#trascurato
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lospalatoredinuvole · 2 years ago
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La risposta che stai cercando si trova proprio nelle chiamate e nei messaggi a cui l'altra persona non risponde.
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aboliamoilvisualizzato · 2 years ago
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Dimenticato nel tempo
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restopersempre · 2 years ago
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È tanto che vorrei scrivere per liberare un po' la testa da tutti i grovigli di pensieri che si stanno accumulando, giorno per giorno. Ma ho difficoltà, un po' perché il tempo ultimamente mi manca, un po' perché ho paura di mettere nero su bianco quello che ho dentro. Perché ogni volta mi rendo conto di quanto io stia sempre di più camminando sul filo del rasoio. Mi aggrappo alla falsa convinzione che tutto vada bene, che sia tutto tremendamente perfetto. Ma così non è, e me ne accorgo dalle piccole cose, dal fatto che mi odio sempre di più, che più il tempo passa, più non mi piace niente di me, fisicamente e caratterialmente. Mi sento sbagliata in qualsiasi posto e con qualsiasi persona, sento che sono diversa da tutti ma non in senso buono. Mi faccio mille paranoie anche per le cose più stupide, mentre se mi guardo intorno vedo che tutti riescono facilmente a cavarsela e a godere dei piaceri della vita, mentre io vivo con l'ansia anche quei pochi momenti di felicità, perché riesco a pensare solo al fatto che durano poco e che stanno già volgendo al termine. Non riesco a sentirmi parte di un gruppo, nonostante io mi sforzi con tutta me stessa a frequentare persone, non riesco a entrare nei loro discorsi perché sono vuoti, privi di contenuto. Mi sento intrappolata nella mia stessa mente che non riesce a staccarsi dall'unica persona che la fa sentire solo un po' meno sola e meno una nullità. A volte ho pensieri molto bui, tetri. Arrivo al punto di non voler più respirare, di non voler più sentire niente, ma anche su questo sono un controsenso, perché allo stesso tempo mi terrorizza e mi toglie il fiato pensare di non esistere più. Ma mi fa schifo tutto quello che faccio, mi fa schifo quella che sono, mi fa schifo guardarmi allo specchio e anche solamente sfiorare la pelle del mio corpo. Vorrei prendermi una pausa, ma da cosa non lo so. A volte penso di non saper neanche analizzare lucidamente tutto quello che mi succede, quello che riesco a sentire dentro. Vorrei davvero solamente tornare a respirare a pieni polmoni e sentirmi tranquilla, senza avere la costante sensazione di avere un attacco di panico imminente. Ma resto sempre in bilico, autoconvincendomi che tutto è stabile, che tutto è sotto controllo e che tutto sia gestibile. Sono bloccata e so di essere io l'unica persona a poter sbloccare questo ingranaggio ma anche quella che lo rende impossibile da aprire. Sono stanca.
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ninoelesirene · 1 year ago
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Ho archiviato, riposto, staccato, taciuto, ridefinito, nascosto, scacciato, fuggito, riformulato, rivisto, aggirato, soppiantato, contrapposto, ridimensionato, sbollito, ridiscusso, registrato, trasceso, smontato, alleggerito, ponderato, omesso, bilanciato, buttato all’aria, trascurato, rimosso, ignorato, ridotto al silenzio.
Eppure.
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10lustri · 1 month ago
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14 anni di “10 lustri di sopravvivenza”
Oggi questo mio piccolo spazio compie quattordici anni. I dieci lustri sono diventati dodici e li hanno superati. E' uno spazio cresciuto fra immagini e pensieri, momenti fugaci, piogge interiori e mani che ricordano. Un luogo dove le parole non fanno rumore, ma lasciano tracce.
Ogni haiku, ogni post, ogni reblog, ogni scambio nella posta e nei messaggi, è stato un tentativo di dare forma a una emozione, di coltivare un sogno, di lenire un'assenza, di costruire un progetto, di trovare bellezza nella fragilità, di sopravvivere attraverso la scrittura.
