Tumgik
#vabbè ormai è a casa
idettaglihere · 1 year
Text
presa da un momento di pazzia/follia/esaurimento oggi ho provato questo completo (nel supermercato dove devo prendere il cazzo di frigorifero) e ho deciso di comprarlo, ora devo solo vendere un rene e un pezzo di fegato ma tutto ok mi sono tolta uno sfizio enorme o forse ho solo dato sfogo alla mia frustrazione tramite lo shopping
Tumblr media Tumblr media
111 notes · View notes
nusta · 8 months
Text
In questi giorni sto cucinando un sacco. Cioè, cucino abbastanza spesso anche di solito, ma sto provando delle cose nuove o dei nuovi modi di fare la stessa cosa.
Tumblr media
Un po' è la voglia di sperimentare delle ricette, anche perché per Natale e compleanno mi hanno regalato dei bellisimi ricettari illustrati dopo avermi chiesto "cosa vuoi?" e quindi c'è l'euforia mista al senso del dovere di giustificare gli acquisti (altrui, ok, ma sempre spese sono u_u).
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Un po' sicuramente è anche l'intenzione di procrastinare altre cose da fare, che stanno lì nell'angolino della mia mente da diverso tempo e con diversa urgenza. Vabbè dai, prima o poi ci arriviamo, abbiate pazienza, mi dico. Dirlo con la pancia piena di cose fatte da me è più convincente, ecco. E tra una teglia di verdure al forno e l'altra, fare delle cose più strane o nuove mi fa sentire meno in colpa.
Tumblr media
Il problema più grosso è che quando comincio o ricomincio una cosa che mi piace, mi viene voglia di comprare l'impossibile e passo ore a pensare a quello che potrebbe servirmi. Eppure ormai dovrei sapere che è una trappola micidiale e che non devo cedere, perché rischio di riempire casa di roba che userei una volta all'anno (tipo la macchina per stendere la pasta ce l'ho da 10 anni, inaugurata l'altra sera >_<).
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Ora sto cercando di capire quali siano le misure massime che i miei mobili consentono per un tagliere di legno più grande per stendere meglio la pasta col mattarello, perché comunque è più pratico per certe cose, e stasera sono stata molto brava a fare solo giri esplorativi senza comprare nulla (complice il fatto che uscita dall'ufficio i negozi mi stavano chiudendo in faccia - anzi in uno una commessa mi ha proprio bloccato l'ingresso XD). Devo però stare molto attenta agli acquisti online u_u
Tra i miei buoni propositi classici ci sono sempre "cucinare di più" e "comprare meno roba inutile", e sono classici proprio perché per come sono fatta ogni anno vale il proposito per il successivo XD
La verità è che ho già un sacco di roba da usare e da provare. E sempre mi ritrovo comunque impreparata. E allora bisognerà improvvisare e trovare soddisfazione nell'imperfezione, giusto?
Stasera ho sperimentato dei muffin alla banana con gli stampini di ceramica, però solo mezza dose perché avevo un uovo solo.
Tumblr media Tumblr media
Dal profumo sembrano buoni, vedremo dopo cena ^_^
34 notes · View notes
ross-nekochan · 1 year
Text
Spossatezza e senso di vuoto, ormai appuntamento costante.
Diamo per l'ennesima volta la colpa al preciclo, che perdura da ormai più di una settimana senza nessun cenno delle ovaie di far finire questa messinscena.
Diciamo vabbè ma non va bene per niente, perché è da tempo che non ci sto capendo più niente. Eppure qualche anno fa, tipo a Venezia, era diventato un orologio svizzero talmente preciso che stentavo a crederci. E infatti non è durato. Ma tanto è inutile pensarci perché pure a ragionare sui possibili motivi non si arriva mica a sapere la verità. E quindi amen.
Siamo ad Ottobre, quarto mese in cui mi sono trasferita. Come corre il tempo anche se allo stesso tempo sembra già passato mezzo secolo.
