#stupidi ragazzi
Explore tagged Tumblr posts
sicknto · 1 year ago
Text
Cos’è l’amore? Che vuoi che sia?
Antibiotico, anestesia
Fammi sbagliare, è la vita mia
- Achille Lauro - Stupidi Ragazzi
10 notes · View notes
mitsuki91 · 1 year ago
Text
I think I found a perfect italian song for snowbaird (but even for snowjanus, I mean...)
Here is the video and I copy-paste the (english) lyrics:
youtube
Verse 1
There is no perfect love if it hasn't hurt you a little
Yes, we are the same thing like drugs and peace
What brought you here?
Love is like this, a film by Michel Gondry
You are not another girl, Billie Jean
Take me back there, the two of us embracing in the ivy
Pre-Chorus
Do you call it life or not? Dying in a black car
When the moon cursed us
Love has become a jungle, a jungle, a jungle
And it's beautiful to share the end of an era
It's as sweet as the kiss of Judas
Love has become nothing more, nothing more
Oh, no, no, no
Chorus
And while the buildings fall, stupid boys
Before to leave each other, they are the last to love each other
Love in a drive in, love in crystals
Horse races, a kiss and a hundred thousand orgasms
Post-Chorus
Again, again, again
One hundred thousand orgasms
Again, again, again
One hundred thousand orgasms
Verse 2
I read in a book: "Life is a carnival joke"
Ours was not love, but rather it was a massacre
How come our hands, do it and shut up, and we never
That we stop on the precipice
And, God, no, he didn't want us like this
And maybe one day he will get revenge
Pre-Chorus
Do you call it life or not? Dying in a black car
When the moon cursed us
Love has become a jungle, a jungle, a jungle
And it's beautiful to share the end of an era
It's as sweet as the kiss of Judas
Love has become nothing more, nothing more
Oh, no, no, no
Chorus
And while the buildings fall, stupid boys
Before to leave each other, they are the last to love each other
Love in a drive in, love in crystals
Horse races, a kiss and a hundred thousand orgasms
Post-Chorus
Again, again, again
One hundred thousand orgasms
Again, again, again
One hundred thousand orgasms
Outro
I feel cold, Cortina
You kill me slowly, morphine
Like exploding, Hiroshima (One hundred thousand orgasms)
So far and near, withdrawal, nicotine
Tears, aquamarine, and a thousand times
(Again) Just one day, one life before
(Again) Like love, guillotine
(Again) Dying alone, irony
(Again) What is love, what do you want it to be?
(Again) Antibiotic, anesthesia
(Again) Make me wrong, it's my life
3 notes · View notes
animapunkocchidipeterpan · 27 days ago
Text
0 notes
segretecose · 1 year ago
Text
had a dream i stayed awake until 4 am listening exclusively to chiquitita by abba and stupidi ragazzi by thee achille lauro on repeat for hours last night ahah !
