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#spartiti per pianoforte
tacabanda · 1 year
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Berti-SibillaDownload Sibilla Tammurriata in Do# per Pianoforte. Musica di Federico Berti Spartito musicaleDownload Pdf La differenza nell'attenzione data alle tarantelle rispetto alle tammurriate nel repertorio pianistico della musica classica e contemporanea, è dovuto senza dubbio alla popolarità e al riconoscimento delle prime rispetto alle seconde. Le tarantelle sono state storicamente più popolari e riconoscibili a
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chez-mimich · 2 months
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“ARS SONORA” E “NEL TEMPO”
“Ars Sonora” è una iniziativa del FAI che ha proposto, a Villa Panza a Varese, una serie di tre concerti, l’ultimo dei quali si è tenuto domenica 21 luglio scorso, con un magnifico confronto a quattro mani tra Enrico Intra e Ricciarda Belgiojoso. Il concerto, nello splendido salone della Villa (che è anche sede della collezione d’arte contemporanea Panza di Biumo), ha presentato un programma pianistico di assoluta originalità sia per la scelta degli autori sia nel “concept” della serata. I brani interpretati primariamente da Ricciarda Belgiojoso, venivamo poi ripresi, in forma di reinterpretazione, da Enrico Intra, quasi sempre con un tocco di jazz e comunque attraverso l’improvvisazione più pura. In qualche brano il paradigma era rovesciato, ma il risultato sempre fascinoso. Certo che improvvisare sul minimalismo di Philip Glass, primo autore proposto, sembra operazione piuttosto ardua, vista la serialità quasi maniacale di certi spartiti del musicista statunitense, eppure, già da “Opening” primo raffinatissimo brano, si è capito, se ce ne fosse stato bisogno, di quale agile maestria mentale (e manuale) sia capace il Maestro Intra. Segue quindi Bach (studio n. 1 dal Clavicembalo ben temperato), in un programma che è un florilegio di piccoli gioielli musicali, e anche qui Intra ne dà una interpretazione di assoluta originalità, dove il divertimento dell’invenzione, benché su un banco di prova così impegnativo, si legge nell’espressione degli interpreti. Si susseguono velocemente (il concerto è stato replicato subito dopo, visto il grande successo di pubblico) autori molto stimolanti quali György Ligeti e Eric Satie, la cui “Gymnopedie” fa sembrare ancora più incantevole il bellissimo salone, l’antistante giardino e la magia del cielo sereno dopo un temporale. Seguono Chick Corea, con un incantevole brano dal suo “Children’s Songs”, Julia Wolf con un brano minimalista “torturato” a dovere da Intra che mette le mani nella pancia del pianoforte, come da miglior tradizione del jazz di improvvisazione, traendone un magnifica variazione sotto lo sguardo attento, divertito e affascinato della bravissima Ricciarda Belgiojoso. Un’ora esatta per un concerto difficile da dimenticare o da riporre nello scaffale dei tanti ricordi musicali. Anziché parlare del dopo concerto, vale però la pena parlare del “prima”: Villa Panza, ospita fino al gennaio 2025, una piccola ma assolutamente inconsueta mostra che raccoglie opere del Minimalismo americano (e italiano) intitolata “Nel Tempo” di cui, il FAI (con Magonza), edita anche il bel catalogo. Numerosi e variegati gli artisti in mostra: Gregory Mahoney, con la sua apodittica “Time exist in the Minds” (del 2000, guarda caso stesso anno del brano di Julia Wolf), Allan Graham, Grenville Davey, Susar Kaiser Vogel, William Metcalf, On Kawara, Jan Dibbets, Cioni (Eugenio) Carpi, Walter De Maria, Robert Tiemann, Franco Vimercati, Hanne Darboven, Ian Wilson e altri. Non capita spesso, di godere di due appuntamenti con la bellezza nell’arco di pochi minuti (per restare al tema del Tempo) e a pochissima distanza. Appuntamenti che fanno ricordare l’estate anche come qualcosa di bello per lo spirito.
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chaosdancer · 2 years
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Grazie mille per avermi risposto (sono l'anon del pianoforte) si sente quanto ti appassiona la musica anche solo da quella risposta, più tutte le foto di spartiti e pianoforti in giro per il blog e wow baritono anche! E santa tua mamma che ha sbagliato quella volta ahah
Ti sei mai esibito su un palco importante? Comunque dopo 12 anni, di saggi ne avrai fatti immagino
Quale musicista ammiri di più? E qual è in assoluto lo spartito che ti piace di più suonare? 🎹
Non credo di essermi mai esibito su un palco davvero importante... Certo, mi è capitato di suonare al Palazzo della Gran Guardia (il palazzo adiacente all'Arena di Verona) e per personaggi importanti quali Maria Tipo ma altre esperienze significative non ne ho avute per sfortuna...
Ammiro tantissimo tanti musicisti per i motivi più disparati ma il primo fra tutti (che è anche quello che mi ha fatto innamorare del pianoforte) è Evgeny Kissin. La sua passione per la musica è travolgente. Per quanto riguarda altri musicisti che ammiro e che sono ancora vivi sono Krystian Zimerman e Maurizio Pollini (entrambi ascoltati dal vivo). Però ci sono tantissimi musicisti che ammiro, questi tre sono i primi che mi sono venuti in mente. Per quanto riguarda i direttori d'orchestra il mio preferito in assoluto è Herbert von Karajan.
Per le pagine di musica che preferisco suonare ce ne sono tante e vado molto in base al periodo. Diciamo che ci sono tantissime musiche che voglio studiare e approfondire nella mia vita ma spesso non lo faccio per mancanza di tempo o perché non mi sento ancora all'altezza di certi brani o certi compositori (anche se ormai sarebbe l'ora di affrontare certa musica ahah). Diciamo che al momento lo spartito che preferisco suonare è la Sonata K. 311 di Mozart, è molto bella e molto divertente da suonare!
Grazie ancora per le domande interessanti❤
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Biblioteca di spartiti Sheet Music Library (PDF)
Benvenuto nella TUA biblioteca di spartiti! Iscriviti, scarica e gioca!
La biblioteca Sheet Music Library (PDF), #SMLPDF, iè un archivio mondiale di spartiti, che mira a condividere la gioia della musica con tutti i musicisti, dilettanti, collezionisti e amanti della musica, condividendo tutti i tipi di generi, stili, set play along (jazz e rock), colonne sonore di film, rock, pop e contemporanei spartiti, arrangiamenti classici facili/intermedi, metodi e libri pratici per pianoforte e chitarra, trascrizioni jazz, libri di musica e molto altro. La Biblioteca contiene principalmente antologie, raccolte, libri e canzonieri di artisti. Si prega, preferibilmente, di cercare per nome del musicista, della band, dell'esecutore o dell'autore. Per favore, iscriviti per scaricare gli spartiti completi. Cerca i tuoi spartiti più amati nei menu delle categorie: Oppure sfoglia il categories menus & download il Library Catalog PDF: La Biblioteca di spartiti musicali “Sheet Music Library (PDF)” è una biblioteca in abbonamento senza scopo di lucro che si prefigge l'obiettivo di creare una raccolta online aperta di spartiti digitalizzati, raccolti ora all'interno di questa biblioteca online di affiliazione, che ora contiene oltre 11,000 libri di musica e spartiti (> 132,000 pagine ) per pianoforte e chitarra, nonché spartiti pianoforte/chitarra e voce, così come spartiti per pianoforte/chitarra-voce e persino i migliori spartiti e metodi per tromba e sax, facili da scaricare e stampare. La Biblioteca carica regolarmente nuove partiture. Al prezzo di un singolo libro di canzoni, ottieni una libreria di spartiti completa! Tutti gli spartiti della nostra Biblioteca possono essere scaricati e stampati gratuitamente, dopo l'abbonamento: richiediamo solo una piccola quota, appena US$ 15,99 un solo pagamento per sempre (ca. 12.50 Euro tasse/IVA incluse). Il link collegamento per avere pieno accesso alla Libreria completa verrà visualizzato nella tua email poco dopo aver effettuato il pagamento della quota (15,99 USD). Potrebbero essere necessari un paio di minuti. Ricordati di controllare anche la cartella spam o di contattarci se non riesci a trovarla. Se preferisci non utilizzare PayPal come strumento di pagamento, segui questo link (pagamento con carta di credito tramite Stripe). Condivido con amore e fortuna spartiti dal 2019. Diventa un membro per prendere parte a questa comunità di amanti della musica vivace, emozionante e internazionale. L'iscrizione alla Biblioteca di spartiti (PDF) ti fornisce l'accesso Internet all'intero contenuto per un tempo illimitato. Quindi iscriviti, scarica e gioca o impara a giocare.
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Perché spartiti digitali?
