#sentiero delle streghe
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IL PASSO DELLE STREGHE A SAN MARINO: tra storia e leggenda
Immagine personale San Marino, la più antica repubblica del mondo, è una terra ricca di storia e mistero. Uno dei luoghi più affascinanti e enigmatici del Monte Titano è senza dubbio il Passo delle Streghe. Questo stretto sentiero che collega le tre torri della città, Guaita, Cesta e Montale, è avvolto da racconti che si perdono tra le pieghe del tempo, dove realtà e fantasia si intrecciano in…
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La fiamma del peccato (1944) Shining (1980) Il tesoro della Sierra Madre (1948) Spider-Man - Un nuovo universo (2018) I dimenticati (1941) Interceptor - Il guerriero della strada, ovvero Mad Max 2 (1981) Il favoloso mondo di Amélie (2001) The Master (2012) Il buono, il brutto, il cattivo (1966) La moglie di Frankenstein (1935) La signora del venerdì (1940) Quarto potere (1940) Halloween - La notte delle streghe (1978) Narciso nero (1947) La baia di Eva (1997) The Truman Show (1998) Tutto su mia madre (1999) The Sixth Sense - Il sesto senso (1999) Matrix (1999) La città incantata (2001) Memento (2001) Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004) Non è un paese per vecchi (2007) Scappa - Get Out (2018) Weekend (2011) Happy Together (1997) Knives Out (2019) Parasite (2019) Casablanca (1942) Il miracolo del villaggio (1944) Stasera ho vinto anch'io (1949) Eva contro Eva (1950) Rashômon (1950) La finestra sul cortile (1954) Il lamento sul sentiero (1955) Il settimo sigillo (1957) Il leone d'inverno (1968) Alien (1979) Ritorno al Futuro (1985) Fa' la cosa giusta (1989) Harry, ti presento Sally… (1989) Mamma, ho perso l'aereo (1990) Ricomincio da capo (1993) Gli invasati (1963) La morte corre sul fiume (1955) I migliori anni della nostra vita (1946) La storia fantastica (1987) The Others (2001) Harlan County, USA (1976) Sounder (1972)
Dall'articolo "Ecco 50 film che sono perfetti, e dovresti vedere ora" di Giuseppe Giordano
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La leggenda del Sentiero delle Streghe di San Marino
Il Sentiero delle Streghe di San Marino, secondo una leggenda, era infatti luogo di ritrovo per le fattucchiere medievali. La posizione del sentiero permetteva alle giovani streghe di compiere i loro riti in segreto sotto lo sguardo della Luna.
Il suo nome è dovuto all’altezza e al fischiare del vento. Si racconta che nel medioevo le streghe si radunassero proprio qui per praticare i loro rituali di magia.
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brivido
XVII - CALOSFRÍO La luna viene con nosotros, grande, redonda, pura. En los prados soñolientos se ven, vagamente, no sé qué cabras negras, entre las zarzamoras... Alguien se esconde, tácito, á nuestro pasar... Sobre el valiado, un almendro inmenso, níveo de flor y de luna, revuelta la copa con una nube blanca, cobija el camino asaeteado de estrellas de Marzo... Un olor penetrante á naranjas..., humedad y silencio... La cañada de las Brujas... - ¡Platero, qué... frío! Platero, no sé si con su miedo ó con el mío, trota, entra en el arroyo, pisa la luna y la hace pedazos. Es como si un enjambre de claras rosas de cristal se enredara, queriendo retenerlo, á su trote... Y trota Platero, cuesta arriba, encogida la grupa cual si alguien le fuese á alcanzar, sintiendo ya la tibieza suave del pueblo que se acerca... da J. R. Jiménez, Platero y yo
Brivido - La luna viene con noi, grande, rotonda, pura. Nei prati addormentati vediamo, vagamente, non so che capre nere, tra le more... Qualcuno si nasconde, tacitamente, al nostro passaggio... Sopra la valle, un immenso mandorlo, innevato di fiori e di luna, con la chioma coperta da una nuvola bianca, ripara il sentiero, striato dalle stelle di marzo... Un odore penetrante di arance..., umidità e silenzio... La radura delle Streghe... - Platero, che... freddo! Platero, non so se con la sua paura o con la mia, trotta, entra nel ruscello, calpesta la luna e la fa a pezzi. È come se un nugolo di rose di cristallo chiaro fosse impigliato, cercando di trattenerlo, al suo trotto... E Platero trotta in salita, con la schiena che si contrae come se qualcuno lo raggiungesse, sentendo già il morbido calore del villaggio che si avvicina... Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)
#citazioni#jiménez#juan ramón jiménez#platero y yo#brivido#calosfrío#luna#mandorlo#nube#traduzione#deepL
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Sono sempre stata affascinata dai laghi di alta montagna: specchi d'acqua limpidissima che cambiano colore a seconda della natura che vi si riflette.
Oggi voglio raccontarvi la storia di un Lago Incantato: IL LAGO DELLE STREGHE (Alpe Devero -Verbania,Val d'Ossola).
È tutto contornato da boschi di larici,ontani che salutano ai loro piedi distese di rododendri e mirtilli...Un giorno una bellissima fanciulla, che piangeva disperata perchè il suo amato preferiva passare il suo tempo con un'altra invece che con lei, incontrò una strana vecchietta che filava su un masso a lato di un sentiero. La vecchietta la guardò negli occhi e la fanciulla, a quello sguardo, si sentì spogliata ed osservata fin nel profondo... così iniziò a raccontare a questa strana vecchina tutti i suoi problemi e i suoi dispiaceri. Mentre parlava scoprì che questa "signora" era una strega. La implorò, così, di operare una magia e far sparire la sua rivale in amore, così che ella potesse essere l'unica amata di quel giovane. La vecchietta non si stupì di quella richiesta e, visto che la fanciulla non voleva sentir ragioni accecata dalla disperazione, acconsentì soltanto però se la fanciulla avesse acconsentito, prima, a guardare un Uomo bellissimo che , secondo la strega, avrebbe potuto renderla davvero felice. La fanciulla acconsentì , nonostante continuasse a ripetere che ella non avrebbe mai amato nessun altro che il suo giovane.. Così la Strega le diede appuntamento nello stesso posto per un giorno ben preciso.
