velo nuziale
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Rozz Williams (6. 11. 1963 - 1. 4. 1998)
On this Easter Day, I gifted myself the time to write whatever I had in my heart and mind.
Actually, it isn't something about today. It is about tomorrow, April 1st, though it's been on my mind for some time. It's called
THE WRONG SIDE OF THE VEIL
and I'm afraid falls in the category "I couldn't help myself". So I'll put everything, English and Italian version under the cut. Rozz knows, and he already slapped me on the wrist for writing this.
THE WRONG SIDE OF THE VEIL
Surprise: my reflection in the glass, when expected to look like a boy, it actually looked like… it whispered… Nothing… You’re… NOTHING.
That’s what you are.
While in other lands the actual boy-bride of Christ was left to wait for nothing in that wedding dress.
So it was wrong. All wrong.
And now, ashes upon ashes of time after, I’d ask of You, guilty God, the impossible favour, a horrible request: rebirth me at once into a most powerful knight, so I can slash time with my sword.
Cut the rope, be the violent right one. Rape the extreme will of the damsel in such distress. Drag him by his fabled hair, claimed back from Death, his voice screaming
again.
Italian version:
IL VELO DALLA PARTE SBAGLIATA
Sorpresa: il mio riflesso nella vetrina, che mi aspettavo assomigliare a un ragazzo, invece assomigliava a… invece sussurrava... Niente. Tu sei… NIENTE.
Questo tu sei.
Nel frattempo da un’altra parte, la vera sposa-bambino di Cristo rimaneva in attesa per niente nel suo vestito nuziale.
Sbagliato. Tutto sbagliato.
E ora, cenere su cenere di tempo che è passato, chiederei a Te, Dio che hai colpa, il favore impossibile, un’orribile richiesta: fammi rinascere, all’istante formata, come il cavaliere più potente che possa fendere il tempo con la spada.
Tranciare quella corda, essere il violento, quello giusto, per stuprare la volontà ultima di lui, damigella da salvare in extremis.
Trascinarlo per i capelli da sogno. Strapparlo alla Morte. Risentire la sua voce
gridare.
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gillianiriss · 7 months
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Stanno tornando di moda anche le vele con focolare
Stanno tornando di moda anche le vele con focolare. Questi veli tradizionali hanno uno strato più corto indossato sul viso durante la cerimonia nuziale. Con la lunghezza del velo, dovrai scegliere il bordo e l'abbellimento del velo. I veli sono realizzati in tulle: alcuni più morbidi e fini altri. Quando non ha alcun bordo, viene chiamato bordo grezzo o tagliato. Una sposa non può sbagliare con questa scelta. Un vestito più semplice può resistere a un velo ricco di pizzi e cristalli, e un vestito ricco di pizzi e decorazioni non sarà sopraffatto da un velo più semplice. Considera il retro del tuo vestito quando scegli il velo.
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Mediterraneo (anime naufraghe)
Di te il ricordo, larvamentale, evanescente,della tua immagineperfetta, vera;e quando sbatti mollemente palpebreschiumose e ciglia d'alghe,come procace, muliebre sartocuci e ricuci, ricami e ami,il tuo velo nuziale,a strati di curve e curvo su stratidi tulle d'ondee quando col tuo impetodevasti, palpi, penetri, saccheggi,a volte spazzi sponde,porti, insenature, promontori,litorali e con essi vite,o mare evochi e ridesticol tuo richiamo, ancestrale e folle,in me: profano adepto del tuo culto,incistato nelle mie lontananzedolci, di terre e d'acque quiete.Così, come allibito, scoproche getti e riconduci,sveli e racchiudi in teil vivo il morto il putrido il balenoche ti pregna, al di sottodella superficiale squamache agiti e affondi, come lama,nel ventre e nelle guancegonfie del ventoche ti solleva e schiantastende e arrotola scuotestrugge distrugge incita.E il filo del tuo metallo ritagliaun luogo d'anima,cela protegge, ed imitala sostanziale vastità che abitanel segreto del tuo abisso; doveil tuo cuore immoto pulsa,profondo e cupo,di tonfi, di relitti inabissati,di annegati, cullati come feti,nel tuo grembo, sognanti eternamente,di carcasse di balene che giungono,ammutolite e lente, ai tuoi fondalidi sepoltura, là dove piangel'antico Leviatano e rende omaggio,modulando il suo cantoestremo: il suo ultimo saluto.Ma di tanto fermento, sulla terra,di tutto il vita e morte che ti palpita,non rimane che uno sforzodi fusione, di inanellatied incompiuti amplessi,ed il salmastro effluvio del tuo orgasmo. (Primo classificato premio La Stampa al salone del libro Torino) Foto di Flavio Ferraro per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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littlepierrot · 1 year
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Drabble da 300 parole partecipante all'ultima settimana del cow-t 13, missione 6.
Titolo: Luna Piena
Fandom: MHA
Pair: BKDK
Katsuki stava in piedi davanti all'entrata della tenda nuziale. Al suo interno avrebbe incontrato l'omega scelto dai suoi genitori e che dopo quella notte insieme sarebbe stata la sua sposa.
La cerimonia era semplice nella sua tribù. Mordere un omega durante una notte di luna piena per essere sposati.
Nulla di troppo complicato, se non ché Katsuki odiava l'idea di unire a sé chicchessia. Sarebbe stata sicuramente una palla al piede. Una squallida comparsa degna forse di quell'unica scopata a cui era costretto. Dopotutto lui era l'erede, il futuro capo tribù. Il suo compito era generare una nuova discendenza. Sperò che almeno l'omega che gli avevano trovato fosse fertile, così che rimanesse subito gravida e lui non dovesse più preoccuparsene.
