#strega galassia
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91 Days icons (2/2)
𝒍𝒊𝒌𝒆/𝒓𝒆𝒃𝒍𝒐𝒈 𝒊𝒇 𝒚𝒐𝒖 𝒔𝒂𝒗𝒆𝒅/𝒍𝒊𝒌𝒆𝒅
𝘧𝘰𝘭𝘭𝘰𝘸 𝘧𝘰𝘳 𝘮𝘰𝘳𝘦
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ronald galassia is ugly as shit but ngl, id let strega raw me
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Hello there Strega Galassia fans.
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I can’t delude myself into thinking I can go too long without drawing Strega smh
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Hello peeps
welcome to my 91 days blog! ^^
I will be taking requests at the moment since its new lol, so go request some :)
i also would like if you read the rules before requesting anything
#91days#headcanon#headcanons#angelo lagusa#avilio bruno#corteo#nero vanetti#frate vanetti#volpe#tigre#91daysheadcanon#barbero#vanno clemente#ronald galassia#fango#arturo tronco#cerotto#strega galassia#91 days#request#anime
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Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 02: LOCKDOWN
Ho deciso di alternare gli Autobot e i Decepticon in modo da variare gli argomenti. Così la serie non sembrerà monotona e noiosa. Ora vediamo l'episodio di oggi...
NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.
***
PUNTATA 2: LOCKDOWN, il cacciatore di taglie
Con il prossimo soggetto è meglio non scherzare. Basta solo nominarlo e le reazioni scatenate tra i fan si alternano tra urli di giubilo o vergognosi fischi, se non addirittura insulti più o meno pesanti. L’unica magra consolazione è che LOCKDOWN non appartiene a nessuna fazione dei Transformers, quindi né Autobot né Decepticon.
Sebbene sia uno dei pochissimi Bot misconosciuti a causa delle sue origini relativamente moderne, Locky detiene una discreta popolarità nel brand, complice probabilmente del fatto di essere un cacciatore di taglie con il macabro pallino di collezionare i cimeli degli sfortunati Bot che ha incrociato lungo il cammino, pur detenendo “solo” quattro trasposizioni nell’universo Transformer. Non è certo un bravo ragazzo come Samus Aran, la survivalista spaziale in armatura arancione protagonista della saga Nintendo Metroid, ma possiamo semmai definirlo un “cazzuto bastardo” à la Wolf ‘O Donnel di Star Fox, sempre della Nintendo... oppure ai vari Deathstroke o Lobo della DC Comics. Le analogie tra questi personaggi sono comunque inquietanti tanto quanto il Bot in sé!
Quest’ultimo, dicevamo, nasce in epoca moderna, più precisamente nella serie Animated del 2008: il suo esordio risale all’episodio Il Brivido della Caccia della Stagione 1, nel quale si presenta come un rivale di vecchia data nientemeno che di Ratchet – e inutile dire che questa puntata sigla l’esordio anche di Arcee, la cui tragica fine rappresenta le radici della rivalità tra il vecchio Autobot e il cacciatore di taglie. In questa prima veste, Lockdown è stato paragonato a Testa di Morte, il Bot che nei fumetti G1 Marvel UK si scontrò più volte con i Transformers di entrambe gli schieramenti. Ma se quest’ultimo era un cacciatore di taglie con un balordo senso dell’umorismo che lo rendeva simpatico, Lockdown è invece la sua controparte dark: non solo per il suo stretto legame con i Decepticon, ma anche per la macabra natura della sua passione collezionistica, che prevede la raccolta di pezzi dei nemici caduti – il che spiega il suo assetto asimmetrico quasi alla strega di un patchwork. Non è ironico che, secondo Derrick J. Wyatt, il nostro Locky doveva in origine essere un bizzarro mostro di Frankenstein robotico, poi cambiato per sposarsi meglio con il ruolo assegnatogli dalla sceneggiatura; il risultato è una figura ���reminiscente a un teschio per la testa” con tanto di code simili a quelle di una giacca... anche se, per quanto mi riguarda, il viso di Lockdown ricorda abbastanza vagamente quello di uno dei Kiss! Estetica a parte, il suo arrivo nel brand ha rappresentato una ventata d’aria fresca all’epoca: se già il fatto di non essere allineato a una delle due fazioni lo rende difficile da classificare per l’ingenua mente dei giovanissimi – perennemente radicata alla dicotomia bianco/nero e buono/cattivo – la sua totale immoralità lo rende praticamente inaccessibile.
È proprio questa popolarità nata da Animated che ha spinto gli addetti ai lavori, a ridosso del 2010, a rilanciare il personaggio di Lockdown nel Movie-verso di Michael Bay, sebbene rimanga solo una mera comparsa nei fumetti ad hoc della IDW, da La Vendetta del Caduto in avanti... almeno fino a quando, nel 2014, esordisce anche sul grande schermo in TRANSFORMERS 4: l’Era dell’Estinzione. Sfoggiando un’inedita livrea completamente nera priva degli iconici spruzzi di verde e un’altmode che al confronto lo stesso Sideswipe impallidisce perché è una Lamborghini, Locky si presenta al pubblico nuovamente come “cacciatore di taglie non allineato con nessuno”, che viaggia per la galassia in cerca di tesori a bordo di un’enorme astronave, anche al costo di scontrarsi con gli Autobot di Optimus Prime. Inoltre, rispondendo soltanto ai capricci degli enigmatici Creatori/Quintesson, Lockdown si tiene alla larga dalla guerra tra Autobot e Decepticon, e vede entrambe le fazioni come un branco di schiamazzanti bambini sempre in lite tra loro, che egli stesso deve tenere a bada pur di mantenere una parvenza di ordine nell’universo. È, a tutti gli effetti, l’antagonista principale di tutta la pellicola (seguito a ruota dallo pseudo-zombie Galvatron e al misterioso Stinger, il guerriero rosso “ispirato a Bumblebee ma migliore in ogni senso”), ma finisce infelicemente tagliato in due da un furioso Optimus Prime, forse per vendicare tanto la morte del caro amico Ratchet quanto le vessazioni subite a lui e ai suoi compagni caduti.
