#truffa del corriere
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Rapina a un distributore dopo una truffa fallita: Arrestati due malviventi grazie alle indagini dei Carabinieri (foto e Video)
Due trasfertisti del crimine arrestati dopo una rapina a un distributore di carburante: fallita la truffa del corriere, si sono dati alla fuga con 800 euro.
Due trasfertisti del crimine arrestati dopo una rapina a un distributore di carburante: fallita la truffa del corriere, si sono dati alla fuga con 800 euro. Alessandria – È stato un pomeriggio di terrore per un anziano gestore di un distributore di carburante sul lungo Tanaro. Due criminali, dopo il fallito tentativo di attuare una “truffa del corriere”, hanno messo in scena una rapina ai danni…
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palmiz · 2 years ago
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📰 Corriere del Ticino • 28 MARZO 2023
📃 "COVID, LA PIÙ GRANDE TRUFFA SANITARIA"
📁 "A livello mondiale le percentuali di mortalità COVID sono dello 0,15% delle persone che si sono infettate, circa 150 su 100.000, il che corrisponde a una normale influenza stagionale (0,10 e 0,20%). Ne consegue che il 99,85% degli infetti superano la malattia e ne diventano immuni. L’età media dei decessi COVID- 19, spesso con più patologie pregresse, supera in tutti i paesi gli 80 anni, ovvero l’età che corrisponde alla normale aspettativa di vita. [...]"
⁉️ "Quindi come si giustificano le misure draconiane adottate dalle autorità?
L’abolizione dei diritti naturali e costituzionali, la segregazione in casa, il divieto delle visite in ospedale, case anziani e istituti, il certificato COVID, il lasciar morire le persone ricoverate senza la possibilità di abbracciare i propri cari, il divieto dei funerali, le misure di distanziamento, le mascherine, i tamponi per accedere a scuola e lavoro… [...] La società è stata vile con la sua gioventù, costringendola alla segregazione e al ricatto, spingendola a vaccinarsi ed esponendola a grossi rischi (miocarditi, infertilità, mortalità), malgrado che il rischio per i giovani fosse pari a 0. [...]"
"Per spingere al vaccino, sono state sistematicamente bandite la prevenzione, le cure precoci, la possibilità di usare farmaci a basso costo, efficaci e noti da decenni. [...] Le autorità ci hanno mentito sulla protezione del vaccino: per stessa ammissione dei produttori sappiamo che i test sulla trasmissibilità non sono stati effettuati e nemmeno quelli sulla cancerogenesi e sulle donne in gravidanza… I contratti con i fornitori di siero anti COVID sono secretati, perché? Le autorità hanno spinto persone sane, donne incinte, giovani e bambini a vaccinarsi esponendoli alle incognite di un siero genico sperimentale, per di più senza una vigilanza attiva. [...] Chiediamo verità e giustizia affinché tutto questo non succeda mai più."
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m2024a · 11 months ago
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Marco Di Nunzio, il falso erede di Berlusconi e la truffa del testamento colombiano: Marta Fascina sentita come testimone Il 29 settembre 2023, presso un notaio di Napoli, Marco Di Nunzio, 55enne imprenditore torinese in Colombia, già artefice della lista civetta Bunga-Bunga, depositò un presunto testamento di Silvio Berlusconi sostendendo che il 21 settembre 2021 davanti a un notaio di Cartagena, il premier gli aveva destinato 26 milioni, uno yacht, le ville ad Antigua nelle Antille, e soprattutto il 2% della Fininvest. Ora l'uomo è indagato. E Marta Fascina, dal 2020 ultima compagna di Silvio Berlusconi sino alla morte dell’ex presidente del Consiglio il 12 giugno 2023, è stata ascoltata in gran segreto dalla Procura di Milano come testimone nell’inchiesta. Lo scrive il Corriere della Sera. Chi è il finto erede Attivo fra l’imprenditoria e la politica, quello di Marco Di Nunzio appare come un profilo piuttosto variopinto. Classe 1968, suo settore di competenza è quello dei cantieri navali. Originario di Torino, si è trasferito da qualche anno in Colombia, la nazione dove il nuovo testamento di Berlusconi sarebbe stato scritto, stipulato e successivamente addirittura vidimato dalla cancelleria del ministero degli Esteri. In Colombia Di Nunzio è anche consigliere della sezione locale del Comites, il comitato degli italiani all’estero. Molteplici – e di scarso successo – le sue avventure politiche in Italia, condotte soprattutto nel segno di simboli dai nomi strampalati. Nel 2010 si candidò come sindaco a Sestriere, presentandosi per le insegne della Fiamma Tricolore. Successivamente si mise in proprio, creando dal nulla liste sempre più improbabili. Nel 2011 cercò di presentarsi alle elezioni comunali di Torino, ma la sua lista Bunga Bunga venne bocciata. Successivamente tentò la fortuna a Borgomasino, paesino del Canavese dove tirò addirittura in ballo il Tar per cercare di entrare in consiglio comunale attraverso il riconteggio dei voti ottenuti dal suo Movimento Bunga Bunga-Forza Juve. La Colombia Il 6 novembre Di Nunzio, pur già indagato, ha chiesto (invano) al Tribunale civile il sequestro di parte dei beni degli eredi Berlusconi a garanzia delle proprie pretese: e qui, per controbattere all’ambasciata italiana che attestava come Berlusconi non fosse mai entrato in Colombia, e tantomeno il giorno 21 settembre 2021 nel quale in apparenza a Cartagena avrebbe espresso il testamento pro Di Nunzio davanti al notaio Margarita Rosa Jimenez Najera, Di Nunzio con l’avvocato Erich Grimaldi ha prodotto due documenti a sostegno della nuova tesi per la quale Berlusconi non risulterebbe sui normali registri frontalieri della Colombia, al pari degli stranieri che sbarchino nei porti per trattenersi sul suolo colombiano meno di 24 ore, perché quel giorno vi sarebbe entrato dal mare, a bordo di un peschereccio: due apparenti fatture dell’acquisto quel 21 settembre 2021 a Cartagena di due quadri di Botero e di uno smeraldo, e l’esito negativo di un tampone molecolare Covid in teoria effettuato da Berlusconi sempre quel giorno alle 8.18 del mattino (con esito alle 18.55) nei laboratori di una tal «Sis Diagnosticos Medicina molecular». La firma falsa La firma di Berlusconi in calce a due delle tre versioni risulta presa su Internet dal sito «freenewsonline». Inoltre il notaio Jimenez Najera «ha dichiarato che Berlusconi non si è mai presentato nel suo studio»; e perfino l’interprete Aura Cenzato ha disconosciuto traduzioni e timbri. La testimonianza di Marta Fascina A ulteriore riscontro negativo alla storia del peschereccio, il procuratore Viola e la pm Roberta Amadeo hanno voluto chiedere a Fascina se ricordasse dove fosse Berlusconi il 21 settembre 2021, e se a sua conoscenza fosse mai stato in Colombia. Fascina lo ha escluso, e su quel giorno ha documentato (attraverso copie di una agenda) dove fosse e cosa abbia fatto Berlusconi.
