#tanto non leggete più
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poesiauncazzo · 1 year ago
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«Noi siamo i morti» disse Winston. «Noi siamo i morti» gli fece docilmente eco Julia. «Voi siete i morti» disse una voce metallica alle loro spalle. Si staccarono l'uno dall'altra con un balzo. Winston si sentì agghiacciare le viscere. Poteva vedere il bianco attorno alle iridi di Julia, il cui volto si era fatto di un giallo latteo, mentre le macchie di belletto, ancora visibili su entrambi gli zigomi, risaltavano violentemente, quasi come se non fossero attaccate alla pelle.
Voi siete i morti noi siamo i morti morti come quasi tutti i miti della mia giovinezza come la compassione come la mia pazienza o la generale decenza come lentamente muoiono i pesci del mare e le economie costiere i ghiacciai i boschi di conifere come branche intere di ingegneria analogica e mestieri, artigiani, tecnica la tecnologia degli avi è l'enigma della progenie come i vivi di oggi saranno fantasmi di domani ma non sono gli orologi a dare la misura del tempo bensì i morti, dicevano i greci o forse era il grande Altan ma non importa pure l'importanza è morta sono morte le informazioni come questa colonna sbilenca di parole che elenca elenchi di morte ch'è già morta anch'essa così come muoiono assassinate la bellezza le mie cellule la commozione e tante altre cose come questo account niente perdura forse, un giorno sarà morta persino la scrittura o forse ci sopravvivrà così che chi verrà dopo possa studiarci dopo che ci saremo tolti dai coglioni e credere che eravamo essere profondi invece dell'oscenità che in vero siamo uno scherzo della natura durato troppo e venuto male noi e la nostra paradossale essenza che ci rende duri anche nella tenerezza ci rende cupi anche nelle acque chiare che più perseguiamo il giusto e più ci fa sbagliare e ci porta sempre al punto in cui o incontriamo la malattia mentale oppure riaffiora in superficie, puntuale la nostra atavica violenza che sia esplicita o sottile che sia di sangue o di pensiero e che ci fa tutti brutti bruti brutali un rigurgito di tenebra noi che siamo i morti anche mentre esistiamo.
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susieporta · 8 days ago
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NATALE TRISTE? LEGGETE HANNAH ARENDT E CAMBIERETE IDEA …
di Filippo La Porta
Cosa augurarsi a Natale? E perdipiù se si tratta di un Natale mogio, triste, desolato?
In questi casi occorre rivolgersi alle donne, al pensiero femminile, che anche nella sventura non si arrende mai del tutto alla disperazione, non cede al nichilismo di maniera oggi dominante. In questi giorni ho letto alcune straordinarie pagine di Hannah Arendt dedicate al tema della “natalità” (curiosamente poco valorizzate anche nella lettura di importanti studiose della Arendt: forse portano verso un argomento sdrucciolevole come quello della maternità), che mi sembrano particolarmente adatte all’attuale ricorrenza. “Natalità” è una delle nozioni centrali nel suo pensiero, accanto a “agire di concerto”, “pluralità” e “banalità del male” (attraversa l’intera sua opera ma viene tematizzata soprattutto all’inizio di Vita activa. La condizione umana, del 1958)
Per lei nella tradizione culturale occidentale si è sempre messo l’accento sull’essere umano come un “mortale” (per i greci “mortale” era sinonimo di “umano”) e non come un “natale”, preferendo aggettivarci luttuosamente, «mai nobilitando il nostro inizio». Un pensiero semplice e geniale, che ribalta una intera tradizione. Anche perciò la Arendt è sempre stata guardata con diffidenza dai filosofi “professionali”: va bene che le sue nozioni non sempre sono enunciate in modo rigoroso, ma sempre ci colpiscono per la loro abbagliante verità.
