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Viaggio nel Medioevo: Alla scoperta del Castello di Graines. Un affascinante tuffo nel passato tra storia, misteri e paesaggi mozzafiato
Il Castello di Graines, situato nella splendida Val d'Ayas in Valle d’Aosta, è uno dei simboli più suggestivi del Medioevo italiano.
Il Castello di Graines, situato nella splendida Val d’Ayas in Valle d’Aosta, è uno dei simboli più suggestivi del Medioevo italiano. Arroccato su uno sperone di roccia a oltre 1.300 metri di altitudine, domina la valle con la sua imponente presenza, raccontando secoli di storia e leggenda. Costruito intorno al X secolo, questo castello rappresenta un perfetto esempio di architettura difensiva…
#FANTASMI#Alessandria today#Architettura Medievale#attrazioni in Italia#cappella di San Martino#castelli in rovina#castelli italiani#Castello di Graines#cultura e natura#ESCURSIONI#escursioni in Valle d’Aosta#Fortezza#Google News#italianewsmedia.com#leggende italiane#leggende medievali#Luoghi da visitare#luoghi storici#Medioevo#medioevo italiano#misteri del passato#misteri italiani#monaci di Saint-Maurice#Montagna#Monumenti Storici#paesaggi alpini#patrimonio italiano#Pier Carlo Lava#Rovine storiche#signori di Challant
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Castello di Verrès 🇮🇹💟
La storia
Costruito su un picco roccioso che domina il sottostante borgo, il castello è citato per la prima volta nel 1287 come proprietà dei signori De Verretio. Un’iscrizione scolpita in caratteri gotici attesta che fu Ibleto di Challant nel 1390 a porre mano ai lavori che fecero assumere all’edificio l’aspetto attuale. Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l’apparato difensivo del maniero, adattandolo all’uso delle moderne armi da fuoco. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all’impiego delle spingarde e dei cannoni fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l’ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell’antiporta con il ponte levatoio e l’apertura di feritoie. Si provvide inoltre ad aprire nuove finestre a crociera, in aggiunta a quelle a tipo gotico a monofora e a bifora già esistenti, e nuove porte ad arco moresco, di evidente influsso spagnolo; gli interni furono arricchiti con nuovi arredi. Alla morte di Renato di Challant (1565) senza eredi di sesso maschile, il castello venne incamerato dai Savoia. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II ordinò di smantellare gli armamenti e di trasferirli al forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle d’Aosta.
Gli Challant riottennero il possesso della rocca nel 1696 e lo mantennero fino all’estinzione della casata, ai primi del XIX secolo. A quell’epoca il castello era abbandonato da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale, così che i piani superiori erano esposti alle intemperie e invasi dalle erbacce. Il salvataggio di questo castello, come per quelli di Issogne e di Fénis, si deve all’interesse di un gruppo di intellettuali piemontesi accomunati dalla passione per il Medioevo.
La visita
Superata l’antiporta che si apre nella cinta fortificata, accessibile anche a cavallo dal ponte levatoio, si incontra l’edificio destinato a corpo di guardia situato di fronte all’entrata del castello. Il portale di ingresso immette in un androne difeso da una caditoia dissimulata nella volta; una seconda porta, anticamente protetta da una saracinesca, dà accesso al cortile del castello. Attorno a questo ambiente quadrato il corpo dell’edificio è disposto ad anello su tre piani, collegati da un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti. La regolarità geometrica della struttura e l’essenzialità della decorazione, affidata unicamente ai particolari in pietra verde e bianca lavorata, si intonano al carattere militare dell’edificio e denotano altresì l’eccellenza delle maestranze che operarono a Verrès.
Al piano terreno si aprono due grandi saloni simmetrici che occupano per intero i lati est e ovest del castello, mentre a sud è situata la cucina. Il salone orientale probabilmente in origine adibito a magazzino per l’artiglieria, è coperto da una volta a botte. Di maggior interesse è la sala d’armi sita a occidente, voltata a sesto acuto: essa presenta due camini monumentali dagli stipiti sagomati; il raddoppio delle murature e altri indizi emersi nel corso di un restauro attestano la sovrapposizione di più campagne costruttive.
