#senso naturale
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Shampoo Solido Naturale, Vegan e Zero Waste
Per capelli puliti, belli ma senza inquinare l’ambiente, scegli lo shampoo solido! Questa alternativa ecologica e originale è uno dei nuovi trend per la cura dei capelli, che non solo fa bene a noi, ma anche al Pianeta. Su Greenweez.it puoi acquistare i migliori brand in circolazione e scegliere tra le diverse tipologie di shampoo solidi. Che cos’è lo shampoo solido? Lo shampoo solido è…

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Una Rivoluzione Silenziosa, oltre l’hype e la moda del momento.
#ia#ai#intelligenza artificiale#deepseek#deep think#cina#genai#pensiero profondo#senso critico#intelligenza naturale
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Sono tornata a essere onnivora di libri, da passare da capisaldi della letteratura a letture discutibili, tipo questo dark romance che non sto capendo se lo sto leggendo velocemente per capire quanto assurdo possa diventare o se perché mi ha preso la storia.
#il concetto di e se il cattivo applicato in senso troppo vago perché si discosta troppo dalle storie a cui si ispirano#a mia discolpa dico che sono finita a leggerlo per colpa di uncino#(è un passaggio naturale della vita da essere amica di peter pan da bambina e ora essere bimba di uncino? sì?)#givemeanorigami#libreria origami
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Nora, mia suocera, è ancora una bellissima donna di cinquantadue anni. Molto curata e palestrata. Mia moglie Luisa purtroppo due anni fa se n'è andata lassù per un incidente stradale. Lei quindi mi aiuta coi due bimbi e con la casa. Luisa era figlia unica e quindi dopo lo shock iniziale, ora gli equilibri delle due famiglie si sono assestati.

Viviamo a distanza di pochi isolati in un piccolo paese; al mattino mio suocero Berto dopo colazione va via, apre il suo negozio di autoricambi in una cittadina vicina e torna a casa solo alle nove di sera. Quindi, di fatto, dopo avviate le cose di casa sua, Nora diventa il fulcro di casa mia.

Da un mese però le cose tra noi due si sono fatte più intense: va detto che sono sempre stato il "cocco delle signore" sin da quando avevo diciotto anni. In un momento di tenerezza e relax, una domenica, subito dopo pranzo, lei era passata per vedere se era tutto a posto e per aiutare i bambini coi compiti, come sempre fa.

Ero sul divano, con un'aria un po' triste. Lei aveva finito di dare una sistemata alla cucina. Dopo la doccia avevo addosso l'accappatoio. Nora s'è seduta sul divano un momento accanto a me. I bambini ancora stavano facendo il riposino. Mi sono lasciato andare: in un impulso di estrema intimità le ho detto che come maschio sentivo molto forte la mancanza di una "femmina". Non avevo cattive intenzioni, giuro.

Lei però, un po' materna e un po' porca, mi ha accarezzato, poi ha lasciato scivolare la mano sul mio torace nudo e peloso. Era chiaramente attratta. Sentendo una dolcezza femminile indugiare forse un po' troppo sul mio corpo, m'è venuto spontaneo aprire l'accappatoio. Lei mi ha potuto vedere torace, ventre, inguine nudi e... il mio uccello bello reattivo al tocco di una donna attraente.

Senza pensare forse troppo, rispondendo a un impulso naturale, la mia suocera sexy s'è chinata e me l'ha preso in bocca. Per pochi secondi solo, perché io cominciavo a muoverlo nella sua testa. Mi piaceva. Molto. Allora, deciso, le ho preso la testa, l'ho baciata sulle labbra con trasporto e l'ho accompagnata in camera da letto. La volevo. La desideravo.

Lei capiva di non poter più scappare. Le tenevo la schiena e la spingevo. Diceva debolmente: "ma che fai? N-nooo... Non si può... Dai... Non dobbiamo..." Ma procedeva senza esitazioni. Ho chiuso a chiave per precauzione, lei si scusava: era imbarazzata. Rossa in viso da mangiarla di baci. Si mordeva le labbra dal senso di imbarazzo e rimorso. Parlava nervosamente. Ma non vedeva l'ora di farsi scopare. Lo capivo chiaramente.