36 notes · View notes
the-god0ftheunderworld · 5 months ago
Text
15 ottobre 2022
Un cuore che non è mai stato amato può amare? O sappiamo fare solo le cose che ci vengono insegnate
hermesticaz ha commentato: mi sono commosso ragazzi, quindi vi evito commenti stupidi
2 notes · View notes
gregor-samsung · 1 year ago
Text
“ Un giorno cominciò a circolare la notizia che le forze di occupazione americane avrebbero requisito la scuola per gli armeni. Si spandevano pure delle voci secondo le quali sarebbe venuto anche il nostro turno, ma ciò che sarebbe successo di noi nessuno lo sapeva, e presumibilmente a nessuno importava. All'incirca nello stesso periodo avvertimmo anche il primo pallido incanto del nome di Kemal Atatürk, che stava raccogliendo un esercito nella remota Anatolia, e che aveva già costituito un governo nazionalista ad Ankara. La notizia che riguardava gli americani e gli armeni si dimostrò vera, e un giorno vedemmo dal nostro giardino i ragazzi più anziani di Kuleli portare letti, materassi e banchi nei giardini della scuola. Stava iniziando la loro evacuazione. L'odio tra turchi e armeni è noto, ma quel giorno, nella nostra scuola grigia sulla collina, quell'odio fu ancora più intenso. Gli armeni erano fuori di sé, tanto erano orgogliosi di ricevere un riconoscimento dagli americani. Facevano gli spacconi e si pavoneggiavano, e le offese si facevano più frequenti che mai. Quando un mattino sventolò su Kuleli la bandiera americana, gli armeni impazzirono di gioia, e i curdi si scatenarono violentemente. Ne risultò un discreto numero di teste rotte, e il bastone del capitano dovette fare gli straordinari. Poi venne il nostro turno. Un mattino dovemmo radunarci all'ingresso principale, i prefetti più anziani che cercavano di mantenere legge e ordine, e che si rifiutavano di rispondere a tutte le nostre domande. Dovevamo apparire un gruppo burrascoso, là in piedi nelle nostre uniformi malmesse, con le teste rapate e le facce smunte per la cattiva nutrizione. Dal cancello principale entrarono degli ufficiali americani, e con loro un prete armeno e un'americana alta, dal seno piatto e dai severi occhiali dalla montatura di corno. Mi intimidì molto più lei degli ufficiali. Era una vera virago che sembrava sapere sempre quello che fosse meglio per tutti. La osservammo con apprensione. Dapprima si occuparono dei ragazzi più grandi, facendone uscire alcuni dai ranghi; noi, a disagio, ci chiedemmo a cosa preludesse quella separazione. Arrivarono presto a noi, e un interprete gridò: «Tutti gli armeni da questa parte!».
Molti ragazzi fecero un passo avanti, incluso il nostro sergente. Il prete, che sembrava assai spaventoso con la sua barba nera, cominciò a farci delle domande, e la donna prese in mano la situazione, avendo apparentemente deciso che non ci sarebbe stato niente di male se anche lei avesse fatto un po’ di separazione. Ci guardò tutti freddamente come se fossimo tutti così stupidi da non sapere a quale nazionalità appartenessimo. Osservò scrupolosamente le nostre facce, poi spinse altri ragazzi nella parte degli armeni. Quelli che aveva selezionato erano curdi, e non potei fare a meno di domandarmi con curiosità come potesse vedere in loro la nazionalità armena. Guardò anche me con attenzione, ma mi lasciò nella mia fila. La selezione fu completata in fretta, e gli armeni furono messi in una grande sala al di là dell'ingresso. Noi fummo allontanati. .. perché nessuno aveva più bisogno di noi. Corremmo ansiosi in giardino per guardare dalle finestre della stanza nella quale stavano gli armeni. Felici, ci facevano dei gesti con le braccia beffeggiandoci e gridandoci offese. Noi, per non essere da meno, rispondevamo per le rime. Minacciavamo di romper loro la faccia, e il prefetto anziano ci implorò più e più volte di far meno rumore. All'improvviso, al di sopra di tutto quel vocio, sentii chiamare il mio nome, e riconobbi la voce di mio fratello; ma benché lo cercassi dappertutto con lo sguardo, non riuscii a vederlo. La sua voce lamentosa continuava a chiamarmi; mi saltò addosso la paura, e mi feci strada fino alla prima fila dell'assembramento, dicendogli quasi in lacrime che stavo arrivando. Lo vidi a una delle finestre della stanza dov'erano tutti gli armeni, e corsi verso di lui sporgendomi e afferrandogli le piccole mani. Disse con voce isterica: «Mi hanno messo tra gli armeni!». “
Irfan Orga, Una famiglia turca, postfazione di Ateş Orga, traduzione di Luca Merlini, Passigli Editori (collana Narrativa), Firenze, 2007; pp. 239-241.
[ Edizione originale: Portrait of a Turkish Family, Victor Gollancz Ltd., London 1950 ]
14 notes · View notes
biking-around-the-world · 1 year ago
Text
Ragazzi, amori stupidi miei… un secondo non sarebbe la peggior idea no?
