#umorismo british
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pettirosso1959 · 17 days ago
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Da Fernando Arnò:
Durante il prossimo fine settimana i parlamentari britannici si assenteranno dall'aula parlamentare per essere presenti ai diversi comitati elettorali presenti sul territorio di UK.
Un Paese che vuol dirsi e manifestarsi democratico, pluralista, non si permetterebbe mai di porre ai voti dell'aula un provvedimento drastico in materia ambientale in assenza dei rappresentanti dei 2/3 dello stesso parlamento, quindi di una componente chiave del popolo elettore.
Eppure in UK non sarà così, ed il prossimo venerdì, con appena 200 presenti su 600, voteranno i passaggi definitivi per il "Net Zero", che pregiudicheranno la generazione e l'accesso all'energia, al cibo, all'acqua potabile, alle terapie mediche.
Promosso da Zero Hour, finanziato da Green Blob, il sostegno al disegno di legge sul clima e la natura è diffuso nelle élite liberali di tutta la Gran Bretagna.
Il disegno di legge ha due linee di attacco, vale a dire la rimozione di quasi tutto l'uso di idrocarburi nel prossimo futuro e un divieto totale di produzione, esplorazione, vendita o importazione di idrocarburi, indicati nel disegno di legge come "combustibili fossili". Sembra che si stia cercando di ridurre di quasi il 90% l'uso di idrocarburi entro un decennio e questo influenzerebbe tutto, dall'energia che riscalda le case e guida un'economia moderna ai farmaci e al cibo che sostengono la vita. Se un tale piano fosse seguito nel Regno Unito, ne seguirebbe un collasso sociale quasi immediato. La gente geler�� in inverno, non ci sarà cibo nei negozi o medicine negli ospedali e nelle farmacie. Non ci sarebbe energia per far funzionare gli impianti di trattamento delle acque reflue o i prodotti chimici a base di idrocarburi per pulire l'acqua. Un completo collasso della legge e dell'ordine sarebbe probabile, dato che i cittadini sopravvivono come meglio possono.
Il disegno di legge è a corto di cifre, ma chiede che le emissioni totali di anidride carbonica del Regno Unito siano limitate a "non più di una quota proporzionata" del restante bilancio globale del carbonio delle Nazioni Unite. Questo "budget" è ovviamente solo una cifra inventata, insieme allo spavento del riscaldamento termico di 1,5°C. Va osservato che queste indicazioni per la politica suggeriscono di ridurre le emissioni a un terzo rispetto alle attuali entro 5 anni. Ma questa non è la fine della storia, dal momento che il disegno di legge impone di tenere conto delle emissioni rilasciate da tutte le importazioni del Regno Unito.
E' ovvio che l'industria chiuderebbe, il denaro fuggirebbe dal Paese, i porti e gli aeroporti chiuderebbero per mancanza di traffico, le diete a base di carne sarebbero rigorosamente razionate, le auto scomparirebbero dalle strade e anche gli spostamenti locali diventerebbero difficili. In tali circostanze, il collasso civile sarebbe più che probabile e potrebbe essere evitato solo con l'imposizione di severi poteri di emergenza e la sospensione delle libertà e delle istituzioni democratiche.
Tutto giustificato, senza dubbio, per la causa di Salvare il Pianeta.
L'attuale promotrice del disegno di legge in Parlamento è Roz Savage, una deputata Lib Dem che ha trascorso parte della sua giovinezza remando da sola intorno agli oceani pensando al clima e alla natura. Gareggiò nella Women's Lightweight Boat Race come unica donna, e la sua traversata viene dipinta come opera epica, tra remi rattoppati e telefono satellitare rotto. Quasi 2 anni di pagaiata intorno al Pacifico avrebbero potuto essere spesi meglio considerando il ruolo vitale che gli idrocarburi svolgono nella società moderna. Quasi la metà del cibo prodotto nel mondo dipende dall'uso di fertilizzanti derivati dagli idrocarburi e il flagello della carestia è stato eliminato in molte parti del mondo grazie al suo utilizzo.
