#sentita la prima volta al concerto
Explore tagged Tumblr posts
der-papero · 1 year ago
Text
Se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà Non è mica san Lorenzo Non ci sono stelle matte Su 'sta piccola città Non ci sono desideri da non dire come tempo fa Il destino ha la sua puntualità Hai lottato come un uomo con la brutta compagnia Che non eri mica stanco Che nessuno mai è pronto quando c'è da andare via Hai pregato bestemmiando per la rabbia per tutta l'agonia Per le scelte che stava facendo Dio Non ci sono più i petardi E nemmeno il diario vitt Le bambine occhiate in chiesa sono tutte quante spose Sono tutte via da qui Non si affaccia più tua madre alla finestra a urlare "tòt a cà" Non c'è neanche più la tua curiosità Dove sono le ragazze che sceglievano fra noi E dov'è la nave scuola che hai confuso con l'amore E forse lo era più che mai Non c'è più la pallavolo e i tuoi attrezzi non c'è più l'hi-fi Non ci sono più tutti quanti i tuoi guai Quando hai solo diciott'anni quante cose che non sai Quando hai solo diciott'anni forse invece sai già tutto Non dovresti crescer mai Se ti scrivo solo adesso è che sono io così è che arrivo spesso tardi Quando sono già ricordi che hanno preso casa qui Non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei Fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi
2 notes · View notes
diceriadelluntore · 2 years ago
Photo
Tumblr media
Storia Di Musica #254 - AA.VV., The 30th Anniversary Concert Celebration, 1993
Celebrare la grandezza di Bob Dylan è operazione periodica, vista la statura del personaggio. Anche perchè Dylan, nonostante la fama di eccentrico (esempio noto le ritrosie e le controversie sull’assegnazione fisica del premio Nobel, che fecero sghignazzare i più) ha avuto un rapporto favoloso con altri musicisti, non solo artistico. È chiaro quindi che alle chiamate per festeggiarlo si presentino in molti. Nell’oceano musicale vastissimo di tributi a Dylan, questo ha un posto particolare per la qualità dell’omaggio, e per i suoi partecipanti. L’occasione che ho scelto è un concerto organizzato dalla sua casa discografica, la Columbia, al Madison Square Garden di New York, nel 1992, per celebrare i 30 anni dall’esordio di Dylan come cantante. Il 16 Ottobre del 1992 una squadra formidabile di artisti si presenta al Garden e in una serata magica esplora il catalogo del Maestro sia nei suoi più luminosi episodi, sia in qualche perla meno conosciuta. Si scelse come resident band della serata i superstiti della formidabile band di Booker T. & the M.G.'s: Booker T. Jones, Donald "Duck" Dunn e Steve Cropper, rispettivamente organo, basso e chitarra, poi alla batteria Anton Fig che si alterna con Jim Keltner, G. E. Smith, che visionerà tutti gli aspetti musicali dell’evento, è stato il chitarrista della band del Saturday Night Live e sarà al fianco dello stesso Dylan all’inizio del suo Never Ending Tour, il suo tour finale che è iniziato nel il 7 Luglio del 1988 e che ad oggi, con nuove date previste per il 2023, è arrivato a quasi 3000 concerti. Coriste di lusso Sheryl Crow e Sue Medley tra le altre, e un cast stellare: John Cougar Mellencamp,  Kris Kristofferson,  Stevie Wonder, Lou Reed, Eddie Vedder e Mike McCready dei Pearl Jam, Tracy Chapman, June Carter Cash e Johnny Cash, Willie Nelson, Johnny Winter,  Ronnie Wood, Eric Clapton, Neil Young, Chrissie  Hynde dei Pretenders, The O’Jays, George Harrison, Tom Petty & The Heartbreakers e l’immancabile The Band. Voglio subito specificare una cosa: il disco dell’evento The 30th Anniversary Concert Celebration uscì nel 1993 ed ebbe anche ottimo successo, sia di critica che di pubblico, divenendo disco d’oro negli USA, nel 2014 uscì una rimasterizzata Deluxe Edition con due brani aggiunti e uno spettacolare libretto fotografico, questa edizione è quella che posseggo io e che mi fà da indice artistico. Questa volta non manca nessuna canzone mito: Like A Rolling Stone e Leopard Skin-Box Hat nell’esecuzione sentita di John Cougar Mellencamp, Stevie Wonder che dà la spinta soul, interessantissima, a Blowin’ In The Wind, la delicatezza con cui Tracy Chapman canta The Times They Are A-Changin’, le riprese bellissime di Just Like a Woman di Ritchie Havens. La voce di Vedder, accompagnato da McCready con la chitarra acustica per Masters Of War è emozionante. Johnny Winter dà una scarica rock blues alla sua Highway 61 Revisited. Neil Young sceglie due classici, che spessissimo compaiono anche durante i suoi concerti: Just Like Tom Thumb's Blues e All Along The Watchtower. Ci sono poi delle piccole perle tra le scelte di brani minori: è un Lou Reed quasi recitativo in Foot Of Pride, una outtake dal leggendario The Bootleg Series Vol.1-3, che aprì per la prima volta gli archivi dylaniani. Il brano ispirato al Salmo 36 termina così: Non rimane più niente qui, socio, solo la polvere di una pestilenza \che ha lasciato tutta la città nella paura\D'ora in poi questo sarà il posto da cui tu provieni\Che i morti seppelliscano i morti. Verrà il tuo momento.\Lascia che l'acciaio rovente soffi mentre si solleva la sua ombra\Già, non c'e' modo di tornare indietro quando si abbatte il piede del superbo\Non c'e' modo di tornare indietro. Willie Nelson canta What Was It You Wanted, canzone dal suo capolavoro del 1989 Oh Mercy!, dal significato misterioso: è una riflessione profondissima sul concetto di curiosità che ruota intorno alla celebrità, emozione che ha sempre un po’ interrogato Dylan. The Clancy Brothers, Robbie O'Connell e Tommy Makem spruzzano di ritmi folk irlandesi le meravigliose  When the Ship Comes In e una canzone, You Ain't Going Nowhere, scritta durante la convalescenza post incidente, cantata per la prima volta nel 1971 in un disco antologia, Bob Dylan's Greatest Hits Vol. II.  È emozionante la versione da ”superstiti” di My Back Pages (da Another Side Of Bob Dylan, 1964) cantano Roger McGuinn, Tom Petty, Neil Young, Eric Clapton e George Harrison a cui si aggiunge anche Dylan, che canta da solo It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding), Girl From the North Country e insieme a tutti una corale Knockin’ On the Heaven’s Door. Quello che più di altre volte si sente è l’impegno e la sentita emozione nel cantare dei brani che, chi più chi meno, ha sentito, usato e pensato per la propria arte, facendo in questo l’influenza musicale di Dylan sconfinata, sia storicamente che materialmente. 
10 notes · View notes
lonelysmile · 28 days ago
Text
qui sopra ho parlato poco di benji e fede forse perché quando mi sono iscritta qui erano già divisi ma dovete sapere che li seguo da tanto tempo (otto anni) e se vi interessa ne parlo un po' sotto il cut
ho iniziato a seguirli nel 2016 quando avevo 16 anni
in quel periodo a scuola mi prendevano in giro per il mio carattere timido e riservato, cosa che mi aveva portato a chiudermi ancora di più in me stessa e nella loro musica avevo trovato una sorta di porto sicuro perché sapevo che quando sarei tornata a casa avrei ascoltato le loro canzoni e questo mi rendeva più serena
all'inizio mio papà non era molto propenso a portarmi ai loro eventi ma, quando ha capito che ne sarei stata molto felice, nel 2017 mi ha portato ad un loro concerto che per me era il primo concerto in assoluto e ovviamente la prima volta che li avrei potuti vedere
ricordo che ero molto emozionata e che ero tornata a casa praticamente senza voce ma super felice
da lì in poi ho sempre cercato di andare agli eventi nelle città più vicine a me (una volta sono pure riuscita a farmi portare al forum di assago che dista circa 100 km da dove abito quindi non proprio vicino)
ogni volta che li rivedevo, sia ai concerti che ai firmacopie, ero davvero felice e anche oggi conservo tutti quei ricordi con gioia
quando hanno annunciato la separazione nel 2020 ricordo che ero in pullman di ritorno dall'università e che ero rimasta con il telefono in mano per un momento perché non ci volevo credere
da un lato capivo le loro motivazioni ma dall'altro ci stavo un po' male
durante la separazione ho cercato di seguirli anche da solisti, più federico che benjamin che era andato in america per altri progetti, ma non era la stessa cosa
pensavo che non si sarebbero più riuniti visto che avevano litigato e preso strade diverse
per certi versi benjamin mi era caduto in basso ma quando ho scoperto tramite una sua intervista cosa gli era successo ho capito che aveva vissuto un periodo molto difficile (anche federico ha avuto dei problemi di cui si sa meno, invece benjamin li ha raccontati esplicitamente e in modo approfondito)
sta di fatto che quando hanno iniziato a girare i primi rumors sulla reunion ero un po' titubante perché erano entrambi spariti e non c'erano forti segnali però alla fine è prevalsa la gioia di rivederli insieme e sono tornate le emozioni di anni fa
ieri li ho incontrati dopo esattamente cinque anni dall'ultima volta e sono ancora euforica
oltre a loro ovviamente ho sempre ascoltato anche altri cantanti ma con nessuno sono riuscita a trovare quella "magia" che c'era con loro
quando li ho rivisti e riabbracciati è come se fossi tornata indietro nel tempo, sono riuscita anche a dire loro di essere contenta di rivederli dopo tanto tempo
sono quasi sempre andata ai loro eventi da sola (tranne durante il viaggio) ma non mi sono mai sentita sola perché so che attorno a me c'erano tante persone lì per il mio stesso motivo
spesso ho difficoltà nel fare amicizia ma ai loro eventi ho conosciuto diverse persone tra cui una ragazza trovata tramite twitter che ho visto ieri e che ho scoperto essere della mia zona (infatti vogliamo organizzarci per vederci qualche volta e magari per fare un concerto insieme anche perché io a quelli lontani ho paura ad andare da sola purtroppo, infatti non andrò al loro forum a novembre e mi dispiace un po')
molte persone mi hanno chiesto negli anni perché ci tenessi a vederli nonostante li avessi già visti in passato, io provo a spiegarlo ma nella maggior parte dei casi non comprendono il rapporto fan-artista e l'importanza che la musica di determinati cantanti può avere per certe persone
non conosco benjamin e federico personalmente ma provo una specie di affetto nei loro confronti perché la loro musica e le loro parole mi hanno sempre aiutata e lo stanno facendo anche adesso che sto vivendo un periodo di transizione
❤️.
0 notes
tarditardi · 8 months ago
Text
"Ti faccio un tutorial", l’essenza musicale di Namida
Tumblr media
Dal 12 aprile 2024 sarà in rotazione radiofonica "Ti faccio un tutorial" (Matilde Dischi), il nuovo singolo della cantautrice punk rock Namida disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 29 marzo.
"Ti faccio un tutorial" è un brano energico che racchiude l'essenza esplosiva del progetto della cantautrice pop punk.  Ironia, grinta e freschezza sono il marchio di fabbrica di questo singolo che porta alla luce temi di attualità come l'educazione affettiva, il Ghosting e le relazioni tra pari.
In "Ti faccio un tutorial" Namida parla della sua vita e delle relazioni che spesso la annoiano, lei in questo pezzo chiede, vuole e pretende di più dagli altri.
È una dedica a chi non si accontenta di una serata in discoteca, di un messaggio d'amore, di una canzone urlata a un concerto o di un bel ragazzo conosciuto a una festa.
È un tutorial per menti ribelli, per chi cerca il brivido e per chi, come Namida, si nutre di emozioni forti.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Quando ho scritto questa canzone mi sono divertita e il testo e uscito come fosse un flusso di coscienza. In questo pezzo ci ho messo molto del mio carattere, infatti, mi permette di far conoscere un altro lato di me a chi ascolta la mia musica.Ho deciso di parlare di temi legati alle relazioni molto attuali come, ad esempio, l'accenno al ghosting e lo faccio attraverso il racconto di una storia. Mi sono sempre sentita sbagliata perché cercavo e pretendevo sempre un qualcosa in più dalle persone ma, con il tempo, ho capito che cercavo il massimo dalle persone sbagliate: gli "stronzi tutta cresta e zero testa".
Il videoclip di "Ti faccio un tutorial", diretto e girato da Alessandro Sangiorgi, è fresco e travolgente. In una location che richiama l'immaginario pop punk americano, Namida, con sfrontatezza racconta le sue emozioni. Energia, colori e sfacciataggine sono le caratteristiche principali che permettono a Namida di lanciare una sfida al suo pubblico: "provate a stare fermi".
