#stare sveglio
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Onestamente non riesco a trovare niente di più tranquillo che dormire durante il giorno per evitare tutti, e stare sveglio tutta la notte perché è l'unico momento in cui tutto è tranquillo
#cit#citazione#citazioni tumblr#frasi#frasi tumblr#frasi tiktok#non riesco#trovare#tranquillo#dormire#giorno#evitare tutti#stare#stare sveglio#notte
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mi piace stare sveglio quando Roma dorme così posso guardare la città dall'alto; esco per non pensarti, ma non sono forte.
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𝗪𝗼𝗸𝗲 ("sveglio"): aggettivo inglese con il quale ci si riferisce allo "stare allerta", "stare svegli" nei confronti delle ingiustizie sociali o razziali.
La voce è entrata nei dizionari della lingua inglese nel 2017, attraverso il movimento attivista statunitense Black Lives Matter.
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felice di vedere che i tropea stanno bene (non ironicamente)
#bello rivederli ora fatemi sapere anche come le endrigo stanno grz#concertone2023#<- quello è il tag che uso nel caso io riesca a stare sveglio
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𝗪𝗼𝗸𝗲 ("sveglio"): aggettivo inglese con il quale ci si riferisce allo "stare allerta", "stare svegli" nei confronti delle ingiustizie sociali o razziali.
La voce è entrata nei dizionari della lingua inglese nel 2017, attraverso il movimento attivista statunitense Black Lives Matter.
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anyway secondo flashscore la semifinale di sara e jasmine è all'1.30 di notte cosa ho fatto di male nella vitaaaaa
#ti odio stati uniti d'america#nico rambles#il giorno dopo non dovrei avere nulla da fare quindi potrei anche stare sveglio ma la mia sleep schedule è già tragica
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l’intimità non riguarda solo il sesso. è avere cuore a cuore, stare sveglio tutta la notte a parlare, condividere ricordi d'infanzia, pensieri, paure, sogni e speranze per il futuro. è una risata incontrollabile, un contatto visivo diretto e sentirsi l'un l'altro senza toccarsi: è scambiare energia.
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Senti... facciamo che stasera vieni qui e ci facciamo le coccole.
Ce ne rimaniamo abbracciati a chiacchierare di nulla, a ridere di niente, a stare in silenzio, a respirarci vicino.
Vediamo un film o ascoltiamo musica o beviamo un bicchiere di vino o chissenefrega.
Magari mi racconti di quella volta in cui... o fai una battuta così scema da non riuscire a smettere di ridere.
Intanto però... stiamo vicini.
E ci tocchiamo.
Che detta “così” pare roba spinta e invece è solo braccia che cingono, mani che si sfiorano, una carezza sul collo, un bacio a fior di labbra, una gamba sopra le gambe... “dove metto la testa?”, “Vuoi un cuscino?”, Hey... mi si è addormentato il braccio...”, “Sei comoda? Sicuro che sei comoda?”, “Come stai? Sei stanca, vero?”... La fronte si aggrotta, tu ti agiti e ti accendi di pensieri, gli occhi che un po’ si chiudono... “Dormi?”... Già... dormi.
E io non mi muovo... che se ti sveglio mi scoccia.
E la mano rimane ferma sulle tue gambe.
Immobile.
Mi arriva il calore di un contatto tra vestiti.
Tatuaggio di energie.
Ti farei grattini ovunque.
Ti accarezzerei in ogni angolo.
Di anima e corpo.
Ti bacerei di baci leggeri.
Anche senza fare l’amore. Anche senza, per necessità o forza, lasciare che lo stare vicini diventi desiderio o passione...
Mi piacerebbe, a volte, avere più tempo e spazio per coccolarti.
Magari di ritorno da giornate cariche di stanchezza e pensieri.
Perché siamo adulti con bisogni bambini e non c’è intimità più profonda di un uomo e una donna capaci di essere Amanti passionali e complici di tenerezze:
le infinite forme del piacere e del volersi bene.
Senti... facciamo che stasera vieni qui e ci facciamo le coccole.