Prese un profondo respiro, ancora fuori dalla tenda e volse gli occhi alla luna piena alta nel cielo. La fissò con odio, come a darle la colpa, e poi scostò il drappo di stoffa che celava l'entrata.
Subito fu accolto da un buon profumo che gli fece venire l'acquolina e scorse la sua futura sposa in mezzo alla stanza. Stava in ginocchio in mezzo a un nido che sicuramente aveva passato a sistemare durante tutto il giorno. Almeno era un lavoro preciso e curato. Non avrebbe accettato niente di meno da chi doveva condividere con lui il resto della vita.
Si avvicinò.
Non vedeva nulla del suo corpo o volto, celato da innumerevoli veli e monili.
Lentamente si tolse di dosso le pelli che portava in vita, rimanendo completamente nudo di fronte all'omega. La vide sussultare e abbassare il volto celato e questo lo fece ghignare.
Entrò nel nido con passo sicuro, attento a non spostare nemmeno un cuscino.
Con una mano gli sollevò il velo e spalancò gli occhi.
《Deku?》
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virginiasflowers · 2 years
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Bouquet nuziale con rose, garofani, velo da sposa e lisianthus
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ma-pi-ma · 2 years
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La luna, candida, stende il velo da sposa del silenzio sui campi insonni. La notte si è vestita per la cerimonia con leggeri lustrini. Intrusa e solitaria, contemplo la liturgia nuziale, mentre uno scoppio di invidia mi riempie di lava tutti i vulcani dell'anima. 
Carme Guasch, Luna, da Interni, 1997
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4-ball · 3 years
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4 capitolo
Cristopher si svegliò un po’ controvoglia, il giorno del matrimonio di sua madre. Era però in ritardo all’appuntamento con Beatrice, programmato prima della cerimonia.
Arrivò da Beatrice al CiakCoffee e stava parlando al telefono.
“Ciao, scusami per il ritardo, ma questa notte non ho chiuso occhio”.
“Non preoccuparti, ho appena ordinato. Che hai fatto ieri sera?”
“Niente di che, ho portato Gin a spasso”.
Il barista arrivò con i caffè, lo yogurt con i cereali al miele e i waffles che ordinavano ogni volta.
“Io sono stata a casa invece, avevo dei libri da studiare.”
“Che libri?”
“Filosofia e Storia”. Beatrice era bella ma anche intelligente Aveva lunghi capelli neri con la frangetta e occhi azzurri. Non era una novità che ogni volta che stavano insieme i ragazzi la notavano.
“C’è il compito di fisica la prossima settimana”- ricordò Cristopher.
“Sì, lo so, voglio stare al passo con lo studio”. Cristopher in realtà non aveva ancora toccato il libro di fisica, per non parlare degli altri.
“Forse è meglio che inizio ad andare”. Chiamarono il barista per farsi portare il conto, e fra lui e Beatrice ci fu uno scambio di sguardi più durevole del solito e Cristopher sorseggiava silenziosamente il caffè quasi per non rovinare il momento fra i due.
“Beatrice, avrà forse cinque o sei anni in più di te.”
“Sono stata solo cortese, e poi ha un bel sorriso, a cosa alludi?”
“Niente, niente, so che ti vuoi scordare al più presto del tuo ex, ma non vorrei che ti addentrassi in storie molto più difficili, se non impossibili”- chiarì Cristopher. Beatrice gli fece un sorriso rassicurante.
•••
Cristopher arrivò in tempo alla cerimonia, e salutò tutti i suoi parenti che stavano entrando in chiesa. Salutò suo cugino Michele e andò a sedersi accanto a lui. Poteva notare suo zio Gianpiero dall’altra parte della chiesa, con una ragazza molto più giovane di lei, probabilmente la sua ennesima fidanzata, sua zia Grazia più avanti a lui, il signore e la signora Sorrone, i genitori dello sposo.
Dopo alcuni minuti di attesa, Gabriella arrivò, con un elegante abito bianco svasato e la marcia nuziale iniziò a suonare, e raggiunse Giorgio, e Cristopher sapeva che stava sorridendo dietro il velo bianco, e sorrise anche lui al pensiero.
Il matrimonio ebbe seguito in una locanda con un’ampia pista da ballo, fuori città, nei pressi del Parco Gigliodoro, uno dei parchi più eleganti di Fontana Moscati, il quartiere più in della città.
Arrivò a salutarlo suo zio Gianpiero e la sua nuova fidanzata, che aveva vent’anni in meno di lui.
“Come va Cristopher? Tutto bene a scuola?”
“Si zio, tutto bene. Ti trovo in gran forma”.
“Bene, bene”. Cristopher gli sorrise poi continuò a sorseggiare un po’ di champagne e a camminare al lato della sala, notando l’assistente del wedding planner che aggiustava dei nastri sulla scala che portava al palco. Conosceva quasi tutti in quella cerimonia. Era molto intima ma gli invitati non erano pochi. Notò Isabella, una ragazza che andava a scuola con lui, e non capiva come fosse imparentato con lei. La ragazza mentre parlava con un invitato notò anche lei della presenza di Cristopher, e gli sorrise. Poi Cristopher continuò a camminare e vide sua zia Grazia a uno dei tavoli in fondo che sembrava un po’ giù di morale.
