#vai a capire tu adesso
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animapunkocchidipeterpan · 3 months ago
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Ghalaxian Gate? Passaporto? Ghali che cosa mi significa questo?
dalle storie di Ghali su IG
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Fissa nella mente
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Lo so: “non posso fare a meno di amarti.” Me l'hai detto cento volte. Poi: “sei sempre salda e fissa in cima alla lista dei miei desideri.” Cazzo, che palle grosse che sei! Sentimi bene, bimbo: siamo solo usciti qualche sera quando tua moglie e i figlioli erano al mare. Si vabbè, t'ho fatto anche scopare, per un po’ di sere: è stato perché eri così caruccio, mi faceva tenerezza il marito smarrito e poi… francamente stavo dimenticando i rudimenti dell'arte e mi serviva qualcuno che mi togliesse le ragnatele, lì sotto. E mi sono anche divertita, con te. Giuro. Ma non ti amoooo! E comunque, sei di un'altra. Non sottoscrivo certo un investimento a perdere già in partenza, fossi scema. Peraltro poi, io sto sempre aspettando che l'uomo che mi piace davvero si decida e mi scelga.
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Sto cercando di prendermelo con ogni mezzo, ma lui proprio non riesco a farlo crollare. E a farmelo, porca puttana! È fidanzato. Con quella scema è sempre un tiramolla; si pigliano e poi si lasciano. E quando si lasciano, io mi ficco subito in mezzo. Cercando di consolarlo, di consigliarlo “per il suo bene” a lasciare quella donna, perché non è adatta a lui e gliene spiattello davanti le prove, i grossissimi difetti, i pettegolezzi. Oh: tutti da fonte sicura e fidata. Ma ancora non capisce che lo voglio. O piuttosto fa finta di non capire, il coglione. E quindi, malgrado le mie trasparenze, la mini indossata senza mutande con le parigine velate, la camicetta sbottonata senza reggiseno per fargli vedere tutto ciò che vuole… niente!
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Nonostante casualmente ogni tanto mi strusci a lui in modo esplicito, mi stringa forte al suo braccio “per non cadere, sai: i tacchi alti” e sia sempre molto profumata, il soggetto resiste a tutti i miei assalti! È innamorato, il piccioncino. E vede solo lei: ‘sta vegana culona senza un filo di trucco, scialbissima, e tracagnotta. Cazzo ci avrà sotto, quella! Non usa neppure né deodorante né profumo. Per un approccio… “Greenpeace-no-pollution-save-the-planet” evidentemente! Bah… ‘Sta mezza zoccola fallita… Comunque, alla prossima che capita, se mi gira bene lo porto in un angolo nascosto, gli schiaffo una lingua in bocca, gli infilo direttamente una mano nei calzoni e vedi allora se non reagisce, se non gli si drizza subito l'uccello!
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Che poi di sicuro ce l'ha bello grosso, a giudicare dal pacco: io l'ho notato subito. È la prima cosa che guardo, in un uomo. Quello si che lo voglio nel mio culo, cazzo, mmmmh… ! Certo che tu non l'hai ancora provato il mio culo e non succederà mai, tranquillo! Noo, te lo ripeto: non esco domani sera con te. Si, l'avevo capito già da come hai reagito l'ultima volta che siamo stati insieme, che nessuna mai t'ha fatto un pompino come te l'ho fatto io. Modestamente, so il fatto mio, in materia: sono un'artista. Guarda: ora basta, per piacere: lasciami stare che ti conviene. Comperati un paio di riviste hard, fatti un bel giro sui siti porno. Iscriviti a un sito di annunci.
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O invece, meglio: vai a puttane. A proposito: ho un po’ di amiche escort bellissime, sane e discrete. Interessa l'argomento? Prendo il 20% sulle serate coi clienti che procuro loro. O magari fai una cosa estrema: sfogati con tua moglie, per favore. Poverina, in fondo un po’ di cazzo ogni tanto spetterebbe anche a lei, dopotutto, no? E non cercarmi più. Certo che non ti bloccherò, tranquillo. E non ti ignorerò se ti incontro, figuriamoci. Per chi mi hai preso? Sono una persona seria, di sani e rigidi princìpi morali! Adesso attacca, che ho il mio capo che mi porta a cena, stasera: la moglie è andata dai suoi. Fine della conversazione. Un bacio.
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RDA
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angelap3 · 11 months ago
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“Vedi, la vita è così…Fai, fai, fai e poi te ne vai”.
In una stanza d’ospedale un uomo prossimo alla morte parla con la figlia, e traccia su dei fogli di carta i suoi ultimi pensieri.
vent’anni non si può capire, a trenta neanche. Sui cinquanta forse qualcosa si comincia a intuire. A sessanta, e dopo, la questione si fa un’evidenza. Amici, passioni, amori, viaggi. Diploma, laurea, e poi lavoro tutti i giorni. Se ti chiami Silvio Berlusconi, cose in grande: imprese, edilizia, tv, politica, adoratori e nemici. Figli, e figli dei figli. Per noi ansie comuni, esami, concorsi, stipendi precari. Figli, se ne hai il coraggio. Mutui, bollette. Amici cari e amici che se ne vanno.
Poi, ti accorgi che per i giovani sei già vecchio. Che fatichi a stare dietro a mode, e modi di dire, ai menu dei ristoranti nascosti nei QR, alle password, i pin, gli Spid. Stanchezza, allora. Ti guardi indietro, come tanti hai studiato, hai tremato alla Maturità, hai imparato un lavoro. E quarant’anni di sveglia che suona alle sette, o molto prima, quarant’anni di treni o metrò affollati, la sera. Gravidanze, parti, ninna nanne, primi giorni di scuola, adolescenze ombrose. E fai, fai, fai. Non puoi fermarti. Pensi forse che con la pensione riposerai. Illusione: i nipoti cui badare, e i primi acciacchi. Visite, esami, avvertimenti. Talvolta, verdetti.
L’ultima età si approssima veloce. E disciplinatamente tu ancora fai, fai, ma quasi ti scivola via la terra sotto ai piedi. “Fai”, adesso, per andare dove?
Marina Corradi - Avvenire
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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Ti auguro di amarti.
E di non regalare più nemmeno un grammo d’amore a chi non lo merita.
