#stazioni di rifornimento idrogeno
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Hydrogen Valley: Casale Monferrato Diventa Protagonista della Mobilità Sostenibile
In arrivo un distributore di idrogeno per veicoli a zero emissioni, grazie a un progetto da 30 milioni di euro finanziato dal PNRR.
In arrivo un distributore di idrogeno per veicoli a zero emissioni, grazie a un progetto da 30 milioni di euro finanziato dal PNRR. La transizione verso un futuro più sostenibile passa da Casale Monferrato, che si prepara a diventare uno dei principali poli per la mobilità a zero emissioni. Il progetto Hydrogen Valley, che prevede la realizzazione di un distributore di idrogeno nella città, è…
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enkeynetwork · 13 hours ago
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notiziariofinanziario · 7 months ago
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L'Unione Europea mette a disposizione 780 milioni per i combustibili alternativi 
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Pronti 780 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture quali stazioni di ricarica elettrica, stazioni di rifornimento di idrogeno, soluzioni di elettrificazione di banchine, stazioni di rifornimento di ammoniaca e metanolo nei porti, soluzioni per adozione dell’elettricità e dell’idrogeno per le movimentazioni negli aeroporti e dell’idrogeno in ambito ferroviario. Sono sovvenzioni messe a bando dalla Commissione europea, destinate a progetti di durata massima pari a 39 mesi, promossi da enti pubblici o privati. Le proposte dovranno essere sottoposte al vaglio del Mit entro il 2 settembre 2024 per il rilascio della lettera di supporto obbligatoria alla partecipazione al bando europeo in scadenza il 24 settembre 2024. L’informativa è disponibile al seguente link: https://www.mit.gov.it/documentazione/informativa-bando-cef-afif-2024 Read the full article
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In Piemonte cinque stazioni di rifornimento a idrogeno
Cirio e Marnati, puntiamo a diventare l’Hydrogen valley d’Italia (ANSA) – TORINO, 22 MAR – Cinque dei 36 progetti finanziati dal Pnrr per realizzare stazioni di rifornimento a base di idrogeno rinnovabile sono in Piemonte. Un risultato che pone la Regione ai primi posti della graduatoria del ministero delle Infrastrutture, insieme a Veneto e Lombardia. Le nuove stazioni di servizi saranno a…
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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“H2RESTORE”, il sistema smart made in Campania per l’accumulo di energia
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Un sistema smart made di accumulo dell’energia capace di operare su diverse scale temporali. Si chiama “H2RESTORE” e punta allo sviluppo di un modulo integrato di energy storage da fonte rinnovabile con tecnologie innovative a idrogeno. Un sistema smart home, cos'è? Smart home è un termine inglese che sta a significare "casa intelligente". La smart home è caratterizzata dalla connessione in rete e dalla presenza di nuove funzioni come, ad esempio, i comandi vocali. Il termine Smart Home inoltre indica anche altri aspetti come lo studio e l’applicazione di tecnologie rivolte a migliorare la qualità della vita, il comfort e l’efficienza nelle abitazioni e negli uffici. A questo settore contribuiscono discipline diverse, tra le quali: - ingegneria - informatica - elettronica - architettura - telecomunicazioni. Intervista all'ingegnere Claudio Miranda Per parlare con maggiori dettagli di questi sistema smart made, abbiamo scambiato quattro chicchere con l'ingegnere responsabile del progetto "H2RESTORE" ovvero Claudio Miranda: Cos'è H2RESTORE? H2RESTORE è l’ultimo progetto di ricerca coordinato da Graded e cofinanziato dalla Regione Campania con fondi Por Fesr 2014-2020 all’interno del bando per il sostegno alle Pmi nella realizzazione di progetti di sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico. Cosa si propone di fare questo progetto? Con H2RESTORE, Graded si propone di portare  sul mercato un prodotto innovativo capace di soddisfare la crescente richiesta di accumulo di energia elettrica da fonte rinnovabile attraverso la produzione di idrogeno oggi di grande interesse come elemento chiave per la decarbonizzazione dei sistemi energetici. Quali sono i punti di forza del sistema smart made? Il vero punto di forza del progetto consiste nella possibilità di impiegare H2RESTORE anche per soddisfare utilities diverse dal solo accumulo di energia. Il sistema potrà, infatti, essere commercializzato come unità di generazione di idrogeno green per le stazioni di rifornimento o come cogeneratore per soddisfare carichi elettrici e termici grazie alla possibilità di recuperare calore dal raffreddamento della cella a combustibile. La conclusione del progetto di ricerca, i cui responsabili sono gli ingegneri Graded Claudio Miranda che abbiamo precedentemente ascoltato e Maria Teresa Russo, è prevista per aprile 2023. Quali sono gli scopi e gli obiettivi del progetto? Obiettivo del progetto è la realizzazione di un prototipo di taglia medio-piccola, modulare, completamente ingegnerizzato e dotato dei sistemi ausiliari necessari per la sua installazione in tutti i siti, connessi o meno alla rete elettrica nazionale, nei quali sia necessario ottimizzare lo sfruttamento di impianti a fonte rinnovabile mediante sistemi di accumulo dell’energia elettrica. Read the full article