Guarda il videoclip su YouTube: 
youtube
Biografia
Claudia Pregnolato, in arte Namida (Torino, 20 febbraio 2000) è una cantautrice "Pop Punk" dal sapore internazionale. La sua voce calda e potente è il marchio di fabbrica del suo primo progetto discografico. 
Si avvicina alla musica da molto piccola e infatti all'età di 6 anni, si esibisce per la prima volta su un palco, partecipando ad alcuni concorsi canori della provincia. 
Nel 2018 è stata semi-finalista al Festival di Castrocaro e nel 2019 finalista al Festival Show. Ha partecipato a concorsi nazionali con ottimi risultati, uscendo vincitrice al Festival di Cittadella 2019. Nello stesso anno, per la prima volta, affronta con entusiasmo l'esperienza di Area Sanremo classificandosi 14^.
Il 2021 la vede come una degli 8 finalisti del Festival di Castrocaro 2021 e vincitrice di Area Sanremo 2021 con il brano "Estate di Merda".
Nel 2022 è stata scelta tra i 35 ragazzi di Deejay On Stage, arrivando in semi-finale con il brano "AIP".
Durante il 2023 ha continuato a sperimentare con la scrittura e ha pubblicato diversi singoli che hanno ottenuto l'approvazione di Spotify. Infatti, sono stati inseriti nelle playlist editoriali "New Music Friday" e "Rock Italia" vedendosi anche in copertina di quest'ultima grazi al singolo "Figli dei Fuori".
Durante l'estate è stata scelta da festival importanti aprendo diversi Big della musica italiana: Meeting del Mare in apertura a Bresh, Sequoie Music Park in apertura a Tananai, Tanta Robba Festival con i NuGenea, Antifestival in apertura a Hell Raton.
Inoltre, è stata scelta tra i 35 ragazzi di Deejay on Stage 2023 e da RDS per suonare sul palco dell'RDS Summer Festival 2023 in apertura a Fedez, Annalisa, Articolo 31, Boomdabash. Il 6 aprile aprirà il concerto delle Bambole di Pezza.
Attualmente è impegnata nella realizzazione del suo primo album. Namida è un'artista pungente, che riesce a mischiare cattiveria e dolcezza allo stesso tempo, trasportandovi così in un meraviglioso viaggio fatto di istinto, colori ed emozioni contrastanti.
Dopo aver inaugurato il 2024 con il brano "Paranoia Park", "Ti faccio un tutorial" (Matilde Dischi) è il nuovo singolo di Namida disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 29 marzo 2024 e in rotazione radiofonica dal 12 aprile.
0 notes
djs-party-edm-italia · 8 months ago
Text
"Ti faccio un tutorial", l’essenza musicale di Namida
Tumblr media
Dal 12 aprile 2024 sarà in rotazione radiofonica "Ti faccio un tutorial" (Matilde Dischi), il nuovo singolo della cantautrice punk rock Namida disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 29 marzo.
"Ti faccio un tutorial" è un brano energico che racchiude l'essenza esplosiva del progetto della cantautrice pop punk.  Ironia, grinta e freschezza sono il marchio di fabbrica di questo singolo che porta alla luce temi di attualità come l'educazione affettiva, il Ghosting e le relazioni tra pari.
In "Ti faccio un tutorial" Namida parla della sua vita e delle relazioni che spesso la annoiano, lei in questo pezzo chiede, vuole e pretende di più dagli altri.
È una dedica a chi non si accontenta di una serata in discoteca, di un messaggio d'amore, di una canzone urlata a un concerto o di un bel ragazzo conosciuto a una festa.
È un tutorial per menti ribelli, per chi cerca il brivido e per chi, come Namida, si nutre di emozioni forti.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Quando ho scritto questa canzone mi sono divertita e il testo e uscito come fosse un flusso di coscienza. In questo pezzo ci ho messo molto del mio carattere, infatti, mi permette di far conoscere un altro lato di me a chi ascolta la mia musica.Ho deciso di parlare di temi legati alle relazioni molto attuali come, ad esempio, l'accenno al ghosting e lo faccio attraverso il racconto di una storia. Mi sono sempre sentita sbagliata perché cercavo e pretendevo sempre un qualcosa in più dalle persone ma, con il tempo, ho capito che cercavo il massimo dalle persone sbagliate: gli "stronzi tutta cresta e zero testa".
Il videoclip di "Ti faccio un tutorial", diretto e girato da Alessandro Sangiorgi, è fresco e travolgente. In una location che richiama l'immaginario pop punk americano, Namida, con sfrontatezza racconta le sue emozioni. Energia, colori e sfacciataggine sono le caratteristiche principali che permettono a Namida di lanciare una sfida al suo pubblico: "provate a stare fermi".
Guarda il videoclip su YouTube: 
youtube
Biografia
Claudia Pregnolato, in arte Namida (Torino, 20 febbraio 2000) è una cantautrice "Pop Punk" dal sapore internazionale. La sua voce calda e potente è il marchio di fabbrica del suo primo progetto discografico. 
Si avvicina alla musica da molto piccola e infatti all'età di 6 anni, si esibisce per la prima volta su un palco, partecipando ad alcuni concorsi canori della provincia. 
Nel 2018 è stata semi-finalista al Festival di Castrocaro e nel 2019 finalista al Festival Show. Ha partecipato a concorsi nazionali con ottimi risultati, uscendo vincitrice al Festival di Cittadella 2019. Nello stesso anno, per la prima volta, affronta con entusiasmo l'esperienza di Area Sanremo classificandosi 14^.
Il 2021 la vede come una degli 8 finalisti del Festival di Castrocaro 2021 e vincitrice di Area Sanremo 2021 con il brano "Estate di Merda".
Nel 2022 è stata scelta tra i 35 ragazzi di Deejay On Stage, arrivando in semi-finale con il brano "AIP".
Durante il 2023 ha continuato a sperimentare con la scrittura e ha pubblicato diversi singoli che hanno ottenuto l'approvazione di Spotify. Infatti, sono stati inseriti nelle playlist editoriali "New Music Friday" e "Rock Italia" vedendosi anche in copertina di quest'ultima grazi al singolo "Figli dei Fuori".
Durante l'estate è stata scelta da festival importanti aprendo diversi Big della musica italiana: Meeting del Mare in apertura a Bresh, Sequoie Music Park in apertura a Tananai, Tanta Robba Festival con i NuGenea, Antifestival in apertura a Hell Raton.
Inoltre, è stata scelta tra i 35 ragazzi di Deejay on Stage 2023 e da RDS per suonare sul palco dell'RDS Summer Festival 2023 in apertura a Fedez, Annalisa, Articolo 31, Boomdabash. Il 6 aprile aprirà il concerto delle Bambole di Pezza.
Attualmente è impegnata nella realizzazione del suo primo album. Namida è un'artista pungente, che riesce a mischiare cattiveria e dolcezza allo stesso tempo, trasportandovi così in un meraviglioso viaggio fatto di istinto, colori ed emozioni contrastanti.
Dopo aver inaugurato il 2024 con il brano "Paranoia Park", "Ti faccio un tutorial" (Matilde Dischi) è il nuovo singolo di Namida disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 29 marzo 2024 e in rotazione radiofonica dal 12 aprile.
0 notes
sounds-right · 8 months ago
Text
"Ti faccio un tutorial", ecco Namida
Tumblr media
Dal 12 aprile 2024 sarà in rotazione radiofonica "Ti faccio un tutorial" (Matilde Dischi), il nuovo singolo della cantautrice punk rock Namida disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 29 marzo.
"Ti faccio un tutorial" è un brano energico che racchiude l'essenza esplosiva del progetto della cantautrice pop punk.  Ironia, grinta e freschezza sono il marchio di fabbrica di questo singolo che porta alla luce temi di attualità come l'educazione affettiva, il Ghosting e le relazioni tra pari.
In "Ti faccio un tutorial" Namida parla della sua vita e delle relazioni che spesso la annoiano, lei in questo pezzo chiede, vuole e pretende di più dagli altri.
È una dedica a chi non si accontenta di una serata in discoteca, di un messaggio d'amore, di una canzone urlata a un concerto o di un bel ragazzo conosciuto a una festa.
È un tutorial per menti ribelli, per chi cerca il brivido e per chi, come Namida, si nutre di emozioni forti.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Quando ho scritto questa canzone mi sono divertita e il testo e uscito come fosse un flusso di coscienza. In questo pezzo ci ho messo molto del mio carattere, infatti, mi permette di far conoscere un altro lato di me a chi ascolta la mia musica.Ho deciso di parlare di temi legati alle relazioni molto attuali come, ad esempio, l'accenno al ghosting e lo faccio attraverso il racconto di una storia. Mi sono sempre sentita sbagliata perché cercavo e pretendevo sempre un qualcosa in più dalle persone ma, con il tempo, ho capito che cercavo il massimo dalle persone sbagliate: gli "stronzi tutta cresta e zero testa".
Il videoclip di "Ti faccio un tutorial", diretto e girato da Alessandro Sangiorgi, è fresco e travolgente. In una location che richiama l'immaginario pop punk americano, Namida, con sfrontatezza racconta le sue emozioni. Energia, colori e sfacciataggine sono le caratteristiche principali che permettono a Namida di lanciare una sfida al suo pubblico: "provate a stare fermi".
Guarda il videoclip su YouTube: 
youtube
Biografia
Claudia Pregnolato, in arte Namida (Torino, 20 febbraio 2000) è una cantautrice "Pop Punk" dal sapore internazionale. La sua voce calda e potente è il marchio di fabbrica del suo primo progetto discografico. 
Si avvicina alla musica da molto piccola e infatti all'età di 6 anni, si esibisce per la prima volta su un palco, partecipando ad alcuni concorsi canori della provincia. 
Nel 2018 è stata semi-finalista al Festival di Castrocaro e nel 2019 finalista al Festival Show. Ha partecipato a concorsi nazionali con ottimi risultati, uscendo vincitrice al Festival di Cittadella 2019. Nello stesso anno, per la prima volta, affronta con entusiasmo l'esperienza di Area Sanremo classificandosi 14^.
Il 2021 la vede come una degli 8 finalisti del Festival di Castrocaro 2021 e vincitrice di Area Sanremo 2021 con il brano "Estate di Merda".
Nel 2022 è stata scelta tra i 35 ragazzi di Deejay On Stage, arrivando in semi-finale con il brano "AIP".
Durante il 2023 ha continuato a sperimentare con la scrittura e ha pubblicato diversi singoli che hanno ottenuto l'approvazione di Spotify. Infatti, sono stati inseriti nelle playlist editoriali "New Music Friday" e "Rock Italia" vedendosi anche in copertina di quest'ultima grazi al singolo "Figli dei Fuori".
Durante l'estate è stata scelta da festival importanti aprendo diversi Big della musica italiana: Meeting del Mare in apertura a Bresh, Sequoie Music Park in apertura a Tananai, Tanta Robba Festival con i NuGenea, Antifestival in apertura a Hell Raton.
Inoltre, è stata scelta tra i 35 ragazzi di Deejay on Stage 2023 e da RDS per suonare sul palco dell'RDS Summer Festival 2023 in apertura a Fedez, Annalisa, Articolo 31, Boomdabash. Il 6 aprile aprirà il concerto delle Bambole di Pezza.
Attualmente è impegnata nella realizzazione del suo primo album. Namida è un'artista pungente, che riesce a mischiare cattiveria e dolcezza allo stesso tempo, trasportandovi così in un meraviglioso viaggio fatto di istinto, colori ed emozioni contrastanti.
Dopo aver inaugurato il 2024 con il brano "Paranoia Park", "Ti faccio un tutorial" (Matilde Dischi) è il nuovo singolo di Namida disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 29 marzo 2024 e in rotazione radiofonica dal 12 aprile.
0 notes
emailsiwillnotsend · 1 year ago
Text
Giorno 7
Ti penso mentre mi dimentichi. 
Mi ricordo i momenti in cui stavamo insieme: erano molto colorati. Non sono mai riuscita a comportarmi con te con la stessa naturalezza con cui mi approccio ai miei amici. Ogni tanto pensavo "chissà quando vedrà tutto il resto della mia personalità come reagirà". 
Speravo prendessi un treno e venissi a qui, sarò sincera. C'è una parte di me che spera che questa sera non ci chiameremo ma tu mi scriverai solo "scendi in atrio" e sarai qui. Una parte di me spera che il mio telefono dirà che i tuoi airpods sono nelle vicinanze. Una che la mia macchina si connetterà al tuo telefono. 
Ho capito di amarti quando mi sono sentita a casa nella tua intimità. È ancora così che descriverei l'amore. Una cosa calda che ti avvolge quando apri Tumblr e il tuo cuore batte all'impazzata perché Lui ti ha appena scritto quali sono le sue sensazioni preferite o quali sono i suoi ricordi più felici. 
