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#thomas ancora
pastart · 2 years
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Thomas Ancora by Vincent Flouret (2022)
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diceriadelluntore · 19 days
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Storia Di Musica #340 - INXS, Kick, 1987
La band di oggi, a metà anni '80, era tra le più famose del mondo. Ma credo che anche all'epoca pochissima sapessero che il nucleo centrale di questo gruppo australiano fosse formato da tre fratelli. tutto inizia a Perth, nel 1979: i fratelli Farris, Tim, Andrew e Jon che avevano già un gruppo dal nome, inequivocabile, di The Farris Brothers, aggiungono al nucleo fondativo Kirk Pengilly, Garry Beers e un cantante, amico di liceo di Tim, Michael Hutchens. Si spostano a Sydney, dove cambiano nome in INXS ( da leggere come "In Excess") dove ottengono un contratto con una piccola etichetta indipendente, la Deluxe, con cui pubblicano il primo singolo, Simple Simon. Erano gli anni della pulizia dal rumore del punk, dell'arrivo della elettronica "dolce" e della new wave. È in questo solco che la band si muove, ma si apre in maniera piuttosto originale al funk e a piccoli innesti dance. All'inizio concentrano le energie nella nativa Australia, dove ottengono un buon successo con il loro primo disco, del 1980, intitolato INXS, che si ripete nel 1981 con Underneath The Colours, con la prima hit, una cover di un classico della musica australiana coverizzato, The Loved One, successo del 1966 dei The Loved Ones. Nel 1982 tentano il grande salto. Vanno in Inghilterra, dove li scrittura la WEA e la Atlantic li distribuisce negli Stati Uniti. Shabooh Shoobah del 1982 ha il primo singolo di successo mondiale, Don't Change, e il seguente tour internazionale al seguito di The Kinks e Adam And the Ants li fa conoscere in mezzo mondo. Nel 1984 ancora maggiore successo ottiene The Swing, trascinato dal singolo Original Sin, prodotto da Nile Rodgers. Il successo è sempre crescente: nel 1985 partecipano da Sydney al Live Aid, nel 1986 suonano con i Queen alla Royal Albert Hall, Hutchens addirittura esordisce come attore protagonista in Dogs In Space, film che lo vede interpretare Sam, il frontman avvezzo alla sostanze di una band post punk nel 1978 a Melbourne.
Dopo un tour lunghissimo, e con il management che ne programma uno nuovo in Europa, la band torna in studio. Guidati dal produttore Chris Thomas, uno dei grandi produttori inglesi (a lavoro con The Beatles, Pink Floyd, Procol Harum, Roxy Music, Badfinger, Elton John, Paul McCartney, Pete Townshend, Pulp, The Pretenders) le prime prove avvengono addirittura nella spettacolare Sydney Opera House. Il suono è più maturo, gli innesti da altri generi eclettici, i riff invidiabili e la voce di Hutchens è ormai una garanzia. Thomas però vorrebbe più canzoni, anche in previsione dell'atteso e imminente tour europeo, quindi manda Hutchens e Andrew Farris a Honk Kong, dove i due acquistarono un appartamento. Un giorno, mentre è in attesa di un taxi, a Andrew viene in mente una melodia, proprio mentre il taxi è arrivato. Chiede al tassista di aspettarlo cinque minuti, ma lui sale nel suo appartamento, scrive e registra i demo di una canzone, la riporta sulla cassetta e 45 minuti dopo, nonostante la furiosa cazziata del tassista, la porta a Hutchens che lo aspettava in un bar, e in dieci minuti ne scrive il testo, per quello che sarà il singolo di apertura, e hit mondiale, del nuovo disco.
Kick esce il 19 ottobre del 1987, un mese prima, il 21 Settembre, fu preceduto da quella canzone: Need You Tonight, dal ritmo funky, la voce sensuale di Hutchens e un bellissimo video musicale (che vinse nel 1988 5 MTV Video Music Awards) trascinano il brano in cima alle classifiche (primo negli Stati Uniti e secondo in Gran Bretagna) e proietta il disco e la band in una nuova dimensione. Tutte le canzone sono scritte dal duo Hutchens - Andrew Farris, che mediano tra il suono molto funk dei primi dischi a quello mainstream rock dei primi dischi a distribuzione internazionale. Più che altro, hanno il tocco magico di scrivere canzoni che diventano famose per come rimangono in testa: New Sensation, Devil Inside, Mystify, la toccante Never Tear Us Apart, la ripresa di The Loved One ne fanno un disco di grande qualità e di grande successo, con una serie di ganci musicali memorabile. Il disco venderà milioni di copie e li fa diventare rockstar.
Arriveranno anche al Festival di Sanremo del 1988, però perdono il tocco magico: nonostante tour seguitissimi, in studio perdono la magia e X (1990) e Welcome To Wherever You Are (1992) sono accolti con freddezza e non regalano grandi canzoni. Parallelamente, Hutchens diventa molto più famoso dell'intera band, complice anche la relazione con Paula Yates, giornalista musicale famosa per le sue interviste particolari fatte in programmi come The Tube o The Big Breakfast, dove intervistava gli artisti in un letto e dal 1986 al 1996 moglie di Bob Geldof. Hutchens pensa ad una carriera solista, ma il 22 novembre del 1997 viene trovato morto impiccato in una camera di Hotel in Australia. In un primo momento si scatenano le voci incontrollate di un tragico gioco erotico, in seguito un'inchiesta medico legale, contestata da Yates, accerta che la morte del cantante è suicidio, cosa che non interrompe minimamente il gossip sulla vicenda.
La band, scossa dall'accaduto, sostituir�� per un tour celebrativo Hutchens con Terence Trent D'Arby (che fu amante di Paula Yates quando era ancora sposata con Bob Geldof), inaugurando il nuovo stadio Olimpico di Sydney, e nel 2000 alla chiusura dei Giochi Olimpici nella città australiana del 2000. La band continuerà in maniera discontinua anche a suonare dal vivo fino al 2012, ma senza mai arrivare alla qualità di questo disco. Ci sono da raccontare ancora due aneddoti: Hutchens era probabilmente molto simpatico, perchè era amico di tantissimi musicisti. Simon Le Bon dei Duran Duran, scrisse per lui prima della sua morte, Michael, You've Got A Lot To Answer For dall'album Medazzaland del 1997, canzone che Le Bon non è mai riuscita a cantare dal vivo per l'emozione. E Bono dedicò all'amicizia con Hutchens un brano molto famoso, Stuck In A Moment You Can't Get Out Of, da All That You Can't Leave Behind del 2000, che immagina un impossibile dialogo tra i due con Bono che cerca di convincere Hutchens a non farlo:
I never thought you were a fool
But darling, look at you
You gotta stand up straight, carry your own weight
These tears are going nowhere, baby
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molecoledigiorni · 11 months
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“Ho udito molti anni di parole, e molti anni dovrebbero portare un mutamento. La palla che lanciai giocando nel parco non è ancora scesa al suolo.”