E il realismo non si materializza, ci sono scelte difficili da fare: chi si farà avanti per togliere il calore salvavita che riscalda le case degli anziani o vieterà gli inalatori che calmano la loro asma invernale? Forse ai 200 parlamentari elencati sul sito di Zero Hour come sostenitori del disegno di legge verranno poste tali domande la prossima volta che cercheranno i voti dell'elettorato più ampio. Si da spazio ad una criminale, che basa la sua agenda politica sugli ideali di Malthus. Una che di problemi economici non ne ha mai avuti, ma ne vuole creare agli altri. Il Regno Unito, molto presto, piomberà in una crisi energetica senza precedenti. Anche oggi, con la carenza di vento, i suoi parchi eolici on/offshore non stanno generando energia, mentre il fotovoltaico è praticamente a zero. Imponendo ulteriori restrizioni all'uso del gas naturale, come alle importazioni di alimenti e farmaci, non si farà altro che uccidere intenzionalmente la popolazione. Mi domando solo: ma nessuno ha davvero nulla da ridire nel Regno Unito? E Nigel Farage, che si riaffaccia in politica in modo attivo (dopo le tante minacce e tentativi di omicidio subiti nel corso delle campagne Brexit), come mai temporeggia nel denunciare a gran voce i crimini contro l'umanità di certa parte della politica (sempre colonialista) britannica?
https://unacademy.com/content/neet-ug/study-material/chemistry/uses-of-hydrocarbons-in-modern-life/#:~:text=Medical%20applications%20of%20hydrocarbons%3A&text=Halogenated%20hydrocarbons%20are%20used%20in,hydrocarbons%20are%20used%20as%20refrigerants.
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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BRITISH HUMOR
Partiamo subito a razzo con un poco di sano umorismo britannico, ricordando che dietro ogni battuta si cela una verità e che lo scherzo è appunto la verità vista di spalle.
In questo caso il tizio, che non sappiamo chi sia, è stato molto profetico.
SIC SEMPER TYRANNIS
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arcobalengo · 4 months ago
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BRITISH HUMOR
Partiamo subito a razzo con un poco di sano umorismo britannico, ricordando che dietro ogni battuta si cela una verità e che lo scherzo è appunto la verità vista di spalle.
In questo caso il tizio, che non sappiamo chi sia, è stato molto profetico.
SIC SEMPER TYRANNIS
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the---hermit · 2 years ago
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Fleabag review? O qualcosa di informale ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensi! Io l’ho appena vista! Molto coinvolgente emotivamente e molto British ahahah.
Saluti, Fre
Ciao! Devo dire che Fleabag a me è davvero piaciuta tanto. In generale tendono a piacermi molto le storie che riescono a legare bene umorismo e discorsi più pesanti, e questa serie lo fa davvero davvero bene. Poi tutta la questione della rottura della quarta parete rende il tutto ancora più interessante. La prima volte in cui l'ho vista ho finito per vederla completamente in una giornata, tant per far capire quanto mi è piaciuta. Poi devo anche dire che con il tempo più le serie sono brevi più tendono a piacermi. In realtà è una cosa che ritrovo anche nei libri se non amerei così tanto le raccolte di racconti, ma per qualche motivo mi piace quanto da spettatore vieni buttato in un mondo per un tempo breve e poi ritorni alla tua realtà. So che a molti è una cosa che infastidisce, ma per me personalmente è una cosa che fa in modo che la storia sia ancora più impattante. Non ho idea se sto dicendo delle cose sensate. Comunque la serie mi è piaciuta molto, tante risate e pure tanti lacrimoni che è una combo che non fa mai male. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità.
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enkeynetwork · 2 years ago
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pangeanews · 5 years ago
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Qualcuno si è dimenticato di lui: è ora di rileggere Luigi Meneghello e il suo capolavoro, “Libera nos a Malo”
“Pater noster qui es in caelis/ santificetur nomen tuum/ adveniat regnum tuum/ fiat voluntas tua/ sicut in caelo et in terra/ panem nostrum quotidianum da nobis hodie/ et dimitte nobis debita nostra/ sicut et nos dimittimus debitoribus nostris/ et ne nos inducas in tentationem/ sed libera nos a malo”.
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Lì dove finisce la preghiera in latino inizia la storia. L’invito non è sfuggito all’acume veneto-british-veneto di Luigi Meneghello, nato in provincia di Vicenza e poi professore all’Università di Reading . Colpevolmente l’intellighenzia italiana e la sua cricca di critici si è dimenticata di lui. Molto colpevolmente: se non fosse stato per l’illuminato Daniele Luchetti, il regista che nel 1998 ha girato I piccoli maestri, se non fosse stato per due attori veneti eccezionali, Natalino Balasso e Marco Paolini, e un altrettanto illuminato regista piemontese, Gabriele Vacis che insieme – era il 2005 – hanno portato in tournée teatrale Libera nos, spettacolo creato dai testi di Meneghello, il velo dell’oblio sarebbe calato (ancora colpevolmente) sulla sua scrittura terrigna e dialettale, sulla sua capacità straordinaria di raccontare un paesino de màgnagàti, aggrappato inconsapevolmente alla coda del Pater noster.