Sono ancora capace di pensare a cosa stai pensando. Più ti spingo lontano e più non te ne vai, non precipiti via da me. Il corpo mi sta crollando di dosso, a ogni movimento un pezzo si stacca e galleggia via. Volevo ballare ed essere contenta solo per un'ora: sono andata a un concerto e ho bevuto.
Qualche mese fa mi hai scritto la mail più dolorosa e piena d'amore che io abbia mai letto. Era una prova che ti avevo chiesto di fare, ti avevo chiesto di provare a tornare indietro nel tempo e scrivermi tu la prima e-mail in assoluto. Mi avevi scritto questo: "mi permetta di avvisarla: si sta cacciando in un bel guaio. La prima volta che ci vedremo capirà che le piaccio. La seconda di volermi bene. La terza di amarmi. La terza sarà anche la volta in cui, mentre sarò dentro di lei, penserò a una frase che mi è stata detta una volta e che mi sembrerà così giusta per descrivere quel momento: “non pensavo esistessero persone come te”. il mio vivissimo consiglio è quello di lasciar perdere, di concentrarsi sulla tesi senza perdere tempo in relazioni a distanza che le faranno inevitabilmente perdere il sonno e la concentrazione. in alternativa, può rispondermi e scoprire se tutto ciò che le ho appena raccontato sia vero oppure no." Ti avevo risposto che lei ti avrebbe detto di sì, che ci avrebbe provato, avrebbe voluto scoprire se tutto fosse vero. E invece la fine è arrivata troppo in fretta e adesso ti penso mentre mi dimentichi. 
Come si resta morbidi con una persona che ti ha spezzato? Come faccio a mostrarti tenerezza quando tu hai scelto di allontanarti dalla matassa di ricordi che stavamo creando? io so solo tirare su muri e devo giocare la parte di quella che deve lasciare il ragazzo che amava e andare avanti, perché il ragazzo che amava pensa che scopare liberamente sia meglio che stare con lei. Come fa la voglia di scopare altre persone ad essere più forte di otto mesi di lettere e chiamate e apertura di anime? Non posso chiederti uno sforzo che non vuoi fare, e so che ci sarà qualcuno disposto a fare quel passo senza che io glielo chieda. Ma tu non sei obbligato a fare quello che stai facendo. Stai facendo la scelta che vuoi fare consapevole che mi perderai e consapevole che mi stai facendo male. Può fare male anche a te, lo capisco, ma comunque è qualcosa che tu stai scegliendo perché sai che ti farà stare meglio di me.
0 notes
seoul-italybts · 2 years ago
Text
[✎ ITA 📻] Love Game con Park SoHyun : Estratti Intervista di J-Hope - 08.08.22
youtube
08.08.22 📻💗 Love Game (di Park SoHyun)
Intervista con J-Hope per “Jack in the Box” 💕🐿 Twitter
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Park SoHyun (intro): Nel corso delle nostre vite, dobbiamo affrontare innumerevoli difficoltà e sofferenze. Tiriamo avanti grazie alla speranza, speranza che tutto questo dolore passerà e le cose andranno meglio. È grazie alla speranza che possiamo aver fiducia in un domani migliore. Diamo ora inizio all'episodio "J-Hope in the Love Game" con l'ottimismo e la risata contagiosa ed energetica del nostro ospite, la personificazione della speranza, ecco a voi J-hope dei BTS!
J-hope: Ciao a tutti, sono la vostra speranza, J-Hope!
PSH: * gli chiede di fare un ingresso più tenero e scenografico, come quello al Lollapalooza *
J-hope: Ppyong! * appare con un balzo, dopo essersi nascosto sotto la scrivania *
PSH: Quello del Lollapalooza è stato uno spettacolo davvero grandioso, mi sono sentita davvero fiera (di te / di essere coreana)!
J-hope: Ah, iniziamo subito con complimenti enormi! * grato / imbarazzato *
* riguardo al Lollapalooza *
J-hope: Ho perso un po' di peso e, conseguentemente, anche un po' di resistenza
PSH: Vedendo come ti sei esibito al Lollapalooza, per forza hai perso peso!
PSH: Credi riusciresti a ripetere una performance simile?
J-hope: Sì, l'ho provata talmente tante volte che credo riuscirei a ripeterla anche doveste svegliarmi improvvisamente in piena notte (per chiedermi di esibirmi)!
* riguardo all'album "Jack in the Box" *
PSH: Immagino tu abbia chiesto pareri e consigli, ce n'è forse qualcuno che ricordi in particolare?
J-hope: Sì, ho chiesto consiglio sia agli altri membri che a Tiger JK, attraverso Namjoon... A Tiger JK ho chiesto consiglio per il sample di 'What if', e anche molti altri artisti mi hanno detto che gli è piaciuto.
PSH: E gli altri membri?
J-hope: La prima persona cui ho fatto ascoltare l'album è stato Namjoon, e mi ha detto che è fiero di me, delle canzoni che ho scritto. Facciamo musica insieme da molto molto tempo, quindi...
PSH: Sono davvero curiosa di sapere qual è stata la reazione di Yoongi
J-hope: Lui ha detto di volerlo ascoltare una volta finito e rilasciato
PSH: Allora, immagino sarà stato il primo ad ascoltarlo (una volta rilasciato)
J-hope: Sì, ci siamo anche sentiti...
PSH: Come hai deciso che 'More' sarebbe stato il singolo principale?
J-hope: È la prima canzone che ho completato e molto di ciò che volevo mostrare attraverso quest'album era già contenuto in questa traccia.
* Lollapalooza *
PSH: Hai dovuto provare molto il balzo (fuori dalla scatola/da sotto il palco) d'inizio?
J-hope: In Corea, prima di partire, sì. In America, la piattaforma da cui saltare era molto piccola ed avevo paura non sarei riuscito a fare un balzo alto abbastanza.
PSH: Ed il salto è andato secondo le tue aspettative?
J-hope: Su 10, gli darei un 8,5
PSH: E quando l'hai ripetuto vestito di bianco?
J-hope: Quello è un 5,5 ... mi sono caduti gli occhiali da sole!
PSH: No! Dai, almeno un 6!
J-hope: D'accordo, 6!
J-hope: Le sensazioni provate prima di salire sul palco del Lollapalooza erano diverse da come mi sento prima di un concerto dei BTS. Ero preoccupato perché avvertivo il peso delle responsabilità: i BTS hanno una reputazione enorme, quindi ero preoccupato (di non essere all'altezza). Ma era pur sempre un mio concerto personale e ho pensato che tanto valeva fare ciò che volevo, e questo mi ha aiutato a rasserenarmi un po'.
* Jack in the Box *
PSH: La canzone più difficile cui hai lavorato?
J-hope: 'More'. Ci sono parti in cui dovevo gridare e altre per cui è stato difficile cogliere l'atmosfera ed il vibe più adatti. Non ero neppure sicuro ce l'avrei fatta o se sarei riuscito ad eseguirla live. Ho pianificato e studiato nei minimi dettagli come riproporre quest'album in diretta, e quella è la canzone che mi ha dato più preoccupazioni.
PSH: Da dove hai tratto l'idea per l'estetica/la copertina dell'album?
J-hope: Volevo mostrare un lato diverso di me, rispetto al solito, e ho avuto l'opportunità di lavorare con un artista che rispetto e ammiro molto (KAWS).
PSH: Qualcosa cui gli ascoltatori dovrebbero prestare particolare attenzione?
J-hope: Il ritmo e la consequenzialità dell'album
PSH: Nel senso che sarebbe meglio ascoltarlo dall'inizio alla fine?
J-hope: Esatto! In 'Hope World' ero più concentrato sull'includere tutto ciò che volevo, mentre con 'Jack in the Box' ho cercato di raccontare una storia (con una progressione logica e lineare)
PSH: E ci sono canzoni che non sono state inserite nell'album perché non erano in linea con questa storia?
J-hope: Sì, un sacco! E 2 tracce hanno rischiato di non essere incluse: 'More' e 'Equal sign'
PSH: Parlaci di 'Arson'
J-hope: È l'ultima traccia dell'album. È una canzone piuttosto intensa e parla di come si sente j-hope trovandosi ad un crocevia e dovendo prendere una decisione. È un brano che mi piace molto
PSH: A cosa hai prestato particolare attenzione, per il video musicale di 'Arson'?
J-hope: Visto che era tutto in one-take (una sola ripresa continuativa) e non avevo molto tempo e tentativi a disposizione, ero un po' teso. Abbiamo dovuto preparare tutto nei minimi dettagli, quindi, sì, è quello ciò cui abbiamo prestato maggiore attenzione. Ero talmente concentrato (sul fare bene in un'unica ripresa), che le esplosioni...
PSH: Non ti sei neppure accorto delle esplosioni?
J-hope: Esatto! Continuavo semplicemente a ripetermi: "Devo fare bene la mia parte!"
J-hope: Beh, in realtà l'abbiamo filmato due volte e, alla fine, abbiamo scelto la seconda ripresa. Ma, fino all'ultimo, il regista era indeciso se fosse meglio scegliere la prima versione. Però avevamo già aggiunto gli effetti speciali (alla seconda). Ma le due versioni erano quasi alla pari.
PSH: E come hai fatto a decidere?
J-hope: Ho scelto quella in cui stavo meglio * ride *
PSH: Però ne sei soddisfatto, no?
J-hope: Sì, ne sono soddisfatto, non ho rimpianti!
PSH: Riguardo al verso "Estinguere l'incendio o alimentare ancor più le fiamme".. puoi darci un indizio/interpretazione?
J-hope: In realtà, quando lavoro ad un progetto, mi piace lasciare che sia il pubblico a dare una sua interpretazione. Ma credo che, seguendo le mie attività ed impegni, l'opzione scelta sia evidente.
♪ Safe Zone ♪
PSH: Io sono un'ARMY e sentire il testo di 'Safe Zone' mi fa male al cuore. Però credo che sia qualcosa in cui non solo gli ARMY o le celebrità possano sentirsi rappresentati, ma chiunque. Davvero un testo notevole! È stato difficile scriverlo?
J-hope: Oh, in realtà l'ho buttato giù tutto d'un fiato
PSH: Puoi parlarcene?
J-hope: Mi chiedevo se esistesse anche una 'zona di sicurezza' per J-Hope.. ma ovviamente sono gli ARMY
PSH: Io ho anche pensato che la zona di sicurezza di J-hope potessero essere gli altri membri. Ho seguito il tuo V Live post-Lollapalooza e, in realtà, mi chiedevo se, dopo un'esibizione simile, saresti riuscito a fare una diretta.. Ma poi è apparso anche Jimin, e sei tornato alla tua solita energia, alle tue solite risate.
J-hope: È davvero incredibile
PSH: Sembravi esausto, e poi (dopo l'arrivo di Jimin) ti sei messo a ridere di cuore
J-hope: Sì, sicuramente i membri sono una grandissima fonte di energia, per me. Già solo la loro esistenza e vicinanza mi trasmette tantissime energie. [Il giorno precedente il festival] Jimin è arrivato giusto prima di mezzogiorno, quando mi ero appena svegliato, e mi fa (*in dialetto*) “Hyung-nim, sono arrivato, visto?!” Ha aperto la porta ed è stato come... AAAAH!
* allunga una mano e ride * E non è solo Jimin... Tutti i membri mi trasmettono tanta energia. Non mi sarei mai neppure sognato che Jimin avesse in programma di raggiungermi! Se l'avessi saputo, avremmo potuto farlo insieme, esibirci e ballare insieme!
PSH: Se mai avrete l'opportunità di esibirvi insieme, come duo, fateci un pensiero, per favore!
J-hope: Sì, se ce ne sarà l'occasione...
* riguardo i preparativi per il Lollapalooza *
J-hope: Più mi immergevo (nei preparativi), più (la situazione) era dura. Cercavo di uscire il più possibile, prendere un po' di sole e guardarmi intorno, e più assorbivo ciò che vedevo, più ne avevo il cuore traboccante. Mi dicevo “Queste sono tutte cose che mi piacciono e che ho l'opportunità di vivere e provare nella mia esistenza”. E ci sono anche molte altre cose che mi danno forza. Credo questo sia il mio approccio e modo di risolvere e superare le difficoltà, di questi tempi.
♪ Future ♪
J-hope: Questa canzone, come suggerisce il nome, parla del mio futuro. Tutto ciò che ho sempre detto (e cantato per i fan) fino ad ora, tipo di non perdere le speranze e di amare se stessi, sono tutte cose di cui, di fatto, ho bisogno anche io...semplicemente, essere me stesso e come va, va. Quindi con questa canzone ripeto a me stesso ciò che ho sempre detto ai fan e sto cercando di vivere la mia vita secondo questi principi.