Sheet Music. Partituras. Partitions. Spartiti. Noten. Partitur. Partituur. Партиту́ра. 楽譜 Free sheet music in PDF format for educational purposes. Spartito gratuito in formato PDF per scopi didattici. Il nome non è importante L'unica cosa che conta è la musica. Fino ad oggi, era una forma di notazione musicale scritta a mano o stampata che utilizzava simboli musicali moderni. Il primo spartito stampato realizzato con una macchina di stampa risale al 1473. Oggi disponiamo di spartiti digitali, di solito in PDF, che possono essere condivisi all'istante in tutto il mondo, anche in luoghi remoti dove è difficile trovare spartiti su carta. (Se hai bisogno di un lettore PDF fai clic qui). Chiunque, dovunque, in qualsiasi momento, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, può avere e stampare gli spartiti al momento giusto. La cultura non è mai stata così ampiamente condivisa. Inoltre, sempre più spesso, gli artisti o i dilettanti usano tablet o dispositivi simili per leggere e riprodurre musica, quindi talvolta non è nemmeno necessario stampare su carta. La nostra libreria online non riguarda solo spartiti e spartiti; riguarda la cultura e la condivisione dell'amore per la musica a livello mondiale. Dopo la registrazione completa, controlla l'e-mail che hai associato ai tuoi dati di registrazione. Il collegamento per avere pieno accesso alla Libreria completa verrà visualizzato nella tua email subito dopo aver effettuato la registrazione e il pagamento associato (USD 15,99). Potrebbero essere necessari alcuni minuti. Per favore, ricordati di controllare anche la cartella spam. Qualche dubbio? Per favore, non esitate a contattarci. Oppure leggi il nostro FAQs. Se ami la musica, per favore fai una donazione per aiutare questo sito a essere attivo e funzionante. Grazie!
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carmenvicinanza · 2 months
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Evelyn Glennie, la musicista che insegna ad ascoltare
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La mia carriera e la mia vita sono state incentrate sull’ascolto nel senso più profondo possibile. Perdere l’udito ha significato imparare ad ascoltare in modo diverso, scoprire caratteristiche del suono di cui non avevo realizzato l’esistenza. Mi ha resa un’ascoltatrice migliore.
Evelyn Glennie, musicista e compositrice scozzese, è stata la prima percussionista della storia a intraprendere la carriera di solista.
Oltre a collaborare con grandi orchestre, compone per cinema, televisione e  teatro.
Priva dell’udito sin da bambina, tiene corsi e consulenze sulla capacità di ascoltare la musica.
Nella sua carriera ha vinto tre Grammy Award e ricevuto più di cento premi internazionali.
Per i servizi resi alla musica è stata insignita di alte onorificenze come Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico e Membro dell’Ordine dei Compagni d’Onore.
È presidente di Help Musicians e, dal 2021, è rettrice della Robert Gordon University di Aberdeen.
Patrocina numerosi enti di beneficenza e partecipa regolarmente a eventi per raccogliere fondi e sensibilizzare per diverse cause sociali.
Ha lavorato con importanti artisti e artiste del mondo della musica pop, jazz, folk, classica e contemporanea, tra cui Björk, Steve Hackett, Béla Fleck e Mark Knopfler.
Ha inciso quaranta dischi da solista che spaziano da improvvisazioni originali, collaborazioni, concerti e progetti innovativi di percussioni soliste moderne.
Nata a Aberdeen, 19 luglio 1965, è cresciuta in una fattoria nel nord-est della Scozia. Nonostante abbia cominciato a perdere l’udito in tenera età, a causa di un progressivo danneggiamento di un nervo acustico, a otto anni ha cominciato a suonare il pianoforte e a dodici le percussioni. Riesce a sentire la musica, osservando e percependone le vibrazioni. 
Studiando alla Royal Academy of Music di Londra, ha intuito che era possibile utilizzare le percussioni al di fuori dell’orchestra e deciso di intraprendere la strada di solista.
Il suo primo concerto si è tenuto alla Royal Albert Hall nel 1992.
Alla guida di mille percussionisti, ha collaborato con il regista Danny Boyle, per la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra 2012, dove ha presentato uno strumento innovativo, il Glennie Concert Aluphone.
Nel 2018, ha sviluppato questa esperienza interdisciplinare componendo la colonna sonora per Gregory Doran della visionaria produzione di Troilus and Cressida della Royal Shakespeare Company.
Nel 2020 ha lanciato un podcast che ospita personalità del mondo della musica, della televisione, dello sport e della cultura.
Cura maniacalmente anche la Evelyn Glennie Collection che comprende oltre 3.800 strumenti a percussione insieme a programmi di concerti, premi, foto, dipinti, lettere e spartiti che abbracciano la sua straordinaria carriera. 
Continuando la sua missione di insegnare al mondo ad ascoltare, nel 2023 ha creato la Evelyn Glennie Foundation, per migliorare la comunicazione e la coesione sociale incoraggiando a scoprire nuovi modi di ascoltare per ispirare, creare, coinvolgere, condividere e potenziare.
Il film Touch the Sound e il suo illuminante discorso TED  rimangono testimonianze chiave del suo approccio unico e innovativo alla creazione del suono.
È un vero portento, oltre a tutti gli impegni sociali, ogni anno tiene più di cento concerti.
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sounds-right · 4 months
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31/5 Il terzo appuntamento di Sulle note di Puccini @ Palazzo delle Arti Beltrani (Trani, BT)
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Venerdì 31 maggio, alle ore 17,00, a Palazzo delle Arti Beltrani, in via Beltrani 51 a Trani (BT), prende vita il terzo e ultimo appuntamento di "Sulle note di Puccini". E' il cartellone in collaborazione con la Scuola di Canto del Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari, in occasione del centenario della scomparsa del grande compositore.
Palazzo delle Arti Beltrani a Trani celebra il centenario della morte di Giacomo Puccini con una serie di concerti straordinari in collaborazione con la Scuola di Canto del Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari. Il programma 'Sulle note di Puccini', all'ora del tè, offre un viaggio musicale coinvolgente attraverso le opere immortali del grande compositore italiano. Le voci avvolgenti e il virtuosismo pianistico catturano l'essenza delle sue creazioni, accompagnate da una selezione esclusiva di tè per armonizzare le emozioni trasmesse dalla musica. Un'esperienza multisensoriale che unisce la bellezza della musica classica all'aroma avvolgente del tè, creando ricordi indelebili ad ogni nota e ad ogni sorso. Un tributo al genio di Puccini, per un pomeriggio all'insegna dell'eccellenza artistica e del gusto raffinato al Palazzo delle Arti Beltrani a Trani.
Ultimo appuntamento a Palazzo delle Arti Beltrani di "Sulle note di Puccini" all'ora del tè che celebra il grande compositore nel centenario dalla scomparsa. Il rito del tè accompagna l'omaggio in musica della Scuola di Canto del conservatorio 'N. Piccinni' di Bari al grande musicista. Venerdì 31 maggio a Trani
Terzo e ultimo appuntamento di "Sulle note di Puccini" a Palazzo delle Arti Beltrani.
Maggio si conclude con il tributo del centro culturale polifunzionale della Città di Trani a Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 - Bruxelles, 29 novembre 1924), a cento anni dalla scomparsa, con l'ultimo concerto di un appassionante programma iniziato il 12 aprile scorso. La formula rispolvera la musica da salotto di fine ottocento-inizi novecento dei salotti borghesi, che spaziava dalla musica sinfonica a quella operistica, avvalendosi per questo ciclo dei giovani talenti della Scuola di Canto del Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari, con la cui collaborazione si vuole valorizzare e conservare l'eredità del grande compositore italiano.
Dopo il successo di pubblico dei concerti precedenti che hanno registrato il sold out, venerdì 31 maggio all'ora del tè (a partire dalle 17,00) si chiude il viaggio musicale in cui il pubblico è catturato dalle voci avvolgenti e dal virtuosismo pianistico di opere immortali, accompagnato da una selezione esclusiva di tè, scelti appositamente per armonizzarsi con le emozioni trasmesse dalla musica. Un'esperienza sensoriale unica che avvolge l'anima in un incanto di suoni, sentori e sapori attraverso le melodie senza tempo di Giacomo Puccini, che continuano ad essere amate e rappresentate nei teatri di tutto il mondo. Per allietare ancora più piacevolmente l'incantevole percorso musicale, i partecipanti potranno gustare raffinati infusi e dolci delizie mentre si abbandonano alla bellezza trascinante degli spartiti del genio dell'opera.
"Sulle note di Puccini" è molto più di un concerto, è un'esperienza multisensoriale, un'immersione unica nell'arte, nella cultura che unisce la bellezza della musica all'aroma avvolgente del tè, creando ricordi indelebili ad ogni nota e ogni sorso. È un'occasione straordinaria per innamorarsi di nuovo della musica classica, per deliziare il palato, per condividere l'arte in un ambiente elegante e rendere i pomeriggi primaverili indimenticabili.
Per il concerto di venerdì 31 maggio (ore 17,30) si esibiranno gli studenti della classe di Canto della prof.ssa Antonia Giove, accompagnati al pianoforte dai Maestri Corrado Fondacone e Zhou Lijizi.
Ascolteremo alcune delle arie e dei brani più celebri delle opere del grande compositore toscano, interpretate dai soprani Simona Lega, Wang Linrui, Wang Yizhe, Chiara Teresa Vomero; dal tenore Gao Sheng Jie; dal baritono Yu Wenxuan, dal basso Yuan Shengyao, partendo da "Un bel dì vedremo" fino al "Coro a bocca chiusa", tratti dalla Madama Butterfly, passando per "Non sono in vena. Chi è la!? Scusi.", "Che gelida manina", "Si, mi chiamano Mimì", "Quando m'en vo" (Valzer di Musetta) e "Vecchia zimarra, senti" dal I, II e II atto de La bohème, la celeberrima "E lucevan le stelle" da Tosca, "Senza Mamma" da Suor Angelica, "O mio babbino caro" e "Si corre dal notaio" da Gianni Schicchi, "Crucifixus" da Messa di Gloria, "Tu che di gel sei cinta" dalla Turandot (ultima opera incompiuta del compositore).
