#tanto non leggete più
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«Noi siamo i morti» disse Winston. «Noi siamo i morti» gli fece docilmente eco Julia. «Voi siete i morti» disse una voce metallica alle loro spalle. Si staccarono l'uno dall'altra con un balzo. Winston si sentì agghiacciare le viscere. Poteva vedere il bianco attorno alle iridi di Julia, il cui volto si era fatto di un giallo latteo, mentre le macchie di belletto, ancora visibili su entrambi gli zigomi, risaltavano violentemente, quasi come se non fossero attaccate alla pelle.
Voi siete i morti noi siamo i morti morti come quasi tutti i miti della mia giovinezza come la compassione come la mia pazienza o la generale decenza come lentamente muoiono i pesci del mare e le economie costiere i ghiacciai i boschi di conifere come branche intere di ingegneria analogica e mestieri, artigiani, tecnica la tecnologia degli avi è l'enigma della progenie come i vivi di oggi saranno fantasmi di domani ma non sono gli orologi a dare la misura del tempo bensì i morti, dicevano i greci o forse era il grande Altan ma non importa pure l'importanza è morta sono morte le informazioni come questa colonna sbilenca di parole che elenca elenchi di morte ch'è già morta anch'essa così come muoiono assassinate la bellezza le mie cellule la commozione e tante altre cose come questo account niente perdura forse, un giorno sarà morta persino la scrittura o forse ci sopravvivrà così che chi verrà dopo possa studiarci dopo che ci saremo tolti dai coglioni e credere che eravamo essere profondi invece dell'oscenità che in vero siamo uno scherzo della natura durato troppo e venuto male noi e la nostra paradossale essenza che ci rende duri anche nella tenerezza ci rende cupi anche nelle acque chiare che più perseguiamo il giusto e più ci fa sbagliare e ci porta sempre al punto in cui o incontriamo la malattia mentale oppure riaffiora in superficie, puntuale la nostra atavica violenza che sia esplicita o sottile che sia di sangue o di pensiero e che ci fa tutti brutti bruti brutali un rigurgito di tenebra noi che siamo i morti anche mentre esistiamo.
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Oggi ad un collega è nata la seconda bimba. Ho avuto un pò d'invidia, non per la nascita della bambina in sé, ma perché quella coppia ha avuto diciamo un obiettivo nella loro vita. Hanno creato ciò che volevano. Poi guardo me e di obiettivi non ne ho, sono infelice, non ho ancora capito cosa voglio, non mi sento per niente adulta anche se lo sono da un pezzo. Vivo alla giornata, prendo quello che viene. Non ho nessun impegno, tipo uscire a mangiare con gli amici o un'uscita in programma. Qua non ho fatto amicizia con nessuno. Quando il lunedì si rientra in ufficio tutti che raccontano cosa hanno fatto nel fine settimana ed io sto sempre zitta perché non ho mai nulla da dire. Al massimo posso dire di aver fatto una camminata nel quartiere, rispetto a quello che fanno loro però risulta ridicolo. Mi sto accorgendo sempre di più di non avere una vita qua dopo 10 anni che ci vivo. Penso non sia normale. Non che dove sono nata e cresciuta avessi chissà quante amicizie però avevo il mio piccolo giro, qua sono proprio sola. Ma pazienza, basta piangersi addosso. Tanto non cambia nulla e probabilmente risulto ridicola a voi che leggete.
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Cari lettori,
ho sempre considerato tumblr come il mio posto sicuro in cui ho rivelato la parte più intima e nascosta di me. Dunque, è sopratutto a chi ha conosciuto la mia vulnerabilità che rivolgo la mia richiesta d'aiuto. Tempo fa, proprio tramite questo blog, ho conosciuto una persona davvero molto importante ma, per una serie di peripezie, sono stata costretta ad interrompere questo rapporto e ho perso ogni contatto. Parlo di Luca, il possessore dell'ormai disattivato blog @luc-4-blog
Alcuni di voi, quelli che mi conoscono ormai da anni, hanno visto questa relazione sbocciare ed evolvere. Sempre più spesso, mi tormenta il pensiero di non potergli scrivere per sapere come procede la sua vita e non poter spiegare tante cose che al tempo ho taciuto per il suo bene. I nostri rapporti si sono interrotti bruscamente e non riesco a perdonarmi di averlo lasciato accadere. Quindi, ecco un ultimo e disperato tentativo per aggiustare la situazione. Ricordo che, tra i miei lettori, c'erano alcuni amici e conoscenti di Luca. Se siete ancora qui e leggete questo post, vi prego di scrivermi come poterlo contattare o magari parlarne con lui e fargli sapere che mi renderebbe tanto tanto felice scambiare almeno qualche parola con lui. Detto questo, grazie per l'attenzione e spero che il mio tentativo non sia vano.