Dunque, l’essere umano è colui che “comincia” – sua prerogativa esclusiva nel regno dei viventi – , che nasce e perciò fa nascere (questa sequenza logica non è totalmente evidente e la Arendt non la argomenta abbastanza), in ciò emancipandosi dalla ripetitività della materia. Questo ci riporta alla concezione della politica di Hannah Arendt. In essa gli uomini si affermano – orizzontalmente – come soggetti liberi, che si uniscono per condividere un mondo comune e soprattutto per creare – non più in balia della necessità – qualcosa di nuovo e di imprevedibile, e che certo sempre comporta dei rischi (tanto che sembra che l’umanità contemporanea si allontani da ogni “mondo comune”, percepito come conflittuale, per isolarsi nel privato e nelle simulazioni del mondo). Si tratta di una accezione non convenzionale della politica, la quale non si occupa di istituzioni né aspira anzitutto a prendere il potere, ma è agire di concerto (sia singolarmente che pluralmente) per un nuovo inizio, per mettere in atto un processo, sapendo beninteso che poi questo processo sfuggirà in parte al mio controllo. Non tanto cambiare il mondo quanto cominciare qualcosa. In ciò la politica, nella terminologia arendtiana la dimensione dell"agire”, diversa a quella del “lavorare” e del “fare” – si svela come mero prolungamento di un’attitudine che tutti abbiamo dalla nascita (ed è legata alla nostra stessa nascita come nuovo inizio, come pure osservava un’altra grande pensatrice del secolo scorso, Maria Zambrano, per la quale la luce aurorale, diversa dalla luce a mezzogiorno che fissa le cose pietrificandole, è appunto sorgiva): attitudine – radicata nel mistero della natalità stessa – a cominciare qualcosa, a emanciparsi dalla ripetitività della natura, a non appiattirsi sull’esistente Si dischiude qui uno spazio di libertà, di libero agire, dato che l’essere umano non è un prodotto né è interamente condizionato dalla materia, dai suoi bisogni di sopravvivenza, ma si definisce attraverso quell’essere insieme ( e nuovo cominciamento) che è scopo della politica.
Sì, la politica fa nascere qualcosa: nella polis si nasce e si inizia, la nascita stessa è la base della cittadinanza.
La natalità diventa per lei la chiave di lettura del nostro esserci, del nostro essere nel mondo – così come per il grande e vacuo retore Heidegger che fu suo maestro era invece l’essere-per-la morte: natalità come possibilità di un nuovo inizio, come amore per il mondo e per i nostri simili (che a lei proviene dalla lettura di sant’Agostino: la caritas è legata al mondo come pluralità), come fedeltà alla realtà delle cose nel loro continuo accadere, e infine come «gratitudine per il fatto stesso di essere nati». Adoro Céline, ma va quantomeno bilanciato con la Arendt. E “Amor mundi” si sarebbe dovuto intitolare il suo libro più celebre, Vita activa: amore per il mondo, amore per la varietà infinita delle sue apparenze, per il «puro valore spettacolare delle sue vedute, dei suoni, degli odori, qualcosa di pressoché dimenticato negli scritti dei pensatori e dei filosofi» (La vita della mente).Già, pensate solo al mainstream della cultura novecentesca, e al suo disprezzo gnostico per il mondo.
Potreste anche non essere d’accordo con la Arendt, e giudicarla una inguaribile ottimista. Ma vi voglio vedere ad augurare a qualcuno: “Buon Mortale”!
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thebutterfly0 · 1 year ago
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Oggi ad un collega è nata la seconda bimba. Ho avuto un pò d'invidia, non per la nascita della bambina in sé, ma perché quella coppia ha avuto diciamo un obiettivo nella loro vita. Hanno creato ciò che volevano. Poi guardo me e di obiettivi non ne ho, sono infelice, non ho ancora capito cosa voglio, non mi sento per niente adulta anche se lo sono da un pezzo. Vivo alla giornata, prendo quello che viene. Non ho nessun impegno, tipo uscire a mangiare con gli amici o un'uscita in programma. Qua non ho fatto amicizia con nessuno. Quando il lunedì si rientra in ufficio tutti che raccontano cosa hanno fatto nel fine settimana ed io sto sempre zitta perché non ho mai nulla da dire. Al massimo posso dire di aver fatto una camminata nel quartiere, rispetto a quello che fanno loro però risulta ridicolo. Mi sto accorgendo sempre di più di non avere una vita qua dopo 10 anni che ci vivo. Penso non sia normale. Non che dove sono nata e cresciuta avessi chissà quante amicizie però avevo il mio piccolo giro, qua sono proprio sola. Ma pazienza, basta piangersi addosso. Tanto non cambia nulla e probabilmente risulto ridicola a voi che leggete.
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Cari lettori,
ho sempre considerato tumblr come il mio posto sicuro in cui ho rivelato la parte più intima e nascosta di me. Dunque, è sopratutto a chi ha conosciuto la mia vulnerabilità che rivolgo la mia richiesta d'aiuto. Tempo fa, proprio tramite questo blog, ho conosciuto una persona davvero molto importante ma, per una serie di peripezie, sono stata costretta ad interrompere questo rapporto e ho perso ogni contatto. Parlo di Luca, il possessore dell'ormai disattivato blog @luc-4-blog
Alcuni di voi, quelli che mi conoscono ormai da anni, hanno visto questa relazione sbocciare ed evolvere. Sempre più spesso, mi tormenta il pensiero di non potergli scrivere per sapere come procede la sua vita e non poter spiegare tante cose che al tempo ho taciuto per il suo bene. I nostri rapporti si sono interrotti bruscamente e non riesco a perdonarmi di averlo lasciato accadere. Quindi, ecco un ultimo e disperato tentativo per aggiustare la situazione. Ricordo che, tra i miei lettori, c'erano alcuni amici e conoscenti di Luca. Se siete ancora qui e leggete questo post, vi prego di scrivermi come poterlo contattare o magari parlarne con lui e fargli sapere che mi renderebbe tanto tanto felice scambiare almeno qualche parola con lui. Detto questo, grazie per l'attenzione e spero che il mio tentativo non sia vano.