I locali del primo piano, riservati ai signori del castello, sono illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri piani. La grande sala da pranzo è collegata da un passavivande alla cucina padronale. Questo ultimo ambiente, dotato di tre grandi camini, presenta una volta in pietra a vele multiple rifatta ai tempi di Renato di Challant, l’unica copertura originale ancora esistente nel castello; degno di nota è anche il camino situato sul lato nord, di dimensioni eccezionali e riccamente decorato da modanature e pilastrini.
Al secondo piano (non visitabile) sono situati gi appartamenti di servizio, collegati da una scala in legno al piano delle caditoie.
Il castello ogni anno è il prestigioso palcoscenico del Carnevale Storico verreziese in cui si rievoca, tra storia e leggenda, l’epopea della contessa Caterina di Challant.
Guarda il video Alfredo d’Andrade e i castelli di Fénis e di Verrès
CONTATTI
Castello di Verrès
11029 VERRES (AO)
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I signori di Challant (sec.XV) di Federigo Pastoris del 1865. Olio su tela, conservato a Torino, Civica Galleria d'Arte Moderna
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Incastonato tra le montagne, immerso nella natura più incontaminata, ecco Verrès, incantevole borgo nella provincia di Aosta. Situato in una posizione strategica, “guardiano” della Valle di Challad, si estende nella bassa valle centrale della Dora Baltea. Un borgo di origine molto antica, risalente all’età imperiale romana, con un centro storico tutto da scoprire, sul quale si innalza il magnifico castello di Verrès, uno dei più celebri manieri medievali della Valle d’Aosta. Ecco tutto quello che vi aspetta, nella bellissima cornice di Verrès. Origini e storia di Verrès La datazione sulle origini di Verrès è incerta, ma secondo gli storici fu fondato dai Salassi, popolazione di origine celtica che risiedeva nel Canavese e nella valle della Dora Baltea. Nel 25 a.C. gli antichi Romani iniziarono con la sottomissione di quei popoli, fondando la città di Augusta Praetoria (Aosta). Il nome di Verrès deriva proprio dal latino “Vitricium”, verosimilmente dovuto all’esistenza di un’antica vetreria. Verrès era situato in una posizione strategica, per il passaggio della via delle Gallie, strada romana consolare realizzata per volere di Augusto per congiungere la Pianura Padana con la Gallia. Il maestoso castello di Verrès Nel XIII secolo, il territorio di Verrès diventa un feudo dei signori De Verrecio, per poi essere trasferito, nella metà del secolo seguente, agli Challant, famiglia nobiliare valdostana molto potente. Proprio all’illustre condottiero Ibleto di Challant si deve la costruzione del noto castello di Verrès intorno al XIV secolo. Completamente riedificato a partire dalla vecchia rocca preesistente, è stato rimodellato come una vera e propria fortezza militare inespugnabile. Oggi, il castello di Verrès è uno dei monumenti più visitati di tutta la Valle d’Aosta. Questa opera architettonica rappresenta uno dei primi esempi di castello monoblocco, composto da un unico edificio, distinguendosi dai manieri più antichi della regione, costituiti da una serie di costruzioni all’interno della cinta muraria. Il castello di Verrès svetta su un panorama fiabesco, dominando l’antico borgo dall’alto di un promontorio di roccia, dalla quale sgorga il torrente Evançon. Costituito da una possente struttura: un immenso cubo di pietra (30 metri di lato), costellato da bifore medievali e finestre crociate di fattura rinascimentale, porte ad arco, senza dimenticare le imponenti scale e gli enormi e regali camini. Verrès: cosa vedere nel centro storico Verrès è celebre per il castello imponente che svetta dall’alto, ma il suo borgo è pronto a stupirvi con le sue bellezze tutte da ammirare. Consigliamo di iniziare la vostra gita dalla parte alta del borgo che si dipana tra stretti e caratteristici vicoli, case antiche in pietra e scalinate. Vale la pena percorre via Caduti della Libertà che si restringe fino al centro storico, per poi arrivare nella piazzetta René de Challand circoscritta da nobili edifici supportati dalle storiche