#tornita
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crazy-so-na-sega · 26 days ago
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Apodittico
a-po-dìt-ti-co
Significato Dimostrato; evidente, necessario; perentorio; dogmatico, che non ammette critiche
Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo apodicticus, prestito dal greco apodeiktikós, derivato dal verbo apodéiknymi ‘io dimostro, mostro con argomenti, provo’.
«Date queste premesse, la conclusione è apodittica.»
Parola aulica e soprattutto difficile, si direbbe. E in effetti è così, perché anche se si muove su significati accessibili, è necessario capire che sfumatura ha e come si comporta — ma mettiamo le mani avanti: è una parola difficile per chiunque, tant’è che i suoi significati si smagliano serenamente. Ad ogni modo, in cima alla salita c’è il premio di una parola del lessico filosofico che riesce a darci un colore speciale per significare una conclusione evidente e necessaria — una risorsa particolarmente potente.
L’etimologia ci lancia già in mezzo alla questione: il greco apodeiktikós deriva dal verbo apodéiknymi, che significa ‘io dimostro, mostro con argomenti, provo’ — letteralmente ‘mostro separatamente’. Quella apodittica non è un’evidenza che non richiede dimostrazioni; al contrario, si ammanta di rigore metodologico e si presenta addirittura come una necessità logica. L’apodittico è evidente in quanto dimostrato.
Posso parlare della conclusione apodittica a cui giunge la sentenza dopo una meticolosa analisi controfattuale; posso parlare di come la valutazione della soluzione migliore non sia stata guidata da sentimento o retorica, ma sia apodittica; posso parlare della certezza apodittica con cui la zia conosce le ultime carte in mano agli avversari a briscola. Sentiamo bene quanto l’apodittico abbia a che spartire col necessario.
Ma insomma, le affermazioni apodittiche hanno più di un che di netto, di tranchant: se parliamo di una necessità logica c’è poco da sfumare e molto da tagliare. Il che fa annusare un atteggiamento mentale retrostante che sa di perentorio, categorico. Anche lontano da dimostrazioni e sillogismi, posso finire per avere un tono apodittico quando faccio la classifica degli ultimi migliori film, puoi usare parole apodittiche sull’accettabilità di un accordo, posso ricevere un rifiuto apodittico.
Questo taglio di ‘apodittico’, se prende un respiro maggiore e una tridimensionalità più tornita, scavalla nel dogmatico, nell’atteggiamento di chi non ammette critiche. Può essere apodittica la strategia stabilita dai vertici dell’impresa, apodittica l’adesione a un’ideologia, apodittica l’applicazione della ricetta della trisavola.
Sono diversi, incisivi e alti i frutti di questa necessità logica che ci presenta l’apodittico, in una dimensione che va dalla logica alla psicologia. All’inizio può parere problematico coglierli, ma sono realtà ben presenti, nella nostra vita. Anzi questa necessità logica, questa evidenza dimostrativa sa essere anche molto spiccia. Il verbo apodeiknýnai, ad esempio, origina anche l’apódeixis, che è la dimostrazione, la prova — che probabilmente conosciamo meglio adattata come… polizza.
Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/apodittico
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e-ste-tica · 5 months ago
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“Orsù che dovrei fare? Cercarmi un protettore, eleggermi un signore, e come l’edera, che dell’olmo tutore accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza, arrampicarmi, invece di salire per forza? No, grazie!
[…] Sudar per farsi un nome su di un picciol sonetto anziché scriverne altri? Scoprire ingegno eletto agl’incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali, lasciarsi sbigottire dal rumor dei giornali? E sempre sospirare, pregare a mani tese: Pur che il mio nome appaia nel Mercurio francese? No, grazie!
Calcolare, tremar tutta la vita, far più tosto una visita che una strofa tornita, scriver suppliche, farsi qua e là presentare? Grazie, no! Grazie, no! Grazie, no!