(Se qualcuno volesse aiutarmi a diffondere questo messaggio, gli sarei estremamente grata!)
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allecram-me · 7 months ago
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Sono triste. Il personaggio di un libro. È esattamente quello che non scrivo perché non posso dargli un finale. Se metto insieme i pezzi, è un ritratto di grande forza, tipo quella di un rampicante aggrappato ad un tronco: il mio però è la compassione. Non li tengo insieme, i pezzi, proprio per questo. Non ho il coraggio di confondermi tra gli altri, curiosa e meno stanca di voi, molto più ubriaca di voi. Voi per come vi racconto: è quello che siete, tutto quello che posso averne. Allora le scene restano isolate, non c’è fabula, ma la teoria bugiarda di un intreccio approssimato, presunto, più di tutto presuntuoso. Ed io lì che risplendo: soccorro la bambina francese coi cuori stampati sotto agli occhi, e lei ride così tanto da far traboccare il bicchiere d’acqua salvifico cui l’avevano appesa, così torna da me ed è salva. Sostengo il mio nuovo top incredibilmente troppo scollato, e la maglia a rete, con il bambino quarantaduenne che ci finisce intrappolato, assieme al suo balbettio dolce e riparatorio, il demone della sua saccenza e quello, compiacente, della sua paura di deludermi. Con tutte quelle armi affilate, tutte quelle aspettative insostenibili, col mio corpo imperfetto e la mia oltraggiosa perfezione, il sorriso accogliente e una saggezza glaciale: tutto puntato contro, c’è una freccia già incoccata. Sono davvero di carta. Hanno tutti ragione ed io ho sempre troppo sonno, non mi spengo mai, ma mi leggono senza che io abbia ancora un destino. Mi scrivo, mi leggete, ma le pagine bruciano un attimo dopo, a vuoto. È uno spettacolo a vantaggio di nessuno, ma io resto qui e triste, rifiuto, poi accetto, mi ammorbidisco, vi rendo orgogliosi, attiro lo sputo. Non butto però il foglio, né le ceneri, né le scene scartate che non vedranno mai l’adattamento cinematografico. Il mio demone della speranza vince ancora dieci a zero questa battaglia, ma non c’é da preoccuparsi: seduta qui, lo aspetto io, attendo la sua risposta sul destino. Così, nel frattempo, sono triste, ma anche brucio. Ho tantissimo sonno, e non mi spengo. A quanto sembra, mi potete accendere a comando.
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questouomono · 7 months ago
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Questo uomo no, #138 - Il poràccio
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Il poràccio è un uomo che imbratta o deturpa i luoghi come Lucha y Siesta; il poràccio è uno che attacca le associazioni di CAV con parole e notizie false. Il poràccio da sempre apprezza la strategia del vile: senza il coraggio di affrontare un pericolo, di riconoscere e ribellarsi al potere che lo domina (il patriarcato), di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, insulta o danneggia altre persone con sfacciata protervia, nella fiducia o sicurezza di restare impunito. Salvo poi aggiungere la strategia vittimista piagnona, cioè la lamentela continua da posizioni nascoste o irraggiungibili o, appunto, poràcce.
Così il poràccio aggiunge letame al già poco piacevole olezzo della reputazione maschile, resa schifosa da secoli e secoli di sopraffazioni, ingiustizie, stragi e follie politiche contro chiunque, in un delirio di potere tipicamente maschile che viene usato - come sa bene chi lavora non "sulla violenza" ma "a contatto con i violenti" - da uomini di qualsiasi ceto, livello culturale, provenienza geografica, età.
Tutto questo mentre molti femminismi hanno fatto vedere come si lavora per la liberazione e la ricostruzione di una identità libera e non violenta per il proprio genere. (Nota per i poràcci che pensano subito a riportare qualche esempio di donna omicida: se non sapete capire cosa leggete prendetevela con la vostra formazione, non con me o con i femminismi.)