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lamilanomagazine · 1 month ago
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Alessandria, rapina al distributore: arrestati due trasfertisti dopo fallita Truffa del Corriere
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Alessandria, rapina al distributore: arrestati due trasfertisti dopo fallita Truffa del Corriere. Un primo pomeriggio come tanti al distributore di carburante sul lungo Tanaro.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 8 months ago
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Dalla truffa alla rapina in pochi minuti ma scatta arresto
Dalla truffa alla rapina in pochi attimi: è quanto accaduto a Sorrento.     Tutto inizia da una signora anziana truffata: crede alla storia del finto corriere e dei soldi da pagare per ritirare un pacco importante destinato alla figlia. La donna consegna al truffatore Gaetano Conte, 700 euro in contanti e alcuni gioielli. Ma proprio in quei momenti entra in casa la figlia della vittima che, nel…
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cinquecolonnemagazine · 11 months ago
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Regali di Natale: le truffe online più diffuse
Il periodo natalizio è un momento di grandi acquisti, sia online che offline. Questo periodo è particolarmente appetibile per i truffatori, che approfittano della frenesia degli acquisti per mettere a segno le loro truffe online. Secondo un recente report dell'Osservatorio Nazionale sulle Frodi, nel 2023 sono state registrate circa 300.000 truffe online, con un aumento del 20% rispetto al 2022. Di queste, circa 100.000 sono state legate all'acquisto di regali di Natale. Le truffe online più diffuse in occasione dei regali di Natale: - Truffe sui siti di e-commerce: i truffatori creano siti web che imitano quelli di noti e-commerce, offrendo prodotti a prezzi stracciati. Una volta che l'utente ha effettuato l'ordine, i truffatori si fanno sparire con i soldi. - Truffe sui corrieri: i truffatori inviano e-mail o SMS che sembrano provenire da un corriere, come UPS, DHL o Poste Italiane. L'e-mail o l'SMS informa l'utente che la sua spedizione è in ritardo o che è necessario pagare delle tasse aggiuntive per la consegna. Se l'utente inserisce i suoi dati personali o le sue coordinate bancarie, i truffatori possono rubarli e utilizzarli per effettuare acquisti fraudolenti. - Truffe sui social media: i truffatori utilizzano i social media, come Facebook e Instagram, per pubblicizzare prodotti o servizi che non esistono. I truffatori spesso offrono sconti o promozioni irrealistiche per attirare l'attenzione degli utenti. Ecco alcuni consigli per evitare di essere truffati durante gli acquisti online di Natale: - Fate sempre le vostre ricerche: prima di acquistare da un sito web, controllate le recensioni online per vedere se altre persone hanno avuto esperienze positive o negative. - Non fatevi attirare dai prezzi troppo bassi: se un prodotto è troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. - Non fate clic su link o e-mail sospetti: se ricevete un link o un'e-mail da un mittente sconosciuto, non fate clic su di esso. - Utilizzate un servizio di pagamento sicuro: quando fate acquisti online, utilizzate un servizio di pagamento sicuro, come PayPal o Apple Pay. Questi servizi proteggono i vostri dati di pagamento. Se pensate di essere stati truffati, contattate immediatamente la polizia e la vostra banca. Inoltre, è importante essere consapevoli dei nuovi tipi di truffe che vengono inventate continuamente. È possibile trovare informazioni aggiornate sulle truffe online sui siti web delle autorità competenti, come la Polizia Postale e delle Comunicazioni. Ecco alcuni esempi di truffe online che sono state segnalate negli ultimi mesi: - Una truffa che coinvolgeva un sito web che vendeva prodotti Apple a prezzi scontati. Una volta che gli utenti avevano effettuato l'ordine, i truffatori si facevano sparire con i soldi. - Una truffa che coinvolgeva un'e-mail che sembrava provenire da Poste Italiane. L'e-mail informava l'utente che la sua spedizione era in ritardo e che era necessario pagare delle tasse aggiuntive per la consegna. Se l'utente inseriva i suoi dati personali o le sue coordinate bancarie, i truffatori potevano rubarli e utilizzarli per effettuare acquisti fraudolenti. - Una truffa che coinvolgeva un post su Facebook che pubblicizzava un'offerta speciale per un viaggio di Natale. Quando gli utenti cliccavano sul link, venivano reindirizzati a un sito web fraudolento che chiedeva loro di inserire i loro dati personali. È importante essere consapevoli di questi rischi e prendere le precauzioni necessarie per evitare di essere truffati. Foto di Tumisu da Pixabay Read the full article
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tecnowiz · 1 year ago
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Come riconoscere e difendersi dalle false consegne online
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Le false consegne online sono una forma di truffa che sfrutta la fiducia dei consumatori nei servizi di spedizione e consegna. Si tratta di messaggi, email o telefonate che fingono di provenire da corrieri o aziende di e-commerce, e che richiedono al destinatario di pagare una tassa, una multa o una spesa extra per ricevere il proprio pacco.