Non tutti sono all’altezza delle tue emozioni, non scordarlo mai!
Ti auguro di volerti bene.
E di proteggere la tua sensibilità.
Tu sei unica.
Tu sei speciale.
Non permettere mai a nessuno di farti sentire sbagliata!
Ti auguro di sorridere quando cercheranno di buttarti giù, quando proietteranno la loro infelicità sulla tua vita per percepire la loro meno triste.
Perché sorridere ti rende forte.
Ti rende leggera.
Ti rende invincibile.
Perché sei bellissima quando sorridi.
Ma adesso che ci penso, sai... Quando piangi, quando crolli, forse ancora di più...
Sii coraggiosa!
Vai a prenderti tutto quello che ami!
Provaci!
E se non ci riesci, nel viaggio, guarda più albe e più tramonti che puoi, hanno il profumo della vita e della bellezza, e li porterai per sempre nel cuore.
Apriti solo con chi lo merita.
E per capire se una persona ti merita, guardala negli occhi, non ti sbaglierai mai!
Ti auguro amiche e amici sinceri.
Ma sappi che potranno tradirti.
Non restarci troppo male!
Ti auguro di non pensare mai che la tua felicità dipenda da qualcun altro.
La tua felicità dipende solo da te e dalla libertà che avrai conquistato.
Ma tu sei già libera e felice.
E allora...
Sii libera!
Sii felice!
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Roberto Emanuelli - "Ora amati"
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sayitaliano · 4 months ago
Note
Cioa ho visto quello che hai scritto dove posso scriverti in privato? Grazie del consiglio e sto cercando una pscicologa ma non ho ancora iniziato.
Grazie davvero non ho nessuno con cui parlarne mi tengo tutto dentro e dopo scoppio.
Bene, allora non preoccuparti. Quando inizierai il percorso con la psicologa pian piano vedrai che andrà meglio!
Questo blog è un blog gestito da più persone per cui i direct non funzionano. Vorrei davvero aiutarti ma più di tanto non posso fare: più che dirti quello che ti sto dicendo già ora non posso. E anche prendermi i pesi degli altri in questo momento non credo di poterlo sopportare. Sono già in un periodo complesso per me stessa. Spero che tu possa capire... Ci ho messo tanto ad imparare a dire di no, a capire che non è egoismo ma rispetto di me stessa e non posso cedere proprio ora che ho bisogno di me e del mio aiuto. Altrimenti, come faccio poi ad aiutare davvero voi quando posso? Non avrei la forza. Non posso più svuotarmi o annullarmi, fare finta di non avere delle necessità, dei bisogni. Li ho anche io. Ma non vuol dire che non veda i tuoi... e il tuo sentirti sola e abbandonata (mi spiace davvero soprattutto per questo: ma te lo ripeto, non sei sola anche se ora non ti sembra così). Sto solo riconoscendo i miei limiti.
Quindi tu non tenerti tutto dentro. Se non hai nessuno di cui ti fidi, mentre attendi di iniziare questo percorso, prendi un quadernino/blocco/foglio (o qui nei draft, nelle note sul cell) e scrivi, scrivi tutto quello che ti passa per la testa. Non deve essere in ordine, o avere senso. Scrivi di getto, senza pensare a niente se non a quello che senti o hai sentito. Qualsiasi emozione va bene, non ce ne sono di negative (come Inside Out ci insegna), non importa cosa ci dicono gli altri: anche la rabbia va benissimo, ci segnala che qualcosa non va, che ci è stato fatto un torto o che siamo stanchi e frustrati o cose così e dobbiamo acoltarla. Scrivi delle lettere a te stessa, alla te che andava a scuola, o qualsiasi te che abbia sofferto. Scrivi anche ai tuoi professori o a chiunque tu abbia qualcosa da dire. Svuotati.
Però non fare tutto di corsa: ricordati di prendere delle pause da tutto questo e VIVERE. Intendo vivere nel presente la tua vita. Tu sei qui, adesso. E da nessuna altra parte. Per cui esci, passeggia, stai nella natura, prenditi una pianta da accudire o prenditi cura di te in qualsiai modo ritieni opportuno. Fai qualcosa per te stessa, qualcosa che vuoi fare, vedere, leggere... anche dormire: ci si stanca un sacco a stare in quel limbo, per cui ascolta il tuo corpo e la tua mente e falli riposare quando te lo chiedono o dai loro ciò che ti chiedono. Prova un hobby o qualsiasi cosa ti rilassi, un bagno caldo, un tè, e muovi il tuo corpo (balla, vai in palestra, fai dello stretching o altro: il corpo assorbe tanto lo stress e i vari mal di schiena, le gambe e spalle rigide, i mal di stomaco spesso sono segni di tutto questo... liberatene più che puoi muovendoti). Disegna, colora... ci sarà qualcosa che ti piace in particolare? Se non c'è non importa, basta solo che a volte ti fermi, pianti i piedi bene in terra e senti di essere qui. Guarda il cielo, le piante, il sole, gli uccelli che volano o anche la pioggia che batte sul vetro. E ti concentri su quello. E sulle cose belle, perché anche se ce le dimentichiamo quando le cose vanno male, ci sono anche quelle, sempre.
Non avere fretta, non lasciarti prendere troppo dal male e dal dolore. Rallenta quando senti che stai perdendo il controllo. Va bene se non riesci a fare tutto subito, ci vuole tempo. Tanto tanto.
Un'ultima cosa: non avere paura di piangere o urlare. Anche questo va benissimo: scoppi e ti sfoghi. Ti liberi dal male. Va benissimo. Come fai i bisogni per liberarti dalle tossine del corpo (è così :P), così piangi e urli per liberare quelle della mente e del cuore. Non ascoltare chi dice che non va bene... sono solo persone che non sanno gestire o accettare le proprie emozioni. Tu vivile e abbracciale tutte, nessuna esclusa. Non ci sono emozioni brutte. Sta tutto nel modo in cui le vedi. Non chiuderle fuori, non chiuderti fuori da te stessa. Tu sei anche quello e va benissimo. Ricordati che non sei solo una cosa, sei tante cose. E ogni volta che senti di trovare un difetto o qualcosa di brutto su di te, ricordati dei tuoi pregi e delle cose positive che hai fatto: bilancia il modo in cui ti parli; ci vuole molto allenamento per farlo naturamente ma fa una grandissima differenza. I giorni sono fatti metà di luce e metà di buio e anche noi siamo così, anche la vita è così. E non paragonarti troppo agli altri e a quello che hanno raggiunto e fatto: non vediamo mai la situazione nel suo complesso, non sappiamo mai esattamente la verità su di loro. Sappiamo solo la nostra. E va bene così: è questa che importa a noi per la nostra vita, è questa l'unica che possiamo controllare. Non possiamo controllare altro che noi stessi e le nostre reazioni a quello che accade o a quello che sentiamo/vediamo dagli altri. Siamo tutti diversi, con diversi aspetti, e non ci si può paragonare mai per davvero.