Da quando poi in Italia abbiamo alla più alta carica del potere esecutivo una donna che si fa chiamare al maschile, che pensa che la propria famiglia sia immune dal patriarcato perché fatta di donne e poi per ogni suo atto di ripicca politica chiama in causa l'assenza delle femministe, il poràccio si crogiola nell'ignoranza soprattutto del proprio genere, mentre continua a lordarlo con la sua condotta irresponsabile, tipo dare a lei della "donna con le palle" perché bullizza la controfigura di Totò mentre tace contro suoi colleghi dittatori e genocidi.
Il poràccio è così: stron2o, e questa parola gli piace tanto.
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montag28 · 7 months ago
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Tumblr.
Dieci tentativi andati a vuoto di modificare un post. Tumblr e i suoi messaggi di errore, con quella presunzione tutta tambleriana di comunicare in modo buffo. Peccato che un filo sottilissimo divida l’essere simpatici dal risultare patetici. Tumblr, occhio. Tu e i tuoi dieci tentativi respinti di modificare il mio post. Ho salvato solo l’ultimo perché, sì, imparo dai miei errori, ma molto lentamente. A quanto pare devo sbagliare almeno nove volte, prima di imparare a non ricascarci. Delle nove modiche perdute, ce n’era una che aggiungeva molte cose, secondo me. Ed era molto bella, secondo me. Perché, sì, mi piacciono le cose che scrivo, a volte. Ci sono situazioni in cui correggo molte volte uno scritto perché, sostanzialmente, non mi convince. Perché non mi piace. Altre volte, tipo quella a cui mi riferisco in questo frangente, modifico un testo semplicemente perché nel frattempo dalla pianta nascono nuovi germogli e mi vien voglia aggiungerli. Perché, sì, non fidatevi mai di quello che leggete una volta, di lì a poco potrebbe non essere più uguale a prima. Sono una cosa viva, gli scritti. O almeno, così mi piace pensarla. Anche se tumblr non lo capisce. Sono anni, che tumblr non capisce. Ed io non capisco lui. Lui, perché è ottuso, come solo i maschi sanno essere. Sississì, ho scritto una cosa sessista. Com’è liberatorio! No, non essere sessisti. È liberatorio parlar male dei maschi. È liberatorio umanizzare le entità digitali solo per potersi incazzare meglio. Non ci si incazza abbastanza bene, con le cose. Viene meglio quando t’incazzi con qualcuno. Tumblr, ecco, vai un po’ a fanculo pure tu. È inutile che scuoti la testa, nonnonnò, ormai ti ho umanizzato. E gli umani scuotono la testa. E ogni tanto se ne vanno a fanculo, se invitati, ma anche per conto proprio. Tumblr, ci mancherebbe, ecco il mio invito, tieni. È per te, sississì.
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apeir0nn · 1 year ago
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I want you 🫵🏽
Hello guys, mi sto fumando una sigaretta prima della toeletta della sera (perché mica esco) e pensavo pensavo: ma voi, quando leggete i brevi post che scrivo qui, li leggete con attenzione tanto da farvi un'opinione più o meno veritiera e razionale di me? O tipo leggete pensate "mh" e via? Non vorrei sembrare megalomane, perché lo sono eheh, ma mi sono sempre chiesta cosa traspare dalle quattro righe che scrivo che effettivamente corrispondono allo 0,1% di ciò che ho in testa. Ora ve lo chiedo, così da poter raccogliere informazioni da inserire nel mio studio antropologico con argomento me stessa ;) ;)
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scalpcollector · 11 months ago
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Vista la Alectopause, mi sto rileggendo tutti e tre i libri - ignorando tutti gli altri libri e giochi che devo finire - e sto sottolineando roba importante e mettendo post-it e note et cetera.
Questo è il momento di delirare, se non volete leggere un gran delirio non leggete!
Fa male ragazzi fa malissimo
Leggere Harrowhark che dice cose bruttissime. “Ti voglio vedere morire” cristo santo. Sapendo quello che succede dopo.
Che poi se ci pensi è perché Harrow è proprio così, perché se fosse stata gentile con Gideon credo che sarebbero state amiche, più o meno. Perché Gideon è buona, davvero. È tanto buona ma tutti alla nona sono dei maledetti e la trattano come un cane. Se fossi nei panni di Gideon mi sarei sgozzata davanti ad Harrow probabilmente, ma quello è perché io sono una terrorista. Ha, ha.
C’ha proprio ragione Harrow a dire che “morire tra le braccia di Gideon sembrava la cosa giusta”
Si, troia, è la cosa giusta, sei una maledetta. Anzi, Gideon già è tanto che alla scena della piscina l’ha trattata così bene. Pure Harrow voleva farsi ammazzare da Gid perché LEI LO SA CHE È UNA MALEDETTA.
