#still not over stella del mattino
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someone tell wu ming that rpf is a federal crime (affectionate)
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Un sabato sera dai minuti contati questo.
Raggiunta casa di mia madre, entro in silenzio e come immaginavo lei è già a letto. Le chiudo la porta della camera per non disturbarla, mentre sistemo la spesa che le ho fatto, controllo nel frigorifero le confezioni di alimenti scadute. Le rimuovo buttando il contenuto negli organici.
Lei puntigliosa su queste cose, ora non le riesce più di controllarle.
Un rapido riassetto alla casa, ma non le metto a posto tutto. So quanto ci tenga a dimostrare di saperci ancora fare con le pulizie, diciamo che pulisco dove c'è da spostare o alzare qualcosa di pesante.
Mi giunge la telefonata di figlio 2 "Papà ci sono le pizze da infornare, sai che dopo devo uscire".
Mi avvio a casa, dopo aver avuto cura di sistemare le medicine dentro il porta pillole settimanale, in modo che mia madre non sbagli.
La frase di mio figlio "...sai che dopo devo uscire" era incompleta.
La verità è che lo dovrò accompagnare io. In auto raccogliendo tre suoi amici.
Le pizze sono uscite molto buone questa sera, forse la pioggia che insiste me le farebbe gustare meglio se Gabriele non uscisse. Se ancora per un sabato sera fosse il mio scricciolo a casa. Ma non sarebbe giusto per lui.
Appuntamento sotto lo stadio cittadino, poi seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta a una pensilina dove c'è un altro amico per voi tre. Anzi quattro, maledetta rima.
Li ascolto parlare, mi fanno sorridere e anche ridere. Non hanno nulla che non vada bene. Sono ventenni con la voglia di vivere e divertirsi. Lo ero anche io. Forse non sentendomi mai amico al pari degli altri.
Tipo strano "il Rino", sempre assorto e spesso assente.
Li lascio alla pensilina concordata dove il quinto amico li aspetta, e si fanno i nomi di altri che arriveranno più tardi. Forse.
Li saluto, Gabriele inaspettatamente mi saluta baciandomi. "Non ti preoccupare pa' sarò bravo e starò attento, come vuoi tu".
Non ho nulla da obiettare, riparto. Alla prima rotatoria inverto il senso di marcia, un'ultima occhiata a qui sorrisi, a quella complicità di amici che legano le proprie vite in un patto di sangue, di quelli indissolubili che se ben curate, come relazioni, potrebbero durare davvero a lungo.
Nel mio ritorno solitario penso alle mie amicizie perse, al fatto che mi sento solo ed estraneo anche in mezzo ad altre persone.
Ho sempre pensato che la mia vita non avesse un senso, ma un senso l'ho trovato. Sono i sorrisi dei miei figli, la gioia dei loro successi, gli occhi innamorati di chi sceglieranno come persone con cui condividere la vita.
Questo non me lo voglio perdere. Mi madre e mio padre queste cose non le hanno mai viste. Mai. Io le voglio assaporare.
E mentre alla radio passa il brano "I love my life" di Robbie Williams, le sue parole:
I love my life
I am wonderful
I am magical
I am me
I love my life
Mi squarciano il cuore, e la pioggia è come se battesse direttamente sui miei occhi, e non sul parabrezza.
Sono solo, ovvero mi sento solo, ma dovrò aspettare. Aspetterò i successi e le gioie dei miei figli, prima di mollare.
Piove, vedo centinaia di ragazzi che si avviano alla discoteca.
Poco dopo incontro le ragazze sfruttate per dare del sesso a pagamento sui bordi delle strade.
Vorrei fermarmi, dare loro una coperta che le ripari, qualcosa di caldo da bere e la possibilità di dire loro: vai, sei libera. Puoi fare altro nella tua vita, perché hai forza di volontà da vendere.
Solo durante questi pensieri mi accorgo che in radio passa Sweet Disposition un pezzo che trovo meraviglioso dei The Temper Trap
A moment, a love
A dream, aloud
A kiss, a cry
Our rights, our wrongs
A moment, a love
A dream, aloud
A moment, a love
A dream, aloud
Stay there
'Cause I'll be coming over
And while our blood's still young
It's so young, it runs
Won't stop 'til it's over
Won't stop to surrender
Avere la forza, di superare, di aspettare chi è un passo indietro.
Mi sento maledettamente solo, anche se non lo sono. Sto male.
Ma in questo sabato sera i miei figli, chi in un modo e chi nell'altro, si divertiranno. Questo conta. Ne basta uno anomalo in famiglia. E quello sono io.