4 notes · View notes
pizzettauniversale · 2 years ago
Text
Comunque c’è questa AMMMERRICANA che seguo su tik tok che fa tutti quei video ASMR dove sistema le cose in casa. Insomma una volta stava sistemando il frigo e fa “ragazzi mi raccomando pulite sempre la frutta e la verdura che comprate, io non lo sapevo guardate che schifo” e gente sotto stupita. Adesso mi esce un video di lei “reminder mensile per dirvi di lavare la frutta” e i commenti sotto “grazie a te ho scoperto di dover lavare la frutta e la verdura”. MA IN CHE CAZZO DI MONDO VIVETE? Perché ogni giorno si devono confermare i più stupidi al mondo.
29 notes · View notes
reinedeslys-central · 8 months ago
Text
more for this nico-dealing-after-blood-of-olympus fic:
it's just like his brain is somehow - offline. Not willing to help him string up the words to this sentence that's sitting on his tongue. The disrespect.
He's still got to power through, though, and now he's just been standing here at the table for a good ten seconds without saying anything, gods, Will must feel so awkward trying to politely ignore Nico standing behind him. What to say, what to say, need to provide a functional human first(-ish) impression on the conversation -
Will bends his head further over the book he's reading, which seems to have a diagram on it. He shifts his neck to look at it from another angle, just enough for Nico to see the page's title: "Cross-sections of the Circulatory System".
Oh, so - a biology textbook. Cool, cool, that makes sense, since Will's the head camp medic, so maybe -
Before he can stop himself, he blurts out - "The, uh, the medulla oblongata controls parasympathetic ventilation, like, coughing and sneezing and stuff." Or - is that even correct? Damn, what if Will's going to make fun of him for getting it wrong, maybe he should try another one -
"..The pancreas secretes sodium bicarbonate, lipase, protease, and amylase into the small intestine to help with digestion." There, that works for a conversation starter. Will should definitely know about that since he lectured Nico about his starch intake last week in the infirmary.
("I don't care if they're all carbs, di Angelo, at this point you just need to eat, I don't give a pegasus' ass whether it's all carbs and fats -" - which, whatever. )
It takes him a moment to realise Will hasn't said anything back. In fact, he's barely even moved, only enough to squint at his textbook from a new angle. Clearly the most self-aware guy in the room, this guy.
He tries again. Can't have people calling him un-persistent, or whatever.
"So, the, lumen of the vein is larger than the artery, right? Since they have thinner walls?" Oh, curse me. His own insults to that zoom around his brain like a sledgehammer on nectar. And for all his embarrassment, what does he get? Nothing. Solace is still sitting, thumbing through the pages like he hasn't heard anything.
So much for Reyna making his promise to try having friends, and so much for Solace dumping out on him for pushing people away. If he's going to ignore him, and not even tell him why like - like someone who'd promised to be honest with him, then he can just catch up with his textbook in private and not have to deal with Nico's awkward conversation starters or help in the infirmary again.
Fuck it. He stomps away, shaking out his fringe and angrily pressing his thumb into the indent of his initials in his sword's hilt.
No need to let anyone think the Fates are playing favourites, because clearly Nico's in a league of his own with them. Even better, they must love him so much, because right at that moment, when he's suddenly, too irrationally angry to think about where he's going, he trips over a side table and goes careening headfirst into the shelf by the window.
Ah, merde.
"Hey, are you al- wait, Nico? What are you doing here, man? You okay?"
...And of course that's what finally makes Solace wake up from his biology-induced lotus casino haze.
As Solace bounds over, ostensibly to do his whole why-aren't-you-taking-care-of-yourself-better-nico-listen-to-me-I'm-a-doctor-so-I-know-best-and-you-don't routine, Nico resists the urge to melt into the wall, literally. Why did he tell Reyna he'd try making friends? Look where it gets him. Why, of all people, did he have to say he'd try hanging out with Solace of all people when Reyna demanded he give her some actual names to back up his promises?
- ..stupidi ragazzi carini con i loro stupidi sorrisi e le loro stupide lamentele e la loro mancanza di consapevolezza spaziale perché los tre Moirai sono così per me, mamma? perché, dei, perché....
Solace hauls him up halfway into his arms and starts asking him random questions, like:
"What's your name?" Rude, didn't he just call Nico from across the room?