Redenzione, Harrow.
È una cosa incredibile leggere Harrow che dice ste cose all’inizio del primo libro e poi vederla che
-conserva occhiali e spada di Gid
-si lobotomizza per salvare l’anima di Gid
-fa la disperata e comincia ad urlare che “LEI È MORTA PERCHÉ GLIEL’HO LASCIATO FARE VOI NON CAPITE”
E voi non dovete dire “ohoho Gideon useless lesbian lei crede che HARROW LA ODI!! Haha.” MA GRAZIE AL CAZZO CHE LO CREDE HARROW L’HA SEMPRE TRATTATA MALISSIMO, LE HA DETTO CHE LEI È LA SUA UNICA AMICA -che è una cosa bella, attenzione, ma non mi sembra che l’abbia dimostrato molto- PERÒ LE HA ANCHE DETTO CHE SI VUOLE FARE LA PUTTANA NEL SEPOLCRO.
Gideon, dal suo punto di vista, non ha nessuno oltre al bastoncino malefico. Ha avuto Cam e Pal come alleati (amici non saprei) e poi Ianthe in NTN, ma Ianthe è Ianthe.
Gideon è l’amore mio e io la amo e [inserire discorso delirante lunghissimo]
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gcorvetti · 1 year ago
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Il vero discorso di capodanno.
Personalmente non ho mai guardato ed ascoltato nessuno dei discorsi di fine anno dei vari presidenti della repubblica, semplicemente perché facevo altro, ma da diversi anni mi guardo il discorso di capodanno di Balasso, che sembra strano ma è più reale di qualsiasi politico o persona che vi parla dalla tv come a dei bambini. Lo metto in fondo.
Oggi mi sono svegliato presto nonostante non abbia dormito molto e bene, cosa che sta diventando un'abitudine, dovrei fare come i nobili di un tempo, almeno da quello che ci è arrivato da scritti degli storici, che dormivano in stanze separate, qual era il motivo non lo spiegano o almeno ne danno diversi ed è il lettore poi a scegliere quello che gli piace di più, che so lui russava e lei non riusciva a dormire (questo è quello che capita a me), lei emanava flatulenze immonde e lui sveniva nel sonno rischiando di morire, ecc ecc. Ma a differenza dei nobili che avevano dei palazzi enormi per poche persone, io non possiedo un maniero e alcune volte, quelle dove ero stanco e volevo fortemente dormire, mi andavo a buttare nel divano, che però è nella stanza contigua sulla stessa parete della testiera del letto e in alcuni casi e grazie al mio udito fino (e al sonno leggero) la sentivo lo stesso, russare. E' questo il punto focale, lei dice che quando è stanca russa, adesso perché una volta non lo faceva. Si lo so, me li ha consigliati anche Spock, ma non riesco a metterli sti cazzo di tappi per le orecchie, non entrano. E poi mi viene male già solo quando un pò di cerume occupa lo spazio uditivo, figuriamoci a chiuderlo completamente, andrei matto (famoso psicologo russo).
Detto tutto questo che tanto lo so che non ve ne fotte un cazzo e se lo leggete è perché non avete una cippa da fare, vi saluto col discorso di Balasso di capodanno.
youtube
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klimt7 · 1 year ago
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LA MACCHINA DEL FANGO DELLA DESTRA
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Finalmente uno serio.
Uno che promette e poi mantiene.
Che dice una cosa e si adopera subito dopo
per realizzare ciò che dice.
Gino Cecchettin aveva annunciato che stava pensando a una Fondazione nel nome e nel ricordo di Giulia.
E anche a svariate iniziative per onorarne la memoria, per fare in modo che l'ondata di sdegno e dolore che aveva attraversato il paese, dopo l'omicidio di Giulia, diventasse un mezzo per sensibilizzare ogni persona sul potere patriarcale che rende tossiche le relazioni interpersonali.
E già oggi, arriva la notizia che è stata contattata una Agenzia inglese specializzata, per curare la Comunicazione della famiglia Cecchettin e organizzare eventi sul tema dei femminicidi e per alimentare nel tempo una Campagna permanente contro la violenza di genere. Una iniziativa che potrebbe portare in futuro a programmi televisivi, o alla pubblicazione di un libro o a un film o una fiction per dare ancora più rilevanza e spazio all'impegno civile finalizzato al cambiamento dei modelli culturali della nostra Società e in modo particolare degli uomini.
È un modo intelligente per continuare la battaglia iniziata col discorso di Gino ai funerali di Giulia e per evitare che il silenzio scenda a rimuovere dalla memoria collettiva il "rumore" che questa dolorosissima vicenda ha creato nelle piazze e nelle coscienze.