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lorencelamashtu · 1 year ago
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Sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Un paio di mesi fa mi era stato annunciato da una persona conosciuta per caso. Lì per lì, sul momento, non mi aveva fatto un gran effetto.
Quando invece poi ti ho vista in quelle foto, così luminosa, perfetta, quasi eterea, si è acceso in me un turbine di emozioni fortissime e a tratti contrastanti, che ancora adesso fatico a capire e a definire.
Probabilmente la più forte è la nostalgia. Nostalgia di tutti i momenti vissuti. E, come ho già detto anche nel mio precedente post, ogni volta che ciò accade, riesco sempre a sorprendermi nel constatare quanti piccoli dettagli della nostra relazione ricordo molto bene dopo tutti questi anni.
Vederti nel tuo giorno più felice, così radiosa, sorridente. Ricordarti super timida e immaginare quanto imbarazzo tu possa aver provato. Dedurre un attimo dopo quanto tu sia evidentemente cambiata dopo tutto questo tempo. Quanto tu abbia trovato la forza di superare la timidezza e l'insicurezza nella presa di coscienza dell'amore delle persone di cui ti sei circondata. Ecco, tu sei tutti quelli che oggi sono lì vicino a te. E di questo ne vai fiera. Ed anche io lo sono di te.
Il tuo sorriso è perfetto. Spontaneo, genuino, elegante. Talmente bello che sembra plastificato. Sul tuo viso non avverto il minimo segno di forzatura. La tua espressione è così naturale e divina, che sento quasi di non avere il permesso di ammirarla.
Guardando quelle foto, da un lato vedo ancora la ragazza dolce, tenera, timida, sognatrice e un pizzico ribelle, che avevo conosciuto anni fa. Dall'altro, mi accorgo che ormai sei una donna sbocciata e forte, che ha affrontato numerose difficoltà e che sta trasformando in realtà quei grandi sogni di cui mi parlavi.
Ma tra quei sogni non ricordavo affatto ci fosse quello che vedo in foto. Probabilmente infatti la seconda grande sensazione che mi ha pervaso è stata proprio lo stupore. Stupore perché la ragazza ribelle che avevo conosciuto era contro le tradizioni ed i negozi giuridici che contraddistinguono una società che solo all'apparenza è moderna, ma che ancora in realtà rimane ancorata a determinati istituti, principalmente di natura religiosa. Si, ok, quello che vedo è un sindaco, non un prete. Ma la sostanza poco cambia.
Evidentemente non era solo come mi dicevi tu "le persone non cambiano, ma si rivelano per quello che sono". Ciò è vero nel breve termine.
La verità è che le persone cambiano. Cambiano talmente tanto che se ognuno di noi guardasse il sé stesso di 10 anni prima, nemmeno si riconoscerebbe. E come io non riconoscerei il me di 12 anni fa, in questo momento forse non riconosco più nemmeno te.
Solo una cosa è certa ormai.
Oggi, ancor di più, ti guarderò da lontano, in silenzio, sperando ancora di trovare in te qualcosa della Federica che tanto ho amato, per rendermi conto ogni volta, sempre di più, che ormai, forse, esiste solo nei miei ricordi. E chiuderò gli occhi con forza, sforzandomi di non dimenticare mai tutto quello che c'è stato. E urlerò al cielo quanto io sia stato fortunato che la prima sei stata tu. E ancora una volta augurerò a me stesso di trovare una persona capace di darmi tutto, senza chiedere nulla, e di farmi scoprire che solo insieme possiamo davvero cambiare.
Pasternak diceva: "Tutte le persone che incontriamo nella nostra vita sono il nostro riflesso. Ci sono state mandate, perché noi, vedendole, correggiamo i nostri errori; e quando noi lo facciamo, anche queste persone cambiano. Oppure se ne vanno per sempre dalla nostra vita."
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gcorvetti · 1 year ago
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13
Che quando cade di Venerdì per alcuni sono dolori per altri gioie, è legato come sempre a quelle superstizioni e credenze religiose, dal numero di persone sedute a tavola che richiama l'ultima cena (12 apostoli + il poraccio condannato a morte = 13), fino a pensare che il giorno della cacciata di Adamo ed Eva fu di Venerdì, pensa te, ci inventiamo anche un calendario in un libro di fantasia, e ci crediamo pure, come se il tempo, le date, i numeri siano una cosa che esiste veramente, si quando li scrivi su un foglio o forse quando sogni le pecore, ma quelli sono numeri reali, chi lo dice che adesso sono le 08:50 del mattino? Potrebbero essere le 29:135 del giorno XY, lo dice la convenzione. Un giorno non è mai di 24 ore, come un mese non è mai di 30 o 31, 28 o 29, siamo noi che ci siamo inventati tutte ste cose, l'inverno inizia quando inizia quest'anno arriverà forse prima o forse dopo, nevicherà di più o di meno? La prossima estate sarà terribilmente calda o ventilata e quando inizierà? Tutte convenzioni che ci siamo inventati, siccome siamo dei boccaloni per natura crediamo a qualsiasi cazzata ci viene propinata, senza parlare dei superstiziosi e di quelli che credono che esiste il paradiso, l'inferno e il purgatorio, il dio che con la sua barba lunga e bianca ti giudica e san pietro ti aspetta davanti al portone con un mazzo di chiavi in mano. I tempi cambiano e dai racconti fantasy che dovrebbero insegnarci dei valori oramai scomparsi attraverso delle metafore si è passati a credere in quelle metafore, se vi dicessi che nel XVI secolo c'era un suonatore di liuto con sei dita per mano che suonava così bene, fate conto 10 volte più bravo di Steve Vai, che tutti volevano averlo a corte? Ci credereste? Beh di sicuro qualcuno si, se vi racconto la storia e ve la farcisco bene anche voi. E' il paradosso delle mille e una notte, dei racconti degli sciamani attorno al fuoco dove si restava incantati come da un serpente perché era il vecchio saggio a raccontare e figuriamoci se non è vero quello che dice un uomo che ha vissuto 40 anni. Adesso si crede sempre più a quello che dicono tv e giornali senza dubitare, chi scrive è seduto ad una scrivania e legge su siti specializzati le notizie che poi riporta a modo suo su un altro sito, come il gioco del passaparola, vi ricordate, quando la ragazza carina accanto a te ti bisbigliava nell'orecchio una parola o una frase ma tu eri così preso dalla tua erezione che non capivi che cazzo diceva? Esatto, lo stesso.