Quattro mesi di tante settimane vuote. Vivere senza stimoli e obiettivi è sfiancante. Ora che mi ero preparata una sorta di tabella mentale per prendermi almeno le certificazioni linguistiche, ecco che oggi ho di nuovo ricevuto una proposta di lavoro e domani avrò il colloquio. Siamo a quota quattro o cinque. Come ogni volta sono lì che non so se sperare che mi prendano oppure no: la vita in casa è comoda, sebbene piatta e senza stimoli... ma avere un lavoro, a parte qualcosa da fare, cosa mi darebbe? Una volta divenuto loop quotidiano, non sarebbe niente altro che la stessa asettica vita con aggiunto lo stress del lavoro e del viaggio della speranza di ogni mattina che aggiungono ore lavorative non retribuite e rubate alla salute mentale.
In ambo le situazioni comunque non sono contenta. Ma quando mai lo sono, proprio io che so vedere solo il marcio delle situazioni in cui mi trovo.
Ah quanto era bella l'università: sempre piena di stimoli e di obiettivi (ovvero gli esami). Sì, ho sofferto e ho pianto, ma in fondo che vita è se non si soffre mai?
Chissà che fine faremo.
28 notes · View notes
apeir0nn · 1 year
Text
Allora, vicenda astiosa (per me).
Io in questi giorni sono un po' polemichetta, sono depre e non accetto le critiche dagli altri. Mi sento una bambina capricciosa, ma tant'è: ognuno ha i suoi difetti.
Detto questo, settimana scorsa è tornata la mia unica amica dall'estero e starà qui per una o due settimane "ci dobbiamo vedereee" "ok, domenica dopo pranzo passo al mare da te" "siii". Domenica dopo pranzo mando un messaggio, due messaggi, una chiamata, due chiamate e alle ore 18 quando ormai ero a casa perché ero al mare dalle 8.30 "scusaa avevo il silenzioso" e vabbè, io scazzata rilancio a una cena "eh no non posso perché ho già una cena" ok, facciamo il giorno dopo "devo fare questo e quello" ok, facciamo un altro giorno "allora io ho una grigliata ma se vuoi possiamo fare aperitivo dopo il lavoro e poi vado alla grigliata". Ora, quando succedono queste cose (perché non è la prima volta) io mi sento combattuta perché da un lato so che non sono il centro del mondo di nessuno e figuriamoci se uno può stare a pensare a me, dall'altro apprezzo il fatto che nonostante ci sia un altro impegno di mezzo mi venga proposto un aperitivo, e dall'altro ancora mi sento sempre quella a cui bisogna concedere uno slot di tempo tra un impegno e l'altro. Io non voglio riempire due ore libere, se la cena la fai con gli altri puoi farla con calma anche con me senza dover farmi fare un aperitivo ci l'ansia del tempo che passa e guardando l'orologio.
So di essere una persona schifosa, ma se da "siii ci vediamo e ci raccontiamo tutto" poi passo a dover prendere appuntamento che neanche in banca mi passa la voglia.
32 notes · View notes
spettriedemoni · 1 year
Text
Domande a cui rispondere
Ringrazio @pianetatschai che mi tagga in questa simpatica catena.
1. Are you named after anyone?
Mi chiamo come mio nonno paterno, Vincenzo. Non vi dico le volte che mi hanno fatto la battuta di Miseria e Nobiltà con Totò "Vincenzo m'è padre a me". Io rispondevo che a me era nonno.
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Quando è morto mio padre, ormai due anni fa.
3. Hai figli?
Ho un figlio maschio che chiamo Tigrotto.
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Solo perché l'omicidio è illegale.
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
Ho giocato a calcio ma a livello amatoriale dilettantistico e in squadre da 5 o 8 non certo a 11. Però ho fatto l'arbitro, vale? Ho praticato tennis con scarsi risultati.
Ora faccio camminate. Cioè non ora ora perché fa troppo caldo. Se ne riparlerà a settembre. Nell'attesa farò nuoto al mare.
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Fisicamente devono colpirmi gli occhi. Mi piacciono le persone intelligenti, non invadenti e generalmente ho scoperto di preferire persone riservate.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Castano scuro. Una volta mi dissero che sono "profondi"... non ho mai ben capito cosa significhi.
8. Scary movies o happy endings?
Mi piacciono i film di spavento anche se finiscono male. Va pur detto che se almeno al cinema non c’è l’happy ending ci resto male, un po’ come nel primo Nightmare che finisce… no vabbè dai niente spoiler.
9. Qualche talento particolare?
A parte disegnare, conosco a memoria i nomi e numeri di maglia della nazionale italiana campione del mondo 1982. Pure quella del 2006. Anche quella dell’Argentina 1986. Sono campione mondiale di procrastinazione e faccio pure una discreta pizza.