"Okay, okay, cool, I deserved that one, can you tell me what day it is?" How is Nico supposed to answer that. He barely knows what day it is on a good day, he just follows camp schedule through osmosis most of the time, asking random campers what the strategies for the next capture the flag game are to get a gauge on how far away it is -
"Shit, c'mon man, help me out here, what were you looking for in the library anyway? I didn't know you were the reading type - " Which, again, rude? Does Nico not look like the reading type? Is it the black and silver? Does he not look smart enough or something? Hazel's a literal whiz, and Solace knows that, so it can't be a Hades thing.
"Come on, Nico, talk to me. You know why you came to the library, right? Can you at least tell me that?"
To talk to you, dumbass! Because you're ignoring me! Like I'm only worth your time when I'm a patient!
But it's not like he can just say that, because that would be weird. Joy of joys, Solace is getting even closer now, what the hell is going on?
"Uh - listen, don't freak out, maybe I'm freaking out, it's okay, stay calm, I'm calm, I literally do this every day, uh, can you just look straight at me, di Angelo? Need to get a good look at your eyes, figure out how bad we're dealin' here -" and he starts leaning in even closer what the literal fuck -
Is this Nico's punishment for insulting the Fates? Because, damn.
Also, because Nico's brain loves him, it abandons him once more in his time of need, forcing him to let out the weirdest squeak he's absolutely going to deny he ever made. He feels his cheeks warm, and jerks an inch away in a weird full-body shake like Frank sometimes does after returning to his human form.
Gods, what a nightmare. He lifts his hands up to cover his burning face and discreetly look for the nearest shadow when he notices Solace's ashen face, freezing.
Before he can get a real, human word out, Solace is suddenly stepping forward and cradling the back of Nico's head in a ridiculously warm hand while the other cards through his hair.
What the fuck. What the absolute fuck. He would say it feels like his soul is leaving his body if he didn't already know exactly how that felt. His eyes go wide as he wheezes, trying to stammer out a demand for Solace to fucking explain himself, taking liberties with his person -
Solace steps back, clearly confused. "No huge bumps, alright.. maybe shock?" His eyes widen again, as if he's just now noticing the state he's left Nico in.
"Shit, shit, it looks like shock, dilated pupils, difficulty breathing, hold on, di Angelo, let's get you to the infirmary - " Uh, absolutely not? 'Di Angelo' has had enough of the infirmary for a lifetime, grazie mille, Dr. Solace. There isn't even anything wrong with him this time! He's not the one asking weird questions and doing weird things this time.
Without any further thought, he turns around and starts fighting his way out of Solace's grip. If his favourite doctor's shocked cursing is anything to go by, it's the first time a patient's actively tried to escape his tender mercies.
Scratch that. Solace's arms tighten around his waist and the ensuing scuffle makes it clear this is not his first time. Shit, Nico might actually lose this one.
"Sunoffa- Nico! I'm trying to help, calm down!" Like hell you are, Solace. Let me the fuck go (so I can run away and wallow with the nymphs) and maybe then we'll talk.
He redoubles his efforts while pivoting to avoid the lamp on the table next to them.
"You fucking menace," Solace hisses, and if that hidden loss of cool makes Nico grin, well, what's a skull scarf for. Not every day you get to make Sir Doctor Extraordinaire stop being all sunshiney for a day.
Solace finally growls and stops fighting him. "Alright, you win! Hey, can't you stop aggravating your injuries for once?" Which. Wait, what injury? Nico's in perfect health!
"- and like, wartime's one thing, normal camp is another. Do you seriously not respect your body at all? Come on, you haven't even argued it! D'you seriously hate the infirmary that much? Are we a joke to you? You haven't even said anything since you hit your head and - " Nico lets the rest of Will's rant fly over him as he stills, and his mind goes, oh. Oh, this is hilarious. Okay, well, all he's gotta do to correct Will's little misconception is to say something then, right?
He opens up his mouth to cut Will off when he lands on his burning blue eyes and realises, belatedly, that Will's warm arms are still ever-so-gently and firmly cradling his waist, curling around the coarse fabric of his Camp Half-Blood tee.
