Tumgik
#spaccato di vita
thegretchenimages · 2 years
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Adoro le riunioni di condominio sono uno spaccato di vita che mi affascina. Danno tutti il peggio di sè senza una buona motivazione. Anche chi rimane a casa e origlia e spia dalle finestre.
Le persone sono pessime e nei condomini si può ben vedere. Ci si dovrebbe scrivere un libro.
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ilmondodishioren · 1 year
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I quattro fratelli Yuzuki, di Shizuki Fujisawa.
Ciao amici, si ritorna a parlare di manga con una storia dolcissima sui legami di sangue e le difficoltà della vita. I quattro fratelli Yuzuki di Shizuki Fujisawa narra la storia di Hayato, Mikoto, Makoto e Gakuto, quattro fratelli che resteranno presto orfani e saranno costretti a crescere da soli sotto la supervisione di Hayato, il maggiore e unico adulto in casa, difatti Mikoto, Makoto e…
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i-am-a-polpetta · 1 year
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"siamo tutti fatti di luce e di buio e nonostante questo mio animo frammentato, spaccato, crepato e ferito, tu continui ad essere quella luce calda che restituisce vita ai miei giorni senza mai chiederla indietro.
grazie per essere quella luce.
buon compleanno amore mio, al primo di una lunga serie ❤️‍🩹"
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mucillo · 21 days
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“Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l’amore, per i sogni, per l’avventura di essere vivo.
Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.
Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio e il tuo; se puoi ballare pazzamente e lasciare l’estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro essere identico a te stesso, se puoi subire l’accusa di un tradimento e non tradire la tua anima.
Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia.
Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non é bella tutti i giorni.
Se sei capace di far sorgere la vita con la tua sola presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo e mio e continuare a gridare all’argento di luna piena: SÌ!
Non mi interessa dove abiti e quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini.
Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere.
Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l’ha fatto.
Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai…nei momenti vuoti.”
Scritto da un’indiana della tribù degli Oriah-1890)
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fioredialabastro · 2 months
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Un frammento di luce
L'altro giorno, arrivata al parcheggio, prima di entrare in auto, la mia attenzione ricadde su un foglietto, un punto di luce sull'asfalto tetro cotto dal sole. Mi avvicinai e sorrisi, lieta di poterne leggere il contenuto senza profanare il suo luogo di riposo: "crescenza, ditalini, conchigliette, linguine asciutte, farfalle, 2 te, 2 dadi, 2 vino rosso, 2 bianco, 2 latte, biscotti, Alice". La grafia, di mano sicura e dai tratti un po' infantili, assomiglia a quella di mia nonna e di altri suoi coetanei, perciò chi ha scritto questa lista della spesa potrebbe essere una persona anziana. Tuttavia, ciò che mi intenerisce è il fatto che, prima di annotarsi ciò che occorreva, l'autore misterioso abbia testato l'affidabilità dell'inchiostro, dalla corposità incerta ma ancora presente. Cos'altro emerge poi? Ah sì, Alice... È l'artefice? È colei che ha incaricato lo scrivente di tale quotidiana impresa? O forse non è un nome proprio ma si riferisce all'omonimo pesce azzurro, per quanto sia strano sentirlo nominare al singolare? Quanti indizi, quante suggestioni si possono cogliere da un semplice foglio scritto! Salii in macchina in preda di un'emozione febbrile, come se avessi scoperto uno scrigno ricolmo di tesori. In effetti lo era, almeno dal mio punto di vista: mi ero imbattuta in un vero e proprio spaccato di vita quotidiana, un gesto comune, ma personale, intimo, perciò autentico, naturale, non costruito. Un ritrovamento che ha il sapore delle ricerche di archivio che mi hanno accompagnato negli ultimi anni, ma anche delle ricette di famiglia, cartoline, lettere e fotografie sbiadite che hanno forgiato la mia infanzia. Spero che tale lista sia stata smarrita dopo e non prima della delicata missione gastronomica a cui siamo chiamati settimanalmente. In ogni caso, mi piace pensare che il compito di questo foglietto fosse quello di andare oltre la sua funzione primaria, divenendo una storia da raccontare ai passanti, una finestra sulle abitudini di persone sconosciute, ma che nella ricerca del cibo diventano come ciascuno di noi; un frammento di umanità e uguaglianza: un punto di luce sull'asfalto tetro cotto dal sole.
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Domenico Furgiuele
IL MILITANTE IGNOTO
Storie, radici e valori di una passione politica autentica
Prefazione di Francesco Borgonovo
Il militante ignoto è colui che si batte per gli altri, che sogna un altro mondo, che incarna un’alternativa vitale al deserto dell’egoismo. Crede nelle proprie idee, si dona disinteressatamente, pratica le buone virtù e vive la propria Comunità: ha spesso un coraggio innato, che lo spinge a schierarsi, a rialzarsi e ad osare. Ama, pensa e lotta, vivendo ogni giorno come se fosse l’ultimo.