10. Dove sei nata?
Nella città di Gabriele D’Annunzio e di Ennio Flaiano, nella terra famosa più per gli arrosticini che per le sue montagne. Benché molti credano che Pescara sia nelle Marche sono nato in Abruzzo. A Pescara, per l’appunto.
11. Quali sono i tuoi hobby?
Modellismo ferroviario (che però non pratico non avendo sufficiente spazio e soldi), disegnare, leggere.
12. Hai animali domestici?
No nessun animale domestico. In generale pur amando molto gli animali preferisco non tenerli in casa perché mi sembrerebbe di tenerli sempre un po’ prigionieri.
13. Quanto sei alto?
Circa 1.77 m da disteso.
14. Materia preferita a scuola?
Disegno, italiano e storia. Ma alla fine molto poco italiano e storia e molto disegno. Ho imbrattato tutti i libri nelle seconde e terze di copertina con i miei disegni. Pure i libri di italiano e storia, ovviamente.
15. Dream job?
Disegnatore di fumetti.
A questo punto dovrei taggare qualcuno e scelgo @mybittersweet @crisigenerica @surfer-osa @labluesky e chiunque si senta di farlo.
23 notes · View notes
pescettaspelacchiatas · 4 months
Text
vorrei che il sole non tramontasse, avere più tempo. una giornata non basta per andare a scuola, starci 5 ore, tornare a casa, pranzare un'ora, dormire due ore, rilassarsi e riprendersi per altre due ore, e poi iniziare i propri doveri.
la voglia di fare ti passa quando vedi che se ne va via il sole.
ti svegli alle 6/7
esci di casa alle 7.45
sei a scuola alle 8.05
ci resti fino alle 13
torni a casa mangi fino alle 14.30
resti un po' sveglio e alle 15 dormi
ti svegli alle 17
ti prendi due orette per riprenderti dalla dormita, dalla giornata, ti prendi il tuo tempo, e arrivano le 19
ora sono le 19 e vorresti iniziare finalmente i compiti ma il sole se ne sta andando, allora procrastinerai e arriveranno le 20, poi le 21, e allora le 22, e alle 23 avrai rinunciato: "vabbè domattina mi sveglio presto dai". vai a dormire tardi e quella mattina non ti svegli presto, "vabbè non andare in ansia ce la puoi fare" fai tutto l'indispensabile in fretta e tralasci qualcosa. a scuola stai una merda, non vedi l'ora di tornare a casa. magari hai un interrogazione, cerchi di studiare meglio in classe ogni 5 minuti si distrae la prof, all'interrogazione prendi una sufficienza ma non è abbastanza, lo sai in cosa hai fallito, lo sai il motivo dietro quel 6 e mezzo, e sai anche di averti deluso, essere delusi di se stessi è letale. ma ci ho fatto ormai così l'abitudine che ogni volta non mi sorprendo più. lo accetto e pure se piango cerco di essere matura abbastanza per non piangere sul latte versato.
ma la psicologa a scuola mi ha detto una cosa. "premere start quando vuoi guardare un film, anche se pensi potrebbe essere non adatto a quel momento e anche se.. tutti i "se" del mondo che troverai in quel momento. premilo 'sto Start"
e quindi io, ora, ho acceso la luce. anche se il sole se ne va, ho riacceso la luce.
2 notes · View notes
suburbandogsclub · 1 year
Text
Houston, abbiamo un problema
Mancano tre ore all’atterraggio e no, non si tratta di una capsula interstellare che si sta per schiantare contro un meteorite o ha appena riscontrato un’avaria al motore oppure mettete un altro scenario hollywodiano a vostro piacimento. Però a me pare lo stesso così.
Per quanto mi riguarda in effetti il primo pensiero che ho fatto è stato “ma tu guarda quest’essere fu quadrupede oggi bipede che ti combina”. Arrivare a violentare così tanto la psiche con un’esperienza disumana, 10 ore confinati in uno spazio microbico di nostro signore pianeta, però vivere questa prigionia con Lisa goodmorningMrFedericotodayIwilltakecareofyouandyoucanbetyouregonnaloveit, una poltrona che è meglio del letto di casa mia e una libreria multimediale che Hal 9000, per quanto avanzato, non proponeva di certo, almeno non coi sottotitoli poi non so, magari i contenuti anche sì. Perché si lorsignori, questa bottiglia vi arriva direttamente dalla primissima classe di una tratta intercontinentale direzione Houston, il che mi porta a condividere il mio secondo pensiero che ho fatto, e cioè “vabbè ma violentare la psiche umana cosa?? Che ti vengono a portare un drink ogni mezzora e tu pezzente ti sei pure riempito l’acqua in bagno al gate come l’ultimo degli accampati”.
