#tutto di me ama tutto di te
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Mi hai insegnato a vivere
senza opzioni,
per te è sempre un:
“Troveremo un modo”
ed è questa
la più grande e bella promessa
che tu mi abbia mai fatto:
non sai come andranno le cose
e non puoi garantirmi
che andrà sempre tutto bene,
ma mi hai sempre assicurato
che noi due insieme
troveremo un modo,
un modo per farcela comunque.
Ho deciso, quindi,
che ti amerò per sempre.
Si.
È il mio obiettivo:
amarti per tutta la vita.
E Ti amerò contro voglia
quando litigheremo
e quando lascerai tutto in disordine e mi dirai:
“ma tu non mi hai detto di sistemare”.
Amerò il modo
in cui di solito mi guardi
quando sei arrabbiato,
con quel briciolo
di disapprovazione nello sguardo
come a dire: “no, non può andare”.
Amerò il tuo modo di baciarmi
perché quel momento mi proietta
in un mondo nel quale
non mi stancherò mai di vivere;
e amerò il tuo profumo,
che sa tanto di casa e protezione.
Sei quell’amore che
non mi lascia dormire,
che mi fa pensare di correre da te
a qualsiasi ora della notte
perché il letto senza te
è troppo vuoto,
e perché alla “me” dolce
mancano le tue strette al petto.
Ti amerò per tutta la vita,
perché una vita,
o anche un solo secondo senza amarti
sarebbe come perdere
l’ultimo pezzo di un puzzle,
e non si può completare un puzzle
senza tutti i pezzi.
Tu sei vitale per me,
sei la colonna portante della mia vita,
e quindi “ti amerò per sempre”
è un po�� come dire:
“se te ne vai mi spezzo”.
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L'impossibilità di comunicare un amore maturo
Essere fraintesi è un attimo. Essere capiti, non basta una vita. (Detto Cinese) www.lezionidirespiro.tumblr.com
Capire è già difficilissimo; farsi capire è una smisurata ambizione. (Henri-Frederic Amiel)
Ciò che non puoi comunicare rovina la tua anima. (Robert Anthony)
Comunicare? Comunicare? Solo i vasi comunicano. (Jean Baudrillard)
Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione. (Zygmunt Bauman)
Non so trovare parole, per descriverti ciò che provo per te. So soltanto che mi manca il fiato, quando non ci sei; e quando sei con me non riesco neppure a pensare, dall'emozione e dal desiderio di averti immediatamente. Voglio solo starti addosso, farmi stordire dal tuo odore e assaporarti tutta. Ovunque. Prima che tu mi catturassi nella tua rete, ridevo di chiunque cascasse preda della debolezza dell'amore: “che fesso!” pensavo tra me e me.
Ora invece ridono di me tutti gli altri. “Povero illuso!” di sicuro pensano. Ma non mi interessa. Voglio continuamente provare, finché potrò, ancora una volta il piacere immenso di aprirti le gambe dopo una breve lotta. Sentire che ti arrendi. Ogni volta infatti non ti concedi molto facilmente. Però mi vieni sempre a trovare e alla fine ci stai e godi. Ti faccio venire regolarmente e mi sorridi maliziosa, mia dolcissima e giovane, adorata puttana. Mi tieni in pugno. La mia testa sta ormai solo tra le tue gambe. Non c'è più niente da fare.
Non so neppure se mi ami davvero, anche se mi mandi dei messaggini che mi fanno battere forte il cuore. Perché è vero che il muscolo cardiaco non invecchia mai. In amore però c'è sempre uno dei due che ama di meno. E tra noi due sei di sicuro tu, ovviamente. Non potrebbe essere altrimenti, purtroppo. Ne soffro. Tanto, ma non è che possa aprirti la testa e installare un nuovo software che premendo un bottone mi renda amato e desiderato, indispensabile alla tua anima.
Comunque ci spero sempre, come uno stupido: in particolare quando sento che mi prendi l'uccello in bocca con foga e che me lo lavori con molta passione. Chiudi gli occhi e gemi dal piacere, quando me lo fai. E sei sinceramente felice, quando vengo. Nessuno crede mai a un amore sbocciato tardissimo. Tra due con una gran differenza d'età, poi… figuriamoci. Ma non si vergognano, quelli? E di cosa dovremmo vergognarci? Di amarci? Vergognatevi voi dell'invidia sordida e bigotta che provate, invece. Vecchi dentro. E stupidi.
Per mia parte mi impegno scrupolosamente a farti godere, come un fedele e devoto servitore della tua fica. Ti lecco i seni, succhio i tuoi tenerissimi capezzoli che nella mia bocca crescono di volume. Mi dici che così ti faccio perdere la ragione: m'accarezzi la nuca dolcemente, per questo. Bevo di gusto dal tuo ventre il miele di quando vieni. Ti stantuffo nella passera a lungo. Poi ti faccio girare sulla pancia, con una mano ti allargo per bene il culo, perché sento che pure se facendotelo soffri un po’, alla fine ti piace: infatti d'un tratto gemi vogliosa e alzi le natiche aprendole al massimo per farti penetrare fino in fondo.
È una richiesta muta ma esplicita, la tua. Io quindi, senza farmi pregare ulteriormente, ti ci infilo l'uccello dentro e te lo lavoro a dovere, per molto tempo; nella speranza che tu domani senta la mancanza della mia lingua e del mio cazzo, proprio del mio. E che magari inizi ad amarmi. Queste sono le cose che mi tormentano l'anima veramente. Non le altre. Il resto è tutto relativo. La tua stupenda gioventù è un toccasana, per il mio cuore di uomo maturo. In questi mesi stai diventando una vera ed esperta donna, con me. E io come un vampiro assetato ti succhio l'anima e la vita.
Quasi certamente avrai iniziato a farti scopare da qualcun altro. Hai scoperto ormai l'enorme, inarrestabile potere contrattuale di una ragazza bella e giovane. Ma la verità non la voglio neppure sapere: soffrirei troppo. Certo: devo continuamente pagare il prezzo della tua carne soda, della tua pelle e del tuo corpo perfetto in termini di regali e anche soldi. Molti. Ma quella sensazione, il tuo profumo su di me valgono ogni centesimo. Dio, quanto sei bella. E quanto mi attrai non lo puoi neppure immaginare.