- Dylan Thomas
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poesiablog60 · 7 months
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Buongiorno...
La nostra più grande debolezza sta nel rinunciare. Il modo più sicuro per riuscire è sempre provare ancora una volta.
Thomas Edison
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i-am-selenophile · 8 months
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mi sono divertita tantissimo a giocare a quest'evento, l'illustrazione è bellissima e questi nuovi personaggi li trovo molto simpatici, tra l'altro Nath e Roy sono amici e frequentano la stessa palestra.
Sicuramente giocherò a "NewGen" -sebbene non sia tradotto in italiano ma troverò comunque una soluzione-
Tra i nuovi flirt quello che attira maggiormente la mia attenzione è Thomas, sembra il più introverso e il suo sguardo è più malinconico rispetto agli altri, sarà interessante provare a scoprire qualcosa di più sulla sua personalità.
Devon è carismatico e affascinante, Roy sembra il più simpatico e sportivo, Amanda ha un portamento raffinato e sembra avere un bel caratterino.
Jason è comparso solo per qualche istante, possiamo considerarlo l'antagonista della storia ma a quanto pare anche lui è un possibile flirt, peccato non mi piaccia particolarmente da un punto di vista estetico.
Per concludere, è stato piacevole dialogare e trascorrere del tempo con Nath, ormai il mio caro "marito", nonostante nella storia originale non sia ancora arrivata al punto di sposarmi con lui, quest'evento è tipo un "flashforward" haha :')
Per rendere la cosa più veritiera avrebbero dovuto aggiungere l'anello nuziale allo sprite di Nath, secondo me.
Poi ho trovato molto tenera la scena in cui proprio quest'ultimo decide di preparare una cenetta solo per loro due, quant'è romantico il nostro Nick Flinch? ❤️
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I had a lot of fun playing this event, the illustration is beautiful and I find these new characters very nice, Nath and Roy are also friends and go to the same gym. I will definitely play "NewGen" - even if it is not translated into Italian but I will find a solution anyway-
Among the new flirts the one that attracts my attention the most is Thomas, he seems the most introverted and his look is more melancholy than the others, it will be interesting to try to discover something more about his personality. Devon is charismatic and charming, Roy seems the nicest and sportiest, Amanda has a refined posture and seems to have a nice temper.
Jason only appeared for a few moments, we can consider him as the antagonist of the story but apparently he is also a possible flirt, too bad I don't particularly like him regarding physical appearance. To conclude, it was pleasant to talk and spend time with Nath, now my dear "husband", even if in the original story I haven't gotten to the point of getting married to him yet, this event is like a "flashforward" haha ​​:') To make it more truthful they should have added the wedding ring to Nath's sprite, in my opinion. Then I found the scene in which the latter decides to prepare a dinner just for the two of them very tender. How romantic is our Nick Flinch? ❤️
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schizografia · 3 months
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Gli artisti sono i più ipocriti di tutti, addirittura più ipocriti dei politici, dunque gli artisti dell'arte sono ancora più ipocriti degli artisti dello Stato, così sento dire di nuovo da Reger. Infatti quest'arte si rivolge sempre all'Onnipotente e ai potenti, e volge le spalle al mondo, diceva spesso Reger, il che la rende infame. È un'arte miserabile e nient'altro, questa, mi sembra di sentire quel che Reger diceva ieri, e intanto lo osservo dalla Sala Sebastia-no. Perché i pittori dipingono dal momento che già c'è la natura? si chiedeva Reger ieri per l'ennesima volta. Eppure anche l'opera d'arte più straordinaria è solo un misero tentati-vo, completamente assurdo e vano, di imitare, o addirittura di scimmiottare la natura, diceva. Che cos'è il volto della madre di Rembrandt, da lui dipinto, di fronte al volto vero di mia madre? chiedeva ancora. Che cosa sono i campi lungo il Danubio che posso attraversare e insieme osservare, di fronte ai campi dipinti? dice-va. Non c'è niente per me di più rivoltante, diceva ieri, della raffigurazione pittorica del potere. Pittura di regime e nient'altro, diceva. Fissare, dice la gente, documentare, eppure in realtà, questo lo sappiamo, vengono fissate e documentate solo cose false e menzognere, solo le falsità e le menzogne vengono fissate e documentate, i posteri non avranno che falsità e menzogne appese alle pareti, ci sono soltanto falsità e menzogne nei libri che ci hanno lasciato i nostri cosiddetti grandi scrittori, solo falsità e menzogne nei quadri appesi a queste pareti. L'individuo che è appeso alla parete laggiù non sarà mai lo stesso individuo che il pittore ha ritratto, diceva ieri Reger. Lindividuo che è appeso alla parete non è colui che ha vissuto, dice-va. Naturalmente, diceva, lei mi dirà che si tratta del punto di vista dell'artista che ha dipinto il quadro, e questo è vero, quantunque sia un punto di vista contraffatto, ovvero, se non altro considerando i quadri di questo museo, il cattolico punto di vista di Stato dell'artista del momento, perché tutto quanto è qui appeso non è altro che arte cattolica di Stato, e quindi, non posso fare a meno di dirlo, arte volgare per quanto formidabile, soltanto volgarissima arte cattolica di Stato. I cosiddetti Antichi Maestri, soprattutto quando se ne vedono molti uno accanto all'altro, e cioè quando se ne vedono le opere una accanto all'al-tra, si rivelano dei fanatici della menzogna che si sono procacciati i favori dello Stato cattolico conformandosi al gusto dello Stato cattolico, e che a questo Stato cattolico si sono venduti, così Reger. Poiché la situazione è que-sta, abbiamo inevitabilmente a che fare con una storia dell'arte deprimente e cattolica da cima a fondo, con una storia della pittura deprimente e cattolica da cima a fondo, che è sempre andata a scovare i suoi temi in cielo e all'inferno, mai però sulla terra, diceva. I pittori non hanno dipinto ciò che sarebbe stato loro dovere dipinge-re, ma soltanto ciò che sono stati incaricati di dipingere, oppure ciò che poteva promuovere la loro notorietà o procurare loro del denaro, diceva.
Thomas Bernhard
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gaytamorfosi · 2 months
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Che effetto ti fa?
🇮🇹 ("What effect does this have on you?" Italian Version)
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Un senso di vertigine spaventoso non mi abbandona in questa afosa mattinata di agosto. Un piccolo assaggio di esperienza sovrannaturale, è durato una manciata di minuti ed è stato sufficiente. Da una cosa del genere non si torna indietro. Quella scena si ripete incessantemente davanti ai miei occhi, il mio stomaco si agita e mi sembra di essere in debito d'ossigeno, sul punto di svenire. Non è una sensazione passeggera, ma prolungata, che mi appanna la mente da ore mentre la stanza sembra girare lentamente su se stessa.