Ovviamente la famiglia Cecchettin è stata subito attaccata dagli odiatori di professione, dai rappresentanti della cultura maschilista che si concentrano ( ma chissà perchè?! Ohh... come mai!? ) nell'attuale Destra.
I soliti noti. I soliti idioti. I servi pagati dell'ignoranza e gli ostinati fautori del solito rancore "senza SE e senza MA".
Quelli che appartengono alla MACCHINA DEL FANGO.
Gli squadristi che "manganellano in senso figurato", ogni persona che ragiona con la propria testa, in modo autonomo e indipentente, lontana dall'arroganza fascistoide di scribacchini come Feltri, Sallusti, Belpietro o Nicola Porro.
Non ci credete?
Se volete averne la conferma più evidente leggete questo testo di Max Del Papa, apparso sul sito di Nicola Porro che pur di infangare Gino Cecchettin costruisce un suo "Teorema".
Una interpretazione dei fatti fantasiosa e fuori dal mondo, tanto odiosa (perchè fatta solo per creare odio e divisione), faziosa, volgare e violenta.
Ecco cosa fanno questi pseudo giornalisti di Destra.
VIOLENTANO LA REALTÀ.
VIOLENTANO IL SENSO DELLE COSE
VIOLENTANO I FATTI
PUR DI GETTARE FANGO ADDOSSO A CHI NON SI ALLINEA ALLA LORO POCHEZZA UMANA.
Vi avverto prima.
Leggendo le deliranti parole, potreste andare incontro ad un attacco di vomito.
🤢 🤮🤮🤮🤮🤮🤮 🤢
Poi, non dite che non vi avevo avvertito!!!
.
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lostinaflashforward · 1 year ago
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ANNO NUOVO, COSE NUOVE...
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*Nota dell'autore: questo post sarà pubblicato in tutte le nostre pagine, quindi se lo leggete qui o su Instagram, va bene ugualmente.*
Carissimi lettori, siamo finalmente nel 2024! Volevo aprire questo post facendovi i più sinceri auguri per un felice e fruttuoso anno nuovo e ringraziandovi per il vostro continuo supporto. Il 2023 è stato un anno abbastanza strano, fra un doppio sciopero ad Hollywood e una marea di eventi che hanno sconvolto, e tutt'ora sconvolgono, il panorama mondiale. Ma, a prescindere da tutto, Lost in a Flashforward ha provato ad essere sempre presente per voi, e continueremo a farlo anche in questo nuovo anno. A questo scopo, volevo elencarvi una serie di novità che riguardano la pagina, nonchè mostrarvi quanto Lost in a Flashforward si sia espanso su diverse piattaforme, in modo da venire incontro ad ogni tipo di pubblico ed esigenza.
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LOST IN A FLASHFORWARD IN A NUTSHELL
Questa mappa rappresenta Lost in a Flashforward e le sue diramazioni, se possiamo chiamarle così. Ognuna di loro ha dei tipi di post specifici e vengono usate anche come base di cross-posting, ad esempio per le recensioni che escono qui sul blog. E questa famiglia è destinata ad allargarsi…
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RUBRICHE NUOVE
Se avete visitato la pagina Facebook nelle scorse settimane, avrete notato che ogni tanto condividiamo trailer di film e serie TV in arrivo, con l'etichetta LIAFF TRAILER. Questa rubrica verrà usata per pubblicizzare titoli interessanti, o fungerà da annuncio per le serie che seguiremo settimanalmente, quindi tenetela d'occhio. Parlando sempre di rubriche, stavo pensando di farne una a tema cinematografico, dove i film che ho "scartato" fra una serata e l'altra saranno oggetto di un sondaggio, dove sarete voi a dirmi a quale titolo dovrei dare una seconda possibilità, con tanto di recensione che verrà postata in una delle nostre pagine. Questa rubrica potrebbe iniziare fra 2-3 mesi, ma vi farò sapere di più nelle prossime settimane.
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THREADS
Per chi già non lo sapesse, siamo anche su Threads, che per adesso useremo come "copia-carbone" di Twitter, ma che potrebbe ospitare anche qualcos'altro, quindi restate aggiornati.
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FUTURO APPRODO SU YOUTUBE
Come già annunciato su Instagram qualche settimana fa, si sta valutando la possibilità di approdare su YouTube con un canale, dove, attraverso dei video dettagliati, si affronteranno argomenti legati al mondo dell'intrattenimento o verranno analizzati serie e film celebri con una prospettiva più onesta, paragonabile a una chiacchierata amichevole. Il canale verrà aperto nei prossimi mesi, non appena avrò i mezzi e l'ambiente adeguato per procedere, quindi restate sintonizzati per sapere quando inizierà questo nuovo percorso.