(Se qualcuno volesse aiutarmi a diffondere questo messaggio, gli sarei estremamente grata!)
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Sono triste. Il personaggio di un libro. È esattamente quello che non scrivo perché non posso dargli un finale. Se metto insieme i pezzi, è un ritratto di grande forza, tipo quella di un rampicante aggrappato ad un tronco: il mio però è la compassione. Non li tengo insieme, i pezzi, proprio per questo. Non ho il coraggio di confondermi tra gli altri, curiosa e meno stanca di voi, molto più ubriaca di voi. Voi per come vi racconto: è quello che siete, tutto quello che posso averne. Allora le scene restano isolate, non c’è fabula, ma la teoria bugiarda di un intreccio approssimato, presunto, più di tutto presuntuoso. Ed io lì che risplendo: soccorro la bambina francese coi cuori stampati sotto agli occhi, e lei ride così tanto da far traboccare il bicchiere d’acqua salvifico cui l’avevano appesa, così torna da me ed è salva. Sostengo il mio nuovo top incredibilmente troppo scollato, e la maglia a rete, con il bambino quarantaduenne che ci finisce intrappolato, assieme al suo balbettio dolce e riparatorio, il demone della sua saccenza e quello, compiacente, della sua paura di deludermi. Con tutte quelle armi affilate, tutte quelle aspettative insostenibili, col mio corpo imperfetto e la mia oltraggiosa perfezione, il sorriso accogliente e una saggezza glaciale: tutto puntato contro, c’è una freccia già incoccata. Sono davvero di carta. Hanno tutti ragione ed io ho sempre troppo sonno, non mi spengo mai, ma mi leggono senza che io abbia ancora un destino. Mi scrivo, mi leggete, ma le pagine bruciano un attimo dopo, a vuoto. È uno spettacolo a vantaggio di nessuno, ma io resto qui e triste, rifiuto, poi accetto, mi ammorbidisco, vi rendo orgogliosi, attiro lo sputo. Non butto però il foglio, né le ceneri, né le scene scartate che non vedranno mai l’adattamento cinematografico. Il mio demone della speranza vince ancora dieci a zero questa battaglia, ma non c’é da preoccuparsi: seduta qui, lo aspetto io, attendo la sua risposta sul destino. Così, nel frattempo, sono triste, ma anche brucio. Ho tantissimo sonno, e non mi spengo. A quanto sembra, mi potete accendere a comando.
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Questo uomo no, #138 - Il poràccio
Il poràccio è un uomo che imbratta o deturpa i luoghi come Lucha y Siesta; il poràccio è uno che attacca le associazioni di CAV con parole e notizie false. Il poràccio da sempre apprezza la strategia del vile: senza il coraggio di affrontare un pericolo, di riconoscere e ribellarsi al potere che lo domina (il patriarcato), di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, insulta o danneggia altre persone con sfacciata protervia, nella fiducia o sicurezza di restare impunito. Salvo poi aggiungere la strategia vittimista piagnona, cioè la lamentela continua da posizioni nascoste o irraggiungibili o, appunto, poràcce.
Così il poràccio aggiunge letame al già poco piacevole olezzo della reputazione maschile, resa schifosa da secoli e secoli di sopraffazioni, ingiustizie, stragi e follie politiche contro chiunque, in un delirio di potere tipicamente maschile che viene usato - come sa bene chi lavora non "sulla violenza" ma "a contatto con i violenti" - da uomini di qualsiasi ceto, livello culturale, provenienza geografica, età.
Tutto questo mentre molti femminismi hanno fatto vedere come si lavora per la liberazione e la ricostruzione di una identità libera e non violenta per il proprio genere. (Nota per i poràcci che pensano subito a riportare qualche esempio di donna omicida: se non sapete capire cosa leggete prendetevela con la vostra formazione, non con me o con i femminismi.)
Da quando poi in Italia abbiamo alla più alta carica del potere esecutivo una donna che si fa chiamare al maschile, che pensa che la propria famiglia sia immune dal patriarcato perché fatta di donne e poi per ogni suo atto di ripicca politica chiama in causa l'assenza delle femministe, il poràccio si crogiola nell'ignoranza soprattutto del proprio genere, mentre continua a lordarlo con la sua condotta irresponsabile, tipo dare a lei della "donna con le palle" perché bullizza la controfigura di Totò mentre tace contro suoi colleghi dittatori e genocidi.