torri. Verrès e le architetture religiose Dalla fine della piazzetta del centro storico, inizia l’antica strada per Challand, ricoperta dai caratteristici ciottoli tondi. Qui si erge la Collegiata e la Parrocchiale di Saint-Gilles (Sant’Egidio). Il complesso architettonico della Prevostura di Saint-Gilles si trova all’imbocco della valle di Challand-Ayas, sulla sponda destra dell’Evançon, la riva opposta del castello. La fondazione del monastero risale al X secolo, mentre l’edificio principale della parrocchia in pietra a vista e il campanile maggiore sono stati realizzati nel 1512. L’odierna parrocchia di Sant’Egidio fu costruita nel 1775 al posto della precedente chiesa romanica. Continuando nell’itinerario, vi aspettano le cosiddette “Cinque Cappelle”. La Cappella dei Santi Barbara e Giacomo a Torille risalente alla seconda metà del XIX° secolo, ornata di arredi sacri. La Cappella di San Grato nella frazione di Rovarey del 1677. La Cappella dell’Addolorata, vicino all’edificio comunale, su via Caduti della Libertà, eretta intorno al 1678. Oggi di proprietà Comunale, sede della pro loco e luogo per attività culturali. La Cappella di San Rocco del 1691, fulcro per le festività di San Rocco del 16 agosto. La Madonna delle Grazie, ubicata su via Martorey, in epoca antica luogo d’ingresso del paese. Risalente al 1613, è la più antica di Verrès, con una facciata che si distingue per un particolare colore rosso. Luogo di ritrovo nelle festività cittadine con varie esposizioni gastronomiche tipiche locali. Verrès: cosa vedere tra natura e cultura A Verrès non mancano luoghi d’interesse culturale, gastronomico e naturalistico. Nel borgo è presente la Maison Roux, centro di incontro sociale, culturale e ricreativo. Verso l’attuale casello autostradale, ecco l’antica cascina detta la Murasse che risale al 1512. Oggi ospita la biblioteca comunale e la sede amministrativa dell’Unité des Communes valdôtaines Évançon. Risalendo la collina verso la Valle d’Ayas, ecco i suggestivi sentieri dell’Arboretum La Borna di laou (Tana del lupo). Consigliata una gita immersi tra le piante esotiche, come il pino marittimo, il leccio e il cedro dell’Atlante. Il borgo di Verrès è una piccola oasi mozzafiato e con un fascino senza tempo, piena di sorprese. Nel 2014 ha conquistato persino Hollywood con il film della Marvel “Avengers Age of Ultron”. Consigliamo una gita anche a febbraio durante il Carnevale Storico di Verrès, una tradizione ancora viva dal 1450, tra sfilate nel centro storico e serate a tema all’interno dell’antico castello. https://ift.tt/2YP9vYT Alla scoperta del borgo di Verrès e del suo castello Incastonato tra le montagne, immerso nella natura più incontaminata, ecco Verrès, incantevole borgo nella provincia di Aosta. Situato in una posizione strategica, “guardiano” della Valle di Challad, si estende nella bassa valle centrale della Dora Baltea. Un borgo di origine molto antica, risalente all’età imperiale romana, con un centro storico tutto da scoprire, sul quale si innalza il magnifico castello di Verrès, uno dei più celebri manieri medievali della Valle d’Aosta. Ecco tutto quello che vi aspetta, nella bellissima cornice di Verrès. Origini e storia di Verrès La datazione sulle origini di Verrès è incerta, ma secondo gli storici fu fondato dai Salassi, popolazione di origine celtica che risiedeva nel Canavese e nella valle della Dora Baltea. Nel 25 a.C. gli antichi Romani iniziarono con la sottomissione di quei popoli, fondando la città di Augusta Praetoria (Aosta). Il nome di Verrès deriva proprio dal latino “Vitricium”, verosimilmente dovuto all’esistenza di un’antica vetreria. Verrès era situato in una posizione strategica, per il passaggio della via delle Gallie, strada romana consolare realizzata per volere di Augusto per congiungere la Pianura Padana con la Gallia. Il maestoso castello di Verrès Nel XIII secolo, il territorio di Verrès diventa un feudo dei signori De Verrecio, per poi essere trasferito, nella metà del secolo seguente, agli Challant, famiglia nobiliare valdostana molto potente. Proprio all’illustre condottiero Ibleto di Challant si deve la costruzione del noto