Scopri come affrontare il problema delle false consegne online: consigli, suggerimenti e strategie per proteggerti dagli inganni
Le false consegne online sono un problema comune e possono comportare la perdita di denaro, il furto di informazioni personali o l'acquisto di prodotti contraffatti. Se la guida ti interessa tramite questo articolo voglio darti alcuni suggerimenti su come riconoscerle e difendersi. Buona lettura.
Come funzionano le false consegne online
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Le false consegne online possono assumere diverse forme, ma hanno tutte lo scopo di ingannare il destinatario e indurlo a cliccare su un link, a fornire informazioni sensibili o a effettuare un pagamento. Alcuni esempi di false consegne online sono: Messaggi o email che avvisano di un pacco in arrivo o in attesa, e che invitano a cliccare su un link per tracciare la spedizione, confermare i dati di consegna o pagare una tassa doganale. Il link può portare a un sito falso che richiede di inserire i dati della carta di credito, o a un file infetto che scarica un virus o un ransomware sul dispositivo. Telefonate che si spacciano per corrieri o aziende di e-commerce, e che comunicano di aver sbagliato a spedire un pacco, o di averne uno da consegnare. Il truffatore può chiedere di restituire il pacco sbagliato, pagando le spese di spedizione, o di accettare il pacco in cambio di una somma di denaro. In entrambi i casi, il truffatore cerca di ottenere il numero della carta di credito o i dati bancari della vittima. Messaggi o email che avvertono di una multa o una sanzione per aver mancato la consegna di un pacco, e che richiedono di pagare una penale o di contattare un numero di telefono. Il numero può essere a pagamento, o appartenere a un call center che cerca di convincere la vittima a fornire i suoi dati personali o a effettuare un bonifico.
Come riconoscere le false consegne online
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Le false consegne online possono sembrare autentiche e professionali, ma ci sono alcuni segnali che possono aiutare a identificarle e a evitarle. Alcuni consigli per riconoscere le false consegne online sono: Verificare la fonte del messaggio, dell'email o della telefonata. Controllare il numero di telefono, l'indirizzo email o il nome del mittente, e confrontarli con quelli ufficiali del corriere o dell'azienda di e-commerce. Se ci sono differenze, errori ortografici o domini sospetti, si tratta probabilmente di una truffa. Verificare il contenuto del messaggio, dell'email o della telefonata. Prestare attenzione al tono, alla grammatica, alla punteggiatura e alla formattazione. Se ci sono errori, incongruenze, minacce o richieste urgenti, si tratta probabilmente di una truffa. Verificare la veridicità del pacco. Se non si sta aspettando nessuna spedizione, o se il pacco non corrisponde a quello ordinato, si tratta probabilmente di una truffa. In caso di dubbio, contattare direttamente il corriere o l'azienda di e-commerce, usando i contatti ufficiali, e chiedere conferma della spedizione e del codice di tracciamento. Non cliccare su link sconosciuti o allegati. Se si riceve un messaggio o un'email con un link o un allegato, non aprirli, ma verificarli con un antivirus o con un sito di verifica dei link. Se si clicca su un link sospetto, non inserire mai i dati della carta di credito, i dati bancari o i dati personali, ma chiudere immediatamente la pagina. Non pagare nessuna tassa, multa o spesa extra. Se si riceve una richiesta di pagamento per una spedizione o una consegna, non accettarla, ma rifiutarla. I corrieri e le aziende di e-commerce non chiedono mai di pagare tasse, multe o spese extra per ricevere un pacco.
Come difendersi dalle false consegne online
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Se si è stati vittime di una falsa consegna online, o se si sospetta di esserlo, ci sono alcuni passi da seguire per limitare i danni e denunciare la truffa. Alcune azioni da fare per difendersi dalle false consegne online sono: Bloccare la carta di credito o il conto bancario. Se si è fornito il numero della carta di credito, i dati bancari o il codice di sicurezza a un truffatore, bisogna contattare immediatamente la banca o l'istituto di credito, e bloccare la carta o il conto. In questo modo, si evita che il truffatore possa prelevare o trasferire denaro. Cambiare le password. Se si è inserito il proprio indirizzo email, il proprio numero di telefono o il proprio nome utente a un truffatore, bisogna cambiare le password di tutti i servizi online a cui si è iscritti, come le email, i social network, i siti di e-commerce, i servizi di cloud, ecc. In questo modo, si evita che il truffatore possa accedere ai propri account e ai propri dati. Scansionare il dispositivo. Se si è cliccato su un link o un allegato infetto, bisogna scansionare il proprio dispositivo con un antivirus o un antimalware, e rimuovere eventuali virus, ransomware, spyware o trojan. In questo modo, si evita che il truffatore possa controllare il proprio dispositivo, rubare i propri dati o criptare i propri file. Denunciare la truffa. Se si è stati truffati, o se si è ricevuto un tentativo di truffa, bisogna denunciarlo alle autorità competenti, come la polizia postale, il garante della privacy, il centro antifrode o il centro antitruffa. In questo modo, si contribuisce a contrastare le false consegne online e a proteggere altri potenziali consumatori.