Quel giorno la fanciulla si diresse nel magico luogo e senza alcun motivo particolare cominciò a sentirsi felice e spensierata. Percepiva la bellezza dei colori, la purezza dell'aria, la luminosità del cielo ed era felice, dimenticandosi di tutti i suoi problemi. Giunta nel luogo stabilito, si trovò davanti una grotta sulla soglia della quale la vecchia strega la stava aspettando. Insieme si incamminarono nel sentiero sotterraneo, che si rimpiccioliva sempre di più fino a diventare un piccolo e basso cunicolo che proseguiva per molti metri. Giunsero infine in fondo al cunicolo, che si apriva in una grande stanza sotterranea molto calorosa . Al centro della grotta, altre due streghe stavano mescolando degli strani ingredienti in un grande calderone che si scaldava su un bel fuoco e la fanciulla si sedette lì accanto aspettando che tutto fosse pronto. La vecchia Strega allora le chiese di guardare dentro a due piccole pozze formate da una purissima sorgente che sgorgava dalla roccia e la fanciulla posò gli occhi nella prima. Nell'acqua le apparve il volto del suo innamorato, bello e giovane, ma piano piano ella vide che il suo aspetto cambiava e diveniva più vecchio, banale, spento e triste, coi capelli bianchi e i denti gialli. Si scostò sconvolta cercando di fuggire, ma la vecchia Strega le chiese di guardare nell'altra piccola pozza. Lì ella potè vedere un giovane meraviglioso, pieno della bellezza e del vigore caldo degli Dei, con gli occhi pieni d'Amore e la forza di un vero Re.
Allora la fanciulla capì il significato di quelle due visioni. Nella prima ella aveva veduto l'amore solamente umano, caduco e momentaneo, che può rendere felici ma non per sempre e continuamente, nella seconda ella aveva potuto vedere l'Amore divino, quello che non si spegne mai e che rimane sempre forte, sempre bello, sempre tiepido e incantato. Ora doveva scegliere quale desiderava, e dopo un primo momento di indecisione, data dall'amore che provava per il suo ragazzo, ella capì che ciò che desiderava era l'Amore Eterno. Allora si alzò e iniziò a danzare con le altre Streghe.
Come d'incanto la grottà sparì e la fonte crebbe tantissimo fino a diventare un allegro torrente che riempì il pianoro e creò quello che fu poi chiamato il Lago delle Streghe.
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LE NUOVE OFFERTE PER INVERNO, PRIMAVERA, ESTATE DEL TIRLER DOLOMITES LIVING HOTEL, ALL’ALPE DI SIUSI
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Lecco: 3 mesi di attività e appuntamenti in sinergia con gli operatori turistici del territorio
Lecco: 3 mesi di attività e appuntamenti in sinergia con gli operatori turistici del territorio. Il catalogo delle esperienze autunnali “Land of colors e montagne e lago e rioni” a Lecco propone anche per i mesi di ottobre, novembre e dicembre un calendario ricco di eventi, promossi dal servizio turismo del Comune di Lecco in collaborazione con gli operatori turistici del territorio. In occasione dei 100 anni da quel regio decreto del 27 dicembre 1923 che unificò la città di Lecco, nei cataloghi delle esperienze di quest'anno vengono celebrati i diversi rioni del comune, la loro storia e le loro peculiarità. In ciascuna edizione del catalogo sono sotto la lente 5 rioni, in questa, dedicata all'autunno, si parla di Castello, Chiuso, Laorca, Lecco Centro e San Giovanni, oltre che del parco Monte Barro. In questo catalogo due le macrocategorie di esperienze disponibili: “Lecco e i suoi rioni” e “Lecco e le sue montagne”, nelle quali rientrano attività all'area aperta come escursioni in bicicletta o a piedi, arrampicate in falesia e visite guidate ai luoghi simbolo o ad angoli meno conosciuti della città, con attività inclusive pensate alle famiglie e alle persone con disabilità. Così l'assessore all'Attrattività territoriale del Comune di Lecco Giovanni Cattaneo: "L'autunno a Lecco esalta i colori del bosco e della città: il catalogo turistico di questa stagione offre ai visitatori tanti spunti per scoprire il nostro territorio. Grazie alla collaborazione con le strutture alberghiere e recettive raggiungiamo in modo sempre più capillare i turisti e il portale Leccotourism - messo in rete con i canali regionali - diventa una porta di accesso a tutto il territorio lecchese". Per Lecco e i suoi rioni in programma: il 2 ottobre "Fitcamp training outdoor", il 7 ottobre, il 4 novembre e il 2 dicembre "Centro storico e salita al Campanile", l'8 ottobre "Itinerari fotografici manzoniani", il 15 ottobre "Caccia al tesoro nel centro storico di Lecco", il 21 ottobre "Fuga dalla città sul torrente Caldone", il 22 ottobre "Chiuso tra arte, storia e letteratura", il 28 ottobre "Alla scoperta di Orlando Sora e del cioccolato", il 31 ottobre "Le streghe del Lario", il 1° novembre "Nordic Walking tra i ponti di Lecco", il 5 novembre "Alla scoperta dell'antico castello sopra Lecco", l'11 novembre "Le donne di Manzoni tra storia e letteratura", il 12 novembre "Visita al cimitero di Laorca", il 19 novembre "Trekking urbano nella valle del Gerenzone", il 25 novembre "Visita sulle orme dell'Abate Stoppani", l'8 e il 16 dicembre "Christmas Tour" e il 9 dicembre "Lecco e i suoi alpinisti". Nella categoria Lecco e le sue montagne rientrano: il 1° ottobre "Stage di arrampicata in falesia con i Ragni di Lecco" e "Sul Monte Melma attraverso il Sentiero Spada", il 7 ottobre "Cima al Resegone" e "Startrekking ai Resinelli", l'8 ottobre "Foliage ai Piani Resinelli", il 14 ottobre "Anello del Monte Magnodeno", il 21 ottobre "La Stazione Ornitologica di Costa Perla", il 22 ottobre "Da Lecco lungo il fiume Adda in bicicletta" e "Escursione con le Joelette ai Piani Resinelli", il 29 ottobre "Rifugio Stoppani. Chi era costui?", il 5 novembre "Da Lecco a Morterone in bicicletta", il 18 novembre "Sentiero del Viandante da Abbadia Lariana a Lierna" e il 17 dicembre "Da Lecco ai monti della Brianza in bicicletta". Su leccotourism.it tutti gli altri appuntamenti, oltre agli aggiornamenti e la possibilità di prenotarsi alle esperienze. Per maggiori informazioni è possibile contattare l'Infopoint di piazza XX Settembre telefonando allo 0341 481485 o scrivendo a [email protected]. A questo collegamento è possibile scaricare il catalogo in formato digitale, disponibile anche in formato cartaceo presso l’Infopoint di piazza XX Settembre.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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La bolgia delle streghe
Per salire sul Monte Cimone di Tonezza si possono scegliere diverse vie di accesso, io ho scelto di lasciare la macchina nel parcheggio di un ristorante poco distante da case Pierini subito dopo Arsiero da dove inizia il sentiero 540. Poco dopo i primi tornanti sulla destra parte una deviazione singolare, un minimale single track nel bosco che taglia orizzontalmente la montagna per condurci alla chiesetta di San Rocco e da qui all'imbocco del 541. Con mio stupore sebbene molto stretto il sentierino è ben tenuto e corriblissimo.
Anche qui dopo un paio di tornanti ho preso a destra l'indicazione per la Cresta della Rocca, un sentiero che sale ripidamente prima nel bosco e poi tra rocce e gallerie che ricordano molto il percorso della Trans D'havet.
