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Fulvio Nani Il ruolo degli ingegneri informatici nello sviluppo delle città intelligenti
Lo sviluppo delle città intelligenti rappresenta un cambiamento rivoluzionario nella pianificazione e gestione urbana, integrando tecnologie avanzate per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Fulvio Nani, un rinomato esperto del settore, offre preziosi spunti su come gli ingegneri informatici siano determinanti in questa trasformazione. In questo podcast, approfondiamo i ruoli essenziali e i contributi degli ingegneri informatici nella creazione di città intelligenti, concentrandoci su cinque aree critiche: infrastruttura, gestione dei dati, sicurezza informatica, integrazione IoT e sostenibilità.
#Cittàintelligenti#Ingegneriainformatica#FulvioNani#Sviluppourbano#Infrastrutturatecnologica#Analisideibigdata#Sicurezzainformatica
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Le città sulla Croisette
Ogni settore ha il suo evento dell’anno. Se il settore dell’arredo attende con ansia il momento della Settimana del Mobile, se il settore industriale vive in trepidazione le assemblee di Confindustria, e l’intellighenzia politica-economica il Fourm Ambrosetti a Cernobbio, il settore del real estate attende con ansia la seconda settimana di marzo per l’appuntamento di Cannes con il MIPIM, quest’anno atteso con ancora maggiore trepidazione dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia che ha colpito in modo indiscriminato e con molta “democrazia” ogni paese.
In linea con quello che sta accadendo da qualche tempo nel settore del real estate, il tema della manifestazione di quest’anno è: “Urban Change”.
Cambia, invece ormai da qualche anno, il panorama degli asset immobiliari al centro dell’attenzione: non più solo i grandi complessi direzionali, bensì un settore residenziale che da Cenerentola del mercato si è trasformato in principessa in tutte le sue sfaccettature oltre alle infrastrutture sportive stadi e arene in primis.
E’ il vero fil rouge di questa edizione della manifestazione il tema della sostenibilità, che incide sempre di più sulle politiche di investimento dei principali operatori.
La trasformazione delle città da tempo al centro delle attenzioni degli investitori e delle pubbliche amministrazioni che sempre più di frequente si fanno parte attiva nel processo di sviluppo in partnership più o meno paritaria con i grandi sviluppatori immobiliari.
Facendo un parallelo con il mondo della moda, la città sta diventando la tela con cui gli operatori vanno a “confezionare” la rigenerazione dei tessuti urbani.
Anche quest’anno le grandi città si racconteranno e illustreranno i propri progetti che andranno a caratterizzare lo sviluppo a competizione si giocherà sugli immobili più significativi dal punto di vista architettonico, ma anche di impatto sulla skyline delle città in cui vengono sviluppate.
In questo scenario, almeno per quanto riguarda il mercato italiano i processi di rigenerazione urbana non riguardano però solo i grandi centri urbani ma anche e soprattutto i centri di piccole e medie dimensioni dove stanno emergendo interessanti esempi di riqualificazione di ex aree industriali.
Fanno quindi specie, le notizie relative allo stop alla legge sulla riqualificazione urbana a un passo dall’approvazione per meri motivi formali lascia presumere una mancanza di visione su un settore che contribuisce significativamente alla crescita del Paese. Come fatto notare le principali associazioni di categorie afferenti al settore delle costruzioni e del real estate nel suo complesso, sembra miope l’azione del governo nel bloccare il ddl che è frutto di un lavoro collegiale tra tutti gli attori della filiera durato per ben tre anni e che soprattutto va ad impattare su un’attività che ha profondamente inciso sul processo di trasformazione di molte nostre realtà urbane e che ha consentito ad alcune realtà di competere in termini di attrattività con le altre città internazionali.
Quindi che il sole e i profumi della Riviera siano di buon auspicio per tutti gli operatori nazionali ed internazionali che martedì prossimo daranno il via ad una intensiva tre giorni sulla - si spera – “soleggiata” riviera francese.
#real estate#realestate#immobiliare#investimento#investimentiimmobiliare#mipim#città#rigenerazione#riqualificazione#Urban Change#urbanchange#territorio#cannes#sviluppo#urbanizzazione#sviluppourbano
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Casanova + Hernandez Architects - Ceramic museum and mosaic park - Jinzhou, Dalian, Liaoning, China - 2013
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30 anni di AIM
Un compleanno importante quello di AIM (Associazione Interessi Metropolitani) che si è festeggiato il 27 giugno a Milano nella cornice delle Cavallerizze del Museo della Scienza e della Tecnica nella centrale via Olona.