Ho conosciuto Dario grazie a un amico comune. Non potevo credere che una persona con fantasie così simili alle mie vivesse vicino a me. Per anni avevo considerato i miei kink come una cosa assolutamente privata e intima, non pensando che avrei mai trovato qualcuno con i miei stessi gusti che mi capisse a fondo. Quando vidi Dario, rimasi piacevolmente sorpreso: era davvero molto bello, decisamente fuori dalla mia portata. Prendendo coraggio, gli chiesi di uscire. Non penso che un orso calvo e sovrappeso come me abbia grandi possibilità con un ragazzo dal fisico perfetto come Dario, ma considerando che avevamo diverse cose in comune, ho pensato che fosse un'opportunità eccezionale e mi sono fatto avanti. Sono rimasto sorpreso quando ha detto sì; forse avevo una piccola possibilità con lui.
Ieri sera siamo usciti insieme e abbiamo passato una splendida serata. Il tempo è volato e in un attimo ci siamo trovati soli a casa mia. Era troppo bello per essere vero. Mi sono chiesto se avremmo fatto sesso, temendo di affrettare troppo le cose: non volevo bruciare questa occasione tanto preziosa; lui mi piace davvero molto.
"Alla fine non abbiamo parlato delle nostre fantasie", ha detto. "Cosa faresti se ti trovassi di fronte a una persona realmente capace di cambiare il proprio aspetto e diventare qualcun altro?" Non mi ero mai posto questa domanda. "È una fantasia eccitante, ma non ho idea di come reagirei nella realtà," risposi. A quel punto, Dario ha iniziato a spogliarsi. Io sono rimasto a qualche metro di distanza, sorpreso e impacciato. Rimasto solamente con un paio di calzoncini addosso, Dario si è lasciato cadere sulla poltrona e il suo corpo massiccio e virile ha iniziato ad asciugarsi e ringiovanire. In pochi secondi era diventato un ragazzo di circa vent'anni. Avevo sognato tante volte una scena di quel tipo, ma viverla era tutta un'altra cosa. Sono rimasto senza parole davanti a quella scena impossibile. "Non ti piace Thomas?" ha chiesto, leggendo la confusione nei miei occhi. "È un tiktoker inglese, tanto bello quanto inutile e arrogante."
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Quel Thomas non era proprio il mio tipo, ma non potevo negare che fosse un bel ragazzo. In ogni caso, dalla mia bocca non uscì che un balbettio impacciato senza significato, poi cadde il silenzio. Non avevo ancora metabolizzato la trasformazione quando l'aspetto di Dario cambiò di nuovo, questa volta replicando il mio, in tutto e per tutto. L'unica differenza era che Dario stava lì con indosso solo un pantaloncino e con le gambe aperte. "Che effetto ti fa?" chiese. Ancora una volta non sapevo cosa rispondere: era uno scenario che non avevo nemmeno mai immaginato. Un senso di agitazione mista a euforia mi pervase. Non mi ero mai trovato particolarmente attraente, ma l'atteggiamento che aveva Dario nel mio corpo rendeva la cosa eccitante, contro ogni possibile previsione. Prima ancora che la testa riuscisse a trovare un senso a tutto questo, il mio corpo ha iniziato a mandarmi segnali lampanti: vedere la mia copia così sicura di sé me lo faceva venire duro. Come uno specchio, Dario iniziò ad eccitarsi allo stesso modo, mentre sorrideva compiaciuto.
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Cosa mi eccitava? La trasformazione in sé? Il mio riflesso? L'idea che qualcuno potesse trovarmi attraente al punto di prendere le mie sembianze? So solo che quando Dario si alzò dalla poltrona e le sue labbra toccarono le mie, fu come se il mondo iniziasse a girare al contrario. Da quel momento nulla è stato più come prima; il mio cuore è rimasto in quella stanza e Dario, andandosene, ha portato con sé ogni possibilità di ragionare in modo lucido e coerente, lasciandomi in questo stato. Non avrei voluto più lasciarlo andare, ma ha promesso che tornerà: "Ho appena iniziato a sconvolgere il tuo mondo," ha detto prima di sparire varcando la soglia.
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inadeguata · 11 months
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Io non so cosa sarà di noi, magari un giorno ci rincontreremo per caso nel bar vicino casa e mi racconterai che hai dei figli, che adesso cucini tantissime cose e ti piace pure farlo, che hai trovato una persona che ti ha fatto tornare la voglia di fare le cose belle che ti fanno sentire vivo, che hai costruito la famiglia che desideravi, che sei diventato un bravo papà, che hai chiamato la tua bambina Marta e il tuo bimbo Thomas, che guadagni bene e ti senti realizzato. E io riuscirò ad essere sinceramente felice per te, perché non ti avrei mai potuto dare queste cose se non sacrificandomi. Io ti racconterò che non vivo più qui, che non ho figli perché non ho tempo, che le relazioni mi stanno ancora strette, che vedo qualcuno, ma forse ancora non ho ben capito cosa sia l'amore. E allora ci guarderemo indietro e penseremo che comunque abbiamo fatto un buon lavoro, ci diremo che a volte l'amore e la voglia di stare insieme davvero non basta e che però è stato un bel viaggio e che infondo non smetteremo mai di volerci bene e magari un giorno da vecchietti ..Chissà.
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Torna a casa | Thomas Raggi
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Pairing: Thomas Raggi x reader
Summary: Song that was promised to his one and only that he met on a lonely day in park in Italy.
Warning/s: smoking and heartbreak, possible grammar and spelling mistakes (English is my second language, I'm sorry)
Author's note: as promised, here is the one for our favorite boy
(E/C) - eye color
(H/C) - hair color
Cammino per la mia città ed il vento soffia forte
Mi son lasciato tutto indietro e il Sole all'orizzonte
Vedo le case, da lontano, hanno chiuso le porte
Ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse
Lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine
Coi morsi di mille serpenti, fermo per le spire
Non ha ascoltato quei bastardi e il loro maledire
Con uno sguardo mi ha convinto a prendere e partire
Che questo è un viaggio che nessuno prima d'ora ha fatto
Alice, le sue meraviglie e il Cappellaio Matto
Cammineremo per 'sta strada e non sarò mai stanco
Fino a che il tempo porterà sui tuoi capelli il bianco
Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
Restiamo un po' di tempo ancora, tanto non c'è fretta
Che c'ho una frase scritta in testa ma non l'ho mai detta
Perché la vita, senza te, non può essere perfetta
It was silly, truly. How the two of you met.
You were still not quite used to Italy considering the fact that you moved there after just a few months. You were supposed to move for quite a short time anyways. One of your parents got a new job there for a year. After that year was up you were supposed to move back to your home country. You were walking along the park not far away from your new collage. It was fine, you were supposed to graduate this year.