Ci vuole almeno un ora e mezza a buon ritmo per risalire le pendici del monte ed arrivare nei pressi del cimitero di quota neutra. Qui sono sepolti i resti dei 1210 soldati italiani che gli austriaci fecero saltare in aria dopo aver scavato per due mesi una galleria sotto la cima ed averci collocato e fatto esplodere una mina da 150 quintali.
Pare che l'esplosione fu talmente devastante che la montagna si abbassò notevolmente di altezza. Da qui alla cima c'è ancora un bello strappo in salita, si passano alcuni avamposti, un baito e dopo un ultima scalinata si è in vetta dove si erge un sacrario dal dubbio gusto estetico.
Poco distante si arriva ad una radura nel bosco dove è ancora visibile e percorribile una ragnatela di trincee che permettevano ai soldati di spostarsi in una zona particolarmente esposta e pericolosa appunto ribattezzata dagli stessi come la Bolgia delle streghe.
L'atmosfera non è certo delle migliori quindi decido di scendere verso un ampio sentiero che nel giro di pochi km mi porta al Largo degli Alpini, un piazzale dove una comitiva di allegri locali non più giovanissimi ha appena concluso un pranzo al sacco, gli scrocco un pò di acqua, vorrebbero darmi anche da mangiare ma ringrazio e riparto, mi ricollego al 540 e inizio una lunga discesa su una mulattiera abbastanza comoda che nel giro di poco più di mezzora mi riporta al punto di partenza. In tutto ci ho impiegato circa tre ore, il dislivello suppongo essere oltre i 1200 m. Una borraccia non basta.
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Sentiero Passo delle Streghe - San Marino
#lovequoteruns#passeggiate#sentieri#passo delle streghe#san marino#nikond5500#1920#1921#1922#1923#1924#1925#1926#1927
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13 SEGNI CHE INDICANO CHE SEI UNA STREGA
La caccia alle streghe di Salem e dell’Europa ha costruito una mentalità isterica di massa contro le donne contro il femminino.
Ha radunato e ucciso le donne sagge e le guaritrici naturali, ogni donna che possedeva un terreno che essi volevano o le donne che erano fuori dallo status quo sociale, che rifiutavano di conformarsi alle regole del cristianesimo e del patriarcato.
Fondamentalmente è per paura del potere del femminino che le donne, la terra e le sue creature sono state massacrate sotto pretesti falsi ed isterici.
È di importanza cruciale rivendicare queste donne, la bellezza, il potere e l’eredità della parola “Strega”. Lo scopo di una strega è proprio la terra che deve salvare.
Le streghe amano la terra e adorano la natura, ripeto, la Natura, non Satana. Quest’ultimo è un mito come il fatto che hanno il naso verrucoso o che sono spaventose e brutte come maschere di Halloween che devono ai film del patriarcato hollywoodiano.
La verità è che le streghe sono belle come la natura stessa e non fanno del male. Vivono rispettando la “regola del tre”, una comprensione karmica che le porta ad essere consapevoli che ogni cosa che fanno torna indietro triplicata. Più uccidiamo la terra, più uccidiamo noi stessi.
Dacché ne abbiamo memoria ci è stato insegnato di temere noi stessi e di temere la natura. Le streghe godono comunque della propria natura selvaggia e si allineano con i cicli della Terra e con le fasi della Luna.
Per molte donne rivendicare la parola “Strega” significa rivendicare se stesse e la loro relazione con la Grande Madre.
Quindi, dal momento che io amo de-stigmatizzare e ri-onorare la grande, bella, succosa parola “Strega”, la risposta che do quando qualcuno mi chiede se è una strega, è “Sì”.
Se credi di essere una strega, sei una strega. Il che significa che sei una Dea, un Sacerdote, un Guaritore, uno Sciamano, una Donna Saggia.
Ecco qui un elenco di 13 segni mistici ed illuminati dalla luna che indicano che potresti essere una strega:
1. POTERI DELLA TERRA. Una strega è una donna di terra. Ereditiamo i suoi poteri naturali della nascita, della trasformazione, della guarigione, della rinascita. Questi sono i poteri della donna, tutt’uno con i poteri della terra.
“Quando c’è una donna c’è magia” – Ntozake Shange
Ti capita di trovare le risposte della vita attraverso gli schemi di Madre Natura? La sua saggezza è anche la tua saggezza? Sei allineata nel tuo modo di vivere, nel tuo corpo in tutto il tuo essere con le sue stagioni?
Ad esempio ti senti eccitata -sessualmente e creativamente- in estate, lasci andare e tagli ciò che non ti serve in autunno, ti ritiri nel vecchio ed oscuro silenzio nell’inverno e rinasci in primavera?
2. SAGGEZZA. Ti capita di trovarti a ribollire come se avessi un calderone interno di antica e naturale saggezza e di guarigione?
Ti capita che le persone siano attratte da te e che vengano a sedersi accanto al tuo fuoco, a discutere della vita e di tutta la sua furia, il suo dolore, il suo amore e la sua meraviglia? Ti capita di congedarli con la speranza ripristinata nel loro cuore e magari con una tintura, una pozione, un rimedio naturale (hai familiarità con le proprietà delle piante) o anche con un rituale o due?
In altre parole quando le cose vanno male, è te che cercano?
3. NATURA. Vivi accanto ad un bosco o accanto all’acqua o lo desidereresti? Le streghe sono fortemente interconnesse con la Natura, incarnano i poteri della Grande Madre, desiderano essere più vicine possibile alla sua naturale bellezza e al suo potere. Molte compiono dei rituali accanto all’acqua o nei boschi. Ti sei sempre sentita a casa immersa nella natura.
4. TEMPESTE. Non hai paura delle tempeste, anzi ,godi del potere di Madre Natura in maniera ancora più viscerale. Qualche volta ti capita di meravigliarti se proprio tu, la tua passione, la tua energia, hanno causato la tempesta?
5. NATURA ANI<MALE. Gli animali sono naturalmente attratti da te e tu li ami allo stesso modo? Così tanto che soffri empaticamente con le creature di questo pianeta? Conosci naturalmente i loro totem e trovi saggezza ed illuminazione nelle loro visite, nelle loro apparizioni nella tua vita?
Ti capita che cani persi ti seguano fino a casa, che uccelli volino alla tua finestra e che i cavalli corrano verso di te, attraverso i campi, e poggino i loro lunghi colli sulle tue spalle? Riesci a parlare con loro? A guarirli? Le streghe e gli animali sono così allineati con la natura che parlano un linguaggio energetico simile e si riconoscono tra di loro.
6. LA LUNA. Sei attratta, sospinta e mossa dall’energia della Luna? L’hai mai fissata? Le hai mai parlato, sentendoti inondata dalla sua luce, da quando eri piccina? Sei allineata con le sue fasi?
Ad esempio, ti capita di iniziare nuovi progetti o relazioni quando c’è la Luna Piena? Ti è capitato di notare come le cose raggiungano un apice e culminino -e tendano a diventare un po’ confuse- intorno a te quando c’è la Luna Piena? E ti senti spinta a lasciar andare le cose o a chiudere delle relazioni o degli schemi quando inizia a discendere?