Conclusione
Le false consegne online sono una truffa molto diffusa e pericolosa, che sfrutta la fiducia dei consumatori nei servizi di spedizione e consegna. Per riconoscerle e difendersi, bisogna essere sempre attenti e prudenti, e verificare la fonte, il contenuto e la veridicità dei messaggi, delle email e delle telefonate che si ricevono. In caso di dubbio, bisogna sempre contattare il corriere o l'azienda di e-commerce, usando i contatti ufficiali, e non cliccare su link sconosciuti, non fornire dati sensibili e non pagare tasse, multe o spese extra.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Come riconoscere e difendersi dalle false consegne online. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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corallorosso · 3 years ago
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L’Asinara, l’isola dei «dannati della terra», la «Caienna» italiana, da tempo immemore isola-carcere per antonomasia. Adibita a colonia penale nel lontano 1885, da sempre spauracchio per i detenuti riottosi, gli irriducibili, i refrattari alla disciplina, i ribelli, i rivoluzionari, i nemici del Sistema. Non si può capire la vicenda-Asinara senza parlare di Luigi Cardullo, classe ’35, siciliano di Patti (Messina), direttore del carcere tra il 1974 e il 1980. Eloquentemente ribattezzato il «viceré», Cardullo viene ricordato come un sovrano, un uomo al di là di ogni illuministica ragionevolezza: lui stesso con mirabile sprezzo della sobrietà, commentava: «Il mestiere di Dio è sottopagato». Lo ricorda così il fondatore delle Br Renato Curcio: «Una volta mi sfidò ad ucciderlo, in una di quelle sfide psicologiche che, secondo me, lo facevano sentire “uomo”. La jeep in quel momento percorreva un sentiero che sovrastava un dirupo. “Vedi Curcio”, mi disse, “se dai uno strattone allo sterzo precipitiamo e mi uccidi, ma so che non ne hai il coraggio; per questo posso permettermi di portarti con me da solo; voi parlate, parlate, ma poi…”. No guarda, gli risposi, (…) sarei anche disposto a buttarti di sotto, ma senza precipitare anche io”. Un’altra volta confidò a Curcio: “Io nella vita non ho più niente da perdere, mi rimanete voi e la mia unica soddisfazione è che da qui non riuscirete a scappare”». Una volta venne davanti alle nostre celle e tenne una specie di sermone: “La notte non dormo perché so che voi non dormite, pensate solo a fuggire. Voi non avete le donne ma io, anche se ho mia moglie con me, non scopo, perché non mi interessa più, penso solo a voi” ricorda un altro ex Br . All’occorrenza, Cardullo non difettava certo di cinismo, come emerge dal resoconto di un cronista del Corriere della Sera che lo aveva incontrato insieme ad una delegazione di giornalisti: «Hanno detto che alcuni detenuti per sfuggirle si sono conficcati aghi nel petto, cuciti le labbra, inghiottito manici di cucchiai. Cardullo soddisfatto commenta: “È un buon resoconto”». Diversi detenuti raccontarono che era solito legarli alla sua jeep con una corda, per poi trascinarli fino allo stremo in giro per l’isola, a mo’ di punizione. Proprio la denuncia effettuata da uno di loro, nel 1976, accese il dibattito pubblico sui suoi metodi poco «ortodossi». Il «viceré», per nulla intimorito, trasformò quel dibattito in uno show a mezzo stampa. Particolarmente controverse divennero le sezioni di massima sicurezza dell’isola: il «Pollaio» («la moglie di Cardullo ci aveva tenuto le galline, tanto erano degradati e angusti gli spazi »), “Fornelli” e il famigerato «Bunker»: una costruzione di cemento armato protetta da un muro di cinta e circondata da filo spinato. Le celle, «bugigattoli di tre metri per tre in cui stavano quattro detenuti, rinchiusi ventitré ore su ventiquattro; l’”ora d’aria” avveniva in una stanza poco più grande delle celle, praticamente al chiuso». Queste sezioni vennero scelte a metà degli anni Settanta dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per custodire, in condizioni di assoluto isolamento, gli appartenenti alle organizzazioni armate, Br in testa. Un cronista de L’Unità chiese al dottor Vindice Silvetti, da 25 anni medico del penitenziario, che cosa pensasse di quelle sezioni: «Posti infernali nei quali non vorrei mai essere rinchiuso». Non usò mezzi termini neanche il sottosegretario alla Giustizia Raffaele Costa (ma senza far niente in proposito): «Ho visto un cimitero, uomini ridotti a cadaveri viventi, con un fiore in testa». Nel 1978 un quotidiano come La Stampa, non certo sospettabile di simpatie anarco-insurrezionaliste, definì «inammissibili» i metodi della gestione-Cardullo: «Pestaggi e violenze diffuse; vitto rancido, acqua salata, fangosa, praticamente imbevibile». L’impressione degli altri cronisti? «Francamente inquietante (…). È come un’allucinante scatola in formato gigante, dentro c’è appena lo spazio per muoversi. Anche l’aria è tutt’altro che buona”. Negli anni Ottanta un’inchiesta giudiziaria scoperchiò un sistema fatto di corruzione, tangenti, gioielli e microspie. Ne 1982 infatti a Viterbo, il Viceré Cardullo, viene tratto in arresto insieme a sua moglie; i magistrati sardi, che gli contestano «gravissime irregolarità nell’assegnazione degli appalti per la ricostruzione», lo rinviano a giudizio per una lunga serie di reati: corruzione, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato. Cardullo tentò di scagionarsi dalle accuse di corruzione asserendo che le ingenti somme trovate sul suo conto non erano il provento di tangenti, ma il compenso elargitogli dai servizi segreti in cambio dell’attivazione di un centro di spionaggio dei brigatisti reclusi. Tirò allora in ballo nomi illustri: lo stesso Dalla Chiesa e il suo vice Enrico Galvaligi. Le cimici all’Asinara c’erano, questo venne appurato, ma ciò non bastò a salvarlo. Dopo la condanna inflittagli in primo grado nel 1987, infatti, il 6 giugno 1989 il Tribunale di Sassari mise la parola fine sulla sua vicenda giudiziaria, condannandolo a 5 anni e dieci mesi di carcere per corruzione, truffa ai danni dello Stato e peculato: aveva instaurato una sorta di caporalato carcerario, sfruttando la forza lavoro – gratuita – dei detenuti per poi rivendere, a privati, i generi alimentari prodotti all’Asinara. Fonte: Sebastiano Palamara da “Spazio 70” (Cheyenne Rebelde)
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corrierino · 3 years ago
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Truffa all’americana Tiziano Sclavi e Giorgio Cavazzano Tratto dal Corriere dei Ragazzi nº 48 del 30 novembre 1975. Oggi sul blog.