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scienza-magia · 2 years ago
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Finanziamenti Europei per la produzione di idrogeno verde
Idrogeno, l’UE finanzia progetti italiani con un miliardo di euro. Ansaldo, Fincantieri, Iveco Italia, Alstom Ferroviaria, Enel e De Nora partecipano al primo IPCEI sull’idrogeno che ha ottenuto il via libera della Commissione Ue al finanziamento di 5,4 miliardi di aiuti pubblici, di cui oltre 1 miliardo destinati all’Italia che sta dimostrando eccellenza nel settore. Partito il primo Ipcei idrogeno europeo, le risorse per le imprese italiane Presto prenderà vita in Italia una filiera della componentistica dedicata allo sviluppo di elettrolizzatori, celle combustibili, tecnologia per lo stoccaggio, trasmissione e distribuzione dell’idrogeno, fino agli elementi da utilizzare nel settore dei trasporti. È l’obiettivo delle sei imprese nazionali che partecipano al primo IPCEI sull’idrogeno che ha ottenuto il via libera della Commissione europea al finanziamento di 5,4 miliardi di aiuti pubblici, di cui oltre 1 miliardo destinati all’Italia. I partecipanti sono Ansaldo, Fincantieri, Iveco Italia, Alstom Ferroviaria, Enel e De Nora (in partnership con Snam), a cui si aggiungono i due enti di ricerca Enea e Fondazione Bruno Kessler (FBK). Hanno preso parte al primo Ipcei sull’idrogeno in Europa altre 29 imprese di 14 Paesi dell’Unione. La Commissione ha premiato i piani di investimento, innovazione e ricerca di queste aziende all’avanguardia in molti settori hig-tech e tecnologici, giudicati di elevata qualità e pertanto considerati meritevoli di essere finanziati con una quota maggiore rispetto a quella destinata ad altre imprese europee. Creare una catena UE del valore basata sullo sviluppo dell’energia ad idrogeno Questo Importante progetto europeo di comune interesse o Ipcei (Important Projects of Common European Interest), che attiverà anche 8,8 miliardi di euro di finanziamenti privati, rientra tra le iniziative promosse dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, per favorire la creazione di una catena del valore basata sullo sviluppo dell’energia ad idrogeno, di particolare rilevanza per realizzare l’autonomia strategica dell’Europa.
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“Si tratta infatti di un progetto che si pone l’obiettivo di contribuire in maniera decisiva allo sviluppo di fonti energetiche alternative necessarie per realizzare la decarbonizzazione delle filiere industriali, a partire da quelle legate alla mobilità. In questa sfida che si sta giocando a livello europeo, l’Italia può schierare in campo imprese ed enti di ricerca di eccellenza, con competenze e tecnologie all’avanguardia in grado di raccogliere le opportunità che provengono dallo sviluppo dell’idrogeno oltre a svolgere un ruolo centrale nel percorso di diversificazione energetica che si sta portando avanti”, ha dichiarato in una nota ministeriale Giorgetti. Altri 530 milioni di euro per l’impiego nel trasporto ferroviario e sulla rete stradale Il Governo italiano sta comunque provando ad accelerare lo sviluppo dell’idrogeno in generale nel settore dei trasporti, ad esempio. Ad inizio mese sono stati firmati due decreti dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, che hanno fissato le modalità per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno nel trasporto ferroviario e la realizzazione di 40 stazioni di rifornimento dei mezzi di trasporto a idrogeno sulla rete stradale. Per entrambi gli interventi, una quota pari ad almeno il 40% delle risorse finanziarie è destinata a progetti da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Complessivamente, gli investimenti per questa iniziativa arriveranno dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e si aggireranno sui 530 milioni di euro, si legge in una nota del Mims, da destinare alla sperimentazione dell’uso dell’idrogeno nel trasporto ferroviario, in ambito locale e regionale, e nel trasporto stradale, con particolare riferimento al trasporto pesante. 