Today in Christian History
Today is Friday, March 25th, the 84th day of 2022. There are 211 days left in the year.
Today’s Highlight in History:
304: Agape, Chioma, and Irene, three sisters, are seized at Thessalonica during Diocletian’s persecution. The three will be burned—Irene after shameful exposure.
717: Leo III is crowned emperor in the church of St. Sophia in Constantinople. He will bring much-needed reforms, beat back the Saracens, and restore Byzantium as a power able to stand seven hundred years longer. He will also support the iconoclast movement.
815: In defiance of Emperor Leo, who rejects the use of icons, Theodore the Studite has his monks march on Palm Sunday through their monastery vineyard in Constantinople, holding up icons so that they can be seen over the walls, eliciting a rebuke from the emperor.
1420: Jan Ziska defeats the soldiers of Sigismund at the Battle of Sudomer, the second major battle of the Hussite wars.
1783: Five Anglican clergymen gather secretly at Woodbury, Connecticut, and choose Samuel Seabury as their prospective bishop. He will have to sail to Britain to obtain ordination.
1821: Metropolitan Germanos of Patra blesses the fighters at Agia Lavra and hoists the flag of the Greek War of Independence from Turkish rule in St. George’s Square at Patrai. His charisma encouraged the Greek fighters.
1874: Bishop Joseph A. Beebe writes a letter to the Index concerning the Colored Methodist Episcopal Church in North Carolina: “Time has shown that we are not a political Church. Our aim is the glory of God and the salvation of the souls of men. The peaceable manner of our Church has won for us the confidence of the majority of the most intelligent people of our State.”
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01.09.76
« Pistaaaaaa » l’urlo belluino di un quintino, probabilmente mezzo troll, è quello che sentiranno alle loro spalle chi ha appena attraversato la barriera magica. E se ALLISTER si sentirà colpito alla spalla in modo pesante, tanto da perdere l’aggancio alla maniglia del suo carrello, sotto lo sguardo impotente di una in avvicinamento TASHA, TRISTAN addirittura vedrà traballare pericolosamente le due gabbie coperte da teli scuri che porta sul suo - e quella più grande, in effetti, pare stia per sganciarsi con un miagolio confuso che andrà a mischiarsi con quel « SCUSA » davvero poco sentito. WILLIAM, distratto dal cercare amici, si vedrà la nonna fin troppo vicina dopo il passaggio del ragazzo che corre veloce come il vento « SCUSATE, PERMESSO, DEVO ANDARE IN CODA » la giustifica mentre salta da BLYTHE, poggiando la mano sul suo baule, a WILLOW con un « hop! », spingendo loro ad arretrare di qualche centimetro per la spinta prodotta e dando una spallata anche al povero LUKE di passaggio. SOPHIA, che emozionata se ne va per la sua strada si vedrà fiancheggiare questo bolide troppo cresciuto al fianco, ma che potrà appurare essere una persona vera nel momento esatto che lo vedrà saltellare impotente dietro NEERA e i suoi familiari, almeno fin quando non troverà quel varco per poter riprendere la propria corsa verso... ROY, piccola stella, che si sentirà un « HEY NANO, LARGO » urlato direttamente dietro l’orecchio, prima di scartarlo veloce e fare la medesima cosa con una famiglia particolarmente numerosa di maghi, posizionata a mo di catena umana per far levitare i tanti bauli della prole in partenza per Hogwarts. E infine s’arresta, solo un attimo, con uno sguardo di apprezzamento alla Strega che accompagna MERROW, lasciando fuoriuscire un sottile fischio dalle labbra, prima di rendersi conto che c’è anche il marito al suo fianco e, forse, solo forse, non è il caso di trovarsi a tiro di una bacchetta adulta. Eppure non riesce a non staccare gli occhi dalla donna, ritrovandosi a sbattere con il muso dietro il nonno di SEAN. Mani al volto, a tamponare la botta presa al naso « mi sgusi, mi sgusi, non bolevo dambonarla signhore sé sciolo… HEEEEERB » verso un ragazzo che si è appena sporto dal finestrino dell’ultimo vagone, forse proprio cercando quel pazzo furioso « CUI, AMICO, SON- sgusi angora eh! » e via, sparito alla volta delle scalette più vicine.