As his brain goes offline for the the third and hopefully final time, Nico bemoans his existence and prepares himself to blurt out:
"The kidneys are where erythrocytes go to die."
Oh, Dei miei. That's not even right. "Well, no, I mean, the kidneys are where erythropoietin is produced, when the medulla oblongata detects a lack of oxygen in the body, which stimulates the growth of more red blood cells in the bone marrow..."
At least Will's shut up now, which is great. Nico can already feel the headache brewing from his ranting. Instead of backing off, however, Will absentmindedly adjusts his grip on Nico's waist and cocks his head to the side.
"...Did you come to the library to ask me to help you with your biology homework? Because, and I really mean no offense, buddy, but I kinda thought you were a year-round camper. Where'd you find the time to study AP Bio?"
Nico gives up and melts to the floor, ignoring Will's cries to groan and repeatedly thunk his head into the thankfully carpeted floor. This is how Nico dies. He prays for his father to open up the ground and bring him down to the palace for a visit. Will's still struggling to pull him up off the floor (if he's going to chase after him, he can deal with having to catch him, damnit), but only one thought is playing through Nico's mind.
Oh, I'm never going to live this one down, am I?
same fic different scene 0 - prologue-ish
6 notes · View notes
amiracleilluminated · 11 months ago
Text
2 notes · View notes
canesenzafissadimora · 2 years ago
Text
Non lo posso sopportare che due persone non si parlino.
Che non si parlino più. Un uomo e una donna che si amavano per giunta. Gente che si scambiava telefonate roventi o anche solo appassionate durante la notte sbancando i centralini poco tempo prima. Non lo sopporto.
Che mancanza di curiosità, di sensibilità, che buio, che cecità, che vera decadenza.
Qualcuno si trincera dietro un silenzio ottuso, altri (altre) non danno notizie di sé forse confidando nell'antico, nefasto effetto dell'assenza che è una vera aggressione. Bisogna aver molto amato una persona per diventarne nemico a tal punto.
Siamo un antico popolo di scaltri diplomatici, nessuno quanto noi è maestro nell'arte della mediazione, del conferire pesi differenti alle parole a seconda delle circostanze; siamo farmacisti, siamo alchimisti. Però, che meraviglia!
E invece no; tentiamo tristi braccio di ferro, ostentiamo indifferenza e fingiamo durezza, siamo inclini alla fuga, alla vigliaccheria, all'allontanamento.
No, è necessario parlare, anche quando le idee si fanno confuse (è di rapporti d'amore che stiamo trattando), quando si diventa differenti da noi stessi, peggiori, e non ci si riconosce più.
Anche quando si ritiene che “qualcuno” ci abbia rapinato, scippato il nostro sentimento, le idee migliori, i segreti e la vita, tutto. Eh no, cazzo! Bisogna riprendere in mano quei telefoni, volare ancora in macchina di notte da una città all'altra, se necessario, a combattere la mediocrità del silenzio, l'astio, l'orgoglio, la convinzione di avere in tutto ragione.
Ragione di che!? L'amore è sangue che scorre e che gonfia muscoli e vene, chi se ne frega dell'orgoglio, eppoi tutto finisce da sé senza bisogno che noi uomini e donne poveri diavoli ci diamo tanto da fare per squilibrare i pesi di quello che davvero vogliamo e sentiamo. Non si mettano contro, non diventino nemici almeno quelli che si amano (e lo sanno), non perdano tempo, non peggiorino e non diseduchino se stessi; abbiamo già fin troppe battaglie se non vere e proprie guerre da combattere fuori di noi stessi, nel mondo di tutti i giorni.
Basta una telefonata notturna, una sorpresa, anche solo una parola, basterebbe una breve lettera se fossimo ancora capaci di scrivere e non lo siamo.
Un atto di ragionevolezza, un atto di umiltà, sarebbero così necessari. Sarebbe forse vero coraggio. Viviamo invece di atti di orgoglio, cioè di rinuncia; ci chiudiamo da soli alle spalle la porta della nostra cella e per maggior sicurezza ingoiamo la chiave.