Queste pagine, dense e controcorrente, raccontano una storia vera e coinvolgente: quella di un “militante ignoto” che – partendo dalle strade e dai cantieri di una periferia abbandonata del Mezzogiorno – giunge alle vette della politica nazionale, senza mai dimenticare le proprie origini, la propria missione e la propria gente. Uno spaccato di vita, ma anche un piccolo “manuale” per orientare il proprio cammino, nel solco dei valori perenni e verticali della nostra identità più profonda: dal senso del sacro alla centralità della famiglia e dall’appartenenza alla giustizia sociale, oltre i dogmi del “pensiero unico” e la sfiducia imperante e diffusa. Perché – nonostante tutto – c’è ancora chi concepisce la politica come il più nobile atto d’amore, trasformando le idee in azioni.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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papesatan · 11 months
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Un insetto capovolto si trascina a fatica fuori della mia finestra. L’osservo un po’, ma penso a me. Alla rabbia che sento, quella che mi fa urlare pazzo invasato, quando mi mancano di rispetto, pretendendo tutto senza dare niente. Una volta ho spaccato una sedia per questo. Un bambino pestifero di nome Dachi aveva preso a infastidire una compagna, tirandole grumetti di colla nei capelli. Ripreso più volte, il birbone aveva continuato le sue pratiche vessatorie, ghignando strafottente, come se nulla fosse. All’ennesimo reclamo della povera Carlotta, mia intoccabile protetta, mi alzo, bollendo di sangue demonio e, raggiunto il banco a balzi, sferro un tracotante calcione all’incolpevole sedia accanto a Dachi, disintegrandola completamente. “La prossima volta al posto della sedia ci sarà la tua testa!” urlo odiandomi fuori di me. Dachi mi fissa morto in volto, silenzio ovunque intorno, ne godo la pace per un istante, sentendomi a pezzi come la sedia, so d’aver esagerato, fa sempre male cavar fuori il lupo. A fine serata, mi siedo accanto a Dachi e dico: “Mi dispiace per quello che è successo. Perché fai sempre il monello e mi fai arrabbiare? Ciò che è successo è una cosa brutta, te ne rendi conto, vero?” “Sì… le sedie costano” “Ma no, non c’entra la sedia, quella si ricompra. Usare la violenza non è mai bello. Non è una soluzione, capisci? Credi mi diverta spaccare sedie? Non serve a niente e fa solo male. Ed io non ti farei mai del male, lo sai, vero?” annuisce “Mi prometti che d’ora in poi mi ascolterai e farai il bravo?” annuisce ancora, prima di lasciarsi andare a un ghigno birichino. Una causa persa, ma rido anch’io, carezzandogli i capelli. La sedia avrei dovuto incorniciarla a monito perenne, invece ahimè, l'ho buttata.
Guardo fuori della finestra: l’insetto arranca ancora a testa in giù, verso la cieca sopravvivenza. Non posso fare nulla per salvarlo, mi dico, non sono Dio e non mi piace quando l’uomo interferisce con la natura, anche se a fin di bene, giocando alla somma divinità. Applico il distacco e penso alle guerre, Russia, Ucraina, Palestina, non posso farci niente, non è affar mio. Torno ai fatti miei, ai miei lividi, al lupo e alla rabbia, alle catene e alle ferite autoinflitte, mi perdo nel dolore, dopo qualche minuto torno alla finestra: arranca ancora, sempre più stanco, resiste ancora. Niente, basta, apro la finestra e con la punta di una matita m’avvento a raddrizzarlo, ma mentre lo volto smette di muoversi. Lo fisso per un po’, aspettandomi qualcosa, un movimento, la vita. Niente, lui resta lì, morto. Getto la matita e piango di sconforto, inutile, mi son deciso troppo tardi... Mi volgo alla finestra. Non c’è più. Se lo sarà portato, funebre, il vento? O m’ha preso in giro per furba tanatosi?
Spero la seconda, sarebbe più facile perdonarmi. 
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lisia81 · 3 months
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La migliore scelta di sempre.
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Viki 37 puntate.
Oggi mi è stato chiesto: cosa ti ha spinto a guardare questo drama? Il trailer? la trama?
I realtà no. Volevo vedere se Yang Zi usciva dal suo solito schema con un ruolo non da brava e perfetta figlia e volevo vedere Xu Kai.. perchè Soso di solito ci sta sempre bene dove lo metti.
Di solito.. è stato tanto criticato Dylan Wang per il ruolo del CEo in Only for Love, ma vi assicuro che Soso in quel ruolo è un pesce fuori d'acqua molto peggio di Wang. E a me Wang non piace.
Recupera benissimo quando è fuori dall'ufficio, fantastico nelle scene drammatiche quando mangia quel piatto di noodles mentre sta piangendo e gli fuoriescono dalla bocca sembra veramente una scena di vera disperazione, tenere, spiritose, dolci, riflessive .. ma non mettetegli giacca e cravatta!
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Per quanto riguarda Yang Zi è perfetta. Ma anche questo sembra un ruolo cucito su di lei. La vedrò mai fare un qualcosa di diverso dalla ragazza della porta accanto o la più amata dai cinesi? Forza Yang Zi un ruolo da perfida!!! provaci una volta!
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Di cosa parla quest drama di 37 puntate? di una storia familiare. Di rapporti, affetti, interazioni in una normale famiglia cinese.
Il drama non è una storia d'amore, la storia c'è, ma è un contorno, anche se dalle varie gift su Tumblr sembra tutt'altro.
Vengono tirati fuori i temi del matrimonio, del dovere dei figli verso i genitori, l'essere quasi loro proprietà. Il desiderio di diventare migliori tramite la realizzazione dei propri discendenti. lo staus sociale ed economico.