Ma non c’è da scherzare, io il messaggio a Houston lo lancio lo stesso perché questa condizione di parvenu del lusso aka infiltrato no global nel reame del capitalismo un po' mi definisce in maniera univoca, un po' acuisce il disagio. Quindi questo lancio di molotov più che message in a bottle ha la sua genesi proprio qui, nell’epicentro di quella che United Airlines ha concepito come un sogno, dove i messaggi di sicurezza sono un corto da Sundance, dove devi stare attento a non sporcarti con salmone e tenderloin, dove gusterai un sundae che al settimo cielo non ti può portare, visto che già ci sei, ma all’ottavo o al nono si, visto che ormai sky is not the limit anymore, (e io manco sapevo che cazzo era un sundae ma ora so che è una cosa per cui ci si potrebbe effettivamente impegnare a credere a nostrosignore e fare tutta quella manfrina del ringraziamento, espiazione, liturgia ecc. ecc) e dove non si sente la puzza di quelli della seconda classe, cioè la mia 364 giorni all’anno, caratterizzata dalla tipica fragranza con note di lampone e malessere.
Ma questa è solo una parentesi, perché, che uno stia in prima classe, seconda classe, in cabina di pilotaggio o in stiva, il fatto è un altro, e questo, sì, giustifica la richiesta di collegamento col campo base, o se volete manifesta in tutta la sua pienezza il dramma di un volo intercontinentale, dunque al di là del sapore da esperienza divertente che non farò mai più, che ovviamente è già stata ampiamente documentata molto meglio di me e anni fa.
Il fatto Federì, il fatto qual è.
Il fatto è che hai voglia a dopare Netflix di contenuti offline, hai voglia a mettere a soqquadro Spotify e calcolare i tempi da coprire al centesimo con la libreria scaricata, hai voglia a studiare il catalogo dello schermo nel seggiolino (pardon, sofa, dei veri artigiani della qualità l’avranno progettato), e questi capitalisti le hanno studiate proprio tutte, pure per gli snob come me, visto che ci hanno dedicato la categoria film “Indipendenti”, o i live di Ziggy Stardust e Carole King, voi che fata i Masanielli di sta cippa e poi ci vediamo al gate, e vi trattiamo come il nostro bottino più pregiato, vi coccoliamo alla morte perché siete stati i più difficili e noi volevamo proprio voi a bordo. Nulla di tutto ciò impedirà a voi, gentili passeggeri, di trascorrere 10 (anzi, ci hanno tenuto a precisare, 9.59) ore in completa giustapposizione a voi stessi, in balia di un rumore bianco che prende i connotati dei portentosi motori del 777 e del getto voluminoso di pensieri che affollano la vostra testa, o magari la mia, e che hanno giusto il tempo di sputarsi contro uno specchio quando ne incontrano uno e rifiondarsi al doppio della velocità di nuovo dove erano prima, anzi più ingrovigliati, più incastrati, e a ogni giro più profondi, come un chiodo che prende martellate a un ritmo regolare, incessante e nella superficie affonda, affonda, affonda…
Attenzione, idea! La contrapposizione come coping mechanism, dice la mia testa, cioè uno specchio riflesso bambinesco mascherato da psciologia young adult ma da bar, basta poco per crederci, e, dopo aver pagato un altro biglietto, si sale sulla nuova giostra, che sembra più facile. Ho detto “sembra” quindi non la tiriamo per le lunghe, l’idea è un boomerang. Mi dico, “vabbè non è la nave dei pirati che quasi fa il 360 e dura 10 ore, più le macchine a scontro”. Sì, la giostra che il mio coping mechanism ha ideato è quindi un volo più semplice, un’ora scarsa, in una terra nota in cui si parla la lingua di questo rantolo. C’è pure uno scenario più o meno inquadrato: sole sole, tanto sole, ma è un sole maligno e crudele, teatro (ah mai parola fu più centrata!) del dramma che già vedo consumarsi davanti ai miei occhi, e a cui mi preparo, ben consapevole che le macchinine si sono in realtà trasformate in bolidi da Formula 1, senza protezioni dii gomma, e io sto solo prendendo il fiato finchè il respiro si blocca, proprio come durante un tuffo da 3 metri o esattamente prima dello scontro alle giostre. L’impatto non è questione di se, ma quando.
