Tumgik
#stakanovista
aigiornileggeri · 6 months
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oggi sono andata al comune e al comando dei vigili per sbrigare le ultime pratiche burocratiche.
sono arrivata con la mia cartellina, con ordinate tutte le scartoffie del caso. ho rotto il cazzo a geometra, commercialista, piastrellista, idraulico, muratore, ragazzi dei condizionatori e anche papà affinché tutto fosse perfetto.
Laura, ufficio tecnico: “ma qui è tutto perfetto, sei così precisa”
io: “sul lavoro sì, ma se vieni in camera mia trovi il casino”
capricorno, stakanovista, rompicoglioni. perdonatemi se il mondo non gira attorno a voi, ma al lavoro e io voglio fare questo. per sempre.
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hemlockdrunk · 1 year
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odiare il novanta per cento degli autori della letteratura latina è un full time job e io sono stakanovista
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anaromantico · 1 year
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La categoria stakanovista
🤣🦖
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crazy-so-na-sega · 2 years
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Caro Edmund, noi cattolici italiani abbiamo faticato duemila anni per fabbricarci un Dio sulla nostra misura umana, cordiale, tollerante e pieno di indulgenza per i. nostri peccati. Nel nostro Paradiso c'è perfino una stakanovista dell'adulterio. Maria Maddalena, e un professionista del furto, Ranieri, per dare speranza a chi cade in queste colpe e procurargli il perdono. Tutto ciò potrà fare a pugni con la Teologia, ma va benissimo d'accordo col nostro carattere.
-I. M. -A Edmund Stevens 1954
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manozingara · 9 months
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Sogni e deliri del 30 dicembre 2023, Vienna
mi sveglio ad un incrocio in mezzo ai campi di grano, ho fatto un incidente. Lui non lo deve sapere non lo sopporto. Il mio collega di religione, integerrimi, con cattedra di teologia in una università di Roma. Non lo sopporto. Provinciale ed ammirato.
ho sognato, poi pensato di dover scrivere un libro racconto
non fatti, non un racconto, sensazioni immagini nostalgie
uomo di mare capelli bianchi, il vecchio bagnino il gestore di tutto
la grotta è un ombrellone naturale: immagina stare lì sotto con una ragazza
lui è stato spettatore delle nostre vite delle nostre vicende estive, siamo cresciuti ci siamo innamorati e traditi sotto ai suoi occhi, e lui sotto ai nostri.
grotta a mare alta due bambini giocano sulla sabbia con una giovane ragazza, capelli raccolti sotto un cappello e occhiali neri. Bikini.
giuseppe vecchio comunista, stakanovista, contro ogni consumo, ha avuto la sua macchina nuova, frutto del lavoro di professore, arriva sotto al portico, la luce è accesa, è una Mercedes, è arrivata. Ora anche lui vanta una bella macchina, che cura meticolosamente e che non sa usare.
un gruppo di amici che si è conosciuto frequentando questo piccolo stabilimento sgangherato
qualche figlio piccolo, ospiti portati occasionalmente, occhiate e sensazioni rubate, qualche morte improvvisa, inaspettata, prematura. Qualche piccolo incidente. In città ci si vede poco e in pochi.
è ai margini di una spiaggia sotto un'alta grotta naturale un arco naturale
in fondo ad una strada di campagna in mezzo al grano tagliato
la fine dell'estate è segnata dal sole che non si insinua più sotto la grotta, fra la montagna alle spalle e l'arco, non arriva più sulla sabbia. Vengono levati gli ultimi ombrelloni, i lettini vengono usati in modo disordinato, l'acqua da azzurra che era diventa grigia. Gli ultimi bagnanti se ne vanno. È finita la stagione.
Gli unici a godere di qualche raggio sono i locali e chi esce con una barca.
il mare si allunga sulla sabbia in ombra e va a lambire la terrazza in legno sverniciato del bar. Ora solo pochi amici e amanti segreti. Il vecchio bagnino, qualche bagnante di vecchia data ora in pensione che si attarda a rientrare in città. Poi nulla più. Se ne riparla in primavera, se qualcosa resisterà ancora alle mareggiate.
Tanti stereotipi visti e rivisti nei film ma anche ampiamente vissuti.