Che stupidi, basterebbe parlare. Uomini e donne intendo, ragazzi e ragazze, in ogni tempo e luogo, in qualsiasi circostanza e senza reticenze né giustificazioni.
Non lo posso sopportare che due persone non si parlino.
Almeno quelli che si amano (e lo sanno) facciano qualcosa.
Tumblr media
Ivano Fossati
10 notes · View notes
toxicanza · 1 year ago
Text
intanto spero che elon musk muoia semplicemente io non posso vivere così perché questi bambinoni con i soldi devono rovinare tutto neanche più i social dobbiamo avere perché decidono tutto loro io voglio i ricchi morti la borghesia distrutta il mondo in fiamme lo so che è da stupidi arrabbiarsi per twitter ma ragazzi io non ci credo che questi vedono la tecnologia e decidono che anche questa deve essere per pochi eletti che pagano sapete cosa è andato storto nella nostra vita quando hanno creato il concetto di potere non è il social il problema è la perdita della comunità e di scelta e di funzionalità e di poter usare una cosa come e quando vuoi perché è facile e utile e invece anche questa volta siamo costretti a sottostare alle regole di un idiota perché? perché può perché ha i soldi che probabilmente si è fatto non pagando dipendenti ed evadendo le tasse. spero che i suoi figli lo uccidano quando prendono coscienza di sé. e rivoglio il mio social network per il semplice fatto che I MISS MY FRIENDS
7 notes · View notes
segretecose · 1 year ago
Note
gotta be honest w you chief ever since achille lauro ditched boss doms his music started distinctly to fuck less
i don't know to be honest i can't say i listen to his music but i do have to say that mentre cadono i palazzi stupidi ragazzi prima di lasciarsi sono gli ultimi ad amarsi l'amore in un drive in l'amore in cristalli corse di cavalli un bacio e centomila orgasmi ! i do have to say that
9 notes · View notes
fallimentiquotidiani · 2 years ago
Note
Purtroppo i film per adolescenti vengono spesso considerati film stupidi per via del target, ma non è affatto così. Basta vedere i Goonies per esempio, film per ragazzi molto carino e intelligente secondo me.
Va beh ma quello non è un "film per ragazzi" è un bel film anni 80.
Tipo "Ritorno al Futuro" o "Stand by Me", bei film fatti bene per tutti.
13 notes · View notes
disastroebasta · 2 years ago
Text
La prima intimità
Eravamo lì, sdraiati nel mio letto. Faceva particolarmente caldo, quindi ho deciso di chiudere finestra e porta e mettere l’aria condizionata. Tutto intorno a noi si stava raffreddando, sentivo l’aria più fresca, eppure noi eravamo così caldi. Avvinghiati l’uno all’altro, lui che mi teneva stretta anche mentre dormiva, era diventato la mia coperta. Sentivo sul mio collo il suo fiato caldo e il suo respiro era diventata una melodia bellissima: soave, leggera e a tratti si faceva più pesante. Sono una ballerina, qualsiasi suono che sento è un ritmo diverso, diciamo una scusa per inventarci sopra una coreografia. Il suo respiro, a ritmo alternato, era diventata la mia musica preferita: sognavo di ballare con un vestito leggiadro, bianco, lungo, che seguisse tutti i miei movimenti.  Lo guardavo dormire e ancora non capivo cosa avesse avuto di speciale rispetto agli altri ragazzi incontrati quegli anni, per farmi addirittura cambiare le date degli esami e, credetemi, sono una secchiona: niente e nessuno ci è mai riuscito. Quel ragazzo dagli occhi verdi, stava diventando il mio “ne vale la pena”. In realtà, non è vero che ha gli occhi verdi, a lui piace dire così. Ha degli occhi veramente unici: da una parte quel verde fa ricordare le colline toscane, quelle curate, in cui tutti vorremmo trascorrerci delle ore davanti a un bel vino rosso (decorosamente toscano), regalandoti spensieratezza e tranquillità. Dall’altra parte, quando prende un po’ più di sole, insieme al verde, escono delle sfumature cristalline che ti ricordano il mare. Non un mare qualsiasi, ma quello cristallino, color smeraldo, forse paragonabile a quello sardo. Questo color cristallino ti permette di lasciarti cullare dal suo dinamismo, ti dà sicurezza e al contempo non puoi non lasciarti trasportare dal ritmo delle sue onde. Il mare però è anche turbolento quando agitato, di fronte a una tempesta indomabile, non puoi fare altro che aspettare che il flusso diminuisca. Ancora. Nei suoi occhi puoi scorgere anche un po’ di ambra, colore rarissimo da trovare negli occhi di una persona. Questo colore così giallastro che ti ricorda il sole: una presenza calda, piacevole, di cui tutti abbiamo bisogno. Lui forse è tutto questo per me: è entrato nella mia vita come una tempesta che sconvolge tutto, eppure non mi sono mai sentita cosi tranquilla e protetta come oggi. Forse, è troppo presto per dire di avere bisogno di lui, però sicuramente sento che averlo accanto mi rende più sorridente, più serena. 