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«Scusa un momento.» direbbe all`indirizzo di William, proprio quando quel ragazzo sconosciuto, parte a tutta burrobirra creando diversi incidenti sulla via. E se Will e sua nonna si ritrovano vicini, lei cerca di riguadagnare terreno verso il suo carrello ed in direzione di Tristan, assistendo però a tutta la scena dove quel povero malcapitato, si ritrova a fischiare in apprezzamento. A. Sua. Madre. Per poco non vomita. Cosa che invece Ondine prende con estremo diletto, limitandosi a fissare il ragazzo con le iridi verdi che vanno a provocare quello schianto contro la schiena d`un vecchio, mentre Angus porta la mano destra sulla parte bassa della schiena della moglie, che civettuola gli carezza in maniera casuale il petto, in un semi abbraccio fatto di possessiva complicità. Inutile dire che l`aura che emana il Padre della Grifondoro, è tossico istinto omicida, in un fuoriuscire d`espressione da perfetto e controllatissimo psicopatico. Merrow si blocca li, a vedere la scena, con un terrore in viso che non riesce a nascondere, almeno per quegli istanti in cui il ragazzo fortunato, non muore sotto lo sguardo sadico di Angus, e lei si ritrova a praticamente mezzo correre in direzione di Tristan «E-he..» un verso gutturale, mentre ancora ha il viso contratto in un`espressione spaventata che cerca via via di ricomporre «Delation» no, niente, non ha quella solita verve «Ciao Tris.» il tono adesso sembra corrispondere alle parole, ma quello che cerca di fare subito dopo, ha dell`assurdo a dir poco: braccia che si sollevano, mani adornate al migliolo sinistro dalla fedina in oro bianco, dalle dita affusolate e femminili, che cercherebbero i bicipiti altrui per cercare di raggiungergli la camicia e tentare di dargli una piccola spinta in sua direzione. Prima che possa dire o fare qualcos`altro. E` un abbraccio. O meglio, una sorta di richiesta di tale, completamente ignara del dove siano o con chi. Sembra un atteggiamento automatico e quasi incontrollato. Il cuore che pare volerle far fare un infarto a quattordici anni.
ora che l’avvicinarsi di Merrow devia la sua attenzione su una figura nettamente più gradevole ai suoi occhi. « Merrow, ciao. » Le labbra che si piegano in un sorriso lieve e lo sguardo che fa per spostarsi verso la figura paterna, magari per una qualche presentazione che però, non avverrà. E poi si lamenterà di essere sballottato in giro in maniera così inadeguata, ma per ora si ritrova a fare un passetto avanti, e a circondare con le braccia la figura della grifondoro seguendo un istinto che non sapeva di possedere. Un abbraccio di cui non capisce la natura e per cui sembra chiedere per un secondo aiuto al padre, lo sguardo che si sposta sull’adulto con un misto di confusione e sorpresa, prima che mormori uno « stai bene? » che sembra forse strano pronunciato dalle sue labbra. Quelle che si piegano in un sorriso certese all’arrivo di Will, che Merrow sia ancora fra le sue braccia o meno. « Buongiorno Dent, tutto bene le vacanze?» Non che gl’interessi ma, quindi bisogna fare conversazione.
* W: Merlino incoronato, grazie. Delation abbraccia Merrow e continua a tenerla abbracciata. Il passo di William si fa meno teso e frettoloso, ma comunque continua ad avvicinarsi, presumibilmente seguito da Allister e forse Tasha quando avrà smesso di sbavare. Forse. «Tutto bene. Le tue?» replica con garbo a quella sua domanda. Anche Luke li raggiunge, e lui, da ragazzo beneducato, procede alle presentazioni. «...non so se avete avuto modo di conoscervi, lui è Tristan Delation, un nostro compagno di classe» suo e di Merrow. E poi rivolto a Tristan «Loro sono Luke Pyrangelus, Tasha Odinsbane ed Allister Fralker.» accennando garbatamente a ciascuno. L`etichetta vuole la sua parte. Anche se dentro si sente morire per come percepisce Merrow in quel momento. Ma continua a parlare. Per farle sapere che è lì. Non potendosi permettere altro nel marasma della stazione. «...e se ci levassimo da questa bolgia infernale?» propone con una certa gentilezza, accennando al treno col capo. Angus non vede, Merrow non duole. Si spera. In effetti a meno di un metro da loro sta una porta aperta del treno, pronta ad accogliere gli studenti. Se loro accettassero, aiuterebbe CIASCUNO a caricare in fretta i bagagli, prima di occuparsi dei propri. E presumibilmente, appena in tempo per il fischio assordante. Ed a quel punto, salterebbe su anche lui. *