PSH: Avevi già in mente, fin da quando hai iniziato a scriverla, il coro di bambini, per questa canzone?
J-hope: Visto che è una traccia che parla di sogni e speranze, volevo trovare delle voci adatte e trovo il coro di bambini sia perfetto. Ho chiesto aiuto ad uno dei nostri produttori.
PSH: Come ti sei sentito, mentre scendevi dal palco (del Lollapalooza)?
J-hope: Ci penso ancora adesso e credo sarà un momento che non scorderò mai. Sia il momento in cui sono balzato sul palco, all'inizio, che quando me ne sono andato, alla fine... credo entrambi quei momenti passeranno alla storia ed avranno sempre un'enorme importanza per me e la mia musica.
PSH: Com'eri da bambino?
J-hope: In realtà... ero un bambino molto beneducato. Mi vergogno a dirlo di me stesso, ma ero molto ubbidiente con i miei genitori.
PSH: Qual è stata la reazione dei tuoi genitori all'album e al concerto di Chicago?
J-hope: È piaciuto loro un sacco! Mi han detto che ne sono fieri e che mi hanno visto sotto una luce diversa. Mi sono sentito davvero orgoglioso di me stesso. Ho sempre voluto aiutare la mia famiglia e ho sempre lavorato sodo per realizzare questo sogno, quindi poter mostrare tutto questo ai miei genitori è stato ancor più prezioso.
PSH: Per i vostri genitori, tutti e 7 i membri dei BTS devono essere un po' come dei figli. Ma ora che i tuoi genitori ti hanno visto salire sul palco da solo, dev'essere stata un'esperienza speciale, diversa?
J-hope: È stato strano e nuovo anche per i miei genitori. Ci hanno sempre visti tutti e 7 insieme, mentre questa volta c'ero io, loro figlio, da solo... han detto che è stata un'esperienza curiosa, particolare..
♪ What if ♪
J-hope: Questa canzone è nata perché J-hope aveva una domanda per J-hope: Che tipo di persona sei, in realtà? Chi sei veramente? Erano tutte domande che volevo porre a me stesso. Scriverla è stato più semplice di quanto immaginassi, ma registrarla è stato più complesso perché c'è molto growl, ha bisogno di un timbro graffiante e le registrazioni hanno richiesto parecchio tempo.
* domande degli ARMY *
d. Stai mangiando e dormendo come si deve?
J-hope: Mangio e dormo a volontà. Mangio talmente di gusto, che la cosa mi preoccupa persino un po'! * ride *
PSH: Perché?
J-hope: Mi sento leggero (sereno / non teso) e penso di avere un bell'aspetto, al momento
PSH: E ti piaci?
J-hope: Sì, in questo momento mi piaccio un sacco!
PSH: Alla fine del Lollapalooza, sei andato a cena, subito dopo il V Live?
J-hope: Oh, sì, io e Jimin abbiamo cenato subito dopo e poi sono crollato. Mi sono addormentato proprio di schianto.
d. I tuoi fan ti rappresentano come uno scoiattolo o come un cerbiatto, ma tu quale preferisci? Ti voglio bene!
J-hope: Io? Credo di preferire lo scoiattolino, è più tenero.
d. La tua esibizione al Lollapalooza è stata seguita da 15 milioni di spettatori. L'hai poi guardata anche tu?
J-hope: L'ho guardata quando sono tornato (in Corea). Riguardandola, ho davvero realizzato di essermi esibito per 1 ora e 15 minuti. Solitamente, sono piuttosto critico con me stesso e non mi faccio molti complimenti, ma c'era questa parte...
PSH: Quale?
J-hope: In 'Base line', la parte conclusiva, dove grido... È stato curioso, ho visto un lato di me che ancora non conoscevo.
Perché hai scelto il Lollapalooza per il tuo primo concerto solista?
J-hope: Mi è sempre piaciuto come appaio e mi esibisco nei BTS, sento che il palco sia davvero parte della mia natura. Quindi mentre preparavo le promozioni individuali, mentre scrivevo le mie canzoni, pensavo anche alle esibizioni e volevo davvero mostrare tutto ciò che so fare in quanto performer, magari anche con una band di accompagnamento. Praticamente, fin dall'inizio di questo progetto ho sempre pensato che l'esibizione live di questi brani avrebbe fatto una differenza enorme, quindi ho accettato questa sfida così grande e ho deciso di esibirmi al Lollapalooza. In realtà, non avevo neppure capito fossi tra gli artisti principali. Ma, man mano che proseguivo con i preparativi, me ne sono davvero reso conto! E mi chiedevo, confuso, 'Com'è possibile?'
PSH: Ma, di solito, hai già sempre un piano generale in mente
J-hope: Io, in realtà, pensavo avrei eseguito 5 o 6 canzoni, e invece, all'improvviso ho scoperto d'essere l'artista principale e che la performance sarebbe durata un'ora!
PSH: Hai detto d'esserti sentito sotto pressione perché non volevi danneggiare la reputazione degli altri membri e del gruppo. Ma ora che sei stato così bravo, non avrai forse reso la vita difficile a chi verrà dopo di te (in termini di progetti solisti)? [*ironia]
J-hope: No, no! Sono tutti bravissimi! Gli altri sono molto più bravi di me!
PSH: (*ironica) Forse dovresti scusarti (con gli altri membri)
J-hope: Sono tutti estremamente bravi. Sul serio, imparo sempre un sacco, guardando gli altri membri. Sono tutti fantastici. Fighting!
PSH: (*ironica) Quindi non hai proprio intenzione di scusarti, eh?
J-hope: Una cosa che mi ha commosso davvero molto, è stata la dedizione di Taehyung. Mi ha scritto un sacco di messaggi, durante i preparativi per queste promozioni. Se andava da qualche parte, poi mi mandava video della sua gita o le canzoni che aveva ascoltato. Mentre ero al Lollapalooza, mi ha scritto chiedendo “Hyung, quand'è la tua performance?” È rimasto sveglio ad aspettare. Ho davvero percepito tutto l'entusiasmo e la sincera volontà di supportarmi e starmi vicino da parte sua, e gli sono estremamente grato.
E anche Yoongi hyung.. Non è persona da scrivere molti messaggi, solitamente, ma mi ha contattato! È stato davvero figo! Ne sono rimasto davvero colpito!
PSH: Certo, ragazz*, ricevere un messaggio da Yoongi-shi è una cosa seria!
J-hope: È stata davvero un'esperienza!
E vale lo stesso anche per Jin hyung. Sul serio, ricevere tutto questo sostegno ed i complimenti dagli altri membri mi ha reso davvero felice ed orgoglioso. E poi Jimin è addirittura venuto a vedermi e ha detto che è stato pazzesco!
d. I tuoi ballerini di supporto, al Lollapalooza, si sono autoproclamati 'Team J-Hope' e tu hai sempre dimostrato grande apprezzamento e gratitudine nei loro confronti. Ma che cosa significa il ballo per te?
J-hope: Il ballo è qualcosa di cui non posso fare a meno. Mentre portavo avanti i preparativi per questo progetto, ho notato che c'era disappunto per la mancanza di coreografie. Era qualcosa su cui avevo riflettuto anche io e, in realtà, volevo mettere in luce l'aspetto musicale e compositivo, ma non credo sia veramente possibile separare J-Hope dal ballo. E se, in futuro, avrò un'altra opportunità come questa, credo lavorerò a musica tramite cui poter sfoderare l'arma segreta di J-Hope (il ballo).
PSH: Una cosa che ho trovato davvero figa è stato vedere i ballerini, mentre li presentavi, alla fine... e qui (in Corea), solitamente, sono sempre vestiti tutti un po' simili, mentre là (in America) avevano tutti stili ed abiti differenti, eppure c'era un equilibrio perfetto nel gruppo. L'atmosfera era diversa da quella coreana.
J-hope: Esatto, abbiamo culture diverse. Loro sono molto più liberi/informali.
d. * domanda riguardo allo stress dato dai preparativi e qual è la sua reazione quando le cose non vanno come da programma * Ti voglio bene! Per favore, saluta mia mamma, si chiama Moon HaeRan!
J-hope: (*ride) Quando le cose non vanno come da programma, tra me e me penso, amareggiato “Com'è potuto succedere?”. Ma per quanto io possa essere seccato dalla cosa, non è che possa farci molto. Quindi ho deciso di accettare la vita per come viene e trovare soluzioni adeguate alle circostanze, con calma e lucidità.
♪ Stop ♪
J-hope: In questa canzone, come in “Equal Sign”, esprimo alcune mie riflessioni riguardo l'umanità. Il fatto che non esistano persone fondamentalmente cattive è qualcosa di cui sono da sempre profondamente convinto. Cerchiamo di trovare e guardare al buono che c'è nelle persone. Non sarebbe molto meglio? E perché il mondo sia più buono, non siamo forse noi i primi a dover cambiare? È un primo passo molto umile, ma potrebbe fare una differenza enorme. È questo il messaggio che volevo trasmettere. Sul serio, quando scrivo musica, il mio obiettivo non è certo quello di cambiare il mondo, ma basta davvero poco. Un piccolo frammento di pace e serenità (* Piece of Peace), mi basterebbe già riuscire a fare e ad essere quel poco (per il mondo ed il prossimo).
d. [*messaggio di un'ARMY di 60 anni]: Hai lavorato davvero sodo per il Lollapalooza. Ho guardato il concerto. Sei stato fantastico, ma non riuscivo a smettere di piangere. Avevi un viso talmente smagrito che era evidente tutto l'impegno e ciò che hai passato nel preparare questo progetto. Mi piangeva il cuore, ma ho anche pensato “Sono proprio fiera e felice d'essere un'ARMY”.
ita : © Seoul_ItalyBTS | eng : © ryuminating
0 notes
lamilanomagazine · 2 years ago
Text
Mantova, torna in città il “Concerto degli auguri”
Tumblr media
Mantova, torna in città il “Concerto degli auguri”.   Si rinnova a Mantova il tradizionale appuntamento natalizio con il “Concerto degli Auguri”, l’evento gratuito promosso da Banca Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Banca Agricola Mantovana per festeggiare con tutta la comunità l’arrivo del Natale. L’appuntamento, con ingresso libero, è per venerdì 23 dicembre alle ore 21, nella Cattedrale di San Pietro, in piazza Sordello. All’interno del Duomo di Mantova tornano protagoniste le note dell’Orchestra d’Archi del Conservatorio “Lucio Campiani” diretta dal Maestro Luca Bertazzi, accompagnate quest’anno dalla compagine dell’Apogeo String Orchestra – ensamble di soli strumenti ad arco fondata nel 2020 dallo stesso Maestro Bertazzi e composta da musicisti di chiara fama – con la partecipazione della Junior Orchestra del Conservatorio di Mantova diretta dal Maestro Federico Mantovani. L’iniziativa, che vede in questa edizione per la prima volta anche il patrocinio del Comune di Mantova, oltre alla partnership dell’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e dell’Associazione culturale Stefano Gueresi, rappresenta da oltre trent’anni un importante momento di incontro con la città e un appuntamento atteso per condividere insieme il piacere della musica classica in un periodo particolarmente evocativo dell’anno. “Banca Monte dei Paschi di Siena è da sempre al fianco di Mantova per sostenere il territorio, anche dal punto di vista sociale, promuovendo la cultura e valorizzando le risorse di questa importante realtà – ha dichiarato Franco Trombini, Direttore Territoriale Imprese e Private Lombardia Sud-Est di Banca Mps – È con questo spirito che si rinnova per il 33° anno, insieme alla Fondazione Bam, l’invito alla comunità a partecipare al Concerto degli Auguri di Natale in Duomo, un appuntamento ormai atteso e consolidato che si propone ogni anno con nuove collaborazioni”. “Anche quest’anno, come consuetudine, il concerto di Natale sarà per i mantovani occasione di ritrovarsi e, nel condividere il piacere della buona musica, scambiarsi gli auguri per la festività più sentita – ha commentato Alberto Arrigo Gianolio, Presidente della Fondazione Banca Agricola Mantovana – La Fondazione BAM, con questa manifestazione musicale di assoluto prestigio, vuole essere sprone e sostegno di quelle iniziative sociali e culturali che contribuiscono al benessere e allo sviluppo della nostra città”. Il concerto è dedicato ai capolavori del repertorio musicale classico, toccando vari generi musicali, dal barocco al contemporaneo, passando per il pop d’autore, con brani interpretati dagli allievi del Conservatorio di Mantova e dai musicisti dell’Apogeo String Orchestra, e con l’esibizione solista di Mauro Negri, Edoardo Dolci e Nicolò Nigrelli. In apertura la Junior Orchestra del Conservatorio di Mantova guidata dal M° Federico Mantovani, eseguirà la Sonata di A. Corelli (1653 - 1713), la Suite di J. P. Rameau (1683 - 1764) e una Piccola Suite Natalizia di autori vari con adattamento di temi della tradizione sacra. Sotto la direzione del Maestro Luca Bertazzi l’Orchestra d’Archi e l’Apogeo String Orchestra daranno avvio al concerto con la Suite barocca di A. Scarlatti (1660 - 1725), T. Albinoni (1671 - 1751) e M. Richter (1966), in tre tempi Grave - Allegro - Spring (da Four Seasons Recomposed). Il programma proseguirà con il Cantus in memory of Benjamin Britten di A. Pärt (1935), l’Allegro dal Quartetto n. 3 di L. Campiani (1822 - 1914), con adattamento per archi di L. Bertazzi, e Presence per violoncello e orchestra d’archi di P. Vasks (1946) interpretato dal solista Nicolò Nigrelli. Edoardo Dolci porterà sul palco l’amore folle e romantico con una Fantasia sui Temi di “Lucia di Lammermoor” per contrabbasso e archi di G. Bottesini (1821 - 1889) con un arrangiamento personale per orchestra d’archi. Dopo i brani Il Destino dei Sogni di S. Gueresi (1960 - 2017) e Fes di C. Cantini (1962), sarà poi la volta di Mauro Negri con il suo Nevra, brano dedicato alla figlia Ginevra. Negri proseguirà con un’esibizione solista in Stardust di H. Carmichael (1899 - 1981), con arrangiamento per orchestra d’archi di Gino Mescoli. La conclusione è affidata alle note classicheggianti della Sinfonia n. 10 in si minore per archi, in due tempi Adagio - Allegro, composta da Felix Mendelssohn (1809 - 1847) appena dodicenne.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
blacksoulwithlighteyes · 2 years ago
Text
Sono due anni che sono innamorata del mio migliore amico.