Ho una storia da raccontarti che comincia così….. ♠��🔥
Letizia Cherubino,
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IL CANALE DEL DOLORE
È un argomento molto difficile da trattare per me, anzi, lo era fino a oggi pomeriggio, quando sono riuscito a trovare una metafora per definire il mio stato d'animo... stavo guidando, ho tirato fuori una penna dalla borsa e mi sono scribacchiato sul polso il titolo che avete letto là in alto, giusto per non dimenticare l'immagine che mi era apparsa.
Non credo proprio di soffrire di depressione (non rispetto i criteri maggiori), magari qualcosa di più simile a una pseudo-ciclotimia ma, vedete, potrei anche sbagliarmi però ho come l'impressione che le persone dividano le loro esperienze in positive e negative: da una parte le cose che le hanno fatte stare bene e che, se perseguite, continuano a far stare bene e dall'altra quelle negative, esperite nel passato e da evitare nel futuro.
Sbaglio nel pensare questo? Me lo confermate?
Ecco... per me funziona in modo completamente differente.
Io ho vissuto esperienze e basta, se percepite poi positive o negative dipende dalla mia vicinanza al Canale del Dolore.
Prendete la mia gattina Minou, che ci è stata accanto per tanti anni, fin dalla nascita di Figlia Grande.
Se percorro la mia vita nel verde paesaggio del mondo posso ricordarne con gioia i bei momenti condivisi assieme - quando la allattavo minuscola e miagolante, quando dal tavolo ha rubato un pollo arrosto intero più grande di lei e quando Figlia Grande divideva con lei i biscotti plasmon sul seggiolone. Poi però imbocco il viale di ghiaia che costeggia il canale del dolore e comincio a provare nostalgia - le zampate di fango che ancora resistono sotto al davanzale della finestra da cui entrava, il collarino viola che sbuca fuori da un cassetto - e poi comincio a camminare sugli argini del canale, dove mi prende la tristezza del vuoto che ha lasciato, di come forse avrei dovuto accarezzarla di più, di come a volte la sogno e sono pieno di gioia che sia tornata ma poi mi sveglio con le guance umide.
E infine cado nel canale del dolore, dove riconosco le mie colpe e ciò che avrei potuto fare e non ho fatto.
Intendiamoci, non succede sempre e soprattutto non succede per ogni cosa che ho vissuto ma il cammino è sempre potenzialmente quello.
Per dire, ho vissuto cose estremamente negative e mi basta riuscire a stare lontano da quel canale, nel verde della foresta del mondo, per riuscire comunque a evocare un ricordo di quello che di bello sono riuscito a tirare comunque fuori da esse.
Vi dirò, forse il trucco è camminare sul bordo di quel viale di ghiaia, attingendo alla malinconia per farmi più consapevole del tempo che scorre in una sola direzione e nel contempo non rimpiangere mai troppo ciò che non è più...
Però la vita è faticosa e in quel canale giacciono troppi nomi e troppi istanti perché il mio passo sia sempre fermo e dritto.
E fa male che il dolore nel caderci dentro offuschi i bei ricordi.
Vabbe'... stasera va così ma sono sicuro che domani qualcuno mi confermerà che c'è davvero del buono in questo mondo e che è giusto combattere per questo, quindi tranquilli <3
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Di notte faccio questa cosa in cui mi costringo a rimanere sveglio fino a quando non mi addormento, scorrendo qualsiasi app, perché preferirei fare qualsiasi cosa piuttosto che dormire, poi quando mi addormento, faccio di tutto pur di stare a letto e dormire il più a lungo possibile
#cit#citazione#citazioni tumblr#frasi#frasi tumblr#frasi tiktok#notte#rimanere#sveglio#addormentarsi#app#dormire#stare a letto
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Anna è una delle donne più premurose che ci siano a questo mondo. Mi sta portando una bacinella perché mi ha sentito rimettere in bagno e teme io possa stare male sul letto. Le chiedo scusa per il disturbo, le dico che non volevo svegliarla e mi scuso anche per aver vomitato. Lei mi accarezza la testa e dice "Piccina mia non dirlo nemmeno". La vedo con occhi lucidi e mi chiede se voglia tornare a casa: le rispondo che io una casa non ce l'ho. Mi chiede se io voglia contattare mia mamma; le rispondo che anche in questo caso, non ce l'ho. A questo punto ho un conato che non riesco a trattenere: mi sento morire ad averlo ammesso. Anna rimane al mio fianco per una mezz'ora, portando in bagno più volte la bacinella. Ogni volta che me la riporta, piango fissando il fondo; poi rimetto nuovamente e il circolo continua così. Anna ha gli occhi lucidi e mi accarezza la testa e la schiena: non concepisce come io possa avere una madre assente in tutto, al punto da non cercarla quando sto male. Anna non sa che proprio sabato pomeriggio ho fissato una data per mettere fine a tutto. Non sa nemmeno che questa è la prima volta da anni che qualcuno sta al mio fianco mentre sto vomitando. A furia di rimettere, sono praticamente disidratata; Anna mi fa bere a forza un bicchiere d'acqua a piccoli sorsi. Poco dopo mi addormento, sentendomi finalmente coccolata da una mamma.