Il poràccio è così: stron2o, e questa parola gli piace tanto.
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Tumblr.
Dieci tentativi andati a vuoto di modificare un post. Tumblr e i suoi messaggi di errore, con quella presunzione tutta tambleriana di comunicare in modo buffo. Peccato che un filo sottilissimo divida l’essere simpatici dal risultare patetici. Tumblr, occhio. Tu e i tuoi dieci tentativi respinti di modificare il mio post. Ho salvato solo l’ultimo perché, sì, imparo dai miei errori, ma molto lentamente. A quanto pare devo sbagliare almeno nove volte, prima di imparare a non ricascarci. Delle nove modiche perdute, ce n’era una che aggiungeva molte cose, secondo me. Ed era molto bella, secondo me. Perché, sì, mi piacciono le cose che scrivo, a volte. Ci sono situazioni in cui correggo molte volte uno scritto perché, sostanzialmente, non mi convince. Perché non mi piace. Altre volte, tipo quella a cui mi riferisco in questo frangente, modifico un testo semplicemente perché nel frattempo dalla pianta nascono nuovi germogli e mi vien voglia aggiungerli. Perché, sì, non fidatevi mai di quello che leggete una volta, di lì a poco potrebbe non essere più uguale a prima. Sono una cosa viva, gli scritti. O almeno, così mi piace pensarla. Anche se tumblr non lo capisce. Sono anni, che tumblr non capisce. Ed io non capisco lui. Lui, perché è ottuso, come solo i maschi sanno essere. Sississì, ho scritto una cosa sessista. Com’è liberatorio! No, non essere sessisti. È liberatorio parlar male dei maschi. È liberatorio umanizzare le entità digitali solo per potersi incazzare meglio. Non ci si incazza abbastanza bene, con le cose. Viene meglio quando t’incazzi con qualcuno. Tumblr, ecco, vai un po’ a fanculo pure tu. È inutile che scuoti la testa, nonnonnò, ormai ti ho umanizzato. E gli umani scuotono la testa. E ogni tanto se ne vanno a fanculo, se invitati, ma anche per conto proprio. Tumblr, ci mancherebbe, ecco il mio invito, tieni. È per te, sississì.
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I want you 🫵🏽
Hello guys, mi sto fumando una sigaretta prima della toeletta della sera (perché mica esco) e pensavo pensavo: ma voi, quando leggete i brevi post che scrivo qui, li leggete con attenzione tanto da farvi un'opinione più o meno veritiera e razionale di me? O tipo leggete pensate "mh" e via? Non vorrei sembrare megalomane, perché lo sono eheh, ma mi sono sempre chiesta cosa traspare dalle quattro righe che scrivo che effettivamente corrispondono allo 0,1% di ciò che ho in testa. Ora ve lo chiedo, così da poter raccogliere informazioni da inserire nel mio studio antropologico con argomento me stessa ;) ;)
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Vista la Alectopause, mi sto rileggendo tutti e tre i libri - ignorando tutti gli altri libri e giochi che devo finire - e sto sottolineando roba importante e mettendo post-it e note et cetera.
Questo è il momento di delirare, se non volete leggere un gran delirio non leggete!
Fa male ragazzi fa malissimo
Leggere Harrowhark che dice cose bruttissime. “Ti voglio vedere morire” cristo santo. Sapendo quello che succede dopo.
Che poi se ci pensi è perché Harrow è proprio così, perché se fosse stata gentile con Gideon credo che sarebbero state amiche, più o meno. Perché Gideon è buona, davvero. È tanto buona ma tutti alla nona sono dei maledetti e la trattano come un cane. Se fossi nei panni di Gideon mi sarei sgozzata davanti ad Harrow probabilmente, ma quello è perché io sono una terrorista. Ha, ha.
C’ha proprio ragione Harrow a dire che “morire tra le braccia di Gideon sembrava la cosa giusta”
Si, troia, è la cosa giusta, sei una maledetta. Anzi, Gideon già è tanto che alla scena della piscina l’ha trattata così bene. Pure Harrow voleva farsi ammazzare da Gid perché LEI LO SA CHE È UNA MALEDETTA.
Redenzione, Harrow.