Tutti gli allievi che si esibiranno nel cartellone "Sulle note di Puccini" sono iscritti a corsi accademici biennali di specializzazione presso il Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari, che vanta un nutrito numero di studenti di canto sia italiani che provenienti da molti Paesi esteri.
L'opera di Puccini è un connubio di originalità, realismo e passione che continua a incantare il pubblico di tutto il mondo. La sua capacità di comporre opere considerate di repertorio per i maggiori teatri del mondo come Manon Lescaut (1893), La bohème (1896), Tosca (1900), Madama Butterfly (1904) e Turandot (1926) hanno fatto di Puccini il compositore più eseguito al mondo dopo Giuseppe Verdi. Per il suo indiscusso valore e levatura artistica, riconosciuti a livello mondiale, Puccini risulta essere per molti critici e musicologi l'ultimo grande e popolare compositore della nostra più gloriosa forma d'arte: il teatro lirico. Le rappresentazioni realiste, ricche di azione ed effetti scenici, nelle quali conferma la sua abilità di uomo di teatro e, soprattutto, la capacità di caratterizzare i personaggi e il dramma con un'eccezionale sintesi fra il canto, l'armonia e il timbro orchestrale hanno consegnato la sua arte e le sue opere all'immortalità.
Giacomo Puccini, considerato dai più l'ultimo operista romantico, è il compositore che ha rivoluzionato l'idea musicale: figlio del romanticismo, supera il verismo, lancia la composizione operistica verso il futuro, diventando il padre del musical e della musica didascalica. Le partiture e le storie narrate da Puccini, gli accordi, i fraseggi ci riportano ad un mondo di amore e di vissuti tale che la sua musica non può essere disgiunta dal Puccini uomo. I suoi ardori espressivi, il suo amore per il bello, il suo estremo bisogno di sentirsi amato, di un amore puro, passionale, elettivo, lo portano ad avere una costante ed irrefrenabile voglia di mettere in musica quello che viveva dentro di sè, rendendo la sua opera attualissima perché ispirata a sentimenti immortali. La sua musica continua a toccare con le sue vibrazioni l'animo dell'essere umano, sia di chi come ascoltatore ne subisce il fascino, sia di chi come esecutore non può fare altro che penetrare nelle storie e perdersi nel volere del compositore.
Biglietteria: Posti limitati, ticket unico 10,00 euro, acquistabile al botteghino del Palazzo delle Arti Beltrani dal martedì alla domenica, dalle ore 10,00 alle ore 18,00, anche con carta del docente. Il ticket include l'ingresso al concerto, la visita al Museo (nella giornata del concerto dalle ore 10,00 fino all'inizio del concerto alle ore 17,30) e la degustazione di tè che sarà servito dalle ore 17,00 alle ore 17,30). 
Palazzo delle Arti Beltrani, Centro Culturale Polifunzionale
Via Beltrani, 51 – Trani (BT) 0883.500044 [email protected] www.palazzodelleartibeltrani.it
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tarditardi · 4 months
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31/5 Il terzo appuntamento di Sulle note di Puccini @ Palazzo delle Arti Beltrani (Trani, BT)
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Venerdì 31 maggio, alle ore 17,00, a Palazzo delle Arti Beltrani, in via Beltrani 51 a Trani (BT), prende vita il terzo e ultimo appuntamento di "Sulle note di Puccini". E' il cartellone in collaborazione con la Scuola di Canto del Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari, in occasione del centenario della scomparsa del grande compositore.
Palazzo delle Arti Beltrani a Trani celebra il centenario della morte di Giacomo Puccini con una serie di concerti straordinari in collaborazione con la Scuola di Canto del Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari. Il programma 'Sulle note di Puccini', all'ora del tè, offre un viaggio musicale coinvolgente attraverso le opere immortali del grande compositore italiano. Le voci avvolgenti e il virtuosismo pianistico catturano l'essenza delle sue creazioni, accompagnate da una selezione esclusiva di tè per armonizzare le emozioni trasmesse dalla musica. Un'esperienza multisensoriale che unisce la bellezza della musica classica all'aroma avvolgente del tè, creando ricordi indelebili ad ogni nota e ad ogni sorso. Un tributo al genio di Puccini, per un pomeriggio all'insegna dell'eccellenza artistica e del gusto raffinato al Palazzo delle Arti Beltrani a Trani.
Ultimo appuntamento a Palazzo delle Arti Beltrani di "Sulle note di Puccini" all'ora del tè che celebra il grande compositore nel centenario dalla scomparsa. Il rito del tè accompagna l'omaggio in musica della Scuola di Canto del conservatorio 'N. Piccinni' di Bari al grande musicista. Venerdì 31 maggio a Trani
Terzo e ultimo appuntamento di "Sulle note di Puccini" a Palazzo delle Arti Beltrani.
Maggio si conclude con il tributo del centro culturale polifunzionale della Città di Trani a Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 - Bruxelles, 29 novembre 1924), a cento anni dalla scomparsa, con l'ultimo concerto di un appassionante programma iniziato il 12 aprile scorso. La formula rispolvera la musica da salotto di fine ottocento-inizi novecento dei salotti borghesi, che spaziava dalla musica sinfonica a quella operistica, avvalendosi per questo ciclo dei giovani talenti della Scuola di Canto del Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari, con la cui collaborazione si vuole valorizzare e conservare l'eredità del grande compositore italiano.
Dopo il successo di pubblico dei concerti precedenti che hanno registrato il sold out, venerdì 31 maggio all'ora del tè (a partire dalle 17,00) si chiude il viaggio musicale in cui il pubblico è catturato dalle voci avvolgenti e dal virtuosismo pianistico di opere immortali, accompagnato da una selezione esclusiva di tè, scelti appositamente per armonizzarsi con le emozioni trasmesse dalla musica. Un'esperienza sensoriale unica che avvolge l'anima in un incanto di suoni, sentori e sapori attraverso le melodie senza tempo di Giacomo Puccini, che continuano ad essere amate e rappresentate nei teatri di tutto il mondo. Per allietare ancora più piacevolmente l'incantevole percorso musicale, i partecipanti potranno gustare raffinati infusi e dolci delizie mentre si abbandonano alla bellezza trascinante degli spartiti del genio dell'opera.
"Sulle note di Puccini" è molto più di un concerto, è un'esperienza multisensoriale, un'immersione unica nell'arte, nella cultura che unisce la bellezza della musica all'aroma avvolgente del tè, creando ricordi indelebili ad ogni nota e ogni sorso. È un'occasione straordinaria per innamorarsi di nuovo della musica classica, per deliziare il palato, per condividere l'arte in un ambiente elegante e rendere i pomeriggi primaverili indimenticabili.
Per il concerto di venerdì 31 maggio (ore 17,30) si esibiranno gli studenti della classe di Canto della prof.ssa Antonia Giove, accompagnati al pianoforte dai Maestri Corrado Fondacone e Zhou Lijizi.
Ascolteremo alcune delle arie e dei brani più celebri delle opere del grande compositore toscano, interpretate dai soprani Simona Lega, Wang Linrui, Wang Yizhe, Chiara Teresa Vomero; dal tenore Gao Sheng Jie; dal baritono Yu Wenxuan, dal basso Yuan Shengyao, partendo da "Un bel dì vedremo" fino al "Coro a bocca chiusa", tratti dalla Madama Butterfly, passando per "Non sono in vena. Chi è la!? Scusi.", "Che gelida manina", "Si, mi chiamano Mimì", "Quando m'en vo" (Valzer di Musetta) e "Vecchia zimarra, senti" dal I, II e II atto de La bohème, la celeberrima "E lucevan le stelle" da Tosca, "Senza Mamma" da Suor Angelica, "O mio babbino caro" e "Si corre dal notaio" da Gianni Schicchi, "Crucifixus" da Messa di Gloria, "Tu che di gel sei cinta" dalla Turandot (ultima opera incompiuta del compositore).
Tutti gli allievi che si esibiranno nel cartellone "Sulle note di Puccini" sono iscritti a corsi accademici biennali di specializzazione presso il Conservatorio 'Niccolò Piccinni' di Bari, che vanta un nutrito numero di studenti di canto sia italiani che provenienti da molti Paesi esteri.
L'opera di Puccini è un connubio di originalità, realismo e passione che continua a incantare il pubblico di tutto il mondo. La sua capacità di comporre opere considerate di repertorio per i maggiori teatri del mondo come Manon Lescaut (1893), La bohème (1896), Tosca (1900), Madama Butterfly (1904) e Turandot (1926) hanno fatto di Puccini il compositore più eseguito al mondo dopo Giuseppe Verdi. Per il suo indiscusso valore e levatura artistica, riconosciuti a livello mondiale, Puccini risulta essere per molti critici e musicologi l'ultimo grande e popolare compositore della nostra più gloriosa forma d'arte: il teatro lirico. Le rappresentazioni realiste, ricche di azione ed effetti scenici, nelle quali conferma la sua abilità di uomo di teatro e, soprattutto, la capacità di caratterizzare i personaggi e il dramma con un'eccezionale sintesi fra il canto, l'armonia e il timbro orchestrale hanno consegnato la sua arte e le sue opere all'immortalità.