Emerge il desiderio di libertà, di vivere la propria vita, prendere decisioni al di là dell'amore familiare.
Tramite la figura della madre di Chenghuan (colei che deve essere sostegno ai genitori ) vi è una denuncia di tutti quegli stereotipi che si vedono nei drama. Si mette in risalto che il genitore deve essere un supporto per il figlio quando lui ne ha bisogno, ma lasciarlo volare con le prioprie ali e affrontare il mondo. Dare amore e sostegno reciproco. E che la famiglia è comunque una parte importante per una vita serena.
Menzione a parte per la nonnina del mio cuore che avevo adorato anche in meet Yourself. L'adoro e basta.
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A mio parere lo scopo del drama è questo. Sociologicamente parlando i temi sono parecchio interessanti. Ti mostrano uno spaccato della società nella sua completezza.
E' tutto trattato bene? ni.
Vale la pena vederlo? si se volete dare un occhiata ad alcuni aspetti della società cinese.
Ma più di 7-7.5 non riesco a dargli. Nonostante la bravura degli attori,le ambintazioni, la musica, soffre un po di lunghismo come tanti cinesi.
Arrivata a puntata 27 ho pensato: cosa potrà ancora accedere?
Per carità il brodo non lo hanno allungato così a cavolo. Quello che ci hanno messo ha un senso e completa il quadro di questa famiglia e dei vari personaggi. Ma a mio parere con qualche accorgimento, dentro le 30 puntate ci si poteva stare lo stesso.
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dilebe06 · 2 months
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Scarlet Heart
... e fuori due!
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Ohibò.
Si poteva evitare la versione cinese, nonché l'originale di Moon Lovers?! Certo che no! e per essere ancora più precisi vedremo, quando uscirà, anche la versione tailandese di questa storia!! #tuttecelevediamo #tutte
Scrivere questo commento per me non è facile, perché mi è piaciuta molto la sua versione coreana che ho visto prima di questa e quindi automaticamente il mio cervello attua confronti tra le due serie.
Metto subito le mani avanti, dicendo che la versione made in Korea mi è piaciuta molto di più nonostante Scarlet Heart abbia molte cose interessanti e che lo rendono a mio parere una serie da vedere.
La trama di Scarlet Heart è la stessa di Moon Lovers e vorrei iniziare facendo un plauso proprio a quest'ultimo per aver ripreso la storia rendendola simile ma non uguale. Rispetto alla sua controparte cinese cambiano i personaggi, le relazioni tra essi, gli eventi...ma di base rimane la stessa storia. E questo l'ho apprezzato: sapevo già come sarebbe andata a finire ma Scarlet Heart è riuscito comunque un po' a sorprendermi.
Detto ciò, questo sarà un super commento breve e casuale perché fa troppo caldo e perché sono troppo pigra per analizzare con un osservazione lucida la serie.
Ovviamente casuali perché sono pigra e fa troppo caldo.
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Prima di tutto, ho apprezzato Il realismo. A differenza della versione coreana, Scarlet Heart ha una storia più concreta e "semplice". E' molto più tranquilla rispetto alla versione made in Korea ed offre uno spaccato più vero dell'epoca storica presa in esame dalla serie. C'è uno studio più profondo dei dettagli e delle relazioni, dove la serie fa uno grande sforzo nel costruire "un mondo" dove i nostri personaggi si muovono, il più veritiero possibile.
E se da una parte ciò è per me meritevole, poiché più legato alla realtà, dall'altro lato è però meno avvincente. In Moon Lover, il dramma scorreva potente ogni 5 minuti ed arrivati ad una certa si faceva il toto morti di puntata. La versione koreana è riuscita a tenermi incollata allo schermo dalla tensione, mentre Scarlet Heart per buona parte della sua storia non è riuscita invece a coinvolgermi.
Ho trovato la storia portata in scena in modo piatto e poco intrigante, coerente sì con la vera storia ma per questo tenuemente avvincente. Ci sono state tantissime scene dove non succedeva niente: si prendeva il thè, si chiacchierava e commentava il senso della vita, si andava a trovare altra gente, ci si faceva complimenti a vicenda, si chiacchierava con toni aulici e con enormi panegirici... ma solo con la morte dell'Imperatore finalmente la serie alza il livello di tensione e le cose si muovono veramente. Infatti per ben più di 25 episodi il contesto, i personaggi non si muovono mai in avanti. Non succede mai nulla di sconvolgente che smuove le vite dei personaggi. Manca quindi la tensione per gran parte del drama, dando alla serie quell'effetto da "documentario" che non mi ha permesso un grande trasporto emotivo. ( cit @lisia81)
Mi è mancata anche la tensione romantica tra i due lead ed ho trovato davvero difficoltà nel sentirmi coinvolta da questa coppia. Li ho trovati freddi, compassati, con un sacco di chiacchiere ma poche scene veramente sentimentali...di quelle che ti strappano il cuore.
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Veniamo poi ai Lead. Il quarto principe nella versione coreana era un uomo da romanzo. Scritto appositamente perché lo spettatore empatizzasse con lui, grazie ad un background ed ad una storia tragica. Per dirla in modo molto brutto: era finto. Ma non per questo non si è amato! Ho adorato il 4° principe della versione coreana!