È una cosa incredibile leggere Harrow che dice ste cose all’inizio del primo libro e poi vederla che
-conserva occhiali e spada di Gid
-si lobotomizza per salvare l’anima di Gid
-fa la disperata e comincia ad urlare che “LEI È MORTA PERCHÉ GLIEL’HO LASCIATO FARE VOI NON CAPITE”
E voi non dovete dire “ohoho Gideon useless lesbian lei crede che HARROW LA ODI!! Haha.” MA GRAZIE AL CAZZO CHE LO CREDE HARROW L’HA SEMPRE TRATTATA MALISSIMO, LE HA DETTO CHE LEI È LA SUA UNICA AMICA -che è una cosa bella, attenzione, ma non mi sembra che l’abbia dimostrato molto- PERÒ LE HA ANCHE DETTO CHE SI VUOLE FARE LA PUTTANA NEL SEPOLCRO.
Gideon, dal suo punto di vista, non ha nessuno oltre al bastoncino malefico. Ha avuto Cam e Pal come alleati (amici non saprei) e poi Ianthe in NTN, ma Ianthe è Ianthe.
Gideon è l’amore mio e io la amo e [inserire discorso delirante lunghissimo]
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Il vero discorso di capodanno.
Personalmente non ho mai guardato ed ascoltato nessuno dei discorsi di fine anno dei vari presidenti della repubblica, semplicemente perché facevo altro, ma da diversi anni mi guardo il discorso di capodanno di Balasso, che sembra strano ma è più reale di qualsiasi politico o persona che vi parla dalla tv come a dei bambini. Lo metto in fondo.
Oggi mi sono svegliato presto nonostante non abbia dormito molto e bene, cosa che sta diventando un'abitudine, dovrei fare come i nobili di un tempo, almeno da quello che ci è arrivato da scritti degli storici, che dormivano in stanze separate, qual era il motivo non lo spiegano o almeno ne danno diversi ed è il lettore poi a scegliere quello che gli piace di più, che so lui russava e lei non riusciva a dormire (questo è quello che capita a me), lei emanava flatulenze immonde e lui sveniva nel sonno rischiando di morire, ecc ecc. Ma a differenza dei nobili che avevano dei palazzi enormi per poche persone, io non possiedo un maniero e alcune volte, quelle dove ero stanco e volevo fortemente dormire, mi andavo a buttare nel divano, che però è nella stanza contigua sulla stessa parete della testiera del letto e in alcuni casi e grazie al mio udito fino (e al sonno leggero) la sentivo lo stesso, russare. E' questo il punto focale, lei dice che quando è stanca russa, adesso perché una volta non lo faceva. Si lo so, me li ha consigliati anche Spock, ma non riesco a metterli sti cazzo di tappi per le orecchie, non entrano. E poi mi viene male già solo quando un pò di cerume occupa lo spazio uditivo, figuriamoci a chiuderlo completamente, andrei matto (famoso psicologo russo).
Detto tutto questo che tanto lo so che non ve ne fotte un cazzo e se lo leggete è perché non avete una cippa da fare, vi saluto col discorso di Balasso di capodanno.
youtube
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LA MACCHINA DEL FANGO DELLA DESTRA
Finalmente uno serio.
Uno che promette e poi mantiene.
Che dice una cosa e si adopera subito dopo
per realizzare ciò che dice.
Gino Cecchettin aveva annunciato che stava pensando a una Fondazione nel nome e nel ricordo di Giulia.
E anche a svariate iniziative per onorarne la memoria, per fare in modo che l'ondata di sdegno e dolore che aveva attraversato il paese, dopo l'omicidio di Giulia, diventasse un mezzo per sensibilizzare ogni persona sul potere patriarcale che rende tossiche le relazioni interpersonali.
E già oggi, arriva la notizia che è stata contattata una Agenzia inglese specializzata, per curare la Comunicazione della famiglia Cecchettin e organizzare eventi sul tema dei femminicidi e per alimentare nel tempo una Campagna permanente contro la violenza di genere. Una iniziativa che potrebbe portare in futuro a programmi televisivi, o alla pubblicazione di un libro o a un film o una fiction per dare ancora più rilevanza e spazio all'impegno civile finalizzato al cambiamento dei modelli culturali della nostra Società e in modo particolare degli uomini.
È un modo intelligente per continuare la battaglia iniziata col discorso di Gino ai funerali di Giulia e per evitare che il silenzio scenda a rimuovere dalla memoria collettiva il "rumore" che questa dolorosissima vicenda ha creato nelle piazze e nelle coscienze.
Ovviamente la famiglia Cecchettin è stata subito attaccata dagli odiatori di professione, dai rappresentanti della cultura maschilista che si concentrano ( ma chissà perchè?! Ohh... come mai!? ) nell'attuale Destra.