40 stazioni di rifornimento entro il 2026 L’investimento interessa tutta la filiera: produzione dell’idrogeno green, trasporto, stoccaggio, realizzazione delle stazioni di servizio, acquisto dei treni. Dieci stazioni di rifornimento di idrogeno dovranno essere ultimate entro il 30 giugno 2026 e l’assegnazione delle risorse per la loro realizzazione dovrà avvenire entro il 31 marzo 2023. L’obiettivo è quello di sviluppare la sperimentazione dell’idrogeno attraverso la realizzazione di almeno 40 stazioni di rifornimento per veicoli leggeri e pesanti entro i prossimi quattro anni, prevedendo la notifica dell’aggiudicazione degli appalti sempre entro il 31 marzo 2023. Quanto vale l’idrogeno verde per l’UE? Secondo stime diffuse da H2IT, l’impiego dell’idrogeno nei processi di transizione ecologica e di decarbonizzazione dell’industria europea e anche del settore trasporti, potrebbe generare un giro di affari pari a 820 miliardi di euro l’anno. Ma non solo, perché grazie a questo vettore energetico ecosostenibile si potrebbero creare in tutta Europa 5,4 milioni di nuovi posti di lavoro. Questo però è l’idrogeno cosiddetto blu, a basso impatto ambientale (ma pur sempre inquinante, tra 70 e 100 milioni di tonnellate di CO2 emesse nell’UE per un impiego che attualmente non supera il 2% dei consumi totali), la vera sfida è passare a quello verde. L’Europa si è posta due obiettivi strategici riguardo all’idrogeno: entro il 2024 installare 6 GW di elettrolizzatori per produrre 1 milione di tonnellate di idrogeno verde ed entro il 2030 arrivare a 40 GW di elettrolizzatori per produrre 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde. Raggiunti questi due obiettivi, entro il 2050 l’idrogeno verde potrebbe rappresentare un quarto circa dei consumi energetici europei. Un traguardo simile è quello immaginato per l’Italia dal ministero dello Sviluppo economico, con una penetrazione dell’idrogeno al 20% entro la metà del secolo. Read the full article
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con-una-lettera · 7 years ago
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Claudio Abbado, lettera aperta MIlano, 2 aprile 2006 Come ogni anno, torno dal Venezuela avendo vissuto un’esperienza che ogni volta mi fa scoprire nuove strade, sia dal punto di vista sociale e culturale, sia dal punto di vista umano e mi fa comprendere sempre di più l’importanza di quanto è stato realizzato in questi trent’anni dall’amico José Antonio Abreu. Il sistema Abreu organizza l’intero arco della formazione musicale, da quella di base ai corsi di perfezionamento, con scuole sparse in tutto il Paese; sedi scolastiche di ogni genere, anche per bambini disabili. Le due cose che mi hanno impressionato di più sono il loro entusiasmo e l’energia che dimostrano. Questi giovani musicisti si ritengono molto fortunati perché hanno una chiara prospettiva sociale, che nasce da un bellissimo approccio collettivo alla musica, dalla gioia di fare musica assieme. L’organizzazione di Abreu ha sempre avuto il sostegno e i finanziamenti di tutti i governi. Tutti sono d’accordo con le sue idee, perché sono giuste, indipendenti e costruttive, e perché sono realizzate attraverso una struttura semplice e funzionale. Il sistema può essere descritto metaforicamente come una piramide. Alla base ci sono le orchestre per bambini, nel mezzo quelle giovanili e in alto l’orchestra Simòn Bolìvar, con la quale abbiamo quest’anno realizzato delle registrazioni e dalla quale sono emersi giovani musicisti molto promettenti. Questi musicisti diventano dei simboli per tutti gli altri, esempi da seguire: come Edicson Ruiz, che a soli 19 anni suona il contrabbasso nella Filarmonica di Berlino, e Gustavo Dudamel, l’attuale direttore dell’Orchestra Simòn Bolìvar, che stimo moltissimo e che, uscito dalle scuole di Abreu, ora dirige anche a Berlino. Verremo insieme a metà settembre con la sua orchestra a Palermo e a Roma e tutti potranno ascoltare questa realtà unica al mondo. In Venezuela, dove esiste un contrasto terribile fra la ricchezza petrolifera e la povertà di milioni di persone che vivono nei barrios, questa iniziativa appare come una nuova luce, capace di coinvolgere oggi più di 240mila giovani in tutto il paese. Analogamente, esistono alternative e soluzioni possibili alle situazioni critiche diffuse in tutto il mondo. In ogni paese, anche senza l’appoggio da parte dei governi, ci sono iniziative di grandissimo valore, come l’esempio, a Caracas, della recente, generosa donazione da parte di un centro di ricerca universitario americano di oltre 200 apparecchi acustici ai giovani sordomuti del Coro delle Mani Bianche, che esprimono la musica attraverso il movimento delle mani. Come cittadino del mondo, sento la necessità di parlare di queste iniziative costruttive e di alcuni punti critici della situazione mondiale. Sono cose che di solito vengono nascoste per coprire un sistema che trovo ingiusto per la maggioranza dell’umanità. Esiste da molti anni un’economia mondiale basata sull’uso del petrolio, che ha portato a scelte e decisioni di grande egocentrismo, di cui profitta soltanto una minoranza. Si può dire, approssimando, che meno del 10 per cento della popolazione si arricchisce, mentre il restante 90 per cento muore di fame o vive nella povertà. Davanti a tale constatazione