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L’invocazione del Pater noster viene ovviamente travisata dai compaesani in una più goliardica “Libera nos amaluàmen”. Sembra di sentirli recitare assieme, tra un bianchèto e una graspèta, come una formula quasi magica, uno scongiuro contro le brutture e gli orrori della vita: di più, contro l’incombenza della morte, non solo o non tanto fisica quanto morale. “Liberaci dal luàme, dalle perigliose cadute nei luamàri, così frequenti per i tuoi figlioli, e così spiacevoli: liberaci da ciò che il luàme significa, i negri spruzzi della morte, la bocca del leone, il profondo lago! Liberaci dalla morte ingrata: del gatto nel sacco che l’uomo sbatte a due mani sul muro; del cane in Piazzola a cui la sfera d’acciaio arroventata fuoriesce fumando dal sottopancia; del maiale svenato che urla in cima al cortile; del coniglio muto, del topo di chiavica che stride tra il muro e il portone nel feroce trambusto dei rastrellatori. Libera Signore i tuoi figli da questo luàme, dalla sudicia porta dell’Inferno”.
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“Le cose andavano così: c’era il mondo della lingua, delle convenzioni, degli Arditi, delle Creole, di Perbenito Mosulini, dei Vibralani; e c’era il mondo del dialetto, quello della realtà pratica, dei bisogni fisiologici, delle cose grossolane”.
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Libera nos a Malo apparve in un momento letterario che non poteva non provocare equivoci poiché da pochi anni erano usciti i romanzi di Pasolini I ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959), quest’ultimo contemporaneo al Calzolaio di Vigevano di Mastronardi, secondo Segre “esperimenti in cui il dialetto aveva un ruolo centrale ma funzioni molto diverse, tra realismo espressionistico e mimesi appassionata del parlato, tra critica della società e deformazione fantastica”.
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Libera nos a Malo è stato pubblicato nel 1963. Il titolo è un gioco di parole tra l’espressione evangelica “liberaci dal male” e il suo paese natale, Malo. Meneghello qui propone, in una sorta di rivisitazione autobiografica, gli usi, i costumi, le figure tipiche, la vita sociale che ha conosciuto nel corso della sua infanzia e giovinezza e traccia un ritratto della provincia vicentina, della sua gente e della sua cultura dagli anni Trenta agli anni Sessanta. Dunque un passato incavicchiato nel presente, raccontato in un’opera che è un libro della memoria e insieme un libro della realtà.
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Il fil rouge della vicenda è la vita dell’autore, in particolare la sua infanzia. Fanno da sfondo il Fascismo, la vita della famiglia, l’istruzione, la religione cattolica. Gli stessi elementi che emergono nella pellicola Amarcord di Federico Fellini, a pensarci bene.
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“Il primo nucleo del libro si è formato a Malo nel corso di due estati (le mie vacanze accademiche che passavamo appunto al mio paese, nella casa di mio padre). Tre mesi circa nel 1960 e altri tre nel 1961. Mi ero messo a scrivere su certi fogli sciolti, alla sera quando si tornava dal caffè, le conversazioni e le chiacchiere che avevamo fatto con gli amici, o anche le cose sentite in paese durante il giorno. Uno, due, tre fogli per sera, in tutto saranno stati un centinaio. Non avevo intenti esplicitamente letterari. Volevo fermare qualcosa che mi era piaciuto, fatti o discorsi, per lo più cose senza importanza. Qualche scossa di terremoto durante la notte, e la gente raccontava le sue impressioni: l’Annamaria aveva immaginato, per un attimo, che ci fosse un toro (Annamaria! un toro?) sotto il letto… Mio papa si era svegliato, e aveva pensato: ‘Orcocàn, tenporale n’altra volta’… Ho scritto questi fogli in due serie nelle due estati che ho detto. Nell’intervallo, in Inghilterra o altrove, ogni tanto mi veniva in mente uno spunto e aggiungevo qualche altra cosetta dello stesso tipo. È stato soltanto nell’autunno del 1961, tornando in Inghilterra per l’inizio dell’anno accademico che mi è venuta l’idea di utilizzare questo materiale: sentivo (credo per la prima volta in vita mia, e non senza sorpresa, essendo io abituato a scrivere cose che poi non mi piacciono), sentivo che quegli appunti mi piacevano, non nel senso che li credessi molto belli, ma nel senso che corrispondevano a ciò che c’era davvero dentro di me, io ero così, non qualcos’altro”. Luigi Meneghello.