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ilragliodelmulo · 1 year
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Wild Steel - Age of steel
Per questo album ho voluto rappresentare una metafora sui rapporti tra uomo e donna e, in generale, tra persone: la ricerca del bene personale, dell'amore, dove in questo percorso spesso si è disposti ad annullare la controparte, inconsciamente...
Torna lo stakanovista Wild Steel, che, tra un progetto discografico e l’altro, ha trovato il tempo per tirare fuori un nuovo disco solista. Noto soprattutto per la sua militanza negli Shadow Steel, nel 2006 rilasciava il suo primo solo album, “Wild Steel”. Se si eccettua il disco tributo ai Crimson Glory, “Transcending Glory: A Tribute to Crimson Glory”, del 2011, l’esperienza Wild Steel sembrava…
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livornopress · 1 year
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Matteo Magni, il vicecapitano stakanovista: "Che bello esaltarsi di fronte ad un pubblico così numeroso e caldo"
Matteo Magni, il vicecapitano stakanovista: "Che bello esaltarsi di fronte ad un pubblico così numeroso e caldo"
Livorno 4 giugno 2023 – Matteo Magni, il vicecapitano stakanovista: “Che bello esaltarsi di fronte ad un pubblico così numeroso e caldo” Le 2.000 presenze registrate al centro sportivo ‘Emo Priami’ di Stagno, tra venerdì 29 Aprile e lunedì 1 Maggio, in occasione del torneo ‘I’m a Lion’, e gli oltre 1.000 spettatori che, sempre nell’impianto di via Marx, hanno assistito, due settimane più tardi,…
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telodogratis · 2 years
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Sarta asiatica matura 2 anni di esperienza lavorativa in 3 mesi
Sarta asiatica matura 2 anni di esperienza lavorativa in 3 mesi
Dirittinega (TI / EU) – Lai Ping, una sarta asiatica, ha raggiunto i due anni di esperienza lavorativa dopo soli 3 mesi da quando è stata assunta. Del resto è una stakanovista, ma come ha fatto? Ping lo spiega con una semplicità disarmante: “Quando mi hanno fatto il colloquio di lavoro da Shein mi hanno L’articolo Sarta asiatica matura 2 anni di esperienza lavorativa in 3 mesi proviene da…
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giornalepop · 2 years
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IL SOTTOVALUTATO SAL BUSCEMA
IL SOTTOVALUTATO SAL BUSCEMA
Sal Buscema era un vero e proprio stakanovista del tavolo da disegno. Un disegnatore che difficilmente viene menzionato nella hall of fame, ma che fa parte in tutto e per tutto della storia del fumetto americano. Nato a Brooklyn il 26 gennaio 1936, Sal Buscema ha avuto il torto di essere il fratello minore di una vera e propria leggenda del fumetti: il mitico John, con il quale, nonostante fosse…
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i-am-a-polpetta · 3 years
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non so bene dire che ore fossero quando ieri* sono crollata ma ho sognato: che stavo lavorando 🥲
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Lasceresti la tua morosa per una sconosciuta che ti promette fuoco e fiamme?
...mah, lasciare un affetto solido e confortante a favore di una piromane, mi sembra un'eventualità che non solo io, ma proprio nessuno coglierebbe...forse giusto un vigile del fuoco stakanovista alla ricerca di straordinari...
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austr0 · 4 years
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Alla fine ho davvero cominciato il puzzle e sto facendo la cornice intorno, ho separato tutti i pezzi in tre macrogruppi principali per colori e quattro sottogruppi per le intersezioni dei vari colori principali. Nel frattempo ho pulito casa, ricevuto esito dell’esame e mi sono anche tinta i capelli e guadagnata un male alla schiena atroce. Stakanovista del divertimento cheeeeeeck
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insuperficie · 4 years
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Ho trascorso l’ultimo mese a fuggire di casa. Microfughe adolescenziali, per me che non ho mai davvero vissuto l’adolescenza, passata a studiare senza motorini né discoteche, con pochi baci, qualche passatempo che oggi si direbbe da nerd e che al tempo era semplicemente quello che era, senza nessun conflitto, nessuna autocoscienza. 
Il lavoro che faccio è difficile da spiegare. Mia madre non lo capisce, mi guarda ed è convinta che io non faccia niente, che passi il tempo. Non ho le mani sanguinanti e callose, non ho il fiatone nè il collo abbronzato dei muratori. Come spiegarglielo? 