Ma....cantare, sognar sereno e gaio, libero, indipendente, aver l'occhio sicuro e la voce possente, mettersi quando piaccia il feltro di traverso, per un sì, per un no, battersi o fare un verso! Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna, a qual sia più gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d'altri scrivere, e poi modestamente dirsi: ragazzo mio, tu puoi tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia purché nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccolga! Poi se venga il trionfo, per fortuna o per arte, non dover darne a Cesare la più piccola parte, aver tutta la palma della meta compita, e, disdegnando d'essere l'edera parassita, pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto salir anche non in alto, ma salir senza aiuto!„
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lunamagicablu · 1 year ago
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La bambina prese con le mani le due metà della melagrana perfettamente combacianti e simmetriche incerta sul da farsi. Poi decise di separarle con dolcezza, lasciando che copiose gocce di succo agrodolce e vermiglio macchiassero la tovaglia bianca di fiandra con cui la tavola era apparecchiata. La donna si stiracchiò languidamente, svegliata dalla solerzia della bambina guardandola interrogativamente e poi con maggior indulgenza e disponibilità. Destarsi all’improvviso le era costato parecchio ma comprendeva la curiosità di quella donna in nuce e decise di accontentarla. Fece qualche passo di danza per sgranchirsi le membra intorpidite sul chiaroscuro della tovaglia damascata lasciandosi guidare da una musica immaginaria e dal piacere genuino di quegli occhi infantili colmi d’intelligenza intenti a seguire con interesse ogni sua mossa. Sfoderò tutta l’intraprendenza che possedeva nel percorrere il perimetro quadrato del piano su cui poggiava ben attenta a non scivolare oltre, verso profondità e altezze inesplorate. Continuò fermandosi davanti alla foglia lucidissima e verdissima di un’arancia matura, saggiandone la consistenza provando a dondolarsi con leggerezza, le mani ben salde al picciolo, e la bimba ripensò a pigre giornate estive trascorse nel dormiveglia intrecciando le dita nelle maglie di un’amaca lontana dal vago sapore di salsedine e le sorrise. Decise, allora, di offrirle la polpa sugosa di un acino d’uva maturo e la donna accettò con gratitudine. Insieme ne assaporarono la dolcezza senza pretese a lungo e in silenzio; poi la creatura misteriosa accettò di salire sul palmo di quella manina grassoccia e amichevole per farsi esaminare con la stessa precisione di uno scienziato intento a osservare al microscopio un organismo prezioso e minuscolo poggiato con cura su un vetrino: i capelli lunghi e liscissimi, dalla consistenza setosa. La pelle rosea e compatta del viso. Gli occhi color ambra, mobili ed espressivi. Un corpo femminile sinuoso e morbido appena velato da un abito di consistenza traslucida che alla bimba fece pensare alla sottilissima pellicina dell’acino d’uva appena assaporato. Una fata perfetta e amabile, simile alle tante creature fiabesche da lei conosciute e amate nelle ore di assoluta e compiuta solitudine trascorse nella lettura avida di pagine e pagine di storie senza tempo. A lungo rimasero lì, insieme, avare di parole, comunicando un mondo di idee e sensazioni attraverso le sfumature sottili ed espressive dei loro sguardi sino a quando un rumore improvviso e inaspettato non le fece sobbalzare entrambe, con la sgradevole percezione di essere state appena colte in flagrante. Il persiano di casa osservò sornione la sua giovane padrona dal basso, strofinandosi contro una gamba tornita del tavolo, riflettendo sulla prossima mossa da compiere. La fata portò l’indice alla bocca chiedendole silenzio e complicità e la bambina con delicatezza decise di lasciarla laddove l’aveva, quel giorno, scoperta per la prima volta, accanto ai grani trasparenti e rossastri del frutto che era la sua dimora e attese. L’altra annuì con un sorriso leggero lasciandosi racchiudere con grazia nella sua prigione dorata. La bambina guardò a lungo le due metà ora saldate alla perfezione e non disse nulla. Poi, con fare autorevole, si rivolse al suo antico compagno di giochi invitandolo a seguirla come sempre in giardino. Di quel pomeriggio magico e irripetibile non rimasero che poche stille vermiglie sul candore violato di una tovaglia delle feste e un’aria svagata e pigra ma stranamente appagante offerta dal sole e dal garbino attraverso la finestra aperta su una domenica di dicembre unica e speciale. Lucia Guida
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francyfan-bukowsky · 10 months ago
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un secolo fa un uomo sarebbe impazzito per una caviglia ben tornita, e perché no?
uno poteva immaginarsi che il resto doveva essere proprio magico!
adesso ce la sbattono addosso come un hamburger McDonald
su un vassoio.
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Charles Buk🖤wski
Tutto il giorno alle corse dei cavalli
e tutta la notte alla macchina da scrivere
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claudiotrezzani · 1 year ago
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Mi sono recato a Piazza dei Tribunali, Roma.
Poi anche all' United States Supreme Court Building, Washington.
Chiedendo cosa, ai giudici di Cassazione e a quelli Federali ?
Una cosa che fosse al di là di ogni possibile appello.
Che prevenisse ogni legale obiezione.
Che si conformasse in toto ai dettami normativi in tema del - malinteso - senso di privatezza.
Il quesito è stato:
i ritratti di chi posso fotografare e divulgare, in un raduno degli alpini?
Mi hanno risposto:
"Solo chi sfila o chi attivamente partecipa alla sfilata od al suo buon esito.
Dunque:
- persone a passo di marcia facenti parte di riconosciuti e riconoscibili gruppi.
- politici dotati di fascia tricolore.
- militari, purché in mimetica.