Thomas was peacefully sitting on one of the benches, in the said park, as he played beautiful music with his guitar. It was truly peaceful. For now. The moment his eyes landed on you he knew that you were about to burn his normal days down. He continued to play, but he really wasn't focusing as much on his hand as he was before he saw you. Thomas quietly watched as you continued to walk around. Your school bag was slang over your shoulders, a bag that seemed to heavy now. Your eyeliner was slightly smudged under your hypnotic (E/C) eyes, but that was last of your worries. Thomas watched as your (H/C) hair was flying, somehow perfectly, behind your back. Your lips were so red that the darkest blood should be jealous.
You finally looked to your right and sat down on a wooden bench a few meters away from where Thomas was sitting still mindlessly playing some notes on his guitar. You took the bag off of your shoulder and ran your hands through your hair before you let out a small, quiet sigh. You learned against the bench and finally let yourself enjoy the slight spring breeze. God knows you deserved it. Thomas finally forced himself to look away from you. He was aware that your eyes were closed, but he was still afraid that you would somehow catch him staring at you and that you would walk away. So, instead of staring, he leaned his head down and continued to play.
As he began to play again, you felt yourself open your eyes. You looked around trying to locate where the music was coming from and after a while you finally found the sorce of it. You felt like your eyes were glued to Thomas the second that you saw him. His golden hair was falling slightly in front of his face as he was still struggling to find the right tone that was set in his magnificent mind. His gorgeous eyes were barely able to be seen, but you caught a glimpse of them and felt your breath leave your lungs before you could do anything to stop it from happening. You watched as his hands gripped the guitar's neck so tightly that his knuckles turned purely white. You saw the way his eyebrows frowned on his face as he tried to keep focus. You continued to curiously watch him try to find the right melodies for a while before he let the guitar go. He got himself a cigarette and lit it up. You could see some frustration as he lit the cigarette up, closing his gorgeous eyes in the process.
"It's not going very well, is it?" You asked him, smiling at him curiously. He lifted his head up in surprise and you swore that your heat stopped beating when his eyes tored into yours.
"It really isn't." Thomas laughed, nervously. He didn't expect you to speak to him. He thought that you wouldn't even notice him. He saw that you were in your own little world as he watched you sit down on that bench. He figured that you are too tired from school, at least you looked like you were, so he decided not to bother you. Besides, he didn't feel like he had courage to do so anyway.
"It's a shame, really." You gave him another smile as your eyes continued to linger on his handsome face. "I can tell that you are brilliant with the guitar, I just know it." You continued to spit compliments at him and he would like if he didn't feel himself get hot in his cheek area.
"Thank you." He shyly thanked you. "I just can't find any inspiration, seems like."
"Well you know what?" You spoke up again. "I'm new here in Italy. How about you play my tourist guide for a day and maybe you get some inspiration."
That's how it all started.
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che ho paura di sparire
Thomas enjoyed what was happening very much so. He continued to show you around Rome and he got to practice his English with you, because that was practically the only way for him to speak with you. As the two of you started to wonder the magnificent streets, you got to know each other better. Thomas told you that he's in a band with a girl named Victoria, and two guys Damiano and Ethan. He was the bands guitarist and he is currently working on a new song. You found that very interesting and exciting. Thomas found out that you moved here because of your parent's new temporary job and you go to college here, too. That news saddened him.
You weren't going to stay here for more than a year. You both knew that you guys just met, but there was something between you two. You felt it in the depth of your souls. You just knew that whatever was going on between the two of you, was something special. Something that, sadly, not a lot of people have. After that day, Thomas and you continued to go on relaxing walks through the random streets of Rome. You both enjoyed the sun on your skin and the slight breeze in your hair.
Anyone who walked on the same streets as you did could notice just how much in love the two of you were. Holding hands felt so natural that neither of you remember when exactly did you start doing it. Whenever Thomas arrived first for your walks he would hold his hand out for you to take and you did. It truly felt natural. Two people holding hands, laughing and smoking in the middle of the streets.
After a month, Thomas introduced you to Damiano, Victoria and Ethan. It was safe to say that they became like your family once they learned how good you are to Thomas. But they both knew what was coming. You leaving in a few months was unavoidable, it seems like. But neither Thomas nor you wanted to think about it just yet. You both just wanted to enjoy the other before the time runs out. And before you had to leave Italy. Thomas just wanted to stop time, to live in this moment until the end of times, maybe even longer. He didn't want to even imagine what it would be like. To not wait for your college classes to be over so the two of you could stroll around the lonely streets of Rome. To not feel the softness of your hand, of your blood-red lips. To not see your breathing smile. To not hear your melodic voice speaking the funniest jokes he has ever heard in his whole world. He was willing to give you his heart. He didn't care what you would do with hit. He didn't care if you broke it to billions of pieces and stepped on it or if you would cherish it like it was made out of the most fragile glass ever known to mankind. His heart didn't belong to him anymore. It belonged to you. And he wouldn't have it any other way.
Yet he knew very well what was going to happen. He didn't care. Thomas knew that he would kill thousands if he had to, just so he could see you smile at him like you did since he met you. He had it bad. He knew that, but he also knew that nothing can prepare nor prevent the heartbreak that was coming for him.
E il cielo piano piano qua diventa trasparente
Il Sole illumina le debolezze della gente
Una lacrima salata bagna la mia guancia mentre
Lei con la mano mi accarezza in viso dolcemente
Col sangue sulle mani scalerò tutte le vette
Voglio arrivare dove l'occhio umano si interrompe
Per imparare a perdonare tutte le mie colpe
Perché anche gli angeli, a volte, han paura della morte
Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
Corriamo via da chi c'ha troppa sete di vendetta
Da questa Terra ferma perché ormai la sento stretta
Ieri ero quiete perché oggi sarò la tempesta
Unfortunately, Thomas wasn't a God. He didn't have power to stop time. Even if it was just to be with you. He was powerless at this moment and he hated it with burning passion.
As he watched you pack the last of your belongings in a suitcase he realized just how much he hated his luck, how much he hated this fate, how much he hated his life. He realized how much he hated himself for being so powerless at this moment as he wasn't able to do anything to stop this from happening.
"That's the last of it." You finally broke the everlasting silence that was practically choking the walls of your room.
Thomas kept quiet and you finally looked at him. You saw glistening water sparkling in his eyes that met yours. It took you just about five seconds before you broke down in each other's embrace. You felt his arms gripping onto you like you are going to dissappear from his arms, but in reality, Thomas was afraid that if he let's you go he is going to dissappear out of sorrow. You buried your face in the neck of his shirt as you realized that your tears were leaving the wet stain on it. Not that you cared about that fact. You only cared about the fact that you were going to leave his comforting and warm embrace and that you were also powerless to stop it from happening. After the two of you calmed down a bit, or at least as much as your mutual heartbreak let you, Thomas spoke up first.