Giacomo Puccini, considerato dai più l'ultimo operista romantico, è il compositore che ha rivoluzionato l'idea musicale: figlio del romanticismo, supera il verismo, lancia la composizione operistica verso il futuro, diventando il padre del musical e della musica didascalica. Le partiture e le storie narrate da Puccini, gli accordi, i fraseggi ci riportano ad un mondo di amore e di vissuti tale che la sua musica non può essere disgiunta dal Puccini uomo. I suoi ardori espressivi, il suo amore per il bello, il suo estremo bisogno di sentirsi amato, di un amore puro, passionale, elettivo, lo portano ad avere una costante ed irrefrenabile voglia di mettere in musica quello che viveva dentro di sè, rendendo la sua opera attualissima perché ispirata a sentimenti immortali. La sua musica continua a toccare con le sue vibrazioni l'animo dell'essere umano, sia di chi come ascoltatore ne subisce il fascino, sia di chi come esecutore non può fare altro che penetrare nelle storie e perdersi nel volere del compositore.
Biglietteria: Posti limitati, ticket unico 10,00 euro, acquistabile al botteghino del Palazzo delle Arti Beltrani dal martedì alla domenica, dalle ore 10,00 alle ore 18,00, anche con carta del docente. Il ticket include l'ingresso al concerto, la visita al Museo (nella giornata del concerto dalle ore 10,00 fino all'inizio del concerto alle ore 17,30) e la degustazione di tè che sarà servito dalle ore 17,00 alle ore 17,30). 
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thebandcampdiaries · 2 years
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Donner DDP-80 Pianoforte digitale in legno.
Il marchio Donner è da tempo sinonimo di strumenti di alta qualità a prezzi accessibili. Non a caso, molti musicisti di tutti i livelli usano pianoforti, tastiere, chitarre, pedali, batterie, e molto altro materiale proveniente da questo grande marchio, che ha un’ampia gamma di prodotti disponibili. Uno dei pianoforti digitali più popolari della Donner è senza dubbio il DDP-80. Si tratta di un moderno piano digitale con un bellissimo look retro in legno. Lo stile del design richiama gli anni 50 e 60. A vederlo, sembra quasi uno di quei vecchio organetti elettrici andavano molto di moda all’epoca! 
Non lasciatevi ingannare dal look vintage. Il DDP-80 ha senz’altro un fascino di altri tempi quando si tratta del fattore estetico, ma il suono e le funzionalità di questo strumento sono molto al passo coi tempi. Gli 88 tasti pesati sono di alta qualità e consentono un esperienza davvero dinamica. Se si vuole suonare molto piano, oppure in modo più aggressivo, questo strumento lo consente con una gran bella risposta. I tre pedali disponibili funzionano molto bene e offrono ulteriore versatilità al suono dello strumento. Il DDP-80 à anche dotato di un comodo leggio per poter metter spartiti, note, iPads, e qualsiasi cosa possa servire. Per chi volesse ampliare i suoni e le possibilità dello strumento, è anche possibile collegare il DDP-80 a un computer o altro dispositivo via USB Midi. Il DDP-80 può fungere da stupendo controller! C’è anche l’uscita audio, l’output per ascoltare direttamente in cuffia, e un controllo per il volume. Il pannello posteriore ha anche un input per il pedale e uno per il sustainer. C’è anche l’interruttore di accensione e un’entrata per l’alimentatore.
A parte essere un bellissimo pianoforte digitale per casa e studio, il DDP-80 di Donner Music Italia è davvero molto bello da vedere, e potrebbe portare un bellissimo look al tuo soggiorno, camera da letto, e altri ambienti!
https://donnerita.com/products/donner-ddp-80-88-key-full-weighted-home-digital-piano-beautiful-wooden-style-with-three-pedals
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spokenitalics · 3 years
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Quando mi hanno chiamato dall'ambasciata irachena e mi hanno chiesto di fare un concerto ho detto subito di sì, senza pensarci tanto. E non è da me, che penso molto prima di fare una cosa, e che ho rifiutato altri concerti apparentemente più importanti di questo. Inutile dire che mi sono trovato contro mille persone. Sei pazzo, mi dicevano, vai cantare per il regime di Saddam Hussein. Non è così, ho sempre risposto; tutti coloro che erano con me sanno che se avessi visto in platea una divisa o un mitra non avrei cantato, se fosse arrivato Saddam Hussein mi sarei trovato in grave imbarazzo. Ma per fortuna non è venuto. È inutile ribadire che lo scopo principe della mia visita in Iraq era umanitario, perché non trovo giusto che un popolo debba soffrire per colpe non sue; ma è anche vero che credo sia giusto dare a tutti una possibilità di redenzione, perché molti assassini sono diventati santi. E ritengo sia stato altrettanto atroce l'uso spettacolare che gli americani hanno fatto della guerra del Golfo, quel costringerci a ritrovarci al mattino con i punteggi aggiornati, come fosse stato un incontro di boxe. Io ho portato musica. La musica prescinde da tutto, riunisce sul serio la gente, la musica è un'arte sublime, un importante momento di aggregazione. Di questo viaggio ricordo la commozione dei musicisti iracheni, che non hanno più nulla, e che hanno ricevuto spartiti, ance, corde per i violini. Ricordo quel pianoforte che abbiamo dovuto accordare a 440 invece che a 442 per paura che saltasse tutto. Non ci sono libri, non c'è possibilità di continuare a studiare, e se la cultura, le notizie non arrivano è difficile che un regime si possa contrastare. [x]
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silenziosaa · 3 years
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ormai è inutile negarlo, anche se lo nascondo troppo bene, anche se cerco di non pensarci, o far finta che non mi tocca la questione.Ma, appena vedo un pianoforte, potete dirmi tutto quello che volete, ma io mi incanto, rimango a fissarlo, a guardarmi gli spartiti degli altri, a ricordare le serate a suonarlo, quando si faceva orchestra, musica d’insieme.C’è malinconia devo dire, mi sento bene, ma c’è tanta tristezza per aver lasciato.Ma, mai dire mai, chissà se un giorno riuscirò a tornare sui miei passi e ritornare a far ciò che mi piace seriamente.
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tacabanda · 1 year
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Sergei Prokofiev, Tarantella Music for Children Op.64 Piano 4, 1934. Scarica lo spartitoDownload Pdf Sergej Sergeevič Prokof'ev è stato un compositore, direttore d'orchestra e pianista sovietico. Nato il 23 aprile 1891 a Soncovka, in Ucraina, da una famiglia relativamente benestante, Prokof'ev mostrò un precoce talento per la musica sin da giovane. Iniziò a studiare il
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sandnerd · 5 years
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Shigatsu wa kimi no uso - Your lie in April - Bugie d’Aprile
Comincio questo bellissimo anime della A-1 Pictures, tratto dal manga di Naoshi Arakawa, che avevo in lista da molto tempo. Dico bellissimo innanzitutto da un punto di vista grafico, l'aspetto è elegante, leggero, nostalgico, colorato ma non caotico ed emozionante, e già questo contribuisce ad avvicinarmi ad un prodotto. Devo ammettere che all'inizio la trama non mi ha attirato molto, si evolve in modo lento ed alcune vicende si protraggono anche per più di un episodio...ma ci arriveremo.
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Kousei è un bambino prodigio, viene addirittura definito il "Metronomo umano" per la sua straordinaria bravura al pianoforte, ed ha davanti a se una carriera stupefacente, ma sua madre, anch'ella pianista di professione, contrae una grave malattia e muore, lasciando il figlio nelle mani della sua più cara amica, collega pianista. Dalla morte della madre Kousei comincia, nonostante il continuo suonare ed esercitarsi, a non percepire più le note, a distaccarsi sempre di più dal pianoforte ed a eseguire gli spartiti senza emozioni, al punto che ogni tasto diventa uguale ed indistiguibile dagli altri alle sue orecchie. Le vicende che vediamo nell'anime si svolgono durante l'adolescenza di Kousei e dei suoi compagni di classe, in particolare l'amico popolare con le ragazze Watari, appassionato di calcio, e l'amica d'infanzia Tsubaki, anche lei sportiva, appassionata di baseball. Sarà per merito di Tsubaki che conosceremo una ragazza, Kaori, che si rivela essere una violinista. Fin da subito Kousei è colpito da questa ragazza, che aveva già incontrato per caso mentre suonava una diamonica in mezzo a due bambini, e la vede come una bufera di petali di fiori di ciliegio, caotica, frustrante, dispotica, ma incredibilmente coinvolgente, appassionata, innamorata della musica e della vita, al contrario di Kousei che vive e suona apaticamente da quando sua madre l'ha abbandonato. Fin da subito Kaori spinge il ragazzo ad avvicinarsi nuovamente al pianoforte, a risentire le note ed a colorare la sua vita. 