Poi negli anni passati tutto quello che dicevano in tv era legge, l'hanno detto alla tv quindi è vero, adesso ci sono i social e se è scritto sui social è vero, siamo sempre quegli idioti che credono che le favole siano vere e non racconti di fantasia, non ci siamo evoluti da millenni siamo ancora gli animali che cercano di entrare da dove sono usciti (soprattutto noi uomini), è inutile avere tutte queste tecnologie se poi ci diciamo bugie tra di noi, se non siamo sinceri spesso neanche con noi stessi perché è più semplice ingannare qualcuno che fargli capire che è stato ingannato, così facendo ci tiriamo menzogne e credenze da secoli, fermi del fatto che siano vere e quando trovi qualcuno che dice la verità non ci credi.
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storjmije · 2 months ago
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Piove. È notte.
Un click, e la porta del camper si apre.
Non è come nella foto.
“Entra”
Ha meno capelli, gli occhi, nella foto nascosti dagli occhiali da sole, sono di un azzurro spaventoso, appesantiti dalle palpebre rugose, un sipario teatrale tenuto su per lo spettacolo.
Mi tocca appena ne ha l’occasione, poggiandomi le mani sulle spalle, guidando i miei passi verso i sedili del tavolino. Ma lui non si siede, la sedia è solo la chiacchiera di circostanza che fa da ponte alla camera da letto, che già posso vedere alla fine del corridoio/cucina della casa mobile.
“Caffè?” Mi chiede, e riesco a percepire che il suo alito sa proprio di quello, come suggerisce anche la tinta dei suoi denti.
“No, grazie”
“Come stai?” È evidentemente nervoso quanto me, ma cerca di mantenere un contegno, cosa che a me non è richiesta. Da me si richiede tutto il contrario del contegno.
“Bene, e tu?” Gli sorrido, lui sembra contento di questo piccolo gesto, come se gli avessi fatto un grande complimento.
“Bene… ora che sei arrivato…” poggia le dita sul tavolo e le lascia scivolare verso il mio avambraccio.
Le frasi cliché sono l’unico calore con cui è possibile sciogliere questo tipo di ghiaccio.
Guardo veloce l’orologio sulla parete plastificata davanti a me. Sono le 22:07. Le sue dita sul mio avambraccio iniziano a picchiettare come la lancetta rossa di quell’oggetto vintage. Quando segnerà le 00:00, sarò fuori di qui.
“Mi fa piacere…” dico. Poggiando a mia volta la mia mano sul suo avambraccio. Se potessi salterei al punto in cui la mia faccia è contro il materasso e lui è dietro di me, in maniera tale da togliermi quel finto sorriso ingiallito e compiaciuto dalla faccia.
È la mia prima esperienza come escort, e lui lo sa. Non pensavo sarebbe stato molto diverso da una situazione in cui i soldi non sono coinvolti. E invece, senza riuscire a pensare ad un modo per attutire la caduta di certe frasi, mi trovo costretto a dire:
“Prendo un anticipo di 50 adesso, ed altri 50 dopo.”
Così, in questo incrocio affettuoso di avambriacci. Va vacillare il suo sorriso, ma non lo spegne.
“Il mio portafogli è in questa tasca.”
Con la mano libera, prende quella che avevo sul suo braccio e la porta alla sua tasca destra, sull’interno coscia. Sento un rigonfiamento, mi chiedo per un attimo se sia davvero il portafogli.
Lo era.
“Prendili.”
Sfilo il portafogli, lo guardo incerto.
“Vai, prendili.” Mi dice, quasi divertito, il tono di chi si intenerisce. Non mi piace, questo tono. Mi disturba, avrei preferito un tono gelido. Avrei preferito sentirmi come un operaio in una fabbrica, o come la macchina nelle mani dell’operaio.
Mentre sfilo il primo 50, si china per arrivare all’altezza del mio collo, e lo bacia.
Trattengo un brivido.
Dopo aver piantato qualche bacio lì, arriva ad assaggiare il mio orecchio.
È iniziato. Lo sto facendo davvero.
Mi trovo a far fatica a lasciare quei soldi sul tavolo. Mi accorgo di averli ancora in mano quando lui dice “vieni con me sul letto”.
Non era un ordine, ma neanche una domanda.
Di nuovo, mi guida, questa volta con le mani sui miei fianchi, come se potessi perdermi in quello spazio che era tutto una stanza, o come se potessi scappare a momenti.
Non scappo, vorrei dirgli, non scappo.
Sento che c’è qualcosa che non va. Non so cosa, non so se è la voce di mia madre nella mia testa o una voce che invece mi appartiene, ma troppo profonda per poterla capire.
Siamo sul letto, e i vestiti vengono via con una velocità sempre maggiore. Dove mi toglie qualcosa, mi restituisce un bacio. Ed io trattengo un brivido.
Ad un certo punto si ferma, ed io mi rendo conto di aver tenuto gli occhi chiusi durante tutto il processo. Li apro e lo scopro già completamente nudo sopra di me. Si sta prendendo il tempo di assaggiarmi con gli occhi, con le dita.
Io ho solo le mutante.
“Ti piace?” Mi chiede, mentre passa il pugno chiuso sul suo membro un paio di volte.
Annuisco.