- crocerossine in atteggiamento marziale.
- ridanciani esponenti del servizio d'ordine.
- pennuti individui cantanti a cappella".
Sì, virgolette chiuse.
Ma non avrei dovuto neanche aprirle, le virgolette.
Perché non è vero che sono andato a Washington.
E neppure a Roma, erano esauriti i biglietti scontati di Freccia Rossa ed Italo.
Eppure , una risposta come la summentovata avrei potuto riceverla.
Non sì comicamente tornita, ma di sostanziale aderenza.
Comunque - lo vedete - ho ottemperato, letteralmente provvedendo.
Mala tempora currunt, se la satira ha da rivolgersi a questi temi.
Peiora premunt?
Sol si cesserà esercitar ironia.
E sempre fidando nella fatidica gutta, purché cavet, e non solo lapidem.
Fuor del latino:
insistere, resistere.All rights reserved
Claudio Trezzani
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captainmutsumi-blog · 2 years ago
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ㅤㅤLa linea morbida del polpaccio culmina nell’apice del ginocchio piegato, che torna a declinarsi nella consistenza tornita della coscia, il confine si delinea solo grazie all’elastico nero del costume da bagno. L’altra gamba è distesa, esibisce una linearità completamente rilassata, da quella posizione Seojin riesce a individuare lo spazio che si forma tra l’inguine e la stoffa. È una linea impercettibile, l’ombra nasconde qualsiasi dettaglio ravvisabile, ma è abbastanza per fargli desiderare di infilarci il naso. Le unghie affilate di lei danzano contro il gonfiabile, scavano nell’aria, se si impegnasse riuscirebbe a bucarlo e Innessa cadrebbe nell’acqua con un gemito acuto che le scomporrebbe quel muso da cagna russa che sembra far diventare duri tutti i cazzi su cui poggia le zampe.
ㅤㅤSe una persona gli si accostasse vicino, arrampicandosi sul suo lettino gonfiabile rosso, dalle Airpods capterebbe solo uno strimpellio lontano di chitarra. Se una persona, però, gli sfilasse almeno una cuffietta e la avvicinasse all’orecchio, si interfaccerebbe con la fragorosa brutalità dei Cannibal Corpse.
ㅤㅤLa canzone preferita di Seojin si chiama I cum blood. Tra le tante cose, parla di scopare il buco del culo marcio di un cadavere fino a sborrare sangue.
ㅤㅤAdesso Innessa solleva lievemente il busto per afferrare il cocktail che fluttua su un terzo gonfiabile, nel movimento flette l’addome e fa sparire quella sottile linea di vuoto che rappresentava l’unico modo per riuscire a farsi apprezzare da lui. In compenso si ritrova stringere le spalle, facendo sembrare quelle tette da troia ancora più grosse. Dal riflesso degli occhiali scuri, Seojin ravvisa una delle tante chat che la distraggono anche quando sono costretti a stare insieme. Come se lui non stesse assistendo a quel teatrino osceno, sua zia chiude le labbra attorno alla cannuccia, incava le guance, inghiotte il suo rum e cola con un rumore probabilmente fastidioso. Una volta finito, Innessa torna a sdraiarsi; ora, però, allunga anche l’altro ginocchio. Le pupille di Seojin, da dietro gli occhiali da sole, si fissano sulla forma delicata del delta di Venere.
ㅤㅤVuole ficcarci i denti e strapparle la fica a morsi.
ㅤㅤC’è quest’altra canzone, sempre dei Cannibal Corpse, che parla di sezionare con un coltello la fica fino al buco del culo e rigenerarsi col sangue che ne zampilla fuori. Di sicuro, il sangue di quella troia di sua zia è veleno.
ㅤㅤLei si sistema gli occhiali con la sola punta delle unghie, rilassa i muscoli dell’addome, torna a piegare il ginocchio. Seojin si volta verso i due uomini a bordo piscina, Byunghun e suo padre; il primo guarda verso l’alto, il secondo punta gli occhi su Innessa, le sta togliendo il pezzo sopra del bikini con la fantasia, glielo si legge in faccia.
ㅤㅤSeojin la odia. Vorrebbe solo che lei morisse, così tutti gli uomini che lo circondano smettano di pensare a quanto sarebbe bello scoparsela. Come se fosse difficile, poi, visto che di una puttana si sta parlando: bastano poche banconote per aprirle le gambe. Suo zio Byunghun non merita un’arrampicatrice straniera che va in giro agitando il culo in attesa che qualche pezzo di merda glielo deflori.
ㅤㅤInnessa si volta a guardarlo, muove le labbra per dirgli qualcosa. Sul volto austero di Seojin non si forma nulla, l’unico movimento che fa è quello meccanico di pigiare sulla cuffia e interrompere la musica. Allora, l’accento russo della puttana torna a disturbare la sua quiete.