castello di Verrès intorno al XIV secolo. Completamente riedificato a partire dalla vecchia rocca preesistente, è stato rimodellato come una vera e propria fortezza militare inespugnabile. Oggi, il castello di Verrès è uno dei monumenti più visitati di tutta la Valle d’Aosta. Questa opera architettonica rappresenta uno dei primi esempi di castello monoblocco, composto da un unico edificio, distinguendosi dai manieri più antichi della regione, costituiti da una serie di costruzioni all’interno della cinta muraria. Il castello di Verrès svetta su un panorama fiabesco, dominando l’antico borgo dall’alto di un promontorio di roccia, dalla quale sgorga il torrente Evançon. Costituito da una possente struttura: un immenso cubo di pietra (30 metri di lato), costellato da bifore medievali e finestre crociate di fattura rinascimentale, porte ad arco, senza dimenticare le imponenti scale e gli enormi e regali camini. Verrès: cosa vedere nel centro storico Verrès è celebre per il castello imponente che svetta dall’alto, ma il suo borgo è pronto a stupirvi con le sue bellezze tutte da ammirare. Consigliamo di iniziare la vostra gita dalla parte alta del borgo che si dipana tra stretti e caratteristici vicoli, case antiche in pietra e scalinate. Vale la pena percorre via Caduti della Libertà che si restringe fino al centro storico, per poi arrivare nella piazzetta René de Challand circoscritta da nobili edifici supportati dalle storiche torri. Verrès e le architetture religiose Dalla fine della piazzetta del centro storico, inizia l’antica strada per Challand, ricoperta dai caratteristici ciottoli tondi. Qui si erge la Collegiata e la Parrocchiale di Saint-Gilles (Sant’Egidio). Il complesso architettonico della Prevostura di Saint-Gilles si trova all’imbocco della valle di Challand-Ayas, sulla sponda destra dell’Evançon, la riva opposta del castello. La fondazione del monastero risale al X secolo, mentre l’edificio principale della parrocchia in pietra a vista e il campanile maggiore sono stati realizzati nel 1512. L’odierna parrocchia di Sant’Egidio fu costruita nel 1775 al posto della precedente chiesa romanica. Continuando nell’itinerario, vi aspettano le cosiddette “Cinque Cappelle”. La Cappella dei Santi Barbara e Giacomo a Torille risalente alla seconda metà del XIX° secolo, ornata di arredi sacri. La Cappella di San Grato nella frazione di Rovarey del 1677. La Cappella dell’Addolorata, vicino all’edificio comunale, su via Caduti della Libertà, eretta intorno al 1678. Oggi di proprietà Comunale, sede della pro loco e luogo per attività culturali. La Cappella di San Rocco del 1691, fulcro per le festività di San Rocco del 16 agosto. La Madonna delle Grazie, ubicata su via Martorey, in epoca antica luogo d’ingresso del paese. Risalente al 1613, è la più antica di Verrès, con una facciata che si distingue per un particolare colore rosso. Luogo di ritrovo nelle festività cittadine con varie esposizioni gastronomiche tipiche locali. Verrès: cosa vedere tra natura e cultura A Verrès non mancano luoghi d’interesse culturale, gastronomico e naturalistico. Nel borgo è presente la Maison Roux, centro di incontro sociale, culturale e ricreativo. Verso l’attuale casello autostradale, ecco l’antica cascina detta la Murasse che risale al 1512. Oggi ospita la biblioteca comunale e la sede amministrativa dell’Unité des Communes valdôtaines Évançon. Risalendo la collina verso la Valle d’Ayas, ecco i suggestivi sentieri dell’Arboretum La Borna di laou (Tana del lupo). Consigliata una gita immersi tra le piante esotiche, come il pino marittimo, il leccio e il cedro dell’Atlante. Il borgo di Verrès è una piccola oasi mozzafiato e con un fascino senza tempo, piena di sorprese. Nel 2014 ha conquistato persino Hollywood con il film della Marvel “Avengers Age of Ultron”. Consigliamo una gita anche a febbraio durante il Carnevale Storico di Verrès, una tradizione ancora viva dal 1450, tra sfilate nel centro storico e serate a tema all’interno dell’antico castello. Verrès è un piccolo gioiello della Valle d’Aosta, sede dell’omonimo castello e di numerosi monumenti religiosi, oltre che di una natura rigogliosa.