“Zia, tutto bene?”
“Ciao Cristopher. Sì grazie, mi fanno male solo un po’ i tacchi. Credo infatti che li toglierò e li metterò sotto il tavolo”. Si tolse i tacchi e nascose i piedi sotto il tavolo.
“Tua madre e Giorgio li vedo così bene insieme. Sai forse finalmente ha trovato davvero la sua anima gemella, dopo tre matrimoni”. Rivolse un sorriso a Cristopher e lui rispose di cortesia. Sua madre notò curiosa che Cristopher e sua sorella stavano parlando, rivolgendoli un cenno di sorriso, e continuò a parlare con Giorgio.
“Sai, è difficile trovare la propria metà. Soprattutto se quella metà non pensa minimamente che tu possa essere quella giusta per te.”- continuò zia Grazia.
“E cosa potrebbe pensare, zia Grazia?”
“Purtroppo non sono ancora in grado di capire cosa passi dalla mente delle persone. So solo che l’universo non è sempre buono con tutti”. Cristopher gli sorrise e continuò a camminare. Sua zia Grazia era sempre stata un po’ fuori dal comune.
Mentre il pianista stava suonando un motivo allegro, la corrente saltò e la musica smise di suonare. Da un clima un po’ allarmante, Rodolfo, il wedding planner cercò di calmare tutti quanti.
Dopo un brusio ansioso, si sentì un urlo provenire da un tavolo in fondo. La signora Sorrone era in preda a una crisi, vedendo suo marito sanguinante dal cuore, giù a terra. Tutti iniziarono ad agitarsi, ma qualcuno della sicurezza cercò di calmare le persone. Cristopher cercò di avvicinarsi al luogo del delitto. Tutti erano sconvolti.
Il clima di festa era stato scaraventato in un secondo, dopo il blackout e tutti erano in panico. Arrivò la polizia, la scientifica iniziò a supervisionare il luogo del delitto. L’investigatore iniziò a parlare con la moglie e chi era al tavolo con lui. Cristopher era agitato, e andò da sua madre.
“Cristopher, tutto bene?”. Sua madre era spaventata, ma cercò anche di tranquillizzare Giorgio, che se in apparenza cercava di prendere il controllo, non sembrava molto in sé.
L’investigatore Langretti cercò di richiamare l’attenzione di tutti: “Buonasera signori, mi dispiace di questa tragedia, ma se collaboriamo possiamo chiarire quanto è successo in questa sala”.
“Dovete assolutamente rimanere qui perché l’attentatore potrebbe ancora essere fuori di qui. Inoltre bisognerà fare degli accertamenti e per porvi delle domande, prima dei colloqui individuali. Non ve ne andrete di qui almeno per le prossime tre o quattro ore, prima che la scientifica abbia preso tutti gli indizi necessari e la mia scorta abbia perlustrato tutto l’edificio e il parco.”
Così l’investigatore Langretti fece sedere ogni invitato e li dispose di fronte a lui.
“Da quando è iniziata la cerimonia, qualcuno ha visto qualcuno che non era stato invitato?”. Gli invitati si guardarono intorno.
“Qualcuno che non sembrava avesse buone intenzioni? Parlo anche di chi fa parte del catering, qualcuno vi ha fatto supporre che c’era qualcosa che non andava per il verso giusto?”. Cristopher cercò di rammentare quando vide gli invitati alla cerimonia, e poi di quando arrivarono al parco. La famiglia di Isabella non c’entrava, scoprii dopo che era la figlia del cugino di Giorgio. Altre persone estranee dalla sua famiglia e di quella di Giorgio gli parve non esserci state. Il signor Sorrone era un avvocato, e qualcuno ha voluto scegliere il giorno del matrimonio di suo figlio per fargliela pagare per qualche processo che non gli è andato a genio. Le cause potevano essere molte.
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tourcanadaest · 5 years
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14-09-2019 8°giorno : Toronto - Cascate del Niagara – Niagara on the Lake - Toronto
Sveglia alle 06.00, colazione e partenza alle 07.30 per un giro orientativo di Toronto in Bus in una città fantasma perché domenica. Alle 09.00 siamo alla meta più ambita del viaggio: le Cascate del Niagara. “Le cascate del Niagara, situate nel nord-est dell’America, a cavallo tra USA e Canada, sono per la loro vastità tra i più famosi salti d’acqua del mondo. Non trattandosi delle cascate più alte del mondo, la loro fama è certamente legata alla spettacolarità dello scenario, dovuto al loro vasto fronte e all’imponente portata d’acqua. Si tratta precisamente di un complesso di tre cascate distinte, anche se originate dal medesimo fiume, il Niagara. Iniziano dal versante canadese con le Horseshoe Falls (ferro di cavallo), dette talvolta anche Canadian Fall, separate dalle American Falls, sul lato statunitense, dalla Goat Island (Isola delle Capre) e finiscono sempre nel suolo statunitense con le più piccole Bridal Veil Falls (Velo nuziale). Il nome Niagara ha origine dal termine in lingua irochese Onguihaara che vuol dire stretto. Una leggenda della zona narra di Lelawala, una bella ragazza fatta fidanzare, dal padre, ad un ragazzo che ella disprezzava. Piuttosto che sposarsi, Lelawala scelse di sacrificare se stessa al suo vero amore He-No, il Dio Tuono, che dimorava in una caverna dietro la Cascata a Ferro di cavallo. Ella pagaiò sulla sua canoa nelle veloci correnti del fiume Niagara e precipitò dal bordo della cascata. He-No la raccolse mentre precipitava ed i loro spiriti, secondo la leggenda, vivono uniti per l'eternità, nel santuario del Dio Tuono sotto le cascate.”  