Houston.
Houston.
Houston, credetemi: ho bisogno di atterrare. 
7 notes · View notes
Text
Oggi: Lei: telefona a Elena che ha alcune idee per andare via prossima primavera e vuole sapere cosa ne pensi. Io: non ho il numero, poi decidete quello che volete che a me sta bene. Lei: ah, vabbè sento io poi ti dico, magari ne parliamo la prossima volta che li vediamo. Il sabato sera precedente: Andiamo a cena da amici, ci conosciamo ormai da un paio di anni, lui grande appassionato di vini e cucina. Con loro si beve sempre abbondante ma soprattutto bene e si tira tardi. Cinque bottiglie di vino seccate durante la cena e serata finita fuori in giardino. Li c'è un tavolino rotondo in vetro con un divano e tre poltrone. Verso l'una e mezzo ci mettiamo fuori con l’ultima bottiglia. Mi siedo sul divano, anzi mi distendo con le gambe allungate sotto il tavolo. Di fronte ho mia moglie, a destra lui e a sinistra lei. Dopo poco Elena si togli le scarpe, le fanno male i piedi. E intanto si beve e si parla. Elena mi appoggia con tranquillità un piede su uno stinco e comincia ad accarezzarmi, dalla caviglia al ginocchio. E intanto si beve e si parla. Impossibile non vedere ma nessuno me compreso vede sotto quel tavolo di vetro trasparentissimo. E si beve e si parla. Il tutto dura una buona mezz'ora, poi alle due passate ci si saluta e si rientra a casa. E niente è finita così. Nel dubbio però ho controllato il VAR e il fallo c'era, l’intervento era intenzionale.
# fatti di nessun interesse scritti solo per farvi perdere due minuti
25 notes · View notes
Note
Io penso che lo avevo incontrato, ma non era adatto a me, visto che mi bullizzava insieme alle altre tizie della mia classe, ma mi usava per i compiti di inglese e francese (materie dove lui era completamente incompetente per non dire cose peggiori).
Però vabbè, ovviamente mi è passata, ma il buco al cuore è rimasto.
In amicizia non parliamone! Sia a distanza che non, sono sempre stata sfigata.
Infatti ormai mi sono chiusa, e ho chiuso tutti i social. (Tengo solo Tumblr.com ma in forma anonima e uso subito.it per vendere degli oggetti, ma nelle vicinanze di casa mia, tutto questo è il mio social, immagina quanto mi sono chiusa..)
Troveremo la nostra felicità, alla faccia degli altri che ci vogliono male, il karma gira prima o poi, tranquillo.
Sul karma concordo in pieno, ma di solito mi gira dal lato sbagliato. Con i compagni di classe non ho mai legato a parte 4-5 della mia compagnia.
Io spesso ho cercato di evitare le loro provocazioni più volte.