I soliti noti. I soliti idioti. I servi pagati dell'ignoranza e gli ostinati fautori del solito rancore "senza SE e senza MA".
Quelli che appartengono alla MACCHINA DEL FANGO.
Gli squadristi che "manganellano in senso figurato", ogni persona che ragiona con la propria testa, in modo autonomo e indipentente, lontana dall'arroganza fascistoide di scribacchini come Feltri, Sallusti, Belpietro o Nicola Porro.
Non ci credete?
Se volete averne la conferma più evidente leggete questo testo di Max Del Papa, apparso sul sito di Nicola Porro che pur di infangare Gino Cecchettin costruisce un suo "Teorema".
Una interpretazione dei fatti fantasiosa e fuori dal mondo, tanto odiosa (perchè fatta solo per creare odio e divisione), faziosa, volgare e violenta.
Ecco cosa fanno questi pseudo giornalisti di Destra.
VIOLENTANO LA REALTÀ.
VIOLENTANO IL SENSO DELLE COSE
VIOLENTANO I FATTI
PUR DI GETTARE FANGO ADDOSSO A CHI NON SI ALLINEA ALLA LORO POCHEZZA UMANA.
Vi avverto prima.
Leggendo le deliranti parole, potreste andare incontro ad un attacco di vomito.
🤢 🤮🤮🤮🤮🤮🤮 🤢
Poi, non dite che non vi avevo avvertito!!!
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uccidere chi ha ucciso
Ecco, quando metti la testa proprio sotto il ferro e poi te lo senti scivolar sul capo, è questo quarto di secondo che fa più spavento di tutto. Questa, sapete, non è una mia fantasia, e molti hanno detto la stessa cosa. Io ci credo tanto, che vi dirò francamente la mia opinione. Uccidere chi ha ucciso è un castigo senza confronto maggiore del delitto stesso. L'assassinio legale è incomparabilmente più orrendo dell'assassinio brigantesco. Chi è assalito dai briganti, chi è sgozzato di notte, in un bosco, o altrimenti, senza dubbio spera ancora di potersi salvare fino all'ultimo momento. Ci sono stati dei casi in cui la persona aveva già la gola tagliata, eppure sperava ancora, o fuggiva, o chiedeva scampo. Mentre qui tutta quest'ultima speranza, con la quale è dieci volte più facile morire, te la tolgono con certezza; qui c'è una condanna, e appunto nella certezza che non vi sfuggirai sta tutto l'orrore del tuo tormento, e al mondo non c'è tormento maggiore di questo. Conducete un soldato, durante il combattimento, proprio davanti a un cannone, collocatelo lì e tirategli addosso: continuerà a sperare; ma leggete a questo stesso soldato la sentenza che lo condanna con certezza, ed impazzirà o si metterà a piangere. Chi ha detto che la natura umana è in grado di sopportare questo senza impazzire? Perché un affronto simile, mostruoso, inutile, vano? Forse esiste un uomo al quale hanno letta la sentenza, hanno lasciato il tempo di torturarsi, e poi hanno detto: "Va', sei graziato". Ecco, un uomo simile forse potrebbe raccontarlo. Di questo strazio e di questo orrore ha parlato anche Cristo. No, non è lecito agire così con un uomo! da F. Dostoevskij, L'idiota
#citazioni#dostoevskij#fedor dostoevskij#l'idiota#myskin#principe myskin#pena di morte#grazia#pazzia#assassinio#assassinio legale
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é la prima volta da quando ho tumblr che scrivo qualcosa in prima persona, senza rebloggare niente da nessun altro
mi dispiace per voi, cari lettori, perché ho deciso di farlo in questa circostanza e vi tocca subirvi una me sottona..hahah
il problema é che questo blog, é l'unico con cui posso sfogarmi..
avevo lui..
ora non c'è e mi sento così tanto sola, mi manca come l'aria..non so spiegarlo a parole
so solo che fa tanto, tanto male
e ho tanta paura che non passerà mai, perché é stato l'unica persona capace di comprendermi a pieno, l'unico dopo sette lunghi anni capace di entrare nel mio cuoricino..
lo amo tanto, più di quanto credevo di esserne in grado..e vorrei troppo cercarlo io, dirgli tutto ciò che sto scrivendo qui, ma gli ho promesso che non lo avrei fatto..sto provando a rispettare la sua decisione per quanto possa essere doloroso e straziante per me e chiamarlo o scrivergli adesso sarebbe una scelta egoistica da parte mia..
mi limiterò a scrivere qui ciò che vorrei dirgli, ripeto, mi dispiace per voi che mi leggete, ma non ho alternative al momento
e lo aspetterò, perché so che tornerà un giorno, nonostante adesso faccia male, malissimo..non é ancora finita del tutto fra me e lui, lo aspetterò qui..sempre
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Il rap è morto.