Prima sosta al Table Rock Welcome Centre. Fotografiamo le acque del fiume Niagara dalla parte alta delle Cascate, alle Horseshoe Falls. Poi ci spostiamo per la “mini crociera Hornblower fino a sotto le cascate, un’esperienza davvero emozionante che ci dà la possibilità di vedere le cascate in tutta la loro potenza e splendore.”  Passato il controllo ticket ci danno un poncho impermeabile rosso (azzurro dalla parte USA) per proteggerci dalla furia delle acque; poi ci fanno una foto ricordo da ritirare, a pagamento, alla fine dell'escursione. Entriamo in una cabina di funicolare che attraverso una ripida rotaia a cremagliera ci porta a livello delle acque dove ci imbarchiamo sui battelli della Hornblower. Indosso alla perfezione il poncho e preparo la macchina fotografica e lo smartphone. Partiamo asciutti, inizio a fotografare. Passiamo da poche gocce d'acqua a uragano travolgente in pochi minuti. C'è il fuggi fuggi. Cerchiamo di ripararci dietro le vetrate del battello e cerchiamo di continuare a scattare foto. Quando il battello gira per tornare indietro siamo zuppi anche sotto il poncho. Sbarcati, torniamo su con la cabinovia e ci stendiamo al sole per asciugarci. Mi accorgo che lo smartphone non mette più a fuoco. Si e inzuppato troppo. Che debba comprarne uno nuovo?. Intanto, rivestiti, cerchiamo di attraversare il ponte tra Canada e USA. Non c'è nessuno per chiedere informazioni, solo dei tornelli e delle gettoniere per pagare un ticket. Disperando di poter rientrare in Canada senza problemi, rinunciamo all'impresa. Facciamo un giro nel parco divertimenti su Clifton Hill e raggiungiamo il gruppo per il pranzo previsto al tredicesimo piano di un hotel con vista panoramica sulle Cascate tra le 12.30 e le 13.35. Irritato per l'incidente allo smartphone, mangio a più non posso. Dopo pranzo ci spostiamo a Niagara on the Lake, “graziosa cittadina in stile coloniale.” . Arrivo alle 14.40, passeggiata tra personaggi storici, e partenza per l'hotel a Toronto alle 15.10. Arrivo alle 17.15. 40' dopo usciamo in solitaria verso una vecchia distilleria trasformata in zona trendy della città: The Distillery Historic District. Poi seguiamo La Esplanade fino alla zona della CN Tower. Alcuni compagni di viaggio sono a cena proprio sulla Torre (CAD 40). Io resto a digiuno per smaltire il pranzo luculliano. Fortunatamente lo smartphone, asciugatosi, ha ripreso a zumare correttamente. Evviva. Rientro alle 21.30, letto alle 22.50.
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lacameliacollezioni · 2 years
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VELI DA SPOSA - in tulle con pizzo chantilly
𝒱𝒶𝓁𝑜𝓇𝒾𝓏𝓏𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 𝑒 𝒟𝒾𝒻𝒻𝓊𝓈𝒾𝑜𝓃𝑒 𝒞𝓊𝓁𝓉𝓊𝓇𝒶𝓁𝑒 𝒹𝑒𝒾 𝓅𝒾𝓏𝓏𝒾 𝑒 𝒹𝑒𝒾 𝓂𝑒𝓇𝓁𝑒𝓉𝓉𝒾 𝒶𝓃𝓉𝒾𝒸𝒽𝒾 - velo nuziale secolo 900 in tulle bordato in pizzo chantilly con calotta - Mt. 3,20
𝒱𝒶𝓁𝑜𝓇𝒾𝓏𝓏𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 𝑒 𝒟𝒾𝒻𝒻𝓊𝓈𝒾𝑜𝓃𝑒 𝒞𝓊𝓁𝓉𝓊𝓇𝒶𝓁𝑒 𝒹𝑒𝒾 𝓅𝒾𝓏𝓏𝒾 𝑒 𝒹𝑒𝒾 𝓂𝑒𝓇𝓁𝑒𝓉𝓉𝒾 𝒶𝓃𝓉𝒾𝒸𝒽𝒾 velo nuziale secolo 900 in tulle bordato in pizzo chantilly con calotta – Mt. 3,20
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alicesilva6 · 6 years
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Tarot storytelling
SOGNI: Il bagatto, l’imperatrice, la forza; le stelle, il mondo
Un ragazzo inizia a sperimentare proiezioni astrali ogni volta che si addormenta. Una notte incontra durante un suo viaggio mentale una bellissima donna che inizia a parlargli dei misteri dell'universo. L’incontro si ripete anche le notti dopo, e con il tempo, lui si innamora di lei. Piano piano, il ragazzo inizia a perdere il contatto con la realtà, preferendo ignorare la sua vita reale in favore di quella nei suoi sogni. Poi, una notte, lei gli dice che non ha più segreti da dirgli. Lui le confessa che la ama e che vuole vivere con lei per sempre. Lei acconsente, dischiude un paio di ali scure, e porta il ragazzo via con sé nella notte, per sempre.