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La mostra Racines. Eventi e protagonisti della storia valdostana di Giovanni Thoux, allestita nelle sale dell’Opera Mortai del Forte di Bard, che ho avuto il piacere di visitare giovedì scorso, è un lungo affascinante viaggio.
Venticinque pannelli scolpiti su legno di cirmolo da questo esperto in lavorazione del legno, mestiere imparato dal padre, nella storia della Valle d’Aosta e alle sue tradizioni.
Nelle sue opere, l’artista ripropone immagini di un mondo in parte dimenticato, con i colori e le tradizioni che nel tempo hanno subito delle trasformazioni, pur rimanendo vive.
La storia della Valle rivive in questi quadri che lasciano davvero a bocca aperta il visitatore, quasi un libro, senza parole, senza bisogno di traduzione, comprendibile a tutti.
I primi insediamenti umani della Valle risalgono al Neolitico (III millennio a.C.) con una serie di legami etnici e culturali tra i primi valdostani e le popolazioni del Vallese svizzero, infatti, numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano questa continuità nelle età del bronzo e del ferro.
L’arrivo dei Celti, tra l’VIII e il V secolo, e la loro integrazione con gli indigeni condusse alla nascita della popolazione dei Salassi, con i quali i Romani si scontrarono nel corso dei secoli II e I a.C., nel corso delle campagne di espansione verso la Gallia e l’Elvezia.
La sottomissione dei Salassi, nel 25 a.C., vide anche la fondazione della colonia di Augusta Prætoria, oggi Aosta, dove sono conservate notevoli testimonianze monumentali, e la costruzione delle strade dirette ai colli del Piccolo e del Gran San Bernardo.
La progressiva cristianizzazione della regione venne testimoniata a partire dal secolo IV e già nel V secolo Aosta era una sede vescovile.
Nel VI secolo la Valle d’Aosta era al centro di una serie di contese tra Goti e Burgundi, poi tra Longobardi e Franchi infine, entrata stabilmente nel regno franco dal 575, ne seguì le vicende sino alla caduta dell’Impero carolingio nell’888, quando divenne parte del Regno di Borgogna insieme con le vicine regioni transalpine, oggi della Francia e Svizzera.
Alla caduta della dinastia borgognona nel 1032 la Valle d’Aosta era governata dal conte Umberto, capostipite della famiglia dei conti di Savoia, i cui discendenti consolidarono il potere sulla regione nei secoli successivi, sottomettendo i signori locali e concedendo varie carte di franchigia alle comunità urbane e rurali.
Queste concessioni diedero vita a un particolare sistema politico, favorito da condizioni economiche relativamente prospere, mediante i traffici attraverso i colli alpini, dove sorsero i numerosi castelli, torri e case forti della Valle, edificati dalle famiglie dell’aristocrazia, come quella dei conti di Challant.
La prima metà del XVI secolo vide una crisi dell’autorità dei duchi di Savoia, che favorì lo sviluppo degli organismi politici locali, poi il duca Emanuele Filiberto cominciò un processo di accentramento del potere nella persona del sovrano, culminato nel Settecento l’abrogazione degli organi di governo locali.
Tra il XVI e il XIX secolo, le condizioni socio-economiche della Valle d’Aosta peggiorarono, per la decadenza dei commerci, delle epidemie e delle guerre, ma ci fu anche lo sviluppo delle attività estrattive e siderurgiche e la fondazione delle scuole di villaggio, per l’alfabetizzazione delle classi umili, spesso costrette all’emigrazione a causa dei magri redditi della tradizionale attività agro-pastorale.
Occupata nel 1796 dalle truppe rivoluzionarie e incorporata nella Repubblica francese nel 1798, la Valle d’Aosta fu parte dell’Impero francese dal 1804 al 1814 e, con il Congresso di Vienna, tornò a far parte del Regno di Sardegna.
Nel 1861 la nascita dello stato italiano portò alla Valle d’Aosta, vari problemi politici e culturali, legati alla sua situazione politica e linguistica, che si aggravarono durante il regime fascista, a causa di una massiccia immigrazione proveniente da tutte le regioni italiane, mentre la popolazione autoctona vide un processo d’italianizzazione forzata o venne costretta a emigrare per motivi economici o politici.