Ormai sono diversi anni che non ascolto più rap, soprattutto quello italiano che fa proprio pena più che mai...
Vuoi perché il genere in cui mi ritrovo di più è decisamente il metal, vuoi anche perché la vera natura del rap si sta perdendo sempre di più, soprattutto in Italia con sti rapperini idioti senza futuro
Il rap era una vera forma d'arte, unica nello stile, che si distingueva tanto sia dalla canzone popolare, sia dalla canzone da band rock ma soprattutto il rap più di ogni altro genere doveva essere lo strumento di denuncia sociale che voleva dare messaggi importanti al sistema, più degli altri stili musicali
Il rap non doveva essere semplicemente una canzone pop cantata più velocemente, il rap non doveva essere una questione di velocità, non doveva essere quello il punto centrale
Invece in questo circo di paese, metà dei autopeoclamati rapper non fanno altro che semplicemente fare la solita canzonetta d'amore pop e cantarla in stile rap
Poi però c'è anche l'altra metà, che è ben peggiore invece....
L'altra metà è composta da analfabeti funzionali, che si credono dei fighetti cantando del banale lusso materialista, di una vita da quasi criminali, decantando la bellezza della droga, del sesso e praticamente di nient'altro perché non sanno pressoché nulla del mondo al di fuori di queste due cose, questa categoria di rapperini italiani idioti è la peggiore
Si credono dei criminali, dei boss mafiosi, che vivono nel lusso, ricercati da tutti, con auto di lusso modificate, tante prostitute attorno e loro lì in mezzo a questo disagio ci sguazzano apparendo come delle divinità scese in terra e wow, fanno delle canzoni con testi iperbanali e stupidi e vengono proclamati chissà quale genio musicale
E così istigano i nuovi giovani idioti italiani a pensare che chiunque può fare rap, che il rap è per chiunque, che la vera vita ben vissuta è quella in cui appari come un aspirante criminale analfabeta super materialista che scopa e si droga 24 ore su 24
La verità è che no, non tutti possono fare rap, non tutti possono fare i cantanti, non tutti possono diventare musicisti, non è per chiunque, ci vuole talento e predisposizione mentale, non basta saper mettere una serie di parole di senso compiuto una dopo l'altra e cantare velocemente per definirsi rapper, altrimenti pure Paolo Bonolis è un rapper, ma poi basta che nomini una droga a scelta ad ogni frase e allora wow, genio assoluto
Ma forse i veri idioti sono chi ci va dietro, specie quando due rapper falliti non sanno come attirare l'attenzione su di loro e allora si mettono d'accordo per farsi dissing a vicenda e così un intero paese di fessi viene imbambolato da due clown donandogli ascolti e conseguentemente parecchi soldi
Bravi.
Il rap italiano è morto.
Leggete i Tag :)
#Disclaimer:#Ovviamente se almeno voi avete un minimo di materia grigia dovreste sapere come prendere questo post#Nel senso che ovviamente tutt'oggi esistono ancora dei rapper italiani che fanno vero rap#Non sono tutti dei perfetti idioti per fortuna#zibaldone di pensieri#zdp#Rap#Rapper italiani#Musica italiana#italia
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Sintesi delle vacanze estive anche se non sono ancora finite
Ma è meglio essere in vacanza che dover tornare in ufficio prima del dovuto ( già l’ho fatto). Sono in vacanza al mare. E sì non sono andata in montagna con Lulu come previsto, e l’ho offesa, questa volta molto più giustamente, tanto che , come dire, le porgo pubbliche scuse ( ma pure in privato). Non me la sono sentita, e se leggete da un po’ questo blog capirete anche aver rinunciato alla…
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“AI GENITORI DAVAMO DEL VOI”, ROMANZO PRESENTATO ALL’IC CAIATINO
Scritto dal già preside Pasquale Buonomo, scomparso due anni fa, in piena emergenza Covid
CAIAZZO - Un libro scritto in tempo di Covid per rafforzare l'identità e il senso di appartenenza, un modo per rifugiarsi nei ricordi quando tutto era fermo, e per ricomporre il mosaico di un mondo che non c’è più, fatto di rispetto, timidezza, pudore. “Ai genitori davamo del voi” di Pasquale Buonomo è stato presentato nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Caiatino di Caiazzo, alla presenza di studenti e docenti di alcune classi della Secondaria di I grado, della dirigente Silvana Santagata e dei familiari dello scrittore. Un libro che rappresenta il cassetto dei ricordi di Pasquale Buonomo, già preside originario di Alvignano trasferitosi a Bergamo dopo gli studi universitari; un romanzo che si sviluppa dai primi decenni del secolo scorso fino agli anni 50, pensato e scritto quando c’era il lockdown, in piena pandemia, quando tra l’altro Bergamo fu tra le città più colpite dall’emergenza. L’autore ricorda il suo passato, la sua famiglia e scrive di Domenico, uno dei personaggi principali, che non è altro che la storia di suo padre. Una testimonianza di un tempo che, diversamente, andava perduta; un libro che preserva il ricordo di un uomo, dei. suoi studi, del suo lavoro in una fabbrica di mattoni, del suo talento musicale come autodidatta, della sua curiosità e del suo interesse per i mestieri di un tempo. Un racconto incentrato in un contesto storico tragico, (siamo tra la prima e la seconda guerra mondiale), quando si viveva un bullismo classista, quando era difficile conquistare un’amicizia.