NOSTRA SIGNORA: Il bagatto, l’imperatrice, la forza; le stelle, il mondo
John, uomo sulla cinquantina che conduce una normale vita noiosa, incontra Nova, dolce ragazza che fa parte di un gruppo di cultisti, e se ne innamora. John convince Nova a scappare, e i due si lasciano tutto alle spalle in cerca di una vita  migliore. Mentre scappano, lei rimane incinta. Un giorno, però, i cultisti li trovano, e fanno sparire Nova nel nulla, lasciando John solo e in un vortice di disperazione che lo spinge sull’orlo della follia e, infine, al suicidio.
IL MAGO: Il mondo, la forza, l'imperatrice; il bagatto, le stelle
Un vagabondo si sveglia una notte e si trova di fronte un uomo con una maschera e un frac che gli sta porgendo un mazzo di carte; convinto che sia un sogno, lui ne pesca tre. Sono la regina di cuori, un jack di picche, e un re di quadri.  Improvvisamente il braccio inizia a bruciargli, e su di esso compaiono tre simboli: un cuore con un velo nuziale, due picche incrociate, e un simbolo dei quadri con una corona. Il vagabondo rialza lo sguardo, ma l’uomo è scomparso, così decide di tornare  a dormire. Quella stessa notte, una donna gli inciampa addosso. Quando lei si rialza, il vagabondo nota che ha la faccia sporca di trucco e i vestiti strappati. Alle sue spalle, ci sono degli uomini che ridono, inseguendola.Il vagabondo allora si alza, e con una forza quasi sovrannaturale li respinge e li mette in fuga. Dopo che anche l’ultimo delinquente è sparito dietro l’angolo, il vagabondo porta la ragazza alla polizia, e poi torna in strada. La mattina seguente, lei torna da lui, vestita lussuosamente; come ricompensa per averla salvata, gli regala 100000€.
Lui la abbraccia, e vede che l’ultimo simbolo che era sul suo braccio, il re di quadri, scompare, e che dietro di loro dall’altra parte della strada, l’uomo con la maschera saluta per poi scomparire anch’esso.
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ripensamenti · 3 years
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Sei musulmanA?
inteso come velo nuziale, se ti riferivi a quello ahah
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incamminoblog · 4 years
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Nico Guerini"Tra Dio e Cesare"
Nico Guerini”Tra Dio e Cesare”
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XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (18/10/2020)
Le ultime tre parabole – quelle dei due figli, dei vignaioli omicidi e del banchetto nuziale, poste significativamente dopo la cacciata dei venditori dal tempio, dirette al gruppo ben noto di «sommi sacerdoti e farisei», i quali capiscono benissimo che, sotto il velo della parabola, Gesù li identifica con i personaggi negativi delle tre…
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virginiasflowers · 2 years
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Bouquet nuziale con rose, garofani, velo da sposa e lisianthus
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ma-pi-ma · 3 years
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Ma se infine vieni, spoglia dei tuoi fiori nuziali, nell’ora in cui tutto il mondo si disfiora e lo sguardo di cenere si copre;
se allora, con la bocca gelata dal tramonto postumo che divora ogni illusione e fatalmente incorona, se mi dici all’orecchio: sono il nulla,
ti dirò grazie di lasciarti vedere e abbracciarti nuda, d’essere mia seppure nell’istante che ti perdo;
e dormirò nel letto che il mio cuore ha fatto, sognando che la morte è il tuo ultimo velo, poesia.
Cintio Vitier, Ultimo canto nuziale, da Testimoni, 1968
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daniela--anna · 4 years
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Velo da sposa: storia e significati.
Furono gli antichi romani a parlare per la prima volta di velo nuziale, invitando le giovani coppie che andavano all’altare a indossare il "Flammeum" un velo dai colori del fuoco vivo posto sopra la coppia durante la celebrazione della cerimonia, per invocarne protezione e buon auspicio.
Spesso sul velo veniva poggiata una coroncina di mirto e fiori d’arancio come simbolo di verginità della donna. In realtà, accanto a questo significato più romantico, si nasconde una realtà altrettanto nota ovvero la volontà di celare le reali fattezze degli sposi fino allo scambio delle loro frasi per la promessa di matrimonio.
In un’epoca in cui le unioni erano combinate dal volere delle famiglie, era importante giungere all’altare senza guardarsi ben in viso, se non dopo essersi giurati amore eterno.
L’aspetto del velo nuziale inizia piano piano a mutare nel Medioevo quando, per la prima volta, viene utilizzato il lino come tessuto con cui stratificare questo accessorio, poggiato sempre sul capo della sposa attraverso perle e fili d’oro.
La sua funzione apotropaica (di allontanamento), aiutava a scongiurare dalla sposa la cattiva sorte, le malelingue e gli spiriti maligni, in una sorta di credenza popolare tipica del periodo medioevale.
Per questa ragione, la presenza di più strati era necessaria per assolvere meglio la sua funzione e, al contempo, dotare il velo di quei primissimi elementi decorativi che l’hanno condotto fino ai giorni nostri.
Il Novecento segna il punto di svolta: abbandonati le credenze e i retaggi del passato, il velo inizia a invocare la sua natura odierna, come vero accessorio di bellezza per la sposa inscindibile dal suo abito.
Eppure, il Novecento è fatto di tappe importanti, che incidono sulle reali sembianze di questo protagonista di tendenza nelle nozze, specie in quelle più blasonate, tanto che la sua lunghezza e il suo tessuto cambieranno nel corso dei decenni, prima in base a fattori sociali ed economici, poi in base alle nuove tendenze, fino ad arrivare ai giorni nostri dove ogni donna sceglie il proprio velo in base al suo personalissimo gusto.