Nel 1945 la liberazione dal nazi-fascismo vide lo stato italiano dare alla Valle un particolare regime di autonomia sia politica che amministrativa, confermato da una legge costituzionale nel 1948, che ne ha consentito lo sviluppo economico e sociale.
Giovanni Thoux al Forte di Bard La mostra Racines. Eventi e protagonisti della storia valdostana di Giovanni Thoux, allestita nelle sale dell’
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Il minuscolo borgo di Bard è un luogo incantato arroccato tra le montagne della Valle D’Aosta. Le sue architetture sembrano uscite da un libro di favole e si fondono alla perfezione con la natura circostante e gli speroni rocciosi degli alti rilievi che lo circondano. Nei suoi 3 chilometri quadrati di superficie Bard riesce a racchiudere tesori inestimabili e si presenta ancora oggi come un affascinante agglomerato medievale che sussurra storie lontane nel tempo. Il paese-museo è stato inscritto tra i Borghi Più Belli D’Italia ed emana uno charme assolutamente unico. Quest’area della Valle d’Aosta affonda le sue radici in tempi antichi ed è testimone di periodi storici avvincenti: la zona su cui oggi sorge Bard era popolata fin dal Neolitico ed in epoca romana, proprio dal borgo transitava la via delle Gallie, ossia la strada romana consolare che collegava la Pianura Padana con la Gallia. Il borgo valdostano fu per lunghi anni dominio della famiglia dei Bard, signori della vicina valle di Champorcher, che sfruttarono la posizione decisamente strategica di questo luogo come baluardo contro le invasioni. È proprio la rocca difensiva di Bard, il Forte, ad essere oggi il fulcro attrattivo del paese, ed il simbolo di questo lillipuziano borgo della Val d’Aosta. Il centro storico di Bard e la sua fortezza si raccontano oggi ai loro visitatori intrigandoli con un fascino senza fine. Cosa vedere a Bard Bard è incastonato in una gola nell’area in cui la Dora Baltea raggiunge il suo punto più stretto. Dove il fiume compie una brusca svolta si innalza da un lato la roccia dalla quale il Forte di Bard domina la vallata e dall’altro si allunga il ponte che collega Bard al vicino paese di Hône. Una visita a Bard non può che iniziare dal suo nucleo storico per proseguire poi verso il celebre Forte. Il centro storico di Bard è un delizioso esempio di assetto urbano medievale ed una passeggiata tra i suoi vicoli equivale ad un tuffo in perdute atmosfere cavalleresche. Lungo la via principale del paese si possono trovare eleganti edifici del XV e XVI secolo, alcuni dei quali restaurati e perfettamente conservati. Tra i più interessanti la Casa del Vescovo, Casa Ciucca, Casa della Meridiana e Casa Valperga. Meritano una visita anche il settecentesco e raffinato Palazzo dei nobili Nicole, ultimi conti di Bard, e la Casa Challant. Le vie del paese sono ovviamente punteggiate anche di piccole e graziose chiesette, come ogni borgo italiano che si rispetti. La più centrale e rilevante è la Chiesa intitolata all’Assunzione di Maria, risalente XII secolo: svetta nella piazza centrale, proprio accanto al palazzo del municipio, con la sua pianta rettangolare ed il suo campanile romanico. È però il Forte di Bard ciò che rende il borgo celebre nel mondo. Si tratta di un complesso fortificato fatto riedificare da Carlo Alberto di Savoia nel XIX secolo, sulle rovine di un antico castello dell’anno 1000. È raggiungibile dal centro di Bard tramite ascensori oppure percorrendo uno splendido sentiero panoramico che conduce sino alla cima della rocca. Riaperto al pubblico dopo un periodo di abbandono, il Forte è oggi un centro di fermento culturale ed ospita musei di rilievo come il Museo delle Alpi, il Museo delle Frontiere, il Museo delle Fortificazioni, le Prigioni del Forte e Le Alpi dei Ragazzi, uno spazio didattico volto ad avvicinare i bambini alla montagna. Oltre a questi percorsi permanenti, nel forte si avvicendano esposizioni di arte moderna e contemporanea, oltre che mostre di fotografia e spettacolari rappresentazioni teatrali e musicali. Dal perimetro del Forte inoltre è possibile regalarsi