Come spiegare il maldischiena, l’ansia costante, la testa che frigge in preda a un calendario troppo fitto. Come spiegare la capacità nient’affatto naturale di passare ore a leggere, seduto immobile come una lucertola, ad abbrustolirsi alla luce delle parole. Non si può. E dunque occorre fuggire, vivere clandestinamente nei bar, lavorare nelle pizzerie e nei parchi, al sole tra la gente che anche non capisce, che non capirà mai. Il flaneur è uno stakanovista frainteso. 
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maybeweexisttobleed · 4 years
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Un giorno fragile
« te la senti di lasciare questo posto? »
« Direi di sì anche a occhi chiusi... Sei venuto per rapirmi? »
« Sì. È un'evasione da questo posto di merda. Ci stai? »
« sei proprio un sovversivo »
Lui aveva il peso e la dannazione interiore di non poter essere ovunque, quando serviva. Cosa domandarle? Se stesse bene? Domanda stupida e scontata.
Lei si strinse nella vestaglia, un gesto dettato dal pudore e scorse sul viso dell'altro tutta la stanchezza delle sue notti insonni. Perché era venuto a trovarla proprio quella sera?
L'imbarazzo aleggiava dietro ai loro silenzi e sguardi. Lui era lì per una fuga, un'evasione. Eppure non poterono scappare dai loro ruoli, dal loro passato. New York tornò a farsi viva attraverso i racconti di lui, nella sua frustrazione e nei suoi occhi lucidi lei scorgeva un sentimento che forse non era si era ancora. Si era seduto al capezzale, mentre lei goffamente usò le stampelle per tornare seduta. Quando si ritrovarono fianco a fianco, lei provò ad allungare la mano finendo per ritrarsi a causa dello scatto di lui, dettato da uno sfogo rabbioso che lo portò a rialzarsi di colpo dal letto.
« CAZZO! » urlò lui.
« Sei rimasto ancora lì, a New York... vero? » gli chiese lei, stringendosi nelle spalle.
Era davvero una vita fa? Era davvero tutto passato? Lui si reggeva il capo tra le mani, stava tremando di rabbia e di dolore. Lei rimase ancorata al materasso e ricevette le sue scuse per aver alzato la voce, scosse il capo e minimizzò. No, non se lo meritava quel trattamento, non meritava, eppure era successo. Gli disse che non si può salvare chi non vuole essere salvato, ma lui sembrava conservare quella ostinata speranza di poter redimere chi diceva di amare. L'amava, al passato...era davvero tutto finito per lui?
Lei aveva lo sguardo basso e l'espressione afflitta, tant'è che a un certo punto si trincerò dietro un altro silenzio pesante. Stava raggelando, lui se ne accorse e le offrì la giacca ma lei rifiutò: doveva dimostrare a se stessa di avere ancora un controllo, una dignità e una compostezza nel proprio dolore. Era il freddo di un disagio psicologico piuttosto che fisico, nonostante stesse indossando una vestaglia di seta e la camicia da notte.
« Gli altri sono morti. Sono morti tutti... » lo disse con le lacrime agli occhi, ma ricacciò indietro tutto e cercò di concentrarsi su di lui, su ciò che lo stava ferendo. Lui non era mai stato bravo a consolare le persone, le disse che quelle persone non erano morte invano, ma questo non era sufficiente, non per lei. Lui non le staccava lo sguardo di dosso e le prese una mano. L'amore aveva un prezzo, l'amore spacca i cuori e lei gliela raccontò quella storia finita con un dossier di polizia e un cuore finito in mille pezzi. Perché lui era lì? Non aveva un'anima da salvare?
« Se credi di poter salvarla, se credi di amarla ancora... allora esci, vai a cercarla e prova a salvarla. » lo incalzò, c'era persino un ritmo in quello che stava dicendo, finché non arrivò alle ultime parole e sembrò rallentare, colta da un dolore intimo, personale « Altrimenti lasciala andare... amare è anche questo, alle volte... » mormorò.