📌
Le origini del velo da sposa: una lunga storia d'amore
https://www.matrimonio.com/articoli/origini-velo-da-sposa--c3770
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silicabeast34-blog · 5 years
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Il bouquet sul pozzo e altre storie del nostro matrimonio
La mattina del matrimonio la sveglia è suonata alle sei. Avevo dormito con Claudia, mia sorella, nella mia vecchia stanza a casa dei miei. Solo una decina di metri da casa mia, stesso indirizzo, stessa vista, stesso giardino e stessa aria, eppure sembrava una vita fa.
Alle sei avevo già gli occhi aperti, ascoltavo il respiro regolare di Claudia che dormiva lì accanto, come ho fatto per un vita quando condividevamo la stessa camera.
Mi sono alzata in silenzio e sono scesa a fare colazione con mamma, lei sempre in piedi prima di tutti: aveva già preparato il caffè, una crostata e un dolce allo yogurt. Ho scoperto che usa così, per essere pronti a ricevere non solo parrucchiera e truccatrice, ma anche tutti gli amici che sarebbero passati a trovarci. Un caffè in silenzio, come se fosse una qualsiasi mattina tra mamma e figlia, e poi improvvisamente è iniziata una giostra che ha smesso di girare solo a tarda sera.
Chiara e Giulia, le due amiche che si sono occupate dell’acconciatura e del trucco, sono arrivate per prime, trasformando il soggiorno dei miei in un salone di bellezza. Poco dopo sono scese Claudia, mia sorella, e l’altra Claudia, la cugina di Tommaso, le nostre due testimoni tuttofare, poi via via nel corso della mattina sono apparse sulla porta anche Regula, Sarka, Laura, Valeria, Anna e Lauretta. Mamma faceva gli onori di casa, nonna sostava in piedi da una parte, già pronta di prima mattina, con una vestaglia rosa sopra al vestito, per non sporcarsi.
In tutto questo, mancava Noa, che la sera prima aveva dormito con Tommaso.
È entrata poco dopo, dando una testata alla porta di cucina, come al suo solito, tutta emozionata come se sentisse anche lei che quello era un giorno importante per tutti noi. Nascondeva un bigliettino nel collare, un modo di Tommaso per far passare le comunicazioni attraverso le linee nemiche. Lì ho iniziato a commuovermi e non ho più smesso.
Mi sentivo la protagonista di uno di quei film che hanno contribuito alla mia educazione sentimentale, quelle commedie in cui sai già come andrà a finire. Ripenso spesso a quelle ore, ma ho una visione annebbiata, a volte per le lacrime di emozione, altre per il trucco, la lacca e la sveglia all’alba.
Arrivate le dieci, sembrava che fosse scoccata la mezzanotte per Cenerentola. Tutti si sono dileguati, sparendo in una scia di profumo, per cercare un posto in chiesa.
Siamo rimasti io, babbo e Noa. Andrea, il nostro amico che si è prestato a fare il fotografo della giornata, mi ha fatto promettere di non muovermi fino al suo via: d’altronde la chiesa era a cinque minuti da casa, dovevo solo avere pazienza.
Ho appoggiato il bouquet sul pozzo e ho iniziato a camminare avanti e indietro, salutando i vicini che si affacciavano stupiti, controllando spasmodicamente il velo e la treccia, con babbo che fremeva per partire, per accompagnarmi lungo la navata della chiesa. Una camminata molto breve, viste le dimensioni della chiesina di campagna di Mensanello.
Quando è arrivato il via libera di Andrea, ho salutato Noa con un bacino sul naso, ho fatto un respiro grande e sono corsa in macchina cercando di infilare il vestito bianco nella 500 e siamo partiti.
La 500 Abarth prestata da mia zio ha percorso le poche curve che ci separavano dalla chiesa in un battibaleno.
All’arrivo c’erano tutti gli amici e i parenti, sorrisi, applausi, un sole accecante, auguri gridati da lontano, facce amiche e rassicuranti, il braccio di mio babbo a cui aggrapparmi, il velo da sistemare, i tacchi su cui cercare di avere una camminata il più naturale possibile, e una mano libera che nelle mie infinite prove mentali di quel giorno non c’era. Stavo forse sbagliando qualcosa?
Il bouquet! I left my bouquet at home! ho gridato a Regula. Il bouquet era rimasto sul pozzo.
Il panico è serpeggiato tra gli invitati, abituati alle scene di isteria delle spose moderne. Io ho iniziato a ridere. C’è sempre qualcosa che va storto in un matrimonio, tanto valeva che fosse quello, anche se avevo scelto il bouquet mesi prima, comprato su Etsy insieme ai fiori per i capelli, per il collare di Noa, per le testimoni e per le boutonnieres di sposo e babbi.
All’improvviso è spuntata una nipotina, Sara, che mi ha portato, raggiante, un bouquet. Come mai c’era un bouquet in più? Mia zia glielo aveva dato in modo che anche lei avesse un ruolo, visto che sua sorella avrebbe portato le fedi in chiesa. Nessuno aveva però immaginato un’entrata in scena così trionfale. Sara aveva il sorriso di chi ha appena salvato un matrimonio di fronte a più di cento invitati. Non camminava, volava. Ho afferrato il bouquet di scorta, mi sono appoggiata a babbo e siamo entrati in chiesa sulle note dell’Ave Maria cantata dalla nostra amica Valentina.