Con la Luna Nuova, nella più scura delle notti, ti siedi mai con il mistero, il vuoto e lo sconosciuto, il potenziale e le possibilità dell’oscurità? Sogni mai nuovi progetti nell’oscurità della Luna Nuova? Se hai risposto di no, quelle sopra sono solo alcune delle strade da percorrere per sintonizzarsi con le fasi della Luna.
7. POTENZA. Hai più di un serpeggiante sospetto che i tuoi desideri diventino reali -buoni o cattivi che siano- e ti trovi a porre attenzione, ad essere meravigliata dal tuo stesso potere? Ti capita spesso di essere definita un’anima antica?
Le streghe sono vecchie come il tempo, i tuoi occhi -le finestre della tua anima- custodiscono antiche storie e segreti, miti, misteri, risposte e possibilità.
Quand’eri piccola probabilmente dicevi delle antiche verità e parlavi con saggezza, prima di dimenticare la tua magia.
8. GUARIGIONE. Sei attratta dalle Arti di Guarigione? Tendi a cercare rimedi energetici naturali per te stessa e ad offrirli agli altri? Hai mai appoggiato una mano sulla schiena dolorante di qualcuno ed è poi guarita il giorno dopo?
Le persone possono guarire anche solo standoti accanto. Le streghe, essendo così sintonizzate con la terra, sono guaritrici naturali.
9. MEMORIE DI VITE PASSATE. Ti capita di avere memorie dolorose di vite passate o immagini in cui vieni perseguitata, cacciata, bruciata o annegata per il solo fatto di essere selvaggia, saggia e libera?
Più importante, sei mai stata marchiata per il fatto di essere differente, non conformista, per il fatto di amare chi volevi amare, per aver detto la verità in una vita passata? Questo è il karma che sei chiamata a guarire, è tempo di non avere paura ed essere la più autentica te stessa. Così guarirai il tuo karma: non avendo paura di vivere nella tua massima espressione. Questo è il tuo momento.
10. ESTRANEITÀ. Ti sei sempre sentita un po’ come un’estranea, con il naso schiacciato contro il vetro della vita sulla terra, mentre sapevi che in realtà appartenevi ad una tribù magica, custode di saggezza interiore.
Dal momento che non ti sei mai adattata alla norma, sapevi che c’era qualcosa di sacro, segreto, speciale in te. Una magia che solo poche altre persone magiche potevano vedere.
Non corri insieme alle grandi folle, sei un po’ più simile ad una sensitiva e potente lupa solitaria. Hai bisogno di tanto tempo per pensare, sognare, ricaricarti e comunicare con la Font e/ Natura / Universo / Dea.
11. CRISTALLI MISTICI / ACCESSORI. Sei attratta dalle belle pietre, pezzi di energia della Terra. Hai tenuto con te pietre come il quarzo, il turchese, il quarzo rosa, fin da quando riesci a ricordare, anche se non conoscevi le loro proprietà al tempo.
Ti sono state donate oppure le hai prese con te lungo la strada e le hai collezionate.
Le streghe conoscono le proprietà delle pietre della Terra e le caricano con -tra le altre cose- guarigione, amore, abbondanza e benefici protettivi e spesso indossano le loro pietre speciali in gioielli. Ami anche disporre candele intorno a te e accenderle, perché le candele sono inviti per gli spiriti e gli angeli e creano delle vibrazioni magiche e divine. Probabilmente ami la salvia e l’incenso che purificano l’energia.
12. MAGIA. Credevi nella magia quand’eri bambina e vedevi la magia nell’aria, nella vita? Eri attratta dalle cose magiche, dalle creature, dalle fiabe, dalle storie e hai continuato ad esserlo anche crescendo, nonostante tutti ti dicessero “Queste cose non esistono”?
E nonostante il resto del mondo non ci credesse, ti sei sempre e comunque conservata uno spazio nel tuo cuore per i racconti di magia, amore e mistero?
Eri attratta dei film e dei libri che parlavano di streghe, magia, spiriti, misticismo ed inconoscibile? Hai sempre pensato che le coincidenze non esistono, che non siamo veramente soli e che quello che vedevi non era tutto ciò che è?
Credi che tutto significhi qualcosa e credi nei segni e nei simboli?
13. PIÚ MAGIA E DIVINAZIONI. Parlando di segni e simboli, hai premonizioni come se avessi una sfera di cristallo interiore? Quando parli di ciò che credi accadrà, le persone intorno a te tendono a raddrizzarsi e ad ascoltare? Qualche volta ti capita di vedere o sentire degli sviluppi di situazioni -dei flash nel futuro- così avanzati che trovi frustrante quando gli altri non sono coinvolti come te!
Hai sogni e visioni di vite passate e future e puoi leggere le altre persone, la loro energia e le loro intenzioni molto bene. Hai un sesto senso e questa è anche la ragione per la quale sei attratta dai tarocchi, dalle rune e da tutti gli strumenti di divinazione che dissolvono le nebbie.
Spero che ciò ti sia stato di aiuto. Questi sono solo 13 segni, potresti riconoscerne alcuni oppure avere un sacco di segni che ti indicano che sei sul sentiero stregonesco.
Il messaggio di una strega è di amare se stessa, amare la Terra e di riconoscere l’importanza dell’allinearsi con le fasi della Terra e della Luna.
Estremamente semplice, davvero.
Ma ad un certo punto della storia è accaduto che se eri troppo vicina alla Terra, se eri troppo saggia, troppo potente -troppo, e decisamente troppo femminile- venivi cacciata o assassinata per la tua generosità e per il tuo essere selvaggia.
Non dev’essere più così.
È tempo di guarire i vostri karma passati, di possedere il vostro potere, la vostra saggezza e bellezza e di sorgere, mie care! La Terra ha bisogno di voi e noi, di certo, abbiamo bisogno della Terra!