Spero un giorno tu possa uscire nuovamente e creare delle amicizie anche fuori dai social😄
1 note · View note
riflussi · 1 year
Text
"Un cerchio nel buio" - A. Ciravolo
Ho finito questo libro con difficoltà. Vi dirò, è da tanto che non leggevo un libro brutto (eccezion fatta per quelli che ho letto in casa editrice, ma quelli non sono pubblicati quindi vabbè). Ma non tanto per la prosa eh, anzi. La prosa nelle prime pagine mi aveva pure presa molto, è fluida, morbida, con degli elementi peculiari nello stile. Non era per nulla male, quindi, nonostante già la prima pagina presentasse delle pessime premesse in merito al contenuto, ho deciso di credere nelle fate nell'autore e affidarmi al suo buon gusto, convincendomi che la lettura fosse la semplice descrizione di un personaggio un po' così, razzista e sessista, ma che comunque rimaneva un semplice personaggio. Non vi sorprenderà sapere che non è stato per nulla così (non ha sorpreso troppo nemmeno me, ma dopo un centinaio di pagine stavo pensando di bruciare il libro). E quindi nulla, la prosa ammaliante, dopo due soli capitoli, lascia spazio, eccessivo spazio, a luoghi comuni, a descrizioni che sembrano essere quello che vorrebbe essere o si sente l'autore, dove le donne sono un trofeo o delle guide spirituali, sempre dove le donne (e non scherzo) quando sono in ritardo saltellano su un piede solo cercando di mettersi i tacchi vicino alla porta, cosa che ormai non si vede più nemmeno nei film americani di serie b. Il rapporto con le donne e tra donne è sempre viscido. Non sorprenderà sapere che l'immedesimazione nelle stesse (e ce ne sono fin troppi di capitoli dove la protagonista è donna) è banale, fatta di luoghi comuni e scarsa varietà di personalità: tutte femme fatal, pure la madre del protagonista, o brutte e becere (nessuna via di mezzo). Ma cosa mi dovrei aspettare da un libro che si apre con una frase che suona molto come "vorrei essere razzista, ma non posso perché aaah il politicaly correct, non si può più dire nulla" e che quando descrive una ragazza di origini coreane la dipinge sempre con queste labbra tinte a forma di cuore, tipo geisha. Cosa dovevo aspettarmi. Eppure io ci speravo, davvero tanto, che fosse meglio così.
3 notes · View notes
accidya · 2 years
Text
sono a casa di amico a milano che mi ha fatto il favore di trovarmi dell’erba visto che il pusher di fiducia è sparito da mesi ormai, comunque arrivo e mi dice che non l’ha ancora e io comincio a fare delle domande per approfondire la questione mentre lui mi dice di pazientare. si parla dei soliti argomenti di cortesia, ci si chiede come va la vita, il lavoro, insomma quelle cose che ti chiedi quando ti rendi conto che stai cominciando a diventare adulto vero.
vabbè comunque tutta sto storia per dire che ad un certa suona al citofono un tipo, lui scende e sale con sto pacchetto regalo. sto qua c’ha il pusher che gli fa la consegna a casa, questo è l’evoluzione dell’industria del delivery e sto tipo sconosciuto ha me come nuovo cliente fidelizzato.
10 notes · View notes
Text
Quanto non va la nostra relazione:
Il tuo orgoglio è più importante di quanto mi ami. Voglio una persona che mi ami da impazzire, non che metta qualsiasi cosa prima di me.
Te stesso in primis, la tua famiglia.
Se stai con me sono io la tua famiglia.
Non puoi pretendere di stare sempre buttato a casa dei tuoi e continuare ad essere il bambino di 12 anni che li aiuta. Vivi in un'altra casa, occupati di quella casa, di quella dei tuoi impareranno ad occuparsene da soli. A partire dal giardino fino al muratore. Sei talmente attaccato morbosamente che non riesci a portarti neanche i vestiti. Ti ho liberato un armadio, messo a disposizione una scrivania e tu continui a tornare a casa anche solo per la doccia.
Una persona che convive, cosa che stiamo facendo da ormai quasi tre anni, si impegna a stare la maggior parte del suo tempo "libero" nella casa in cui vive con l'altra persona convivente e a dividersi i compiti.
Tu se non ci sono io, resti a casa tua, non riesci neanche a dire vabbè lei è uscita mi cucino qualcosa da solo, no la prima opzione è sempre la mamma che ti fa trovare pronto.
Io sostanzialmente è come se vivessi sola, tant'è che per ora che non ci sei l'unica cosa che mi ha dato fastidio è il freddo del materasso accanto al mio, per farti capire l'apporto che dai alla nostra vita relazionale.
Per non parlare del comportamento infantile che hai non parlandomi così de botto. Ma poi per cosa? Io mica l'ho capito sai. Non voglio credere che te la sia presa perché giovedì sera sono uscita e venerdì non sono venuta a cena a casa tua, sarebbe davvero ridicolo, anche se in effetti è in linea con il tuo attaccamento morboso alla tua famiglia con la quale non devo farti sfigurare (anche qui sei dalla loro parte e non dalla mia).
Così non va e non può andare, ritengo di meritare una persona che mi ami, che impazzisca d'amore per me, non che mi dia per scontata e a cui do quasi fastidio.
Questa settimana in silenzio è l'emblema di quanto poco io sia importante per te.