Di recente, nel cartone Cyberverse del 2018, Lockdown appare inaspettatamente retrocesso a un mero guerriero Decepticon appartenente al gradino più basso della gerarchia. E come tutti i protagonisti della serie, anche lui ha un design che è la summa di tutte le sue incarnazioni precedenti: è squadrato come un G1 ante litteram ma ha le borchie e l’uncino al posto di una mano proprio come l’omonimo Animated – e retroattivamente anche il suo altmode, sebbene nella serie non si trasformi mai in veicolo.
Naturalmente i ragazzi della IDW, sempre nel 2010, hanno avuto la bella idea di trasporre il personaggio anche nel cubettoso universo G1… anzi nella cosiddetta “G1 moderna”, da con confondersi con quella “classica” da cui tutto il brand ha avuto origine! Nome a parte, perché questo “G1 Lockdown” venisse alla luce, l’artista Alex Milne ha insistito nel voler progettare un design originale per il personaggio, ma quest’idea viene subito accantonata; la Hasbro, infatti, gli chiedeva invece di usare l’aspetto che Locky aveva nei fumetti di Revenge of the Fallen; non solo, fu l’editore Denton J. Tipton a suggerire allo sceneggiatore Shane McCarthy di inserire il personaggio anche nel G1-verso, trasformandolo così in uno dei primissimi avversari dell’Autobot samurai Drift... o meglio del reietto Decepticon Deadlock, fuggito dopo una congiura contro Megatron finita male. Compito del cacciatore è ritrovare il fuggiasco e riportarlo tra le fila Decepticon, anche grazie all’aiuto di alcuni schiavisti; alla fine, lo ritrova su un misterioso pianeta su cui un pugno di Bot neutrali (quello che poi sarà noto come il “Circolo della Luce”) lo aveva tenuto nascosto per eoni.
Ma non finisce qui. Lockdown è apparso anche in altri media, come ad esempio nel videogioco per PS4 TRANSFORMERS: The Dark Spark del duo Activision/High Moon Studios, concepito come un ibrido tra il Movie-verso e la saga di La Battaglia per Cybertron. Oppure su dispositivi mobili, come il crossover Angry Birds: TRANSFORMERS, nel quale uno dei maialini verdi nemici dei celebri pennuti della Rovio (il baffuto Caposquadra), veste i panni proprio di Lockdown. O ancora, come mera comparsa nel defunto gioco di carte TRANSFORMERS: Legends, o addirittura come personaggio collezionabile nel recente strategico Earth Wars, dimostrando che il temuto cacciatore di taglie non sia stato del tutto sbattuto nel dimenticatoio!
***
Abbiamo detto che Lockdown è apparso solo quattro volte in tutto il brand, videogiochi esclusi, ma questo non vuol dire che i modellini associati a questo personaggio siano altrettanto limitati. Il primo fra tutti, ovviamente, è il Deluxe della linea Animated: una bella muscle car nera e verde descritta come “un amalgama tra una Corvette anni 80 e una Cougar anni 60” irta di aculei per renderla più feroce e cattiva, anche se è più corretto definirla un incrocio tra la Batmobile e Christine, l’infernale auto assassina protagonista dell’omonimo romanzo di Stephen King. Di questo mold sono uscite quattro versioni: quella canonica, la traslucida Stealth, la nera e gialla Blazing e uno pseudo-Decepticon per la linea Adventure del 2015 (ovvero la versione giapponese di Robots in Disguise 2015 della Takara); sono tutte equipaggiate col fucile EMP, lo stesso che Lockdown ruba a Ratchet nel cartone, ma solo tre hanno l’iconico uncino e il Blazing è l’unico a sfoggiare una motosega. Nella stessa linea, a nome di Lockdown troviamo anche un Activator, ossia la famigerata sotto-linea dei modellini che si trasformano alla pressione di un pulsante, rivolto dunque ad un target più giovane.