Mi diceva che Berto non la tocca più. Che però lei non l'aveva mai cornificato. Le ho tolto le mutandine bagnatissime, le ho sollevato la gonna, tappato la bocca dapprima con l'indice, poi baciandola di nuovo con trasporto e alla fine infilandole l'uccello in fregna con un solo colpo violento. Ha chiuso gli occhi mugolando di piacere e infine s'è lasciata scopare. Mi ha detto un bellissimo: "siiii... fottimi forte!" Per cui, da un po' lei per ciò che riguarda le mie esigenze di sesso provvede alla grande. Mi dà tutto ciò che posso desiderare. Ingoia la mia sborra di gran lena. Le piace da morire il mio sapore. Si passa la lingua sullle labbra. Annusa il mio inguine, rapita dal mio odore. E lecca i residui.

Gliene posso scaricare in gola quanta ne produco. Non fa una piega e manda giù tutto. Se lo voglio, mi dà il suo buco del culo da leccare e sfondare a piacere. Mi allatta materna, se lo desidero; le posso riempire la fregna elastica e accogliente col mio cazzo a lungo quanto voglio. Non potrei chiedere di meglio. Sono sicuro che Luisa da lassù approvi: sua madre così non è che proprio tradisca suo padre, perché sta solo aiutando me e la nostra famigliola in tutto! Provvede a tutte le nostre esigenze. E mi fa scopare perché è solo molto generosa. Poi, io non sostituisco la mia moglie defunta con un'altra donna giovane ed estranea. Tutto resta in famiglia e viviamo felici.
Aliantis

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Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione.
Algernon Charles Swinburne
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Non esiste difesa contro il senso naturale dell’attrazione.
Algernon Swinburne
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LA VENDETTA DELL'INFERNO RIBOLLE NEL MIO CUORE

(in foto, gestione criptica della rabbia evidenziata con freccia rossa)
Sono nato e cresciuto in una famiglia pacifista - quando questo termine aveva un significato vero e specifico - ma temo che questo abbia influito in modo parossistico e antitetico sul mio carattere, al punto che durante l'adolescenza il mio modo di concepire la pace era aggiungervi l'aggettivo 'eterna' e poi resettare qualsiasi attività organica a base carbonio nelle vicinanze.
A differenza di quanto si va blaterando in giro, i videogiochi mi hanno aiutato parecchio a incanalare la mia rabbia e i giochi di ruolo a sublimarla ma di base io sono uno che continua A INCAZZARSI per un nonulla e nonostante io cerchi di mediare, comprendere, ascoltare e detendere, dentro di me allevo ulcere gastriche e nuove blasfemie.
No, devo NECESSARIAMENTE sublimare e non sfogare perché la sublimazione non è punita dall'articolo 422 e 424 del codice penale ma nonostante questo un giorno verranno i carabinieri a casa mia perché qualcuno mi avrà sentito urlare E ADESSO RIMANI PER SEMPRE A MORIRE SUL PAVIMENTO CALPESTATA E UMILIATA DA TUTTI! e, sfondata la porta, mi troveranno a inveire contro la saponetta che m'è scivolata di mano.
Io vorrei andare in terapia solo per chiedere allo psicanalista 'Ma io mi devo incazzare un pochetto ogni tanto? Cioè, incazzarmi in maniera evidente e catartica... E ogni quanto? Devo schedulare lo sfogo dell'incazzatura indipendentemente dalla rabbia accumulata oppure devo dare un punteggio a ogni motivo di sclero e poi raggiunto un tot posso spaccare tutto? Azione e reazione devono essere simmetriche, contigue e complementari oppure posso o devo attendere di trasferire l'agente incazzante su un altro soggetto/oggetto, magari inanimato e lontano nello spazio-tempo? Quando bestemmio, l'azione deve essere fine a sé oppure devo cercare un riscontro delle mie parole mirate alla divinità in un'increspatura dell'equilibrio naturale delle cose? Devo provare soddisfazione? Senso di pace nuovamente riacquisita? Sottile senso di colpa? Come mi devo sentire dopo aver espresso ad alta voce e con posture dinamiche il mio disappunto cosmico contro qualcosa o qualcuno?'
Lo chiedo per un amico, quello che mi sta fissando dalla finestra... ah, no... è uno specchio.
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Sarò per te l’aria