No, niente presentazioni, non c`è tempo: lei si aggrappa alla camicia firmata Hawthorne, per quei brevi istanti che precedono qualcosa che ha un che di miracoloso. Tristan l`abbraccia, senza strani tic, senza allontanarla, senza schifarla, e lei riesce a prendere un vero e proprio respiro di sollievo. Le mani passano alla sua schiena, stringendo il tessuto poco sotto le sue scapole, cercando di deglutire e di calmarsi un poco. La Loghain: che mai si è vista spaventata in pubblico, oppure stringere a quella maniera nessuno. Ora sta là, praticamente fusa con il petto del giovane Delation, contro il quale il suo cuore sbatte con la furia d`un animale in gabbia. Annuisce piano al sussurro che il Serpeverde le rivolge, stringendo in tutta risposta di più la presa «Dammi... un momento, ti prego.» vabbè, ora l`inferno si ghiaccia ed I Thestral diventano unicorni rosa volanti. Sente le parole di William, ne sente la voce, sente la risposta di Tristan, ma purtroppo non riesce ancora a separarsi da quella stretta, che poco a poco le sta ridando aria ai polmoni. Chiude gli occhi, li stringe, ed è con una violenza inaudita auto-inflitta, che si costringe a separarsi da quel contatto, solo dopo che Dent abbia presentato praticamente lo squadrone della morte dei suoi amichetti. Alza il capo e cerca lo sguardo del Serpeverde, in un moto di scuse sincero che solo ora si rende conto dei familiari li vicini, mentre lei si guarda bene dal cercare i suoi anche solo con gli occhi. L`elfo di famiglia sta già facendo levitare i bagagli in direzione dell`apertura più vicina del treno, proprio quella proposta da Dent, che la Loghain si ritrova a rivolgere un mesto saluto ai genitori del povero Tristan in un accenno di presentazione «Scusate... Merrow Loghain, molto lieta.» perfetto inchino, perfetto sorriso, espressione tornata sotto controllo, ed in generale parrebbe davvero un`educatissima Purosangue che si è solo spaventata per un pazzo col carrello ed il fischio facile. Guarda Gregor salutarli tutti, poi, volgendo il medesimo gesto di capo educato, prima di guardare di nuovo Delation e chiedergli in muta richiesta, di salire con loro. Eccola quindi, salutare proprio nessuno lì sul binario, intrufolandosi dentro il treno prima che altro possa accadere, cercando di mettere più distanza possibile tra lei e quello che è stato il suo Molliccio per un po` troppo tempo. La sinistra che sposta la riga laterale della chioma, la destra che pizzica la gonna e la tira un poco su per aiutarsi a salire i gradini, ed infine, occhi che cercano William in un ringraziamento silenzioso, a cercare di sancire la fine di quella folle stramberia da cardiopalma.
(...) l’arrivo di Merrow cambia notevolmente il tono di quel giorno di partenza. L’ha abbracciata spinto da un riflesso incondizionato che non sapeva di possedere, ma non l’allontana per scelta. Anzi. A quelle parole reagisce portando un braccio a cingerle le spalle, mentre l’altro rimane più basso in vita, quasi volesse proteggerla da qualsiasi cosa riesca a farla sgretolare in quel modo e nascondere quel momento di debolezza agli occhi del mondo. Ed è per quello che, nonostante l’incongruenza di tutto, si rivolge a Will con indifferenza, come se non avesse fra le braccia la grifondoro sotto lo sguardo curioso del padre. « Molto bene. Fra il Dover e New York. » Due posti che non potrebbero aver meno in comune, se non esponenti delle due famiglie di cui porta i cognomi. « Howthorne Delation » Due cognomi, appunto, per quanto scolasticamente abbia scelto di attenersi unicamente a quello materno, più ‘conosciuto’ in terra inglese, rispetto a quello americano tramandatogli dall’uomo al suo fianco. « Tasha, ciao. » L’unico saluto effettivo, mentre gli altri rimediano un cenno lieve del capo, appena oltre la testa di Merrow, giusto in tempo perché questa si tiri indietro, le braccia del serpeverde che per un attimo sembrano restie a lasciarla andare e a rivolgersi al padre come se nulla fosse accaduto. Il ‘Miss Loghain, è un piacere.’ pronunciato dall’uomo è abbinato ad un sorriso che si sposta poi sul figlio per recapitare uno ‘Scrivi a tua madre quando arrivi’ accompagnato da una stretta leggera della mano sul retro del collo e un lungo sguardo fra i due, un saluto che nonostante tutto potrebbe essere uno dei più calorosi nelle vicinanze e che termina con un cenno ai vari presenti prima di allontanarsi. E con lui, l’elfo di famiglia che si è premurato di sistemare i suoi bagagli sul treno in perfetto ordine, forse per ingraziarsi almeno un po’ il ‘padroncino’ inviperito nei suoi confronti. « Sì, saliamo. » E nonostante siano dirette a Will quelle parole, in risposta alla sua proposta, è Merrow che torna a guardare prima di sistemargli una mano bassa sulla schiena per condurla verso il treno, il suo corpo posizionato in parte dietro quello della ragazza e lo sguardo che corre intorno a loro, quasi cercasse qualcosa.