ㅤㅤ“Что ты слушаешь?”
ㅤㅤ“Cosa?”
ㅤㅤI capelli di Innessa si perdono tra le pieghe del lettino gonfiabile su cui è sdraiata da trenta minuti. Lo guarda come si guardano i mocciosi irritanti, beffardamente. “Se seguissi le mie lezioni di russo sapresti rispondermi.”
ㅤㅤ“Mi sposerai quando lo zio morirà?”
ㅤㅤLei ha gli occhi indecifrabili e la bocca distesa in una linea retta, si muove sul confine di un’insolenza che non le ha concesso. Quasi sembra normale amministrazione che le venga posta quella domanda. Oltretutto, non lo sta prendendo sul serio, infatti non ci pensa due volte prima di rispondergli che “Quando Byunghun morirà, io sarò brutta e raggrinzita.”
ㅤㅤ“E se morisse adesso?”
ㅤㅤSeojin non capisce come una persona così piena di sé e insulsa possa riscuotere successo solo grazie a delle belle tette e un atteggiamento docile da escort dell’Est. Pensa di essere intelligente, di saper fare qualcosa, di avere il mondo tra le mani, addirittura di possedere una personalità che eluda l’essere una manipolatrice poco capace, quando invece è solo la bambola che suo zio Byunghun ha creato per darla in pasto a uomini come suo padre.
ㅤㅤ Senza Byunghun lei non esisterebbe. È una bolla di vacuità che ha avuto la fortuna di possedere belle gambe. Vorrebbe vederla morta solo per riesumare il suo cadavere e pisciarci sopra.
ㅤㅤ“Se desideri la donna degli altri a diciassette anni, mi chiedo cosa farai quando ne avrai quaranta.”
ㅤㅤ
ㅤㅤ
ㅤㅤ(A qualche metro di distanza, coi piedi ammollo nella piscina riscaldata, negli occhi di Byunghun opera un moto di tenerezza che si modella sull’immagine di sua moglie Innessa a contatto con suo nipote. È l’anticipazione della scena familiare di cui si vedrà protagonista molto presto. Accanto a lui, suo fratello Kangae, sfigurando con la postura scomposta e un volto paffuto, sghignazza sommessamente.
ㅤㅤ“Tu ti sei trovato la donna perfetta. Guardala, riesce persino ad andare d’accordo con il piccolo Seojin. Lui le vuole proprio bene.”
ㅤㅤInnessa non è affatto perfetta, ma con le loro imperfezioni insieme creano la combinazione vincente.
ㅤㅤ La sincerità si accoccola sulle parole con la leggerezza di una farfalla. “Sono un uomo fortunato.”
ㅤㅤ“Tuttavia,” E Kangae smette di essere gentile, “prima o poi dovrai subentrare tu come guida di Seojin: per ora è lui l’erede della famiglia e Innessa, per quanto formidabile, è pur sempre una una donna. Cosa può insegnargli?”
ㅤㅤ“Gli sta insegnando il russo, come maneggiare dignitosamente una pistola, l’equitazione, la caccia. Quel ragazzino sarebbe un cazzo di automa senza la guida di mia moglie.” Dopo quarantasei anni trascorsi l’uno al fianco dell’altro, Byunghun non capisce quali incastri genetici abbiano sfornato due fratelli tanto diversi. Sorridendo, Kangae scopre i canini placcati d’oro. È una delle forme più infime di essere umano che la Terra sia mai riuscita a vomitare, insieme a quel fantoccio inutile di suo figlio.
ㅤㅤ“Innessa dovrebbe insegnargli a maneggiare un altro tipo di pistola, eh?”
ㅤㅤ“Kangae,” Byunghun non lo guarda, è concentrato sulle colline mulibri del corpo rilassato di sua moglie. Il cipiglio altezzoso con cui lei lascia scorrere il dito sullo schermo del telefono, agli occhi suoi, è già racchiuso nella cornice materna con cui lui la percepisce. “Io e te siamo fratelli, ma non abbiamo scelto di essere amici.” È, prima di essere sua moglie, la futura madre di suo figlio. Assapora quelle due parole tra le labbra, le ricalca mentalmente, cucendole sul nome con cui si è intrappolato il dito indice nella promessa dell’eternità. “Questo significa che se dovessi fare un’altra osservazione del genere su Innessa, farò in modo che il tuo culo flaccido e quello minorenne di tuo figlio vengano scopati a forza con quell’altro tipo di pistola che ti stava facendo tanto divertire.”)
ㅤㅤSeojin presta una cuffietta a Innessa e le dedica la sua canzone preferita del suo gruppo preferito, i Joy Division.