è vergognoso tacere. Questo sistema è stato portato avanti senza lungimiranza, cercando di coprire con menzogne la possibilità di sistemi economici alternativi. Si è arrivati perfino a portare la guerra a paesi che, se non avessero avuto il petrolio, non sarebbero stati attaccati. Nessuno può in questo momento cambiare questo sistema, tranne le persone che lo governano, ma allo stesso tempo è assurdo aspettare per realizzare alternative che sono già in parte funzionanti e non portarle alla conoscenza di tutti. In effetti, tra le economie non basate sull’uso e commercio del petrolio, esistono iniziative contro l’inquinamento, come l’energia solare, quella eolica, quella da fonti energetiche combinate, e l’idrogeno, elemento che sviluppa energia a inquinamento zero. Vi sono alcune regioni, in quattro paesi d’Europa che fanno ampio uso dell’idrogeno, impiegato dai mezzi di trasporto e come base per l’economia del paese; in Europa si stanno costruendo stazioni di rifornimento all’idrogeno, che coinvolgono almeno quattro nazioni. Si parla pochissimo di questi fatti, quando invece si raccontano assurdità sul costo “proibitivo” dei mezzi a idrogeno rispetto agli altri. Al contrario, l’uso del petrolio, fra trasporto e prezzo in continuo aumento, costa dodici volte in più dell’economia legata all’idrogeno. Vediamo chiaramente che quando una nuova strada ha uno scopo strettamente commerciale, e non mette in discussione un certo tipo di equilibrio economico, non si creano difficoltà per impedirne la diffusione. In realtà, se un’intera regione, o anche una sola città, acquistasse un centinaio di vetture a idrogeno, i costi verrebbero abbattuti al di sotto di quelli degli attuali mezzi di trasporto. Ci sono anche altre alternative positive, che colpevolmente non vengono messe nel dovuto rilievo, come il fatto che in Italia esistano già da anni città che sviluppano varie forme di energia geotermica, sfruttando in vari modi l’acqua calda della terra per il riscaldamento totale di abitazioni, uffici e scuole. Questo sarebbe realizzabile in molte altre città o rioni di città più grandi. Ma voler consumare assolutamente più petrolio porta all’eliminazione a priori non solo di economie alternative, ma talora, addirittura, dell’uso razionale dell’elettricità, come ad esempio il trasporto dei camion per ferrovia attraverso il Brennero, fino a Verona — cosa di cui non si sente mai parlare. Se non esistessero forme di razzismo e questa volontà di proteggere a tutti i costi il sistema di interessi legato al petrolio, si potrebbero sfruttare le condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo delle energie alternative proprio nei paesi e nei continenti più poveri, dove si muore di fame. Sono silenzi che continuano a consolidare l’indole umana di distruzione, mantenendo la maggioranza della gente il più possibile nell’ignoranza. Occorre fare sapere che più del 90 per cento della popolazione mondiale ha diritto di conoscere quali sono le possibilità di cambiare un sistema economico disastrosamente egoistico. Claudio Abbado In questa bellissima lettera il direttore d'orchestra Claudio Abbado, partendo dalla relazione tra insegnamento musicale ed economia del Venezuela, denuncia la politica clientelare di molti stati riguardo alla gestione delle risorse energetiche.
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mezzopieno-news · 3 years ago
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ARRIVA LA PRIMA AUTO A IDROGENO CHE PULISCE L’ARIA
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Percorre 900 chilometri con un pieno e mentre si muove purifica l’aria.
Per la prima volta la tecnologia del fuel cell ad idrogeno viene applicata di serie su un’autovettura commerciale e permette di avere un’autonomia così significativa. La Hyundai Nexo batte tutti i produttori di auto mondiali e stabilisce un record di sostenibilità; con un carico di 6,27 chilogrammi di idrogeno purifica 449.100 litri di aria durante il tragitto (quanto il consumo del respiro di 33 persone per un giorno intero) e dal suo tubo di scarico emette solo acqua. Questa automobile non produce CO2 nè altre emissioni inquinanti; un veicolo equivalente con motore a combustione tradizionale, sulla stessa distanza emette circa 126 kg di CO2.
Il motore ad idrogeno entra così nel mercato delle auto e punta ad affiancarsi a quello elettrico tra le soluzioni di mobilità sostenibile che il mondo sta adottando. La Hyundai diventa così la prima a produrre un veicolo a celle a combustibile a idrogeno per il mercato. L’auto monta un sistema di celle a combustibile a idrogeno che per generare elettricità fa passare il gas attraverso una struttura membranosa dove incontra l'aria presa dall’ambiente esterno, un processo che alimenta un motore elettrico. L'elettricità generata in eccesso, compresa l'energia accumulata durante la frenata, viene immagazzinata in una batteria agli ioni di litio. Il rifornimento della Nexo impiega 5 minuti.