Per quanto riguarda il Movie-verso, Lockdown si palesa come Deluxe nella linea Revenge of the Fallen, palesemente ispirato all’Animated in modo così pesante da sembrare quasi identico all’originale; ciononostante lo stesso stampo sarà riutilizzato per il modellino dell’allievo di Lockdown, un tal Axor, per la sotto-linea Hunt for the Decepticon del 2009/10 e nello stesso biennio il mold originale è stato riproposto sotto il nome di “G1 Lockdown”. Nel Movie-verso arriva un altro Deluxe nell’inedita linea di giocattoli del quarto film di Bay; dico inedita perché questi modelli non sono mai stati rilasciati in Italia per lasciare spazio a degli inutili One-Step e compagni riservati ai giovanissimi. L’AoE Lockdown è tristemente noto come il modello più deludente di tutta la linea non solo per lo schema di colori adottato per nulla fedele alla controparte filmica (il modello Hasbro, almeno, mentre quello della Takara Movie Advance sfoggia una livrea più vicina possibile alla CGI) ma anche per essere una “maledetta sottiletta/mezzo Shellformer”, nonché il modellino più basso di tutti gli altri Deluxe a causa dell’altmode forse troppo piccolo per un personaggio così importante. Un vero peccato... o almeno fino al 2018, in cui il personaggio riceve una figure di una qualità leggermente migliore: lo Studio Series Lockdown, che è sempre un Deluxe ma con uno stampo completamente nuovo e meglio proporzionato rispetto al modello precedente. E per fortuna, poiché molti fan del famigerato cacciatore di taglie hanno finora ricevuto solo una delusione dopo l’altra! 😅
CONCLUSIONE
È davvero un peccato che un personaggio così popolare abbia avuto così poca cura. Forse lui stesso è occupato a raccogliere trofei da qualche parte nella galassia? Io sono ottimista, magari lo rivedremo in futuro in qualche media più che accettabile... e lo dico perché ho sempre avuto un certo fascino per questi personaggi “grigi” e amorali, e sarebbe davvero carino vederlo in compagnia del mio ragno Decepticon Raysharper e tutta la sua banda di Insecticon. Non è da vigliacchi sognare, no? 😊
Arrivederci alla prossima puntata 😘
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Nicola Laferocia - “La gioia”
Non sarò mai una giornalista culturale né una critica letteraria perché ho l’impressione che le cose mi interessino sempre troppo nel microlivello impenetrabile che ha la forma delle ossessioni. Tipo qualche mese fa che ho contattato uno dei direttori di Minima & Moralia per sottoporgli una mia idea su un’unica pagina dell’ultimo libro di Walter Siti. Sono perennemente dentro l’economia della pagina, mai del testo. Perimetro troppo largo, campo da gioco a perdita d’occhio, ipotesi che difficilmente reggono. mi interessa lo stile e il linguaggio quando si tratta di narrazione, e i compromessi con la verità e la retorica quando si tratta di non fiction narrativa. e questo è quanto. Di “La ferocia” di N. Lagioia credo sia piuttosto scontato dire che è un’opera magna, che hanno cercato di appioppargli il munificente riconoscimento di primo esemplare di GRI (Grande Romanzo Italiano) e che ha vinto lo Strega a man bassa 4 anni fa. O che è ambientato tra Bari e Taranto, o che alcune atmosfere sono da incubo. O che l’etologia, che si intensifica nelle apparizioni sconnesse soprattutto verso la fine del libro in pagine con un breve testo incastonato al centro, è in realtà un modo per far dire al libro che oltre Clara, oltre Michele, oltre i Salvemini c’è tutto un ecosistema, dalle fogne alle vie aeree, che è testimone dello scempio del paesaggio naturale, in una bislacca dicotomia natura-cultura (cultura come tecnica, apportata dal padre di famiglia, palazzinaro rampante e spericolato, work-addicted e pieno di sensi di colpa: il tipico padre italiano quando il lavoro c’è). O che la fisionomia di Clara ha un portato di femminile arcaico, donna mistero matrioska che pagina dopo pagina dispiega strati di carne e psiche impensabili all’inizio, quando la si inquadra insanguinata e nuda di notte a bordo strada, poco prima di morire. No, non dirò né metterò a frutto niente di tutto ciò, io ho un solo punto fisso riguardo a questo libro: un certo tipo di determinismo e un certo tipo di inquadratura che vanno di pari passo.
Gli oggetti e le situazioni, nella prosa di Lagioia, hanno una preminenza a mio parere grande. Quando si sta per svolgere l’azione (e quando la costruzione sintattica si fa più serrata e abbonda di punti fermi per dare l’idea di stacchi di camera netti), il punto di vista da cui la scena stessa diparte è un primissimo piano di un oggetto a cui, solo in un secondo momento, appare accanto una fattezza umana (una gamba, un braccio, una mente) che l’azionano, che la manipolano, che ci hanno a che fare (in senso quasi heideggeriano). e questo è per quello che riguarda l’inquadratura prescelta. Ma non solo. La presenza umana che dà loro una destinazione d’uso è quasi sempre presentata nella forma passiva del verbo, in modo che sembri che l’oggetto fosse là da tempi immemori, anticamente posto nel mondo (quasi ribaltamento natura-cultura) e che l’umano sia sopraggiunto solo in un secondo momento. I due piani, ontologico-letterario e estetico-rappresentazionale, si coniugano in questa scrittura difficile per certi versi, mai cristallina, che non si lascia prendere sottogamba né leggiucchiare né prendere poco sul serio né scambiata per docile compagna di serate passate sul divano. La concentrazione richiesta dalla mano di Lagioia è da affinare, il cielo lo benedica. Non so se è il GRI, se è un GRI, ma la fatica viene ripagata da una storia scritta benissimo, lineare nello scomporsi delle parti da principio, e poi sempre più zibaldone di punti di vista diversi, dal topo di fogna che attacca la gatta del protagonista, fino a quella galassia di uomini che ruotano attorno allo scempio del corpo della protagonista.