AIM è un'Associazione culturale no profit fondata nel 1987 dall’idea dell’avvocato Pier Giuseppe Torrani insieme ai professori Luigi Guatri, Giancarlo Mazzocchi e Mario Monti, che coinvolge banche, imprese ed enti per promuovere attività di ricerca e progetti sia per Milano che per la sua area metropolitana. Tra le molteplici linee di intervento si annoverano progetti che spaziano dai temi culturali a quelli sociali, con uno sguardo attento allo sviluppo del territorio, ed conta trai suoi soci ha numerose espressioni dell’imprenditoria milanese e molte sono le istituzioni pubbliche e private con cui AIM collabora attivamente.
Nel corso della tavola rotonda, che ha preceduto il momento conviviale, si sono alternate interessati testimonianze tra cui quella del vice sindaco di Milano – Anna Scavuzzo, del rettore del Politecnico di Milano – Ferruccio Resta e del presidente onorario e fondatore - Pier Giuseppe Torrani, mentre scorrevano le immagini di Milano Buzz – il progetto che nel 2014, Fondazione Cariplo e AIM hanno promosso e finanziato per diffondere una visione della realtà metropolitana milanese attraverso un racconto fotografico dei luoghi e degli abitanti di Milano, ripresi percorrendo il territorio a bordo di mezzi di superficie. Protagonista di Milano Buzz è infatti la città nel suo insieme: centro e periferie, edifici storici e aree di recupero urbano che forniscono l’immagine di una città cosmopolita e in costante movimento.
Fil rouge degli interventi è stato quello della centralità del dialogo tra pubblico e privato, l’importanza dell’associazionismo e dell’interesse della società civile nello sviluppo della città.
Una città che in questi 30 anni - come ha sottolineato il presidente onorario Torrani – è profondamente cambiata sia dal punto di vista socio-economico che dal punto di vista architettonico e dello sviluppo urbano. Un esempio su tutti: molte delle società che al momento della fondazione di AIM si sono fatte parte attiva per lo sviluppo del progetto non ci sono più. Nel frattempo Milano, da città industriale si è trasformata in una realtà territoriale a prevalente attività terziaria e caratterizzata da quartieri una volta definiti periferici ed oggi centrali per l’attrattività internazionale di Milano – Garibaldi Repubblica su tutti, oggetto a suo tempo del Concorso Internazionale di idee – promosso proprio da AIM.
Il rettore del Politecnico di Milano, uno degli stakeholder di riferimento per AIM, ha illustrato il progetto che partirà nel 2018 per la riqualificazione degli spazi di Città Studi. Il masterplan elaborato dall’architetto Renzo Piano in collaborazione con alcuni studenti del Politecnico, prevede la creazione di un campus dove lo spazio attualmente occupato dalle automobili sarà convertito a verde pubblico. L’obiettivo è quello di dare a Milano una scuola di architettura internazionale non solo nei contenuti ma anche nella location.
La tavola rotonda si è conclusa, infine, con l’intervento dell’architetto Luca Cipelletti responsabile dell’intervento di recupero architettonico e riqualificazione urbanistica delle Cavallerizze e della ricostruzione degli spazi demoliti dai bombardamenti bellici con l’obiettivo di realizzare nuove aree espositive e servizi museali. Le Cavallerizze, infatti, sono delle scuderie incluse nel plesso museale, realizzate quando il museo – ex monastero olivetano – era adibito a caserma militare da parte dell’esercito austriaco. I bombardamenti della seconda guerra che distrussero in parte gli edifici monumentali, hanno raso al suolo la parte meridionale e hanno pesantemente colpito quella settentrionale che è stata che è stata oggetto di intervento di recupero.
L’attività di AIM sia per quanto attiene ai progetti che alle pubblicazioni è la testimonianza di come sia possibile per realtà diverse operare di concerto per lo sviluppo della città. Un processo di crescita e di trasformazione che ha consentito al capoluogo lombardo di attirare l’attenzione di investitori nazionali ed internazionali e che trova nel dialogo tra pubblico e privato la chiave del successo.
Auguri per tanti altri compleanni!