Scarlet Haert invece, presenta un protagonista "normale" con una grandissima intelligenza, pazienza e con un ancora più grande ambizione. Mi è piaciuto tantissimo che fosse ordinario, con una vita ordinaria come i suoi fratelli, poiché l'ho trovato molto più veritiero e degno di ammirazione. Ha giocato il gioco del trono perché voleva essere Imperatore ed è stato così bravo da vincere. Punto. Di contro però, era anche un po' noioso. O meglio, non ha brillato per particolarismo o caratterizzazione, rimanendo per me, sullo sfondo. Ed essendo il protagonista, non è proprio una bella cosa.
Sulla lead invece, si potrebbe aprire un dibattito che durerebbe per anni. Voglio solo dire che ha molti punti in comune con la sua versione coreana con l'aggravante tuttavia, di esser ancora più bipolare e ancor più poco coerente. Ma questo credo che sia insito nel personaggio: secondo me la lead non è scritta proprio benissimo. in nessuna versione
crei un personaggio che viene dal futuro e si ritrova nel 1700, in un epoca di morte facili e di punizioni corporali per qualsiasi errore e dove uomini potevano avere harem interi di donne e dopo più di vent'anno che ormai vivi lì e dovresti averci fatto il callo, decidi che quella vita è troppo barbara ed insopportabile per te e te ne vuoi andare.
Che poi, ste lead mai che pensino alla vita che hanno lasciato. I genitori, la famiglia, il lavoro, gli amici... niente.
Nella versione koreana potevo anche accettarlo in virtù di tutte le angherie subite e le enormi tensioni di palazzo che sin dall'inizio gravavano sulla psiche della protagonista.
Ma nella versione cinese, Ruoxi serve il thè all'Imperatore per anni. E' tenuta in grande considerazione da tutti e ancor più dal Sovrano Supremo che la adora come una figlia. Addirittura vuole darla in sposa al suo figlio preferito. Viene però punita con le bastonate e mandata a lavare i panni con la servitù. Lavoro umile e a lei poco congeniale, che la vede impegnata per ben 2/3 puntate, dove riesce comunque a farsi delle amiche, bere il thè con i Principi ecc ecc.. poi il 4* diventa imperatore e la riporta a corte come amante. C'è enorme tensione tra il nuovo Imperatore ed i fratelli e già le cose tra loro cominciano a scricchiolare. Il quarto comunque la ama e capendo che vuole essere libera, non le da titoli per lasciarla vagare come vuole. Anche la moglie dell'uomo che ama la spinge nel letto del marito. Tutti la trattano con i guanti di velluto e con il massimo rispetto. Ma lei è infelice perché i Principi amici suoi sono infelici e se continueranno a far danni perderanno la testa. Se ne vuole quindi andare e non si capisce bene il perché:
Prima di tutto, Ruoxi sapeva benissimo sin dall'inizio che una volta salito al trono il Quarto, i suoi fratelli avrebbero fatto una brutta fine. Quindi che ora si stupisca e che colpevolizzi l'Imperatore per comportarsi come un Imperatore non ha senso. Come sapeva benissimo la qualità della vita di corte. Ci ha lavorato per anni e si è messa con un uomo il cui futuro prevedeva altra vita lì a corte. Quindi che adesso il palazzo le sembri una gabbia, di nuovo non ha senso. Ma allora che ti ci sei messa a fare con il quarto? La domanda ovviamente ha la sua risposta semplice: era così innamorata che era disposta a soffrire pur di stare con il suo uomo. Solo che, poiché io questo grande e straziante amore non l'ho visto, ho trovato tutti i panegirici di Ruoxi tremendamente assurdi.
Cominciano poi a cadere teste ( tutti morti giustamente eh) ed improvvisamente Ruoxi si ricorda che proviene da un mondo moderno dove queste cose sono inaccettabili. Non tollera che la gente venga bollita viva.
Mi fa tagliare come la lead non abbia detto nulla quando il Vecchio Imperatore l'ha fatta pestare e poi sbattere a lavare i panni per aver rifiutato di sposare il 14° fratello ed anzi gli abbia dato ragione perché aver offeso l'imperatore, ma si sia arrabbiata a morte con il suo uomo quando a mandato a morire la sua amica che la spiava da anni. Due pesi e due misure.
Il grande contrasto con questo personaggio in tutte le versioni è che per gran parte della sua vita nel passato, accetta un sistema culturale, legale e sociale ben diverso da quello a cui è abituata. Salvo poi, nel finale, trovarlo insopportabile e decidere che non gli sta più bene.
Si potrebbe ribattere che ciò accade perché le vittime sono amici suoi, gente a cui lei vuole bene. (incentivando dunque che delle altre non gliene frega nulla) Tuttavia, non è che questi "amici" vengono puniti a caso. Mettono in dubbio l'autorità dell'Imperatore, complottano contro di lui, si rifiutano di eseguire i suoi ordini. Seriamente Ruoxi: sei lì da più di vent'anni e non sai quali siano le conseguenze per tali azioni?!
Ancor più confusionaria è la questione della fine della relazione della lead con l'ottavo principe:
In un episodio si rotolano tra le fratte giurandosi amore eterno e spruzzando passione reciproca da tutti i pori e nell'episodio successivo Ruoxi, fredda come la Barriera, chiude la relazione perché lui non sceglie lei ed il loro amore piuttosto che il trono. Ma perché, non le può avere tutte e due? perché deve scegliere? si chiede giustamente un perplesso ottavo principe che già sognava il matrimonio e che invece si ritrova a dover rispondere a queste domande ed a vedere finire la relazione senza capire manco il perché.