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paoloxl · 6 years ago
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Ora che la Legge di stabilità è stata approvata, possiamo aggiungere alle considerazioni già espresse un giudizio d'insieme. Doveva essere "la manovra del popolo", è invece una legge truffa. La Legge Fornero rimane, con la sola parentesi di tre anni della cosiddetta “quota 100” (che quota 100 non è per via del vincolo dei 38/62 anni). Una parentesi che sarà finanziata in parte, oltretutto, dal blocco parziale dell'indicizzazione delle pensioni, voluto proprio dal governo Monti-Fornero. Peraltro moltissimi lavoratori e (soprattutto) lavoratrici interessati saranno esclusi persino dalla “parentesi”, per via del numero insufficiente dei contributi maturati o, di fatto, per la penalizzazione legata al minor numero dei contributi stessi. Il cosiddetto reddito di cittadinanza, che attende ancora il decreto attuativo, assomiglia sempre più a un incentivo all'assunzione rivolto alle imprese. Lo stesso quotidiano di Confindustria ha commentato con compiacimento: «Le imprese entrano a pieno titolo nell'operazione reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza inizia ad avere sempre più la veste di vera politica attiva» (Il Sole 24 Ore, 28 dicembre). Siamo al punto che persino Matteo Renzi sulle colonne del Corriere della Sera, ha rivendicato la versione annunciata del reddito di cittadinanza come continuità degli incentivi del Jobs act. Ma soprattutto il punto è: chi paga? Per poter sventolare sotto elezioni il drappo di due bandiere elemosina e al tempo stesso mediare con la UE e rispettare il Fiscal compact - cioè il patto col capitale finanziario - i due imbroglioni Di Maio e Salvini hanno fatto l'operazione più semplice. Hanno spostato il carico di spesa sul 2020 e il 2021 con una gigantesca clausola di salvaguardia sull'Iva: 23 miliardi sul 2020 e 28,8 miliardi sul 2021. Le elemosine sdrucite di oggi sono messe sul conto futuro dei “beneficiari”, o attraverso un aumento massiccio delle imposte indirette ammazzasalari o attraverso un taglio corrispondente delle spese sociali. Semplicemente, ai “beneficiari” questo non viene detto. A loro si comunica la «svolta storica», l'«abolizione della povertà», l'«orgoglio ritrovato dell'Italia» e altre idiozie spazzatura. Peraltro, l'anticipo del conto è già in parte scritto, nero su bianco, nella manovra approvata. La scuola subisce un taglio triennale di 4 miliardi, dal taglio al sostegno al taglio dell'edilizia scolastica. Le privatizzazioni e dismissioni di beni pubblici previsti sul solo 2019 ammontano a 19 miliardi, mentre nello stesso anno diminuiscono in assoluto gli investimenti pubblici. Le assunzioni vengono bloccate nel 2019 in larga parte della pubblica amministrazione, con la mancata sostituzione di chi andrà in pensione e una pesante ricaduta su servizi già collassati, in particolare nella sanità. Vengono sbloccate le tasse locali, con un via libera ai Comuni per nuovi rincari di Irpef, Imu, Tasi. Si tagliano verticalmente, com'è noto, le spese per l'assistenza e l'integrazione dei migranti (dai famosi 35 euro ne vengono decurtati da 18 a 24, su affitto, pasti, biancheria, formazione). All'altro capo della società le cose vanno diversamente. Le imprese incassano la deducibilità dell'Imu sui capannoni al 40% (Di Maio puntava al 50%), l'ulteriore abbattimento della tassa sugli utili reinvestiti, anche in contratti a termine, dal 24% al 15% (Ires), la riduzione del 32% dei contributi per gli “infortuni” sul lavoro (Inail), la liberalizzazione degli appalti senza gara entro i 150.000 euro. Le piccole imprese e i liberi professionisti incassano la flat tax al 15% sul fatturato sino ai 65.000 euro nel 2019, e ai 100.000 nel 2020. Le banche e le assicurazioni che pagano un obolo triennale di 5 miliardi, prevedibilmente scaricato sui conti correnti e sulla clientela, intascano i 70 miliardi ordinari di soli interessi annui sul debito pubblico, per di più prevedibilmente maggiorati, di due miliardi, per via dell'aumento intervenuto dello spread (divario del tasso d'interesse tra titoli pubblici italiani e tedeschi) e della fine del Quantitative Easing della BCE. Quanto ai salariati pubblici e privati, continueranno a reggere sulle proprie spalle l'intero edificio della società borghese. Nulla muterà per loro. Continueranno a pagare l'80% del carico fiscale. Continueranno a subire la vacanza contrattuale nel settore pubblico. Continueranno a subire il Jobs act di Renzi, rimasto intatto in tutti gli aspetti essenziali, a partire dall'abolizione dell'articolo 18. Continueranno a subire il precariato (il famoso decreto dignità che doveva “abolirlo” ha esteso l'uso dei contratti a termine dal 20% al 30% dell'organico aziendale). Continueranno a lavorare nei giorni festivi nella grande distribuzione e nel commercio, visto che la promessa di cancellarli è rimasta tale. Mentre sotto la pressione delle Regioni a guida leghista, Veneto in testa, il governo ha avviato un progetto di autonomie regionali che tratterrà al Nord il grosso del residuo fiscale a scapito del Mezzogiorno, e mirerà a differenziare prestazioni e condizioni giuridiche e contrattuali del lavoro su basi territoriale. Un colpo frontale ai lavoratori e alle lavoratrici di tutta Italia. Sino a quando? Sino a quando non si produrrà una grande ribellione sociale, di classe e di massa, che ponga l'interrogativo su quale classe governerà l'Italia: se i padroni o i lavoratori. Partito Comunista dei Lavoratori
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curiositasmundi · 6 years ago
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Oggi in edicola
Di Alessandro Giglioli
1. Distrazione breve. La vicenda di Beppe Grillo che dice di voler diminuire i poteri del Presidente della Repubblica è finita 5 minuti dopo che l’ha detta, insomma non ha scaldato nessuna vera polemica. Diciamo che l’ha sparata per portare a casa un paio di titoli e ci è riuscito, ma politicamente è già morta lì: onestamente come armi di distrazione mediatica è più efficace Salvini sui negozi etnici o la naia obbligatoria (o altre cazzate a piacere inventate da Morisi).