Non accetterò da te nulla di meno che la tua anima tutta intera e la tua vita fino all’ultimo giorno. Questo è un contratto d’amore, caro mio. Dovrò essere per il tuo cuore il sommo sacrificio. Io sarò la Dea tua: non avrai altra donna all’infuori di me. Amami e inizia immediatamente: da stasera. Dovrai sudare sale e amore da tutti i pori. Ogni giorno, anche in inverno. Dovrò vederne sulla tua pelle le tracce e annusarne l’odore.

E te le bacerò. Ti leccherò ogni sera col gusto della passione più oscena. Le mie labbra saranno per te l’unica medicina. Non penserai ad assaggiare altro seno che non sia il mio. Le tue mani dovranno avere una continua sete delle mie curve e la tua bocca una fame insaziabile dei miei baci. Perché l'appetito di chi ama non si placa di certo e io non sarò mai un antipasto: sappilo. Dopo di me, per te ci sarà solo ancora altra fame.

Del mio corpo. E poi nulla avrà più vera importanza, per la tua anima. Sarò dura o tenera, comunque molto esigente. Diventerò la carceriera inflessibile del tuo tempo e quindi sequestrerò, senza avere nessuna pietà, tutti i tuoi desideri e gli altri tuoi passatempi segreti. Il tuo sguardo infine continuerà a osservare il mondo, perché sei sicuramente un uomo libero, ma ovunque da domani vedrà e cercherà solo il mio riflesso.

Perché la tua testa sarà orientata sempre verso il nord che io rappresenterò, per te. Il profumo e la voglia delle mie gambe, delle mie natiche di marmo e delle mie spalle faranno camminare la tua vita. Vedrai. Sentirai il dolore insistente della corda rappresentata dalla nostra storia e attaccata direttamente al tuo ombelico. Ma non vorrai mai sciogliere quel semplice nodo. Sarò spesso anche cattiva; crudele, a volte.

Però sono onesta: da parte mia sul contratto non c’è nessuna postilla, nessuna clausola vessatoria, nessun trucco capestro. T’ho spiegato tutto. Se firmi, imbroccherai questa via da volontario. Ma per parte tua sappi sin da ora che non c’è nessuna futura, possibile scappatoia. Mi amerai. Molto e sarà una dipendenza totale. Mi spiace un po’. O forse no, ma comunque dopo stasera se accetti senza di me la tua vita non avrà più senso alcuno.

Se sei d’accordo su tutto, adesso firma sulla mia pelle. Fallo con una teoria di baci che parte dai miei piedi e arriva fino alla mia bocca, naturale tuo approdo. Dock station per ricaricare il sentimento. Fallo adesso. L’inchiostro virtuale sarà il nostro sangue che scorre. Io mi fiderò della tua parola. E della tua fame d’amore e passione per me. Adesso inspira, respirami, assapora le mie parole, lascia che io ti ami a mia volta e inizi a darti un piacere che non hai mai conosciuto sino a oggi, fidati.