“Dillo.”
“Mi piace.”
Sono bravo a fingere, di solito. Ma quella sensazione non mi abbandonava. Quella voce troppo facile da silenziare, con la velocità con cui stava succedendo il tutto.
“E allora succhialo.” Con le ginocchia, fa due passi in avanti. Dapprima, resta al mio fianco, poi decide di allargare le sue gambe sopra il mio ventre.
Mi metto sui gomiti, non faccio in tempo a porgere la mia bocca che è lui a porgere la sua punta tra le mie labbra.
È grosso.
Lo ringrazio mentalmente per essere pulito.
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rubamilanotte · 6 months ago
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Mi dispiace molto per tuo nonno, immagino che avevate un rapporto molto bello e posso capire quanto ti manchi; anche io l'ho perso qualche anno fa. Però sono contento di sapere che sei riuscita a vivere un bel mese, fatto di viaggi in bei posti, mare, serate con i tuoi amici più intimi e risate, belle chiacchiere e adesso vai anche in Francia! Che bello ☺️. Sono contento per te che ci vai anche con un ragazzo a cui tieni molto, spero per te che vivrai un'altra bella settimana, spero che possa piacerti molto la Francia e che possa nascere quel qualcosa che speri con questo ragazzo! Buona fortuna. Sei sempre gentile e sembri una persona tanto buona.
Ti ringrazio caro Anon, spero anche io che possa davvero nascere qualcosa di bello con questo ragazzo 🤞🏻
Grazie mille! Spero che anche tu abbia passato una bella estate!
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mchiti · 1 year ago
Note
ti spiego. Io ho preso spunto dal post di una ragazza che seguo su instagram. Lei è di origine congolese e fondamentalmente condivido quello che lei ha detto sul fatto che pur rispettando le intenzioni di Ghali nel cercare una assimilazione culturale, non se ne sente rappresentata perché il suo obiettivo adesso è, invece, la ricerca di una decostruzione di questa finta identità "italiana" che ha sentito di dover portare avanti per troppo tempo: che spesso siamo indottrinati di razzismo inconsapevole e interiorizzato, ci auto-razzializziamo, non abbracciamo le nostre radici pur di assimilarci, spesso (e questo è un problema di noi donne e uomini neri, purtroppo) non conosciamo la lingua dei nostri genitori e le nostre tradizioni e che Ghali ha comunque il beneficio del white passing e che il suo messaggio del sentirsi italiani, per quanto bello, è comunque quello dominante e quello che i media accettano più facilmente. In effetti anche a me ha stonato un po', pur capendo che abbiamo tutti esigenze diverse nei nostri percorsi identitari. Spero di essere stata abbastanza chiara
Sì adesso sì, ti ringrazio! Potresti mandarmi il post? Non credo di averlo visto, anche se forse ho in mente l'attivista di cui parli! ( è che non mi ricordo come si chiami ora) Mi piacerebbe leggerlo.
Guarda, io credo che appunto la costruzione della propria identità (e, allo stesso tempo, la decostruzione di tutta una serie di dinamiche che ci sono state cucite addosso o che noi ci siamo forzati di accettare) sia un percorso molto complesso, e che ognuno di noi affronta diversamente. Cerco di capire quello che intendi e certamente non posso neanche dirti che lo trovo sbagliato perché si tratta di sentimenti e sensazioni che se tu e altri hanno, è giustissimo specificare. Posso ammettere però che faccio un attimo fatica a capire quale sia secondo te la problematicità? Perché l'esibizione, se vai a vedere, è stata studiata appositamente per dire che non esiste più (e non è mai esistito) un prototipo di italiano vero. Che ci sono milioni di persone in questa Italia che parlano altre lingue, hanno identità plurime...non mi pare che il punto sia l'assimilazione culturale forzata, anzi, era proprio la decostruzione del concetto di italianità.
L'uso della canzone di Toto Cutugno è letteralmente un gioco di ironia, oltre al fatto che è una canzone che ha spopolato in Nord Africa negli anni '80, come ha spopolato nell'Est Europa. È quella classica canzone che le mamme arabe sanno anche quando parlano poco e niente di italiano. E se posso permettermi mi pare un po' ingiusto dire che Ghali abbia il privilegio del white passing perché onestamente, guardalo in faccia, non ce l'ha. Anzi, penso sia l'artista magrebino con meno white passing tra tutti quelli che hanno fatto un minimo di carriera 😅 Poi boh per il resto ovviamente capisco si possano avere sentimenti contrastanti, ma non credo che abbia lanciato un messaggio dominante minimamente in un paese dove ancora devi buttare sangue per avere un pezzo di carta che ti riconosca italiano dopo vent'anni di vita qui. Credo anche che non tutti siamo uguali e che ogni comunità abbia esperienza di diaspora diverse. Non lo so, scusami se non riesco a rispondere meglio di così, per me è stata un'esibizione molto importante ma sto cercando di comprendere se tu la pensi diversamente 🫂
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gioacchi · 1 year ago
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Voglio condividere una cosa con voi
Quasi ogni domenica mi reco verso il cimitero della mia città natale portando con me sempre due libri che ho scritto ma non ho ancora pubblicato in sé questi due libri racchiudono delle mie frasi in qui le mie fragilità le mie paure le mie insicurezze le miei emozioni racchiudono parti di me racchiudono frasi adolescenziali ma sicuramente voi mi direte è perché vai al cimitero che fai scrivi la ??