È incredibile come tutti questi pensieri mi siano venuti mentre lui sta dormendo, decorosamente ad occhi chiusi. Nonostante sia rilassato, lì fermo immobile, senza lasciarmi un attimo, riesco a scorgere le sue rughette. Rughe che sicuramente in parte sono di espressione, ma dall’altra sono un po’ di vecchiaia. Succede a prendersi uno di 10 anni più grande. Ma posso dire che le trovo anche sexy? Quelle rughe sinonimo del suo grande sapere, della sua enorme saggezza che ogni volta mi impressiona. Ha una cultura che, quando lo senti parlare, hai quasi paura a stargli accanto. Questo suo enorme sapere che farebbe sentire stupidi chiunque, anche tra i più secchioncelli. Questo suo enorme sapere che ti rende piccolo piccolo quando sei con lui e ti fa capire quanto una persona così nella tua vita non può fare altro che arricchirti e migliorarti. 
Non appena ho sentito il suo sospiro farsi sempre più pesante, volevo provare ad alzarmi: aveva il braccio sotto di me, perchè non voleva lasciarmi. Non voleva che i nostri corpi fossero distanti nemmeno un cm, come se avesse avuto paura che al suo risveglio, io non fossi accanto a lui. Come se fosse, quello che stavamo costruendo insieme, quell’inizio (spero) della “nostra” storia, fosse un bellissimo sogno. Però, non potevo permettere che questa sua paura gli facesse giocare il braccio. Allora, ho provato ad alzarmi, delicatamente, senza far rumore, addirittura avevo smesso anche di respirare per paura che potesse sentire un fiato ancora più caldo sul suo collo. E niente, si è svegliato per prendermi con sé, girarmi con lui dall’altra parte e cambiare posizione. Ormai si era svegliato per colpa mia, non potevo essere responsabile della sua insonnia.  Allora, nel posare delicatamente le mie labbra sulla sua pelle calda nonostante il condizionatore segnasse 18 gradi, gli accarezzavo la mano. Ed eccolo lì tempo due minuti ed era già crollato. Di nuovo. Per paura di risvegliarlo, stavo ferma, respiravo a mala pena. Ho smesso anche di fargli i grattini, di accarezzargli la mano per paura di dargli noia. Non so bene cosa stava sognando, però, non ho fatto in tempo a smettere che lui cercava la mia mano. Non so bene spiegarvelo, ma mi ha fatto impressione: io e lui, attaccati come le patelle, smesso di accarezzargli una mano, lui la rimuove come se avesse sentito la mia mancanza. Io riinizio subito, incredula, a sfiorargli delicatamente la mano. “No dai, è uno degli spasmi che si fanno durante il sonno” mi dicevo. Convinta di questa tesi, smetto di fargli i grattini. e invece, la mia tesi era sbagliata: lo spasmo c’è stato di nuovo. e così, altre due o tre volte.  Esterrefatta di come un ragazzo così uomo dall’esterno, avesse bisogno di cosi tante coccole anche durante il sonno. Un ragazzo che si definisce come “spirito libero”, che non vuole incatenarsi, che però inconsciamente aveva bisogno di una mano che lo accarezzasse, come se questo gli regalasse tranquillità e sicurezza - due cose che, in realtà, forse non aveva bisogno. Almeno, io ero convinta di quello. 