Comunque sia, la protagonista di questa storia non mi fa morire in nessuna delle due versioni.
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Ma c'è una cosa che ho amato tantissimo in questa versione: le caratterizzazioni e le relazioni tra i Principi. Con una menzione d'onore al Tredicesimo, mio eroe personale e mio personaggio preferito dell'intera serie.
I personaggi sono infatti ben distinti e ben strutturati: nessuno è buono o cattivo ma giocano le loro carte con umanità, cadendo preda delle loro paure, debolezze o mostrando grande dignità. Come la moglie dell'ottavo Principe, donna con due balls incredibili ma che ahimè è crollata nella mia considerazione per come ha agito nel finale.
Il tredicesimo invece, rimane coerente dall'inizio alla fine della storia ( @lisia81) tenendo botta per più di trenta episodi senza mai farmi calare l'interesse per lui. Fenomenale! La sua amicizia con Ruoxi era splendida e molto naturale così come la fedeltà al quarto fratello. L'ho amato tanto. Così tanto che è l'unico personaggio che mi ha fatto commuovere nel finale. Voglio anche io un tredicesimo principe nella mia vita!
Ci sarebbe tantissimo altro da dire su questa serie:
La fotografia era stupenda così come la musica e l'attenzione per i dettagli. Meno fantastica la CGI ed il montaggio che certe volte mi hanno fatto pensare di aver perso qualche scena. Ma nel complesso, credo che gli autori, su questo frangente, abbiano fatto un buon lavoro. Meno convincente per me invece è stata la recitazione, soprattutto dei due protagonisti.
Concludendo: credo che Scarlet Heart debba essere visto a prescindere dalla versione coreana. E' tratto da una storia vera ed offre davvero uno spaccato di quell'epoca. Ha delle cose encomiabili che possono far apprezzare la serie ad amanti della storie più veritiere possibili. A me non ha fatto impazzire, finendo nella categoria del "godibile" ... ma sono comunque felice di averlo visto.
Voto: 7.6
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susieporta · 1 month
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Il Papa
"La sacra Connessione tra Cielo e Terra"
Si conclude l'Era della Ragione.
Essa ha dominato per secoli e secoli, portando l'Umanità a disgregare e allontanare le forme più elementari di Connessione all'Origine.
La Mente ha imposto il suo predominio. Ed ha tentato di annientare le leggi della Natura, con prepotenza e arroganza, arrogandosi il potere illusorio della "superiorità".
Ha spento la Connessione.
Ha ridicolizzato, respinto, antropomorfizzato, strumentalizzato, ogni canale di comunicazione con l'Invisibile, con la sacra Fonte.
Ma l'Origine è Vita.
Ed è anche Morte e Resurrezione.
E questo Tempo così prezioso ce lo sta ricordando.
Nulla accade che non sia parte di un maestoso e sacro circolo di dialogo e comunicazione tra Spirito e Materia.
Nulla accade che non voglia riportarci all'Amore.
Possiamo resistere. Possiamo continuare ad esprimere il nostro "senso di ingiustizia" attraverso l'autodistruzione e la rabbia.
Ma non cambierà nulla.
Perché Rabbia ed Ingiustizia lavorano sul piano dell'immaturità di Coscienza e materializzano "mostri". Proiettano finzione e veli interpretativi.
Sono sentimenti legati alla "resistenza" dove albergano ancora indisturbati i ruoli di Vittima e Carnefice, dove c'è un Buono e un Cattivo, c'è un Giusto e un Sbagliato.
Ma non c'è "risoluzione".
Noi Umani non possiamo puntare sul "perdono". Perché non c'è nulla per cui l'altro debba chiederci "scusa". E nessuno ha "sbagliato".
E' una distorsione di schema la "colpa".
Ciò che è accaduto intorno a noi, e magari continua ad accadere ancora oggi, in termini di disfunzione è frutto dell'immaturità di Sistema Interiore.
E tutto ciò che accade quotidianamente nella nostra Vita, nasconde un messaggio evolutivo e un dono pronto per essere scartato dalla nostra Coscienza.
L'esperienza della Sottomissione ci ha insegnato la Libertà, la Violenza ci ha insegnato il Rispetto per noi stessi, la Morte interiore ci ha insegnato il vero valore della Vita.
Nulla di ciò che accade è "vano". Nulla viene per nuocere o per ferire.
Tutto ciò che viviamo, ci regala un sincero spaccato di ciò che dobbiamo ancora integrare nella nostra Struttura per esprimere la nostra autentica e sincera Manifestazione e il nostro pieno Potere interiore.
E se anche la fatica di "affrontare" ci sembra inizialmente che non porti i risultati evolutivi sperati, piano piano vedremo i nostri pensieri cambiare, le nostre opportunità fare capolino tra l'ombra della perdita e della mancanza, i nostri sforzi produrre i primi sorrisi intorno a noi.
Rompere gli schemi disfunzionali è un "lavoro a tempo pieno".
Occupa ogni istante del nostro piano di percezione umana.
Ma è un campo fertile. E ci dona giorno dopo giorno tanti piccoli semini da interrare, curare e annaffiare con Amore e Dedizione.