"I don't want you to leave." He told you for the billionth time today and you felt yourself break all over again from the pain in his voice.
"I don't want to leave either." You continued to endlessly sob. "But I have no choice and it's killing me."
Suddenly, Thomas gently grabbed your face. He was treating you like the most fragile glass, like the wind that he can't get the hold of, like the sweetest coincidence that was slowly destroying him inside out.
"I finished my song." Thomas tried to give you a smile. But it turned into a sad grimace. Not that you blamed him in any way. "The melody and everything. It's finally finished."
"It is?" You gave him a watery laugh through your sobs as you wiped his face clean from his own tears.
"Yes. I did." He confirmed to you. "I wrote it about you."
"You what?" You were shocked to say the least. He wrote a song. About you.
"You are my muse, amore. You are my only inspiration."
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più
Prima di te ero solo un pazzo, ora lascia che ti racconti
Avevo una giacca sgualcita e portavo tagli sui polsi
Oggi mi sento benedetto e non trovo niente da aggiungere
Questa città si affaccerà quando ci vedrà giungere
Ero in bilico tra l'essere vittima, essere giudice
Era un brivido che porta la luce dentro le tenebre
E ti libera da queste catene splendenti, lucide
Ed il dubbio o no, se fossero morti oppure rinascite
The weather was cloudy. It was dark and everything smelled like it was going to rain at every moment. Thomas felt like that was mocking him. Truly. He shifted his eyes away from the sky back to your eyes. They were prettier, anyways.
"So this is it I guess. Isn't it?" He felt himself say it without even realizing it. He watches your eyes fill with tears, mirroring his own, and he watched your lips trying to give him a smile.
"I'm afraid that it is, Tom." You said and he felt like someone just killed his entire world. But nobody did. You were standing in front of him, thankfully safe. "I swear to God Tom, I will kick your ass if you don't send me the recording of the song you wrote." He found himself laughing with you like a mad person in front of the airport even though he felt like he wanted to scream, cry and tear everything apart.
"I will, amore mio. I will. I promise." Your flight was once again announced and you knew that you had to go. Without another word you kissed him passionately. You leaned your foreheads against each other and stood like that for a few moments, your eyes still closed.
"Ti amo, Thomas."
"Ti amo, l (Y/N)."
And with that you tured around and left to catch your plane, your suitcase stumbling behind you. Thomas kept standing in the same spot until your plane left his eyesight. Once you were truly gone, far up in the sky he turned around to leave the airport. As he walked away he felt himself whispering "Marlena, torna a casa".
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più sparire
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abr · 1 year
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Il wokismo – scrive Renée Fregosi (*) – è un’ideologia totalitaria: si appropria di tutti i campi dell’attività umana e distorce la realtà in vari modi. (...) Il corpo occupa un posto centrale: è il primo punto di partenza della logica di vittimizzazione sistematica che è il motore del wokismo. Il colore della pelle è messo in rilievo per denunciare ciò che i wokisti definiscono la “razzializzazione” dei non-bianchi, ossia le discriminazioni, oppressioni e violenze esercitate ai loro danni “in maniera sistemica” da quelli che a loro detta beneficiano del “privilegio bianco”. La differenza di sesso (...) è messa in discussione a beneficio del “genere” che distingue il maschile dal femminile principalmente attraverso l’apparenza (...), vestimentaria in particolare. Il velamento del corpo delle donne, benché patriarcale, viene rivendicato contro una presunta “islamofobia” (...). L’ossessione wokista trasforma (anche) il corpo degli sportivi in uno dei suoi terreni di gioco privilegiati. (...) Il delirio woke raggiunge nello sport il suo punto più alto, mandando nel panico le federazioni sportive che reagiscono in maniera disordinata. Lo scorso marzo, la Federazione internazionale di atletica leggera (World Athletics) ha deciso di escludere dalle prove femminili le donne transgender che “hanno attraversato la pubertà maschile”, ritenendo “insufficienti le prove che le donne trans non abbiano vantaggi sulle donne biologiche”. Indignata, l’atleta francese nata uomo Halba Diouf ha immediatamente denunciato questa decisione sul quotidiano sportivo L’Équipe. Quanto ai (sedicenti, ndr) atleti intersessuali (ermafroditi o di sesso indeterminato alla nascita), come la sudafricana Caster Semenya, devono d’ora in avanti mantenere il loro tasso di testosterone sotto la soglia di 2,5 nmol/L per ventiquattro mesi per poter concorrere nella categoria femminile (...), fatto che essi giudicano come una misura “discriminatoria”. (...) La Federazione internazionale di nuoto ha annunciato nel giugno del 2022 che voleva creare una categoria per le nuotatrici transgender divenute donne post pubertà (come l’americana Lia Thomas), al fine di riservare le categorie femminili alle donne di nascita e eventualmente alle transgender divenute donne prima della pubertà. Nel calcio, i regolamenti cambiano a seconda dei paesi.  Anche nel ciclismo le posizioni sono varie e cambiano in tutti i sensi. I britannici, per esempio, dichiarano che l’atleta transgender Emily Bridges non era “ancora” autorizzata a concorrere in un campionato nazionale. La questione agita tutto il mondo sportivo, e in particolare gli sport di combattimento.  (Traduzione di Mauro Zanon) (*) Filosofa e politologa francese, Renée Fregosi, con un passato da militante del Mouvement de libération des femmes (Mlf) e Partito socialista, ha scritto “Les Nouveaux autoritaires. Justiciers, censeurs et autocrates” (Éditions du Moment).
via https://www.ilfoglio.it/il-foglio-internazionale/2023/09/11/news/l-ossessione-woke-trova-nello-sport-uno-dei-suoi-terreni-di-gioco-privilegiati-5664212/
IL DELIRIO. E noi siamo costretti a perderci del tempo.
Ah, sempre a proposito di sport, che dire poi quella francese (giornalaia o ministro? Boh) che ha definito la HAKA neozelandese in corso di Mondiali di rugby, "atteggiamento maschlista e violento". Manco più le popolazioni indigene sfuggono al melting pot omogeneizzante del siamo quello che desideriamo essere (non nel senso motivazionale, in quello "fisico" proprio).
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canesenzafissadimora · 7 months
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Ho detto alla mia anima di stare ferma, e di stare ad aspettare senza sperare.
Perché sperare sarebbe sperare la cosa sbagliata;
Di stare ad aspettare senza amore.
Perché l’amore sarebbe amore per la cosa sbagliata;
Ma resta ancora la fede.
Ma fede e amore e speranza sono tutte nell’attesa.
Aspetta senza pensare, perché non sei pronto per pensare.
E allora l’oscurità sarà luce, e l’immobilità danza.