Questo è tutto amici! Ricordatevi di seguirci sulle nostre pagine per restare aggiornati e ancora una volta vi auguro un felice 2024!
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popolodipekino · 1 year ago
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uccidere chi ha ucciso
Ecco, quando metti la testa proprio sotto il ferro e poi te lo senti scivolar sul capo, è questo quarto di secondo che fa più spavento di tutto. Questa, sapete, non è una mia fantasia, e molti hanno detto la stessa cosa. Io ci credo tanto, che vi dirò francamente la mia opinione. Uccidere chi ha ucciso è un castigo senza confronto maggiore del delitto stesso. L'assassinio legale è incomparabilmente più orrendo dell'assassinio brigantesco. Chi è assalito dai briganti, chi è sgozzato di notte, in un bosco, o altrimenti, senza dubbio spera ancora di potersi salvare fino all'ultimo momento. Ci sono stati dei casi in cui la persona aveva già la gola tagliata, eppure sperava ancora, o fuggiva, o chiedeva scampo. Mentre qui tutta quest'ultima speranza, con la quale è dieci volte più facile morire, te la tolgono con certezza; qui c'è una condanna, e appunto nella certezza che non vi sfuggirai sta tutto l'orrore del tuo tormento, e al mondo non c'è tormento maggiore di questo. Conducete un soldato, durante il combattimento, proprio davanti a un cannone, collocatelo lì e tirategli addosso: continuerà a sperare; ma leggete a questo stesso soldato la sentenza che lo condanna con certezza, ed impazzirà o si metterà a piangere. Chi ha detto che la natura umana è in grado di sopportare questo senza impazzire? Perché un affronto simile, mostruoso, inutile, vano? Forse esiste un uomo al quale hanno letta la sentenza, hanno lasciato il tempo di torturarsi, e poi hanno detto: "Va', sei graziato". Ecco, un uomo simile forse potrebbe raccontarlo. Di questo strazio e di questo orrore ha parlato anche Cristo. No, non è lecito agire così con un uomo! da F. Dostoevskij, L'idiota
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laragazza-che-odialagente · 2 years ago
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é la prima volta da quando ho tumblr che scrivo qualcosa in prima persona, senza rebloggare niente da nessun altro
mi dispiace per voi, cari lettori, perché ho deciso di farlo in questa circostanza e vi tocca subirvi una me sottona..hahah
il problema é che questo blog, é l'unico con cui posso sfogarmi..
avevo lui..
ora non c'è e mi sento così tanto sola, mi manca come l'aria..non so spiegarlo a parole
so solo che fa tanto, tanto male
e ho tanta paura che non passerà mai, perché é stato l'unica persona capace di comprendermi a pieno, l'unico dopo sette lunghi anni capace di entrare nel mio cuoricino..
lo amo tanto, più di quanto credevo di esserne in grado..e vorrei troppo cercarlo io, dirgli tutto ciò che sto scrivendo qui, ma gli ho promesso che non lo avrei fatto..sto provando a rispettare la sua decisione per quanto possa essere doloroso e straziante per me e chiamarlo o scrivergli adesso sarebbe una scelta egoistica da parte mia..
mi limiterò a scrivere qui ciò che vorrei dirgli, ripeto, mi dispiace per voi che mi leggete, ma non ho alternative al momento
e lo aspetterò, perché so che tornerà un giorno, nonostante adesso faccia male, malissimo..non é ancora finita del tutto fra me e lui, lo aspetterò qui..sempre
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ilpensierononlineare-10 · 22 days ago
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“Agisci come se quel che fai, facesse la differenza. La fa.” William James
Wrapped Spotify for “In Viaggio con la Psicologia”
Volevamo condividere con tutti voi che ci leggete attraverso i post, ci seguite sui nostri canali social e ci ascoltate attraverso i nostri podcast i risultati di questo meraviglioso 2024 del nostro Podcast “In Viaggio con la Psicologia” su una delle maggiori piattaforme di distribuzione on line: Spotify.
Il nostro Viaggio è oramai al terzo anno di percorso e per noi è motivo di grande orgoglio essere un punto di riferimento per tante persone.
Spotify ci dà la possibilità di poter condividere i risultati sulla sua piattaforma, ma anche sulle altre piattaforme di distribuzione (Spreaker, Apple Podcast, Amazon, Podcast Addict…) i risultati hanno più o meno la stessa tendenza e questo ci conforta e ci motiva sempre per garantire a chi ci ascolta e ci segue, in questo viaggio meraviglioso, il lavoro migliore possibile.