2. Bipolarismo. Paolo Mieli sul Corriere spiega che «una parte del Pd considererebbe con favore che una maggioranza di centrodestra prendesse il posto di quella gialloverde di oggi», nella speranza di creare una sorta di bipolarismo tra Salvini e Renzi. Nel week end un paio di penne molto filorenziane e ben addentro quel mondo avevano scritto che Renzi e Salvini si sentono spesso proprio per questo disegno. L’ex premier ovviamente ha negato, ma Paolo Mieli non sembra prendere affatto sul serio la smentita ufficiale, ecco. 3. Perle. A proposito, si è chiusa anche la nona Leopolda. Qui non si ama bastonare il cane che affoga quindi niente ironie su Bonolis etc, solo cronaca tratta dai quotidiani. Ad esempio, grande ovazione quando un tizio ha detto che «la futura leadership sarà una collana di perle ma serve un gancio che le tiene insieme», cioè Renzi. Il Renzi medesimo ha ribadito che «con la personalizzazione una volta abbiamo vinto con il 40 per cento e una volta abbiamo perso con il 40 per cento, ma senza la personalizzazione abbiamo preso il 18», e Gentiloni è di nuovo servito. L’idea di avere qualche responsabilità nel tracollo del Pd continua a non sfiorarlo, e questo non è un parere, è sempre cronaca.
4. Europee. Già che c’era, ieri Renzi ha proposto alla giornalista Rula Jebreal di candidarsi alle europee. Ora, uno può dire: ma a che titolo può un semplice senatore candidare qualcuno? Oppure, più ragionevolmente, si può intuire che Renzi la sta menando in lungo con le primarie e il congresso proprio per fare lui le liste anche alle europee, dopo averle fatte per il 4 marzo.
5. Oncologico. Manovra finanziaria, l'ala “moderata” (Tria, Giorgetti, Moavero, lo stesso Conte, ma l’idea originale è di Savona) propone che per sicurezza si faccia un check up ogni tre mesi ai suoi effetti sui conti, tipo malato oncologico. Se poi le cose vanno male, si cambia terapia.
6. Ceffone. Anche la controparte, cioè la Ue, ha le sue due ali, cioè i moderati e gli ultras, quelli che con Roma vogliono trattare e quelli che invece no. Tra i primi, pare, il francese Moscovici; tra i secondi, sempre l’austriaco Kurz, quello con la faccia di uno che non ha mai preso un ceffone da piccolo (non so a voi ma a me dà i nervi solo vederlo).  
7. Giudaicocristiani. Il Corriere dedica una paginata per intervistare quel cialtrone di Steve Bannon. Il quale ci spiega che «l’Europa è un blocco giudaicocristiano di nazioni indipendenti tra loro» e che lui punta a raccogliere due milioni di dollari qui da noi. Io a questo qui gli farei un bell’esamino su Platone,  Aristotele, Averroé, ma pure Sant’Agostino e San Tommaso, per finire con Kant e Hegel, poi vediamo cosa ci sa dire delle radici culturali dell’Europa. Temo non vada oltre Italia-spaghetti, Spagna-corrida, Germania-würstel, Portogallo-fado, Grecia-sirtaki ect.
8. Toni. A Brindisi c’è una banda di razzisti che gira con mazze da baseball a menare gli africani, lasciandoli a terra sanguinanti. In genere sono cinque contro uno e agiscono incappucciati. Il prefetto di Brindisi invita a “moderare i toni”, una dichiarazione palesemente proporzionata a quello che sta avvenendo nel suo territorio.
9. Vendetta Gregoraci. A grande richiesta torna l’Osservatorio dei quotidiani fasciotrash: «Riace, lezione di clandestinità in tivù»; «Congolese sequestra treno»; «E se lo spread fosse un affare?»; «Come ti truffano in farmacia»; «Sesso, truffa e carcere, un altro scandalo per Macron»; «I danni del maoismo di ritorno»; «Bono Vox rosicone della settimana»; «Lorella Cuccarini: Bagnai e Foa mi hanno fatto diventare sovranista»; «Vendetta Gregoraci: stende Briatore»;  «Pazzesca D’Urso»; «Giletti rivela l’ossessione che lo tormenta», «De Filippi bacchetta Belen: "Con te è sempre un casino. Le mutande, le tette"» (titoli da Il Giornale, Libero e la Verità).