Se ci tieni davvero fammi ricredere, perché ho bisogno che tu mi faccia delle dimostrazioni d'amore, altrimenti non ho voglia e tempo per stare con una persona che non mi ama.
Elena Mesti
4 notes · View notes
ross-nekochan · 2 years
Text
Pensieri random e sintetici che sennò non li scrivo più:
I giovani d'oggi sono troppo schizzinosi: è sporco di qua, è sporco di là, che schifo di qua, che schifo di là. Trovano un capellino nel piatto e pare ci abbia cacato dentro un uccello. Ma avete mai cucinato?? E non vi è mai capitato che vi sia finito un capello dentro il vostro stesso piatto e manco sapete come?? Ovviamente no, che cazzo dico. Poi, pure lo schifo a lavare i piatti sporchi... Boh, vabbè.
Sorvolo sul quanto mi rende triste quanto cibo viene buttato ogni giorno. Gente che si fa il piatto da sola e poi ne mangia metà. Io invece che mangio pure se sto scoppiando perché mi dispiace troppo buttare. Ok.
So di star per bestemmiare ma, a me la gente che dice "lavatevi" la schifo più di chiunque altro. Abbiamo sdoganato la salute mentale, il porno, l'omosessualità ma se si parla di puzzare, oh allora sei una merda fai schifo. Non importa se non ti lavi perché sei depresso, magari. E non importa se magari hai fatto lo sforzo di uscire dal letto per andare fuori e non ti sei lavato, potevi restare a casa a non rompere il cazzo alla gente. Lo trovo quasi al pari del razzismo. So strana? Sì, ok, me ne sbatte il cazzo.
Siamo di mezza Europa, eppure tutti concordano sui punti sopra. Tutti fanno le stesse storie di Instagram perché ormai i social hanno creato una sorta di gusto estetico internazionale. Non saprei dire se l'origine è americana ma così è. In fondo una sorta di gusto internazionale/occidentale/industrializzato esiste da qualche centinaio di anni. Quindi che cazzo dico?
27 notes · View notes
tuttalamiavitarb · 2 years
Text
Know you enemy
Congati
Vanno a Lucca comics, vestiti da lupin. Tra Lucca e casa loro c è casa mia
Provo a sondare
Non è che poi vengono a cagare il cazzo da noi , quando hanno finito di coglionare a Lucca?
No dai,sarà
Saranno stanchisdimi
Andranno a casa diretti
Non mi fido
Amore se vuoi ti porto all Ikea, son 3anni che me lo chiedi
Davvero?
Ore 15:30
Suoneria standard samsung
Cognata:Ciao,senti, noi stiamo vendendo via, voi dove siete? Se ci fermassimo da voi per cena??
#Moglie mi guarda
Io: Vabbè dai, molla il carrello torniamo a casa. D altra parte vengono solo e soltanto quando fa comodo a loro.
Risposta
Moglie: Scusa ma son tre anni che aspetto che lo stronzo mi porti da ikea
Se vuoi ci vediamo verso le 19:30
Troppo tardi..
Vabbè no, c è la calca
Ie sennò sai quando mi ci ripo...
Va dai si rifarà
No mi disp ma
Non penso
Dai ci si aggiorna , saluta i ragazzi
Peccato
Dai potevi mollare
Piattinidimerdacandelinedelcszzocopridivanocomodinipadellapiantetristispecchio. Si poteva stare tutti insieme
Ormai è andata
Tumblr media
Scrocconi di merda 0 Me 1
6 notes · View notes
yoursweetberry · 10 days
Text
Buongiorno, come stai?
Io sto andando a lavoro, sono già stanca e con i mal di testa. Vorrei mollare tutto quanto, ma se mollo sto a casa ancora che respiro e non va bene. Il problema è che sto male ovunque e faccio fatica ovunque e sono stanca.
Stanotte credo di averti sognata, solo che purtroppo non ricordo bene il sogno per raccontarlo. Ormai per stare un po’ “veramente” insieme a te devo solo sperare di sognarmelo la notte.. vabbè
ti auguro una buona giornata e buon lavoro
07:56
1 note · View note
unfilodaria · 14 days
Text
Ai sei gradi di separazione ci avete mai creduto? Stasera ho avuto l’ennesima riprova dell’esistenza di questo principio.