Totale e profonda riconoscenza, per coloro che sono accorsi a farle da scudo verso il mondo, ma è uno sguardo più intenso che rivolge a Tristan, abbandonando le sue braccia con la stessa reticenza sperimentata dall`altro. C`è un minuscolo momento di stasi, di consapevolezza del momento e dell`atto appena conclusosi, dove anche lei pare realizzare un bisogno che nemmeno sapeva d`avere. Si presenta al padre di Delation, con tutta l`eleganza che le hanno insegnato, rispondendo al suo dire con un sorriso un po` meno sghembo ma affilatamente complice «Il piacere è tutto mio, scusate l`intrusione.» non dà ulteriori spiegazioni però, salutando quindi l`uomo e volgendosi al treno. Quel contatto sulla parte bassa della schiena, ha uno stranissimo effetto su di lei, che inconsciamente s`avvicina maggiormente al corpo altrui, pur sempre muovendosi per montare sul treno. Il secondo fischio sancisce il loro distacco dalle famiglie, e lei può prendere un segreto sospiro di sollievo «Ssi..» un poco titubante, in risposta al dire ed allo sguardo di William «Cerchiamo uno scompartimento tutti assieme? Vi va? Tanto Becks ci raggiungerà sicuramente. Sarà a cercare Lance.» mormora lentamente, prima d`adocchiare oltre la porta d`uno scomparto poco più in là, un paio delle sue valige issate dall`elfo domestico di famiglia «Lì.. lì ci sono le mie.» niente soggetto, ma è chiaro ciò a cui si riferisca, indicando quindi la seconda porta a destra, per poi voltarsi in direzione di Tristan e mormorare leggermente «Dopo.. se hai un momento.» comincia con voce bassa, roca e calda, in maniera da venir udita solo da lui «Volevo darti il tuo regalo.» gli parla vicino, nonostante non ci sia più bisogno di stare così appiccicati, dato il corridoio un poco più largo e sgombro del binario su cui erano prima. Eppure la percezione spaziale sembra appena andata a farsi benedire. Pochi attimi e si muove in direzione dello scompartimento «Non vedo l`ora di cambiarmi. Non ne posso più di questi vestiti.» e che se lo strapperebbe di dosso con rabbia, è evidente a tutti.
Ma ascolta, saluta e si comporta con tutta l’eleganza e la cortesia imposta dall’educazione ricevuta, anche quando abbracci inaspettati giungono a destabilizzare interiormente l’animo di chi non gradisce nessun tipo di contatto fisico. E se lo sguardo confuso di Mr Howthorne è scivolato in silenzio sull’arrendevolezza del figlio, lo stesso avrà a che fare con tutto ciò presto o tardi. Perché si ritrova a poggiare con delicatezza la mano sulla vita di Merrow in un gesto che, nonostante tutto quello appena successo, parla di una confidenza che ancora difetta ai due e al comportamento di lui. Così come il fatto che li segue, apparentemente concorde al condividere lo scompartimento con loro, ascoltando i loro discorsi senza però intromettersi in alcun modo. Almeno fino a che Merrow non si rivolge a lui direttamente. « Sì, va bene. » Annuisce piano, fissando per un momento lo sguardo sul volto della ragazza, quasi fosse alla ricerca di qualcosa di preciso, prima che questa si allontani di punto in bianco. E se la guarda andare via, lo fa con attenzione, prima di spostare lo sguardo su Will per un lungo momento, lasciando che lo stesso saetti nuovamente sulla grifondoro in una tacita richiesta di tenerla d’occhio forse. Qualcosa che lui non farà, a giudicare come non sembri voler muovere passi verso lo scompartimento pieno, piuttosto diretto altrove. Magari semplicemente a trovare i suoi bagagli, finiti chissà dove.
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