Grazie a chi ha letto anche solo una parola, a chi ha trovato in queste righe un'eco delle proprie emozioni. A chi ha sentito un brivido, un odore, un ricordo. Grazie a chi mi ha accompagnato in questo cammino. A chi c'è ancora.
Questo non è un archivio. A volte l'ho trascurato per mesi, ma è sempre una stanza viva, dove il tempo si posa e le emozioni, ancora, trovano spazio.
Grazie.
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dinonfissatoaffetto · 1 month ago
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Tu non devi intervenire sull’Altro, ma su di te, a meno che l’Altro richieda il tuo aiuto o la tua opinione.
Comprendi tu quello che l’Altro fa? Mai… D’altronde come potresti? E un altro comprende ciò che fai tu? Da dove viene il diritto di avere opinioni sugli altri o di agire su di loro?
Tu hai trascurato te stesso, il tuo giardino è pieno di erbacce, e tu vuoi insegnare al tuo vicino l’ordine e fargli notare i suoi difetti! Perché hai da tacere sugli altri? Perché ci sarebbe molto da dire sui tuoi propri demoni.»
- Carl Gustav Jung
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ricorditempestosi · 2 years ago
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preferisco stare da solo piuttosto che sentirmi sempre trascurato o dato per scontato
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raccontidialiantis · 5 months ago
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Il dottore
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Avevo un problemino proprio vicino all’ano. Un piccolo bubbone in rilievo che mi dava fastidio. Ero preoccupata e mi sono fatta vedere da mio marito, il quale mi ha detto: “boh... vai a fartelo controllare.” Non che la visione del mio culo completamente aperto lo entusiasmasse eccessivamente. Ho scoperto infatti solo dopo essere sposati che la sua eccessiva affettatezza, i suoi modi gentili che tanto mi avevano affascinato sulle prime erano solo dovuti al fatto che lui si sente… più donna di me! Non mi si accosta praticamente mai. Abbiamo fatto l’amore forse tre volte, in due anni di matrimonio.
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In viaggio di nozze, sulla nave andava dietro ai camerieri. Io l’ho sposato un po’ perché comunque mi piaceva e un po’ perché volevo uscire da una mia situazione familiare di estrema indigenza. E poi ero stata abbagliata dall’idea di andare a vivere finalmente lontano da casa, con un uomo e in una grande città, direttamente in una casa di nostra proprietà. I suoi genitori infatti lo hanno forzato a sposarsi per la facciata e in cambio lui ha ottenuto di gestire in autonomia uno dei negozi della loro catena che tratta scarpe da uomo e donna di alta classe, appunto nella nuova regione e a ben 300 km dalla nostra città d'origine.
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E lui è anche molto bravo: con le donne parla di trucchi e vestiti; spettegola, le consiglia e intanto vende. Quanto vende: guadagna bene! All’inizio pensavo: “questo qui lo cambierò io. Il mio amore basterà per entrambi.” Macché! Comunque sono andata dal dottore che mi hanno consigliato i vicini: un dermatologo molto bravo, con studio a due isolati da casa. Come sono entrata, ultima paziente della giornata, l’ho visto e sono arrossita: un bellissimo uomo brizzolato sui quaranta e molto atletico, con un filo di barba e due occhi azzurri incorniciati da occhiali d’osso.
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Mi ha esaminata in modo discreto da capo a piedi e ha poi posato lo sguardo per un secondo sulla fede che porto alla mano sinistra. Gli ho accennato del mio problema e lui mi ha messa subito a mio agio: “non si preoccupi signora; ora vediamo. Si sdrai sul lettino a pancia sotto e si spogli.” Ha preso la lente luminosa e un paio di attrezzi per esaminare da vicino la zona. Per fortuna ha concluso trattarsi di un semplice pelo incarnato, che comportava comunque un inizio di infezione, con conseguente indolenzimento e arrossamento di tutta la zona anale.