Lui ha qualcosa di speciale, non so bene ancora cosa. Ma lo ha, sento che lo ha, sento che è diverso. E questa sua diversità mi fa paura, perchè credo che stia iniziando a piacermi. e seriamente anche. 
Il titolo di questo racconto è la “prima intimità” perchè credo che dormire con una persona a cui tieni in modo particolare, sia un vero senso di intimità. Sei povero, indifeso, debole, esposto a tutti i pericoli. Eppure non te ne frega, perchè ti fidi della persona che è lì con te, ti lasci cullare, ti lasci proteggere. è un’altra forma di intimità rispetto a quelle che verrebbero in mente nel momento in cui si legge questa parola, ma forse anche più importante, più forte, più travolgente. 
Ho paura di questa tempesta. Ho paura della tempesta che sta portando dentro di me. Sarò capace di domarla? O meglio, sarò capace essere abbastanza forte da resistere a tutto? Sarò abbastanza per un qualcuno così?
3 notes · View notes
pastrufazio · 2 years ago
Photo
Tumblr media
Nelle notti insonni, e questa è una di quelle, guardo uno scaffale della mia libreria, ne osservo un altro, trascuro ostentatamente gli ultimi della fila in alto. So cosa vi ho deportato, di conseguenza non si attenua il senso di colpa che mi viene dalla trascuratezza con la quale tratto quei volumi. Ma questo l’ho riportato vicino e, insieme con molti altri, costituisce lo scaffale in cui da più di un anno frugo tra le pagine che sorregge alla ricerca delle parole che mi hanno reso quello che sono. Sono convinto di aver preso in certi momenti della mia vita da adolescente rischi immensi. Questo di Fëdor Sologub è stato forse uno dei maggiori (ci metto anche Nietzsche e Kierkegaard).
Ho appena finito di leggere L’invidia e la società di Helmut Schoeck (liberilibri) e il tema della nota deformazione umana che va sotto il nome di invidia mi gira ancora in testa. Il demone meschino è un piccolo trattato sull’invidia e il Diavolo – con qualche cattiveria in più del Bulgakov del Maestro e Margherita e, infatti, anche Peredònov è un maestro. E allora il rischio si è rivelato essere un pharmakon. Ma come spesso mi succede, al libro, a quella carta, a quella copertina sono legati ricordi e circostanze indelebili, come tutto ciò che mi accadde in quegli anni, trascorsi – oggi, guardando indietro, è quasi una consolazione dirlo – come fossi Alice nel paese delle meraviglie trasformato in incubo da cappellai malvagi e stupidi. Il libro mi fu consigliato da un mio compagno di classe e mi permise, per non so quale strana alchimia premonitrice di abbandonare in fretta e furia lo sguardo incline e sbieco di una ragazza, terrorizzato dalla dimensione Inafferrabile del potere che esercitava sui miei poveri sensi di ometto poco avvezzo al femminile.
Al ricordo di allora si aggiunge il rimpianto e l’angoscia della certezza che oggi – spero qualcuno mi smentisca – ben pochi ragazzi seguono quel lento, inesorabile, incalzante, struggente richiamo delle parole che dai libri chiamano alla vita e alla sua comprensione nel cuore di quella sospensione della realtà che è la lettura.
P.S. Era pubblicato in una collana popolare! URLO: il popolo leggeva questo!!! Lo capiva o non lo capiva fino in fondo… ma lo leggeva!!! E poi cosa significa capire fino in fondo? Charles Péguy ha criticato ferocemente la pretesa dei letterati di “esaurire” il senso di un libro, di un romanzo, di una poesia, con una pletora soffocante di informazioni su dettagli biografici, compositivi, cronologie ecc. Ma su Péguy sarà il caso, nei prossimi giorni, che ci torni su… sì… credo proprio che ci tornerò sopra… e non per esaurirlo…
4 notes · View notes