Tommaso era lì, emozionatissimo, mi guardava, mi ha stretto la mano e non me l’ha più lasciata.
Sono passati quattro mesi esatti da quel giorno. Ogni tanto riguardo le foto per ricordarmi che è successo davvero, non solo nella mia immaginazione. Per davvero ho indossato l’abito bianco con il velo, per davvero ci siamo sposati nella chiesina di Mensanello, per davvero ce l’abbiamo fatta nonostante le liste, gli impegni, gli imprevisti. Abbiamo voluto un matrimonio che ci somigliasse, semplice, caldo, casalingo, nostro.
Ha richiesto più impegno di quanto avessimo preventivato, però ce l’abbiamo fatta grazie all’aiuto di tanti amici che hanno contribuito a rendere questo giorno ancora più speciale.
Abbiamo sentito il clima di festa per le settimane a venire, ci sentivamo sempre appena sposati, in diritto di festeggiare e festeggiarci. Oggi, a distanza di quattro mesi, quando la vita normale e il lavoro hanno già preso il sopravvento, scrivere questo post mi è servito a ritrovare, intatta, tutta l’emozione di quel giorno.
Come ti avevo promesso qualche mese fa, ecco qualche foto e qualche dettaglio in più su menu, location e, soprattutto, sulla torta nuziale!
La location, Mensanello
Mensanello è un agriturismo, una fattoria toscana. Usiamo il loro vino e il loro olio durante i nostri corsi di cucina, apriamo la loro birra quando facciamo la pizza nel forno a legna. Li consideriamo amici, e siamo felici di poter crescere insieme, in questa parte di Toscana meno conosciuta, sostenendoci a vicenda, dandoci una mano quando necessario e stappando insieme una bottiglia di birra a cena, perché è così che nascono le idee migliori.
Tommaso ha buttato lì l’idea di sposarci davvero dopo che siamo stati a festeggiare il matrimonio dei nostri amici Marta e Conrado proprio a Mensanello. Ci ho messo un po’ a realizzare che quella era una proposta, fatta nel nostro stile, ma Mensanello è stato fin da subito incluso nella pianificazione del matrimonio, anche perché la chiesetta nella quale volevamo sposarci era proprio lì, di fronte all’agriturismo. Ci piaceva l’idea di arrivare e rimanere in un solo luogo, all’interno di un villaggio, perché fosse proprio un matrimonio di campagna.
   Le decorazioni
Siccome il matrimonio aveva preso fin da subito il tono del fatto in casa, anche lo decorazioni lo sono state. Abbiamo raccolto barattoli, vasi e bottigliette per tutta l’estate, abbiamo comprato candele e portacandele, i fiori al mercato la mattina prima del matrimonio e un’intera macchina di vasini di erbe aromatiche alla Cooperativa di Legnaia a Firenze. Una sessione di consigli con Luisa de Il Rigo e una sua idea di decorazione scarabocchiata su una tovaglietta di carta gialla ci ha dato la fiducia necessaria a prendere in mano la situazione. 
Le due Claudie la sera prima hanno raccolto rosmarino, cedrina e salvia ananas in giardino e qualche fiore spontaneo in giro per Mensanello e poi hanno composto i vasi che, alternati alle aromatiche infilate in un sacchetto di carta, avrebbero decorato tutti i tavoli. Sui tavoli tovaglie bianche e runner di iuta. Abbiamo finito di sistemare tutto la sera alle 10, siamo tornati a casa e ci siamo salutati. Ci saremmo rivisti la mattina dopo, in chiesa.
Regula e Bruno, oltre a fare il design degli inviti basato sui fiori dipinti a acquerello dalla mamma di Tommaso, hanno preparato metri e metri di bandierine per decorare la veranda di Mensanello dove abbiamo mangiato. Nel pomeriggio di venerdì, mentre pensavamo ai fiori e alle ultime incombenze – ovviamente lo smalto che mi ero messa mi si è scheggiato innumerevoli volte -, Regula, Bruno, Sarka e Francesca hanno attaccato le bandierine e hanno trasformato una veranda di campagna in una sala da matrimonio inglese. È stato un matrimonio fatto in casa, sì, ma con l’aiuto di una squadra di amici preziosi e insostituibili.
Per le bomboniere, siamo rimasti in tema botanico.
Abbiamo scelto le piantine grasse del Giardino Sotto Vico, un giardino botanico che ha una collezione meravigliosa di piante grasse e succulente provenienti da tutto il mondo, che è anche un centro didattico, terapeutico, di incontro e di svago per bambini, adulti, anziani, scuole, centri per l’handicap e residenze protette, con l’obiettivo dell’inserimento lavorativo dei diversamente abili.
I formaggi
Pochi giorni prima del matrimonio siamo andati a Radicondoli, dai nostri amici di Podere Paugnano. Era il mercoledì sera, poco prima dell’ora di cena. La strada tra boschi e campi bruciati del sole era vuota, i finestrini abbassati, la luce già radente e rossa, come nei tramonti di fine estate. Di solito in macchina io e Tommaso siamo silenziosi, ma quel giorno stavamo ripercorrendo per l’ennesima volta tutte le cose da fare: i fiori, le piante aromatiche, i menù da stampare. Abbiamo passato settembre in uno stato perenne di liste da spuntare.
Arrivati a Paugnano, però, è scesa la calma. Dalla fattoria di Giovanni si vede Radicondoli, e poi solo vallate, boschi e campi. Il tintinnio delle campanelle delle pecore è uno dei pochi rumori che si sentono, insieme al belare lontano del gregge e al miagolio dei gatti, che ti corrono incontro appena scendi di macchina. Subito dopo i gatti, Giovanna con il suo sorriso e il suo abbraccio.