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sfondami-il-cuore · 2 years ago
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ㅤㅤLa linea morbida del polpaccio culmina nell’apice del ginocchio piegato, che torna a declinarsi nella consistenza tornita della coscia, il confine si delinea solo grazie all’elastico nero del costume da bagno. L’altra gamba è distesa, esibisce una linearità completamente rilassata, da quella posizione Seojin riesce a individuare lo spazio che si forma tra l’inguine e la stoffa. È una linea impercettibile, l’ombra nasconde qualsiasi dettaglio ravvisabile, ma è abbastanza per fargli desiderare di infilarci il naso. Le unghie affilate di lei danzano contro il gonfiabile, scavano nell’aria, se si impegnasse riuscirebbe a bucarlo e Innessa cadrebbe nell’acqua con un gemito acuto che le scomporrebbe quel muso da cagna russa che sembra far diventare duri tutti i cazzi su cui poggia le zampe.
ㅤㅤSe una persona gli si accostasse vicino, arrampicandosi sul suo lettino gonfiabile rosso, dalle Airpods capterebbe solo uno strimpellio lontano di chitarra. Se una persona, però, gli sfilasse almeno una cuffietta e la avvicinasse all’orecchio, si interfaccerebbe con la fragorosa brutalità dei Cannibal Corpse.
ㅤㅤLa canzone preferita di Seojin si chiama I cum blood. Tra le tante cose, parla di scopare il buco del culo marcio di un cadavere fino a sborrare sangue.
ㅤㅤAdesso Innessa solleva lievemente il busto per afferrare il cocktail che fluttua su un terzo gonfiabile, nel movimento flette l’addome e fa sparire quella sottile linea di vuoto che rappresentava l’unico modo per riuscire a farsi apprezzare da lui. In compenso si ritrova stringere le spalle, facendo sembrare quelle tette da troia ancora più grosse. Dal riflesso degli occhiali scuri, Seojin ravvisa una delle tante chat che la distraggono anche quando sono costretti a stare insieme. Come se lui non stesse assistendo a quel teatrino osceno, sua zia chiude le labbra attorno alla cannuccia, incava le guance, inghiotte il suo rum e cola con un rumore probabilmente fastidioso. Una volta finito, Innessa torna a sdraiarsi; ora, però, allunga anche l’altro ginocchio. Le pupille di Seojin, da dietro gli occhiali da sole, si fissano sulla forma delicata del delta di Venere.
ㅤㅤVuole ficcarci i denti e strapparle la fica a morsi.
ㅤㅤC’è quest’altra canzone, sempre dei Cannibal Corpse, che parla di sezionare con un coltello la fica fino al buco del culo e rigenerarsi col sangue che ne zampilla fuori. Di sicuro, il sangue di quella troia di sua zia è veleno.
ㅤㅤLei si sistema gli occhiali con la sola punta delle unghie, rilassa i muscoli dell’addome, torna a piegare il ginocchio. Seojin si volta verso i due uomini a bordo piscina, Byunghun e suo padre; il primo guarda verso l’alto, il secondo punta gli occhi su Innessa, le sta togliendo il pezzo sopra del bikini con la fantasia, glielo si legge in faccia.
ㅤㅤSeojin la odia. Vorrebbe solo che lei morisse, così tutti gli uomini che lo circondano smettano di pensare a quanto sarebbe bello scoparsela. Come se fosse difficile, poi, visto che di una puttana si sta parlando: bastano poche banconote per aprirle le gambe. Suo zio Byunghun non merita un’arrampicatrice straniera che va in giro agitando il culo in attesa che qualche pezzo di merda glielo deflori.
ㅤㅤInnessa si volta a guardarlo, muove le labbra per dirgli qualcosa. Sul volto austero di Seojin non si forma nulla, l’unico movimento che fa è quello meccanico di pigiare sulla cuffia e interrompere la musica. Allora, l’accento russo della puttana torna a disturbare la sua quiete.
ㅤㅤ“Что ты слушаешь?”
ㅤㅤ“Cosa?”
ㅤㅤI capelli di Innessa si perdono tra le pieghe del lettino gonfiabile su cui è sdraiata da trenta minuti. Lo guarda come si guardano i mocciosi irritanti, beffardamente. “Se seguissi le mie lezioni di russo sapresti rispondermi.”
ㅤㅤ“Mi sposerai quando lo zio morirà?”
ㅤㅤLei ha gli occhi indecifrabili e la bocca distesa in una linea retta, si muove sul confine di un’insolenza che non le ha concesso. Quasi sembra normale amministrazione che le venga posta quella domanda. Oltretutto, non lo sta prendendo sul serio, infatti non ci pensa due volte prima di rispondergli che “Quando Byunghun morirà, io sarò brutta e raggrinzita.”
ㅤㅤ“E se morisse adesso?”