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Andava assolutamente curato e non trascurato. “Adesso applicherò un po’ di questa crema antibiotica, e la cura dovrà proseguire per una quindicina di giorni.” Prese il tubetto, mise un guanto di lattice, se ne spalmò un po’ sul dito e prese a massaggiare sul brufolo e attorno al mio ano. Non so quanto inavvertitamente, mentre mi massaggiava la punta del suo indice per un secondo scivolò al centro esatto dell’ano, che immediatamente si aprì ad accoglierlo, mentre mi scappava un sommesso “oooh…” e il mio bacino si alzava.
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Non potei proprio controllarmi: a ventotto anni una donna ha le sue risposte automatiche agli stimoli. E diventai rossa come un peperone. Lui fece finta di nulla. Poi applicò un cerotto conformato in maniera opportuna, sì che coprisse il bubbone ma non ostacolasse la funzionalità dell’ano. Ovviamente durante la notte o andando in bagno e lavandomi, il cerotto sarebbe saltato. Da rimettere comunque ogni mattina.
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"Si rivesta, signora io intanto le scrivo la ricetta. Nome, cognome, indirizzo e tessera sanitaria… ah, vedo che vive qui vicino…"
"Si, ci siamo trasferiti appena sposati, circa due anni fa. Non conosciamo molte persone."
Mi diede la ricetta, un paio di cerotti, mi disse appunto quali dovevo comperare in farmacia assieme alla crema e mi scrutò a lungo. Io abbassai lo sguardo: era proprio un bellissimo pezzo di manzo. Iniziarono a tremarmi le gambe.
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"Devi applicare la crema e farti la medicazione spesso, perché la parte deve rimanere sempre ben medicata e umida, Angela. Posso chiamarti così, visto che siamo ormai… amici abbastanza intimi?"
E lo disse con un sorriso da vero assassino. Diventai più rossa di un semaforo e gli dissi:
"Certo dottore! Spero di poter fare un buon lavoro, da sola!"
Al che lui replicò:
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"Innanzitutto chiamami Luca e poi domani è sabato; io di sabato non lavoro. Mi alzo un po’ più tardi e vado a fare Crossfit di mattina e Karate di pomeriggio. Sono separato da anni e quindi sono sempre solo. Se ti va, puoi venire qui a studio per le nove; posso medicarti io, non mi costa niente. Anzi: mi fa piacere rivederti. E i giorni a seguire puoi venire prima che apra bottega, attorno alle otto… corsia preferenziale, per te…"
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Avevo la salivazione azzerata: non ci potevo credere. Un maschio maturo, poco sopra la quarantina e bello come un dio greco si interessava a me e mi stava palesemente facendo la corte! L’indomani mattina, calze autoreggenti, gonna di georgette e tanga microscopico, alle nove in punto entrai nello studio. Mi accolse con un sorriso. Era in tuta leggera e aderente. Si intuiva un fisico scolpito. Non mi fece accomodare sul lettino; siccome lo studio era deserto, mi fece mettere con la pancia a cavallo del bracciolo del divano in sala d’aspetto, perché gli avrebbe consentito un miglior spazio di manovra. Scesi le mutandine, sollevai la gonna e mi misi col culo all’insù e le natiche ben divaricate.
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Mi scusai del cerotto vecchio ovviamente saltato, perché avevo cercato di non bagnarlo mentre mi lavavo e di non sporcarlo, ma… Mi disse di non preoccuparmi e iniziò a spalmarmi l’unguento. Stavolta indugiò un po’ più a lungo, visto che non opponevo resistenza e anzi iniziavo ad assecondare il suo tocco e a mugolare, ben rilassata e a occhi socchiusi. D’un tratto, visto che mi stavo palesemente offrendo a lui, allargando le natiche con le mie mani e alzando il bacino verso il suo viso senza una vera necessità, si decise e mi infilò lentamente tutto l’indice, dicendo: “ora mettiamo un po’ di unguento anche dentro, per precauzione.”