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Thomas Stearns Eliot
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alonewolfr · 2 days
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La nostra più grande debolezza sta nella rinuncia. Il modo più sicuro per avere successo è sempre quello di provarci ancora una volta.
|| Thomas A. Edison
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diceriadelluntore · 2 months
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Storia Di Musica #333 - Elvis Costello & The Attractions, Get Happy!!, 1980
Quando, in una sera del 1976, gli venne l’idea di presentarsi con un nome d’arte omaggio alla sua nonna, pensava forse che sebbene volenteroso, il suo vero, Declan Patrick Aloysious McManus, sarebbe stato preso per uno scherzo. Quella sera si presenta come D.P. Costello, che cambierà nel definito Elvis Costello, come omaggio al Re del Rock’n’Roll. Occhialoni alla Buddy Holly, look che esibiva orgogliosamente il suo essere fuori moda, a metà degli anni ’70 Costello è un giovane arrabbiato che ha le carte in regole per dire la sua, in modo interessante, oltre il nichilismo furbetto del punk. Quando Nick Lowe, suo amico e collaboratore, gli trova un ingaggio per la Stiff Records, lui non essendo in totale fiducia decise di non abbandonare il proprio posto da operaio nella ditta di cosmetici Elizabeth Arden (a cui dedicherà una stupenda canzone, I’m Not Angry). In effetti non erano tempi da cantautori, ma bastano i primi guizzi di My Aim Is True (1977) per sgombrare il campo: l’offensiva antifascista di Less Than Zero unite a doti melodiche di alto livello (la mitica Alison, suo pezzo culto) presentano al pubblico un nuovo modo di raccontare musicalmente i tempi. La seconda prova è ancora meglio: This Year’s Model (1978) lo vede insieme ai The Attractions, il gruppo di Stevie Nieve (alle tastiere) e Bruce Thomas (basso) e Pete Thomas (batteria, i due non erano parenti), e in un disco multiforme, dai testi lunghissimi, sciorina la sua bravura in canzoni stupende come I Dont’ Want To Go To Chelsea, Pump It Up (altro inno di quegli anni), Little Triggers e Night Rally. È richiestissimo e parte per Tour in Europa e Stati Uniti. Nelle pause delle date, scrive sull’onda dell’entusiasmo altre canzoni, che compongono il terzo disco in tre anni, Armed Forces (1979): segnato dallo stress e dai primi, evidenti eccessi di vita, è un disco ansiogeno e un po’ frettoloso, che alle belle e ormai garantite belle canzoni aggiunge riempitivi. Sarebbe tutto normale, ma le cose stanno prendendo una brutta piega: le dipendenze da alcool e droga lo rendono nervoso e aggressivo e durante il tour americano, a Columbus, in Ohio, si incontrò con Stephen Stills nel bar dell’Holyday Inn. Qui in preda a deliri alcolici sbiascica pesantissimi insulti razzisti a James Brown e Ray Charles, litiga fino alle mani con la cantante Bonnie Bramlett (che era diventata famosa nel duo con il marito Delaney & Bonnie) e vede in un attimo disintegrarsi la sua reputazione negli Stati Uniti. Ci furono ulteriori polemiche poiché la vicenda fu quasi semi oscurata dai giornali britannici. Le successive scuse in una goffa conferenza stampa non servirono a nulla. Torna in patria e nel 1979 produce il primo, storico, album degli Specials, fa l’attore in Americathon (semisconosciuto film di Neil Israel, dove Costello si esibisce cantando Crawling In the USA). Durante la produzione del disco degli Specials, scrive e suona da solo tutti gli strumenti per del nuovo materiale nei piccoli studi di registrazione Archipelago (scritto così) di Pimlico, nei sobborghi londinesi. Costello ha la necessità di dare un taglio al suono precedente e per il nuovo si ispira alla musica afroamericana degli anni ’60, allo ska, e ha tantissime cose da dire.
Get Happy!! (che esce nel 1980) prende il titolo dalla canzone omonima composta da Harold Arlen, con i testi scritti da Ted Koehler, negli anni ’30 del ‘900, che riprendeva un testo di tipo evangelico. Fu portata al successo da Judy Garland e negli anni è divenuto uno standard per centinaia di artisti. Registrato tra Londra e i Paesi Bassi, a Hilversum, prodotto da Nick Lowe e Roger Béchirian, è un disco-mondo dove Costello mette 20 brani, molti dei quali brevissimi, meno di 2 minuti. È una prova di amore per quella musica, e anche di liberazione in un certo senso (nonostante anche durante le sessioni perdureranno i problemi con alcool e droghe). Ci sono due cover: I Can't Stand Up For Falling Down di Sam & Dave e I Stand Accused dei Merseybeats come omaggio al mai abbandonato amore per il suono di Liverpool. Per il resto, l’enormità (per l’epoca dove esistevano solo i vinili) dei 18 pezzi rimanenti passano dagli omaggi fin troppo sfacciati (Temptation è in pratica la Time Is Tight di Booker T & The MG’s con un testo diverso),a canzoni stupende come Love Me Tender (che apriva il disco), Possession, King Horse fino ai capolavori come New Amsterdam elegia sulla selvaggia New York, High Fidelity, doloroso e drammatico affresco sulle delusioni dell’amore e Riot Act, canzone scritta sui fatti di Columbus. L’omaggio alla musica r’n’b è evidente nella copertina: dalla grafica e dai colori cari alla Stax di Memphis, vedeva tre foto identiche di Costello sfalsate in colori acidi, e aveva una particolarità: l’effetto vissuto del cerchio bianco proprio al centro, a imitare il consumo dell’uso eccessivo. Tra l’altro le prime edizioni avevano la scaletta scritta al contrario, con Riot Act primo brano e Love Me Tender ultima, e valgono di più nel mercato dei collezionisti.
Il disco all’epoca fu accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico: numero 2 in Gran Bretagna e un sorprendente numero 11 negli Stati Uniti. Negli anni il disco ha guadagnato ancora più favori, sottolineando la scelta niente affatto facile di Costello di distaccarsi sempre con intelligenza dai generi imperanti per la ricerca di una via personale alla sua necessità di musica. Scriverà un altro disco capolavoro, Imperial Bedroom (1982) che è una grande prova di pop d’autore, che aprirà le porte ad una nuova trasformazione verso un colto, raffinato, ma un po’ meno eccitante, modello di voce-pianoforte che diventerà il modulo classico della maturità costelliana. Ne ha fatta di strada in decenni quel tipo con gli occhialoni che prese in prestito dalla nonna il suo nome d’arte per la celebrità.