Ho conosciuto Giovanni e sua moglie Giovanna per caso, durante un Mercatale in piazza, ma da allora ho imparato ad apprezzare tutti i loro formaggi, i pecorini freschi e stagionati, la ricotta fresca, la robiola e il mio preferito, il raviggiolo freschissimo. Lavorano il latte quotidianamente, sia con caglio animale che vegetale, quello antichissimo, il primo che l’uomo abbia scoperto, ottenuto dal cardo selvatico, la cinaria cardunculus, chiamata presura in Toscana.
Sono gli unici in Toscana a produrre il pecorino di Lucardo, un antichissimo formaggio citato nelle novelle del Boccaccio fatto con caglio vegetale, l’infuso di pressura, con una lavorazione complessa e una stagionatura lunga in sacchetti di stoffa, un misto di lino e canapa. Viene un formaggio compatto, sapido, che dopo la lunga stagionatura ricorda vagamente il Parmigiano. Era tanto prezioso da essere addirittura usato come mezzo di scambio. E questo, ovviamente, non è mancato al nostro matrimonio, insieme a un pecorino fresco, uno stagionato e una robiola dalla buccia fiorita.
Abbiamo servito i formaggi di Paugnano con una selezione di mieli e confetture.
C’era il miele che Marta e Conrado, due nostri carissimi amici, ci hanno regalato, fatto anche con i fiori delle nostre acacie. C’era anche la confettura di cipolle di Certaldo, un classico da qualche anno di ogni corso di cucina, e la confettura di pomodori piccante, che invece ho fatto per la prima volta quest’estate.
I ravioli di ricotta
Prima di capire quanta organizzazione, liste e tempo richiedesse l’organizzazione di un matrimonio, pensavo che avrei voluto cucinare per tutti gli ospiti. Sì, mi ci sarei sicuramente divertita, e mi vedevo a portare in tavola un vassoio di lasagne con un grembiule macchiato di sugo legato sopra al vestito da sposa. Quando però abbiamo iniziato a pensare di sposarci proprio a Mensanello, mi sono resa conto che il non dover cucinare ma il poter seguire da vicino il menù, la scelta degli ingredienti e il poter contribuire in qualche modo al risultato finale era la soluzione migliore per non impazzire. Per fortuna per una volta sono stata ragionevole.
Al nostro matrimonio volevamo che ci fosse la pasta fatta in casa, i ravioli. E abbiamo deciso di farli noi, semplicissimi, con la ricotta fresca di Paugnano.
E così la sera prima del matrimonio ci siamo presentati a Mensanello con una decina di buste di ravioli, preparati qualche settimana prima, congelati e pronti per essere serviti con un ragù di maiale in bianco.
Ne ho assaggiato solo uno il giorno del matrimonio, perché come tradizione vuole abbiamo passato più tempo in giro per i tavoli a chiacchierare che seduti a mangiare. Ovviamente ne sono avanzati un bel po’ di quei 1.500 ravioli, li stiamo ancora mangiando.
La torta e il buffet dei dolci
Ho conosciuto Emanuela ai tempi del forum de Il Cavoletto di Bruxelles. Ci siamo incrociate per anni tra corsi di cucina e amiche in comune e, alla fine, siamo diventate amiche.
Emanuela è pasticciera da poco più di un decennio, ma è da sempre appassionata di impasti e forni accesi. Più conosciuta come La Dolce Peonia, il nome del suo laboratorio che è diventato poi anche il suo. Oggi è una pasticciera in movimento, divisa tra corsi, collaborazioni fatte di biscotti e torte e continua formazione, con frequenti fughe parigine.
È stata una delle prime amiche a sapere che ci sposavamo, con un anno in anticipo, perché non potevo immaginare nessuno più adatto di lei per fare la nostra torta nuziale.
Dopo un giro di email e di assaggi, siamo arrivati alla decisione finale su quale sarebbe stata la nostra torta: un biscuit al cioccolato fondente, bagnato con lo sciroppo di arance avanzato dalla canditura delle scorze, una crema di ricotta dell’Appennino con gocce di cioccolato come farcitura e, come copertura, una ganache di cioccolato bianco alla vaniglia. Una torta non troppo dolce, leggera, che è piaciuta veramente a tutti: nel video del matrimonio si vede mamma che passa e ci dice chiaramente: mmmhh buona la torta!
Ne abbiamo congelato un pezzettino che mangeremo il prossimo 22 settembre, per festeggiare il nostro primo anniversario.
Oltre alla torta Emanuela ci ha preparato anche dei piccoli choux craquelin con chantilly al mascarpone e marmellata di arance, biscotti secchi al caffè, zezettes, e bicchierini di cheesecake alla ricotta, da accompagnare con i nostri liquori fatti in casa: limoncello, nocino, liquore al bergamotto e alla verbena.
P.S. Hai visto che Emanuela sarà al nostro studio sabato 16 febbraio per un corso di cucina sulla pasta sfoglia?
Scene da un matrimonio
I nostri amici Sarka e Pavel ci hanno anche regalato un video della giornata: non so quante volte l’abbiamo già rivisto, racconta perfettamente come ci siamo sentiti e quanto ci siamo divertiti.
Source: https://it.julskitchen.com/altro/life/il-nostro-matrimonio
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