ㅤㅤSeojin non capisce come una persona così piena di sé e insulsa possa riscuotere successo solo grazie a delle belle tette e un atteggiamento docile da escort dell’Est. Pensa di essere intelligente, di saper fare qualcosa, di avere il mondo tra le mani, addirittura di possedere una personalità che eluda l’essere una manipolatrice poco capace, quando invece è solo la bambola che suo zio Byunghun ha creato per darla in pasto a uomini come suo padre.
ㅤㅤ Senza Byunghun lei non esisterebbe. È una bolla di vacuità che ha avuto la fortuna di possedere belle gambe. Vorrebbe vederla morta solo per riesumare il suo cadavere e pisciarci sopra.
ㅤㅤ“Se desideri la donna degli altri a diciassette anni, mi chiedo cosa farai quando ne avrai quaranta.”
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ㅤㅤ(A qualche metro di distanza, coi piedi ammollo nella piscina riscaldata, negli occhi di Byunghun opera un moto di tenerezza che si modella sull’immagine di sua moglie Innessa a contatto con suo nipote. È l’anticipazione della scena familiare di cui si vedrà protagonista molto presto. Accanto a lui, suo fratello Kangae, sfigurando con la postura scomposta e un volto paffuto, sghignazza sommessamente.
ㅤㅤ“Tu ti sei trovato la donna perfetta. Guardala, riesce persino ad andare d’accordo con il piccolo Seojin. Lui le vuole proprio bene.”
ㅤㅤInnessa non è affatto perfetta, ma con le loro imperfezioni insieme creano la combinazione vincente.
ㅤㅤ La sincerità si accoccola sulle parole con la leggerezza di una farfalla. “Sono un uomo fortunato.”
ㅤㅤ“Tuttavia,” E Kangae smette di essere gentile, “prima o poi dovrai subentrare tu come guida di Seojin: per ora è lui l’erede della famiglia e Innessa, per quanto formidabile, è pur sempre una una donna. Cosa può insegnargli?”
ㅤㅤ“Gli sta insegnando il russo, come maneggiare dignitosamente una pistola, l’equitazione, la caccia. Quel ragazzino sarebbe un cazzo di automa senza la guida di mia moglie.” Dopo quarantasei anni trascorsi l’uno al fianco dell’altro, Byunghun non capisce quali incastri genetici abbiano sfornato due fratelli tanto diversi. Sorridendo, Kangae scopre i canini placcati d’oro. È una delle forme più infime di essere umano che la Terra sia mai riuscita a vomitare, insieme a quel fantoccio inutile di suo figlio.
ㅤㅤ“Innessa dovrebbe insegnargli a maneggiare un altro tipo di pistola, eh?”
ㅤㅤ“Kangae,” Byunghun non lo guarda, è concentrato sulle colline mulibri del corpo rilassato di sua moglie. Il cipiglio altezzoso con cui lei lascia scorrere il dito sullo schermo del telefono, agli occhi suoi, è già racchiuso nella cornice materna con cui lui la percepisce. “Io e te siamo fratelli, ma non abbiamo scelto di essere amici.” È, prima di essere sua moglie, la futura madre di suo figlio. Assapora quelle due parole tra le labbra, le ricalca mentalmente, cucendole sul nome con cui si è intrappolato il dito indice nella promessa dell’eternità. “Questo significa che se dovessi fare un’altra osservazione del genere su Innessa, farò in modo che il tuo culo flaccido e quello minorenne di tuo figlio vengano scopati a forza con quell’altro tipo di pistola che ti stava facendo tanto divertire.”)
ㅤㅤSeojin presta una cuffietta a Innessa e le dedica la sua canzone preferita del suo gruppo preferito, i Joy Division.