RDA
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Scrivo senza avere necessariamente uno scopo, scrivo più per una spinta naturale e quindi mi è più semplice trovare la causa della scrittura che non il fine.
La ragione sta nella sensazione stessa della scrittura, nell'atto stesso dell'accostamento delle parole e ancora prima nella scelta della parola.
Credo che la scrittura non abbia un senso se non in se stessa, nel suo darsi, nel suo fieri
nel suo essere me e soprattutto molto altro da me. La scrittura diviene un tu grazie a chi legge e diviene un noi in comunanza o divergenza di sentire.
Forse la scrittura è una solitudine talvolta abitata da tanti che si fa a tratti cielo, mare, deserto, metropoli o casa.
(Angela P.)
Notte mondo di Tumblr 💫💫💫
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Un vero disastro
La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state disastrose per la razza umana. Per quelli tra noi che vivono nei paesi “avanzati”, la speranza di vita è aumentata, ma la società è stata destabilizzata, la vita è stata privata di ogni senso, gli esseri umani sono stati sottoposti all’umiliazione, la sofferenza psichica si è generalizzata – sofferenza che è anche fisica nel terzo mondo – e infine il mondo naturale è stato gravemente deteriorato. Lo sviluppo accelerato della tecnologia peggiorerà la situazione e senza dubbio infliggerà agli esseri umani umiliazioni ancora più gravi e maggiori danni alla natura; probabilmente accrescerà la disgregazione sociale e la sofferenza psichica, e forse aumenterà anche quella fisica, persino nei paesi più “avanzati”.
T. J. Kaczynski (aka Unabomber), [Industrial society and its future, 1995], La società industriale e il suo futuro, Roma, D Editore, 2024 [Trad. Emmanuele J. Pilia, Matteo Pinna]
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Cos'è la vita?
Dostoevskij: È l'inferno. Per Dostoevskij, la vita era una battaglia con le parti più oscure dell'anima umana, un crogiolo di sofferenza in cui ci confrontiamo con le nostre paure e i nostri desideri più profondi.
Socrate: È una prova. La vita è l'esame finale di virtù, saggezza e verità. Per Socrate, una vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta.
Aristotele: È la mente. La vita è la ricerca della conoscenza e della ragione, un viaggio per comprendere il mondo attraverso la logica, l'etica e la metafisica.
Nietzsche: È il potere. La vita è la volontà di potenza, uno sforzo per l'auto-superamento e la padronanza delle circostanze, rifiutando l'autocompiacimento e abbracciando la crescita.
Freud: È la morte. Freud vedeva la vita come una tensione tra l'istinto di vita (Eros) e l'istinto di morte (Thanatos), una spinta costante verso la creazione e la distruzione.
Marx: È l'idea. Per Marx, la vita è plasmata dalle condizioni materiali e dalle ideologie che ne derivano, una lotta per creare un mondo di uguaglianza e giustizia.
Picasso: È arte. La vita è creazione, una tela su cui dipingere le nostre passioni, emozioni e sogni, plasmata dall'immaginazione e dall'espressione.
Gandhi: È amore. Gandhi credeva che la vita fosse radicata nella non violenza, nella compassione e nell'amore universale, un viaggio verso la pace e il servizio disinteressato.
Schopenhauer: È sofferenza. Per Schopenhauer, la vita è uno sforzo incessante che porta inevitabilmente al dolore e all'insoddisfazione, temperato solo da momenti di bellezza e arte.