Il ritorno all'Origine è un viaggio mozzafiato, è un "sola andata" per la felicità e pienezza.
Si parte nella totale Incoscienza e con tanta paura dell'Ignoto, ma poi non si vorrebbe più scendere da quel meraviglioso Treno che corre all'impazzata e che ci porta ad esplorare tutte le sopite e straordinarie parti magiche che albergano dentro di noi.
I prossimi giorni saranno importanti.
Saranno i giorni della "trascendenza".
Le esperienze del mese di Agosto, siano esse state visibili o invisibili, coscienti o vissute nell'oblio della memoria, si riuniranno per preparare la "chiusura del Ciclo" dell'Anno del Cuore.
Sentiremo convogliarsi dentro di noi movimenti di "riaggregazione" di singoli "pezzi evolutivi", come la sensazione di ricomporre un puzzle, per creare una nuova figura omogenea e distinguibile nelle sue forme essenziali.
L'Autunno ci renderà partecipi di un intenso processo di "sperimentazione" dei nuovi "Strumenti della Funzione", che per chi avrà lavorato alacremente sulla distorsione, sulla vittima, sul boicottaggio dello schema di disfunzione, produrranno sbalorditivi effetti nella Materia.
La Connessione tra Cielo e Terra sarà esplosiva. Ci renderà definitivamente consapevoli del Potere Creativo negato per secoli e secoli dalla Coscienza.
E ci permetterà di sperimentarci nell'Amore vero, quello Cristallino, quello "puro", quello ripulito dalle distorsioni del Passato.
Approfittiamo di questi ultimi rigurgiti di Agosto per regalarci l'ennesimo atto di purificazione interiore.
Concentriamo, in queste ultime giornate estive, l'attenzione su quali sono ancora i nostri "campi di distorsione" e di impotenza, i nostri "temi fragili e scomposti".
Poi non avremo più tempo.
Il vortice autunnale è alle porte.
E qualsiasi "distorsione interiore" ancora attiva verrà amplificata cento volte tanto nella Materia.
E allora vedremo palesarsi davanti ai nostri occhi la pura "Verità".
Su tutto ciò che alberga "di vero o illusorio" dentro di noi e sulle zone d'Ombre più indicibili e obliate di chi ci circonda.
E allora, forza! Avanti tutta con le pulizie!
Mirtilla Esmeralda
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tergestin · 2 years
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CARA "PAOLA EGONU..."
(...le spiego io che cosa fa veramente schifo)
di Mario Giordano
(da 'La Verità' del 6 febbraio 2023)
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"Cara Paola Egonu,
le sono vicino per tutte le indicibili sofferenze che ha subito nella sua vita. E che ha denunciato nell'intervista a 'Vanità Fair', invocando addirittura l'apocalisse (testuale: "Mondo di m. Spero che arrivi l'Apocalisse").
Ma resto un po' perplesso quando lei si chiede se "vale la pena far nascere bambini e condannarli all'infelicità", aggiungendo che non vuol far vivere a suo figlio "tutto lo schifo che ho vissuto io".
Resto perplesso perché lo trovo offensivo nei confronti di tutte quelle mamme che, proprio ora, in questo momento, stanno mettendo al mondo figli in una situazione almeno tanto difficile come la sua.
Magari sotto le bombe in Ucraina. O in un villaggio sperduto dell'Africa. O anche soltanto in un quartiere della periferia di Milano dove non si arriva a fine mese.
Capisco che per lei sia più dura che per tutti gli altri per via della pelle nera.
Ma le assicuro, per riferirmi ai gravi episodi di razzismo denunciati nella sua intervista, che anche a me è capitato di ricevere un caffè freddo al bar e persino di rimanere chiuso fuori dalla banca, pur essendo colpevolmente bianco.
Per solidarietà nei suoi confronti, comunque, sono andato a rivedermi per intero "lo schifo" da lei vissuto nei suoi primi 24 anni:
-a 14 anni è entrata nel Club Italia
-a 15 anni ha avuto la cittadinanza italiana e la serie A2
-a 16 anni la serie A1 e la nazionale italiana
-a 18 anni è stata premiata come miglior giocatrice italiana
-a 19 anni come miglior giocatrice europea
-a 21 anni ha lavorato in un film della Disney
-a 22 anni ha presentato 'Le Iene' in prima serata TV ed è stata portabandiera olimpica
-a 24 anni sale sul palco di Sanremo.
Ha vinto due scudetti, due Champions League, cinque Coppe Italia, quattro Supercoppe, un Campionato Mondiale di Club, un oro alla Nation League, un oro agli Europei, un bronzo e un argento ai Mondiali ed è stata nominata Cavaliere della Repubblica.
Per essere uno "schifo" non c'è male.
Per carità tutto meritato, tutto conquistato. Ma, vede, siccome studia psicologia, le consiglio di pensare l'effetto che possono fare le sue parole sulle persone meno fortunate o meno dotate di lei.
Con tutto il rispetto per le difficoltà che lei ha incontrato, se la sua vita è "uno schifo" che cosa dovrebbe pensare una ragazzina nata paraplegica e inchiodata alla sedia a rotelle? Ne ho incontrate tante sa?
Nessuna di loro ha mai messo in dubbio l'importanza della vita.
In genere mi hanno regalato un sorriso.