Macero l'anima mia di continuo, per questo tuo tenermi sulle spine ogni giorno. Sono roso dalla gelosia, quando ti vedo ridere di gusto con i ragazzi della tua età. E una rabbia sorda mi pervade, se soltanto ti vedo sottobraccio a uno di loro o se magari gli ravvii i capelli con un gesto che in altri troverei di normale e semplice, affettuosa consuetudine. Perché ti vorrei tutta per me, solo per me. Vorrei svegliarmi ogni mattina avvolto dai tuoi capelli morbidi, folti e sempre profumati. Coi tuoi seni acerbi sulla mia faccia. E quei capezzoli da adorare e assaporare.
Ma devo invece accontentarmi per forza soltanto degli incontri di nascosto caratteristici di questa breve stagione: un'inattesa e tardiva primavera, un dono del paradiso che m'è arrivato soltanto durante la coda della mia esistenza. Ti porto a prendere un gelato e la visione del tuo sorriso, quando il cameriere arriva, scalda l'autunno della mia vita ogni volta. Che stupido, ad aver disprezzato l'amore fino a oggi! Ama, ama per tutta la vita, mia giovane e meravigliosa ossessione. Ama e spremi da te tutto l'amore, fino all'ultima goccia. Usa il tuo corpo e il tuo cuore, segui quello. Cerca e regala l'amore. Non tenertelo dentro. Mai.
RDA
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L’amore non è soltanto una relazione con una particolare persona: è un’attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, non verso un «oggetto» d’amore.
Se una persona ama solo un’altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico o un egotismo portato all’eccesso.
Eppure la maggior parte della gente crede che l’amore sia costituito dall’oggetto, non dalla facoltà d’amare. Infatti, essi credono perfino che sia prova della intensità del loro amore il fatto di non amare nessuno tranne la persona «amata».
Questo è un errore. Poiché non si vede che l’amore è un’attività, un potere dell’anima, si ritiene che basti trovare l’oggetto necessario e che, dopo ciò, tutto vada da sé.
Questa teoria può essere paragonata a quella dell’uomo che vuole dipingere ma che, anziché imparare l’arte, sostiene che deve solo aspettare l’oggetto adatto e che dipingerà meravigliosamente non appena lo avrà trovato.
Se amassi veramente una persona, amerei il mondo, amerei la vita. Se posso dire a un altro «ti amo», devo essere in grado di dire «amo tutti in te, amo il mondo attraverso te, amo in te anche me stesso».
Erich Fromm
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Questo è tutto ciò che un Uomo dovrebbe essere, o perlomeno ambire di diventarlo.
🍀
Un uomo che è gentile con te è la cosa più maschile che possa fare perché dimostra la sua forza nel contenimento. Sa di poter essere potente e imponente, ma sceglie di proteggere piuttosto che danneggiare, di confortare piuttosto che controllare. Questa non è una dimostrazione di debolezza, ma una profonda comprensione di come sia la vera mascolinità.
Un uomo gentile capisce che il suo compagno non è un oggetto da conquistare, ma un'anima da custodire. Attraversa la vita con la consapevolezza che il suo tocco, le sue parole e le sue azioni hanno un peso. La sua mascolinità non è definita dalla sua capacità di dominare, ma dalla sua capacità di elevare coloro che lo circondano.
Un uomo veramente maschile sa che la dolcezza non è passiva; è amore attivo in movimento. È il modo in cui ascolta quando parli, la cura che mette nel tenerti stretta e la premura nelle sue azioni. La sua forza risiede nella tenerezza che offre, creando un rifugio sicuro in sua presenza.
Un uomo che incarna la vera virilità non si sottrae alla vulnerabilità. Lui sa che permettersi di essere aperto e onesto richiede coraggio. La sua dolcezza crea uno spazio dove sentirsi visti e ascoltati, e questa apertura permette di crescere fiducia e intimità.
Un uomo che conduce con dolcezza capisce che l'amore non è controllo ma sostegno. La sua mascolinità non è minacciata dalla morbidezza che mostra, ma piuttosto, ne è esaltata. Il suo tocco rassicura, le sue parole leniscono, e la sua presenza si sente a casa.
Un uomo gentile con la compagna dimostra che la virilità è più della forza fisica; è intelligenza emotiva. Riconosce che una vera partnership prospera nel rispetto, e che la dolcezza è parte essenziale per costruire un legame duraturo. Lui conduce con compassione, sapendo che rafforza il legame tra voi.
Un uomo che abbraccia la dolcezza dimostra di non avere nulla da dimostrare, perché è sicuro in se stesso. La sua mascolinità non è definita dalle aspettative della società o dalla necessità di affermare il dominio, ma dalla sua capacità di creare pace e armonia nella sua relazione.
Un uomo che pratica la dolcezza sa che la vita non è una battaglia da vincere, ma un viaggio da condividere con chi ama. Lui apprezza i tuoi sentimenti, onora i tuoi confini e si presenta costantemente con attenzione e premura. La sua gentilezza è il suo modo di dire: "Tu sei importante per me. ”
Un uomo gentile nel suo approccio all'amore capisce che la pazienza e la gentilezza sono alla base di un rapporto solido. La sua mascolinità non è sminuita dalla morbidezza, ma gli permette di coltivare la relazione, aiutandola a diventare più profonda e significativa con il tempo.
Un uomo che offre la sua gentilezza è un uomo che dà valore alla tua fiducia. Lui sa che essere gentile non lo rende meno uomo, ma più uomo. La sua mascolinità risplende nella sua capacità di essere protettivo senza essere possessivo, forte senza essere duro e amorevole senza condizioni.