Bertrand Russell: È competizione. La vita è plasmata dai desideri e dalle ambizioni umane, un atto di equilibrio tra interesse personale e progresso collettivo.
Steve Jobs: È fede. La vita è fidarsi del processo, assumersi dei rischi e seguire l'intuizione, anche quando la strada da percorrere non è chiara.
Einstein: È conoscenza. Einstein vedeva la vita come una ricerca per comprendere i misteri dell'universo, guidata dalla curiosità e dallo stupore.
Stephen Hawking: È speranza. La vita è perseveranza di fronte alle avversità, una fede nel futuro e nel potere dell'ingegno umano.
Kafka: È solo l'inizio. La vita è surreale ed enigmatica, spesso assurda, ma apre sempre le porte alla trasformazione e alle possibilità.
Camus: È ribellione. La vita è trovare un significato in un universo senza senso, sfidare l'assurdità con coraggio e passione.
Thoreau: È semplicità. La vita è spogliarsi del superfluo, abbracciare la natura e vivere deliberatamente.
Rumi: È una danza. La vita è un viaggio spirituale, un ritmo di amore e connessione divina intrecciato in ogni momento.
Kierkegaard: È un salto nel vuoto. La vita richiede di abbracciare l'incertezza e di fare passi audaci fondati sulla fede e sull'autenticità.
Epicuro: È piacere. La vita consiste nel massimizzare piaceri semplici e duraturi, riducendo al minimo il dolore non necessario.
Laozi: È armonia. La vita scorre come l'acqua, senza sforzo e allineata con l'ordine naturale dell'universo.
Confucio: È virtù. La vita è svolgere ruoli con integrità, rispetto e impegno verso la comunità e la famiglia.
Carl Jung: È individuazione. La vita è integrare il conscio e l'inconscio, diventando completi e autentici.
Alan Watts: È un gioco. La vita deve essere vissuta e giocata con meraviglia, non presa troppo sul serio.
Victor Frankl: È significato. La vita è trovare uno scopo, anche nelle circostanze più difficili, attraverso l'amore e il servizio.
Simone de Beauvoir: È libertà. La vita è il potere di definire se stessi e rifiutare i ruoli imposti dalla società.
Eraclito: È cambiamento. La vita è un flusso costante, un fiume in cui entriamo una volta prima che scorra di nuovo.
Hegel: È progresso. La vita è un processo dialettico, che avanza attraverso contraddizioni e risoluzioni verso una maggiore comprensione.
Hobbes: È sopravvivenza. La vita nel suo stato naturale è "sgradevole, brutale e breve", e richiede sistemi per mantenere l'ordine.
Rousseau: È libertà nella natura. La vita è più autentica quando torniamo al nostro stato naturale, liberi dalla corruzione sociale.
Marco Aurelio: È accettazione. La vita è abbracciare il momento presente con stoica risolutezza, guidati dalla ragione e dalla virtù.
Seneca: È preparazione alla morte. La vita non riguarda la sua lunghezza, ma la sua qualità, insegnandoci a vivere bene e a lasciar andare con grazia.
Cosa è per te la vita?
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(Foto: chieflegsbumpsandkitty)
Domenica scorsa, subito dopo pranzo è venuta a trovarmi in convento a sorpresa la mia amica storica Antonella! Era la prima volta che ci vedevamo, dopo oltre vent'anni. Lei è sempre uguale: allegra, solare, positiva. Siamo andate a fare un giro in bici nella bellissima campagna circostante. Ero contentissima. Uscite dal portone carraio, ci godevamo il sole sul viso e l'amicizia ritrovata. Chiacchieravamo, scherzavamo. Un sacco di risate.