Bhe no vado lì perché vado a leggere ogni volta una pagina di questi due miei libri sulla tomba di mio zio che in sé lui mi aveva dato l’ispirazione di scrivere
In qualche modo sono sicuro che lui possa sentirmi possa guardarmi possa ascoltare questi almeno così mi piace pensare esattamente come faceva quando lui era ancora qua questi due libri si intitolano
1) perso nel tempo
2) (You need to be able to embrace your dreams exactly as you embrace life) ovvero Devi riuscire ad abbracciare i tuoi sogni esattamente come abbracci la vita
Comunque ciò che volevo condividere con voi non si trattava di questo ma bensì che oggi quando sono sceso di casa vicino da me abita una ragazza che conoscono a malapena la vedo quasi tutti i giorni non mi ha mai parlato fino ad oggi mattina mi a chiesto perché portassi sempre con me questi due libri io la guardai mi misi seduto sopra un gradino delle scale e le dissi questi due libri li ho scritti io lei sorpresa mi dissi ah bene quindi sei un poeta io riposi di no perché in realtà non sono un poeta mi disse il perché io scrivessi allora dato che non avevo nessuna passione per la scrittura gli dissi che quei libri erano protagonisti della mia stessa vita in qui dentro quei libri ci fosse racchiuso tutto ciò che io non ho mai detto a voce alta quindi lei mi dissi ah quindi allora non sono libri ma sono dei diari per te io risposi sempre sì no così gli dissi facciamo una cosa se mi prometti che tene prendi cura telo farò leggere lei rispose di sì arrivato la sera mi vidi mi a fermato per ridarmi il libro con gli occhi lucidi mi dissi che avevo un gran talento e che ammirava tutto quello che ho scritto
Quindi ho deciso di lasciarvi una piccola frase del mio libro così che potete riuscire a capire almeno la metafora di questi due libri
E quando i tuoi occhi si sono chiusi non ho avuto più stelle da poter guardare sono ritornato a casa con la faccia bagnata dalle lacrime so che sei in qualche stella non posso dirti quanto mi manchi ma avevo bisogno di fartelo sapere avevo bisogno di parlare con qualcuno avevo bisogno che tu sapessi che adesso è abbastanza buio e mi fa paura il chiaro di luna stasera non fa neppure un po’ di luce non capisco perché non ci sono più stelle da poter guardare so che non potrò più portarti a casa sono rimasto troppo indietro e mi piacerebbe poterti lasciare andare accettare che non ci sei più mi sono seduto da solo sulla tua tomba in attesa di una tua risposta ma l’unica cosa che sentivo era il mio ego che singhiozzava e del vento gelido che mi spostava i capelli avrei dovuto saperlo che saresti andato via avrei dovuto dirti addio e andarmene via fingendo che non mi importassi spero soltanto di avere un po’ più di tempo perché non ci sono più stelle da trovare non posso pensare che non ci sia più mi bastava soltanto una parola con te almeno per poterti dire per un ultima volta una misera e ultima volta ti voglio bene ci vediamo presto
Questo è il finale del mio primo libro spero via sia piaciuto ho deciso di condividerlo con voi per avere la vostra opinione al riguardo non piacerà a tutti perché lo so lo sento ma voglio dirvi inoltre che questo per me è una cosa molto importante c’è un pezzo della mia vita scritto in queste pagine come d’altronde tutto ciò che ho scritto sul mio profilo se vi è piaciuto fatemelo sapere
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daredevil696 · 1 year ago
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Che poi alla fine del viaggio ti ritrovi stremato ti guardi indietro e vedi il quadro completo e noti che tutto ciò per cui hai lottato e svanito oppure non serviva affannarsi tanto.
Che il tempo alla fine a furia di rincorrerlo lo hai perso.
Che i soldi a furia di farli alla fine non servono a molto.
Che lo stress devi imparlo a gestire.
Che bisogna dire di no perché dire sempre si alla fine non ti renderà una persona migliore.
Che le paure a volte sembrano castelli ma sono solo briciole.
Che se hai bisogno di una mano la puoi chiedere perché non c'è nulla di male.
Che devi pensare al tuo benessere.
Che se pensi a far contenti gli altri alla fine perdi il sorriso.
Il quadro allora adesso completo prende forma e tu dalla cima sei in bilico se continuare il viaggio o lasciarti cadere e udendo ciò tutti ti chiedono" Perché?"
Perché troppe volte mi sono voltato a guardare il quadro e troppe volte ho visto tutto andare in fumo: progetti, obiettivi,amori
Un tempo pensi che il problema allora sia il tuo ma poi continui il viaggio e arrivi al punto di comprendere che il problema è che non sei fatto per quest'epoca hai il cuore morbido per un epoca in cui bisogna essere duri poni troppe aspettative in un mondo dove non devi aspettarti nulla se non il peggio che solo così sopravvivi.
Allora cambi ti adegui vai al passo con i tempi ma finisce che impari troppo bene le regole del gioco da diventare peggio di quello che ti circonda allora sei un mostro o meglio non mostri sopprimi il tuo io ti snaturi fino a non sapere più chi sei cosi perdi la tua identità e giorno dopo giorno perdi un pezzo di te al punto da non capire più come fare e allora la domanda è una..continuo o mi lascio cadere ? E mentre ci penso mi sa che sto già precipitando e per farmi coraggio man mano che scendo mi ripeto "fino a qui tutto bene" "fino a qui tutto bene" "fino a qui tutto bene" il problema non è la caduta ma l'atterraggio.
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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Ti auguro di amarti.
E di non regalare più nemmeno un grammo d’amore a chi non lo merita.
Non tutti sono all’altezza delle tue emozioni, non scordarlo mai!
Ti auguro di volerti bene.
E di proteggere la tua sensibilità.
Tu sei unica.
Tu sei speciale.
Non permettere mai a nessuno di farti sentire sbagliata!
Ti auguro di sorridere quando cercheranno di buttarti giù, quando proietteranno la loro infelicità sulla tua vita per percepire la loro meno triste.
Perché sorridere ti rende forte.
Ti rende leggera.
Ti rende invincibile.
Perché sei bellissima quando sorridi.
Ma adesso che ci penso, sai... Quando piangi, quando crolli, forse ancora di più...
Sii coraggiosa!
Vai a prenderti tutto quello che ami!
Provaci!
E se non ci riesci, nel viaggio, guarda più albe e più tramonti che puoi, hanno il profumo della vita e della bellezza, e li porterai per sempre nel cuore.
Apriti solo con chi lo merita.
E per capire se una persona ti merita, guardala negli occhi, non ti sbaglierai mai!
Ti auguro amiche e amici sinceri.
Ma sappi che potranno tradirti.
Non restarci troppo male!
Ti auguro di non pensare mai che la tua felicità dipenda da qualcun altro.
La tua felicità dipende solo da te e dalla libertà che avrai conquistato.
Ma tu sei già libera e felice.
E allora...
Sii libera!
Sii felice!
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Roberto Emanuelli - "Ora amati !"