Abhikesh
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Ho una malattia degenerativa, che al momento non mi permette di lavorare, convivo con la mia ragazza da 2 anni , ed è davvero premurosa con me, nonostante lavori solo lei non mi fa mancare niente, ma a volte la lascerei perché dice sempre di essere stanca quando gli chiedo di farmi fare un giro fuori , e questa cosa mi pesa parecchio , non so se farei bene a lasciarla, solo che al momento non saprei come mantenermi, anche se la situazione mi pesa molto.
Non tutte le persone che incontrerai resteranno con te quando non avrai un centesimo, e non tutte saranno presenti nei tuoi momenti peggiori, o ti asciugheranno le lacrime quando piangerai, non tutte si prenderanno cura di te quando non starai benè,Quindi, apprezza la tua compagna ora che ce l’hai,perché resta al tuo fianco e ti ama nonostante tutto,senza pretendere nulla in cambio.Non tutte resteranno con te quando le cose andranno male e non avrai più niente. ✨
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C’è un momento in cui il silenzio non è solo una scelta, ma una necessità. È quel punto in cui le parole non bastano più, in cui ogni spiegazione sembra inutile, in cui ogni tentativo di aggiustare qualcosa che si è spezzato finisce per fare più male che bene. Sto in silenzio, ma non perché sono debole. Non perché mi manchi il coraggio di dire quello che penso. Sto in silenzio perché dentro di me c’è un caos che non posso più ignorare, e l’unico modo per non affondare è smettere di cercare negli altri ciò che non troverò mai.
Mi sono sempre definita forte, quella che c’era per tutti, che trovava una soluzione anche quando sembrava impossibile. Quella che dava tutto senza chiedere nulla in cambio, che metteva il cuore davanti a ogni cosa. Eppure, eccomi qui, con un vuoto dentro che non so più colmare, con un silenzio che pesa più di qualsiasi parola non detta.
Non è facile accettare che le persone a cui tenevi di più possano essere quelle che ti deludono nel modo più profondo. Non è facile realizzare che chi pensavi fosse un porto sicuro era, in realtà, una tempesta mascherata da calma. Le delusioni non arrivano mai da chi non conta niente per te. Arrivano da chi hai lasciato entrare nel cuore, da chi credevi fosse diverso.
Sto in silenzio perché non ho più energie per spiegare, per giustificare, per lottare contro un muro di indifferenza. Non voglio più cercare attenzioni da chi non ha mai davvero voluto esserci, né provare a far capire il mio dolore a chi non lo ha mai preso sul serio. Il silenzio è il mio modo di proteggermi, di mettere un confine tra me e chi non merita più di attraversarlo.
Ci sono state notti in cui mi sono chiesta cosa avessi sbagliato. Dove fosse il problema. Se ero io quella “troppo sensibile”, “troppo esigente”, o semplicemente “troppo”. Mi sono data mille colpe, ho cercato di cambiare, di migliorarmi, di adattarmi a persone che non avrebbero mai fatto lo stesso per me. E sai cosa ho capito? Che il problema non ero io. Era il fatto che cercavo in loro qualcosa che non potevano darmi.
Le amicizie vere, quelle che ti toccano l’anima, non ti fanno sentire un peso, non ti fanno dubitare del tuo valore. Non ti fanno sentire sola, anche quando sei circondata da gente. Ma io mi sono sentita così, troppe volte. Ho provato a ignorarlo, a fingere che non fosse importante, ma la verità è che non riesco più a far finta di niente.
Sto in silenzio perché non so più chi ho accanto, chi è lì per davvero e chi è lì solo per convenienza o abitudine. Non so più distinguere chi mi ama da chi mi tollera. E questo dubbio mi uccide. Mi spegne. Mi fa sentire come se stessi vivendo in un loop infinito, in cui do tutto e ricevo solo briciole in cambio.
E sì, mi allontano. Mi allontano non perché non mi importi, ma perché mi importa troppo. Mi allontano perché non so più come gestire tutto questo, perché il peso di questa delusione è troppo grande da portare da sola. Mi allontano perché ho bisogno di spazio, di tempo, di silenzio per ritrovare me stessa, per capire chi merita davvero di stare nella mia vita.
Non è rabbia quella che provo, né rancore. È qualcosa di molto più profondo, più silenzioso. È rassegnazione. È la consapevolezza che alcune persone non cambieranno mai, che non importa quanto tu le ami o quanto tu ti impegni per loro: non saranno mai in grado di darti ciò di cui hai bisogno.
E io non voglio più accontentarmi. Non voglio più scusare comportamenti che mi fanno male, né accettare mezze verità o promesse vuote. Ma, allo stesso tempo, non so nemmeno più fidarmi. Ogni parola sembra vuota, ogni gesto sembra avere un secondo fine.
Mi guardo intorno e vedo solo ombre. Ombre di quello che pensavo fosse vero, di quello che pensavo fosse importante. Mi chiedo se riuscirò mai a fidarmi di nuovo, se ci sarà mai qualcuno che non mi faccia sentire così. Ma la verità è che non lo so.
Non riesco a vedere una via d’uscita da questo dolore. Non riesco a immaginare un futuro in cui il peso di queste delusioni non mi segua come un’ombra. E forse, per ora, va bene così. Forse il silenzio è l’unico rifugio che mi resta. Ma non chiedetemi di fidarmi di nuovo. Non chiedetemi di aprire il cuore a qualcun altro. Perché quel cuore, ora, è stanco. E non so se sarà mai più lo stesso.
Anonimo🖤
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Io non so esattamente quello che accadrà fra di noi, a dire la verità, nemmeno importa. Potremmo tornare “indietro” e sarebbe comunque bellissimo e avrebbe comunque senso. Perché quello che conta davvero, quello che niente e nessuno ci potrà togliere, e che ci accompagnerà in ogni tempo di noi, è la meraviglia di esserci incontrati e la gioia di esserci riconosciuti.
Sta tutto lì.