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ma-come-mai · 3 months
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ATTUALITÀ
Omicidio di Thomas a Pescara: i figli del nulla che vogliono tutto, e quando non basta... Ecco perché aveva ragione Pasolini
28 giugno 2024
Chi sono i (presunti) assassini di Thomas Luciani, il ragazzino colpito da una scarica di coltellate e lasciato morire per un presunto debito di droga di pochi euro? Sono i figli della borghesia, della “Pescara bene”, se questa ancora esiste, ma sono anche i figli del nulla. Quelli che vogliono. Non sanno cosa vogliono, ma vogliono tutto. E quando l’esibire le sneakers, il cellulare, le magliette e le immagini non basta, la risposta è solo una: la violenza. Aveva ragione Pier Paolo Pasolini nei suoi “Scritti corsari”: si regredisce, e…
di Ottavio Cappellani
“Facevano parte della ‘Pescara bene’”, scrivono a proposito dei due sedicenni accusati dell’omicidio di Christopher Thomas Luciani, detto Crox, diciassette anni, albanese, i cui genitori lo avevano affidato alla nonna. “Nessun disagio sociale”, scrivono. I presunti assassini (si scrive così) sono figli di un sottufficiale dei carabinieri e di un avvocato che però insegna. Una lettura da paniere Istat. Quasi che si trattasse dell’omicidio del Circeo: due di destra che uccidono un povero per una questione di rispetto. 25 coltellate contro 250 euro. Ogni dieci euro si ha diritto a infliggere una coltellata, perché io sono il padrone e tu lo schiavo. Li frequento, questi giovani. Li conosco. Ci parlo. È il mio dannato mestiere (“dannato” non è un americanismo: scrivere, studiare, cercare di vedere anziché guardare, è una dannazione, nessuna vanità o compiacimento da intellettuali da queste parti). Con gli scrittori si confidano. Lo fanno in molti. Sperano tutti di finire in una pagina di un libro, un giorno o l’altro, con il nome cambiato, certo, ma con la loro storia ben riconoscibile, in modo da confidare a qualcuno: quello sono io. Io. Io. Io…
L’identità collettiva del consumismo, che all’apparenza dell’apparire si vende come capace di distinguere un io da un altro, cancella di fatto ogni distinzione. Non è più la qualità di un bene a fare la differenza, ma la quantità di danaro che esso vale in un mercato rivolto all’immagine, che oggi non dà più nessuna identità. Sia chiaro, un’identità costruita “per immagini” non è una vera identità; l’identità della classe operaia, con le sue tute da metalmeccanico, la tovaglia cerata, la serena stanchezza della giornata di lavoro; l’identità della borghesia, una volta gli elettrodomestici, l’enciclopedia, il completo dei grandi magazzini (Rinascente, Upim, Standa), oggi la domotica, i device, i brand. Erano e sono identità appiccicaticce, ma che svolgevano e hanno svolto, fino a ieri, il loro sporco lavoro: appartenere a una classe sociale, formare un’identità che nell’epoca del nichilismo non sa dove aggrapparsi.
Ricordo il pezzo di Pier Paolo Pasolini sui capelloni (in “Scritti Corsari”): sta apparendo un nuovo tipo di uomo, lo manifestiamo senza linguaggio, solo con il nostro manifestarci, solo con la nostra immagine, solo con i capelli lunghi. Niente parole. Pasolini procedeva poi, con una lungimiranza profetica, alla critica di questa nuova (per l’epoca) ribellione, contro la generazione dei genitori: i capelloni, non avendo un dialogo con la generazione precedente, non potevano ‘superarla’. Al contrario si trattava di una regressione. Li invitava al dialogo, Pasolini. Parlatene, parlateci. I capelli lunghi, essendo un ‘segno’ senza parole, potevano essere di Sinistra come di Destra (tra gli autori del massacro del Circeo, 1975, uno era capellone).
Parlano invece. Si aprono. Certo, non con i genitori che disprezzano. Parlano con gli amici. Anche solo con i ‘segni’: ‘mostrano’ (da ‘mostro’) il brand di una sneaker, il numero dei follower, un coltello da sub – segni distintivi senza parole. Ed è come parcheggiare lo yacht a Montecarlo: non è mai abbastanza. Non ci sono soldi che bastano. Non esistono più le “Pescara” o le “Milano” o le “Voghera” “bene”. Esiste un mondo dove ci sono gli ultraricchi – italiani, americani, indiani, asiatici, russi – e poi ci sono gli altri. Che non sanno cosa dire. Esseri desideranti. Ultradesideranti. C’era un termine un tempo, e in tanti ne conoscevano il significato, era quasi di uso comune. Significava una bramosia senza oggetto il cui fine non era il possedere qualcosa, ma il possesso in sé, il possesso senza oggetto, il potere (astratto) in luogo della possibilità (concreta). Si chiamava “volontà di potenza” ed era una forma di isteria dell’identità. Oggi se ne parla sempre meno, significherebbe mettere in discussione il modello stesso entro il quale il mondo vive. La ‘volontà di potenza’ viene relegata all’epoca nazifascista, come se fosse il motore di una ideologia autoritaria e bestiale. Ma noi siamo dentro un modello di mondo ideologico e autoritario: quello del denaro, che non solo uccide – anche fisicamente – chi non ne possiede, ma al quale è affidato la creazione dell’identità. E il denaro non parla.
Loro parlano come possono a chi sa ascoltarli, anche se non è un bel sentire. Sì, è una dannazione. Non esiste – e forse non è mai esistita – una società “bene”, se non nelle speranze, nelle pie illusioni. La società è un fagocitarsi a vicenda. Pasolini ci credeva, nel modello identitario passatista: piccoli mondi antichi in cui l’identità era data dal luogo in cui si nasceva e in cui si restava, dai codici di un paese, da una fatalità della classe, di piccoli sogni realizzabili. Ma la ruralità reca con sé una bestialità violenta (di cui, è bene dirlo, Pasolini era vorace). Oggi questi mondi piccoli e violentissimi non esistono più se non nella facciata. Dietro scorre un serpente gigante che chiamiamo rete. La creazione di un’identità attraverso le immagini e le parole è impossibile. I social ci sommergono di modelli, di aspirazioni, di ‘cose’, di ragionamenti, di complotti, di interpretazioni, di lusso, di esibizionismo, di piccole e grandi follie, di tanti punti di vista quanti sono gli account. E così, parlando con loro, parlando con i giovani, parlando con questo “nuovo umano” (non è nuovo, è come sempre è stato, ma adesso lo ‘vediamo’ meglio) ci dicono che “vogliono”. Cosa vogliono? Vogliono e basta. Volontà di potenza: andiamo a comandare.