- Sarah Durham Wilson
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I tesori del Castello di Galtellì
Tra i ruderi del castello di Galtellì sta di sentinella lo spirito dell ultimo barone che vi ha abitato. A guardia dei suoi tesori nascosti, vaga in mezzo alle rovine giorno e notte. Dalle prime luci dell alba fino all ultimo raggio del tramonto è impossibile riuscire a vederlo, ma appena si fa notte si manifesta , esibendosi in ronde solitarie tutt'intorno al perimetro su cui anticamente si ergevano le mura possenti. Chi passando di lì a tarda ora lo ha incontrato , racconta di aver visto un giovane cavaliere dal viso triste. Quale sia la condanna che lo obbliga a quella condizione, non si sa. Qualcuno sostiene che il barone sia stato scomunicato dal papa per una grande offesa recata alla Santa Romana Chiesa . Altri raccontano di una maledizione delle streghe. Quel che si sa per certo è che il suo spirito non è il solo a vagare per il castello: nei sotterranei preclusa alla vista dei vivi, si nascondono le anime dell intera nobile famiglia. Sebbene quello del barone sia uno spirito dannato, i viventi non lo temono. Al contrario, lo ritengono un entità buona e generosa da cui molti abitanti del vicino paese hanno tratto benefici. Un povero contadino che si era attardato a raccogliere della legna , mentre tornava a casa dopo l ora del tramonto, esausto per il pesante fascio che gli piegava la schiena, si fermò a riposare tra le rovine del castello . Faceva molto freddo e una luna luminosa rischiarava la notte tanto che il contadino riuscì a distinguere una sagoma all'apparenza umana che si aggirava, poco lontano, sulle alture. Incuriosito dalla misteriosa figura gli andò incontro e a quel punto fu visto a sua volta da quello che poi era lo spirito del barone. Fu quest'ultimo a parlare per primo : " Chi siete? " domandò, mostrando modi nobili e gentili . Aveva lineamenti aggraziati , anche se scolpiti nel pallore della morte , capelli biondi e occhi chiari d eterna malinconia. " Sono un contadino " rispose l uomo , e indicando il fascio che aveva lasciato poco distante, dove si era fermato per quel breve riposo , aggiunse, " sono stato nel bosco a tagliare legna per il fuoco " " Potreste darmene un pò per la mia povera moglie e la mia povera figlia che, chiuse nei sotterranei , soffrono il gran freddo ? " . Il Contadino , compassionevole e persuaso dai modi gentili del suo interlocutore , esaudi quella richiesta e offrì al signore del castello l intero fascio. " Potrò raccogliere dell altra legna per me domani " disse giustificando il suo gesto. Il barone prese il fascio e sparì per qualche minuto. Al suo ritorno aveva con sè un sacchetto colmo di monete d'oro che diede al contadino come ricompensa per la sua buona azione. Qualche tempo dopo , nel villaggio , tutti si accorsero che il buon uomo era diventati improvvisamente ricco: acquistava campi coltivabili , bestiame di qualità, pascoli, case e altre proprietà . Poichè era sempre stato molto povero , i suoi compaesani cominciarono a sospettare che fosse diventato un ladro. Da uomo onesto , non potendo accettare tale reputazione, confessò la verità : dopo quel primo incontro con lo spirito del barone , aveva provveduto per tutto l inverno a rifornire di legna gli abitanti del castello, ricevendo in cambio ad ogni consegna un sacchetto di monete d'oro. Un altro aneddoto legato alle vicende delle anime del castello avrebbe come protagonista una levatrice . Povera anche lei quanto il contadino , una notte sentì bussare alla sua porta. Dato che il mestiere che faceva , non si impensierì per l ora tarda . Aprì e vide sull uscio lo spirito del barone , pallido in volto ma bello più di qualsiasi umano. " Ho bisogno di voi " disse il nobile regalmente vestito , " Sarebbe cosi cortese da seguirmi ? " . La donna , assecondandone la richiesta , lo seguì nella notte scura. Con passo rapido e silenzioso attraversavano il villaggio e presero un sentiero di campagna. " dove andiamo ? " , chiese a quel punto la levatrice , facendosi pensierosa .
" non avete nulla da temere " rispose il barone con tono rassicurante. E tanto bastò alla donna, perchè quei modi gentili non potevano certo nascondere qualche insidia. Giunsero alle rovine del castello e il signore la condusse nelle stanze sotterranee . Sarebbe stata in eterno l unica persona del regno dei vivi ad aver l onore di visitarle . Erano lussuose come mai avrebbe creduto : tende eleganti e sfarzose , arazzi e antichi mobili pregiati , candelabri d'oro con intarsi di diamanti... Fu condotta nella stanza più ricca tra quelle e vi trovò una giovane dama , anche lei pallida in volto ma bella più di qualsiasi altra donna. Accanto a lei era seduta un anziana signora di nobile aspetto , mentre un giovane cavaliere camminava nervosamente da un capo all altro della stanza : era il fratello del barone. La levatrice , intuita la situazione, si mise al lavoro e dopo molte ore di travaglio porse alla fanciulla un candido pargoletto " guardate che bel bambino " disse. " Si , è proprio bello, buona donna , ma purtroppo non è di questo mondo" , rispose tristemente lo spirito della signora più anziana , che era poi la madre del barone. Dopodiché la levatrice fu riaccompagnata a casa e la mattina seguente trovò , sull uscio , un sacco colmo di monete d'oro cosi grande che, ancora oggi , i discendenti della donna possono godere di quelle ricchezze.
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¥•Il Diavolo del bosco di Rezzato e la Strega Rossa•¥
Nei boschi bresciani di Rezzato, si cela un misterioso e antico bassorilievo (scoperto dai ricercatori del gruppo XPlora Armando Bellelli e Serena Oneda), scolpito forse dalle streghe stesse che lì, nel Medioevo, celebravano i loro Sabba (o forse creato per mano di qualcun altro?)e che ritrae il volto di un uomo barbuto.
Questo volto è piuttosto grande, circa 50 cm più o meno, ed affiora da una grande lastra rocciosa a bordo sentiero (il Sentiero della Rasa).
Tutt’attorno a questo viso scolpito, sono stati incisi anche numerosi segni, simboli (simili all’alfabeto runico, l’alfabeto usato dalle streghe), date (1798, 1640, 1655) e anche il monogramma di Cristo “IHS” (Iesus Salvator Hominum, Gesù Salvatore degli uomini), con diverse croci, oltre alla parola “Diaboli”.
Questo volto, più che a un diavolo (di cui mancano le corna, i denti appuntiti e il ghigno maligno tipico dell’iconografia tradizionale del Demonio) somiglia invece molto al “Green Man” antichissima divinità della mitologia celtico-pagana raffigurata come un uomo barbuto e avvolto da numerose foglie e rami.
Una divinità dal significato non ben definito, ma che probabilmente simboleggia la compenetrazione tra uomo e natura e che serve per ricordare all’uomo che la natura può sempre dominarlo e non può mai essere dominata.
Mentre realizzavo foto e video di questo strano manufatto, ho trovato vicino alla lastra di roccia su cui è scolpito il volto, un sasso di circa 20-30 cm che aveva a sua volta sulla superficie una sorta di piccolo volto con occhi, naso, bocca e una specie di corno, parecchio simile al bassorilievo principale (il confronto tra i due volti è visibile nelle foto). Non so se sia solo una casuale forma naturale della pietra o se qualcuno l’abbia scolpita. Posso dire, però, che osservando attentamente gli altri sassi presenti e sparsi per tutto il sentiero, nessuno aveva quella particolare conformazione, neppure vagamente simile.
Inoltre, mentre ero vicino al bassorilievo del “faccione”, mi sono girata sulla mia destra ad osservare il sentiero che proseguiva e, ad una distanza di circa 60-70 mt., ho visto molto chiaramente una figura femminile, esile e alta, che indossava una tunica di un rosso molto acceso. Non sono riuscita però a scorgere bene il suo viso. Ma mi ha fissato per qualche istante e poi è scomparsa. Chi era con me in quel momento non ha visto nulla.