Mi sono dichiarata
Più di una volta
E più di una volta mi sono sentita dire "non voglio rovinare la nostra amicizia"
Più cerco di mettermi l'anima in pace e più mi innamoro.
Di come parla
Di come si muove
Di come mi abbraccia
Di come appoggia la sua testa sulla mia, quando io mi appoggio alla sua spalla
Di qualsiasi piccola cosa che lo riguardi...
Ormai non è più un fatto di "mi piaci"
Quello che provo per lui è amore vero, puro.
Ogni concerto a cui siamo andati insieme...
Le partite che abbiamo visto insieme e commentato...
Ogni singolo momento passato con lui da quando lo conosco è pura magia.
Fin dalla prima volta che l'ho visto mi sono sempre sentita libera di essere me stessa al 100%
Mi fa sentire apprezzata
Mi fa ridere e sorridere sempre
Mi fa sentire bene come non mai...
Tutti mi dicono di smetterla di andargli dietro, di lasciarlo stare...
Ma anche se magari lui non ricambia i miei sentimenti, non farei mai a meno di una persona come lui nella mia vita.
Un po' fa male si
E non voglio neanche pensare a cosa potrebbe succedere se un domani si fidanzasse...
Ma resta comunque la cosa più bella che mi sia capitata nella vita e una parte di me non smetterà mai di amarlo.
Non riesco a fare a meno di lui
Anche se un po' fa male...
5 notes · View notes
gloriabourne · 4 years ago
Note
Sono l'anon dell'appello, vorrei rispondere all'anon che si è sentita chiamata in causa, spiegando le motivazioni che mi hanno spinta a mandare quel messaggio:
Io stessa ho partecipato (prima del covid) ad un concerto di Ermal con parterre numerato e ad uno di Fab in un teatro, quindi in entrambi i casi la regola da rispettare era restare al proprio posto, dato che non si trattava di parterre "liberi" come in un palazzetto, per esempio. In entrambi le persone (non tutte ovviamente, ma molte) si sono alzate per andare sotto al palco e ovviamente la sicurezza è intervenuta, ma anche dopo il loro intervento hanno continuato ad alzarsi, era un continuo di loro che si spostavano e la security che interveniva, sinceramente era anche scocciante per chi, come me, voleva solo godersi il concerto. È chiaro che la situazione covid è diversa, forse questo spingerà le persone a passarsi una mano sulla coscienza e ad essere corrette, ma sinceramente e realisticamente non garantirei per tutti solo perché appartengono ad un determinato fandom. Insomma, come ci sono gli irresponsabili che nonostante tutto vanno ad affollarsi in strada per i più vari motivi, così potrebbero esserci ai concerti.
Concordo con tutto quello che hai detto.
Ma ora attenzione che sicuramente arriveranno repliche del tipo: "Ma è ovvio che durante un concerto la gente si alza anche se ha il posto seduto!"
Eh no, non è proprio così. Perché se io - faccio un esempio pratico che mi riguarda - sono alta 1,52 e mi prendo il posto seduta apposta per avere la possibilità di avere un minimo di visibilità del palco, se poi uno davanti a me si alza in piedi mi girano un tantino i coglioni perché a quel punto mi potevo comprare il parterre invece della tribuna.
A un concerto di Ultimo mi è capitata una situazione analoga con un gruppo di ragazzini che quasi avrebbero potuto essere i miei figli - ma anche no perché se fossero stati figli miei li avrei educati meglio di così - che non facevano altro che alzarsi e bloccare completamente la visuale. (Eravamo nel primo anello numerato del Pala Alpitour di Torino, posti a sedere per intenderci).
Quando mi sono permessa di dirglielo, la risposta è stata: "Hai solo da alzarti in piedi anche tu"
Eh no, perché se io pago per il posto seduta il concerto me lo voglio vedere seduta. Non vedo perché me lo devo guardare in piedi solo perché sti maleducati devono saltellare come dei bambini che vedono per la prima volta un tappeto elastico.
Ora questo discorso non c'entrava in modo specifico con la precisazione dell'anon, ma l'ho detto prima di tutto per avvalorare il suo discorso, e poi per evitare di dover perdere tempo a rispondere successivamente ad ask che probabilmente mi arriveranno.
Detto ciò, appunto come dice l'anon, visto che la gente già normalmente non rispetta le regole è assurdo pensare che le rispetti ora. E il fatto di fare parte di un fandom - cosa che ho già specificato in una mia precedente risposta - non è automaticamente una garanzia. Anzi, visti certi fan avrei dei dubbi sulla loro intelligenza e osservanza delle regole.
1 note · View note
Text
31.12.2019 - 03:20
Siccome l’insonnia non mi dà tregua, ho deciso di tirare anch’io le somme di questo 2019. Non voglio farlo attraverso le foto dei ricordi più belli, ma scrivendo, perché è sempre stato il modo in cui riesco a far uscire al meglio ciò che sento (chi mi conosce sa quanto questo sia complicato per me). Ecco qua quindi.
2019, wow... sei stato davvero un anno particolare. L’anno in cui mi sono sentita libera e felice più che mai. Sei iniziato abbastanza di merda, in mezzo all’ansia per una Maturità fatta coi piedi di cui ancora nessuno aveva capito niente, neanche lo stesso Ministero. Ma piano piano, tra lo stress, lo studio e i pianti perché non ne potevo più, mi sono fatta strada - a volte camminando, a volte addirittura correndo, altre invece arrancando - verso la fine degli esami. Non sono mai stata così fiera di me stessa. Leggere quel 93/100 accanto al mio nome è stata una delle più grandi soddisfazioni che io abbia mai avuto. Sei stato l’anno della macchina, un’altra conquista di cui vado orgogliosa più che mai. Sei stato l’anno della gita a Parigi, che se ci ripenso ancora bestemmio (mortacci loro 25 km a piedi ogni giorno + bonus delle metro con soggetti improbabili e “tagliatelle carbonara” che NO, GRAZIE). Sei stato l’anno dell’ultima stagione del Trono di Spade, anche se no comment. Sei stato l’anno in cui ho realizzato due miei grandissimi sogni, così grandi che pensavo sarebbero rimasti tali per sempre: il concerto di Ed Sheeran a Roma il 16 giugno e il viaggio a Los Angeles. Sei stato l’anno in cui ho capito non chi sono, sarebbe troppo, ma almeno chi voglio essere, e soprattutto che tipo di persone voglio intorno a me. Sei stato l’anno in cui ho cominciato una sorta di nuova vita, andando all’Università, conoscendo persone nuove che spero di tenermi accanto per tutto il resto del mio percorso a Urbino e, perché no, anche più avanti. Ma per la prima volta ho “cambiato vita” senza cambiare me stessa, cercando di mostrarmi subito per quella che sono davvero, amandomi un po’ di più. Sei stato l’anno in cui ho messo me al primo posto, e forse proprio per questo sei stato l’anno più bello che io abbia mai vissuto. Adesso so che mi voglio bene, tanto bene, e mi terrò stretta me stessa e la mia felicità. Faccio fatica a lasciarti andare, perché dai, è sempre difficile dire addio a qualcosa che ci ha resi felici. Ma ti sarò per sempre grata per ogni singolo secondo, per ogni caduta, per ogni risata, per ogni pianto, per tutte le volte in cui mi sono sentita persa e per la me stessa che ho ritrovato; per tutto. Spero che tu sia stato solo l’inizio di una serie di anni meravigliosi come lo sei stato tu. Conserverò gelosamente ogni singolo ricordo. Grazie di cuore, davvero.
1 note · View note
saintjust · 5 years ago
Text
L'altra sera al concerto dei Diaframma mentre Federico sul palco cantava "Verde" e io ero sola come sempre mi sono sentita leggera come fossi parte di un'onda, non più persona, e quando Federico ha smesso di cantare per lasciar cantare solo gli strumenti per la prima volta ho capito fino in fondo che se anche questa storia finisse non sarebbe mai la fine del mondo, men che meno del mio
7 notes · View notes
crazymadnessuniverse · 5 years ago
Text
Lui
Penso che lui sia stato il mio primo grande amore, anche perché ripensando ai miei vecchi “amori”, quello che provavo non è comprabile.
È nato tutto così all’improvviso, io nemmeno lo guardavo con gli occhi dell’amore.
Ci siamo conosciuti il 10 agosto 18 e dopo poco più di 4 ore già eravamo uniti; avevamo questa sintonia sorprendente che ci ha legati fin da subito.
Abbiamo passato tutta l’estate insieme, in canoa, in spiaggia, a fumare, a ridere, a parlare e a condividere il silenzio.
In quel periodo io ero innamorata di un altro ragazzo ma con lui mi trovavo benissimo e forse c’è stato un preciso momento in cui per qualche secondo l’ho guardato con occhi diversi... il giorno in cui siamo rimasti in spiaggia tutto il giorno e ci siamo stesi vicini e io lo guardavo in un modo particolare.
Il 17 agosto mi ha riaccompagnata a casa e forse anche lì era diverso.
Una mattina lui è partito e non ci siamo salutati, ma vivendo nella stessa città ci saremmo rivisti e così fu.
Cominciammo a vederci con tutto il gruppo del mare, ogni giorno fino a novembre e sono successe infinita di cose in questi mesi.
Lui mi aveva già detto che gli piacevo e io non ero sicura di provare le stesse cose.
Piano piano però stava nascendo qualcosa e ik 10 settembre ci siamo baciati per la prima volta e ancora me lo ricordo le sue labbra e il modo in cui bacia.
Ottobre è stato un mese duro, pieno di difficoltà, lui era molto confuso forse ancora per la storia con la sua ex e mi ricordo di essere stata malissimo verso la fine del mese.
Mi ricordo il giorno in particolare in cui abbiamo “risolto”... era il 27 ottobre, mai potrò scordare quel giorno.
Ci siamo visti e lui mi ha riaccompagnata a casa, abbiamo parlato e alla fine ci siamo baciati sotto la Pioggua... È stato magico per entrambi e le emozioni che ho provato sono indescrivibili, li ero sicuro di amarlo con tutto il mio cuore.
La notte tra il 16 e il 17 novembre lui mi regala un anello che ancora conservo e mi dice che possiamo provare a stare insieme.
Stava andando tutto bene poi verso la fine di novembre e i primi due giorni di dicembre mi ricordo di essere stata malissimo, sapevo che qualcosa non andava, io sono molto sensibile e sensitiva, nel senso che so sempre se qualcuno sta male perché lo sento dentro di me e so se sta scucendo qualcosa, in poche parole so sempre cosa sta accadendo.
Sapevo che lui non stava bene, una volta mi ha spezzato il cuore, era un venerdì e mi chiese se ero felice e io ovviamente risposi si, lui invece mi disse che era triste, non che ne fossi io la causa però questo ancora mi fa male perché forse non ero abbastanza per riuscire a renderlo felice e non fargli pensare al resto.
Il 3 dicembre avevamo io concerto di Frah quintale e lui un ora prima mi volle parlare e mi ricordo ancora le sue parole “voglio stare solo” e io già sapevo tutto perché lo sentivo.