L’assenza di parole e l’eccesso di parole sono la stessa, identica cosa. La sovra informazione, l’ultra informazione del mondo contemporaneo diventa un rumore bianco. Come diceva Pasolini: si regredisce. L’espressione della propria identità diventa un suono. Non si parla, si emettono suoni. Si mostrano ‘cose’ come code di pavoni. Si torna allo stato di natura. Sopravvive il più forte. Quando l’esibizione di una sneaker, di una maglietta, di un device, di un’auto, di una opinione, non valgono più nulla nel mare magnum delle altre sneaker, delle altre magliette, degli altri device, delle altre auto, delle altre opinioni, resta solo una cosa a dare Potere: la violenza. Voglio il rispetto. Io sono io. Io. Io. Io… I commentatori restano rimminchioniti di fronte a questi episodi di violenza estrema. Tutti a sottolineare che “non c’era disagio sociale”. No? La “Pescara bene” sarebbe quella di una povera (in senso compassionevole) famiglia di impiegati statali? Sì, ragionando secondo i canoni del paniere Istat gli impiegati statali se la passerebbero bene. Se fossimo nel piccolo paese antico senza device, dove già la televisione era una fonte di disturbo e squilibro e liberava sogni deliranti di successo e famosità e volontà di potenza. Ma siamo nell’epoca dei social, dove non c’è ‘bene’ che basti.
Io ci parlo e capisco che vogliono. Non sanno cosa vogliono, ma lo vogliono. A volte, quando le birre diventano troppe, si picchiano tra i tavolini dei bar. I soldi della famiglia ‘bene’ se ne sono andati da un pezzo, nei cristalli di crack, nel fumo, nelle pere, nell’alcol che dà speranze brevi e vane e che alla fine ottunde, nei discorsi che alimentano speranze immancabilmente deluse. Se ne vanno in smartphone, nella droga offerta alle ragazzine sempre più disponibili per una sniffatina, così ci si apre un Of o si inizia a spacciare. Tutti possono fare qualunque cosa. Lo insegnano gli influencer. I social riprendono la televisione che riprende i social. I modelli non mancano. Si esibiscono ricchezze, nudità, e si esibisce anche la malavita. Studiano guardando Gomorra e Peaky Blinders. Funzionano perché vanno a toccare quelle corde lì, le corde della volontà di potenza.
Loro ‘vogliono’. E lo vogliono subito. Come gli influencer, come quelli di Of, come quelli delle serie. Denaro e sesso e violenza (volontà di potenza). Sangue, sesso e denaro: i tre punti cardine di ogni narrazione. E di ogni giornalismo a dire la verità. E vendetta: contro i genitori che non sono mai ricchi abbastanza, contro chi ha più follower, contro chi manca di rispetto. Risucchiati dagli schermi senza alcuna capacità di filtrare le immagini. Bambini che si muovono in un mondo che non sanno più interpretare se non attraverso denaro, sesso e violenza (volontà di potenza): i tre punti cardine per vendere qualcosa. Per vendere qualcosa che si spaccia per identità e che invece è lontanissima dall’esserlo. Loro parlano. Dicono di volere. Non sanno cosa vogliono ma lo vogliono. Non pensano. Appartengono a un gruppo. Vogliono primeggiare nel loro gruppo. Hanno l’identità dona loro il gruppo. Senza gruppo niente identità. A volte scatta la violenza. Non è vero che non li capite. Li capite benissimo anche se fingete sorpresa. Sapete benissimo che loro vogliono senza sapere cosa vogliono. E lo sapete perché voi siete uguali a loro. Non avete un io e disperatamente lo volete. Siete umani. E siete disperati.
P.s. Sono al contempo d’accordo e in totale disaccordo con Francesco Merlo, che oggi, a proposito di questo delitto scrive: “A Pescara è colpevole la solita gioventù bruciata e, in una gara di pensosità e di profondità, c'è chi accusa la scuola e chi biasima i telefoni cellulari, e ovviamente i genitori non sanno educare, e poi ci sono le responsabilità della musica, delle serie tv, il vuoto dei modelli che non sarebbero più quelli di una volta, la società tutta. Mi creda, il sociologismo è una malattia ideologica infettiva”. Sì, concordo, ma Merlo, per così dire, taglia il nodo di Gordio e si macchia di ignavia. Bisogna sciogliere il ragionamento per consentirsi l’ignavia senza sensi di colpa. Il mondo è questo e lo è da sempre. Ragionarci su vuol dire soltanto cercare di metterci una pezza. Che è meglio di fottersene, come suggerisce il caro Francesco. Fottersene responsabilmente è una forma di ignavia più chic. Fottersene come Francesco è solo pigro snobismo.
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smokingago · 15 days
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Dalla malinconia dell’età
s’infiamma di nuovo la forza irrazionale
della passione, fino ad estinguersi
a poco a poco nella rassegnazione.
Tuttavia, persino nella descrizione
del progressivo ammutolisti
della sua persona, percepiamo ancora
lo splendore dello spirito.
Friedgard Thoma
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dhr-ao3 · 3 months
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Secrets and Masks || Traduzione in Italiano
Secrets and Masks || Traduzione in Italiano https://ift.tt/2NKMuOD by venuskinsei "9 anni dopo la battaglia di Hogwarts, la guerra infuria ancora e tutti sono molto cambiati rispetto ai giorni ad Hogwarts. Hermione è il soldato più letale dell'Ordine, trascorre le sue giornate in missioni di salvataggio per liberare gli schiavi nati babbani catturati e per combattere in prima linea. Per anni si è incontrata in segreto con una spia tra le file di Voldemort per scambiare informazioni. Ma quando viene catturata e fatta prigioniera a Malfoy Manor, tra tutti i modi oscuri e malvagi con cui aveva immaginato che Malfoy l'avrebbe torturata, non avrebbe mai immaginato nulla di così orribile." Words: 44527, Chapters: 10/10, Language: Italiano Fandoms: Harry Potter - J. K. Rowling Rating: Explicit Warnings: Graphic Depictions Of Violence, Major Character Death, Rape/Non-Con Characters: Hermione Granger, Draco Malfoy, Theodore Nott, Blaise Zabini, Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Harry Potter, Tom Riddle | Voldemort, Ron Weasley, Ginny Weasley, Kingsley Shacklebolt, Cormac McLaggen, Rubeus Hagrid, Dean Thomas, Pansy Parkinson, Luna Lovegood, Rodolphus Lestrange, Bellatrix Black Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Black Malfoy Relationships: Hermione Granger/Draco Malfoy, Harry Potter/Ginny Weasley Additional Tags: Violence, War, Mental Health Issues, Suicide, Substance Abuse, Alcohol Abuse/Alcoholism, Post-Traumatic Stress Disorder - PTSD, Smut, Blood, Death, Torture, Manipulation, Psychological Trauma, Rough Sex, Violent Sex, Legilimency (Harry Potter), Occlumency (Harry Potter), Potions, Character Death, Rape/Non-con Elements, Slavery, Blood and Violence via AO3 works tagged 'Hermione Granger/Draco Malfoy' https://ift.tt/H8PGazl June 18, 2024 at 09:47PM
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