un’ultima ventata di emozione ammirando il panorama meraviglioso osservabile dalla posizione privilegiata della rocca, che spazia sulle campagne circostanti ed osserva le vie del paesino dall’alto. Eventi a Bard Bard è assolutamente ammaliante in ogni stagione, ma se si capita tra le sue vie durante le festività natalizie sarà possibile godersi un clima ancor più sognante: le luci del presepi artigianali illuminano infatti le strade del borgo facendo vivere sensazioni uniche e quasi commoventi. Il 15 Agosto invece il paese si anima in occasione della Festa dell’Assunta, festa patronale curata dalla Pro Loco locale Amici del Forte di Bard, durante la quale tra le vie del paese sono allestiti spettacoli e possibilità di degustazioni di prodotti tipici valdostani. La stessa associazione organizza attivamente numerose altri eventi durante tutto l’anno, tra cui diverse rievocazioni di vicende storiche come il soggiorno di Cavour nel 1831 o la capitolazione del Forte nel 1800. Bard insomma è costantemente in fermento e ama stuzzicare i suoi visitatori ed ai suoi stessi abitanti con manifestazioni sempre vive. Cosa mangiare a Bard La Valle D’Aosta è nota per le sue prelibatezze enogastronomiche e Bard pur essendo una piccola realtà offre le sue tradizioni culinarie tipiche. In occasione di feste e ricorrenze vengono preparate due gustosissime ricette: la prima sono le fiuor di cousse, ovvero fiori di zucca ripieni e cotti al forno, e la seconda invece sono le paste ad melia, ossia le paste di meliga, biscottini fatti con farina di mais. Dopo la messa di mezzanotte di Natale invece tra le usanze locali c’è quella di rifocillarsi con una tazza bœuf de Noël, dell’ottimo brodo bollente. Ed a scaldare lo stomaco non c’è a Bard solo il brodo, ma anche del superbo vino rosso: il vino dei rocchi di Bard, ottenuto dalla tenace coltivazione di una lingua di terra pianeggiante lungo la Dora. Per non dimenticarsi di essere in Val D’Aosta, da assaggiare sono ovviamente anche le costolette alla valdostana, la fonduta valdostana, gli gnocchi alla bava, le tegole di Aosta o la trota alla valdostana. Un tripudio di sapori e di tipicità. https://ift.tt/2GYMzMS Cosa vedere nel borgo di Bard oltre al Forte Il minuscolo borgo di Bard è un luogo incantato arroccato tra le montagne della Valle D’Aosta. Le sue architetture sembrano uscite da un libro di favole e si fondono alla perfezione con la natura circostante e gli speroni rocciosi degli alti rilievi che lo circondano. Nei suoi 3 chilometri quadrati di superficie Bard riesce a racchiudere tesori inestimabili e si presenta ancora oggi come un affascinante agglomerato medievale che sussurra storie lontane nel tempo. Il paese-museo è stato inscritto tra i Borghi Più Belli D’Italia ed emana uno charme assolutamente unico. Quest’area della Valle d’Aosta affonda le sue radici in tempi antichi ed è testimone di periodi storici avvincenti: la zona su cui oggi sorge Bard era popolata fin dal Neolitico ed in epoca romana, proprio dal borgo transitava la via delle Gallie, ossia la strada romana consolare che collegava la Pianura Padana con la Gallia. Il borgo valdostano fu per lunghi anni dominio della famiglia dei Bard, signori della vicina valle di Champorcher, che sfruttarono la posizione decisamente strategica di questo luogo come baluardo contro le invasioni. È proprio la rocca difensiva di Bard, il Forte, ad essere oggi il fulcro attrattivo del paese, ed il simbolo di questo lillipuziano borgo della Val d’Aosta. Il centro storico di Bard e la sua fortezza si raccontano oggi ai loro visitatori intrigandoli con un fascino senza fine. Cosa vedere a Bard Bard è incastonato in una gola nell’area in cui la Dora Baltea raggiunge il suo punto più stretto. Dove il fiume compie una brusca svolta si innalza da un lato la roccia dalla quale il Forte di Bard domina la vallata e dall’altro si allunga il ponte che collega Bard al vicino paese di Hône. Una visita a Bard non può che iniziare dal suo nucleo storico per proseguire poi verso il celebre Forte. Il centro storico di Bard è un delizioso esempio