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Come introdusse il dito e iniziò a muoverlo, io cominciai a sollevare e abbassare le anche, agevolandolo e mugolando palesemente di piacere. Prese coraggio e infilò anche il medio. Io ormai gli dicevo direttamente “siiiii.” Si fermò un attimo e io fui convinta di aver forse fatto una gaffe… invece s’era sceso con gesto rapidissimo i pantaloni della tuta e ormai sentivo la cappella del suo cazzo dapprima puntare il mio buchino e poi entrare lentamente. Non ero stata scopata spesso, prima; figuriamoci inculata! Mi faceva male e gridai: “Ahia…” e lui disse: “Vuoi che lo tolga?” mi venne di getto un “Nooooo… cazzo noooo! Perdonami, ma sono stufa di non essere trattata come una donna: sfondami questo cazzo di culo e strapazzami, maltrattami. Sii semplicemente il meraviglioso maschio che sei…”
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Restò un attimo interdetto e allora, sempre con il suo cazzo a metà strada nel mio culo, mi calmai e gli spiegai che mio marito non era interessato all’argomento e che lui quindi avrebbe potuto scoparsi come voleva questa ragazza di nemmeno trent’anni. Mi inculò per venti minuti buoni e venne dentro di me. Poi, sempre sul divano, gli salii sopra, me lo mangiai letteralmente. In pratica scopammo per tutta la mattinata. Fanculo il Crossfit e il Karate.
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Questa cosa fece un gran bene al mio matrimonio: mio marito mi dava tutto il denaro che mi serviva, purché non interferissi con la sua vita sessuale privata e non gli rompessi le palle e il mio dottore mi riempiva di quello che lui non poteva darmi. Molto discretamente, spesso andavo da lui anche dopo cena, nel totale disinteresse del mio coniuge. Diventai la sua donna di fatto e grazie a lui finalmente diedi due nipotini ai nonni, che avevano aspettato tanto a lungo!!!
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RDA
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singinthegardns · 6 months ago
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Se non tratti il tuo partner con amore, con particolare affetto, né dimostri la tua gioia di vivere insieme, devi sapere che pian piano ti smetterà di amare. E si esaurirà, dormendo con te ogni notte, si disinnamorerà con tanta freddezza. E una mattina qualunque ti dirà addio. Perché tu forse non sei infedele, forse non la insulti. Sei solo indifferente, maleducato, annoiato e hai trascurato l'amore della tua vita. E quasi sempre, ciò che non si cura si perde. Ci si perde solo per ritrovarsi? Perderti è stato come perdere il cuore. Tu non c'eri e io non avevo più nessuno con cui parlare quando dentro me calava il buio. Tu non c'eri e io non credevo più in niente perché tutto quello in cui avevo creduto s'era distrutto aveva distrutto me. Tu non c'eri e io non mi fidavo più di nessuno e di niente tutto quello che ami ti delude sempre. Non c'eri e io, piano piano, scomparivo perderti è stato come perdere il cuore, ci si perde solo per ritrovarsi? Ci si ritrova solo per ritrovare il cuore.
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abr · 8 months ago
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"Per estirpare le gang dal paese ci vorranno 10 anni, la Svezia ha trascurato il crimine e i problemi di integrazione per troppo tempo".
L'intervista al Financial Times di Dunnar Strömmer, ministro della giustizia svedese, è la pietra tombale sul modello di accoglienza portato avanti da un paese che ora si ritrova la guerriglia in casa e prova, tardivamente, a prendere contromisure.
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via https://x.com/LeonardoPanetta/status/1836345885900325347
Modelli nordici da pedinare più che da seguire.
Notare Stormer Uk che non dice certo queste cose in casa sua, non potrebbe, ma viene a Roma e loda apertamente la Meloni, portandosi dietro il suo ministro dell'interno (in una visita estera!): come a dirgli, fatti spiegare, impara qualcosa.
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schizografia · 1 year ago
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Un barbone a passeggio?
Errore!... è probabilmente il più grande matematico vivente al mondo.