La prima nazione dove l’auto è stata messa in vendita è l’Australia, dove sono state costruite anche le prime stazioni di rifornimento dell’idrogeno.
___________________
Fonte: Hyundai - 31 maggio 2021
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massimo-daniele-iafisco · 5 years ago
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Autobrennero, prima autostrada a idrogeno: le nuove stazioni di rifornimento
L’obiettivo è quello di rendere la A22 «la prima autostrada green d’Italia a emissioni zero», spiega l’amministratore delegato di Autostrada del Brennero spa, Diego Cattoni. Una rivoluzione, che permetterà di percorrere oltre 300 chilometri della tratta Vipiteno-Modena emettendo al posto dei gas di scarico solo acqua source https://www.ilsole24ore.com/art/l-autobrennero-e-ecosostenibile-obiettivo-tracciato-emissioni-zero-ACXLiNy
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purpleavenuecupcake · 5 years ago
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Venezia capitale dell’idrogeno: siglato accordo tra comune e città metropolitana di Venezia Eni e Toyota
Venezia sperimenta la mobilità a idrogeno, il carburante che rilascia allo scarico esclusivamente vapore acqueo. Oggi pomeriggio a Mestre, nell’ambito degli eventi organizzati per la ‘Japan Week’ dalla Fondazione Italia Giappone, il Comune e la Città Metropolitana di Venezia, Eni e Toyota hanno firmato un accordo finalizzato a valutare la realizzazione di una stazione di rifornimento a idrogeno nel territorio della Comune di Venezia. L’accordo prevede che, in caso di conclusione positiva dello studio di fattibilità che sarà subito avviato, Eni renda operativa una stazione di rifornimento di idrogeno in una delle stazioni di servizio della società situate nel territorio comunale veneziano, che sarà individuata entro il 31 dicembre 2019, mentre Toyota metterà a disposizione una flotta di 10 Mirai che verrà rifornita nell’impianto di rifornimento di Eni. Questo accordo si inserisce nel quadro della collaborazione già avviata da tempo da Toyota, Eni, Comune e Città metropolitana di Venezia per la realizzazione di un progetto sperimentale finalizzato alla promozione della mobilità sostenibile e a basse emissioni nel territorio veneziano, e segna un passo concreto verso la realizzazione di una rete di distribuzione che permetta la circolazione di mezzi alimentati ad idrogeno. «A Venezia, una delle città più resilienti del mondo – ha esordito il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – siamo partiti dal presupposto che la sostenibilità ambientale fa sempre il paio con il tema delle risorse economiche. Vogliamo dimostrare che l’attenzione all’ambiente, non deve essere percepita come un costo per la collettività, ma diventa volano per l’economia circolare. Un esempio per l’Italia e l’Europa che nasce nel cuore produttivo ed industriale di Porto Marghera. Con Eni e Toyota implementiamo una partnership pubblicoprivata che punta alla ricerca ed innovazione a ricaduta produttiva». «L’idrogeno è una molecola che già usiamo nelle nostre attività - dichiara Giuseppe Ricci, Chief Refining & Marketing Officer di Eni – in particolare nel ciclo bio della raffinazione, principalmente per rimuovere l’ossigeno dalle cariche vegetali, dagli oli usati di frittura, grassi animali e altri scarti con cui a Porto Marghera produciamo biocarburanti. Abbiamo inoltre iniziato a investire studiando tecnologie per la sua produzione a partire dai rifiuti solidi urbani e dalle plastiche non riciclabili, oltre che per la mobilità, di cui l’accordo sottoscritto oggi rappresenta un importante milestone per un futuro low carbon. L’idrogeno costituisce un tassello importante nel percorso di de-carbonizzazione di Eni per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Con le stazioni idrogeno, Eni intende rafforzare ulteriormente la sua offerta di carburanti a basso impatto ambientale: in una rete di 4.400 impianti, 3.500 erogano Eni Diesel+, il gasolio che contiene il biocarburante prodotto nella bioraffineria di Venezia e da poco anche da quella di Gela, mentre circa 200 impianti erogano metano (di cui 2 GNL) e presto anche bio-metano». «Oggi è un giorno molto importante per lo sviluppo dell’infrastruttura di rifornimento d’idrogeno in Italia e siamo orgogliosi di fare la nostra parte insieme con Venezia e con Eni, due partner d’eccellenza, che condividono con noi obiettivi ed ideali di sostenibilità – dichiara Mauro Caruccio, AD di Toyota Motor Italia. Siamo convinti del potenziale dell’idrogeno per favorire il processo di decarbonizzazione della nostra società. Nel percorso verso una mobilità a zero emissioni avrà un ruolo da protagonista e complementare con altre soluzioni tecnologiche elettrificate. Per questo motivo abbiamo iniziato ad investire nello sviluppo della tecnologia a celle a combustibile oltre 20 anni fa e nel 2014 abbiamo introdotto Mirai, prima berlina ad idrogeno prodotta in serie, frutto della continua evoluzione della piattaforma ibrida-elettrica di Toyota». Read the full article