La mattina mi sveglio e scopro che di notte Anna è uscita per andare a prendere della Tachipirina perché "Sono l'unico medico senza paracetamolo in casa, ma dimmi te quanto sono stordita". L'ha accompagnata Claudio, che mi accoglie sempre a casa col sorriso; non ha battuto ciglio perché sa che sua moglie, come anche lui, è una delle persone più generose e disponibili del mondo, non a caso si sono trovati. Chiedo nuovamente scusa per il disturbo, ma loro si mettono a ridere e chiedono scusa loro di non aver avuto Tachipirina in casa. "Avete fatto fin troppo".
Qualche settimana fa mio fratello ha passato una notte in ospedale per dei calcoli renali. La ragazza e suo padre sono stati in pronto soccorso ad aspettare quattro ore; quando è uscito lui pensava di doversi prendere un taxi, come siamo stati abituati sempre. Vedendo la sua ragazza e il padre fuori, è scoppiato a piangere e ha chiesto scusa del disturbo.
Se c'è un universo in cui io e mio fratello siamo ancora due bambini, stanotte voglio portarli fuori da casa loro e insegnare a entrambi che chiedere aiuto non è una vergogna e che sentirsi dire "Arrangiati" quando si sta male non è la prassi.
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Giorno dopo giorno
Ieri sera ho preparato il porta pillole settimanale a mia madre.
Mentre inserivo le varie compresse contandole sottovoce per sicurezza, come quando da bambino contavo per essere sicuro di aver diviso equamente i biscotti con mio fratello, i miei pensieri hanno preso forme.
È davvero incredibile come da semplici gesti quotidiani, piccoli accadimenti che si possono incontrare durante la giornata, i miei pensieri prendano forma.
Senza forzatura, anzi non riesco a fermarli. Dirompenti.
Così mi sono ritrovato a leggere i giorni scritti sui vari comparti del porta pillole settimanale, sul passare dei giorni. Uno dopo l'altro, sembrano lenti e a volte uguali, eppure sommandoli alla fine sono una vita.
Il passare dei giorni, che trasforma le nostre esistenze in varie presenze o mancanze. Dovremmo avere tutti un porta qualcosa settimanale. Dove trovare giorno dopo giorno un sorriso, un abbraccio, una soddisfazione, un cuore che batte per noi e tanto altro.
Io stesso sono stato un amore in un lunedì, trovato nello scomparto di quel giorno da una persona. Poi giorno dopo giorno mi sono ritrovato a essere un pezzetto di relazione strappato. Non più da ricucire. Mentre io avevo ago e filo per provarci.
Nel mio porta qualcosa settimanale posso trovarci le chiacchiere notturne. Le decisioni mai prese e le scuse per cui, forse, ne è valsa la pena resistere. Ma il tempo passa e temo che i rimpianti occuperanno più spazio nel mio porta qualcosa.
Nel mio porta qualcosa troverò le parole che non ho mai detto, ma anche quelle che avrei voluto sentire.
I ciuffi degli animali che ho amato, che mi hanno lasciato comunque degli insegnamenti. Si anche loro.
Nel mio porta qualcosa ci sono le pillole di saggezza che ho letto, le compresse di amore che ho vissuto e le pastiglie dei pasticci che ho combinato.