Chi era questa donna vestita di rosso? Forse una delle streghe che si dice abbiano bruciato nei pressi di questo bassorilievo in età medievale?
Devo anche segnalare che in questo luogo c’è una negatività molto forte, in particolare nei pressi del vicino convento francescano di San Pietro in Colle, che sorge su un originario tempio pagano (il convento è forse stato costruito proprio lì per arginare il Male presente? Così come nei tempi antichi si usava costruire Santelle agli incroci di strade, generatori di campi energetici molto forti, per mitigare le energie negative?), nell’adiacente Parco di Bacco, e anche lungo il Sentiero della Rasa che porta al “faccione”. Però, proprio dove si trova il volto scolpito, la negatività è molto minore e quasi scompare.
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Dune, l’universo futuro immaginato da Frank Herbert, è divenuto una delle rappresentazioni più simboliche della space opera letteraria, contribuendo a dare corpo ad aspetti fondanti dell’immaginario collettivo. Gran parte della fantascienza moderna, specialmente cinematografica, ha un debito nei confronti di Dune, soprattutto in relazione alla fallita trasposizione cinematografica dia Alejandro Jodorowsky, ma all’interno di questa ambientazione si rileva, almeno all’interno del corpus letterario principale, una particolarità che sembra contrastare con il concetto di fantascienza: l’assenza di macchine pensanti. Nel dare vita al suo universo futuro, infatti, Herbert aveva scelto di non rendere l’elemento tecnologico come fondamentale, e per eliminare questo aspetto aveva introdotto un remoto evento del passato della galassia: il Jihad Butleriano.
Parlando di Dune, come sempre, è necessario fare una distinzione tra il ciclo iniziale dei sei libri, scritti da Frank Herbert, e la successiva espansione di questo universo portata avanti dal figlio Brian Herbert con Kevin J. Anderson. Nella sua descrizione della società futura di Dune, Herbert padre non si premurò di dare una particolare definizione al passato dell’impero in cui si muovevano i suoi personaggi, una concezione che lo portò quindi a introdurre l’elemento della Jihad Butleriana come motivazione di una condizione socio-tecnologica, l’assenza di macchine pensanti e la presenza dei Mentat, senza contestualizzare storicamente questo evento nella lore della sua saga.
Il Jihad Butleriano in Dune
A ben vedere, per Frank Herbert il Jihad Butleriano era essenzialmente un monito, con cui il romanziere americano voleva trasmettere un senso di allarme sulla crescente dipendenza delle menti dalla crescente tecnologia, vedendo nella pigrizia derivante dal servilismo delle macchine e nell’abbandono di esercizi mentali i presupposti per una caduta della società umana. Una visione che sembra rifarsi al romanzo Erewhon di Samuel Butler, da cui probabilmente il nome di questa rivolta umana contro le macchine, pubblicato nel 1872, in cui si immaginava che l’umanità avesse deciso di distruggere le macchine, all’epoca della stesura del romanzo anche rudimentali meccanismi, per timore che evolvendosi potessero superare l’intelletto umano, una concezione che sembra risentire della filosofia luddista, ancora presente nella società vittoriana dell’epoca.
Un accenno a quello che sarebbe divenuto poi il conflitto tra uomo e macchina di Dune compare, con l’evolversi della trama della saga, nei libri successivi a Dune. Il ruolo delle macchine pensanti, infatti, viene rivisto in un’ottica secondo la quale la loro presenza avrebbe leso l’evoluzione umana, ma erano comunque necessarie, motivo che portò alla creazione di sostituti (come Mentat, Bene Gesserit e Navigatori), che potessero svolgere i ruoli solitamente demandanti nella narrativa fantascientifica alle macchine. Una concezione intrigante, che tende però a innescare una nuova problematica: la disumanizzazione dei sostituti delle macchine pensanti.
Ne L’Imperatore-Dio di Dune, Leto II, mentre avvia l’umanità sul suo Sentiero Dorato, ricorda il Jihad Butleriano come l’istante in cui l’umanità aveva preso coscienza di come fosse divenuta controllata e guidata dalle macchine. Momento in cui viene creata la Bibbia Cattolica Orangista, in cui sono contenuti precetti morali che riportano a una condizione tecnologica retrograda ma focalizzata sulla valorizzazione umana, che diventa uno dei tratti essenziali della dialettica di Herbert. A ben vedere, quindi, nell’esalogia originale di Dune, il ruolo della Jihad Butleriana era di espediente narrativo che serviva a motivare un assetto tecnologico scarno e lontano dall’immaginario fantascientifico classico, dove erano totalmente assenti le macchine pensanti. Il Jihad Butleriano, infatti, non esclude ogni forma di macchina, ma solo quelle che, in virtù di una anche basilare forma di intelligenza artificiale, possano essere autonome e sviluppare un’auto-coscienza. Per rimanere in ambito sci-fi, sarebbero banditi tutti i robot di Asimov ma non le gigantesche astronavi che invece Herbert affida alla guida dei Piloti della Gilda.
Una distinzione importante, che ribadisce il senso del Jihad Butleriano all’interno della dinamica delle diverse forze sociali presenti in Dune. Questo breve accenno alla Jihad Butleriana fu tale che non venne nemmeno sviluppato all’interno della trasposizione di Dune del 1984 di David Lynch, che non si addentra nello spiegare questo dettaglio della saga. Una sua rapida, quanto blanda spiegazione viene introdotta nella versione estesa di Dune, firmata come Alan Smithee da Lynch, in cui è presente un prologo in cui viene presentata questa guerra, ribattezzata la Grande Rivolta, ambientata circa 4050 anni prima degli eventi di Dune.
Per avere un racconto preciso del Jihad Butleriano e della sua influenza sulla società galattica si dovette aspettare decenni, quando Herbert figlio diede vita a Legends of Dune, una serie di archi narrativi che vanno a definire il passato dell’universo di Dune.
Il Jihad Butleriano in Legends of Dune
Partendo da materiale non sviluppato dal padre, Brian Herbert ha dato risalto ai trascorsi dell’universo di Dune, scegliendo proprio il Jihad Butleriano come punto di partenza dell’universo di Dune. Con un approccio differente da quello paterno, più filosofico, Herbert e Anderson hanno improntato il loro lavoro su un piano più dinamico, considerato utile per andare a creare le basi cronologiche dell’universo di Dune.
L’umanità si trova ad affrontare una spietata battaglia contro i Pianeti Sincronizzati, mondi popolati da macchine pensanti guidati da Omnius. Questa intelligenza artificiale è stata creata dai Cymeks, umani che hanno rinunciato alla caducità del proprio corpo fisico per racchiudere i propri cervelli in corpi robotici indistruttibili, con lo scopo di raggiungere un’immortalità tramite cui governare la galassia. Dopo aver creato Omnius, come strumento per avere un controllo dei pianeti conquistati, i Cymek ne sono divenuti schiavi, che con il nome di Titani esercitano il ruolo di generali delle armate di Omnius.