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Non è un viaggio facile, pianista e violinista devono far fronte al trauma che Kousei si porta dietro, al ricordo che ha di sua madre, che inizialmente vediamo come una donna molto severa ma che più avanti si rivela, grazie alle reminiscenze dell'amica che si è presa cura di Kousei, vulnerabile e teneramente disposta a garantire un futuro al figlio insegnandogli come suonare il pianoforte. Kousei dunque, tra esibizioni andate male ed affetti che si approfondiscono, si renderà conto di quanto ha bisogno di Kaori per superare il suo blocco, della capacità della ragazza di sprizzare energia e vitalità, delle sue interpretazioni assolutamente uniche degli spartiti, tanto da lasciare il pubblico a bocca aperta. Ma il destino ha una nuova lezione da insegnare a Kousei, che dovrà imparare a suonare non per le persone che l'hanno amato ed abbandonato, ma per quelle che sono al suo fianco nel presente, che lo hanno sempre supportato in silenzio e per il pubblico che con tanto affetto lo applaude.
  Mi fermo qui, non voglio spoilerare nulla, anche perchè io in prima persona mi spoilerai il finale ed anche per questo ho ritardato tanto nella visione di quest'anime. Come ho già detto, all'inizio la trama non mi ha attirato molto, vedevo un episodio dopo l'altro per perfezionismo, contavo le puntate che mancavano alla fine. Forse perchè lo shoujo adolescenziale non è il mio genere, ma davvero lo trovavo lento ed a tratti un pò noioso. Non solo per le vicende amorose, che in realtà non sono mai troppo chiare, raramente si dice la parola Amore, ma più che altro per il comportamento di Kousei, il suo atteggiamento mentale, si ritrova perennemente bloccato nel suo passato e per molti episodi non sembra fare passi avanti nonostante riprenda a suonare sotto la supervisione di Kaori. Ho avuto l'impressione che in certi momenti si sarebbe potuto andare più veloci, poichè il trauma del protagonista è abbastanza esplorato. Naturalmente forse è uno stratagemma adeguato alla situazione, che ti permette di avvicinarti a Kousei ed a vedere Kaori come la vede lui, eppure l'ho trovato ridondante e ripetitivo in alcuni casi. Ma ciò non significa che non mi è piaciuto. A circa metà serie le vicende si arricchiscono, i personaggi dimostrano più apertamente i loro sentimenti, ed il trauma di Kousei, per quanto fino a fine serie ancora non sembri cancellato del tutto, non sembra più intralciarlo, anche perchè ci sarà qualche altra cosa a tenere la sua mente impegnata ed a spingerlo a continuare a suonare, come ho già detto, non per se stesso ma per chi lo circonda e gli da tanto affetto. 
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Si cresce in quest'anime, si scopre se stessi e si impara a vedere il proprio passato da più punti di vista, certo gli amori adolescenziali sono presenti ma non sono il fulcro della storia, che invece è il rialzarsi, l'andare avanti ed il riscoprire la forza che si ha grazie al sacrificio di chi ti ama. Un tema poi che è molto presente, vista la situazione, è quello della memoria, della vita vissuta appieno in modo che chi ti ha conosciuto non ti dimentichi mai, dello spartito suonato come nessuno ha mai osato per rimanere impresso nei cuori del pubblico, sia dei grandi che dei piccini, e non per superare una selezione. Trovo molto tenero questo tema, e molto profondo, poichè è questo che porta i protagonisti a mettere tutti se stessi nelle cose che fanno, a mettercela tutta in modo che l'altro capisca che niente è impossibile e che andare avanti apaticamente renderebbe vani i sacrifici che gli altri hanno fatto per supportarti. Crescono anche i personaggi secondari, come ad esempio Takeshi ed Emi, pianisti provetti anche loro, che fin da bambini hanno visto Kousei come un rivale da sconfiggere ma che con il proseguire della storia si accorgeranno di quanto egli sia vulnerabile ed abbandoneranno questo rancore, anche perchè Kousei nemmeno si ricordava di loro, e questo mi ha fatto sorridere. Sono presenti infatti numerose situazioni divertenti, come Tsubaki che, indispettita con Kousei, gli lancia palle da baseball spaccando finestre, o Kaori che lancia il suo pupazzetto in faccia a Kousei per fargli togliere l’espressione depressa dalla faccia...mi sto effettivamente rendendo conto che le ragazze sono aggressive in quest’anime XD
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In sintesi mi ha commosso ed intenerito molto, trovo che sia un gioiellino, non solo graficamente ma anche come tematiche trattate, ti affezioni facilmente ai personaggi protagonisti e ti immedesimi nei loro pensieri senza problemi; le musiche, gli scenari, le atmosfere, tutto ciò crea una realtà sognante e realistica insieme, capace di addolcire anche la più disperata delle situazioni. Lo consiglio!
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diceriadelluntore · 5 years
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Storia di Musica #100 - Miles Davis - Kind Of Blue, 1959
Per la centesima (però!) Storia di Musica, ho scelto quello che unanimemente è considerato IL disco jazz. Un disco che nelle sue 6 tracce compie una rivoluzione, l’ennesima del suo autore, che nella vita non ha mai avuto paura di provare a cambiare le regole del gioco. Miles Davis, il geniale trombettista figura centrale della cultura del ‘900, a capo di un dream team del jazz composto da Julian “Cannonball” Adderley (sax contralto), John Coltrane (sax tenore), James “Jimmy” Cobb (batteria), Paul Chambers (contrabbasso), Bill Evans (pianoforte) e Wynton Kelly (pianoforte in un solo brano) mette in musica nei 6 brani in scaletta, il jazz modale. Nato come risposta alla frenesia e alla tecnica quasi brutale del be-bop e l’hard bop, i principi del modal jazz furono descritti in un saggio da George Russell. Il principio guida era di svincolare la progressione degli accordi dalla tonalità del brano e associare ad ogni accordo differenti scale “modali”, ciascuna con una sua tonica, dalle molteplici e differenti sfumature, sempre in maniera indipendente e svincolata dalla tonalità: con l’applicazione del metodo scalare le armonizzazioni e le costruzioni di accordi possono muovere su tutta l'estensione di una data scala, potendo impiegare potenzialmente qualsiasi nota (le scale di Russell sono 7, e si distinguono dalla più chiara alla più scura come: Lidia, Ionica, Misolidia, Dorica, Eolia, Frigia e Locria). La grande differenza rispetto al jazz precedente è che non è più necessaria la simbiosi tra armonia e melodia. Davis con Bill Evans aveva fatto già le prove generali nel 1958 in quel primo capolavoro che fu Milestones. Ma qui, secondo le note di copertina che lo stesso Evans redasse (un genio assoluto anche nel raccontare), il disegno del Signore delle tenebre (nomignolo di Davis, per la sua scontrosità in pubblico) era molto più intrigante. Le registrazioni di Kind Of Blue (omaggio ironico al blues presente nei brani ma anche al nuovo “tipo” che stava ribollendo in pentola) furono effettuate in soli due giorni il 2 Marzo e il 22 Aprile 1959 negli studi della Columbia Records sulla 30.ma strada a New York. Davis si presentò ai musicisti con degli spartiti di linee melodiche, parlò ai musicisti delle idee di base di ogni pezzo, e senza nessuna prova iniziarono le registrazioni, sotto le cure di un altro gigante, Teo Macero, il fido produttore e ingegnere del suono di Davis. Qui nasce una leggenda: per anni si pensò che tutte le registrazioni dei sei brani furono first take recorded, cioè fatte solo una volta. In realtà per ogni brano ne occorsero due o tre. Resta il fatto che il disco è diventato la pietra angolare del jazz anche per l’eccezionale sintonia che il sestetto acquisì in così poco tempo. I 6 brani del disco sono tutti standard del jazz, e vantano messi insieme oltre 1000 tra cover, versioni per orchestra, cantate e riprese in centinaia di dischi. So What è probabilmente il più famoso brano di Davis: dolcissimo, con il famoso voicing introdotto da Evans (e che nella musicologia contemporanea vengono definiti So what voicing, tanto per capire quanto diventeranno iconici) esprime perfettamente la nuova idea di jazz del gruppo: lunghe sequenze di accordi, un assolo dove non cambia nessun accordo in 24 battute (tanto amato da Coltrane che lo riprenderà in Impressions). Freddie Freeloader è un classico blues e ha in sequenza 5 assoli di pianoforte (suonato in questo caso da Kelly), tromba (Davis), Coltrane e Adderley (i due sax) e Chambers (contrabbasso) e l’ennesima leggenda vuole che lo scroccone (Freeloader) fosse Fred Tolbert, un amico barista di Miles Davis. Blue in Green è l’apoteosi di Davis e Coltrane, brano magico, spettacolare che ridisegna lo spazio musicale. All Blues è ancora blues (e ora si capisce da cosa prese il titolo del disco Davis) ma nei nei suoi oltre 11 minuti si trasforma in blues modale, primo esempio della storia della musica. Si finisce con un altro brano leggenda: Flamenco Sketches. Scritta senza melodia, il gruppo usa 5 differenti scale modali per improvvisare con una manciata di accordi come base sonora. La fama del disco all’epoca fu un po’ oscurata perchè pochi mesi dopo Ornette Coleman con The Shape Of Jazz To Come apriva la strada del free-jazz, facendo infuriare Davis, non nuovo ad arrabbiature per mancanza di attenzione nei suoi confronti. Tuttavia con il passare degli anni, Kind Of Blue è diventato non solo tra i dischi più venduti di tutti i tempi in ambito jazz, ma uno dei momenti musicali più importanti dell'intera cultura del ‘900. Jimmy Comb dopo trent’anni disse una cosa che spiega bene cosa fecero i nostri: “This Record Must Have Been Made In Heaven”. Non impauritevi dei tecnicismi e che sia solo musica “suonata” (sebbene moltissimi abbiano poi dato testi a queste musiche) e lasciatevi trasportare dal suono elegante, puro e dolcissimo di questo disco: anche chi non ha mai ascoltato un disco jazz ne resterà rapito, ci scommetto un caffè.