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Would you know of a fc recommendation for a character like William Birkin from Resident Evil/Biohazard?
Yeah, sure! Here’s some suggestions. I assume you just mean someone who resembles him?
According to the wiki, he’s been portrayed with both brown and blue eyes, and light and darker hair, so there’s a mix here. Also, I didn’t know what race the character you’re playing was.
Yuri Dreyar, Fairy Tail.
Strega Galassia, 91 Days.
Shizuo Hewajima, DRRR!! Wears glasses the vast majority of the time, though.
Howard Link, D.Gray Man.
Patrick Phelps, Black Butler.
Takami Kubomura, Akkun and His Girlfriend.
- Oak Mod
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Bentrovati amici della Non Solo Libri, per omaggiare la settimana che ci avrebbe portato anche solo con il cuore in quel di Lucca Comics & Games, le case editrici hanno deciso di far uscire molte più opere, andando anche ad anticipare alcune in uscite nelle prossime settimane, perciò eccovi una delle liste più corpose e golose di sempre: BONELLI EDITORE: - NATHAN NEVER 353 - SPECIALE DAMPYR 16 - TEX CLASSIC 95 EDIZIONI STAR COMICS: ( DA MERCOLEDI' ) - BAPTISM 1 - DEMON SLAYER 10 - DORAEMON VOLUME 0 - DRAGON BALL ANIME COMICS PACK - DRAGON BALL FULL COLOR 32 - DRAGON BALL SUPER 12 - DRAGON QUEST - L'EMBLEMA DI ROTO II N.20 - EDENS ZERO 7 - FAIRY TAIL COLLECTION BOX 2 - HAIKYU!! 38 - TARGET 102 - HITORIJIME MY HERO 2 - IL MURO 2 - HOMO HOMINI DEUS - MY HERO ACADEMIA 25 - ONE PIECE ANIME COMICS PACK - ONE PIECE NOVEL A 1 - QUEENS QUALITY 10 - RAW HERO 3 - RANSIE LA STREGA NEW EDITION 10 - THE CASE STUDY OF VANITAS 7 - UN BACIO A MEZZANOTTE 11 - WEATHERING WITH YOU 1 - YONA - LA PRINCIPESSA SCARLATTA 18 PANINI COMICS: - ASADORA 1 - ASTERIX E IL MENHIR D'ORO ( CARTONATO E BROSSURATO ) - BLACK BUTLER 1 - 3 - 23 - RISTAMPA - BOBBY SOMBRERO - HOLY FLAMINGO ( NORMAL E VARIANT ) - CAPTAIN MARVEL 17 - DARTH VADER 63 - DOROHEDORO 18 - 19 - 21- RISTAMPA - DRIFTING DRAGONS - ROMANZO - DUNGEONS & DRAGONS 5 - UN DESIDERIO OSCURO - EMPYRE 2 - F***ING SAKURA 2 (DI 2): DANCING - GUARDIANI DELLA GALASSIA 2 - HARRY POTTER - NATALE A HOGWARTS - IL CERCATORE - LEO ORTOLANI - L'ATTACCO DEI GIGANTI COLOSSAL ED.7 - L'IMMORTALE COMPLETE ED.2 - RISTAMPA - L'IMMORTALE HULK 2 - MARVEL COLLECTION - LA SPADA SELVAGGIA DI CONAN 10 - MAGICAL GIRL HOWLING MOON 1 ( NORMAL E VARIANT ) - MONSTER DELUXE 3 - RISTAM - NEW MUTANTS 7 - ONE-PUNCH MAN 3 - RISTAMPA - OTAKU TEACHER 19 - SLAM DUNK 13 DI (20) - SPIDER-MAN DI TODD MCFARLANE 11 - SPIDER-MAN - PRIMA CACCIA DI KRAVEN - SPIDER-MAN 757 - SPIDER-MAN 48 - SPY X FAMILY 1 - VARIANT EARLY ACCESS - VAMPIRE KNIGHT DELUXE 2 - RISTAMPA prima parte..... (presso Non Solo Libri - Store) https://www.instagram.com/p/CG2alBJJKE-/?igshid=cu5d2f4thklk
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So, what did you say about my child?
Generally. In our fandom, I've already come across a very bad opinion of Strega, and I'm here to celebrate justice, if at all someone cares.
So. Yes, he is not the most moral person in the fandom, he was really happy about the death of Don Galassia, who seems to be his own uncle, if anyone forgot.
But now consider this:
1. Strega himself ABSOLUTELY not involved in this murder. On the contrary, he made a deal with Ganso, and 10000001 times he talked, so that the Don did not suffer. Avilio here framed all at once, which is to say.
2. Strega unexpectedly had the opportunity to prove himself in the war with Vanetti, and all by lucky chance in the form of a secretive Avilio, from which it is not at all clear what to expect. And if someone forgot, Strega literally picked him up, cured him, listened to the whole story, laughed heartily at all this Santa Barbara, and released Avilio for thank you. Although, indeed, it would be less costly to finish off Avilio, or simply do nothing. But no, Strega honestly thanked Avilio for the unexpectedly rendered service.
Actually, Strega is not such a bad dude. Simply the guy was lucky, he took good luck in his hands and thanked the one who to him, though this was not the goal, all so beautifully organized.