di assetto urbano medievale ed una passeggiata tra i suoi vicoli equivale ad un tuffo in perdute atmosfere cavalleresche. Lungo la via principale del paese si possono trovare eleganti edifici del XV e XVI secolo, alcuni dei quali restaurati e perfettamente conservati. Tra i più interessanti la Casa del Vescovo, Casa Ciucca, Casa della Meridiana e Casa Valperga. Meritano una visita anche il settecentesco e raffinato Palazzo dei nobili Nicole, ultimi conti di Bard, e la Casa Challant. Le vie del paese sono ovviamente punteggiate anche di piccole e graziose chiesette, come ogni borgo italiano che si rispetti. La più centrale e rilevante è la Chiesa intitolata all’Assunzione di Maria, risalente XII secolo: svetta nella piazza centrale, proprio accanto al palazzo del municipio, con la sua pianta rettangolare ed il suo campanile romanico. È però il Forte di Bard ciò che rende il borgo celebre nel mondo. Si tratta di un complesso fortificato fatto riedificare da Carlo Alberto di Savoia nel XIX secolo, sulle rovine di un antico castello dell’anno 1000. È raggiungibile dal centro di Bard tramite ascensori oppure percorrendo uno splendido sentiero panoramico che conduce sino alla cima della rocca. Riaperto al pubblico dopo un periodo di abbandono, il Forte è oggi un centro di fermento culturale ed ospita musei di rilievo come il Museo delle Alpi, il Museo delle Frontiere, il Museo delle Fortificazioni, le Prigioni del Forte e Le Alpi dei Ragazzi, uno spazio didattico volto ad avvicinare i bambini alla montagna. Oltre a questi percorsi permanenti, nel forte si avvicendano esposizioni di arte moderna e contemporanea, oltre che mostre di fotografia e spettacolari rappresentazioni teatrali e musicali. Dal perimetro del Forte inoltre è possibile regalarsi un’ultima ventata di emozione ammirando il panorama meraviglioso osservabile dalla posizione privilegiata della rocca, che spazia sulle campagne circostanti ed osserva le vie del paesino dall’alto. Eventi a Bard Bard è assolutamente ammaliante in ogni stagione, ma se si capita tra le sue vie durante le festività natalizie sarà possibile godersi un clima ancor più sognante: le luci del presepi artigianali illuminano infatti le strade del borgo facendo vivere sensazioni uniche e quasi commoventi. Il 15 Agosto invece il paese si anima in occasione della Festa dell’Assunta, festa patronale curata dalla Pro Loco locale Amici del Forte di Bard, durante la quale tra le vie del paese sono allestiti spettacoli e possibilità di degustazioni di prodotti tipici valdostani. La stessa associazione organizza attivamente numerose altri eventi durante tutto l’anno, tra cui diverse rievocazioni di vicende storiche come il soggiorno di Cavour nel 1831 o la capitolazione del Forte nel 1800. Bard insomma è costantemente in fermento e ama stuzzicare i suoi visitatori ed ai suoi stessi abitanti con manifestazioni sempre vive. Cosa mangiare a Bard La Valle D’Aosta è nota per le sue prelibatezze enogastronomiche e Bard pur essendo una piccola realtà offre le sue tradizioni culinarie tipiche. In occasione di feste e ricorrenze vengono preparate due gustosissime ricette: la prima sono le fiuor di cousse, ovvero fiori di zucca ripieni e cotti al forno, e la seconda invece sono le paste ad melia, ossia le paste di meliga, biscottini fatti con farina di mais. Dopo la messa di mezzanotte di Natale invece tra le usanze locali c’è quella di rifocillarsi con una tazza bœuf de Noël, dell’ottimo brodo bollente. Ed a scaldare lo stomaco non c’è a Bard solo il brodo, ma anche del superbo vino rosso: il vino dei rocchi di Bard, ottenuto dalla tenace coltivazione di una lingua di terra pianeggiante lungo la Dora. Per non dimenticarsi di essere in Val D’Aosta, da assaggiare sono ovviamente anche le costolette alla valdostana, la fonduta valdostana, gli gnocchi alla bava, le tegole di Aosta o la trota alla valdostana. Un tripudio di sapori e di tipicità. Il borgo di Bard è celebre soprattutto per il bellissimo Forte, ma ci sono molte altre cose da vedere.
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