Il russo Grigorij “Grisha” Jakovlevič Perelman è stato l’unico uomo che sia riuscito a risolvere uno dei sette "Problemi del Millennio", dimostrando la Congettura di Poincaré e ha rifiutato il premio da un milione di dollari che gli era stato assegnato dal Clay Mathematics Institute per questa scoperta.
La Congettura di Poincaré, è un complesso problema di topologia e quando Grisha trovò la soluzione disse: "Per me è del tutto irrilevante, in quanto se la soluzione è quella giusta, non c'è bisogno di alcun altro riconoscimento”.
Vive in un mini-alloggio all’interno di un palazzone popolare, uno di quelli costruiti da qualche zar del socialismo reale. Per lui i soldi non contano nulla: "Non voglio essere uno scienziato da vetrina, ma uno che studia la scienza per il bene degli altri”.
Grisha gira con capelli e barba incolti e scarpe da ginnastica sformate, le immagini più recenti di lui lo ritraggono con un look trascurato: un blogger l’ha scovato in metropolitana e l’ha immortalato con il cellulare mettendo poi le sue foto su internet.
Dicono che nella sua città, che fu la capitale degli zar, sia di moda indossare una t-shirt con il suo volto e la scritta: "In questo mondo… non tutto si può comprare".
[RG]
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canesenzafissadimora · 4 months ago
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Il segreto di una vita piena è vivere e rapportarsi agli altri come se domani potessero non esserci più, come se noi potessimo non esserci più domani. Elimina il vizio del procrastinare, il peccato del posporre, le mancate comunicazioni, le mancate comunioni. Questo pensiero mi ha reso più attenta a tutti gli incontri, le conoscenze, le presentazioni, che potrebbero contenere il seme della profondità che potrebbe rischiare di essere trascurato per disattenzione. Questa sensazione è diventata una rarità, ed è ogni giorno più rara ora che abbiamo raggiunto un ritmo più frettoloso e superficiale, ora che crediamo di essere in contatto con un gran numero di persone, con più gente, con più paesi. Questa è un’illusione che rischia di privarci del contatto profondo con la persona che ci respira accanto. Questo momento pericoloso in cui voci meccaniche, radio, telefoni, prendono il posto di un’intimità umana, insieme all’idea di essere a contatto con milioni di persone, porta ad un impoverimento sempre maggiore dell’intimità e di un modo di vedere umano.
“Il Diario” - Anais Nin
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susieporta · 1 year ago
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AUTO PUNIZIONI
Chi è stato trascurato affettivamente, chi addirittura abusato - a vari livelli - non riesce a perdonarsi la propria felicità.
Si avete letto bene non è un errore di battitura.
Non si perdona di essere felice, sente continuamente la pulsione a sabotarsi, a ridimensionarsi e quando anche la vita gli pone innanzi qualche dono, questi fa in modo di sciuparlo.
È uno degli stati più dolorosi che un essere umano possa esperire: sentire di essere vittima e carnefice di se stesso, sentire di compartecipare alla propria miseria.
Sentirsi i mandanti del lento @mic1d10 di se stessi.
Occorre lavorare a lungo per ripristinare un senso di Sè stabile, coerente e sufficientemente buono, per accettare la propria bellezza, la proprio grandezza e emanare gratitudine anziché rimproverarsi quando la vita regala qualcosa di bello.
Buon lavoro a tutte le anime ferite che si impegnano per strappare al futuro i segni del passato.
ClaudiaCrispolti_
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francescacammisa1 · 3 months ago
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Si rese conto che per anni aveva studiato l'antropologia per capire le persone, ma aveva sempre trascurato che l'analisi del comportamento umano passava necessariamente attraverso la sfera emotiva. Perché ogni gesto - anche il più insignificante - era dettato da un sentimento.