E poi le chiederei un po' di rispetto anche per questo nostro mondo, prima di invocare l'apocalisse. Lo hanno costruito i nostri vecchi, con il loro sudore, e fa male vederlo disprezzato così da lei.
Mio nonno Lello, per esempio, ha cominciato a lavorare a 7 anni, ha faticato fino a 80, si è spaccato la schiena in fabbrica e nei campi, ha costruito case, piantato alberi e vigne, non si è fermato neppure quando la malattia lo costringeva a camminare con due bastoni fra atroci sofferenze.
Ebbene: non gli ho mai sentito dire che la vita era uno schifo. Mai. E ha accolto ogni nipote come una gioia infinita.
Questa è la differenza fra lei e lui, non il colore della pelle, mi creda."
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francescacammisa1 · 3 months
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Del resto, di che cosa ci si potrebbe informare, quando si incontra uno che ha una finestra sottobraccio, magari col vetro spaccato, cosa gli si potrebbe chiedere, Dove vai? È evidente, dove va, uno con una finestra sottobraccio, col vetro spaccato, va a posare la finestra che ha sottobraccio da qualche parte dove a quella finestra che ha sottobraccio gli faranno qualcosa.
Paolo Nori - I malcontenti
Ph Magali Kermaīdic
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i-am-a-polpetta · 1 year
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che vorrei immortalare il tempo, fermare i frammenti di sabbia dentro quella clessidra che si svuota e di riempie come le giornate quando sono e non sono con te. che vorrei momenti leggeri come questi in cui sono le 22:22 e ti dico che puoi esprimere un desiderio e tu rispondi che chiedi sempre la stessa cosa. che io starei ad ascoltarti le ore, starei a sentire le storie che hai da raccontarmi per giorni, come se il tempo fosse una dimensione che potessimo controllare. mi piace questa vita. questo insieme spaccato di minuti che sembrano durare per sempre.
torno a casa, ma non so come dirtelo che per me sei tu casa.
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mucillo · 21 days
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“Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l’amore, per i sogni, per l’avventura di essere vivo.
Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.
Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio e il tuo; se puoi ballare pazzamente e lasciare l’estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro essere identico a te stesso, se puoi subire l’accusa di un tradimento e non tradire la tua anima.
Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia.
Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non é bella tutti i giorni.
Se sei capace di far sorgere la vita con la tua sola presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo e mio e continuare a gridare all’argento di luna piena: SÌ!
Non mi interessa dove abiti e quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini.
Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere.
Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l’ha fatto.
Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai…nei momenti vuoti.”
Scritto da un’indiana della tribù degli Oriah-1890)
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raffaeleitlodeo · 1 year
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I protagonisti di questa storia a lieto fine sono Giulia, sua mamma Daniela, che non l’ha mai lasciata sola, e i medici e infermieri del San Camillo, che le hanno salvato la vita.
Il 5 aprile scorso un incidente in auto, poco dopo l'uscita da scuola, ha ribaltato all'improvviso tutto il suo mondo.
Giulia, 18 anni compiuti da poco, era seduta davanti, con la cintura allacciata, quando la macchina dove viaggiava con due suoi amici ha slittato e si è scontrata con un'altra che procedeva in senso opposto. Un incidente avvenuto in pieno giorno, a bassa velocità, ma dagli esiti devastanti per la giovane.
Dopo essere stata trasportata in ambulanza all'ospedale di Anzio, Giulia a causa delle sue condizioni critiche viene trasferita d'urgenza al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini.
Giulia viene immediatamente portata a fare una TAC presso la Radiologia d’Emergenza-Urgenza, interna al Pronto Soccorso, ed è qui, davanti all’esito, che emerge la gravità e la complessità del caso. Nell’impatto Giulia è stata stritolata: ha il fegato spaccato a metà, il pancreas schiacciato e una vertebra (la L1, ovvero la prima vertebra lombare) letteralmente esplosa nell’impatto. Rischia di rimanere paraplegica. Anzi, in questo momento non camminare più sembra uno scenario ottimistico, la sua vita è a rischio. A Giulia serve un miracolo.
La ragazza viene immediatamente presa in carico dall’equipe multidisciplinare della UOSD Shock e Trauma, diretta dal dottor Emiliano Cingolani. Non c’è tempo da perdere: il dottor Manfroni, della UOC Chirurgia Generale e d'Urgenza, decide di operare immediatamente: attraverso una serie di delicati interventi chirurgici, scaglionati in più giorni, effettuati con la tecnica del “packing”, riesce a salvare il fegato e la vita di Giulia. Il dottor Faggiani, direttore della UOC Gastroenterologia, ricostruisce l’integrità delle vie biliari del fegato con una protesi. Alla ragazza viene indotto il coma: un lungo “sonno” che dura ben 25 giorni e che Giulia passa in terapia intensiva monitorata e seguita minuto per minuto dal dottor Cingolani e il suo team.
Dopo il risveglio – il 1 maggio - poche settimane fa il dottor Russo, della UOC Neurochirurgia, interviene sulla vertebra lombare, ricostruendola e fissandola con viti. Giulia dopo l'intervento prova a muovere le dita dei piedi e ci riesce: potrà tornare a camminare! Con il passare dei giorni Giulia prende coraggio e finalmente riesce ad alzarsi: "La prima volta che mi sono rimessa in piedi ho pianto!" ci ha confidato.