Nel contrastare le armate robotiche, l’umanità è guidata da alcune casate, una sorta di nobiltà pre-imperiale al vertice della Lega dei Nobili. Al vertice di questa organizzazione umana ci sono due casate, Harkonnen e Butler, che cercando di spronare l’umanità a non subire passivamente gli attacchi ma a reagire. Xavier Harkonnen, uno di comandanti militari, guida le armate umane per proteggere il futuro dell’amata Serena Butler, che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul piano politico. Durante un attacco, Serena, incinta del figlio di Xavier, viene catturata da uno dei Titani, che la consegna come cavia al robot Erasmus, che cerca di comprendere il comportamento umano. Durante la prigionia, Serena conosce il figlio biologico del comandante dei Titani, Vorian Atreides, che da convinto sostenitore della società delle macchine cambia visione quando assiste alla crudeltà di Erasmus, che non esita a uccidere il figlio di Serena davanti agli occhi della donna, un evento che diventa la scintilla del Jihad Butleriano.
Fuggiti dalla Terra, capitale dei Mondi Sincronizzati, Vorian e Serena si fanno voce della necessità di attaccare le macchine. Per decenni questa guerra continua, e Vorian, dotato di una longevità superiore grazie alla tecnologica dei Titani, continua a lottare al fianco degli Harkonnen, prendendo sotto la sua protezione il giovane Abulurd. Durante lo scontro finale con Omnius e i Titani sul pianeta Corrin, però, Abulurd decide di usare armi atomiche sulla Terra, nonostante la presenza di milioni di schiavi umani, che muoiono sotto il bombardamento. Azione scriteriata, che spinge Vorian a dissociarsi dal suo operato, che viene pesantemente condannato dalla Lega dei Nobili, portando alla caduta in disgrazia della casata Harkonnen. Questo è il momento in cui ha inizio la faida tra le due casate, vista anche in Dune.
La sconfitta dei Mondi Sincronizzati porta alla creazione di un nuovo ordine sociale. La crescente lotta a ogni forma di macchina pensante conduce alla distruzione di computer troppo evoluti, mentre la Battaglia di Corrin consegna alla famiglia Butler un ruolo di preminenza nella Lega dei Nobili, che viene rinominata Landsraad, e riformata su un modello imperiale, dove regnala famiglia Butler, in virtù del suo ruolo nella guerra, che sceglie un nuovo nome per la propria casata: Corrino, in onore della battaglia finale contro le macchine.
L’impatto del Jihad Butleriano sul mondo di Dune
Durante il Jihad Butleriano, sul pianeta Rossak una setta femminile di donne dotate di particolari poteri mentali, utilizza dei computer nascosti nelle profondità delle foreste del pianeta per perseguire un piano eugenetico volto alla creazione di una razza di telepati. Con il bando delle macchine pensati, questi computer diventano un pericolo per quelle che sono state ribattezzate le Streghe di Rossak, che iniziano quindi a seguire un rigido programma di eugenetica, aiutandosi con i loro poteri mentali, sempre più evoluti dall’utilizzo delle sostanze estratte dalle piante velenose di Rossak. Le Streghe di Rossak diventano il primo gruppo di Bene Gesserit.
Durante la guerra con le macchine, il magnate Aurelius Venport scopre sul remoto pianeta di Arrakis una sostanza che sembra avere incredibili proprietà. Ribattezzata spezia melange, questa droga diviene sempre più richiesta e per continuare a soddisfare la richiesta, la società di trasporto di Venport, grazie alla genialità dell’inventore Tio Holzman e della sua assistente Norma Cenva, si avvale di motori che possono piegare lo spazio. Impossibilitati a utilizzare computer per calcolare le complesse rotte spaziali, Aurelius e Norma scoprono che l’utilizzo del melange espande le capacità dei propri piloti, che assumendo la droga ottengono poteri di traslocazione, anche se i loro corpi subiscono orrende mutazioni. Da questa scoperta nasce la Gilda dei Navigatori.
Con il bando delle macchine pensanti, si rende necessario trovare un sostituto organico alle loro funzioni. Su un remoto pianeta, esiste una scuola in cui le menti di giovani allievi sono formate per essere rese dei computer viventi, chiamati Mentat. A dirigere l’istituto è Gilbertus Albans, un ex-schiavo delle macchine che è stato per anni soggetto di esperimenti del robot Erasmus, che ha salvato durante la distruzione del suo centro di ricerche. E’ proprio Erasmus, ora ridotto al suo solo cervello elettronico e conservato nei meandri della scuola, a fornire a Gilbertus le indicazioni su come addestrare menti umane a divenire dei computer viventi.
Il Jihad Butleriano ha portato alla scomparsa delle macchine pensanti, ma non della tecnologia in quanto tale. L’universo creatosi dopo la guerra contro i Mondi Sincronizzati non ha privato l’umanità di astronavi o semplici macchinari, che specialmente nei secoli seguenti alla fine della Jihad Butleriana hanno lentamente cominciato a riprendere un percorso evolutivo, sempre in considerazioni dei limiti imposti. Su IX, ad esempio, sono state sviluppati macchinari non intelligenti che aiutano la vita e lo sviluppo della società imperiale, come raccontato nei prequel House Atreides, House Arkonnen e House Corrino., mentre su Tleilax, il Bene Tleilax è detentore di incredibili scienze mediche e tecnologie biologiche, compresa una particolare forma di clonazione.
Un termine scomodo
Quando nel 1956 Frank Herbert scrisse Dune, il mondo islamico era percepito in modo differente rispetto alla visione attuale, macchiata da eventi tragici e da un contrasto ideologico che ne ha reso complesso l’utilizzo anche in trasposizioni come il Dune di Villeneuve. All’interno dell’esalogia di Herbert, il termine Jihad veniva interpretato nel suo significato più puro, ossia uno sforzo incredibile, oltre i limiti dell’individuo. La scelta di usare un termine islamico, relegando crociata a sinonimo usato in rare occasioni, era frutto della visione di Herbert dell’umanità futura e del suo rapporto con l’elemento religioso, unito al fatto che, nel creare i Fremen, aveva già introdotto termini mutuati da radici islamiche, come Muad’Dib o Shai-Hulud. Scopo di questa scelta era il voler trasmettere un senso di familiarità a quelle che erano viste, dai lettori dell’epoca, come le popolazioni del deserto per eccellenza, in modo da definire al meglio la figura dei Fremen, come svelò in un’intervista nel 1976:
“Se si vuole dare al lettore un sensazione credibile che non si trovi qui e ora, ma che qualcosa del presente sia stato portato lontano nel tempo e nello spazio, quale modo migliore del dare a questa realtà la lingua di un posto preciso…questo strumento orale, ha la sua forza inerziale, aiuta a formare la mente mentre la stessa mente lo usa”
Soprattutto, Herbert non voleva creare un futuro che vedesse la cristianità come unica religione sopravvissuta, ma che fosse rispettoso delle diverse fedi. Nelle sue ricerche per dare vita a Dune, Herbert aveva svolto studi sulle religioni caratterizzate da aspetti messianici, e aveva identificato nell’Islam una leva narrativa interessante, senza affidarsi a una visione monolitica, ma sondandone pregi e difetti. Per Dune, questa fede era importante per quello che lui definiva il ‘concetto di controllo assoluto’, un complesso, per Herbert, che conduceva alla definizione di una mentalità che era fertile per l’apparizione di figure messianiche, mostrandone anche i pericoli insiti nel ruolo. Come accade in Dune, prima con Paul e infine con Leto II, o con la Jihad Butleriana in Legends of Dune, quando Manford Torondo, leader di quella che diviene una setta alla fine delle ostilità con le macchine pensanti, trascende i dettami che hanno guidato Serena Butler, trasformandola in una martire e dando vita a un culto della persona che esula aspetti religiosi, diventando una manifestazione di potere temporale.