Love Strega, he's good, though a witch)
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Allora 🤦🏻♀️ rebloggo perché non ho limiti di caratteri.
Praticamente Icy era buona, una adorabile principessa di un regno florido fiorito, ma per qualche motivo aveva già i poteri del ghiaccio 😂 e aveva una sorella. Un giorno una strega potentissima conquista il suo mondo, ghiaccia tutto e trasforma la sorella in una volpe bianca??? E da quel giorno Icy giura di accumulare sempre più potere per ritrasformarla in umana. Ora, questo apre a queste considerazioni:
1. Le Trix non sono sorelle!!!!! Ma come????? Ma da quando????? Ma ci avete detto che sono sorelle per un cazzo di decennio e oltre! Tra l'altro mettono una toppa imbarazzante facendole dire a una certa, ad alta voce, "Lo so che ci chiamiamo sorelle, ma non lo siamo davvero! Lo siamo nello spirito!" che io dico, loro lo sanno benissimo, che bisogno c'è di dirglielo? Cioè lo dice per farlo capire agli spettatori ma allora trova un altro modo, faglielo spiegare alle Winx, cazzoneso, ma perché dovrebbe spiegarlo a loro stesse? Lo sanno che non sono le sue vere sorelle! Che senso ha che glielo dica????
A parte che è una cosa pensata in questa stagione sicuro perché sono sempre state sorelle e lo avrebbero detto prima altrimenti, ma io boh. E poi, come fanno a non essere parenti? Sono discendenti delle streghe antenate, che sono sorelle tra loro 🤦🏻♀️ devono essere parenti per forza.
2. Icy é discendente delle streghe antenate e ci hanno sempre detto che è cattiva per questo come le altre Trix. Ma allora sarebbe diventata cattiva anche senza il suo pianeta distrutto e senza la sorella trasformata? Le altre due sono diventate cattive per il loro sangue senza bisogno di traumi no? E allora perché devi giustificare il suo comportamento se lo avevi già spiegato? C'era già una ragione! Sono entrambe concause? Sarebbe successo lo stesso anche solo con la sorella o solo con il sangue e sono successe tutte e due per caso?
3. Questa strega ha trasformato la sorella di Icy, e lei ha cercato di ritrasformarla in umana cercando nuovo potere ma non c'è ancora riuscita. Dato che Lord Darkar, Valtor e tutti i cattivi potentissimi delle serie precedenti hanno dato i poteri a Icy ogni volta, dobbiamo presumere che se non è riuscita a spezzare l'incantesimo questa misteriosa strega cattiva sia più potente di entrambi e di tutti gli altri cattivi. Dato che non la mostra più dopo aver distrutto il regno di Icy e trasformato la sorella, e nessuno l'ha più combattuta, che cazzo di fine ha fatto???? Perché questa strega più potente di Valtor e di apparentemente chiunque altro non si è più vista? Nel flashback Icy avrà avuto tipo dodici anni, non ne sono passati più di sette/otto... dopo il pianeta di Icy perché non ha conquistato la galassia? Perché le Winx non ne hanno mai saputo niente? Questa qua ha trasformato la sorella di Icy e poi è andata in pensione?
Insomma, non ha senso lol.
Raga lo so che è storia vecchia ma il modo in cui hanno ridisegnato le Winx è VERGOGNOSO. E Aisha l’hanno sbiancata tanto che l’ho scambiata per Bloom.
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Nel centro di Stoccolma c’è una Casa della Cultura. All’ultimo piano della Casa della Cultura c’è un bar. Davanti al bar c’è un palco e proprio stasera su quel palco ci sono degli scrittori. Scrittori molto nervosi. Tutti hanno pubblicato quest’anno il loro primo libro e adesso è il momento del DEBUT BAR, il che significa che dovranno leggere ad alta voce dei brani tratti dalle loro opere. Incontrare il loro pubblico. Lettori tridimensionali, in carne e ossa, che possono ridere, sbadigliare, entusiasmarsi, fischiare, tirare uova o forse la cosa peggiore di tutte: mostrarsi francamente indifferenti alle parole che in qualche momento hanno significato così tanto per lo scrittore. Tutti i posti a sedere sono occupati, fa così caldo che si può disegnare sulla condensa alle finestre. In prima fila ci sono le mamme orgogliose, i fidanzati con costose macchine fotografiche, gli editori già ubriachi. In mezzo i comuni lettori. In fondo gli invidiosi pieni d’odio. Quelli che pensano che i veri scrittori dovrebbero starsene a casa a scrivere, invece di salire su un palco e crogiolarsi nell’ammirazione dei lettori. Io non sono uno degli scrittori sul palco. Non sono una delle mamme orgogliose. Sono uno degli invidiosi pieni d’odio. Alzo gli occhi al cielo alle metafore trite, ostento sbadigli alle lunghe descrizioni dei boschi. Odio quando qualcosa è brutto, ma odio ancora di più quando qualcosa è bello. Sono il lettore che più temo. Ho diciotto anni e scrivo da quando ho memoria. Ciò non significa che abbia imparato a scrivere particolarmente presto, ma soltanto che per tutta la vita ho avuto la sensazione di poter fissare davvero i miei ricordi solo quando li mettevo per iscritto. Ho cominciato a tenere un diario che avevo sette anni. Da allora non ho più potuto smettere. Ho scritto racconti d’amore, canzoni hip-hop, filastrocche natalizie, necrologi per supereroi e negli ultimi anni ho impiegato tutto il mio tempo a cercare di scrivere un romanzo. Un romanzo vero. Un romanzo che vorrei avesse su un potenziale lettore lo stesso effetto che Lindgren e Hinton, Faulkner e Duras, Kanafani e Cortazar, Nabokov e Nas hanno avuto su di me. Mi hanno allargato gli orizzonti. Mi hanno fatto capire che non sono solo, non sono rotto. O meglio, ovvio che sono rotto, ma un sacco