« Sono venuto qui per riportarti a casa, Alex.» parlava lentamente e sembrava faticoso, per lui, ammettere ciò che stava dicendo « stavamo... progettando un'evasione, ricordi? »
Lei non aveva nemmeno più il coraggio di guardarlo in faccia, semplicemente era lì, ad ascoltarlo. «...perché? » gli chiese con un filo di voce, come se improvvisamente fosse stanca, carica di una tristezza che la stava mettendo a dura prova. Era stata considerata stoica, stakanovista, appezzata anche dal Commissario Addams, ma adesso si stava lasciando andare.
Prima o poi, d'altronde, si crolla.
« Sono morte davanti ai miei occhi. Mi sono... » disse lei e la voce si ruppe, dovette appellarsi al proprio autocontrollo per proseguire senza crollare psicologicamente « morte addosso, cazzo. » glielo disse senza troppi giri di parole, con lo sguardo lucido.
Lui poteva capirla, viveva e si nutriva dello stesso dolore. Il dramma del sopravvissuto « Smettila di torturarti. Non ci devi pensare. Chiaro? Guardami. Guarda me. Guarda me. Non guardare loro.» disse. Mosso dal momento, le prese delicatamente il viso tra le mani, erano arrivati a guardarsi dritto negli occhi. « Ci siamo noi. Ci sono io, ci sei tu, ci sono tutti gli altri. » la guardò ancora e, forse, l'unica cosa da fare era quella più semplice e banale. « piangi. Non tenerti tutto dentro. Non avvelenarti. Non tu, ti prego. »
Lei non doveva avvelenarsi, non doveva diventare come lui. Rimpianti, domande e colpe. Lui le disse di non diventare una "sopravvissuta". Forse era già troppo tardi, ogni lampo, ogni esplosione... la portavano a rivivere quella notte. Occhi negli occhi. Sentirsi invitare al pianto la portarono ancora più vicina ad esso, anche se riuscì a trattenersi per l'ennesima volta « Sono uscita illesa... mi si è graffiata solo la suit... » glielo confidò con un sussurro. Fino a quel momento era stato un segreto sospeso tra i sogni e i propri pensieri.
Perché? Perché lui era andato fin lì? «...perché » i loro volti erano pericolosamente vicini « siamo io e te, adesso. E non dobbiamo cadere. » erano parole senza senso, che lui pronunciò con evidente fatica mentale.
C'era lui. C'era lei. La pioggia a Philadelphia. Fino a quando? Ha importanza il quando?
Avevano prestato giuramento: servire e proteggere. I cittadini, la città, ma anche loro stessi. Erano una squadra. Da quando lui era entrato in quella stanza, non si erano scambiati altro che richieste di perdono ed esternazione di dispiacere. New York li aveva scalfiti, Philadelphia provava a spezzarli. Si scambiarono una promessa importante, avrebbero lottato, per se stessi, l'un per l'altra. Avrebbero scacciato incubi e orrori.
« Mi dispiace... mi dispiace per tutto... »
« Ti prego... sta' zitta. »
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unfilodaria · 4 years
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Così stanco da non avere neanche la forza di chiudere gli occhi.
Con il lavoro (o lo studio) ho sempre avuto un rapporto malato. Non sono metodico, non sono costante, ma ogni volta che ho una scadenza mi ci tuffo dentro, trattenendo il fiato, in apnea profonda. Ed ogni volta è la scusa per fare silenzio nella mia confusione mentale ed affettiva. Più sono in subbuglio e più divento una stakanovista. Non ci sono orari e pause che tengono.
Solo massacrandomi di fatica metto pace nel mio animo, stoppo i dubbi e le emozioni silenziondale.
È un suicidio per passione o per amore. Ma soprattutto per non pensare
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ideeperscrittori · 5 years
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LO STAKANOVISTA SALVINI Ho letto che Salvini al Senato non ci va mai. Sono sconvolto. Mi state dicendo che lui, l'uomo la cui effettiva esistenza era messa in dubbio al Parlamento Europeo, l'uomo che da ministro disertava i vertici europei per andare dalla D'Urso a dire che l'Europa non ha fatto nulla, l'uomo che da ministro è andato al Viminale solo quando ha sbagliato strada, l'uomo che ha frequentato anche la più sperduta panineria molisana più di qualsiasi sede istituzionale, lui, non un altro, è assenteista al Senato? Incredibile. Nemmeno un accuratissimo modello probabilistico avrebbe potuto prevedere un simile comportamento.
-- L’Ideota
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