Sta in questa vita che, ogni tanto, si ricorda che esistono i miracoli. Sta nel Destino, o nel caso, che si prendono a braccetto per offrirci del doni che, la maggior parte delle volte, si vestono di incontri di anime. Sta che esistono su questa Terra persone che ci sono destinate per rimarginare ferite, per correggere errori, per raddrizzare tempi in cui il dolore, lo sconforto, il non-amore ci hanno ferito, stravolto, minando noi stessi e la nostra vita. Probabilmente accade quando ti rendi conto di non avere alternative. Perché l’amore credo sia proprio così: non concede alternative. Si ama e basta. In ogni forma. In qualsiasi forma. Con tutti i nomi del mondo o senza necessità di dare un nome.
Ed è la cosa più semplice e complicata al mondo. Perché fa bene e male. Male e bene. Però è l’unica cosa che dà senso alla vita, che ci regala vita, che ci fa sentire vivi. Ecco, a me piacerebbe essere per te vita,vita da ricordare,vita da vivere..
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Il forno rotto
Anche frammenti di cuore è cresciuta, quindi le riflessioni filosofiche che vi toccano adesso sono legate al mondo degli adulti (siate clementi, ci sto lavorando per accettare questa cosa).
Il forno di casa mia è rotto, da sempre. Immaginate la sorpresa di ritrovarsi con la prima pasta al forno della propria vita completamente carbonizzata ✌🏻 raga, la gioia proprio. Ormai è più di un anno e mezzo che convivo con questo forno e adesso sono in grado di gestirlo. Ci è voluto tempo, errori, pranzi e cene rovinate, per riuscire finalmente a capire come comportarmi con il mio caro amico. Ecco, nella vita capita a tutti di essere il forno di casa mia ogni tanto (wow raga le scelte intelligenti eh). Io in primis mi sento spesso come quel forno. Diverso da tutti gli altri, inutile delle volte, non capito e con nessuno intorno che sia in grado di farlo funzionare correttamente.
Il problema va sistemato, su questo non ci piove, ma nel frattempo è bello sentirsi capiti da qualcuno, vedere che qualcuno ci prova lo stesso a farti sentire meglio. Non verrà fuori una pasta al forno perfetta, sarà un po' cruda o un po' troppo cotta delle volte...ma sarà mangiabile.
Solo perché qualcuno non si comporta come voi pensate debba fare, non significa che non ci stia provando con tutto se stesso a dare il meglio di sé. Spesso sappiamo di essere rotti da qualche parte dentro di noi, ma non abbiamo la forza di aggiustarlo quel pezzo, non in quel momento almeno.
E sai che si prova quando vedi che per gli altri hai senso solo quando funzioni alla perfezione? Ci si sente un errore, sbagliati, sbagliatissimi. Il non sentirsi amati per come si è...ti lacera dentro e io mi sento così con la maggior parte delle persone che mi circondano.
Ti merita che mangerebbe una torta un po' bruciata insieme a te, perché sa che quello è il tuo massimo in quel momento, chi ti dà il tempo per imparare a stare meglio, chi si prende del tempo per aiutarti a farlo.
Non sono perfetta, non lo sarò mai e non voglio esserlo. La mia casa rappresenta perfettamente quello che sono, il mio forno lo rappresenta, il mio disordine pure. Chi ti ama ha bisogno solo di quello che sei, non che tutto funzioni sempre alla perfezione, perché la perfezione perenne è pura finzione.
Un giorno quel forno sarà aggiustato e un giorno anche io lo sarò. Ma sai di chi mi ricorderò quando tutto andrà bene? Di chi si faceva una risata con me anche quando tutto andava male.
Sai chi vorrò accanto quando la mia pasta al forno sarà la migliore del mondo? Chi ha pensato che lo fosse anche quella un po' bruciata.
zoe.
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Dopo 21 anni di matrimonio, mia moglie mi prese da parte per dirmi qualcosa di importante. Voleva che passassi del tempo con un’altra donna, la portassi al ristorante e poi al cinema. Mia moglie mi disse: “Ti amo, ma so che anche quest’altra donna ti ama, e voglio che tu trascorra del tempo con lei”.
Quest’altra donna era mia madre. Viveva da sola da 19 anni, dopo la morte di mio padre e a causa del mio lavoro e dei miei tre figli, potevo farle visita solo occasionalmente.
Così quella sera stessa ho fatto quello che mia moglie mi aveva chiesto. Ho invitato mia madre al ristorante e poi al cinema.
“Cosa sta succedendo?”, mi chiese la mamma: “Sei sicuro che vada tutto bene?”
“Ho pensato che sarebbe stata una buona idea trascorrere del tempo con te”, ho risposto. “Solo io e te”.
Mia madre, al telefono, restò in silenzio un momento, poi finalmente disse: “Mi piacerebbe davvero tanto”.
Poi il venerdì seguente, dopo il lavoro, sono andato a prenderla a casa. Ero un po’ nervoso, era passato tanto tempo… Si era fatta i capelli e indossava lo stesso vestito del suo ultimo anniversario di matrimonio. Il suo sorriso, raggiante di felicità, la faceva sembrare un piccolo angelo.
“Ho detto alle mie amiche che uscivo con mio figlio stasera e sono rimaste tutte molto colpite”, ha detto entrando in macchina. “Non vedono l’ora che racconti loro della nostra serata!”
Così siamo andati in un ristorante, non troppo elegante, ma abasstanza intimo e confortevole. Mia madre mi ha preso il braccio come se fosse la First Lady. Ci siamo seduti e le ho dovuto leggere il menù, dal momento che i suoi occhi riuscivano a leggere solo i caratteri più grandi. Appena finito di leggere le portate, ho girato gli occhi e ho visto che lei mi guardava con un sorriso carico di nostalgia. “Quando eri piccolo, ero io che dovevo leggerti il menù”, mi ha detto con semplicità. “Allora, è tempo che tu ti riposi un po’ e mi lasci restituire il favore”, ho risposto.
Abbiamo cenato e abbiamo parlato, niente di straordinario, abbiamo solo parlato delle novità nelle nostre rispettive vite. Alla fine, abbiamo parlato così tanto che ci siamo dimenticati del film. Ma in realtà, non ci è dispiaciuto averlo perso. Quando l’ho riaccompagnata a casa, mi ha detto che voleva uscire di nuovo, ma solo se le promettevo che l’avrei lasciata invitare me la prossima volta. Ho accettato.