di altre persone prima di me hanno provato qualcosa di simile o esattamente identico. L’unico problema è che nessuno sa che scrivo. Non i miei genitori, né i miei fratelli, né i miei amici. Sono terrorizzato all’idea di dirlo a qualcuno. Invece di mostrare i miei scritti a qualche editore vado al Debut Bar, mi siedo in fondo e borbotto qualcosa su quelli che osano. Perché non dico a nessuno che scrivo? Forse perché vengo da una famiglia in cui i libri avevano un’importanza vitale ma si riteneva un po’ presuntuoso credere di essere capaci di scrivere. Leggere libri andava da sé, ma scriverli? E poi cosa farai? Inventerai la macchina del tempo? Ti teletrasporterai in una nuova galassia? Cercherai di trasferire i pensieri da un cervello all’altro al di là del tempo e dello spazio con il solo aiuto di qualche scarabocchio nero su sfondo bianco? Ma fammi il piacere. È impossibile. Smettila di sognare. O forse non ho mai detto a nessuno che scrivevo perché frequentavo un liceo dove parlare di scrivere era considerato il massimo. Ragazzi che andavano in giro con baschi per niente ironici parlavano delle loro poesie ancora non scritte. Ragazze in sciarpe frangiate parlavano del loro progetto di scrivere un romanzo generazionale. Il professore di filosofia parlava del libro di testo che avrebbe presto scritto, in primavera, o magari in estate, o al più tardi il prossimo autunno. Tutti parlavano, parlavano e parlavano, ma sembrava che non scrivessero mai. Adesso ho quasi quarant’anni e comincio a sospettare che il vero motivo per cui non dicevo a nessuno che scrivevo era la preoccupazione di come lo sguardo degli altri avrebbe cambiato il mio rapporto con le parole. Perché quando scrivevo non c’era nessun occhio esterno a osservarmi. Nessun orecchio a sentire se sbagliavo a pronunciare il nome di un autore che avevo visto solo scritto. Nessuna bocca a sciorinare tutte le ragioni per cui avrei fallito. Nessun cervello a pensare che facevo per finta. Nessun indice puntato a prendermi in giro. O meglio. A pensarci bene, c’erano tutte queste cose. Sia nella scrittura che nella cosiddetta vita reale. Ma quando scrivevo avevo la capacità di influenzarle. C’era una libertà che la vita non mi dava. Quando la scrittura funzionava, mi trasformavo nelle parole. Il mio corpo diventava testo, le mie esperienze diventavano eterne e il vuoto che sentivo perché la vita era solo vita, un interminabile martedì con una pioggerellina incessante, la fila al bancomat, gli auricolari che ballano, la metro in ritardo, veniva sostituito dalla sensazione vertiginosa che la vita contenesse davvero qualcosa, che non fosse soltanto un guscio presto morto. Era una specie di magia. E la cosa folle era che fosse sempre a mia disposizione. Il testo non tradiva. Amici si trasferivano all’estero, famigliari sparivano, parenti morivano. Ma il testo rimaneva. Non aveva altre priorità. Non incolpava la politica o l’economia o le malattie per la sua assenza. E ogni volta che qualcuno se ne andava, potevo ricorrere ai miei ricordi e metterli per iscritto. Le parole mi davano un senso di stabilità in un mondo dove tutto scorreva via. Ero convinto che la libertà che provavo con la scrittura dipendesse dal fatto che nessuno mi vedeva. Per questo scrivevo in segreto. Per questo mi ripetevo che non avevo nessun bisogno di lettori. Per questo me ne stavo seduto in fondo al Debut Bar a odiare tutti quelli che avevano più coraggio di me. Poi incontrai una lettrice. Mi penetrò con lo sguardo. Non mi chiese se scrivevo. Mi chiese cosa scrivevo. Come fai a sapere che scrivo? le domandai. Lo so e basta, mi rispose. Ok, ammisi. Scrivo. Ma solo per me. Per il cassetto della scrivania. Chiese di potermi leggere. Dissi di no. Me lo chiese di nuovo. Dissi di no, ma stavolta esitai un attimo. La terza volta che me lo chiese mi arresi. Ed ebbi fortuna. Lei non era piena d’odio. Era un lettrice fantastica. Era paziente e benevola. Era tutto quello che io non ero quando mi sedevo nei posti in fondo al Debut Bar. Si immerse nei miei manoscritti mettendo una stellina dorata su quello che le piaceva e inventandosi una sua categoria per quello che le piaceva meno. La chiamò “TS”. Stava per “Troppo scrittore”. Cosa significa? le domandai. Quando trovi TS a margine, significa semplicemente che stai cercando un po’ troppo di fare lo scrittore, mi spiegò. Un modo gentile per dire: Questo è ridondante. Questo paragrafo non ha niente a che fare con la storia. Questo personaggio risulta piatto come una sagoma di cartone. E questa metafora, quando paragoni un personaggio piatto a una sagoma di cartone, è un po’ troppo scontata. E la cosa strana era che il testo non moriva per il fatto di avere un lettore. Scrivere non diventava noioso. Al contrario, la mia prima lettrice mi mostrò che sono i testi conservati sotto vuoto a morire. Mi fece capire che le parole hanno bisogno di altri occhi per crescere e diventare forti. Cinque anni dopo pubblicai il mio primo romanzo. Fui invitato al Debut Bar alla Casa della Cultura. Devo proprio? chiesi al mio editore di allora. Sarà divertente, disse lui. Ci sarò anch’io. In prima fila. Poi ci facciamo un bicchiere di vino. Salii sul palco e cominciai a leggere. Incespicavo. Mi sentivo a disagio. Ma non aveva importanza. Perché le parole lette ad alta voce sono per finta. Tutto ciò che filtra attraverso di noi è transitorio. Le Case della Cultura verranno demolite, gli autori moriranno. Ma il testo rimane.