Giorno dopo giorno, una passo dietro l'altro, mi sembrano spesso uguali e lenti. Mi fermo e mi giro, solo in quel momento mi accorgo di aver camminato per anni. Il tempo, così impalpabile spesso si maschera di noia, fregandoti. Passando veloce.
Vorrei prendere dal mio porta qualcosa settimanale un desiderio, assumerlo per via orale. Magari baciando. E tornare a sognare con il cuore vivo.
Apro spesso gli scomparti dove ci sono i sorrisi dei miei figli. Sono le medicine dell'anima migliori che io conosca. Potenti, senza controindicazioni o effetti collaterali. Bisogna solo stare attento a non assuefarmi, un giorno potrebbero allontanarsi e di sicuro mi mancherebbero come l'aria che respiro.
Vorrei mettere nel mio porta qualcosa chi dico io. Assumerla regolarmente, per essere felice.
Ma alla fine, giorno dopo giorno, sono arrivato fino qui con il mio porta qualcosa pieno di cose belle, ricordi amari e rimpianti mai dimenticati.
Ora devo ricontare le pastiglie e le compresse di mia madre, non vorrei aver sbagliato a contarle. Quando sogno da sveglio perdo il contatto con la realtà.
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la mia testa in questo momento è un esplosione atomica di stati d'animo ed emozioni che contrastano tra loro e non so a quale di queste dare ascolto. in palestra metto la musica nelle cuffiette, non la ascolto. come ci siamo arrivati alle cinque del pomeriggio? che fine ha fatto la mia vita nelle ultime cinque ore? ho la tachicardia e non riesco a focalizzarmi su un unico pensiero. ho fatto merenda? cosa preparo per cena? non mi ricordo più se ho fatto pipì. non lo so. io non lo so. ruoto gli occhi alla ricerca di qualcosa di stabile nella stanza. non sono abbastanza intelligente per controllare la mia mente. vorrei evadere. la kla pazza sarebbe già evasa, nel suo universo parallelo, con una vita parallela che è diecimila volte peggio di quella originale ma preferisco perché così posso pensare solo al nero, al buio, alle negatività, al silenzio, alla solitudine, al male, alle emozioni che ti fanno stare una merda. regina di un mondo in cui il dolore regna sovrano. queste medicine non mi ci fanno nascondere più da molto tempo che quasi mi manca perché era il mio meccanismo di difesa contro un mondo che precipitava dalle mani, che si sgretolava come pezzi di fango secco. adesso come faccio? la mia testa va a duemila all'ora e non riesco a sentire bene quello che succede, sono stanca. ho messo la musica ma tanto non la ascolto. mi distraggo, se chiudo gli occhi e mi addormento mi sveglio sudata da un sogno lungimirante in cui muoio annegata. se tocco gli oggetti sono reali. sono incastrata in una realtà di mezzo che non è quella reale degli esseri umani ma non è nemmeno il mio mondo di conforto in cui tutto è buio. non riesco a percepire niente se non casino e sto cazzo di cuore che batte piano, veloce, pianissimo, veloce, velocissimo, si ferma. sono bloccata nell'etere cercando di non crollare perché delle persone hanno bisogno di me. mi da fastidio tutto. anche la minima cosa fuori dai miei schemi mentali. non ci sto capendo più niente. eppure va tutto bene perché oggi marika mi ha detto che sta andando tutto bene. io però non sto funzionando, mi sento incatenata, in bilico tra queste percezioni che mi fanno perdere la direzione. "che c'è che non va?" mi chiedono.
"non lo so, sono solo stanca"
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𝗪𝗼𝗸𝗲 ("sveglio"): aggettivo inglese con il quale ci si riferisce allo "stare allerta", "stare svegli" nei confronti delle ingiustizie sociali o razziali.
La voce è entrata nei dizionari della lingua inglese nel 2017, attraverso il movimento attivista statunitense Black Lives Matter.
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queste mattina la routine è:
mi sveglio, mi misuro la febbre, vedo che non ho niente, sono triste
no è che sto così da culo che se avessi la febbre magari potrei stare a casa e invece no :)
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è da un paio di giorni che sogno di stare con marracash e ogni volta che mi sveglio piango perché lo amo da morire lo voglio vivere davvero
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