Donato Carrisi - L’ipotesi del male
Ph Betina La Plante
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ambrenoir · 9 months ago
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Volete essere felici? Ebbene, invece di cercare di ottenere ciò che ancora non avete, iniziate con l’essere riconoscenti per tutto ciò che avete già sul piano fisico, psichico e spirituale, e sforzatevi di farne beneficiare gli altri. Per essere felici, coltivate la facoltà di rallegrarvi e ringraziare, e fatelo specialmente per le cose che fino a quel momento avevate trascurato o disdegnato. Ogni giorno cercate di trovare almeno un avvenimento, un incontro, un pensiero che vi faccia del bene o che vi incanti, e mettetelo nella vostra mente, nel vostro cuore.
Se saprete ringraziare ogni giorno il Signore, se saprete apprezzare tutto ciò che Egli vi dà, possiederete il segreto magico che può trasformare la vostra vita, e le entità luminose del mondo invisibile si avvicineranno per aiutarvi. È questa la felicità.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
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gregor-samsung · 1 year ago
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" [Giacomo Matteotti] Non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non aver tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti. E così si risparmiava ogni sfoggio di cultura. Ma il suo marxismo non era ignaro di Hegel, né aveva trascurato Sorel e il bergsonismo. È soreliana la sua intransigenza. La concezione riformista di un sindacalismo graduale invece non era tanto teorica quanto suggeritagli dall'esperienza di ogni giorno in un paese servile che è difficile scuotere senza che si abbandoni a intemperanze penose. Egli fu forse il solo socialista italiano (preceduto nel decennio giolittiano da Gaetano Salvemini) per il quale riformismo non fosse sinonimo di opportunismo. Accettava da Marx l'imperativo di scuotere il proletariato per aprirgli il sogno di una vita libera e cosciente; e pur con riserve poco ortodosse non repudiava neppure il collettivismo. Ma la sua attenzione era poi tutta a un momento d'azione intermedio e realistico: formare tra i socialisti i nuclei della nuova società: il Comune, la scuola, la Cooperativa, la Lega. Così la rivoluzione avviene in quanto i lavoratori imparano a gestire la cosa pubblica, non per un decreto o per una rivoluzione quarantottesca. La base della conquista del potere e della violenza ostetrica della nuova storia non sarebbe stata vitale senza questa preparazione.
E del resto, troppo intento alla difesa presente dei lavoratori, Matteotti non aveva tempo per le profezie. Più gli premeva che operai e contadini si provassero come amministratori, affinché imparassero e perciò nei varii Consigli comunali soleva starsene come un consigliere di riserva, pronto a riparare gli errori, ma voleva i più umili allo sperimento delle cariche esecutive. Non ebbe mai in comune coi riformisti la complicità nel protezionismo, anzi non esitò a rimanere solo col vecchio Modigliani ostinato nelle battaglie liberiste, che per lui non erano soltanto una denuncia delle imprese speculative di sfruttatori del proletariato, ma anche una scuola di autonomia e di maturità politica concreta nella sua provincia. Così procede tutta la cultura e tutta l'azione di Matteotti, per esigenze federaliste, dalla periferia al centro, dalla cooperativa al Comune, dalla provincia allo Stato. Il suo socialismo fu sempre un socialismo applicato, una difesa economica dei lavoratori, sia che proponesse sulla "Lotta" di Rovigo o nella Lega dei Comuni socialisti dei passi progressivi, sia che parlasse dall' "Avanti!" o dalla "Giustizia" a tutto il proletariato italiano, sia che come relatore della Giunta di Bilancio portasse nella sede più drammatica e travolgente il suo processo alle dominanti oligarchie plutocratiche. "
Piero Gobetti, Matteotti, Piero Gobetti Editore, Torino, 1924, pp. 25-27.
NOTA: il brano è tratto dall'opuscolo pubblicato alla fine del luglio del 1924, nel vivo della crisi politica ed istituzionale scatenata dalla tragica scomparsa del deputato Matteotti. Il testo riproduceva integralmente un lungo articolo comparso un mese prima con lo stesso titolo sulla rivista di Gobetti La Rivoluzione liberale, così come erano tratti da questa pubblicazione i Cenni biografici sullo scomparso posti in calce all'opuscolo.
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