Jonas Hassen Khemiri
Inedito letto nel corso della serata di premiazione del Premio Strega Europeo 2017 alla Basilica di Massenzio, in cui l'autore svedese racconta l'incontro con la sua prima casuale lettrice.
thanks to Iperborea Editore
http://iperborea.com/news/401/
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91 Days: Names
I’m honestly fashinated by how Japan use the Italian language. E.g. If there’s an anime about mafia, it has characters with Italian names (or at least that’s usually the plan.)
With 91 Days let me show you characters’ names that aren’t Italian names at all, but that still have hilarious and/or interesting meanings:
Cerotto: Band-aid, patch.
YES. Yes, that’s what it means.
Orco: Ogre
I see no difference imo. Plus, bonus: Ottimo Orco literally means “Excellent ogre” lmao.
Fango: Mud. I’ll say no more.
Tronco: Log, trunk
his name was the one who pushed me into this post lol
Corteo: Parade, procession
Volpe: Fox
Corvo: Crow
Lacrima: Tear. Just one tho
Granchio: Crab.
Oooooh this one got me laughing so hard
Tigre: Tiger
Frate: Monnk
J U S T. H E L P.
Galassia family: basically they’re the galaxy. Literally.
Ganzo: Cocky badass
Just how far did they go with their search?? From what I know, this word is actually coming from the Tuscany slang, let alone the official Italian language. Wow, impressive. it was later assimilated to the Italian btw
Luce: Light
I won’t say this is a completely incorrect name, seen that in Italian there’re names that recall the light meaning, as Lucia (Female)
Serpente: Snake
Scusa: “I’m sorry”, “Excuse me”, excuse, pardon
And this reach the climax, I think.
Strega: Witch. (And yes, it’s a female noun)
You know? I did enjoy the show very very much, but this all definitely made it more enjoyable~
It looks like some of them resembles each other, doesn’t it? Anyway, dunno if someone’ve already done this, but I needed it lol
#91 days#long post#lol sorry but cerotto killed me#like lmao dude wtf#poor band-aid#italian#italian language#definitely not italian names but still#cerotto#ottimo#orco#shrek#fango#tronco#corteo#volpe#corvo#lacrima#granchio#tigre#frate#galassia#vanetti#ganzo#luce#serpente#scusa#strega#nero and avilio/angelo are two of the few ok names
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It's so sad and annoying that even after having watched the whole damn thing, people still don't understand what 91 days is about, ex. how they claim that Avilio's not having killed Nero is his achieveing the 'perfect revenge'. How can people be so blind and not see that underneath the story of revenge, there's a story of two men becoming close, developing strong feelings for each other and ultimately breaking the cycle of revenge? The whole meaning of the show is literally lost on them.
I swear to you, anon, that the reaction you’re talking about is one of the most bizarre things I have ever encountered in fandom. I’ll take a wild guess and say that for many people it’s a way to ignore the references of there being something romantic between Angelo and Nero. It’s better explained in my masterpost; you can hardly make things click in this show without taking this possibility into consideration. People I’ve seen who are wildly against the idea of shipping have went on about how they ‘didn’t get the ending’ in 90% of cases.
And to be honest, I just don’t get why it’s so controversial as a thing? It’s like in fandoms you’re either a terrible fujo or you ignore the existence of homosexuality in general. Your show is either Yuri on Ice tier or the gay can’t even touch it because it’s Serious(tm).
All of this besides the fact that the ‘perfect revenge’ theory doesn’t make sense when you consider what was said in the canon. It’s clear that Angelo is not differentiating based on the four targets’ actions during the massacre; he explicitly states in the novel, on his trip back from Chicago, that he has ‘three more people to kill’. I’ll say more; this is actually something he uses to deceive Ganzo and make him think they’re on the same side, whereas his plan was to have the Galassias shoot him up as well. Someone could come here and claim that he left Nero in the playhouse just like he did with Ganzo, but in that scenario, it was obvious that the latter would’ve been the first one killed, being allied with the Galassias and hanging around with Strega all the time. The same thing can’t be said for Nero, plus in case of danger, he would’ve been given priority in being protected since was the Don.