Per noi è un grande onore poter essere ascoltati da 550 follower su Spotify e poter essere per 135 di loro il Top Show.
Quello che ci preme principalmente è cercare di raccontare la Psicologia per quella che è, senza snaturarla e seguendo deontologicamente l’idea di una divulgazione sana e consapevole del lavoro dello Psicologo e del ruolo importante che oramai svolge da diversi anni per la salute e per il benessere delle persone e della società.
In 39 paesi nel mondo ci sono persone che hanno ascoltato le nostre puntate e questo ci conferma quanto la Psicologia generi un interesse globale e magari ci fa piacere pensare che alcune delle nostre puntate possano aver aiutato al cambiamento anche a chi ci ascolta dal Giappone, dagli Stati Uniti, dal Canada o dal Sud America.
In circa 1200 persone che ci seguono risultiamo tra i primi 10 Top Show seguiti. E tra chi ci segue si può notare la trasversalità delle fasce d’età. Lo zoccolo duro dei nostri ascoltatori più fedeli (52%) ha tra i 30 e i 44 anni, ma una gran bella fetta arriva dalla fascia d’età 18/29 anni con il 27%.
Ciò conferma il fatto che cresce tanto la consapevolezza nel benessere psicologico e nella salute mentale nelle fasce d’età più giovani e questo è un bene.
Tanti nuovi ascoltatori che hanno iniziato a “viaggiare” insieme a noi e c’è ancora posto! 😉
L’episodio più ascoltato è quello dedicato a Jean Piaget (tanti ascolti per gli altri episodi dedicati a lui) ciò conferma probabilmente anche il grande supporto offerto ai numerosi colleghi in formazione..🙂
Insomma.. unitevi al nostro Viaggio e se non lo avete ancora fatto, partite con noi.
Buon Ascolto.. 🎙️🎧
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zibaldone-di-pensieri · 1 month ago
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Il rap è morto.
Ormai sono diversi anni che non ascolto più rap, soprattutto quello italiano che fa proprio pena più che mai...
Vuoi perché il genere in cui mi ritrovo di più è decisamente il metal, vuoi anche perché la vera natura del rap si sta perdendo sempre di più, soprattutto in Italia con sti rapperini idioti senza futuro
Il rap era una vera forma d'arte, unica nello stile, che si distingueva tanto sia dalla canzone popolare, sia dalla canzone da band rock ma soprattutto il rap più di ogni altro genere doveva essere lo strumento di denuncia sociale che voleva dare messaggi importanti al sistema, più degli altri stili musicali
Il rap non doveva essere semplicemente una canzone pop cantata più velocemente, il rap non doveva essere una questione di velocità, non doveva essere quello il punto centrale
Invece in questo circo di paese, metà dei autopeoclamati rapper non fanno altro che semplicemente fare la solita canzonetta d'amore pop e cantarla in stile rap
Poi però c'è anche l'altra metà, che è ben peggiore invece....
L'altra metà è composta da analfabeti funzionali, che si credono dei fighetti cantando del banale lusso materialista, di una vita da quasi criminali, decantando la bellezza della droga, del sesso e praticamente di nient'altro perché non sanno pressoché nulla del mondo al di fuori di queste due cose, questa categoria di rapperini italiani idioti è la peggiore
Si credono dei criminali, dei boss mafiosi, che vivono nel lusso, ricercati da tutti, con auto di lusso modificate, tante prostitute attorno e loro lì in mezzo a questo disagio ci sguazzano apparendo come delle divinità scese in terra e wow, fanno delle canzoni con testi iperbanali e stupidi e vengono proclamati chissà quale genio musicale
E così istigano i nuovi giovani idioti italiani a pensare che chiunque può fare rap, che il rap è per chiunque, che la vera vita ben vissuta è quella in cui appari come un aspirante criminale analfabeta super materialista che scopa e si droga 24 ore su 24
La verità è che no, non tutti possono fare rap, non tutti possono fare i cantanti, non tutti possono diventare musicisti, non è per chiunque, ci vuole talento e predisposizione mentale, non basta saper mettere una serie di parole di senso compiuto una dopo l'altra e cantare velocemente per definirsi rapper, altrimenti pure Paolo Bonolis è un rapper, ma poi basta che nomini una droga a scelta ad ogni frase e allora wow, genio assoluto
Ma forse i veri idioti sono chi ci va dietro, specie quando due rapper falliti non sanno come attirare l'attenzione su di loro e allora si mettono d'accordo per farsi dissing a vicenda e così un intero paese di fessi viene imbambolato da due clown donandogli ascolti e conseguentemente parecchi soldi
Bravi.
Il rap italiano è morto.
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