La mamma, Daniela, che è sempre stata accanto a lei in questi mesi, è commossa dell'efficienza, la competenza e soprattutto l'umanità dei medici e degli infermieri del San Camillo: “La terapia intensiva del dottor Cingolani è stata la mia seconda casa per quasi due mesi, non dimenticherò mai le attenzioni, le cure, la dedizione di tutto il personale nei confronti di Giulia. Anche l’attenzione per i piccoli dettagli: facevano a gara per cucinarci qualcosa di buono e far sentire Giulia sempre a suo agio, con dediche affettuose e una presenza costante. Devo ringraziare tutti gli infermieri e tutti i medici che in questi mesi hanno seguito Giulia. Ci voleva un miracolo: loro lo hanno fatto!".
Oggi Giulia può camminare e fare ginnastica, è tornata a casa dai suoi cari e potrà ricominciare anche a cantare, la sua grande passione.
In questi giorni avrebbe dovuto affrontare gli esami di maturità, lo farà a settembre. Ma la prova che ha superato negli ultimi mesi è infinitamente più grande.
Tanti auguri Giulia, hai una vita bellissima davanti!
Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, Facebook
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gcorvetti · 11 months
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Come va? 'nsomma.
Basterebbe anche solo il titolo, ma vi faccio partecipi di questo momento di vita vissuta un pò alla Hank Chinaski, dai
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Nonostante non sia al 100% ieri ho chiamato la manager, che per cronaca non è solo di quel posto ma la ditta in questione ha l'appalto di varie (se non tutte) le mense scolastiche in città, quindi dopo averle detto che anche se non sono al 100% sono pronto per tornare a lavoro e mentre lo dicevo come per magia mi è partito un fortissimo colpo di tosse, chissà perché, lei stessa infatti mi ha detto "non sembra che tu stia però benissimo", la faccio breve, domani torno a lavoro ma non nella scuola della scorsa settimana ma in una molto più lontano, infatti dovrò prendere il bus e poi cercare di arrivare in 9 minuti dalla fermata alla scuola, sempre trovando la porta giusta al primo colpo, mi ha dato il numero della cuoca di quel posto. Già ieri dopo aver chiuso e cercato quale bus e a che ora mi è caduto addosso un velo di tristezza incredibile, non so forse perché so che non mi va e lo devo fare per forza e le cose forzate non mi piacciono. In questo momento sono abbastanza giù e non ho la forza di reagire, sono come un albero sotto la pioggia. Mi torna in mente Hank, l'alter-ego di Bukowski in Post Office, non gli piaceva quel lavoro ma lo faceva per inerzia, per denaro, rinchiuso nelle spire del un girone Dantesco dei postini, nell'obblio di una vita monotona spezzata soltanto da fiumi di alcol e donne che stavano peggio di lui, uno spaccato di vita moderna non solo americana, ma che si può accostare oramai alle nostre vite. Ricordo una vignetta dove c'è la frase in alto "vuoi un lavoro? In che ramo?" la vignetta presenta un tizio con la faccia molto tra il pensieroso e il disgustato mentre guarda un albero spoglio con dei nodi scorsoi che pendono dai rami che si rifanno alla frase in alto. Annullare la propria personalità, il passato come esperienza acquisita di vita, di sapere e di studio, rinchiudersi in un buco per i soldi e non vivere più, perché così ti viene abrasa l'esistenza, la tua essenza di essere umano, sempre se ne hai una, sempre se nella tua vita hai uno scopo, lo hai uno scopo? Sai perché sei su questa terra? No, non lo sappiamo, sappiamo solo che è così perché lo era per i nostri genitori e prima ancora per i nonni e per i bisnonni, lo è stato così fin dai tempi, tu sei numero e se non ti addizioni ad altri numeri resti un numero solo, isolato, come la società ci identifica e ci etichetta se siamo diversi, un numero marcio. Quando in realtà la diversità è un bene, una ricchezza, l'esempio palese è in natura, invece per la società che ci vuole tutti subordinati, la diversità è una malattia, non so se più Orwell o Huxley ma in questo caso poco importa, pensare con la propria testa è un lusso oramai, un lusso che se hai gli altri non ci credono e pensano che tu sia come tutti una pecorella che ha bisogno di brucare dal giardino come tutti e poi li vedi con i loro lunghi CV pieni di se come se quei titoli li dessero solo a persone specifiche con uno specifico QI (anche qua stendiamo un velo pietoso), mentre non sanno che ci sono milioni di persone che li hanno, li vedi che copiano e incollano le autocertificazioni su Facebook per non dare il consenso alla piattaforma di usare i loro dati, poveri idioti. Li vedi col collo piegato a modi struzzo e il naso appiccicato allo schermo del telefono a ridacchiare di video e immagini stupide, di così bassa lega che non farebbero ridere un bambino di 5 anni, li vedi affannarsi per comprare l'ultimo gadget che dopo un mese è già obsoleto per poi passare al prossimo, a ripetere frasi di convenienza per la celebrazione del momento "a te e famiglia". A me non dispiace di essere diverso, mi dispiace per voi che siete tutti uguali. Come dice Mark Fisher, anche se non l'ha proprio detto lui, "E' più facile pensare alla fine del mondo che alla fine del capitalismo", che è il male del nostro secolo perché ha appiattito tutto, ringraziamo sempre gli yankee.
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