Angelo changed his mind about killing Nero, but I’m honestly wondering what the point of discussing this is at this point, considering that the show itself states this unambiguously and yet people refuse to connect the dots. Why else do they think Angelo even felt the need to state why he didn’t kill Nero? It was a dilemma.
I stg.
#91 days#thank you anon#yeah its going in the main tag bc its not bashing anyone#salt salt salt#avilero#Anonymous
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💖
Send me “💖” And I will tell you three endings with our muses. One good, One bad, One Romantic; accepting || @crudelmente
Good Ending:
Angelo forsookthe opportunity to completely go through with his vengeance due to hisattachment to Nero. Though he still loathed the mafia, he cared about Neroenough to stay his hand despite how his heart ached to finish everything and bedone with it. The shining trust in those blue eyes made it harder for him to dowhat he felt he needed to even though that was the very trust he had beenlooking for to begin with. Angelo had managed to catch onto Corteo’s plan towork with Fango ahead of time, quickly stopping him from dragging things intoan even greater mess; and though he appreciated his friend’s attempts at savinghim from the hell he was now a part of, he feels it’s fitting for him. Provinghis loyalty for Nero time and time again, it is not difficult to continue stayingwithin that inner circle.
Using blackmailon Ganzo, it was easy to keep the man’s mouth shut and prevent him from leakingjust who Angelo was to Nero or anyone else for that matter. Though this was notthe life he wanted for himself or for Corteo, at least he knew Prohibitionwould soon be over and perhaps with it, the constant fighting between Familieswould calm down as well, even more so with the Vanetti family collecting a substantialamount of wealth for their alcohol.
Bad Ending:
Angelo hadplanned and planned for the moment he could completely decimate the Vanetti family.He had already ruined them enough that recovery would be difficult. Making Nerokill his brother, manipulating Fio into killing Ronaldo, manipulating thoseclosest to the elder Vanetti sibling and systematically ruining them aswell—it had all been so easy. It was as if God himself took pity upon Angelo andaided in his vengeance. Of course, he knew very well it was the Devil thatsteadied his hand and made him walk forward through carnage with an empty heartand blood in his eyes. Strega Galassia had offered him an out—a means to makeup for killing the Galassia Don if he took out Nero. It wasn’t as if Angelocared about such a thing as ‘forgiveness’. He had been a tool for many people,but he was a tool that could easily turn on them at a moment’s notice.
All he reallycared about was closure.
Nero was thelast name on his letter, the last name that he had to eliminate before he wasfinished with his quest for vengeance. With the way he was now, it seemed thatto a point, the Vanetti would welcome death if it was presented to him. Quietly he had gainedthe other’s trust once more as they rode on that final trip to the beach, andjust as he had in the past, he betrayed him once again. The sound of a gunfilled the night air, barrel smoking, and the only witness to such murder beingthe light from the moon that shone above. ❝Don’t worry. I’ll be joinin’ yousoon.❞ Because what else did he have to live for now that everything was done? Thesatisfaction he had sought disappeared a long time ago. All he felt was thatfamiliar, gaping emptiness he had before. And a pang inhis chest that he wished didn’t exist.
❝…I didn’t lie when I said I loved you, Nero…❞
Not that it mattered anymore…
Romantic Ending:
Originally,Angelo’s intentions for getting this close to Nero were to his own ends. Heallowed the other’s feelings to flourish and took advantage of it if onlybecause he knew it would make killing Nero that much easier…or…so he had triedto convince himself. It had been far too easy to ‘pretend’ to have feelings,and if anything, he knew that had long since turned into an excuse. The touches, the way that Nero’seyes would soften in his direction, the intimacy—it had become something thatAngelo had quietly come to crave. However, pride made it so he did not wish toadmit that he had fallen for the Vanetti because that would betray everythinghe had fought so hard to accomplish up to this point. ❝I’ll kill him soon,❞ hekept telling himself each time his arms wrapped around Nero’s waist when theywere alone and kisses were shared.
Soon.
This was all just an attempt to get so close to Nero, that he’d never suspectAngelo of anything. However…the more he told himself this, the more he began towonder if that was even true or him just trying to not admit that he loved him.That soon never came despite the many opportunities given to him. There hadbeen so many chances for him to pull out his switchblade and dig the knife intoNero’s throat when his guard was down. There had been times that Angelo foundhis fingers drifting along the handle in his pocket…yet he could never act. Thethought of killing Nero had become repulsive. Even when everythinghad come crashing down, he still couldn’t bring himself to kill him.
Both going theirseparate ways after everything, it was only by chance that they met again.Though feelings were still raw; a mixture between love, anger, and melancholy,they found themselves traveling together again on what felt like a never endingroad trip. The Galassias eventually gave up trying to track either of themdown the further they went from Illinois, and both were able to settle down somewhere quiet and slowly heal.
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Oracolo di una strega
Oracolo di una strega
Scia rarefatta candida e lontana
Galassia del mio emisfero
Stasera non ho voglia di vagare
E resto seduta l’erba il mio giaciglio
Umidi e fragili steli.
Ombra sono ombra
E fluttuo al chiarore dei lampioni
Che seguono il sentiero
Ciottoli e cespugli aromatizzati
Della notte.
Improvvisa la tua mano
Sfiora la gola scendendo lungo il collo
Mi trasformno in cigno…
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