In A Silent Way di Miles Davis è stata la storia di musica n°1 nel gennaio 2018, Kind Of Blue è la n°100 di fine dicembre 2019. Ringrazio tutti coloro che leggono e che mi scrivono, è sempre interessante parlare di musica, soprattutto quando mi si ringrazia per aver fatto scoprire qualche disco o autore nuovo. Ho ancora voglia di scrivere dei miei dischi preferiti e mi prendo questi 10 giorni di festività per cercare nuove idee, e sono aperto anche a vostre segnalazioni. Regalate e regalatevi musica, dato che “la musica e la vita sono solo questioni di stile” (Miles Davis)
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levysoft · 4 years
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Hanon fu un teorico dello studio del pianoforte, noto soprattutto per la sua opera Il pianista virtuoso - 60 esercizi, edita in Italia da Ricordi e Curci, divenuta uno dei testi canonici per la preparazione dei pianisti.
Tale opera consta, come indica il titolo, di 60 esercizi, di differente complessità, tesi ad ottenere la progressiva scioltezza delle dita. Nell'introduzione, l'autore indica il suo intento, invitando l'allievo a praticare ripetutamente gli esercizi proposti, sottolineando che gli esercizi presentano le stesse difficoltà per tutte le dita, per parificare le dita "deboli" a quelle più forti. Da notare che le scale, al loro termine, presentano una cadenza, trasposta in tutte le tonalità.
Non mancano, poi, nel corso del testo, numerose esortazioni dell'autore ad un regolare esercizio: nell'ultima pagina, si cita il pianista Steibelt come esempio di una perfetta esecuzione del tremoloe il libro si chiude con un caloroso consiglio a ripetere ogni giorno tutti gli esercizi, almeno una volta. "È sufficiente solo un'ora", sostiene l'autore (anche se solo un pianista esperto potrebbe riuscire in un tempo così breve a suonare tutti i 60 esercizi - in media uno al minuto). La richiesta dell'autore di una assidua pratica è presente in tutto il testo, tanto che in molti casi gli spartiti si chiudono addirittura con un segno di ripetizione.
Il metodo Hanon, seppur nella sua notorietà e generale approvazione, ha subìto diverse critiche: alcuni insegnanti, come Abby Whiteside e Chuan C. Chang hanno sostenuto che la tecnica per l'indipendenza e la scioltezza delle dita, che l'autore vuole insegnare, sarebbe in grado di arrecare più danni che benefici.
La fama del metodo Hanon, comunque, ha fatto sì che fosse "esportato" anche ad altri strumenti. Charles Nunzio ha infatti scritto Hanon per Accordion, due volumi di esercizi ispirati agli stessi princìpi, mentre ne esiste anche una versione per chitarra.
Curiosità
Si dice che il famoso pianista virtuoso Vladimir Horowitz si sia fatto seppellire con una copia del metodo Hanon: era infatti solito dire "Non farei nulla senza prima riscaldarmi [con gli esercizi dell'Hanon], compreso morire"[senza fonte]
Negli Stati Uniti alcune scuole di musica tengono vere e proprie "Maratone di Hanon", gare nelle quali gli studenti si cimentano collettivamente negli esercizi dell'autore francese.
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chez-mimich · 5 years
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ASSOLUTAMENTE MUSICA
Non è semplice seguire la conversazione tra Haruki Murakami e Seiji Ozawa sul “Concerto per pianoforte e orchestra n.3” di Beethoven e “qualche altra opera”, come si dice nel primo paragrafo del bel volume edito da Einaudi “Assolutamente musica”. E non lo è, richiedendo il volume una partecipazione che possiamo definire "multimediale": lettura, ascolto, visualizzazione, poiché il lettore, spesso deve ricorrere all’ascolto diretto dei brani oggetto di discussione e qualche volta anche alla visione di video esplicativi della gestualità del direttore. Lo stesso Murakami avvisa in apertura di volume, che si tratta della raccolta di più conversazioni tra lo scrittore e il celebre direttore d'orchestra giapponese; una specie di "sonata a quattro mani" dove Ozawa racconta della sua vita, del suo modo di interpretare gli spartiti e del suo concetto di musica. Grande, forse grandissimo, ma non certo celebratissimo direttore, Ozawa (alla Scala fu sonoramente e pregiudizialmente fischiato nel 1980), è stato storico direttore della Boston Simphony Orchestra, ma anche più volte direttore della Wiener Staatoper, già collaboratore Di Herbert Von Karajan con i Berliner Philharmoniker, nonché assistente di Leonard Bernstein, direttore della New York Philharmonic Orchestra. E poi ancora direttore dell’Orchestra sinfonica di Toronto e della San Francisco Simphony Orchestra, solo per citare le direzioni e le collaborazioni più importanti. Murakami, probabilmente il maggiore scrittore giapponese contemporaneo, è un grande appassionato di jazz e di musica classica e sembra ingaggiare un corpo a corpo intellettuale con il grande direttore, un combattimento volto a sviscerare le problematiche apparentemente più tecniche della direzione, ma soprattutto, ad affrontare le questioni legate alle possibilità interpretative degli spartiti, in particolare in Beethoven e in Mahler. È curioso come nella conversazione tra due grandi intellettuali giapponesi, emerga, più volte, l’idea che il mondo della musica occidentale abbia nutrito, e ancora nutra, qualche pregiudizio di troppo per interpreti, musicisti e direttori di origine orientale, quasi che la fecondazione della cultura occidentale possa avvenire solo grazie ad intellettuali europei e statunitensi. Di grande interesse è il pensiero di Ozawa sulle differenze tra le grandi orchestre americane e quelle europee, così come il difficile rapporto che spesso un direttore può avere con le singole personalità dei musicisti che compongono una grande orchestra. Credo tuttavia che la parte più stimolante della intera conversazione risieda nelle riflessioni e nelle considerazioni che Seiji Ozawa riserva a Gustav Mahler, uno dei più grandi, e forse il primo musicista del XIX secolo, a lasciar intravedere la strada che avrebbe potuto e dovuto intraprendere la musica nel XX secolo, con l’affermarsi di quella politonalità che aprirà la strada alla dodecafonia e all’atonalismo schönberghiano. Molto gustose le notazioni tecniche sulla direzione, come lo stratagemma di conoscere a memoria un intero spartito per poter utilizzare poi lo sguardo per un contatto visivo con i musicisti o sulle osservazioni di carattere psicologico: tutti gli studenti vogliono diventare solisti, per questo tutti tendono a concentrarsi sulla melodia principale, trascurando quella mediana. Libro gustoso, ma di difficile permeabilità per chi è abituato ad ascoltare la musica senza considerare la grammatica della partitura, con tutti i segreti che la scrittura musicale porta con sé.
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La Seconda Cosa Importante
Salve, sono Milena, e dato che vi avevo promesso un continuo di questa cosina qui ora mi ci metto. Dato che SKAM Italia mi ha rovinato la mia bella Milano, con questo hc spero di restituirle un po’ della magia Natalizia che vi si respira passeggiando in Duomo e in Via Torino e in Galleria Vittorio Emanuele e per le altre vie della città. Let’s go.
Ermal e Fabrizio passeggiano per le strade di Milano, mano nella mano, in silenzio
E’ passato più di un mese dal loro coming out pubblico, fatto la mattina dopo l’intervista di Ermal. Non si poteva parlare nemmeno di un vero e proprio coming out in sé: avevano semplicemente deciso di comportarsi come al solito tra di loro, senza nasconderlo più gli altri. Per cui, Ermal aveva postato semplicemente una storia di Fabrizio che gli faceva il caffè, alla quale era seguito un loro giro per Roma mano nella mano. 
Alla fine l’unica cosa che avevano dovuto fare era stato confermare le opinioni che la gente si era fatta da sola. Qualcuno aveva chiesto “ma quindi state insieme?” e la loro risposta era semplicemente stata “sì”.
Tutto qui, semplice e rapido e praticamente indolore
Di tutte le cattiverie e degli insulti se ne erano fregati, troppo presi l’uno dall’altro e dalle possibilità che ora gli si aprivano davanti per una vita più tranquilla e serena, senza più sotterfugi per badare davvero a chi cercava di mettere bocca su quella che in fin dei conti era la loro relazione
E presto, le acque si erano calmate
La gente aveva accettato e quelli che non l’avevano fatto ad un certo punto se ne erano rimasti confinati nel loro angolino di ignoranza e cattiveria che non poteva assolutamente intaccare il loro piccolo mondo.
Novembre era scivolato via rapido e neanche troppo frenetico, anzi, quasi tranquillo rispetto al resto dell’anno e prima che se ne potessero accorgere l’aria dicembrina, pungente e dall’odore di neve, frittelle e cannella, aveva preso piede, infilandosi nelle giacche e facendoli spesso rabbrividire, congelando le loro dita e i loro nasi, screpolando le loro labbra e arrossando le loro guance.
