#stampa autarchica
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regmastice · 6 years ago
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A) Eccomi, mentre faccio all'amore con il sapore.
B) "Notturni scritti il mattino dopo", il libro che fa sparire le teste (e di cui si parlò qualche post fa), è da oggi un po' più rintracciabile. Ricapitolando, potete trovarlo: • A Bologna, presso Modo Infoshop (Via Mascarella 24/b) (le prime copie erano esaurite da un po’, ma abbiam presto provveduto a rimpolpare lo scaffale) • A Roma, presso Punto TIC (via Agostino Bertani 9, a Trastevere) • E -fresca novità- finalmente anche a Rimini, presso la mitologica Libreria Riminese (Piazzetta Gregorio da Rimini 13).
C) E ricordatevi che: le lampadine a basso consumo energetico sono molto più sincere del sole nel riportare le immagini alla corteccia visiva.
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retegenova · 5 years ago
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IL PREMIO UBU ANDREA COSENTINO A FRAMURA PER NUOVE TERRE
Mercoledì 14 agosto ore 21.30 / Località Costa – Framura – Ingresso libero
Aldes / Akròama
KOTEKINO RIFF
DI e con Andrea Cosentino (Premio Ubu 2018)
Musiche in scena Michele Giunta ǀ supervisore dinamico Andrea Virgilio Franceschi
Evento in collaborazione con CapoTrave / Kilowatt 2017
Andrea Cosentino – premio speciale Ubu 2018 –  è un genio attoriale del nostro tempo: un po’ comico dell’arte che si porta dietro le sue maschere e i suoi lazzi migliori, un po’ jazzista che lavora a trovare il suo suono e il suo stile. Riconoscibile e inimitabile.
Kotekino Riff è un coito caotico di sketch interrotti, una roulette russa di gag sull’idiozia, un fluire sincopato di danze scomposte, monologhi surreali e musica. E’ una esercitazione comica sulla praticabilità della scena, sulla fattibilità dei gesti, sull’abitabilità dei corpi, sulla dicibilità delle storie. Una clownerie gioiosa e nichilista senza altro senso che lo stare al gioco.
KOTEKINO RIFF è il gioco del togliere di mezzo l’opera: da un lato resta l’attore, come macchina ludica di significazione, dall’altro il teatro come esercitazione allo stare comunitario. Vuol dire mille cose diverse: dinamiche di potere, di rappresentazione, di rappresentanza, di racconto, di seduzione. Racchiude questioni importanti e sempre attuali: la coralità, il prendere la parola, il potere, la fiducia e l’inaffidabilità, l’autorevolezza, l’autorialità e l’autoritarismo.
Andrea Cosentino – Attore, autore, comico e studioso di teatro. E’ inventore, proprietario, conduttore e conduttrice unico/a di Telemomò, la televisione autarchica a filiera corta. Tra i suoi spettacoli ‘La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce’, il ‘dittico del presente’ costituito da L’asino albino e Angelica (i cui testi son pubblicati in Carla Romana Antolini (a cura di), Andrea Cosentino l’apocalisse comica, Roma, Editoria e spettacolo, 2008), Antò le Momòavanspettacolo della crudeltà, Primi passi sulla luna (il cui testo in versione narrativa è pubblicato da Tic edizioni), Not here not now e (in collaborazione con Roberto Castello) Trattato di economia. Le sue apparizioni televisive vanno dalla presenza come opinionista comico nella trasmissione AUT-AUT (Gbrcircuito Cinquestelle) nel 1993 alla partecipazione nel 2003 alla trasmissione televisiva Ciro presenta Visitors (RTI mediaset), per la quale inventa una telenovela serial-demenziale recitata da bambole di plastica. E’ promotore del PROGETTO MARA’SAMORT, che opera per un��ipotesi di teatro del-con-sul margine, attraverso un aricerca tematica, linguistica e performativa sulle forme
espressive subalterne.