Ho conosciuto una persona in questi giorni, disastrata come me (non sono gli opposti che si attraggono ma i disastrati). Ci stiamo conoscendo e raccontando. Comincia a starmi a cuore. Abbiamo un’amica in comune, la flautista, disastrata anche lei ma eccentrica e fuori scala, che ci ha fatto conoscere.
Stasera esco con la flautista per assistere ad una presentazione di un libro (non vi dico chi è lo scrittore, ormai non più emergente, perché è un pessimo intrattenitore). C’é la città da bere, quella che io odio, ma va da sé che in un buco di città, come la mia, quando c’è un evento la gente che “conta” e vuol farsi vedere corre a presenziare, anche se non gliene fotte un cazzo. Ci sediamo, parliamo, arrivano altre sue amiche, una che conosco perché amica di altri amici (insomma paesone for ever). Ma I legami tra di noi, almeno per ora, sembrano labili, quasi inesistenti: semplicemente qualcuno conosce qualcun altro.
Quella delle due che conosco di vista, ha un bambino piccolo, bellissimo. Mi scatta come sempre l’istinto da zio. Ho un particolare feeling con i bambini. Ne avrei voluti un bel po’. Giochiamo, il bimbo si diverte, lo prendo in braccio, si sta, ride di gusto. Dieci mesi di pupo, fatto di baci e mozzichi. Chiedo di fotografarmi col pupo. Nel mentre parlo con la madre, per cercare di ricostruire il grado di conoscenza. Siamo entrambi grandi amici di una coppia di librai indipendenti, che hanno casa e attività lontano da qui. Questi amici librai mi sono molto cari: praticamente mi hanno adottato e mi hanno salvato dai momenti bui di solitudine. Dilungandomi con la mamma del pupo nelle spiegazioni, esclamo senza pensare: “vabbè li ho invitati (i librai) a cena giovedì prossimo, saremo in otto, vieni anche tu col bimbo e marito” “si, con piacere” e in tutto questo dimentico che:
a) tra gli invitati c’è l’amica disastrata conosciuta da poco;
b) nemmeno cinque minuti prima la flautista mi aveva accennato che la neo mamma, aveva soffiato il compagno all’amica disastrata e che a sua volta era stata lasciata.
Sangiuliano a gaffe mi fa un baffo e i gradi di separazione cominciano ad evidenziarsi pericolosamente.
Sempre dimentico di tutto quello che mi è stato detto e fatto e non contento per nulla delle stronzate fatte, preso dall’entusiasmo del pupo, dell’effetto zio, della bella foto, della cena che diventa interessante, ecco la genialata finale: inconsapevolmente, lo giuro, invio la foto di me e del pupo sorridente alla cara amica disastrata con didascalia aggiunta “mi dona vero?”
La flautista, con la coda dell’occhio, vede tutto, capisce tutto e mi fulmina con un “che cazzo stai facendo? Hai capito a chi ha inviato la foto?”, Solo allora realizzo della stronzata dell’invito a cena, del pupo che l’amica potrebbe riconoscere per “figlio di” e fanculizzarmi in maniera sacrosanta a vita. Uccidetemi, non ho scusanti.
Blin! Messaggio wzp dell’amica disastrata “Bello, di chi è il bambino?”
“Ehm, di vicini di tavolo che me l’hanno appioppato”
Parla d’altro. Ci avrà creduto? Non lo so.
Ma che cazzo!, scendo in città dopo mesi e:
- incontro la ex che non volevo e non voglio incontrare
- conosco due nuove persone di cui una che è madre di un bellissimo pupo e che ha amicizie con amici comuni distanti km
- invito la madre, amica degli amici in comune, ad una cena dove ci saranno gli amici in comune e la persona che mi sta diventando cara
- dimentico in tutto questo che ho appreso pochi minuti prima che la madre del pupo é colei che ha mandato a puttane la vita della persona a me cara, soffiandole anni prima il compagno
- non contento, invaghito del pupo, e in stato di totale incoscienza mando la foto alla persona a me cara e la flautista, giustamente, mi vuole morto
A quel punto De Crescenzo mi avrebbe chiesto a voce alta e dinanzi a tutti i presenti “Sei o non sei un imbecille?”
Ed io, a mani giunte e con lo sguardo rivolto in alto, “Sono un imbecille”
youtube
1 note · View note