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tommithingss · 2 years ago
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se avessi amor proprio
ti ho amata, ti amo e ti amerò, fino alla fine dei miei giorni, perchè io non sarò l'amore della tua vita, ma tu sei l'amore della mia.
penso a me stesso, su un letto di morte a 80 anni, esalerò il mio ultimo respiro pensando alla meravigliosa vita che ho vissuto e penserò a te, parlerò di te quando mi chiederanno di parlare dell'amore perché sei tu che mi hai insegnato a farlo, perché sei stata tu a insegnarmi che è libero da ogni schema, e così deve restare, non puoi controllarlo. ho provato a farlo per anni e ha fatto solo male, ho provato ad odiarti e non ci sono riuscito, e allora mio malgrado preferisco amarti con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima.
non stupirti.
scrivo qua facendo finta che non leggerai ma so benissimo che lo farai, così è più semplice. ti ho chiesto di rimanere nella mia vita perché mi fa male immaginarla senza di te, perché ti ho lasciata andare, è vero, ma non ho smesso di amarti, e non ho intenzione di controllare qualcosa di così immenso che esiste all'interno di me. vorrei essere stato forte abbastanza da dirti che non voglio più sentirti perché ti avrei voluta accanto a me, a sostenerci a vicenda, ogni giorno della mia vita, ma non è lo stesso per te. avrei voluto dirtelo, ma conoscendo il profondo rispetto che hai nei confronti degli altri so che lo avresti rispettato fino alla fine. sto ancora elaborando questo pensiero, per questo sto scrivendo. vorrei essere stato forte abbastanza da dirti "e., smettila di cercarmi perché io provo questo per te, anche se non sei più la stessa persona ma è qua, resterà sempre con me e non posso farci nulla perché è questo quello che mi fai, perché non riesco a pensare a nulla se non a volere un futuro splendido insieme, con un sacco di amore, con una piccola casa straripante d'amore, con un sacco di dialogo e con un letto enorme per poter crollare insieme, in un luogo sicuro dove nessuno viene giudicato, ma supportato, ascoltato ed amato. con degli animali, con dei figli, o anche noi da soli e basta, o qualsiasi cosa ma con te". perchè sono talmente masochista da pensare che piuttosto che stare una vita senza sentirti, avrei preferito esserti amico, lacerarmi cuore e anima, ma sapere cosa fai, sapere come stai, poter essere presente per te, anche sapere chi ami, e cercare di passare tutta l'esistenza a capire perché non me. ma tu già questo lo sai, d'altronde lo stai facendo per me. mi tieni lontano perché lo sai forse, che sarei più bravo a passare il mio tempo ad odiare me stesso e sopprimere questo solo per poterti avere nella mia vita. o lo stai facendo anche per te?
quello che vorrei dirti ma non ho il coraggio di fare è "parlarmi, raccontami ogni secondo della tua vita, di quello che vivi e senti, di ciò che ti fa ridere come i bambini e piangere come i film in cui muoiono i cani, ma solo se hai intenzione di restare per sempre con me, o non farlo mai più. Perchè ti amo, più di quanto ami me stesso, e potrei permetterti di farmi questo a vita. E allora vai via, così potrò chiudere questa ferita per l'ultima volta, e portarmi il tuo amorecicatrice per sempre, ma senza soffrire mai più.
P.S.
prima di conoscerti, il mio colore preferito era il blu, adesso è l'arancione. mi hai salvato da una vita senza amore/ o un'allusione a questo,
ti sarò per sempre grato.
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tempestadipensierisblog · 2 years ago
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Lei voleva divertirsi
una sera come tante, appuntamento al bar.
Arrivo ma non ci sei, sento la tua voce, stai arrivando dal parcheggio ma non sei sola.
Mi guardi e capisco, vuoi giocare, vuoi provocare e sentirti potente, ma sei mia e le regole le conosci.
Chi è lui, fortunato o sfortunato, che gentilmente ti cede il passo come gesto galante, e mentre gli passi davanti la sua mano sfiora il vestito che cade perfettamente sulle tue curve, sul tuo sedere.
vi siete seduti abbastanza vicino a me anche se in quello squallido bar non c'era nessun altro.
Faccio finta di leggere una rivista, non ricordo nemmeno il titolo, foto di viaggi, un giornale banale.
Vi spio, sorrisi, battute e le sue mani che corrono lungo le tue gambe.
E sulla tua schiena.
Seduto a fianco a te ti dà un bacio sulla spalla, e so bene cosa sta sentendo perché conosco il tuo odore e la tua pelle meglio di chiunque altro.
Il gioco continua, ti offre da bere.
Io leggo
Il tuo sguardo nascosto verso di me mi fa capire che lo stai usando, è un giocattolo per provocarmi, e lo sai che ci stai riuscendo molto bene.
Sono eccitato.
Molto eccitato
Hai le gambe accavallate ma le affianchi e inizi piano piano a sentirti calda.
Bagnata.
Rovente.
Ti senti pronta.
Gli sussurri qualcosa all'orecchio, lui annuisce.
Mi guardi, sembri chiedere il permesso.
Ok baby, sei libera.
Vai pure, ti aspetto.
Ti aspetto.
Poi si avvicina a me, vuole che mi unisca al gioco.
Ce ne andiamo.
Motel dice lui, tanto sarà lui ad aprire il portafoglio.
Tu ci precedi, sali e apri la porta.
Stiamo entrando, fuori c'è ancora un po'di luce mentre dentro sono soffuse.
Ha scelto un bel posto quel signore, gliene devo dare atto.
Tu prendi il telefono dalla borsa, fai partire la musica e ti muovi sinuosamente tra di noi.
Lui si spoglia.
Sotto a quel vestito in giacca e cravatta un fisico robusto ma molle, di chi lo sport lo ha visto solo in televisione, o forse neanche.
È molto eccitato.
Tu balli e io faccio in modo che le tue spalline cadano per fare scivolare il vestito a terra.
Ora tocca a me.
Mi spoglio mentre le vostre mani cercano di conoscere il corpo dell'altro...
Mi avvicino e tu mi baci appassionatamente!
Ti amo.
Mi guardi
E i tuoi occhi mi dicono che è tempo di giocare, di fare cadere le inibizioni.