“Come è andato il tuo appuntamento?”, mi chiese mia moglie quando rientrai a casa. “È andato davvero bene. Ancora meglio di come avrei mai immaginato”.
Non sono però stato in grado di mantenere la mia promessa e farmi invitare al ristorante. Pochi giorni dopo, mia madre è morta a causa di un problema cardiaco. È successo così velocemente che nessuno ha potuto fare niente per lei.
Sono passate alcune settimane e poi ho ricevuto una busta con una copia di un conto di un ristorante, lo stesso ristorante dove avevo portato mia madre. Insieme alla ricevuta, c’era una piccola nota che diceva: “Ho pagato questo conto in anticipo. Non ero sicura se avrei potuto esserci, ma in ogni caso, ho già pagato per due, per te e per tua moglie. Non sai quanto questa serata abbia significato per me. Ti amo, figlio mio”.
Quel giorno ho capito l’importanza di dire “ti amo”, e l’importanza di trascorrere del tempo con la propria famiglia e le persone che ci sono care. Niente, in verità, è più importante di quest’amore ❤️
Autore sconosciuto
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VI STRAPPO UNA RISATA..
“Papà, ti ho mandato sulla mail la rata del mutuo che dovrei pagare ma non ho soldi" - “che bello, non aspettavo altro, guardo subito!”
Ho ingoiato un po' di saliva e ho aperto l'allegato.
Chiamo mia figlia: “Giu', ma si deve pagare subito o abbiamo un po' di tempo?” - “Pa', ieri già era tardi! Perché c'è qualche problema?” - “nooooo, quale problema, figurati...”. Pero', cavolo, per pagare sempre tutto uno si dovrebbe mettere a far rapine.
Rapine? Ho detto rapine? Mumble mumble..La banca si trova a due chilometri e ho la schiena che mi duole senza tralasciare l'uomo nerboluto che sta all' ingresso. Penso di optare per il negozio di cibo per animali sotto casa. C'è sempre una vecchietta da sola e le crocchette per cani vanno a ruba. Sicuramente gli incassi non mancano, sembra il posto perfetto da rapinare..
Il piano è da preparare con cura. Avrò bisogno di qualche complice. Chi meglio del mio cagnolino?
Gli racconto un po' la strategia: “Ascolta Dandy, le crocchette non ti sono mai mancate, anche le scatolette di manzo, pollo e cinghiale di quella marca che tu preferisci. I croccantini, quelli che a te fanno schifo, ma costano poco, non te l'ho mai imposti, quindi, se vuoi continuare a fare la vita da nababbo come un parlamentare mi devi essere complice. Ascoltami bene: stasera verrai con me, indosserai questo marsupietto colorato, anche se il disegno di Pluto non ti piace, non ho altro, quindi zitto! Andremo nel negozio di cibo per animali. La signora ama i cani e di sicuro quando ti vedrà sarà un gioco facile. Ti prenderà in braccio, tu, in un primo momento, sarai dolce, occhi mielosi e strusciamenti continui: “Ma quanto è bello..., come si chiama..., ma che carino...”, dopo qualche minuto tu, con uno scatto gli scivolerai via dalle braccia e ti nasconderai nel retro bottega. Naturalmente la signora ti vorrà seguire e ti cercherà, bada che non ci vede bene, quindi perderà del tempo: "Cagnolino, dove sei?" E in quel tempo io mi pappo la cassa..., intesi?”
Il piano è fallito vergognosamente, io me lo sentivo, Dandy non è affidabile. In quel caxxo di negozio, proprio mentre tentavo il furto è entrato un tizio con un Rottweiler bavoso e anche un po' scontroso. Ha trovato Dandy che si era nascosto in due secondi.... quel bastardo!
Dandy è scappato come un vigliacco!
Oltre al mutuo ci sono le bollette da pagare..., forse opterò per la banca, almeno lì i cani non li fanno entrare!
@ilpianistasultetto
Il complice..😱
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Sottomessa, come tu mi vuoi
Eccomi: sono arrivata a casa tua dal lavoro. Mi spoglio e come tu comandi non farò neppure una doccia, perché quando facciamo l'amore a te piace sentire il mio odore naturale. E mi annusi ovunque: ti eccita, lo so. Non lo ammetterò mai di persona, perciò te lo scrivo mentre ti aspetto in questa e-mail che leggerai domani, ma questa cosa mi fa andare fuori di testa. Mi lusinga e mi fa sentire di avere un notevole potere su di te. Sento che ti piaccio in quanto femmina in calore. Ora mi lubrificherò nella zona anale. Sai: tu sei un po'… “ingombrante” e non è che io non gradisca, ma voglio agevolare la tua penetrazione senza dover soffrire per la notevole dilatazione del mio ano quando accolgo il tuo cazzo.
E giuro che mi piace un casino, quando lo facciamo lentamente e con gentilezza: sento che decisamente mi desideri, che vuoi proprio me. Ti servono le mie carni, per il tuo piacere. So che non potrò scappare fin quando non avrai finito. Sono totalmente sottomessa a te. Sei un martello inesorabile ed eccezionale: mi sfondi inchiodandomi al letto. Quando affondi completamente nel mio culo, quello è il momento in cui proprio non ragiono più: chiudo gli occhi, mordo il labbro inferiore per non urlare di piacere e allargo ancora di più le natiche. Poi subito le alzo un po’ per accoglierti al meglio e quindi prendiamo a muoverci in sincrono.
Quando avanzi e poi arretri, sento profondamente la frizione del tuo stantuffare. Man mano crescono la frequenza e l'intensità dei tuoi colpi, sino al momento in cui spingi al massimo e rimani tutto dentro di me. Sento allora che quello è il momento adorato in cui mi sborri nelle viscere. Vieni e mi riempi della tua crema preziosa. Cinque o sei getti sostanziosi. Ti chiedo il permesso e vengo anche io. Sei generoso. Null'altro al mondo vale questo nostro intimissimo istante: nulla. Questi sono i momenti preziosi in cui mi sento tua. Sono un tuo possedimento, una cosa profondamente tua e ti imploro di usarmi ancora. Sono felice di essere la schiava del tuo piacere. E oso godere solo se tu me lo permetti.