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effemerideitalia · 8 years ago
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Anche in Italia, idrogeno tra i carburanti alternativi per lo sviluppo sostenibile
Anche in Italia, idrogeno tra i carburanti alternativi per lo sviluppo sostenibile
L’Italia dovrà dotarsi di un numero adeguato di stazioni di rifornimento entro il 2025
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficialedel 13 gennaio del  Decreto legislativo 16 Dicembre 2016, n. 257 che recepisce la Direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi (Dafi) per la realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi, tra cui…
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notiziariofinanziario · 1 year ago
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Toyota si concentra sulle celle a combustibile a idrogeno
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Il capo tecnico di Toyoya ha svelato un cambiamento strategico importante. Seppure il brand abbia giocato un ruolo pionieristico nell'ambito dei FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle) con la Toyota Mirai, il grande pubblico non ha ancora pienamente adottato tale tecnologia. Una delle ragioni principali? La complessità nella creazione di una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno. In merito a ciò, Nakajima ha detto: “Abbiamo tentato con la Mirai, ma non abbiamo ottenuto il successo sperato a causa del limitato numero di stazioni di rifornimento idrogeno”. Tuttavia, il responsabile ritiene che i veicoli commerciali siano molto più adatti all'uso dell'idrogeno. Questo non solo a causa delle difficoltà nel potenziare tali veicoli con batterie tradizionali, ma anche per la possibilità di istituire una rete di rifornimento più controllata. “Per i modelli di medie dimensioni è più semplice stabilire una rete di rifornimento, dato che operano principalmente su percorsi fissi”, ha proseguito Hiroki Nakajima. Ma non tutto è perduto per le auto a idrogeno. Nonostante le sfide, Toyota non intende abbandonare completamente questo combustibile sulle sue vetture. Ci sono infatti progetti in cantiere per ridimensionare componenti chiave, come le pile a combustibile e i serbatoi, al fine di ampliarne l'applicazione ad altri tipi di veicoli. Sull'orizzonte, si profilano anche novità sul fronte delle batterie in casa Toyota. Nakajima ha rivelato ad Autocar che le batterie allo stato solido saranno pronte tra il 2027 e il 2028. Questi accumulatori, sviluppati in collaborazione con Idemitsu, avranno un costo iniziale elevato e verranno utilizzati principalmente in modelli premium. Concludendo, Hiroki Nakajima ha sottolineato l'importanza della guida divertente, menzionando nuove offerte come il cambio manuale simulato e la possibilità di scaricare pacchetti personalizzati per le loro auto, garantendo un'esperienza di guida ad alte prestazioni. Read the full article
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notiziariofinanziario · 2 years ago
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Le stazioni di rifornimento a idrogeno in Italia potrebbero presto diventare 38
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Alle due stazioni di rifornimento a idrogeno già attive a Bolzano e Mestre potrebbero aggiungersene altre 36 entro il 2026. Le nuove stazioni verranno finanziate in parte dai 230 milioni di euro del Pnrr, messi sul piatto per sperimentare l’idrogeno nel trasporto stradale, in linea con la Direttiva europea 2014/94/Ue sull’uso e la promozione dei combustibili alternativi.  I progetti sono stati presentati da diverse aziende al vecchio Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile per un totale di poco più di 103 milioni di euro. È quindi verosimile che tutti potranno beneficiare del finanziamento. Ma vediamo nel concreto cosa prevedeva il primo Decreto direttoriale n. 113 del 10 novembre 2022 e cosa potrebbe accadere. Un progetto ambizioso Le nuove stazioni di rifornimento di idrogeno, qualora tutti i progetti dovessero essere approvati, saranno sparse su tutto il territorio nazionale, più precisamente in luoghi strategici per il trasporto commerciale: una condizione presente nella lista delle priorità progettuali contenuta nel Bando. Analizzando nel dettaglio il documento di gara allegato al Decreto direttoriale n. 113, infatti, si scopre che, dei 230 milioni di euro previsti per la realizzazione delle aree di servizio stradali e autostradali, la priorità nell'emissione dei fondi spetterà prima alle nuove "aree di servizio" posizionate: - nei pressi dell'Autostrada A22 del Brennero, soprattutto in previsione del suo prolungamento entro il decennio fino alla Parma-La Spezia, - nei pressi dell'Autostrada A4 Torino-Trieste, - su uno dei corridoi per il trasporto commerciale europeo TEN-T, cioè la rete transeuropea su cui si muove il grosso del transito merci, - nei pressi delle varie hydrogen valleys italiane, cioè quelle