Siamo in piedi intorno a te e le tue mani che preparano i giochi.
Lo fai sedere sul letto, ti fai baciare poi mi prendi e mi metti di fronte a lui.
Adesso capisco tutto il gioco, quell'uomo è il giocattolo per entrambi.
Ci sto, ma lo sapevi già.
Di fronte a lui.
Lo guardo dall'alto, mi prende il cazzo in bocca, con una mano mi masturba e con l'altra masturba te.
È ora di giocare.
Lo faccio sdraiare e ti ordino di salire sulla sua faccia.
Non te lo fai dire due volte.
Un cunnilingus molto profondo, dolce e rude.
mentre io decido di succhiarglielo, tu mi guardi e sei eccitatissima, tanto da colargli gli umori in gola e lui assetato beve.
Lui è sdraiato.
Ti alzi, ti giri verso di me, e ti siedi sopra.il suo bacino guardandomi.
So cosa devo fare, sarò io a guidarlo dentro di te.
Muovi il bacino mentre mi guardi e mi baci dando a lui la schiena.
È un giocattolo.
Lui è dentro e adesso vuoi me in gola.
Brava schiavetta!
Ma adesso tocca a me.
Mettiti in ginocchio sul letto baby.
Muoviti.
Lui è nudo sul letto, fermo, inconsciamente sa che deve attendere istruzioni.
Gli dico di scoparti in quella posizione e di stare chino su di te.
E adesso sono io dietro di lui.
Lui lo sperava, forse, lo immaginava, forse...
Baby la tua saliva mi ha lubrificato bene, e adesso lo inculo.
gli faccio colare altra saliva sull'ano, mi appoggio e con poca delicatezza lo penetro.
Lui dentro di te, io dentro di lui
Quel giocattolo si è appena trasformato in un preservativo umano.
I movimenti li detto io e tu stai godendo..
Sta venendo, e ti sta scopando passivamente perché sono io a dare il ritmo delle sue penetrazioni dentro di te e tu lo sai molto bene.
Lui è un profilattico. Nient'altro.
Ma sta venendo dentro di te e io dentro di lui.
Il bugiardino della scatola di Durex è chiara su come si smaltisce, lo si annoda dopo si che si butta nel cestino. E così facciamo con lui.
È lì in un angolo e tu sei mia.
Mi butto sopra di te... ti bacio, ti accarezzo, ti guardo, e poi le tue mani che mi spingono giù a ripulire.
Lo faccio.
Con amore per la mia schiava!
Ti amo!
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thisgiulia-blog · 2 years ago
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Caro amico/a
ti scrivo da un letto d’ospedale, con le finestre sigillate e l’aria che odora di prigionia . Tutto il giorno vedo i medici passare in un via vai, qualche visita, un esame del sangue, un’altro test sulla mia personalità e poi si va a dormire. Questa lentezza sfiancante mi divora dall’interno, odio trovarmi qua come odio stare da qualsiasi altra parte. Non c’è posto per me, tutto è monotono e vuoto, come un vaso senza fiori. E ci risiamo.. Le ultime forze che c'avevo in corpo per rispondere Le ho usate per ripetere al dottore, "Fottiti"
Tanto i sintomi li sai sono sempre i soliti. Voglio solo andare a casa quindi adesso togliti In ospedale col bracciale 101
Si ricomincia, dopo 4 giorni in pronto soccorso di riparte, ennesimo ricovero, ennesimo braccialetto al polso, ennesime paure, ennesime 4 mura grigie, le lenzuola rivide e la paura che penetra nelle ossa. Stanza 201 secondo piano, fuori si intravede un po' di neve. Sembra di essere sotto Natale, invece di è sotto una cascata di paure. I medici corrono di qua e di la, sta volta sembrano essere più preoccuparti del solito. Ore di sofferenza per poi capire che è nei corridoi degli ospedali che capiamo cos’è la vita. Perché inizi a pensare che ognuno ha i suoi pesi da portare e se hai fortuna e voglia ti rialzerai altrimenti sarà un attimo che ti ritrovi a cadere e a non uscirne più. Avevo dimenticato le notti in bianco passate in ospedale. Era troppo bello per essere vero. Qui in ospedale si incontrano tante persone. Diverse persone con le loro storie,le loro malattie. Entrare qui dentro ti fa sentire in un altro mondo,ti senti in una realtà così dura che spesso nemmeno riesci a credere che ne fai parte anche tu da tanti anni. Spesso le persone dopo aver fatto le analisi,aver ricevuto la terapia,aspettano gli estiti nel giardino dell'ospedale. Qui ti ritrovi in un'altra realtà dove non ti senti un malato di ematologia ma ti senti una persona normale come tutte le altre dove non ti devi giustificare se all'improvviso ti senti stanca e ti devi fermare per riprenderti,dove non ti senti a disagio perchè qualcuno ti guarda mentre per strada devi prendere qualche pillola. Dove la storia del percorso della tua malattia si incrocia con quella di un'altra e ti ritrovi così di colpo con un anziano signore che potrebbe essere un nonno per te a parlare del suo percorso della sua malattia,per poi passare a parlare di quando era giovane e andava allo stadio per tifare la sua squadra del cuore. E qui ti fermi a pensare alla realtà che ti aspetta fuori,dove cerchi in tutti i modi di nascondere la tua patologia. E pensi che non dovresti nascondere quello che è e sarà parte della tua vista per sempre. Che non devi cercare la giustificazione ad ogni cosa. Che dovresti sentirti normale come quando ti ritrovi lì fuori insieme ad altre persone che come te affrontano ogni giorno le difficoltà della loro malattia.
Glioma, fibroma, blastoma. Qualunque sia il tumore, le persone presumono che tu ti avvicini allo stesso modo. Trovi il suo nascondiglio nel corpo, poi apri il paziente e lo fai a pezzi. Ma non stai solo combattendo un tumore, sei in realtà in guerra con oltre un miliardo di cellule.
Allora come si fa a battere le probabilità quando è uno contro un miliardo? Rimani forte, continua a spingerti oltre tutti i limiti razionali e non lasciarti mai arrendere. Ma la verità è che, nonostante quanto ti sforzi e combatti per mantenere il controllo, quando tutto è stato detto e fatto, a volte sei solo in inferiorità numerica.
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