La partenza per il fronte, il matrimonio con Maria, le lettere scritte e ricevute tramite altri, le abitudini, le tradizioni (la scartocciatura delle pannocchie e il racconto di storie davanti al focolare), la famiglia patriarcale, la laboriosità e il senso del dovere, la condizione subalterna della donna, il lavoro nella ‘puteca’, del bar (punto di ristoro e di pettegolezzi), il contatto curativo e lenitivo con la natura e il paesaggio. Flashback di un romanzo riferiti alla platea dalla curatrice della prefazione Renata Montanari de Simone che aggiunge “un testo in cui si ricavano valori universali e l’attaccamento alle radici”. Renata Montanari è di origine romagnola. Ha vissuto a San Severo, dove ha completato gli studi classici. Si è laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Bologna ed in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Ateneo di Urbino.Risiede a Caserta dove è stata docente di Italiano e Latino al Liceo Classico “P. Giannone”.
Ha pubblicato saggi di carattere storico e traduzioni dal latino prima di dedicarsi alla poesia ed alla narrativa. Nel 2007 ha ottenuto il Premio speciale della critica al Concorso Nazionale “Mercedes Mundula” di Cagliari col saggio “La donna tra ragione e sentimento: testimonianze letterarie”. Collabora con varie associazioni culturali e dal 1999 ha istituito a Caiazzo un Laboratorio di cultura letteraria presso il Centro di Promozione Culturale “F. de Simone”.
“Leggete tanto e non concentratevi troppo sui cellulari – ha aggiunto Rita Buonomo, sorella dell’autore scomparso due anni fa, accompagnata dalla figlia avvocatessa e assessore del Comune di Alvignano Luisa De Matteo – io che non ho potuto studiare ho imparato tante cose dai libri di mio fratello”. “Un messaggio attuale – chiude la preside Santagata – sull’importanza della rievocazione e sulla riscoperta dei mestieri in un momento drammatico, ora come allora, se pensiamo alla guerra e alle tensioni internazionali in corso. Un libro che è una lezione di storia del nostro territorio”.
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ParaB1ago !!!!
Parlare con entusiasmo di una sconfitta per 6 a 0 sembra insensato, poco realistico … ed invece la voce mancava a Mattia nel descrivere la giornata di Domenica 9 Giugno per via dei festeggiamenti !
Eh sì, perché come leggete dal titolo il CT Parabiago è di nuovo dove merita di essere, in Serie B1 Maschile !
Lasciatemi quindi non descrivere in dettaglio partite e sconfitte in quel di Vicenza, figlie più della tensione per il risultato lì a portata di mano e per l’orecchio teso ai risultati che provenivano dagli altri campi.
Celebro invece una squadra costruita “a parametro zero” e grazie al senso di attaccamento che tutti i ragazzi hanno dimostrato in questa stagione, giocando per i colori del CTP anche per ringraziare il lavoro che quotidianamente noi della famiglia di Via dello Sport spendiamo intorno alla famiglia Ceruti.
La prima dedica va quindi a Grazia e Gianni che, nonostante la salute non li assista appieno in questi mesi, non hanno MAI fatto mancare le loro coccole ai nostri ragazzi, rimanendo sempre presenti nonostante tutto e tutti ! Senza di loro nessuno di noi potrebbe esistere nel panorama tennistico per cui grazie, forza e ancora grazie !