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Meneghello è uno scrittore veneto quanto Verga uno scrittore siciliano e Dante uno scrittore fiorentino. La sua terra – e il cielo e tutto lo spazio di confusione e ispirazione e disperazione tra questo e quella – è l’invenzione del linguaggio. C’è una ricercatezza formale e musicale dissimulata nell’ambientazione più modesta possibile, c’è la costruzione di una lingua non nuova ma rinnovata, riscaldata, rampicante, potentissima.
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“Attraverso il microcosmo di Malo viene fissata e trasmessa compiutamente al futuro la vicenda di tutta la nostra società, nel breve periodo in cui passa da una statica e secolare civiltà contadina alle forme più avanzate della modernità, la vicenda addirittura di tutto il nostro mondo con le fratture che hanno segnato la sua precipitosa evoluzione”. Lo ha scritto Giulio Lepschy.
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Un libro fondamentale della cultura paesana e della lingua della prima metà del Novecento: unisce umorismo leggero a sensibilità e cultura linguistica. Spassoso, certo, ma anche dissacrante e tenero. Il dialetto diventa così l’ultimo veicolo identitario e riporta il lettore in un Veneto che in parte esiste ancora, soprattutto nei paesini di provincia, e che continua a vivere grazie anche alla sua lingua.
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Libera nos a Malo è una “cronaca del ritorno” di Meneghello nel paese (e nella comunità) di Malo. All’incipit – “Si comincia con un temporale. Siamo arrivati ieri sera e ci hanno messi a dormire come sempre nella camera grande” – corrisponde simmetricamente una didascalia finale, “Abbiamo riso a lungo imbarazzati, e poi siamo andati via. Volta la carta la ze finia”.
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“Il motivo della liberazione, di quel ‘libera nos’ da parte mia non corrisponde affatto a un desiderio di evadere dal paese, di essere liberato: non ne ho mai sentito il bisogno o la voglia, se non in un senso molto largo, che riguarda specialmente il paese, […] il doppio aspetto della mia relazione di fondo con Malo: da un lato essere (e sentirsi) all’interno della materia e parlare con l’autorità di chi vede le cose dall’interno; dall’altro la condizione opposta, il distacco senza del quale non c’è prospettiva in ciò che sai e che dici. Sono due aspetti ugualmente essenziali”.
Alessandro Carli
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unearthitaly · 6 years ago
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[ITALY FROM A TO Z]: U for UMORISMO
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[ L' ] Umorismo is "humour" in Italian 🤗 People's ability to comprehend and appreciate humour largely depends on a host variables like one's culture, education and even intelligence. Another factor is, surely, the geographical location and, in a place like Italy, could a thing not vary according to the region or town? Obviously not!
Among the most famous kinds of Italian humour we have:
🌟 Tuscan Humour: Someone compares it to some aspects of British humour, especially for the self-deprecation, the lack of taboo subjects and the ability to find something to laugh about in every aspect of the everyday life. Tuscan humour, though, plays less with puns and innuendos and it's way more straightforward, thanks to the typical bluntness of Tuscan people and their relentless use of swearwords 🙊;
🌟 Ligurian Humour: Ligurian people are well-known for their self-mockery and especially Genovese people often joke about the popular stereotype that wants them to be stingy 💶 Their humour can be caustic, sarcastic and free. It's not by chance that nowadays the most successful TV comedians come from Liguria or have worked in Ligurian cabarets;
🌟 Neapolitan Humour: It is always sort of characterized by an intrinsic sense of melancholy . People joke a lot about bad luck 🌶, life in Naples and the so-called (and typically Italian and Neapolitan) "arte di arrangiarsi" (= the art of surviving/sorting things out). In Naples the ability of making people laugh is often considered symptom of wisdom. There's a long tradition of Neapolitan comedy 🎭🎦
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pillsofmovies · 3 years ago
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Funeral party
Durante un funerale, i familiari del defunto iniziano a manifestare tutti i propri dissapori e la situazione inizia a sfuggirgli di mano… Funeral party è una black comedy becera e scorretta, che gioca con gli equivoci. Il film di Frank Oz (il suo ultimo) scivola via in meno di 90 minuti con un ritmo rapido e un umorismo nero e british. Il film è quasi tutto ambientato all’interno di una casa, ma…
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musicvilla · 5 years ago
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A farne le spese la moglie Ayda Field, nel giorno del suo compleanno. via Rockol Music News
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