Quel concerto non me lo dimenticherò mai, lui stava male sia emozionalmente sia fisicamente, io lo guardavo sempre e lui ricambiava poche volte il mio sguardo e solo una volta mi ha presto, stretta e abbiamo ballato insieme sotto le note di “nei treni la notte” e io piangevo perché sapevo che sarebbe stata l’ultima volta in cui l’avrei visto.
Quella sera niente baci o alcuni rubati da me, freddezza e dolore.
Nel riaccompagnanti a casa abbiamo ascoltato un po’ di musica scelta da lui, risuonano ancora le note di punk di gazzelle, vedevo e percepivo che lui stava male e io con lui.
Da quel giorno è stato un inferno, sono stata male per lui per diversi giorni perché sapevo che soffriva ma poi piano piano ho cominciato a stare male per il noi che ormai non c’era più.
Erano mesi che mi diceva che era confuso e voleva stare da solo quindi per me questa non era una novità, però sapevo che in realtà tutto era finito ma mi ostinavo.
Non ci siamo più visti e ci siamo sentiti davvero poco perché a me mancava...
Il 15 dicembre mi ha lasciata ufficialmente e mi ricordo ancora il suono del mio cuore che cade in frantumi sul marciapiede mentre mi diceva che forse aveva sbagliato a dire che era innamorato di me e che forse in realtà non lo era.
Da lì non ci siamo davvero più visti ed è stato l’anno più bello e più brutto della mia esistenza.
Il dolore mi ha portato a non parlare più con mia mamma, mi chiudevo in camera a mangiare e non volevo vedere più nessuno.
Sono stata male molto male, sopratutto il giorno di Natale in cui decisi di scrivergli perché non ce la facevo più e lui mi disse che forse un giorno sarebbe cambiato tutto e io non ci credetti.
Dopo vari tentativi che ho fatto scrivendogli e dopo le varie volte in cui mi ignorava o rispondeva un po’ così, decisi di Non scrivergli più.
Lui mi aveva pure scritto che il rapporto di amicizia doveva tornare quello di prima e lui ha fatto tutto il contrario per far sì che fosse come prima.
Ci siamo rivisti io lui e un nostro amico il 7 febbraio, lui sparito completamente con tutti, li mi chiese scusa e mi disse anche che si era fidanzato, cosa che già sapevo da tempo perché mio cugino li aveva visti baciarsi...comunque il dolore dell’indifferenza nel suo sguardo mi uccise, anche se per qualche secondo uno sguardo di dispiacere e forse di amore per me c’era stato ma comunque morì lentamente.
Da lì non ci siamo nè più visti nè sentiti.
Ci siamo rivisti ad agosto e lui non mi è mai stato lontano, mi toccava le gambe e mi guardava sempre.
Il nostro rapporto era come sempre, con quella sintonia che non ci faceva staccare mai.
Abbiamo parlato molto sopratutto il 10 sera in cui gli ho ricordato che c’eravamo conosciuti un anno fa quel giorno.
L’ho fatto sentire in colpa e di questo sono felice, ho visto il dispiacere nei suoi occhi.
Mi ha raccontato della sua ragazza di quando si sono messi insieme e lui continuava a ripetere che non mi aveva tradita; si sono messi insieme il 22 dicembre cioè una settimana dopo avermi lasciata e l’ha conosciuta l’uno dicembre all’ open day della sua scuola.
Il ragazzo se n’è uscito con il fatto che non stavamo insieme già da tempo e questo mi ha fatto male e ho capito che non puoi mai sapere come la vive l’altro almeno che non te lo dica.
Comunque io gli chiesi se era felice e lui non voleva dirmelo ma poi mi disse che era felice e che la amava e mi ha fatto male ma sono felice per lui.
Ci tiene molto a me e al fatto che io non soffra e questo lo apprezzo Molto.
Il 15 agosto mi sono ubriacata e ho pianto.
Lui ha voluto parlare con me e li gli ho detto tutto e mi sono liberata di un peso enorme, ora sa quanto sono stata male e quando io ci tenessi a lui, gli ho pure detto che lo amo.
Non mi sono mai sentita così libera in vita mia.
Ammetto che mi fa stare male il fatto che io non sia stata abbastanza per lui, mi sono chiesta spesso perché lei l’abbia portata a casa, presentata ai genitori ecc... ma la risposta non la voglio, mi dico che lui mi ha amata , cosa che mi ha detto anche lui questa estate, ma che poi sia finita troppo in fretta e basta.
Mi ha pure detto che non riesce a starmi lontano che pensa che io sia bella e non voleva che io interpretassi il suo comportamento come altro e che lui era soltanto ambiguo (vallo a spiegare alla tua ragazza, vi sareste già lasciati) e mi ha detto che magari tra 30 anni qualcosa cambierà.
Comunque ora mi rimangono soltanto i ricordi, i brividi, il suo anello, le sue parole e l’amore che ho provato e che proverò sempre per lui.
Grazie per avermi fatto capire che cos’è l’amore, tu sei e sarai sempre il primo amore della mia vita.
Ti amo per sempre.
A
Tumblr media
2 notes · View notes
Text
Capitolo 52 - Cervi, medagliette e microonde
Nel capitolo precedente: Angie accetta di uscire con Dave. Eddie la cerca ancora al telefono, è costretta a rivelare a Meg cosa è successo a San Diego e cerca di spiegare all’amica il suo punto di vista sulla faccenda e perché lo sta evitando. Grace e Meg hanno pianificato una serata assieme a casa di quest’ultima, per un caso Grace resta sola quando Stone chiama. Gossard si mostra come sempre molto affettuoso con lei, che ne sembra un po’ intimorita. Grace parla al telefono anche con Eddie e, non sapendo nulla del bacio tra lui ed Angie, pensa di scuoterlo un po’ facendolo ingelosire e raccontandogli dell’uscita tra lei e Dave. Eddie la prende malissimo. Grace se ne pente una volta che Meg le rivela a che punto sono davvero Angie ed Eddie. Quando la ragazza torna a casa è costretta dalle amiche a chiamare Vedder e dirgli la verità. Angie si decide, affronta Eddie e svela che Dave ha iniziato a uscire con la bassista delle L7 e che lei lo ha solo accompagnato a un loro concerto, pur di non farlo andare da solo, per evitargli imbarazzi. Eddie allora si scusa con Angie e le confessa quello che prova come mai gli era riuscito prima. Le amiche di Angie sentono tutto, avendola obbligata a usare il vivavoce.
Intensa fragranza usata in profumeria. Sette lettere. Inizia per M. Mughetto! No, sono otto. Mango... Magnolia... Boh? Stranamente sono riuscita a mettere le mani sulla copia del Seattle Times che ogni tanto entra in casa nostra prima che Angie, come al solito, faccia il cruciverba. Ora però mi sa che mi tocca chiedere aiuto alla mia socia, perché sono nella nebbia più totale.
“Allora, ti stavo dicendo, mi presento al tavolo, solito saluto d'ordinanza con sorriso incorporato, chiedo alla tizia cosa prende e questa mi chiede, testuali parole, un cheeseburger senza formaggio e delle patatine” la porta della sua camera è aperta, mi affaccio con circospezione e la vedo al telefono. Ovviamente non ho bisogno di sapere con chi sta parlando, dalla sera in cui io e Grace siamo miracolosamente riuscite a convincerla a richiamare quel povero Cristo di Eddie ce ne sono state altre di chiamate, tutti i giorni. Per nostra sfortuna senza viva voce. Cazzo, quando ha aperto il suo cuore ad Angie io e Grace ci siamo sciolte in sospiri e aaaaaaw che per un pelo Vedder ci sgamava. Sono un'impicciona? Sì. Mi interesso alla vita sentimentale altrui per evitare di pensare al disastro della mia? Ebbene sì. Sono però anche genuinamente felice che alla mia amica le cose girino per il verso giusto come si merita? Eccome!
“Aspetta, rimango spiazzata per un attimo per il modo in cui si è espressa, poi rispondo: perfetto, allora le porto il menù Go-go con hamburger più patatine più bibita media a quattro dollari e novantanove. Va beh, in pratica non mi fa neanche finire di parlare e mi dice: No, no, io non voglio un hamburger. Voglio un cheeseburger senza formaggio” Angie dondola a destra e sinistra, cullandosi sulla sua sedia con le rotelline, mentre ascolta sorridendo la replica del suo bello.
“Esatto! Ahah stessa cosa che le ho detto io: quindi... un hamburger, signora? NO! Risponde lei seccatissima. Ho detto che non voglio un hamburger, ho chiesto un cheeseburger senza il formaggio! Ti giuro che urlava, mi sono vergognata per me, ma anche un po' per lei” Angie ruota un pelo di più sulla sedia e mi vede, facendomi un cenno.
“Ovviamente non mi sono scomposta e le ho detto: allora vuole pagare un dollaro in più per un cheeseburger, ma lo vuole senza formaggio?” Angie e io scoppiamo a ridere assieme mentre entro in camera sua schiodandomi dalla porta, poi continua “Eh sì, perché il menù col cheeseburger costa di più, è quella la cosa assurda! Se io prendo l'ordine come menù cheeseburger, anche se segnalo alla cucina di non mettere il formaggio, sarà sempre considerato un cheeseburger. Va beh, questa stronza sgrana gli occhi e mi fa: Sì, esatto! Era così difficile da capire? Ahahah eh, te l'avevo detto che era una stronza!”
“Il cliente ha sempre ragione!” esclamo io sedendomi sul suo letto.
“Ehi, tu e Meg avete detto la stessa cosa quasi contemporaneamente! Comunque, visto che il cliente ha sempre ragione e questa qua mi aveva appena dato della menomata mentale senza capire che l'unica ottusa era lei, le ho risposto: Assolutamente no, signora, un menù Marilyn con cheeseburger senza formaggio, patatine e bibita a cinque dollari e novantanove per lei? E quella: ecco, sì, adesso ci siamo, grazie. Ma vai a cagare! Eheh... aspetta un secondo, ok?” Angie se la ride con Eddie, poi gli dice di attendere e scosta solo leggermente il telefono dall'orecchio, rivolgendosi a me “Volevi dirmi qualcosa?”
“Intensa fragranza usata in profumeria, inizia per M, sette lettere” le domando mostrandole il giornale.
“Muschio” risponde subito senza battere ciglio. E' vero! Perché non mi veniva? La odio, cazzo.
“Sì, può essere, in effetti ci sta”
“Non può essere: è!” gongola per poi portarsi di nuovo il telefono all'orecchio “Cosa? La sapevi anche tu? La sapeva anche lui”
“Beh grazie a tutti e due, ma non tiratevela troppo!” ribatto lanciando un cuscino ad Angie, che però riesce a schivarlo, per poi raccoglierlo da terra.
“Purtroppo usata in profumeria, aggiungerei... Come perché? Il muschio è dannosissimo, sia quello sintetico che il muschio naturale... Beh, nel dubbio, tra estinzione totale di una specie animale e inquinamento, meglio non scegliere nessuno dei due e usare altre profumazioni, no? Come che animale? In che senso? Tu sai da dove deriva il muschio, vero?” parte un dibattito tra Eddie ed Angie di cui io sento solo una parte, anche se credo sia comunque la parte più consistente “Pianta? Ma che pianta? Il muschio non è una pianta! Cioè, sì, esiste anche la pianta, ma non è quello che si usa per fare i profumi. No! E' una secrezione animale, di un cervo per la precisione. Ma no, non ti sto prendendo per il culo, Eddie, giuro! Questi cervi hanno una ghiandola, una specie di sacchetto sotto la pancia che secerne questa sostanza, e la spargono nel loro ambiente per marcare il territorio, specialmente nella stagione degli amori... Ahahah no, Eddie, non è sperma di cervo!”
Non la tipica conversazione tra innamorati eh?
“Comunque credo che ora sia per lo più sintetico” commento io dopo aver finito di scrivere la risposta giusta nelle caselle.
“Tanto peggio, perché inquina e finisce pure nella catena alimentare.” risponde Angie sia a me che a Eddie “Come? Ahahah no, niente profumo al muschio in regalo per me, grazie. E niente regali in generale, me ne hai fatti già troppi... Sì invece... Sì invece... Eddie? Per favore... Dai...” ora torniamo più su conversazioni di coppia, Angie stringe sempre di più il cuscino e io penso sia giunta l'ora di togliere il disturbo e tornare di là. Va beh, o di continuare a origliare da fuori senza farmi vedere.
“Aspetta, Meg! Sì, ora glielo chiedo.” mi alzo e faccio per uscire, camminando all'indietro e facendo ciao ciao con la mano, ma Angie mi blocca “Allora vai a vedere i ragazzi domani sera a Portland?”