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Letture estive
Non finiremo mai di cercare. E la fine della nostra ricerca sarà l’arrivare al punto da cui siamo partiti e il conoscere quel luogo per la prima volta.
(Thomas Stearn Eliot)
Riprendo a scrivere, dopo una lunga pausa. Combatto un po’ con me stessa: mi sento alquanto arrugginita, deconcentrata, avvinta e in parte sconfitta perché riconosco di essere stata sopraffatta dalle mille cose da fare, lavoro, famiglia, piccoli o grandi accadimenti ai quali non posso sottrarmi essendo già da tempo entrata a far parte integrante del mondo degli adulti.
E come ogni anno mi piace dedicare parte delle ferie estive alla lettura, colpevole consapevole di relegare a quanto reputo così prezioso, solo brevi periodi dell'anno, vincitrice e vita di ferrea battaglia che mi ha permesso di abbandonare definitivamente l’idea, quasi imposta, di voler dedicarne sempre e comunque un piccolo spazio giornaliero, anche fatto di poche righe, seppur riconoscendo, ahimè, eseguita con una certa distrazione.
Rifiuto la rappresentazione della lettura quale mero esercizio di acquisizione lessicale o tanto meno un obbligo etico perché “non si può non leggere”… è qualcosa di più inteso. È intraprendere un viaggio. È entrare in un'altra dimensione dove spazio e tempo assumono contorni indefiniti fino a scomparire assieme al contingente, portando con sé ogni ostacolo alla partenza... e pertanto ha necessità dei suoi riti, dei suoi tempi e anche di una preparazione adeguata.
Dunque il libro diventa uno veicolo che mi trasporta lontano, inseguendo echi vibranti e di condividere segreti nascosti nelle vite altrui ... per un po'...
No, non credo possa definirsi un mero calarsi nel personaggio, troppo semplice! quanto piuttosto imbattersi in esso ed entrare in connessione, condividerne ogni gesto, ogni attimo, fagocitandone i pensieri e le percezioni, fino a lasciarsi travolgere e trasportare all'interno di un mondo che non è il proprio, abbandonandosi senza controllo alle sensazioni anche più contrastanti, finanche quelle più intime, in un’empatia quasi catartica.
Ed ecco ho tra le mani il nuovo libro di Pierluigi Serra (mentre il prossimo sarà nelle librerie a settembre), giornalista ed autore di molteplici romanzi di successo, rappresenta da qualche anno una novità di successo nel panorama editoriale sardo.
Sono trascorsi alcuni mesi da quando ho avuto modo di intervistarlo e poter conoscere lo scrittore. La gentilezza nei modi, la ricercatezza e consapevolezza del linguaggio, l'eleganza e fierezza raccontano molto di più delle descrizioni che su di lui ho raccolto, da tale incontro ricco di contenuto apprendo con un certo stupore ed incanto. Ed è proprio durante la nostra lunga chiacchierata che ho potuto intravedere quell’alone di mistero e magia che Serra tramette attraverso spazi e i luoghi così familiari. È la curiosità ha preso il sopravvento.
Ho atteso qualche tempo prima di scrivere questo articolo in attesa di interpretare correttamente le impressioni e le informazioni recepite, partendo innanzitutto dalle sue opere, conscia che è sempre presente quel filo rosso che lega l’autore alla sua creazione rappresentando, nei diversi modi e forme, una proiezione del sé.
Ho scelto un luogo speciale dove spesso mi rifugio, perché ancora poco affollato, colta d’un tratto da un silenzio e solitudine che sapeva di mistero, con un cielo che incontrava il mare minacciando tempesta. Cagliari magica. L’eco delle streghe'. La Zattera editore.
Ed ora mi sento come un eremita che, di fronte ad un’oasi avvolta da una nebbia che rende onirico il paesaggio circostante, scopre una sorgente d'acqua.
Non esagero nell'affermare che ogni pagina rappresenta una ricerca minuziosa, raffinata, del particolare. Si avverte una notevole attenzione e cura nella descrizione dei luoghi della mia Città, riscoprendoli tuttavia sotto un'altra veste, quasi lo scrittore ci avesse fornito di un caleidoscopio capace di irradiare di infiniti colori e sfumature diversi quegli anfratti così domestici e capace, facendolo roteare con sempre maggiore velocità di catapultare a centinaia di anni indietro nel tempo.
Bellezza, incredulità, rabbia e dolore permeano ciascuna storia.
Donne e uomini straordinari che come un alito di vento hanno alleviato la stanchezza e sofferenza della gente comune. La consapevolezza che si tratti di vite realmente vissute ha reso più attraente la lettura, ma al tempo più dolorosa.
Destini ingiusti, soffocati da invidie, cattiverie, vittime di un’abominevole sete di potere fine a sé stessa...
Tutto ciò cosa ha prodotto? Dolore, paura, morte, abbrutimento degli animi, vigliaccheria, messa al bando di riti ancestrali e di quanto oggi definiremo come scoperte scientifiche, fino alla preordinata soppressione di culture millenarie...
Vicende che insegnano tuttavia a non abbandonare le proprie passioni e che invitano a riscoprire gli elementi più intimi che ci riportano e ci riconciliano con la natura.
La protagonista indiscussa è indubbiamente Cagliari, di cui Serra vuole fornire un tributo.
E ritrovo quanto mai trionfante la Storia, raffigurata, pagina dopo pagina, come un sentiero impervio e denso di insidie.... e con essa l'Umanità, sua creatrice ed alunna, che può forse indugiare e optare per un tempo anche lungo una sosta, un riparo, ma che prima o poi riprende il proprio passo lungo il cammino che alcuni chiamano Destino.
Allora ripenso ai diritti conquistati da quanti hanno sacrificato la propria esistenza anche a discapito della propria vita e che oggi fanno parte del nostro patrimonio, che riconosco fragile ed erroneamente ritenuto immutabile e certo.
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