Nonostante avessero parlato del trasferimento di Ermal, era stato solo nell’ultima settimana che si erano effettivamente attivati per renderlo possibile: dopotutto, tra i vari impegni, l’incontro con il Papa e il periodo di malattia, Fabrizio aveva ritenuto che non fosse il caso di stressarlo anche con il trasloco dato che, a detta sua, nessuno correva loro dietro.
Ora però avevano avuto una qualche giornata libera e con Ermal che si era finalmente ripreso dalla sua influenza-anche se covava ancora un po’ di tosse e mal di gola-Fabrizio l’aveva raggiunto a Milano con la macchina per aiutarlo a mettere vie tutta la sua roba per portarla poi a Roma, nel suo-o per meglio dire, loro-appartamento.
Ermal non aveva nemmeno dovuto faticare a trovare qualcuno che prendesse l’appartamento in affitto al posto suo: a quanto pare l’agenzia aveva una lista d’attesa spaventosa per quel quartiere e lui si era solo dovuto preoccupare di Dicembre come ultimo affitto
La spesa più grande, paradossalmente, era stata costituita dalle bollette arretrate, che si erano dimostrate piuttosto salate e avevano fatto scuotere la testa a Fabrizio che, per quanto spesso in giro, era puntuale come un orologio svizzero a detta sua nel pagarle
“Abbiamo trovato na cosa in cui io so perfettino e tu no” l’aveva preso in giro, dandogli un bacio sulla guancia
Ermal aveva sbuffato, riempiendo l’ennesimo scatolone con i suoi libri. Gli effetti personali, per la verità, non erano nemmeno così tanti. La casa era, per lo più, spoglia. Certo, c’erano i cd, i vinili, i libri. Ma per il resto, tolti gli spartiti e gli strumenti musicali, di Ermal rimanevano i vestiti, qualche prodotto da bagno e qualche stoviglia e non molto altro. Di foto ne aveva poche, e di soprammobili ancora meno.
“Tanti li ho riportati a Bari” gli aveva detto una volta, con una scrollata di spalle “Credi davvero che i miei libri occupino solo una libreria?” aveva riso poi, anche se un’aria di tristezza gli era rimasta addosso
Fabrizio non aveva insistito oltre
Era stato un lavoro che, nonostante tutto, gli aveva preso due giorni. 
Il vero problema logistico era infatti stato infilare tutto nelle due macchine e, infine, organizzare il trasporto dello strumento a cui Ermal teneva di più: il pianoforte a muro che aveva comprato da solo con tanta fatica all’inizio della sua carriera.
Finito quello, la casa era rimasta vuota, stranamente spaziosa e silenziosa. 
La sera prima avevano fatto l’amore tra quelle lenzuola e su quel letto per l’ultima volta, e avevano perfino riso quando Ermal aveva sussurrato “Niente più bucati da solo la mattina dopo” come se fosse una grande conquista
In verità, lo era.
La prospettiva di vivere finalmente insieme faceva sentire a entrambi un’eccitazione febbrile che gli scorreva sotto la pelle e nelle vene, scorrendo in superficie come una sorta di energica elettricità che sembrava circondarli e avvolgerli
Una felicità così grande da essere, insomma, palpabile
A detta di Rinald, risplendevano di luce propria
Ermal non dubitava che fosse così e, doveva dirlo, la felicità su Fabrizio stava bene quanto a lui un Armani.
Quella mattina, quando si erano svegliati avvolti nel piumone e con i corpi nudi attorcigliati, Ermal aveva sbadigliato e Fabrizio aveva sorriso, passandogli una mano tra gli scuri ricci indomiti.
“Pronto per la partenza?” gli aveva chiesto lui, baciandogli poi la guancia con dolcezza
“Sì” aveva annuito, voltando il capo per ricambiare il bacio con uno sulle labbra, molto più lungo e intimo
E poi si era tirato indietro “Prima di andare, mi piacerebbe farti fare un giro per Milano” gli aveva detto
Se Fabrizio era rimasto più che stupito non l’aveva dato a vedere
“Pensavo tu odiassi questa città” aveva detto poi
Ermal aveva scosso il capo
“Sì. No. Ni. Odiavo doverci tornare, perché significava tornare in questa casa vuota e con anche fin troppi ricordi che non sapeva per niente di casa ormai” aveva spiegato “Ma non odio Milano. E’ una bella città. E poi, hanno appeso tutte le luminarie per Natale. E’ davvero bella, così. Oltretutto, non te l’ho mai fatta vedere perché prima del coming out non volevo che qualcuno ci rompesse, sai. Ma ora... abbiamo fatto diverse passeggiate per Roma, permettimi di farti vedere Milano dato che a Bari ancora ci dobbiamo andare” 
Fabrizio aveva annuito, accettando la proposta volentieri
Dopotutto, non aveva mai visitato per bene Milano
“C’è qualcosa che ti piacerebbe vedere?” gli aveva chiesto Ermal, sfiorandogli il profilo della mascella con le dita
Lui aveva scrollato le spalle
“Quello che piace a te” aveva detto semplicemente
Per cui, Ermal si era risolto ad uscire con lui verso mezzogiorno. Erano andati a mangiare in uno dei suoi ristoranti preferiti e poi avevano fatto un giro alla Pinacoteca di Brera. Ermal infine l’aveva trascinato al castello Sforzesco e poi gli aveva indicato la strada “Andiamo verso Duomo a piedi” gli aveva detto, stringendo le dita rosse e congelate attorno alle sue altrettanto fredde “Ti piacerà, vedrai”
E difatti, mentre passeggiano, Fabrizio pensa che gli piace sì quel posto: la via, straripante di gente imbacuccata in cappotti scuri e sciarpe e cappelli colorati, è riempita di luminarie, che la illuminano e decorano
L’atmosfera Natalizia è palpabile, sembra quasi possibile respirarla, ed ha il sapore delle frittelle che i banchetti piazzati sui lati della strada vengono. Dai bar esce il profumo della cioccolata e un calore leggero che arriva addosso come delle ventate
Le vetrine sono tutte colorate e decorate, babbi natale, neve finta e renne che si trovano ovunque, il rosso e il verde che dominano in quel tripudio di luci
Da ogni dove arriva musica diversa: qualcuno suona una chitarra, qualcuno un violino, qualcuno canta, ma tutti canzoni natalizie
Fabrizio potrebbe quasi giurare che lo Spirito del Natale gli sta camminando affianco. 
Ha comprato una frittella per sé, ben sapendo che sarebbe stata destinata ad Ermal che, voltandosi, trova intento a mangiucchiarla, lo zucchero a sporcargli tutte le labbra e il mento
Ridacchia alla vista, allungandosi per dargli un bacio sulla guancia
“Amore come i bambini” ride, tendendogli un fazzoletto che lui usa, pulendosi per bene. La gente per strada li osserva curiosamente, qualcuno sorride, qualcuno fa una smorfia. Non gliene potrebbe importare di meno
Non mentre sbucano finalmente nella piazza e gli occhi di Fabrizio si allargano nel vedere il gigantesco albero di Natale che troneggia lì e dietro, svettante e imponente contro al cielo scuro, il Duomo
“E’ bello, vero?” chiede Ermal, lasciandoglielo rimirare prima di tirarlo delicatamente con sé
“Vieni, devi vedere la galleria” gli intima, sorridendo.
E varcato l’arco, Fabrizio spalanca letteralmente la bocca in una “O” di stupore: file di luci blu vanno a confluire fino al centro, innalzandosi concentriche fino in cima, all’incrocio centrale un albero di natale ancora più imponente che sembra risplendere e scintillare, con attorno una decorazione che sembra fragilissima. Tutto attorno, altre luci rosse e vetrine calde e luminose e decorate li circondano.
Il tutto si fonde perfettamente con lo stile della Galleria, rendendola ancora più accogliente e imponente allo stesso tempo 
Fabrizio avanza lentamente, stringendogli appena la mano
“E’ bellissimo” dice, avvicinandosi all’albero
Da qualche parte, un coro canta una carola natalizia. Dalle voci sono probabilmente ragazzini e Ermal sorride avvistandoli, tutti imbacuccati e seri mentre cantano, i visini arrossati e concentrati ancora sporchi di zucchero e cioccolata, probabilmente residui della merenda. Portano delle sciarpe e dei cappellini su cui spicca il luogo di qualche associazione, probabilmente stanno raccogliendo donazioni.
Si avvicina a loro per ascoltarli, Fabrizio che cammina al suo fianco con un sorriso
Rimangono immobili, stringendosi l’uno all’altro, osservandoli.