aree nelle quali si intende sperimentare il trasporto ferroviario a idrogeno (attualmente i progetti sono tre: uno in Valcamonica, uno in Umbria nei pressi di Terni e uno in Sicilia). Ma non è tutto, perché, come per tutte le misure contenute nel Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) un'altra caratteristica del bando è che il 40% delle risorse sarà destinato necessariamente ai progetti ideati per le Regioni del Sud Italia, quindi Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Parlando proprio di quest'ultime e analizzando la lista delle 36 proposte approdate a Villa Patrizi, soltanto cinque fanno riferimento a queste regioni: due a Bari, una a Taranto, una a Lamezia Terme e una a Sestu, nei pressi di Cagliari. Pressione normata e idrogeno verde Per quanto riguarda invece le caratteristiche tecnico/progettuali comuni a tutte le stazioni, sempre in linea con la Direttiva europea 2014/94/Ue, una delle più importanti riguarda l'erogazione del carburante, che dovrà avvenire necessariamente a una pressione di 350 bar per le auto e 700 bar per i veicoli commerciali pesanti e leggeri. Infine, ogni stazione sarà finanziata se erogherà, per tutta la durata della concessione, solo idrogeno verde, quindi prodotto per mezzo di elettrolisi effettuata tramite energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili. Non resta quindi che attendere i prossimi mesi per seguire l'evoluzione di tutti questi progetti. Le stazioni già attive in Italia Come abbiamo anticipato nel nostro approfondimento sulla corsa mondiale all'idrogeno verde, in tutta la Penisola i distributori di idrogeno attualmente operativi sono solo due: uno nella provincia di Bolzano - ormai storico - e uno a Mestre, inaugurato recentemente. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Macchine a idrogeno: futuro e prospettive
Se parliamo di alternative ecologiche alle auto a benzina o a diesel, le macchine a idrogeno vengono sempre messe in discussione. Sono, effettivamente, una soluzione praticabile? Come funzionano? Quali sono le sue caratteristiche? L'arrivo di nuove auto ad idrogeno come le nuove Toyota potranno dare una vera smossa al mercato? Come funzionano le macchine a idrogeno? Prima di parlare delle possibilità per quanto riguarda le auto ad idrogeno, dobbiamo fare un passo indietro. Obiettivo di questa premessa è capire cosa siano le macchine a idrogeno ma soprattutto capire come funziona. Le auto a idrogeno sfruttano bombole ad alta pressione nelle quali è presente il gas per poi immetterlo in una pila a combustibile che porta il nome di "fuel cell" ovvero il cuore delle auto a idrogeno. Proprio nella fuel cell avviene la reazione elettrochimica che genera elettricità andando poi ad emettere della semplice acqua. Le celle del motore a idrogeno ricevono due flussi in entrata: dal polo negativo con l’idrogeno e dal polo positivo con l’ossigeno. Il catalizzatore contenuto nel motore a idrogeno provoca la separazione degli elettroni dal nucleo e questa reazione a sua volta crea energia elettrica. Qual è il problema delle auto ad idrogeno in Italia? Il funzionamento alla base delle auto ad idrogeno permette a queste vetture di molti vantaggi ma in Italia quanto sono diffuse? In realtà, nel nostro Bel Paese queste auto possono essere vendute grazie all’intervento del Governo che, tramite il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/94/UE, ha deciso di far rientrare l’idrogeno nel piano per le infrastrutture dei carburanti alternativi. In Italia, però, sono due i grandi problemi riguardanti le macchine a idrogeno: - Prezzi: i costi per acquistare un auto ad idrogeno sono ancora troppo alti e proibitivi - Stazione di rifornimento: in Italia non ci sono praticamente stazioni di rifornimento utili per le auto ad idrogeno I lati positivi Lati negativi ma soprattutto positivi visto che le auto a idrogeno hanno tutte la caratteristica di una totale assenza di emissioni di Co2. Dal tubo di scarico di queste vetture, infatti, verrà emesso unicamente vapore acqueo. Infine, grazie all’energia elettrica proveniente dalle celle a combustibile è possibile ricaricare le batterie del motore elettrico in maniera più veloce rispetto ad una vettura puramente elettrica. Il tempo di ricarica necessario per effettuare un "pieno" varia dai 3 fino ai 5 minuti. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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“H2RESTORE”, il sistema smart made in Campania per l’accumulo di energia