“Sì, il piano è quello. Quasi sicuramente verranno anche Grace e Laura”
“Sentito? Meg, Grace e Laura, un bel terzetto pronto ad acclamarvi e a lanciarvi i reggiseni”
“Ahahah io ho poco da lanciare!”
“No, Eddie, te l'ho già detto, non posso... Roxy m'incula, è pure un mercoledì, ci sono gli infermieri della scuola serale che finiscono prima... non posso chiedere un altro giorno”
Il nostro piccolo Romeo è impaziente, vedo. I suoi sogni si sono già infranti quando ha scoperto che Kelly aveva programmato per la band un giro promozionale di radio e interviste varie proprio nei due giorni di pausa tra i due concerti in Oregon e che c'era ancora da aspettare prima di rimettere piede qui a Seattle. Eddie ci ha provato a svicolarsi, spiegando che tanto lui non conta un cazzo nella band di Stone e Jeff e che potevano pensarci loro, ma a quanto pare non è bastato.
“E va beh, ci vediamo dopodomani, cosa cambia? Ma piantala, non cambia niente... Ahahah no!” sono ancora qui impalata nel bel mezzo della stanza di Angie, mentre lei giocherella col cuscino e vorrei tanto sapere a cosa si riferisce quell'ultimo no, ma tanto la mia amica non me lo dirà mai.
“Salutamelo, ok?” stavolta mi allontano veramente, fermandomi in corridoio perché, come volevasi dimostrare, i cazzi miei non me li so ancora fare.
“Meg ti saluta! Comunque pensavo a una cosa. Ahahahah no! Pensavo che se domani le ragazze vengono a vedervi... beh, sarà come un'ulteriore perdita della famosa scommessa... non credi? Ahahah non lo so, non conosco Portland, non so se ci sono discoteche anni Settanta, devi chiedere a Stone. No no, chiediglielo, sono sicura che se anche non ce ne fossero, farebbe in modo di allestirne una pur di farsi un'altra risata alle spalle dei perdenti! Eheh sì, sarebbe un momento imperdibile. Ah sì? Perché? Oh sì, certo, la mia presenza o meno fa sicuramente la differenza”
La telefonata dei piccioncini va avanti ancora per un po', con Eddie che presumibilmente le dice cose sempre più carine e lei che ci scherza su, non so se per il suo naturale imbarazzo o perché sa perfettamente che sono qui a origliare. Dopo averlo salutato, dissipa i miei dubbi.
“Meg!”
Taccio.
“Meg? Dai, tanto lo so che sei qui fuori”
“Uhm, stavo andando in bagno” ricompaio magicamente sulla porta, giusto in tempo per beccarmi una debole cuscinata.
“Certo...”
“Allora?” mi siedo di nuovo ai piedi del letto, in attesa delle confidenze di Angie, che mi illudo possa condividere senza che io debba tirargliele fuori con cavatappi.
“Allora Grace viene con voi domani sera?” Angie spegne subito ogni mia speranza.
“Sì, c'è anche lei”
“Sicura?”
“Certo, l'ho sentita stamattina e mi ha confermato che c'è. Perché?”
“Non lo so, è che non mi è sembrata particolarmente impaziente di rivedere Stone... o sbaglio? Cioè, è strano ma...”
“Aspetta un momento. Angela Pacifico che fa del gossip??”
“Ahahah vaffanculo Meg!”
“Chi sei? Cosa ne hai fatto della mia coinquilina?” mi alzo di scatto, indicandola con una mano tremante.
“Non sto spettegolando, faccio solo delle considerazioni su due amici”
“Considerazioni eh?” tiro giù il braccio e la guardo ridacchiando.
“Due cari amici a cui tengo. E mi sembrano carini insieme. E Grace mi sembrava molto presa all'inizio, invece adesso... mah... Insomma, secondo te c'è qualcosa che noi non sappiamo?” la nuova reginetta del gossip cerca di girarci attorno e io decido di starci. Anche perché una conversazione in più su Grace è un discorso in meno su di me e la mia vita sentimentale inesistente.
“Nah, secondo me è tutto normale. Grace aveva una cotta e Stone faceva il figo, adesso Stone non fa più il figo e lei è rimasta spiazzata, tutto qua”
“Più che altro Stone mi sembra super lanciato”
“Oh sì, effettivamente... Mi ricorda qualcun altro di nostra conoscenza” stavolta non posso fare a meno di stuzzicarla, ma lei alza gli occhi e continua.
“Per lui stanno già insieme in pratica, invece lei si è chiusa a riccio” certo, un atteggiamento di cui tu ti intendi parecchio, vero Angie? Stavolta mi trattengo.
“Vedrai che da domani sera il riccio si apre, fidati”
“Vorrei solo non soffrisse” la mia amica alza le spalle e si rigira il telefono tra le mani. Non è che lo stai dicendo a te stessa?
“Chi dei due?”
“Beh, nessuno dei due!”
“Quindi... niente profumo al muschio?” le chiedo dopo un po' e Angie ricomincia a dondolare sulla sedia.
“Ahah no, per carità!”
“Devo ricordarmi di dire a Eddie di prendertene uno alla frutta” le strizzo l'occhio e lei sbuffa facendo un giro di trecentosessanta gradi.
“Per favore...”
“Alla banana sarebbe perfetto”
“MEG!”
“Che ho detto?!”
***************************************************************************************************************************
Beer-pong. Ventisei anni e ancora mi metto a giocare a beer-pong? Beh, Kim ne ha trenta e li organizza lui i tornei di questi giochi del cazzo, la cosa dovrebbe consolarmi. Ventisei anni, una relazione stabile, un progetto musicale serio, un conto in banca che mi paga le bollette senza arrivare alla fine di ogni mese con l'acqua alla gola... e mi risveglio nella vasca da bagno del mio bassista alle sei del mattino. Cazzo di mal di schiena! E perché cavolo sto ancora in questo condominio di merda? Bestemmio mentre insisto nel premere il pulsante per chiamare l'ascensore che tanto non arriverà mai, dopodiché mi rassegno alle quattro rampe di scale.
Trascino le mie vecchie membra fino alla porta del mio appartamento, ma quando infilo la mano in tasca in cerca delle chiavi la sensazione di freddo metallico è rimpiazzata dal nulla più totale. Non ci posso credere. Matt doveva trovarsela proprio adesso la ragazza? Tasto velocemente tutte le tasche della giacca e dei pantaloni e non trovo un cazzo e mollo un pugno alla porta.
“Cazzo” nello sferrare il pugno sento distintamente un tintinnio di chiavi e torno a cercare meglio in ogni fottuta tasca, ma non trovo nulla. Sferro un'altra botta alla porta ed ecco di nuovo il rumore. Mi metto a saltellare come un coglione davanti alla porta e ad ogni balzo corrisponde un tintinnar di chiavi, mi levo la giacca, la scuoto, stessa cosa. Ispeziono più a fondo le tasche e trovo, non il mazzo di chiavi, ma un bel buco in quella sinistra. Ecco risolto il mistero! Ora devo solo cercare di usare quel po' di lucidità che mi resta per individuare l'esatta posizione delle chiavi all'interno della fodera del giaccone ed estrarle. Mentre mi appresto a recuperarle, un altro rumore, stavolta non metallico, ma “umano”, attira la mia attenzione. Una voce, come qualcuno che canticchia, ma senza parole, mormorando, molto piano. All'inizio penso a qualcuno che magari canta mentre si fa la barba o si prepara, dopotutto per tutto il mondo è mattina. Però la voce, pur essendo flebile, si sente bene, in maniera chiara, e con un piccolo riverbero che fa pensare che la persona sia già uscita dal proprio appartamento. E allora perché non vedo arrivare nessuno? Mi incammino lungo il corridoio e sto ancora tastando la mia giacca quando, girato l'angolo, lo vedo: Vedder, seduto per terra, o meglio, seduto sullo zerbino delle ragazze, che scrive su un quaderno, con un sacchetto di carta appoggiato sulle gambe.
“Eddie?” lo chiamo perché lui non mi si fila proprio.
“Oh ehi, ciao Chris” Eddie smette di scrivere e mi saluta, come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Che ci fai qui? Non dovresti essere in tour?”
“E' finito! Cioè, tecnicamente finisce il tre marzo, ma considerando che le ultime tre date sono qui a Seattle, praticamente abbiamo finito. Nel senso che abbiamo finito di girare” Eddie spiega candidamente, chiudendo la penna e infilandola nel quadernetto, per poi infilarsi il tutto in una tasca interna della giacca. Nel fare questo lascia intravedere la sua maglietta: bianca con su scritto Air Love Bone e la sagoma di un giocatore di basket coi capelli lunghi che somiglia più a Jeff che a Jordan. Ne ho una uguale pure io, ma blu.
“Non avete due concerti in Oregon?”
“Avevamo, abbiamo suonato a Portland ieri sera. Poca gente, ma bella atmosfera, gran concerto” Eddie annuisce a se stesso e non si schioda da terra.
“Avete suonato ieri? E quando sei tornato?”
“Che ore sono adesso? Uh le sette e mezza. Beh, qualche oretta fa”
“Eheh saltati sul van e schizzati a casa subito dopo il concerto? Non vedevate l'ora di tornare eh?” mi sa che soprattutto lui non stava nella pelle, o sbaglio? Non è che Eddie mi abbia mai parlato di queste cose, non sono la sua confidente o Jeff, però forse fra tutto sono uno di quelli, assieme ad Ament, che lo conosce un po' di più. E comunque non ci vuole un genio per capire che se, anziché a letto a dormire per smaltire la stanchezza del tour, è qui davanti alla porta di una ragazza, allora c'è qualcosa di grosso sotto.
“Beh, ehm, questo non lo so... Cioè, non so cos'hanno fatto gli altri, io sono... sono tornato da solo” Eddie perde per un secondo la sua apparente tranquillità.
“Da solo?”
“Sì”
“E come?”
“Autostop” risponde alzando il pollice.
“Autostop?”
“Sì”
“Cioè, tu hai mollato tutto e tutti e sei venuto in autostop fino a Seattle”
“I Village People mi hanno ispirato”
“Eh?”
“Do you want to spend the night?”
“Di che cazzo sei fatto, Ed?”
A quel punto mi spiega che si tratta della solita scommessa del cazzo di Stone e Jeff e che una parte dei nostri amici si è esibita nel parcheggio del Melody Ballroom. Conosco il posto. Ci ho suonato e ci ho visto pure i Fugazi. Mi ha sempre fatto sorridere pensare che li ci facciano anche i matrimoni e le feste dei liceali. Beh, complimenti alla versatilità e all'apertura mentale dei proprietari.
“E a un certo punto mi sono detto: che cazzo ci faccio qui? E ho chiesto a dei tizi che ho già visto ai nostri concerti qui se mi davano uno strappo” il motivo per cui ha avuto quest'illuminazione improvvisa è al di là di quella porta, entrambi lo sappiamo, ma nessuno sente l'esigenza di puntualizzarlo.
“E ci hai messo tutto questo tempo?”
“Non sono mica arrivato adesso...”
“Da quanto tempo sei su quel cazzo di zerbino?” gli domando quando finalmente trovo le dannate chiavi e cerco di tirarle fuori.
“No beh, qui da un'oretta. Facciamo due”
“E perché?”
“Perché era troppo presto”
“Quindi ti sei fatto scaricare qui e poi ti sei accorto che era l'alba?”
“No, non mi sono fatto lasciare qui”
“E dove?”
“A Pike Place” risponde come se fosse la cosa più ovvia e io fossi un coglione a chiedere.
“A Pike Place” ripeto facendo sì con la testa, assecondandolo come si fa coi pazzi.
“Dovevo prendere delle cose” aggiunge afferrando il sacchetto di carta e appoggiandolo a terra alla sua sinistra.
“Ma non hai trovato chiuso?” chiedo scettico.
“Le panetterie aprono presto”
“Ah” assecondare sì, questa è la strategia migliore.
“Ho mangiato qualcosa, ho preso un caffè, ho comprato qualcosina per Angie e poi sono venuto qui”
“In autostop”
“Ahahah ma va, in tram!” ancora una volta mi risponde come se fossi io il coglione e forse non ha tutti i torti.
“Sono arrivato e quando stavo per suonare il campanello mi sono reso conto che erano tipo le cinque del mattino”
“Come recita un altro pezzo dei mitici Village People”
“Uhm sì, ma cosa c'entra?” domanda improvvisamente serissimo e io gli scoppio a ridere in faccia. Con Eddie non capisci mai se è serio o se ti prende per il culo ed è un aspetto che mi piace nelle persone. Di certo l'ha capito che anch'io non sono del tutto a posto, forse dalla prima volta che l'ho portato fuori a bere. O da quando mi sono materializzato al mini market e l'ho portato via a fine turno dicendogli che gli avrei fatto vedere come trascorrono i venerdì sera le rockstar locali. E abbiamo passato la nottata a bere e inseguire i miei cani, o meglio, i cani di Susan nel bosco.