Quindi, dopo che mi sei venuto nel culo, il rito è sempre questo. Lo sai e già ti vedo sorridere, con quelle fossette sulle guance che mi fanno bagnare solo a guardarle: fai per alzarti e andare in bagno. Magari vorresti pulirti, riposarti un attimo. Ma io invece ti prendo dolcemente per le palle, ti blocco a bordo letto e prima che tu possa dire una parola, rapida prendo in bocca il tuo uccello, dopo il rapporto un po’ rilassato: lo ingoio tutto sino alla radice. Riderei dalla felicità, se solo potessi farlo con la bocca impegnata! Invece con la bocca piena di te sono intenta a slinguarti, succhiarti per farti ritrovare la massima rigidità.
Tu, iniziando a mugolare, ridiventi subito durissimo e mi scopi la bocca impaziente. Ti stimolo l'ano col dito medio e al momento giusto te lo infilo in culo fino in fondo. Contrai e stringi per trattenerlo. È allora che mi chiami: “maledetta puttana, cagna”, poi mi afferri saldo la nuca e sborri di nuovo in me, lo fai in modo copioso, mugolando libero. Io allora assaporo e inghiotto tutto, diligente e avida. Non si spreca una goccia. Sono brava, eh? Poi salgo per stringerti e baciarti, completamente pazza d'amore per te. Ecco: quello si che è un bacio appassionato tra due persone che si amano veramente.
Poi mi rivesto e torno velocemente a casa da mio marito. Spesso è un mio segreto piacere, sbrigata rapidamente la cena e messi a letto i bambini, stuzzicarlo per poi farmi scopare dopo essere appena stata con te. Lui quando scopiamo nella situazione... “corna freschissime” mi trova inspiegabilmente molto calda, scatenata, insaziabile e diventa a sua volta appassionato, focoso. È con me quindi tenero e docile come un agnellino. Viene più volte dentro di me in modo tradizionale ed è molto soddisfatto. Il giorno dopo mi porta sempre un regalo: un vestito, della bigiotteria, fiori; cose così. Dice che mi ama.
Io, tutto sommato, sono una brava moglie lo sai; solo che… amo troppo farmi scopare e inculare da te, solo da te. Almeno per ora: non lo avevo mai tradito con altri, ma mi sta piacendo, ‘sta cosa… Comunque… tranquillo :) non c'è nessun altro in vista! Niente scenate di gelosia: sarebbe troppo complicato, per carità. Ma a te però non rinuncio. Sai: penso proprio di amarti. Poi francamente lo sai che adoro troppo succhiare il tuo rispettabile uccello e leccarti le palle e l'ano. E ogni tanto anche masturbarti e vederti schizzare: adoro servirti come una troia diligente. Sono cose molto intime, piacevolissime e segrete tra noi.
Nel mio lavoro sono una dirigente rispettata, obbedita e riverita da molti uomini, ma con te è diverso: sono un oggetto per il tuo godimento e ti faccio tutto ciò che mi comandi. Vedi la vita: lui non osa neppure chiedermele, le cosine che faccio con te! Qualche giorno magari gli farò provare il paradiso. Voglio proprio vedere che faccia farà; però spero che poi non inizi a sospettare… meglio di no. Ci sentiamo presto.
Bacio dove sai. :) Tua S.
P.s.: adesso che è mattina e leggi, quando scopiamo di nuovo?
RDA
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Perdere tanto mi ha insegnato a vincere; piangere tanto mi ha disegnato il sorriso che ho. Conosco così bene il pavimento che ormai guardo solo il cielo. Ho toccato così tante volte il fondo che, ogni volta che scendo, so già che domani risalirò. Mi stupisco così tanto della natura umana, che ho imparato a essere me stesso. Ho dovuto sentire la solitudine per imparare a stare con me stesso e scoprire che sono una buona compagnia. Ho provato tante volte ad aiutare gli altri, che ho imparato a lasciarmi chiedere aiuto. Ho sempre cercato la perfezione in ogni cosa e ho capito che in realtà tutto è così imperfetto come dovrebbe essere (incluso me stesso). Faccio solo ciò che devo, nel miglior modo possibile, e lascio agli altri la libertà di fare ciò che vogliono. Ho visto tanti cani correre senza senso, che ho imparato a essere tartaruga e a godermi il percorso. Ho imparato che in questa vita nulla è sicuro, tranne la morte... per questo mi godo il momento e ciò che ho. Ho capito che nessuno mi appartiene, e ho imparato che resteranno con me finché vorranno e dovranno esserci, e chi è davvero interessato a me me lo farà sapere in ogni momento e contro ogni cosa. Che la vera amicizia esiste, ma non è facile trovarla. Che chi ti ama te lo dimostrerà sempre, senza bisogno che tu glielo chieda. Che essere fedeli non è un obbligo ma un vero piacere quando l’amore è il padrone di te. Questa è la vita... La vita è bella con i suoi alti e bassi, con i suoi sapori e insapori... Ho imparato a vivere e a godere di ogni dettaglio, ho imparato dagli errori ma non vivo pensando ad essi, perché sono sempre un ricordo amaro che ti impedisce di andare avanti, perché ci sono errori irrimediabili. Le ferite profonde non si cancellano mai dal cuore, ma c'è sempre qualcuno davvero disposto a guarirle con l'aiuto di Dio. Cammina mano nella mano con Dio, tutto migliora sempre. E non sforzarti troppo, perché le cose migliori della vita accadono quando meno te le aspetti. Non cercarle, saranno loro a cercare te. Il meglio sta accadendo...
Nadine Stair
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Per giorni si spogliava e si guardava allo specchio per qualche minuto, io facevo finta di non vederla, ma notavo che aveva un'aria preoccupata, si stringeva la pancia, sollevava i seni, sollevava il sedere, come se tutto fosse fuori posto.
Un giorno portai lo specchio fuori dalla stanza e lo nascosi. Tornò a casa dal lavoro, si spogliò, si girò verso il muro e diede di matto!