10. Incornata. Okay, quest'edizione è stata un po' breve ma spero che abbiate apprezzato lo stesso lo sforzo che ho fatto nel leggere tutte le pagine politiche anche oggi che mi sarei sparato solo la Gazza avendo in mente da una dozzina di ore l’incornata di Icardi su cross di Vecino, al 92°.
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telodogratis · 2 years ago
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Come funziona la truffa del falso corriere
Come funziona la truffa del falso corriere
L’ultimo caso in provincia di Vercelli. Gli impostori sono stati scoperti grazie a una segnalazione dei titolari di una… La chiamano “truffa del falso corriere”. Un raggiro che ha già fatto registrare diverse vittime, come testimoniano le indagini e le denunce riscontrate dai carabinieri in diverse città italiane. C’è chi si finge un… Read MoreCronacaToday
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sudokulife · 3 years ago
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Parte due della storia di prima lunga come la quaresima
Va boh intanto non è andata così bene, ma chiunque l’avrebbe immaginato credo 😅😂😂quindi praticamente dopo 5o6 chiamate fatte al pomeriggio andate a vuoto e un sacco di ripensamenti, alle 22 della sera mi manda gli screen a caso senza nome del corriere con su scritto tutto: i miei documenti eccetera.. spedizione, il nome del mandante che penso fosse sua madre, però nulla più ..cioè nessun codice di tracciamento o altra roba per farsi che io pensi ‘’-bene è stato molto onesto’’ E niente quindi mi sono incazzato e gli ho chiesto si era sicuro che la PlayStation mi sarebbe arrivata mentre lui a quelle parole si incazza ancora di più di me prima e comincia a insultarmi dicendomi che tanto la mia switch l’avrebbe rivenduta ad un fracco di soldi e che non gliene frega va niente e altre cose così,x ripicca allora io gli ho risposto che non gliela mandavo più ma non gliel’avessi detto 😅perché è andato su tutte le furie e allora io gli ho detto di calmarsi anche se l’ultima cosa che avrei dovuto fare..poi ho esordito dicendo che avevo sentito da qualche amico che le storie così sarebbero sono andate a finire male perché chiunque ti chieda di soldi così velocemente e soprattutto voglia fare un pagamento non tracciato con un nominativo che non è il suo anzi è di un suo amico senegalese quasi chiunque avrebbe non dico sporto denuncia ma comunque si sarebbe tenuto alla larga pensando a una possibile truffa mentre io sono stato troppo stupido perché comunque non avendomi mandato il codice di tracciamento io non so ancora nemmeno se la play mi arriverà…intanto l’ho pagato e i mieidindi x ora sono andati perduti quindi non so ancora che cosa sia successo ora come ora e niente… Allora quando gli ho detto che non gli mandavo più la switch mentre si è incavolato mi ha detto che non voleva più mandarmi la play e sarebbe andato a riprenderla in giacenza e comunque che mi avrebbe ridato i soldi il giorno dopo, quindi aspettiamo il giorno dopo a riparlarne. Solo che il giorno dopo il problema era che la play ormai era partita e si parla di venerdì questo, quello che è passato appena..e bo decise che i soldi non me li avrebbe più dati finché la play non mi arrivava e gliela mandavo indietro con ricevuta di ritorno.. A parte tutto buona e notte comunque perché non è che io sono stronzo che ti ho dato i soldi subito ho fatto il cazzo di burattino e ora che mi tratti così ti devo pure dare la tua roba indietro senza che tu mi dai prima i miei soldi indietro . “ Prima mi dai i miei soldi e poi se vuoi ti rimando la tua play con tutte le ricevute che vuoi perché tu non me ne hai mandata una dove io possa vedere effettivamente se c’è e dov’è il pacco o comunque una ricevuta fiscale con su scritto che era di tale corriere ma eranosolo delle foto in bianco e nero dove c’è l’indirizzo mio e tuo che già so e il nome di tua mamma che mi ha mandato il pacco“ quindi gli ho detto così e gli ho anche detto che se non mi avrebbe mandato i soldi entro il giorno dopo o anche il giorno successivo volendo, non gli avrei rimandato manco per sogno la play perché non è così che si fa. Magari lui prima mi voleva tuffare o magari anche no però essendo che il fatto che ci siamo incazzati a reso le cose ovviamente peggiori, a me ha fatto fare il burattino per tutta la mattinata, non si è fatto sentire anzi mi sa che mi ha bloccato le chiamate per tutto il pomeriggio e poi si fa risentire alle 10 di sera manda delle foto solo con indirizzo e nome di sua madre praticamente indirizzo suo da dove è partito il pacco però non sito indirizzo mail eccetera per contattare l’azienda dei corrieri o cosa e n è un codice di tracciamento né prima né dopo. Quindi il dubbio mi viene, non è il caso che ti incazzi dico io..e vabbè è andata così la prossima volta ti si faceva più furbo.Comunque chiudo qua il discorso dicendo che l’ultima cosa che mi ha detto è che mi avrebbe denunciato se non gli avessi rimandato la play e io mi sono messo a ridere perché tanto per cosa mi può denunciare e? Perché mi ha venduto una play 350 € con un conto che non era neanche suo?