La seconda e altrettanto sentita dedica va all’amata Valeria, che per prima avrebbe sicuramente gioito anche per il contributo del suo bimbo Alessandro … quante torte di festeggiamenti ci siamo persi per via di quel destino crudele che ti ha portata via così presto, Valeria … anche se la tua voce ed il tuo tifo sono risuonati chiari in ogni campo che abbiamo calcato in stagione !
Mi fermo qui e non posso che trascrivere il messaggio che capitan Mattia ha voluto scrivere col cuore in mano ai suoi ragazzi …
Davvero, cosa posso aggiungere a queste parole stupende !
“Ciao ragazzi, come tradizione prima di Mamo, ci penso io quando si raggiunge un obiettivo, bello o brutto che sia.
Quest’anno non bello…BELLISSIMO !
Ieri Gio mi ha chiesto quale promozione è stata la più bella: senza dubbio questa !
Per tanti motivi: avevamo una dedica speciale, per la nostra amata Valeria che tanto ci manca e tanto avremmo voluto partecipasse con noi ai festeggiamenti; per i miei genitori, che nonostante il difficile momento che stanno passando, non ci hanno mai fatto mancare l’appoggio e l’aiuto incondizionato; per me, si per me, che nonostante tutto e più di tutto, ho cercato di non farvi mai mancare un sorriso.
Siete stati grandiosi tutti, dal primo all’ultimo … GRAZIE!!!!
Abbiamo vinto contro tutto e contro tutti, supportati da pochi e abbiamo sbattuto una vittoria clamorosa in faccia a chi ci ha voltato le spalle!
E ora spazio ai miei eroi:
- Gio: leader maximum e riconosciuto in maniera indiscutibile. Sempre decisivo, sempre fondamentale, sempre a casa tua!
- Marco: Professionista con la P maiuscola, grazie per la parola data, per la disponibilità e per essere così forte !!!!!
- Ricky: consacrazione ad alti livelli, una sicurezza. Uomo spogliatoio e ragazzo d’oro. Grande!
- Chri: un coglionazzo al quale non possiamo rinunciare ! Sei fantastico, nel bene e nel male, ci piaci così, soprattutto quando giochi come con Scala !
- Leo: una colonna della squadra, sempre presente, sempre importante, hai portato a casa il punto più importante della stagione subito alla prima giornata!
- Ale: che bella sorpresa! Esordio in squadra e promozione, grazie ai tuoi punti in singolo e al tuo carattere estroverso. Sei stato spinto e guidato, in panchina e dal cielo … ti adoriamo.
- Andrea: semplicemente fantastico ! Amato da tutti, voluto da tutti, vice capitano stile Barella ma con tratti alla Darmian. Sei il mio orgoglio e l’esempio per tutti. Mai una parola fuori luogo, mai banale…un vero Ceruti!
- Catta: sei sempre con noi, non sei a Stoccolma ma qui a Parabiago,in ogni partita!
Grazie dal profondo del cuore per avermi regalato una gioia immensa in un momento particolarmente duro, ve ne sarò sempre grato.
Il nostro spogliatoio, il nostro gruppo, sono merce rara e non si comprano con i soldi !
Sono orgoglioso di essere il vostro capitano e vi voglio infinitamente bene!
Mattia
ParaB1ago⭐⭐”
Grazie da parte mia anche alle ragazze che tornando da Treviso dove, onorando sempre il campo ma uscendo sconfitte per 4 a 0, si sono fermate a partecipare alla festa condita dalle stupende maglie celebrative preparate in gran segreto da Mattia.
Chiudo con dei ringraziamenti che Mattia si raccomanda di inserire verso il sottoscritto (ci sono sempre anche se da 9000Km di distanza !!!), verso tutti coloro che ci hanno dato e che continuano a darci una mano, verso anche coloro che ci hanno voltato le spalle prendendo strade diverse dandoci così ancor maggior sprone, verso tutto lo staff (maestri e preparatore atletica) che quotidianamente si spendono in campo ed in palestra.
UNA PROMOZIONE MERITATA PERCHE’ TUTTA NOSTRA !!! … per cui forse sì, la più bella degli ultimi anni.
Torniamo dove ci meritiamo ! GRANDI RAGAZZI !!!
Aspettiamo tutti i tifosi in casa Domenica 16 giugno per l’ultima giornata contro il CT Vicenza per festeggiare con i giusti applausi questi splendidi atleti !!!
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