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patrizio-ag · 4 years ago
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https://ceramicherinascita.altervista.org/le-cinquecentine-ciotola-con-girale-blu/ #maioliche #rinascimentali della #collezione le #Cinquecentine #ciotola #tornita #amano con #girale #blu cm10 20.00€ (presso Ceramiche Rinascita) https://www.instagram.com/p/CGkl0x8p1uw/?igshid=x2r7lrvaybqr
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wanderingaffect · 5 years ago
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This Thursday 7:30pm door + 8pm show! @snugharborccbg @feedingoats @cameronmizell @thereminati and @hafftka @roninguitars #mirari @anthologygear @paultrombettadesign #tornita @tcelectronic #arenareverb @redpandalab #tensor @fender #electricguitar #guitar #guitarist #music #guitars #rock #guitarplayer #musician #guitarsofinstagram #guitarra #guitarsolo ##customguitar #metal #guitarsdaily #lespaul #luthier #electricguitars #guitargear #knowyourtone #telecaster #instaguitar #newhouseafterdark #snugharbor #newhousecenterforcontemporaryart #visitstatenisland (at Newhouse Center for Contemporary Art) https://www.instagram.com/p/B57xLqnhHDmgmV9hvWCrMwIKmzelHsXxyIqE080/?igshid=18cawhox4i07e
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corneliusnolitta · 4 years ago
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Calore della passione
Quegli occhi magnetici, colorati di giada, illuminati da un sorriso che il cuore scalda. Un sorriso di labbra di rosa. Labbra che baci attirano. Lievi, teneri, caldi. Un bacio che tosto si scalda. Che il sapore vuol sentire. Un bacio che lesto si sposta sull’incavo di affusolato collo. Lieve come soffio di brezza. Poi non pago scende, per posarsi sul solco che magnifici seni divide. Un bacio lento, che si ripete. Un bacio che chiede, pretende, di posarsi sui morbidi seni. Ecco che lesto si porta a scoprir le rosse aureole di turgidi capezzoli e a ricoprirli con labbra roventi. Brividi scorron come l’acqua di ruscello impetuoso. Si rizzan i peli sulla levigata pelle. Sensuale è il gioco che sempre più accattivante diventa. Vibrante di sensuale calore. Suadente, calda, come la setosa pelle che con mano scorro nell'interno di tornita coscia. Come la tua voce, così il tuo corpo emana fuoco, liquido di pura passione. Emani un calore che sin qui avverto. Un atavico calore che sa di pura passione. Sensualità pura che aleggia intorno a tutto il tuo essere. la passione è pura poesia, e il calore dei corpi ne compone le strofe... Sento la tua pelle scorrer sotto le mani. Lambita con umide labbra. Stringo le tue forme. Abbraccio il tuo corpo, stringendolo al mio. Così che possa sentir tutta l'eccitazione creata dal calor tuo.... Provar dalla fonte il tuo umido fuoco.
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abr · 4 years ago
Quote
"Una follia. (I virologi e gli "esperti" in generale) dovevano divulgare notizie utili e possibilmente concordanti per guidare i cittadini verso i giusti comportamenti. Sono finiti come nemmeno le vallette di terza fila: Galli va in tv da 8 mesi al ritmo di 4 volte al giorno a pontificare, nemmeno accetta un dubbio o una critica, e annuncia alla stampa il suo ritiro dalle trasmissioni per una settimana (non un anno, una settimana…!), manco fosse Cristiano Ronaldo che proclama l’addio al calcio; Ricciardi che sembra un carceriere e insulta ridicolmente su Twitter Capi di Stato nostri alleati; Crisanti che litiga con Zaia perché il merito del salvataggio Veneto sarebbe suo, quando è documentalmente provato che Crisanti ha sì dato consigli ma le decisioni sono di Zaia (come è giusto che sia, visto che è lui quello eletto dal popolo, mentre Crisanti si occupava di zanzare). Tutti presuntuosi e permalosi, invidiosi l’uno dell’altro. Io in tv ci ho lavorato: di gente con la mania di apparire me ne intendo. Alcuni di questi hanno una voglia di farsi vedere che a confronto un concorrente del Grande Fratello è discreto. Poi, paradosso, nel Cts non c’è l’ombra di un virologo. Ma anche lì, sono disposti a tutto. Persino a pensare una cosa ma sostenere in pubblico l’opposto. Hanno solo disorientato i comportamenti di noi cittadini. Quando questa emergenza finirà, torneranno nel buio e saranno tutti a rischio depressione. Speriamo che nessuno di loro pensi a gesti estremi". (Andrea Ruggieri, deputato)
https://www.ilgiornale.it/news/politica/bianco-e-nero-ruggeri-sono-burocrati-pcus-bonino-colpa-non-1902874.html
Affidiamoci ai “tennici”, agli Esperti, seee come no. 
Quelli junior sono schiavi abbruttiti e sottomessi, quelli più “senior” sono ballerine di fila del Moulin Rouge, ognuna intenta a mostrar la piuma più lunga e la gamba più tornita della vicina; ognuna sempre pronta ad attaccarsi ai capelli dell’altra alla prima occhiata storta; nel mentre, oibò, il ponte Morandi casca giù, la ditta si becca la causa ma loro so’ diventati professoroni baroni. 
L’apoteosi del genere, il loro agognato punto d’arrivo: MONTI. Iconico, anche nella sua apparente squisitezza umana: circondato com’è da scalzacani (junior) che da decenni fanno il lavoro sporco per lui, si può permettere di non alzar mai la voce - come Il Padrino. 
Bambini che han solo cambiato giocattoli, infatti gestirli è come essere la Madre Superiora dell’asilo dei tempi che furono; poi dice che uno per disperazione se butta sur primato da’ a’ politica. 
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hymn-for-all-i-have-lost · 5 years ago
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Il mio corpo mi disgusta.
La gamba troppo tornita, la clavicola in evidenza.