Non so quanto apposta l'abbia fatto: ben inoltrate nell'entroterra, s'è fermata improvvisamente perché doveva risalire e aggiustarsi una calza. Va detto che io ho preso i voti prima dei vent'anni. E non sono mai stata con un uomo. Ho avuto, con un forte senso di colpa che ha condizionato tutta la mia vita monacale, solo una storia di tre notti con una monaca più anziana di passaggio in convento per una settimana una quindicina d'anni fa. Storia perdonata dal padre confessore ed espiata a lungo in preghiera.

Invece, con Antonella da adolescenti c'è sempre stato un legame molto intimo. Si, confesso ciò che è successo: ci siamo amate. Ogni pomeriggio, mentre facevamo i compiti. I nostri corpi non avevano segreti a vicenda. Conoscevo e leccavo, baciavo ogni suo neo intimo. Sdoravo sentirla godere. Quindi oggi, vederla così: con la gonna alzata, m'ha tolto il respiro e per un attimo ho vacillato. Lei se n'è accorta: m'è venuta vicina, m'ha abbracciata, accarezzata e poi, spudorata puttana, m'ha alzato la veste e messo una mano nella passera.

Giuro che ho provato debolmente a fermarla... Ma sentire le sue dita frugarmi ovunque, le sue dita infilarsi nel mio corpo, mi piaceva davvero moltissimo. Ci siamo baciate. M'è sembrato così naturale! Spero che il Signore mi perdoni: ci siamo leccate seni e genitali a lungo e amate come facevamo da ragazze. Nascoste dai cespugli, sull'erba e disordinatamente. Mezzo svestite. M'ha fatta venire. L'ho sentita godere come un tempo. Da quel pomeriggio, sono intimamente divisa in due tra un forte complesso di colpa e una voglia pazzesca di farmela.
Si, sono veramente impazzita e la voglio. Tutta nuda e mia. La immagino solo così. Oggi lei è più bella, sensuale e calda di quando eravamo giovani: una donna matura in pieno rigoglio. Sono anche sacrilega, perché nella confessione giornaliera non dico ancora mai nulla di ciò che è accaduto e prendo la comunione come se niente fosse. Ho una mia idea: Dio non può condannare e ritenere peccato amare. Vedremo in seguito. Intanto, lei è qui in paese con il marito e i figli. Partirà tra una settimana.

Ha già organizzato tutto lei: dopodomani pomeriggio mi verrà a prendere con la macchina. Ha prenotato in una pensioncina a circa trenta chilometri. La voglio leccare, baciare ovunque. E desidero che mi lecchi l'ano e la fica. Voglio venire ancora, con lei. Devo succhiare il suo seno, i suoi capezzoli meravigliosi di giovane madre. Ho bisogno di sentirla avere l'orgasmo dritta nella mia bocca. Finora ho sempre mortificato la mia carne. Ma sento che il bisogno del suo corpo dentro di me oggi è un fiume in piena. Non ragiono più. La desidero. Sarà mia solo per un pomeriggio e poi mai più. Giuro. Su Dio.
Aliantis