INFO
Officine Papage – 339.8698181 [email protected]
nuoveterre.officinepapage.itPagina Facebook: Festival Nuove Terre
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Ufficio stampa Marzia Spanu
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Andrea Cosentino a Framura con “Kotekino Riff” IL PREMIO UBU ANDREA COSENTINO A FRAMURA PER NUOVE TERRE Mercoledì 14 agosto ore 21.30 / Località Costa - Framura - Ingresso libero…
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metaforum-it · 7 years ago
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di Benedetto Della Vedova*
Al direttore - Non ho mai votato a sinistra, tantomeno molto a sinistra come sicuramente ha fatto Laura Boldrini. Ho invece votato, anzi, di più, da radicale ho sostenuto e sono stato eletto nel centrodestra quando l’alternativa, pur comprendendo la Rosa nel Pugno, era il governo con Bertinotti, Diliberto e Ferrero, mentre Berlusconi ancora diceva di voler capitanare una rivoluzione liberale purtroppo poi neppure tentata. Trovo anche per questo un moto di rabbia quando vedo la stampa legata al centrodestra e personalità di spicco non solo della Lega salviniana, ma di Forza Italia, tirare in ballo esplicitamente la presidente della Camera, Laura Boldrini, accostandone il nome agli attentati folli e sanguinari commessi da fanatici nichilisti in nome di Allah. Un comportamento assurdo e virulento, che trascende qualsiasi polemica politica, anche durissima, per sconfinare nell’attacco sadico e compiaciuto; un modo per additare al pubblico ludibrio una donna perché professa idee diverse sull’immigrazione, lucrando sulle disgrazie, lo sconcerto e il dolore di tanti.
Un piccolo, grottesco revival da caccia alle streghe in versione social. Laura Boldrini, piaccia o no, è una donna laica, femminista, gay friendly, tollerante, internazionalista, multilateralista, democratica, libera: l’esatto opposto dei terroristi e della loro cultura identitaria, maschilista, religiosamente fanatica, autoritaria, omofobica, imperialista, bigotta, razzista. Laura Boldrini rappresenta molto di quello che i terroristi temono e quindi odiano. Il politically correct vissuto come ideologia irrita i laici che, come me, hanno imparato anche a difendere l’indifendibile, a cercare di capire prima di giudicare. Ma cosa c’entra il politically correct nella polemica faziosa contro la presidente della Camera sui terroristi macellai? Per non essere vittime del politically correct bisogna, come Trump, essere neutrali tra qualche eccesso di trasporto dei liberal ed il Ku Klux Klan?
Attenzione, perché se le donne votano e divorziano, se i neri non hanno più autobus separati negli Stati Uniti e i gay non finiscono (quasi) più in prigione è perché il politically correct, sempre con qualche eccesso, ha vinto e sconfitto i Trump di allora. Questo politically correct dovremmo trovare il modo di promuoverlo nel mondo (anche) per contrastare il terrore che i fanatici della conservazione, reazionaria e maschilista, vogliono imporci. Mi si dice: altro che integrazione, è un’invasione che porta i terroristi di domani, una guerra da chiamare con il suo nome e combattere. Evviva! E quindi? Me li vedo quelli che tuonano contro noi “buonisti” pronti a mandare i loro figli a morire nel deserto di Libia o Sudan o Yemen o Mali o Niger, perché bombe e droni non bastano senza una strategia, un obiettivo concreto e sostenibile, ma solo per dimostrare che loro la guerra la combattono. Ma non siamo al tavolo con il Risiko: servono strategie, perseveranza e alleanze, un po’ come ha fatto in questi anni, senza proclami ma lavorando sodo, l’Italia di Renzi e Gentiloni in Libia, per rimediare a una guerra probabilmente giusta, ma improvvisata e lasciata meno che a metà. Non sarà “spezzando le reni” alle ong amiche della Boldrini che si risolverà la questione degli sbarchi (cioè delle partenze irregolari), ma con la visione di insieme del governo che alcuni risultati, pur contraddittori, comincia a darli. Sui terroristi si indaga, si scopre, si arresta, si condanna e si incarcera: mettendo più mezzi e strumenti. Noi lo abbiamo fatto con i brigatisti, con leggi speciali e pentiti, quando centinaia di migliaia di italiani fiancheggiavano la rivoluzione armata e omicida che in molti praticavano. Ma con i migranti che già vivono a Roma o Milano cosa fare? Mostrare la faccia feroce? Ripetere tutti i giorni alla badante magrebina di nostra nonna e al pizzaiolo sotto casa che la festa è finita? Che quando vinceranno Salvini e Meloni le cose cambieranno? Che loro figlio, che non ha mai lasciato l’Italia, la cittadinanza se la deve (forse) straguadagnare, mica come il bisnipote di un povero lombardo emigrato oltre un secolo fa in Argentina che l’Italia non l’ha mai vista ma otterrà il passaporto italiano per vivere in Spagna? E poi? Chiederemo loro, contro il Papa, di scegliere o la conversione alla nostra fede o l’esilio? Cosa viene, per gli antiboldriniani, dopo l’urlo impotente: “Ora basta!”?