Ermal posa delicatamente la testa ancora un po’ pesante e dolente per la passata malattia sulla sua spalla, stringendosi a lui, un braccio di Fabrizio che subito va a circondargli le spalle, attirandolo a sé
Non sa cosa ne pensi l’altro, ma ha la sensazione che quella dolce pace che sente fin nel profondo sia una cosa che li avvolge entrambi e che percepiscono allo stesso modo, o almeno così spera
Dopo tutti quegli anni in cerca di qualcuno da chiamare casa, sentiva di essere finalmente giunto dove doveva
Non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro posto se non tra le braccia di Fabrizio, lì, in quel momento perfetto nonostante il freddo e la stanchezza e le tracce dell’influenza ancora addosso
Niente avrebbe potuto eguagliare quella sensazione di essere nel posto giusto, di essere a casa
Sente perfino gli occhi farsi lucidi: dopo tutto quel dolore, dopo tutte le difficoltà, ora sentiva solo un profondo senso di appartenenza e di dolcezza avvolgerlo e calare su di lui, riempiendolo di una gioia e al contempo di una tranquillità che sembrava vicina all’atarassia per quanto lo riguardava
Non gli serviva altro, non aveva bisogno di niente che non fosse lui e andava perfettamente bene così
Si appartenevano e questo era quanto
Quello era il suo posto nel mondo, il suo destino, se proprio ci voleva credere 
Fabrizio e nessun altro
Prima che possa mettersi a piangere, i ragazzi finiscono di cantare e si ritrova ad applaudire con un sorriso, seguito a ruota da Fabrizio
Timidamente, uno dei ragazzini tende verso di loro un cappello a cilindro rosso, decorato con un nastro verde e delle corna da renna, sorridendo appena
Si avvicinano a loro volta, posando un’offerta nel cappello, i ragazzi che gli sorridono
“Buon Natale signori” dice una bambina, sorridendogli con un sorriso sdentato 
“Buon Natale anche a voi” risponde Ermal, prima di rifletterci su “Posso chiedere una canzone?” domanda, sorridendo a una ragazzina che lo guarda e concitatamente tira la manica all’altra vicino a lei
“Quale?” domanda gentilmente la donna che li dirige, osservandoli sorridendo, anche se sta chiaramente congelando e trema appena
“Silent Night?” chiede, sorridendo quando lei annuisce “Ragazzi, Silent Night. pronti?” 
Fa un passo indietro mentre loro cominciano a cantare, cosa che lo fa sorridere mentre torna indietro, tra le braccia di Fabrizio.
Li guardano, di nuovo in silenzio, prima che Ermal apra bocca, sottovoce, sussurrando vicino al suo orecchio
“Bizio” chiama piano “Avrei una cosa da chiederti” soffia, delicatamente
Fabrizio volge piano il viso verso di lui, in attesa che parli
“Una cosa importante” aggiunge poi 
Questo fa inarcare le sopracciglia di Fabrizio, ma lo invita comunque a continuare con un piccolo cenno del capo, stringendogli la mano dolcemente e passando il pollice sul suo dorso.
“Dimmi pure” dice, con finta nonchalance
La cosa fa sorridere Ermal: lo sa che è nervoso perchè non ha idea di quel che vuole chiedergli, ma lo sta comunque aspettando
“Stavo pensando che sai, Bizio, io sono un coglione” dice semplicemente
L’altro sbuffa, incredulo e confuso, ma lo lascia proseguire, anche se si chiede cosa abbia da dirgli con quel discorso e dove andrà a parare 
“Devi sapere che nove anni fa, dopo un anno che conoscevo Silvia, ero convinto che noi due saremmo stati insieme per sempre” prosegue, sentendolo irrigidirsi appena accanto a sé. Non parla mai di lei. Non con lui almeno. Se può, evita di nominargliela se non con accenni vaghi “E ne ero talmente convinto che, da bravo coglione, le ho comprato l’anello” ammette, con un sospiro tremulo
Ripensarci fa male
Aveva speso ore davanti alla vetrina di quell’oreficeria, contemplando ogni singolo anello con attenzione, fino a quando non gli era sembrato che la testa fosse sul punto di scoppiargli. 
Le aveva comprato l’anello e per nove anni se l’era portato praticamente sempre dietro, in attesa del momento perfetto per farle la proposta
Ma il momento perfetto non era mai arrivato e alla fine i rapporti romantici tra loro si erano sgretolati e avevano finito per disintegrarsi e distruggersi
Si erano fatti più male che bene, alla fine, e quel piccolo cerchio aveva pesato come un macigno fino al giorno in cui non l’aveva, infine, rivenduto, volendosene liberare.
Si erano già lasciati quando l’aveva fatto, quando aveva lasciato andare anche quell’ultima cosa che gli rimaneva di lei, togliendosi così anche quell’ultimo peso dal petto, quell’ultimo vincolo che gli restava attaccato al cuore
Aveva pianto tutta la notte.
Poi, era stato meglio.
Fabrizio rimane in silenzio, in attesa che continui. Sente che sta fremendo perché arrivi al punto, ma sceglie di rispettare quell’attimo di pausa e il suo ritmo nel parlargli, cosa che apprezza. Fabrizio non gli mette mai fretta. Fabrizio lo aspetta, lo ha aspettato per mesi all’inizio. Forse nemmeno se lo merita, uno così. Eppure, la fortuna ha voluto metterlo sulla sua strada e lui non può che ringraziare per questo.
“Non gliel’ho mai dato” osserva, la voce bassa e assorta “Non era mai il momento giusto, sai. Forse perché non era la cosa giusta” riflette, stringendo appena di più la presa sulla sua mano
“E quando l’ho rivenduto mi sono detto bravo Ermal, certo che sei proprio un coglione tu. Mai più una cosa del genere, cretino. Mai più” soffia “Però vedi, Fabrizio, alla fine avevo ragione su una cosa: io sono coglione, per davvero” mormora, voltandosi appena verso di lui “E pure due volte, lo sono” aggiunge, voltandosi del tutto per guardarlo.
Fabrizio lo osserva, gli occhi nocciola spalancati, immobile, rosso in viso.
Non riesce a leggere che cosa pensi delle sue parole. 
Sembra completamente bloccato, con la bocca socchiusa e Ermal può quasi giurare di vedere gli omini di Inside Out nel fondo delle sue pupille che stanno correndo in giro nella sua testa urlando nel panico più completo
“Solo che questa volta nessun momento è quello giusto, perché tutti lo sono. Da quando l’ho preso, dopo un anno che ti conoscevo, erano tutti momenti buoni. Forse perché, in questo caso, questa è davvero la cosa giusta da fare” soffia
Lentamente, tira fuori dalla tasca un anello semplice, d’oro bianco, un  cerchio liscio e mediamente sottile, senza nessun decoro se non l’incisione al suo interno, che sembra una traccia audio da come è disegnata 
Piano piano, prende la sua mano e la tira su, aprendola a coppa e posandoglielo nel palmo, coprendolo poi con il suo
“E’ tuo, se lo vuoi” mormora piano, osservandolo, spostando gli occhi dalle loro mani giunte al suo viso ancora immobile, quasi congelato “So cosa ne pensi sui matrimoni” mette le mani avanti, stringendogli dolcemente la mano “Ma vorrei che questo l’avessi tu. Anche solo simbolicamente. Sarebbe importante, per me. Se lo vuoi, ovviamente. E davvero, non dobbiamo sposarci per forza, se non vuoi, va bene anche così, davvero non è ne-”
“Sì”
La parola interrompe il suo sproloquio ormai sempre più ricolmo di panico ad ogni parola che pronuncia, lasciandolo immobile, con la bocca ancora aperta nella “e” del “necessario” che stava per pronunciare
“Sì?” chiede, deglutendo rumorosamente 
Ha gli occhi lucidi mentre lo guarda, ma quantomeno sorride e Ermal sente l’ansia sollevarsi dal suo petto
“Sì, lo voglio” aggiunge poi, cosa cosa che fa ridere appena Ermal tra le lacrime che sente offuscargli lo sguardo, mentre tira su con il naso
“Non te l’ho nemmeno chiesto” balbetta commosso, stringendosi appena a lui, posando la fronte sulla sua con un sospiro
“Beh, che stai aspettando allora? Che qua hanno quasi finito” dice, indicando appena il coro che continua a cantare Silent Night in sottofondo 
“Fabrizio -” inizia, ma si interrompe, la voce che gli si rompe e il groppo in gola che si stringe troppo perché riesca a parlare. Sente il petto così gonfio d’amore e di felicità che potrebbe quasi esplodere e la cosa, però, non fa altro che farlo piangere, le lacrime che gli scorrono sulle guance congelate umide e calde
Fabrizio sorride, spostandogli un riccio dietro l’orecchio
“Va bene” soffia piano “Va bene anche così. La risposta è sempre sì” mormora dolcemente “Lo so cosa dico sempre sui matrimoni... ma per te sì, lo farei. A te te sposerei”
E poi, lo guarda, posandogli una mano sulla guancia
“Però devo fartela anche io una domanda importante” mormora
E poi avvicina le labbra al suo orecchio, sorridendo
“Ermal Meta” soffia piano, dolcemente “Mi vuoi sopportare?” chiede serissimo, facendolo ridere appena, una risata tremula e gioiosa che lo scuote mentre Fabrizio si tira su per guardarlo
“Sì” soffia piano a sua volta “Lo voglio” mormora “Lo voglio davvero” mormora, sporgendosi per premere delicatamente le labbra ancora al sapore di zucchero sulle sue
E dopo quello, tornano a guardare il coro mentre finisce di cantare, le teste vicine, appoggiati l’uno all’altro, l’anello che preme contro i palmi delle loro mani strette e unite, imprimendo nella loro carne la forma di un cerchio che questa volta non era una chiusura, ma solo un inizio
Ed eccoci qui. Spero che questo fluff vi sia piaciuto 💙
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