“Ahah niente niente! Allora ti sei parcheggiato qui, giusto?”
“Sì...” risponde ancora scettico “In attesa di un orario più umano”
“Beh dai, le sette e mezza mi sembrano acceettabili” mi avvicino e faccio per suonare il campanello, ma Eddie mi blocca prendendomi per il polso.
“No!”
“Perché no?”
“Non ho sentito rumori, non si è ancora svegliata. Ormai aspetto che si svegli” faccio marcia indietro e mi immagino Eddie con l'orecchio incollato alla porta in attesa del rumore del cicalino del microonde o dello sciacquone del cesso e mi faccio un sacco di risate, internamente. Non voglio ferirlo!
“E la tua roba?”
“Che roba?”
“Le tue cose, i tuoi bagagli”
“Oh avevo solo uno zaino, è sul van. Jeff me lo porterà, credo”
“Credi?”
“Beh, penso di sì”
“Ma... hai detto agli altri che tornavi a casa, vero?”
“Mmm... aspetta... ah sì, l'ho detto a Mike” allora sì che stai in una botte di ferro, amico.
“Era lucido quando gliel'hai detto?”
“Sembrava di...” mentre Eddie inizia a descrivere lo stato apparente di Mike nel dopo concerto di ieri, ecco che la porta a cui era appoggiato si apre di scatto e lui cade giù all'indietro a peso morto, ma capisco che è ancora vivo quando termina la frase dal pavimento di casa di Angie “...sì”
“Che cazz... Eddie? Chris?” la ragazza ci guarda uno ad uno incredula, mentre lega la cinta della sua vestaglia rosa.
“Ciao dolcezza! L'ho trovato sul tuo zerbino. Non ha la medaglietta, però sembra ben nutrito” scherzo, mentre Eddie è ancora a terra.
“Ciao Angie!” esclama con un certo entusiasmo ammirandola dal basso in tutta la sua... confettosità? Esiste? Mah...
“Eddie! Che ci fai a terra, tirati su” Angie gli tende la mano e lui accetta l'offerta, si aiuta aggrappandosi alla maniglia e si alza.
“Sono caduto” ahah sì, che ci sei cascato con tutte le scarpe mi pare evidente.
“Fatto male?” chiede lei perplessa.
“Nah”
“E' proprio così al naturale, fidati. Ehi Eddie, attento” lo avviso indicando il sacchetto di carta che sta quasi per calpestare.
“Oh cazzo, grazie Chris” recupera il sacchetto e lo stringe come se fosse un neonato da cullare.
“Cos'è?” chiede lei sempre più confusa, calcolando anche che si sarà appena svegliata e come prima attività della giornata le tocca avere a che fare con due deficienti.
“La colazione!” risponde Vedder tutto soddisfatto di sé.
“Oh... grazie... beh, facciamo colazione allora” Angie indica l'interno del suo appartamento e io capisco che si è fatta una certa ed è ora di levare le tende, visto e considerato che ho pure recuperato le mie cazzo di chiavi di casa.
“Ottima idea” Eddie le lancia uno sguardo sornione, ulteriore segnale che è arrivato il momento di levarsi dal cazzo.
“Beh, allora io vado eh?”
“Non fai colazione con noi?” mi chiede lei in maniera apparentemente innocente. L'occhiata di Eddie mi basta per trovare la risposta.
“No, grazie, dolcezza, ma ho troppo sonno. E alla sola idea di ingerire ancora qualcosa di solido o liquido sento le mie budella chiedere pietà”
“Mmh ok, ci vediamo allora”
“Ciao Chris!” Eddie mi saluta e sparisce nell'appartamento.
“Buona notte ragazzi... Cioè, buongiorno... Insomma, avete capito”
“Notte Chris”
***************************************************************************************************************************
“Che ci facevate qui fuori a chiacchierare? Ho sentito dei rumori e-” richiudo dopo essermi accertata che Chris cammini dritto a sufficienza per arrivare al suo appartamento e non appena mi giro vengo travolta da Eddie che mi inchioda alla porta abbracciandomi.
“Scusa se ti abbiamo svegliata”
“N-no, ma no! Ero... ero già sveglia”
“Mi sei mancata”
“Oh, ehm, anche tu” rispondo e spero tanto che il colluttorio che ho usato ieri sera sia davvero ad azione prolungata come sostenuto in etichetta perché Eddie sta praticamente respirando sulle mie labbra strofinando il naso contro il mio.
“Da morire...” è sempre più vicino e io non so dove guardare, se guardare, se chiudere gli occhi, se baciarlo, se aspettare che lo faccia lui, se stare zitta e godermi il momento.
Ma io sono zitta...
Beh zitta nella tua testa, cretina che non sei altro!
Ma è impossibile non pensare, anche il pensiero di non pensare è qualcosa che pensi in fondo, no?
Ma perché pensi a queste cazzo di cose mentre Eddie ti sta torturando in questa maniera? E le mani? Dove cazzo le hai messe le mani?
Aspetta, ce le ho... sospese, a mezz'aria, praticamente lo sto abbracciando coi gomiti.
Coi gomiti? Che cazzo sei un meccanico con le mani sporche di grasso?! Sembri il pastore del presepe della nonna, quello che si stupisce, con le mani alzate al cielo.
Riesco a smettere di litigare con me stessa per un attimo e ad appoggiare le mani sulle spalle di Eddie, che deve percepire il gesto come un segnale di via libera e mi bacia.
Dave Gahan non si vede né si sente, idem per i suoi compagni di band, lo zio Tom Jones non si fa vivo, di Sonny e Cher neanche l'ombra. Per un attimo mi sento quasi un'adulta, almeno finché non sento partire le nacchere e Phil Spector butta letteralmente il trio delle Crystals sul palco senza tante cerimonie.
He kissed me in a way that I've never been kissed before
He kissed me in a way that I wanna be kissed forever more
Il concerto non finisce neanche quando Eddie si stacca dalla mia bocca per un secondo e mi guarda negli occhi, come se cercasse qualcosa. Forse sta cercando di capire se in questo momento sono su questo pianeta o no e sa già che chiedermelo direttamente non servirebbe a molto. Quello che trova deve piacergli perché sorride mostrando bene le sue cazzo di fossette... come se avessi bisogno di altri stimoli! E mi bacia di nuovo. Stavolta sono piccoli baci che piano piano si spostano dalle labbra alla guancia, per poi indirizzarsi giù verso il collo. Una delle sue mani invece risale dai fianchi, mi sfiora forse sì, forse no, forse l'ho sognato, il seno, mi solletica, qui sì, sono sicura, le braccia anche attraverso uno strato non indifferente di pile, mi accarezza la guancia e si infila tra i miei capelli, mentre sul collo decide di affondarci anche i denti.
Devo fare qualcosa.
Ma non voglio!
Ma devi, non vedi che ti stai impanicando? Vuoi aspettare di avere la testa che giri, vedere i puntini e cascare giù lunga tirata per terra?
E' così piacevole però...
E se gli viene in mente di fare qualcosa di più piacevole?
Magari...
Angie, cazzo, torna in te!
“Cosa c'è nel sacchetto?” riesco a chiedere dopo un po'.
“Uhm?” mormora Eddie senza staccarsi dal mio collo.
“Nel sacchetto, che hai portato...”
“Te l'ho detto... prima... la colazione” risponde seguendo il percorso di prima all'inverso, tra un bacio e l'altro.
“Ovvero?”
“Brioches” rivela prima di stamparmi un bacio sul naso.
“Alla crema?” domando improvvisamente davvero interessata all'argomento e non solo usandola come stupida scusa per spezzare questo momento piacevolissimo.
“E al cioccolato.” annuisce lui in maniera deliziosa, quasi infantile “Le ho prese stamattina prestissimo per te, appena sono arrivato a Seattle”
“A proposito, quando sei arrivato?”
“Presto” e mi racconta del suo viaggio in autostop e delle tappe che lo hanno portato fino a casa mia. In tutto questo io sono ancora tutt'uno con la porta. E con Eddie, che non ha la minima intenzione di mollarmi. Ha fatto tutto questo casino... per me? Per vedermi qualche ora prima del previsto?
Beh, è messo veramente male se fa l'autostop di notte per vederti con gli occhi incollati, la doccia ancora da fare e i denti da lavare, i capelli tirati su a caso col mollettone.
“Gli serve una scaldatina allora”
“Eh?”
“Dico, bisognerà scaldarle un pochino...”
“Che cosa?”
“Le brioches, saranno fredde adesso”
“Ah! Eheh beh, sì” perché arrossisce? Ma soprattutto quante mani ha? In teoria ne ha una ancora tra i miei capelli mezzi raccolti mezzi no e un'altra sul mio fianco sinistro, ma io mi sento accarezzare ovunque.
“Mangiamo adesso? Tra un'oretta scarsa devo essere a lezione” cerco di tornare alla ragione.
“Oh... devi proprio?” e tu devi proprio guardarmi così?
“Eh... sì, c'è il monografico su Renoir e oggi il prof spiega il passaggio al sonoro, che è una parte importantissima che c'è pure nell'esame, quindi...”
“Ok” molla la presa, ma mi prende la mano portandomi verso la cucina, dove il sacchetto ci aspetta sul tavolo. Mi stavo giusto chiedendo dove lo avesse messo.
No, non è vero, non te lo stavi chiedendo per un cazzo.
Allora?! La piantiamo di battibeccare qua dentro? Sto cercando di restare cosciente e non perdermi neanche un secondo di questa cosa. E poi adesso si mangia.
Le mani di Eddie sono sulle mie spalle mentre tiro fuori il l'incarto all'interno del sacchetto, lo apro velocemente e viene fuori che ha comprato una montagna di brioches allettanti.
“La colazione è per tutto il condominio?” gli chiedo sogghignando.
“No, solo per noi” la presa sulle spalle si fa più stretta e un bacio tanto veloce quanto rovente mi viene stampato sulla guancia.
“Facciamo che ne scaldo quattro, ok?”
Eddie non mi risponde e si limita a un altro bacio sull'altra guancia e io non so se ci arrivo a vedere La Chienne.
“Le scaldi nel microonde?” mi fa mentre sistemo il piattino con le brioches nel fornetto.
“Sì, ma per poco e a bassa potenza se no... ehm, se no diventano dure... come i sassi e immangiabili” e pensandoci sono un po' come me, che a furia di baci e carezze e abbracci, come quello di adesso, stretto, da dietro, coi riccioli di Eddie che mi fanno il solletico sul collo, mi irrigidisco come un baccalà e divento completamente inutile.
“Mi fido di te” mi sussurra nell'orecchio.
Io invece no, non mi fido, perché mi vuoi chiaramente morta.
Quando sono pronte, estraggo il piatto fumante dal microonde e praticamente schizzo in sala, lo appoggio sul tavolino e mi siedo sul divano, pensando così di essere al sicuro. Al sicuro da cosa non si sa. Ma non faccio altro che cadere dalla padella nella brace perché Eddie mi raggiunge, si china su di me e mi bacia di nuovo, con una certa decisione, ancora prima di toccare il divano sedendosi accanto a me. La decisione si concretizza nello buttarmisi praticamente addosso e come previsto credo di essere entrata in modalità stoccafisso, perché Eddie si stacca da me quasi subito.
“Tutto ok?”
“Eh? Sì”
“Qualcosa non va?”
“No, perché?”
“Sicura? Sembri strana” continua con quei suoi occhi indagatori azzurro oceano che visti dal basso e da così vicino sembrano ancora più profondi.
“No, è che... beh, è tardi e-”
“Troppo?”
“Beh, non è proprio così tardi, ma...”
“No intendevo... io, troppo? Troppo veloce?”
“NO!” gli urlo praticamente in faccia e quasi lo spettino. Gli spunta un ghigno sulla faccia e a questo punto sono più che certa che sappia perfettamente l'effetto che ha su di me “Ehm, no, non è quello, è che... davvero, ho lezione e non posso...”
“Hai ragione, scusami.” Eddie mi da un bacio piccolo piccolo sulle labbra che mi lascia con la voglia di averne altri dieci mila subito e si risiede “E poi le brioches si raffreddano” aggiunge con un sorriso fossettato, mentre ne prende una alla crema.
Io no, non credo di correre questo pericolo invece.
8 notes · View notes
aut-arkeia · 6 years ago
Text
Me: Buongiorno dottoressa, ieri sera sono stata al concerto di Elisa all'auditorium a Roma. Volevo dirle che in quel momento finalmente ho sentito di nuovo cosa significa tornare nel reale e vivere davvero le cose in prima persona senza sentirmi estraniata.. Mi sono sentita viva per la prima volta dopo tanto tempo.
1 note · View note