Posso misurare la circonferenza del mio polso facendo toccare pollice ed anulare in punta. "Misure da bambini" mi direbbero.
Le mani son troppo grandi. La scapola sembra stia per strappare la pelle, quando faccio stretching.
L'interno coscia brucia, per l'attrito. Le gambe percorse da rossi sentieri, vene esauste, per il costante sforzo di stare in piedi.
Morbidi fianchi, piccole curve. L'assenza di proporzioni è dominante.
Sono le uniche cose che mi rendono capace di odiare.
(I torti peggiori non provocano altrettanto dolore)
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ilcielodipuglia · 5 years ago
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Il terremoto (Teresa Melo n. a Santiago di Cuba il 19/10/1961) Nella terra breve che sgrano fiori di cedro, felci, betulle: segni del mutamento. La gazzella di ieri miagola nella mia carezza nel luogo caldo delle vesti di sale. Fiori di cedro che non sono la tavola odorosa, la sedia tornita. La farfalla che conosce i cieli annebbiati volge in pesce il sogno per amare il pesce: amano i pesci trasfigurati la luce della vela. Sono queste le canzoni che canto nell’oscurità. Altri saranno i canti della luce nella voce di mia figlia. Lei non conoscerà i leggiadri affogati che sostengono la piattaforma marina dell’isola. Lei cercherà un’altra spiegazione così sicura come questa, così inutile da descrivere. Segni del mutamento acqua in canasta è il nostro sapere: scorre tra le pieghe della paglia e torna al sito minerale. Sono le canzoni che canto nell’oscurità per nominare l’uomo la sua vanità che si specchia, i suoi tre metri di troppo. La poesia ci veste di piccoli dèi, di totem. Conservo la poesia. Cullo il poeta insieme ai leggiadri affogati per calmare il loro pianto infantile, la loro solitudine, la loro terrestre paura.
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eeeskildsen · 7 years ago
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This was my setup for the gig and recording session last week, with my good friend #yanncoppier @redpandalab #redpandaparticle #redpandaraster #redpandabitmap #redpandacontext @mtl.asm #counttofive #ct5 @tcelectronic #tripledelay #mojomojo #flashbackmini #spectracomp @moogsynthesizers #mf102 @official_line6 #echoparkdelay @eventidestompboxes #timefactor @chaseblissaudio #gravitas @paultrombettadesign #tornita @ehx #superego #8stepprogram @bossfx_us #ps3 @pedaltrain #pedalboardoftheday #pedalboardofdoom #pedalporn
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francyfan-bukowsky · 11 months ago
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Primo amore_Charles Bukowki
Un tempo quando avevo 16 anni
c'era solo qualche scrittore a darmi speranza e conforto.
a mio padre non piacevanoi libri
e a mia madre neppure
perchè non piacevano al babbo
specie i libri che prendevo io in biblioteca:
D.H. Lawrence, Dostoevskij, Turgenev,
Gorkij, A. Huxley, Sinclair Lewis, e altri.
avevo la mia camera da letto
ma alle 8 di sera bisognava filare tutti a nanna:
il mattino ha l'oro in bocca, diceva mio padre poi gridava:
luci spente
allora mettevo la lampada sotto le coperte
e continuavo a leggere sotto la luce calda e nascosta:
Ibsen, Shakespeare, Cechov, Jeffers,Thurber, Conrad Aiken e altri.
mi offrivano una opportunità e qualche speranza
in un posto senza opportunità
speranza, sentimento.me la guadagnavo.
faceva caldo sotto le coperte.
qualche volta fumavano le lenzuola
allora spegnevo la lampada,
la tenevo fuori per raffreddarla.
senza quei libri non sono del tutto sicuro
di cosa sarei diventato:
delirante; parricida; idiota; buonannulla.
quando mio padre gridava
luci spente
son sicuro che lo terrorizzava
la parola ben tornita e immortalata
una volta per tutte nelle pagine migliori
della nostra più bella letteratura.
ed essa era lì per me vicina a me sotto le coperte
più donna di una donna più uomo di un uomo.
era tutta per me e io la presi.
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Charles Buk🖤wski
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L'ho sognato di nuovo stanotte, dopo un amplesso. Lo vedo arrivare bello, bellissimo, biondo, abbronzato, col corpo scintillante di goccioline di acqua, residuo di un tuffo in piscina in un'estate bollente.
Indossa solo un gonnellino di pelle sintetica, viene verso di me e ci appartiamo in uno sgabuzzino...
Mi inginocchio tra le sue gambe, risalgo con la punta delle dita lungo la coscia ben tornita e gli sollevo il gonnellino...
Non ha un sesso, ma una bocca di pianta carnivora, petali compresi.
Che sogno strano... Mi sveglio immediatamente e febbricito.
Dove sei?
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