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m2024a · 8 months ago
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​Fabio Maria Damato, chi è il manager di Chiara Ferragni. Fedez: «La responsabilità dello scandalo è anche sua» «Chiara ha scelto di prendersi tutte le responsabilità, lei poteva e doveva spiegare che le responsabilità non sono tutte sue. Anche dei manager? Di un manager, uno solo». Così Fedez a Belve. Ma chi è il manager? Fabio Maria Damato è «il braccio destro e sinistro» di Chiara Ferragni. Chi ha visto la serie tv The Ferragnez lo ha già conosciuto in veste di uomo di fiducia della influencer. Ora anche lui, general manager di The Blonde Salad e di Chiara Ferragni Collection. Le accuse Il manager è indagato per truffa aggravata per i casi pandoro e uova di Pasqua. Presenza fissa accanto all'imprenditrice, ne è uno dei più stretti collaboratori e degli amici più fidati. Il rapporto Ferragni-Damato Chiara Ferragni lo ha sempre definito «il suo braccio destro e sinistro». Damato, infatti, si occupa degli impegni di Ferragni, gestisce alcune delle campagne pubblicitarie più importanti e i contatti con le principali aziende partner. Lavorano insieme da diversi anni: lui ha studiato alla Bocconi di Milano, dove si è laureato in Economia aziendale nel 2008. Poi ha cominciato la sua carriera professionale, inizialmente nel mondo del giornalismo (ha collaborato come fashion editor per Class Editor e poi per il Corriere della Sera), scrivendo di moda anche per Amica e MF Fashion. La svolta nel 2017, quando comincia a lavorare per The Blonde Salad, l'azienda di Chiara Ferragni. Attualmente è general manager sia per TBS che per Chiara Ferragni Collection.   Cosa diceva di lui Chiara Ferragni È stata la stessa Chiara Ferragni a presentarlo nel secondo episodio della serie tv The Ferragnez: «È uno dei miei più cari amici, il mio braccio destro, sinistro, tutto. Mi aiuta in qualsiasi attività lavorativa. Ed è l'unico che mi aiuta a scegliere gli outfit». L'amicizia Non solo lavoro, però. Tra Chiara Ferragni e Fabio Maria Damato c'è un rapporto che va oltre quello professionale. Lei ha sempre nutrito grande fiducia nei confronti del suo più stretto collaboratore, che con il tempo è diventato anche un amico. Era al matrimonio di Fedez e Ferragni, ha organizzato il baby shower di Vittoria, la seconda figlia della coppia, con un messaggio che aveva fatto commuovere tutti.   La scelta dei look È sempre stato l'unica persona ad aiutare Chiara Ferragni nei look. Anche in occasione del Festival di Sanremo 2023, quando l'influencer e co-conduttrice di Amadeus, si presentò sul palco dell'Ariston con degli abiti di Dior e di Schiaparelli con significati ben precisi che poi aveva raccontato sui social. E per farlo si era avvalsa dell'aiuto dello stesso Damato in qualità di stylist. Il caso pandoro Dopo lo scandaolo, su Instagram ha limitato i commenti ai soli amici, evitando quindi critiche pesanti. Una strada scelta anche da Chiara Ferragni. Secondo le indiscrezioni, Fedez ne avrebbe chiesto il licenziamento. Ma non sembrano più solo voci dopo le parole di Fedez a Belve.
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lamilanomagazine · 5 months ago
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San Nicola la Strada: finto maresciallo-truffatore arrestato, comprava orologi preziosi on line e non pagava
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San Nicola la Strada: finto maresciallo-truffatore arrestato, comprava orologi preziosi on line e non pagava. Si fingeva Maresciallo delle Forze dell'Ordine il 46enne tratto in arresto dai militari della Stazione di San Nicola la Strada ritenuto responsabile di truffa aggravata. L'uomo, sfruttando la fiducia dei cittadini negli appartenenti alle Istituzioni, adescava su siti di compravendita ignare vittime intenzionate alla vendita di orologi di valore che si faceva sistematicamente spedire tramite corriere prima di sparire nel nulla senza provvedere al pagamento pattuito. Un Rolex Gmt Master e un Tudor Big Block del valore complessivo di 18.000 euro sono stati il suo ultimo bottino, spediti da un privato cittadino al quale, tra l'altro, il finto Maresciallo aveva fatto credere che uno dei due citati orologi fosse di provenienza illecita ed in merito al quale, pertanto, avrebbe avviato i dovuti accertamenti. Ma la vittima, intuito il raggiro, ha allertato il locale Comando Stazione Carabinieri nel cui territorio era stato spedito il pacco contenente i beni di lusso permettendo così ai militari di individuare il soggetto che è stato fermato proprio mentre si accingeva a ritirare da un corriere l'ennesimo pacco. Durante la perquisizione effettuata presso la sua abitazione, sita a Castel Volturno, è stato rinvenuto un ulteriore Rolex, vari telefoni cellulari con schede intestate a soggetti terzi e un PC dalla cui cronologia sono emersi numerosi contatti per la compravendita di orologi. Inoltre, proprio mentre i Carabinieri svolgevano le citate operazioni, giungevano chiamate da parte di un ragazzo calabrese, anch'egli vittima della medesima truffa, che lamentava il mancato pagamento di un Rolex Submarine mod. "Hulk" del valore di 14.500 euro. L'uomo, peraltro già gravato da numerosi precedenti di polizia per analoghi reati, è stato tratto in arresto e posto agli arresti domiciliari a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Vannacci indagato dalla procura militare, "sono demoralizzato e preoccupato"
AGI – “Sono rimasto malissimo. Sono demoralizzato, sfiduciato e preoccupato. Quando un uomo delle istituzioni viene accusato di averle tradite è la peggiore offesa che si possa fare”. Sono le prime parole, secondo quanto apprende l’AGI, del generale Roberto Vannacci sotto inchiesta della procura militare per i reati di peculato e truffa. La notizia dell’indagine è stata anticipata da Il Corriere…
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