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mi hanno chiesto che cos’è la tradizione. Ci vorrebbe un libro per spiegarlo, e spiegarmelo (...). Si parlava di tradizione gastronomica che oggi sembra l’unica tradizione possibile. Meglio che niente, e però ce ne sarebbero molte altre: la tradizione onomastica (figli con i nomi dei nonni), la tradizione liturgica (messe in latino), la tradizione architettonica (case con scuri o persiane, chiese a forma di chiesa)... Oggi la tradizione, qualunque tradizione, viene percepita come un fatto sentimentale, peggio, nostalgico. La tradizione come passatismo, ed è l’accezione di Pasolini: “Io sono una forza del Passato. / Solo nella tradizione è il mio amore”. Proposta così è del tutto naturale che a un giovane la tradizione disgusti. Mette tristezza anche a me. Allora questa tradizione prima che un sentimento va considerata un patrimonio. Un patrimonio materiale, non troppo diverso dal patrimonio immobiliare che invece non disgusta nessuno, nemmeno i giovani: fa comodo a tutti l’appartamento di nonna... La tradizione va perpetuata perché è fonte di senso e al contempo di reddito. Venendo al cibo: i locali alla moda passano presto di moda, le trattorie tipiche prosperano di generazione in generazione.
camillo Langone via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/03/07/news/e-difficile-spiegare-che-cos-e-la-tradizione-senza-essere-approssimativi-6298607/
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CERAMICA DI SANTO STEFANO DI CAMASTRA
Anche oggi non ti ho detto che ti amo, Preso dagli affanni del giorno, dal leccare la vita per capirne ipocrisie e falsità, ho dimenticato di dirti che ti amo. O meglio, nel silenzio del giorno e nel nulla dei suoi attimi, non ho trovato tra le sue ombre e le parole vuote del mondo, il momento giusto per parlare al tuo cuore, per dirti di quanto ci lega, per confessare quello che ferma il tempo per creare un istante, un minuto delle nostre vere vite. Non volevo sconsacrare le parole che dovevo dirti, non volevo svendere il tesoro che mi doni, liquidare tutto nella banalità del quotidiano, per amarti per contratto, o glorificarti per noia. Non volevo svendere per poco, quello che sarebbe diventato il senso del giorno, nascondere tra consigli per gli acquisti e stragi degli innocenti, l’unico respiro dell’anima mia. Era troppo importante, anche se era naturale, era troppo semplice anche se è un giuramento quotidiano fatto alla tua vita perché sia la mia vita. È troppo banale sprecare quello che vuol dire amarti, è infantile ripeterlo, è assurdo pretenderlo anche se è necessario confermarlo ogni giorno, scriverlo nell’aria che ci divide, sognarlo nelle nostre notti, scambiarcelo nelle nostre carni, così che i nostri corpi siano il forziere, la vigna ed il mare di quello che proviamo, dell’ebrezza che ci scambiamo, delle emozioni su cui navighiamo. Un altro giorno muore senza averti detto che ti amo, Un altro giorno scivolato via senza sapore, diventato un anonimo giorno di pieno inverno, dove non vi sono colori, il sole è malato, il vento impazzisce e il mare diventa nemico. Eppure lo so, lo so bene, che solo quando ti dico che ti amo, il tempo ha un altro sapore, i miei affanni si sciolgono e tu mi rivesti con i sorrisi della primavera. Perché l’amore è un assegno in bianco che qualcuno ti dà e che tu devi spendere il giorno stesso perché domani non avrà più lo stesso valore e nessuno ti potrà garantire che domani ce ne sarà uno eguale. Un assegno gratuito che devi spendere in quel momento scrivendo il valore che tu dai a chi te lo ha dato. Ma se scrivi troppo o troppo poco, sei tu dopo, che dovrai pagare il doppio della cifra che hai scritto. Per questo, non dirti oggi che ti amo, è tenersi in mano quell’assegno incapace di spenderlo, incapace di sognare, incapace di volare, incapace di trasformare il grigiore dei palazzi in un intimo paradiso
Even today I didn't tell you that I love you, Caught up in the worries of the day, in licking life to understand its hypocrisies and falsehoods, I forgot to tell you that I love you. Or rather, in the silence of the day and in the nothingness of its moments, I didn't find among its shadows and the empty words of the world, the right moment to speak to your heart, to tell you how much binds us, to confess what stops time to create an instant, a minute of our true lives. I didn't want to desecrate the words I had to say to you, I didn't want to sell off the treasure you give me, liquidate everything in the banality of everyday life, to love you by contract, or glorify you out of boredom. I didn't want to sell off for a little, what would have become the meaning of the day, hide among shopping tips and massacres of innocents, the only breath of my soul. It was too important, even if it was natural, it was too simple even if it is a daily oath made to your life for it to be my life. It is too banal to waste what it means to love you, it is childish to repeat it, it is absurd to demand it even if it is necessary to confirm it every day, to write it in the air that divides us, to