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DOLCI SICILIANI
Che folle sono stato ad iniziare a parlarti d’amore. Ti ho presentato un vassoio di dolci e biscotti dai mille colori e dal profumo di vaniglia e chioccolato, illudendoti che l’amore era il poter gustare uno dietro l’altro attimi e momenti dolcissimi. Ma ora, battendomi il petto confesso che questo vassoio di tentazioni e perdizione, non è amore. L’amore è una goccia di rugiada piena di provvisoria luce sul petalo di un fiore nell’alba in un mattino di primavera. L’amore è una rossa stella marina che cammina sul fondo del mare, unica vita in quell’ infinito dominante e freddo azzurro. L’amore è un arcobaleno che unisce due monti ma che nessuno può toccare, o rubare, che tutti ammirano e che prima o poi viene solo ricordato. L’amore quindi non dura quanto crediamo o vogliamo, ogni giorno nasce e come noi, ogni momento può morire. L’amore poi non ha bisogno delle mie parole, né del suono di una canzone e dei colori dei fiori perché lui è le parole non ancora dette, è la canzone che senti nel silenzio delle strade, è il colore che nel buio ti illumina. Non ha bisogno di essere evocato nel tuo cuore per esistere perché in esso è già presente come seme fecondo. L’amore non ha bisogno dei poeti, dei santi o di amabili donne per vivere, non ha bisogno dell’arte o delle puttane per essere desiderato. L’amore è fatto dei tuoi sogni, vive del sangue della felicità che ti dona, è impalpabile ma dominante, illusorio ma pesantemente presente, è generosamente contagioso e dolorosamente vendicativo, quando chi ami se ne va e quello che provavi vive ancora, malgrado chi amavi sia lontano, servo e padrone di un altro cuore. È questo straziante modo in cui muore quanto proviamo, questa sua fine cruenta e dolorosa che ci perseguita e che quando accade rende la nostra anima una foresta che brucia, un fiume che travolge il villaggio che attraversa, una piccola noce in cui chiudiamo l’immensità del nostro essere e di tutto quello che ha provato. È questo immenso potere che ha sulle anime vive, il suo regno infinito, il motivo per cui per noi vale quanto il sole. Lo ripeto. Sono stato folle a giocare con le parole e le immagini per raccontarti una primavera infinita, di cui viviamo a volte solo pochi estatici e terribili istanti. Sei stata folle ad ascoltarmi, a vedere nelle mie parole lo specchio in cui ritrovare le tue emozioni, a nutrirti di questi dolci illusori ma di cui hai assaporato il gusto immortale. Siamo vissuti della sabbia che stringevamo tra le mani mentre il vento la portava via; siamo stati schiuma, luminosa e leggera assorbita dalla sabbia arida; abbiamo conosciuto la bellezza e la perfezione, niente di più dovremmo aspettarci dalle nostre prossime vite. Eppure ogni giorno torno a parlartene ancora, smemorato dell’amore di ieri, assetato di quello di oggi stupito da quello di domani e tu mi ascolti come se con ogni parola rinascessero quei tuoi sogni e desideri che dell’amore assoluto sono l’inarrestabile preludio.
What a fool I was to start talking to you about love. I presented you with a tray of sweets and biscuits of a thousand colors and the scent of vanilla and chocolate, under the illusion that love was being able to enjoy very sweet moments one after the other. But now, beating my chest, I confess that this tray of temptation and perdition is not love. Love is a drop of dew full of temporary light on the petal of a flower in the dawn, of a spring morning. Love is a red starfish walking on the bottom of the sea, the only life in that dominant infinity and cold blue. Love is a rainbow that unites two mountains but that no one can touch, or steal, that everyone admires and that sooner or later is only remembered. Love therefore does not last as long as we believe or want, every day is born and like us, every moment can die. Love then does not need my words, nor the sound of a song and the colors of flowers because it is the words not yet spoken, it is the song you hear in the silence of the streets, it is the color that illuminates you in the dark. It does not need to be evoked in your heart to exist because it is already present in it as a fruitful seed. Love does not need poets, saints or lovely women to live, it does not need art or whores to be desired. Love is made of your dreams, it lives on the blood of happiness it gives you, it is impalpable but dominant, illusory but heavily present, it is generously contagious and painfully vindictive, when the one you love leaves and what you felt still lives, despite the fact that who you loved, is far away, servant and master of another heart. It is this excruciating way of dying of what we feel, this bloody and painful end of it that haunts us and that when it happens makes our soul a burning forest, a river that overwhelms the village, a small walnut in which we enclose the immensity of our to be and all that it has felt. It is this immense power that it has over living souls, its infinite kingdom, the reason why it is as good as the sun to us. I repeat. I was crazy to play with words and images to tell you about an infinite spring, of which we sometimes experience only a few ecstatic and terrible moments. You were crazy to listen to me, to see in my words the mirror in which to find your emotions, to feed on these illusory sweets but whose immortal taste you tasted. We lived on the sand we held in our hands as the wind carried it away; we were foam, luminous and light absorbed by the dry sand; we have known beauty and perfection, nothing more we should expect from our next lives. Yet every day I come back to talk to you again, forgetful of yesterday’s love, thirsty for today’s love, amazed by tomorrow’s and you listen to me as if with every word those dreams and desires of yours were reborn, which are the unstoppable prelude to absolute love.
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