- Dov'è lo specchio?
Le dissi: "L'ho tolto".
Lei mi chiese: "Perché l'hai tolto?
- Perché non riflette quello che vedo! Vedo una bella donna, che lavora duramente per ottenere tutto ciò che viene proposto, che studia, che è la madre dei miei figli e che ha ancora tempo per uscire con me. E so che quando ti guardi allo specchio non vedi nulla di tutto questo".
Si è riempita gli occhi di lacrime, mi ha abbracciato emozionata e ha detto: "Cosa sarei senza di te? -Non so cosa farei senza di te, amore mio.
A volte basta una parola d'amore per far capire alla persona che si ama tutte le sue imperfezioni e che ciò che si prova l'uno per l'altra va oltre ciò che lo specchio può riflettere.
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[…]
presa da un atto di coraggio, recuperai carta e penna, iniziando a scrivere le ultime parole che ti concessi, prima di dirti definitivamente addio.
23 novembre 2023
Ciao amore,
sono passati un po’ di mesetti dall'ultima volta che ti scrissi una lettera, ormai ne ho scritte così tante che ne ho perso il conto, anche se a dire la verità non le ho mai contate.
come ben sai, scrivere è il mio unico modo per esprimere ciò che ho dentro e ciò che non riesco a dire a voce...
in alcune lettere menziono sempre il fatto di dove io avessi sbagliato, di come avrei potuto fare scelte diverse o semplicemente raccontare le mie giornate o quello che comunque faccio nel presente.
poche volte menziono i ricordi, molte volte ripeto quanto ti abbia amato, e soprattutto quanto ancora ti amo.
questa è l'ultima lettera che ti scriverò, ho deciso di mettere la parola fine e il punto a tutto ciò che c'è stato in passato, ma soprattutto alla nostra storia, consapevole che il sentimento che ho provato per te, non lo proverò con nessuno.
ho capito che ci sono un'infinità di amori, che ogni amore con una persona è diverso dall'amore con un'altra, questo l'ho capito con il passare del tempo, e mi dispiace se me ne sia accorta troppo tardi.
ho provato a fare del mio meglio, come tu hai provato a fare del tuo, lottando con anima e corpo.
ogni tanto la sera prima di andare a dormire, rileggo le tue lettere, ogni volta è sempre un'emozione diversa, ogni volta ricado nei ricordi ed è bellissimo riprovare certe emozioni, ma è alquanto bruttissimo invece leggere e rileggere le stesse righe, le stesse frasi, le stesse parole, senza essermi resa conto dei dettagli.
citavi sempre che io meritassi di meglio, che ti sentissi sbagliato per me, e l'ultima volta che le ho rilette, ho capito troppo tardi che tu non ti sentissi all'altezza, e ti chiedo scusa se non me ne sia accorta, ti chiedo scusa se ti ho fatto sentire così, ti chiedo scusa se non ho fatto nulla per far si che non pensassi più cose del genere.
tu mi meritavi, tu eri all'altezza, senza di te mi sarei sentita persa, senza di te sarei crollata ancora prima di rialzarmi, senza di te sarei annegata, per farti capire che tu per me eri importante.
eri tu tra i due il più forte, eri tu tra i due che non mollava, eri tu tra i due che lottava, eri tu e sei sempre stato tu a non mollare tutto. sei determinato, furbo, intelligente, forte, un po' testardo, ma hai un grandissimo cuore e tanto da offrire a mio parere, ora non so come tu sia, ovviamente grande vaccinato e maturo, ma quando ami dai il mondo.
ci siamo sempre detti che nonostante non ci fosse più un per sempre tra di noi, di non mettere al primo posto nessun altro, io l'ho fatto, ma ora ti chiedo di non farlo a te, metti al primo posto Lei, dalle il mondo, amala, rendila felice, voglio che tu sia felice, che tu stia bene in primis, anche se questo porta a lei al primo posto anziché me.
in futuro se mai avrai una famiglia, oltre ad essere un buon padre, che ci scommetto che lo sarai, non raccontare di me, del tuo amore che hai provato per me, non raccontarlo, significherebbe raccontare il dolore, e l'amore non dovrebbe essere dolore, dovrebbe essere felicità.
tienimi solo come un bel ricordo, come una lezione di vita non so, ma tienimi solo per te come la ragazza dagli occhi belli da dio che hai conosciuto al lago durante una banalissima e noiosissima gita scolastica. solo questo ti chiedo.
ama tanto e sii amato, te lo meriti. spero con tutto il cuore che Lei ti stia dando tutto ciò che io non sono riuscita o non ho potuto darti.
grazie per aver fatto parte della mia vita, ti devo molto, ho anche mantenuto la promessa di non farmi del male, ma ora è arrivato il momento di lasciarti andare del tutto e volevo dirti anche che quel giorno dopo le lezioni di recupero in estate, quando hai ammesso di aver sbagliato a fare quello che hai fatto, lo stesso giorno in cui mi hai accompagnata in autobus ascoltando la nostra canzone e canticchiandola labbra contro labbra, in quel esatto momento ti avevo già perdonato, non mi importava del male che mi avevi fatta, non mi importava del male che poi in futuro mi avresti fatto, non mi importava perchè il sentimento che provavo per te era così forte e bello che sovrapponeva il dolore.
però so che tu non mi hai mai perdonata per la scelta che ho fatto, e va bene così, questo ha portato a un te felice ora, e se tu lo sei la sono anche io.
grazie per tutto.
per sempre tua.
[…]
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.... gli posa la mano sul ginocchio e dice, lo sai quanto ti voglio bene, figlio mio? Sì, papà. Forse non te lo dico abbastanza. Me lo dici, me lo dici. Ti voglio bene fino al cielo, fino alle stelle Papà, basta. Perché basta? Che fastidio ti dà se .. Non sono più un bambino, papà. Sto per compiere quarant’anni. E allora? Il problema è proprio questo, a una certa età i genitori smettono di dire ai figli quanto gli vogliono bene e poi tutto comincia ad andare in malora.