Un sistema smart made di accumulo dell’energia capace di operare su diverse scale temporali. Si chiama “H2RESTORE” e punta allo sviluppo di un modulo integrato di energy storage da fonte rinnovabile con tecnologie innovative a idrogeno. Intervista all'ingegnere Claudio Miranda Per parlare con maggiori dettagli di questi sistema smart made, abbiamo scambiato quattro chicchere con l'ingegnere responsabile del progetto "H2RESTORE" ovvero Claudio Miranda: Cinque Colonne Magazine · Intervista all'ingegnere Claudio Miranda Punti di forza del sistema smart made Il vero punto di forza del progetto consiste nella possibilità di impiegare H2RESTORE anche per soddisfare utilities diverse dal solo accumulo di energia. Il sistema potrà, infatti, essere commercializzato come unità di generazione di idrogeno green per le stazioni di rifornimento o come cogeneratore per soddisfare carichi elettrici e termici grazie alla possibilità di recuperare calore dal raffreddamento della cella a combustibile. La conclusione del progetto di ricerca, i cui responsabili sono gli ingegneri Graded Claudio Miranda che abbiamo precedentemente ascoltato e Maria Teresa Russo, è prevista per aprile 2023. Scopo ed obiettivo Obiettivo del progetto è la realizzazione di un prototipo di taglia medio-piccola, modulare, completamente ingegnerizzato e dotato dei sistemi ausiliari necessari per la sua installazione in tutti i siti, connessi o meno alla rete elettrica nazionale, nei quali sia necessario ottimizzare lo sfruttamento di impianti a fonte rinnovabile mediante sistemi di accumulo dell’energia elettrica. Read the full article
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purpleavenuecupcake · 5 years ago
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Toyota ed Eni insieme sulla via dell’idrogeno
A margine dell’ultima tappa del giro d’Italia, che ha visto la partecipazione di 8 Toyota Mirai alimentate a idrogeno come vetture di supporto all’organizzazione dell’evento, Toyota Motor Italia ed Eni hanno presentato l’avvio di una collaborazione per accelerare la diffusione della mobilità ad idrogeno in Italia. La prima fase del progetto prevede l’apertura di un punto di rifornimento di idrogeno presso la nuova stazione di servizio Eni a San Donato Milanese. La nuova stazione, per la quale Eni è in attesa delle autorizzazioni per l’avvio dei lavori, sarà una struttura polifunzionale e di design perfettamente integrata architettonicamente con il nuovo Centro Direzionale Eni che è in costruzione. La stazione prevedrà la vendita di prodotti petroliferi premium combinata con la vendita di carburanti avanzati come bio-metano, idrogeno ed elettricità: le autovetture che vi si riforniranno potranno così dare un contributo sostanziale alla riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, l’idrogeno disponibile nella stazione sarà a “emissioni zero”, in quanto autoprodotto nella stessa stazione per elettrolisi dell’acqua utilizzando energia rinnovabile. Toyota parteciperà al progetto, mettendo a disposizione le proprie conoscenze e provvedendo alla messa su strada di una flotta di 10 Mirai, che verrà rifornita nella stazione di Eni e i cui utilizzatori verranno individuati nei prossimi mesi. Se il progetto di San Donato avrà successo, nei prossimi anni Eni renderà disponibile l’idrogeno in altre stazioni della propria rete. “Toyota è stata tra i primi ad intraprendere con decisione il percorso di elettrificazione della propria gamma - dichiara Mauro Caruccio, AD Toyota Motor Italia – ed oggi siamo il leader, con oltre 13 Milioni di veicoli elettrificati su strada nel mondo. Per Toyota è fondamentale la tecnologia ibrida elettrica, una vera e propria piattaforma da cui derivano tutte le forme di propulsione elettrificata. E proprio dall’evoluzione continua dei nostri sistemi ibridi è nata Mirai, la prima berlina a zero emissioni alimentata ad idrogeno prodotta in serie. A nostro avviso – continua Mauro Caruccio -  il percorso verso le emissioni zero passerà inevitabilmente anche attraverso una mobilità basata sull’idrogeno, un vettore energetico fondamentale per consentire una maggior diffusione delle fonti di energia rinnovabile. In Italia è giunto il tempo di agire per iniziare a creare una rete di distribuzione di idrogeno per le automobili. Siamo veramente onorati di poter intraprendere questo percorso insieme ad un partner così importante come Eni, che abbraccia la stessa idea di tecnologia al servizio dell’ambiente”. “La stazione idrogeno a San Donato Milanese - dichiara Giuseppe Ricci, Chief Refining & Marketing Officer di Eni - costituisce un tassello importante nel percorso di de-carbonizzazione di Eni per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. La mobilità sostenibile è un tema da affrontare con approccio sinergico, in cui tutte le tecnologie sono chiamate a dare il proprio contributo. Con le stazioni idrogeno, Eni intende rafforzare ulteriormente la sua offerta di carburanti a basso impatto ambientale: in una rete di 4.400 impianti, 3.500 erogano Eni Diesel+, il gasolio che contiene anche oli vegetali esausti e di frittura e grassi animali che vengono trasformati in biocarburante nelle bio-raffinerie di Venezia e Gela, mentre circa 200 impianti erogano metano (di cui 2 GNL) e presto anche bio-metano. Con questo accordo – conclude Giuseppe Ricci - abbiamo sottoscritto un’alleanza tra due grandi società, accomunate dall’impegno per un futuro low carbon”. Read the full article
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