Se mai al governo, più di Gentiloni e Minniti, farebbero quello che giustamente hanno fatto in passato accanto a qualche grida manzoniana: una pragmatica sanatoria per gli irregolari che lavorano nelle case, nelle fabbriche e nei campi dei loro elettori. Torno al punto. Donne e uomini del centrodestra mediatico e parlamentare, dove ormai Salvini ha imposto con efficacia la sua egemonia: smettete questo assurdo e disonorevole attacco personale, furibondo e immotivato, alla presidente Boldrini. Non ve lo chiedo per “buonismo”, ma perché voglio ritrovare la libertà di non doverla difendere e di poterla attaccare quando spara sulla globalizzazione, il Ttip e il Ceta esattamente come fate voi; quando, come voi, critica la Bce e “l’Europa delle banche”; quando si mobilita contro la ricerca Ogm e, come voi, difende una filiera agroalimentare autarchica che non esiste perché mai esistita; quando, come fate voi, straparla contro il Jobs act e vuole ridurre l’età per la pensione; quando difende l’acqua pubblica e ostacola gli investimenti privati nei servizi pubblici; quando… Liberate l’ostaggio delle vostre ossessioni e restituitemi un avversario politico.
*Benedetto Della Vedova è sottosegretario del ministero degli Esteri
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retegenova · 5 years ago
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Andrea Cosentino – premio speciale Ubu 2018 –  è un genio attoriale del nostro tempo: un po’ comico dell’arte che si porta dietro le sue maschere e i suoi lazzi migliori, un po’ jazzista che lavora a trovare il suo suono e il suo stile. Riconoscibile e inimitabile.
Kotekino Riff è un coito caotico di sketch interrotti, una roulette russa di gag sull’idiozia, un fluire sincopato di danze scomposte, monologhi surreali e musica. E’ una esercitazione comica sulla praticabilità della scena, sulla fattibilità dei gesti, sull’abitabilità dei corpi, sulla dicibilità delle storie. Una clownerie gioiosa e nichilista senza altro senso che lo stare al gioco.
KOTEKINO RIFF è il gioco del togliere di mezzo l’opera: da un lato resta l’attore, come macchina ludica di significazione, dall’altro il teatro come esercitazione allo stare comunitario. Vuol dire mille cose diverse: dinamiche di potere, di rappresentazione, di rappresentanza, di racconto, di seduzione. Racchiude questioni importanti e sempre attuali: la coralità, il prendere la parola, il potere, la fiducia e l’inaffidabilità, l’autorevolezza, l’autorialità e l’autoritarismo.
Andrea Cosentino – Attore, autore, comico e studioso di teatro. E’ inventore, proprietario, conduttore e conduttrice unico/a di Telemomò, la televisione autarchica a filiera corta. Tra i suoi spettacoli ‘La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce’, il ‘dittico del presente’ costituito da L’asino albino e Angelica (i cui testi son pubblicati in Carla Romana Antolini (a cura di), Andrea Cosentino l’apocalisse comica, Roma, Editoria e spettacolo, 2008), Antò le Momòavanspettacolo della crudeltà, Primi passi sulla luna (il cui testo in versione narrativa è pubblicato da Tic edizioni), Not here not now e (in collaborazione con Roberto Castello) Trattato di economia. Le sue apparizioni televisive vanno dalla presenza come opinionista comico nella trasmissione AUT-AUT (Gbrcircuito Cinquestelle) nel 1993 alla partecipazione nel 2003 alla trasmissione televisiva Ciro presenta Visitors (RTI mediaset), per la quale inventa una telenovela serial-demenziale recitata da bambole di plastica. E’ promotore del PROGETTO MARA’SAMORT, che opera per un’ipotesi di teatro del-con-sul margine, attraverso un aricerca tematica, linguistica e performativa sulle forme
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