Eshkol Nevo – Legami
Ph Richard Hill Studio
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«Ti guardo mentre dormi. Sono accanto a te, sono al tuo letto di morte. Ti dico addio, il più lungo di tutti gli addii, bambolina mia. Così ti ho sempre chiamata: bambolina.
Penso anche che è la prima volta in vita mia che ti vedo quieta e serena. Si potrebbe dire che una mano delicata abbia lavato via dal tuo viso paure e dissidi.
Ti guardo mentre dormi. Mi dicono che tu sia morta. In che modo ne sono colpevole io? ...Ci si pone sempre questa domanda davanti a qualcuno che si è amato e si ama ancora. Questa emozione ci sommerge, poi torna indietro e alla fine ci si convince che tutto sommato non si è colpevoli. Non colpevoli, ma comunque responsabili.
Ecco. Lo sono anch'io. È a causa mia che la notte scorsa il tuo cuore ha cessato di battere. A causa mia, perché 25 anni fa fui scelto per essere il tuo partner in "Christine".
Tu arrivavi da Vienna e io ti aspettavo a Parigi con un mazzo di fiori in mano che non sapevo come tenere. Ma i produttori mi avevano detto: "Appena scende dalla passerella, vada da lei e le porga i fiori". Io aspettai con i fiori in mano come un imbecille, in mezzo a un'orda di fotografi.
Tu scendesti dall'aeroplano, io mi avvicinai. Dicesti a tua madre: "Deve essere Alain Delon, il mio partner!" Nient'altro, nessun colpo di fulmine a ciel sereno. Così andai a Vienna, dove si girava il film, ed è stato là che mi sono innamorato follemente di te. E tu ti sei innamorata di me.
Spesso ci siamo posti a vicenda la tipica domanda degli innamorati: "chi è stato di noi due ad innamorarsi prima, tu o io?".....contavamo: "uno...due...tre..." e rispondevamo "nè tu ne io.......entrambi..." Mio dio come eravamo giovani e felici!
Alla fine del film ti dissi: " vieni con me, andiamo a vivere insieme in Francia" e tu rispondesti subito:"si, voglio vivere con te, in Francia"....[..] Io un francese, che non parlava una parola di tedesco. E tu, bambolina, che non parlavi una parola di francese.
All'inizio ci amavamo senza scambiarci una parola. Ci guardavamo e ridevamo. Bambolina.... e io ero "Pepè". Dopo qualche mese io ancora non parlavo tedesco, ma tu parlavi francese così bene che potemmo recitare in teatro. Quella volta il regista fu Visconti. Ci diceva che ci assomigliavamo, che avevamo fra le sopracciglia la stessa "V" che si increspava per la collera, per la paura di vivere, per il terrore. Adesso non hai più paura. Non stai più in agguato, non sei più preda di cacciatori. La caccia è finita e tu finalmente riposi.
Come si può spiegare chi eri tu e chi siamo noi, i cosiddetti "attori", come si può far capire che noi, recitando, interpretando, essendo qualcun altro da quello che realmente siamo, impazziamo e ci perdiamo? Come si può far capire la difficoltà, il bisogno di possedere un carattere forte ed equilibrato per riuscire a rimanere in qualche modo in piedi? Ma come possiamo noi, trovare questo equilibrio in questo mondo... noi, i giocolieri, i clown, i trapezisti da circo ai quali i riflettori indicano la strada dorata?
Dicesti una volta "Non so cosa io debba fare nella mia vita, ma in un film sono in grado di fare tutto".
No, gli altri non possono capire. Non possono comprendere che più un attore è grande e più diventa inadatto alla vita.
Non possono capirci loro, gli "altri". Gli attori si, gli altri no.
E' inspiegabile. E quando si è una donna come te, non possono comprendere che di questo ci si può anche morire. Loro dicono che tu fossi un mito.... si certo, ma il mito non è che una maschera, un riflesso, un apparenza, ma quando viene la sera il mito si dissolve e rimane solo Romy, ancora Romy, soltanto una donna incompresa, maltrattata, maldescritta sulla stampa, indebolita, braccata.
E' nella solitudine che svanisce il mito, succede per paura.
Questo cuore è stato maltrattato, sballottato, questo cuore che apparteneva ad una donna che la sera si metteva a sedere davanti ad un bicchiere...
Alla fine ci fu il film "La piscina", ci siamo ritrovati con il fine di lavorare insieme. Venni a prenderti in Germania, conobbi David, tuo figlio. Da quel film in poi tu sei mia sorella, io tuo fratello.Fra di noi tutto era chiaro, schietto. Nessun'altra passione. La nostra amicizia risiedeva nel sangue, nella somiglianza e nelle parole.
Fino alla morte di David c'era il lavoro a tenerti la testa fuori dall'acqua, poi David se ne è andato e il lavoro non ti è stato più sufficiente.
Non mi ha stupito affatto la triste notizia che anche tu ci avevi lasciato. Di cosa avrei dovuto stupirmi? Del tuo non-suicidio, forse. Ma non del tuo cuore distrutto. Mi sono detto: "Eccola, la fine del tunnel!"
Ti guardo mentre dormi. Sono di nuovo solo. Mi dico: tu mi hai amato. io ti ho amata. Io ho fatto di te una francese, una star francese. Si, è per questo che mi sento responsabile. E questa terra che tu hai amato per causa mia, è diventata anche la tua patria. La Francia. Wolfie ha deciso, e anche Laurent ne ha espresso il desiderio, che tu rimanga qui per sempre in suolo francese. A Boissy.
Là, dove fra un paio di giorni verrai raggiunta da tuo figlio David. In un piccolo luogo dove hai appena ricevuto le chiavi per la tua casa. Là dormirai per sempre. In Francia. Vicino a noi, vicino a me.
Ma non sarò presente né in chiesa né alla tomba. Perdonami. Verrò il giorno successivo e staremo da soli.
Riposa in pace. Io ci sono.
Da te ho imparato un po' di tedesco.
Le parole:" ich liebe dich".
Ti amo, ti amo, bambolina mia.
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