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La cultura come strumento di sviluppo urbano
Dopo avere letto con interesse l’articolo che PPAN - piattaforma di comunicazione sull’ambiente costruito - ha pubblicato alcuni giorni fa relativo alla presentazione effettuata dalla Fondazione Symbola della ricerca dedicata alle caratteristiche che avrà il museo del futuro e di come l’evoluzione digitale impatterà sul settore, mi sono soffermata su un tema che mi affascina da sempre: il rapporto tra cultura e sviluppo urbano.
La cultura è uno strumento molto potente per lo sviluppo urbano. Le parole che meglio rappresentano questo connubio sono quelle utilizzate dall’Ingegner Claudio De Albertis, in un convegno di più di dieci anni fa: “Stiamo assistendo a un passaggio che porterà a una nuova connotazione del sistema produttivo nazionale, nel quale peseranno sempre di più attività terziarie avanzate e produzioni immateriali, frutto dell’ingegno e della creatività. (…) siamo un paese ricco di cultura, di ingegno, ricco di attrattività ambientali di ogni genere.” Nessuno più di lui ha saputo coniugare con armonia il tema della cultura e degli spazi ad essa dedicati con lo sviluppo e la rigenerazione urbana.
In un paese storicamente refrattario a coltivare e valorizzare un patrimonio inestimabile, a lui si deve la rinascita de La Triennale di Milano, esempio di un’architettura potente e ancor oggi moderna.
Per fortuna, negli ultimi tempi si sta diffondendo in Italia la tendenza a valorizzare le bellezze esistenti e a tale scopo molti musei sono stati oggetto di importanti opere di rinnovamento e restyling. Inoltre, sull’esempio di esperienze internazionali si è anche sviluppato un modello di struttura dedicata all’arte che nasce in un contesto non propriamente museale.
L’esempio più fulgido di questa tipologia di opera è rappresentato dalla Fondazione Prada: negli spazi della vecchia distilleria Società Italiana Spiriti, vicino allo scalo ferroviario di Porta Romana, oggi sorge una vera e propria cittadella dell’arte in grado di attrarre migliaia di turisti e appassionati.
La nuova sede di Milano della Fondazione Prada, progettata dallo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas, espande la gamma delle tipologie di spazi in cui l’arte può essere esposta e condivisa con il pubblico.
Caratterizzata da un’articolata configurazione architettonica che combina edifici preesistenti e tre nuove costruzioni (Podium, Cinema e Torre), è il risultato della trasformazione di una distilleria risalente agli anni dieci del Novecento. Nella realizzazione di OMA coesistono quindi due dimensioni: l’opera di conservazione e l’ideazione di una nuova architettura che, pur rimanendo distinte, si confrontano in un processo di continua interazione. Situato in Largo Isarco, nella zona sud di Milano, il complesso si sviluppa su una superficie totale di 19.000 m2. La Torre, in via di completamento, sarà aperta al pubblico in una fase successiva.
Un altro esempio dal mio punto di vista interessante di sinergia tra sviluppo del territorio e creazione di una struttura museale ad hoc è rappresentato dal Museo della Montagna a Plan de Corones nei pressi di Bolzano. La sede del Messner Mountain Museum Corones è una struttura progettata dall’archistar Zaha Hadid a 2.275 metri di altezza e parzialmente incorporata nella vetta del Monte Plan de Corones.
La struttura museale, caratterizzata da una forma avveniristica, è inserita nel comprensorio sciistico più frequentato della zona e nelle intenzioni del consorzio che gestisce gli impianti deve attrarre gli amanti dello sci anche fuoristagione.
Perché queste strutture non rimangano delle cattedrali nel deserto e dialoghino in armonia con lo sviluppo urbano della città, occorre un contesto ben organizzato dove tutti gli stakeholder (pubblici e privati) lavorino di concerto per dare vita a sinergie efficienti.
Lo sviluppo non deve essere limitato all’ambiente culturale ma deve comprendere la città nel suo complesso per generare un ritorno dell’investimento pubblico/privato. In altre parole deve avanzare su diversi fronti quali collegamenti, infrastrutture, trasporti pubblici e servizi in generale, in caso contrario degli sforzi mono-settoriali rischierebbero di esaurirsi in breve tempo e non radicarsi nel territorio.
Da qui l’esigenza di un piano strategico di sviluppo urbano complessivoche crei sinergie ed elementi di complementarietà su tutto il territorio, come nel caso di Bilbao, geograficamente periferica e da tempo in crisi a causa della chiusura delle industrie pesanti che hanno rappresentato il fulcro dell’economia locale, che per prima ha utilizzato un museo come strumento di marketing territoriale.
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