dream it in our nights, to exchange it in our flesh, so that our bodies are the treasure chest, the vineyard and the sea of what we feel, of the intoxication we exchange, of the emotions we sail on. Another day dies without having told you that I love you, Another day slipped away without flavor, become an anonymous day in the middle of winter, where there are no colors, the sun is sick, the wind goes crazy and the sea becomes an enemy. And yet I know, I know well, that only when I tell you that I love you, time has another flavor, my worries melt away and you dress me with the smiles of spring. Because love is a blank check that someone gives you and that you have to spend that same day because tomorrow it will no longer have the same value and no one can guarantee you that tomorrow there will be an equal one. A free check that you have to spend at that moment by writing the value that you give to the one who gave it to you. But if you write too much or too little, it is you later, who will have to pay double the amount you wrote. For this, not telling you today that I love you, is holding that check in your hand incapable of spending it, incapable of dreaming, incapable of flying, incapable of transforming the grayness of the buildings into an intimate paradise
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DAMMI TRE PAROLE
DIVERTIMENTO, REGOLE, DIVERTIMENTO.
Era tanto che volevo scriverne in merito e vista la mia trentennale esperienza credo di poterne parlare con cognizione di causa, magari smentito da esperti più giovani ma accetterò qualsiasi critica, visto che è 'solamente' un gioco.
Due foto divulgative per rendere evidente di cosa parlo:
In sintesi, GIOCHI DI RUOLO... Dungeons&Dragons per chi avesse solo un'infarinatura dell'argomento ma ne esistono CENTINAIA, di ogni tipo e ambientazione.
Possiamo dire che il 'gioco' è composto in parti ogni volta differenti di:
INTERPRETAZIONE
ALEATORIETÀ
Da una parte il giocatore decide con libero arbitrio come interpretare un certo personaggio, cercando di rimanere all'interno di un ruolo più o meno preciso (guerriero impavido ma stupido, chierica bigotta ma generosa, mago geniale ma spietato etc... ma anche ogni gamma possibile di carattere contorto o all'apparenza semplice).
Dall'altra avremo l'aleatorietà cioè la casualità nella riuscità di un'azione o nella manifestazione di un evento esterno, determinata da un lancio di dadi.
Semplificando all'osso, tutti i personaggi possono lanciare un coltello ma ovviamente il lancio avrà più successo se il personaggio ha una destrezza alta o ha ricevuto addestramento in tal senso: un assassino lanciatore di coltelli potrà avere il 95% di probabilità di colpire il bersaglio mentre un mago di 120 anni solo il 3%...
... ma il primo può sempre sbagliare e il secondo miracolosamente riuscire.
ATTENZIONE CHE QUA ARRIVA LA MIA CONSIDERAZIONE, astrusa per chi non abbia mai giocato, fondamentale per chi è sappia di cosa parlo.
Il master è colui che tiene le fila della storia... la presenta ai giocatori/personaggi ignari, interpreta tutti quei caratteri che i giocatori incontreranno e, soprattutto, farà tirare e tirerà lui stesso i dadi per determinare un evento casuale.
Io sono stato e sono master/keeper/dungeon master/magister/arbitro/judge/animator/GOD di svariati giochi di ruolo ma non ho mai dimenticato LA REGOLA DEI TRE...
DIVERTIMENTO, REGOLE, DIVERTIMENTO
Più o meno in tutti i GdR (giochi di ruolo) esistono regole precise che delimitano i comportamenti all'interno dello spazio-tempo, regole che unite all'aleatorietà 'simulano' il nostro mondo reale e che spesso, però, danno risultati inaspettati e deludenti.
In Stranger Things, per esempio, Eddie masterizza una partita di D&D (anzi... di Advanced D&D ma vabbe') e alla fine chiede ai giocatori di fare un tiro per vedere se fossero riusciti a colpire Vecna e a sconfiggerlo.
Dovevano fare 20 con un dado da 20 (viene detto '20 naturale')... un 5% di probabilità di riuscita.
Il master è eccitato tanto quanto i giocatori e quando il tiro riesce Eddie gioisce insieme a loro.
NO
O meglio, sì ma meglio di no.
In quel caso la regola dei tre è stata invertita in
REGOLE, DIVERTIMENTO, REGOLE
cioè si è prediletto il rispetto delle regole a discapito del divertimento e questo ve lo dico con cognizione di causa perché il 20 naturale è un risultato infrequente e il fallimento avrebbe comportato la morte di tutti i personaggi e la fine della storia.
'Questa è la vita', direbbero alcuni master rompic... precisini ma per ciò che mi riguarda non ho mai masterizzato con orgoglio, egocentrismo o l'illusione prepotente di avere in mano il destino dei personaggi (tecnicamente sì però anche no) ma sempre cercando di entusiasmarmi e divertirmi assieme a loro, ben consapevole - da giocatore - quanto sia terribile e traumatico perdere un personaggio a cui si è affezionati.
Il bravo master (e io ho imparato dai migliori, pur essendo solo bravino) guida i propri personaggi alla vittoria, con sofferenza e tribolazione, ma sempre con una buona conclusione.
La morte di un personaggio non deve essere MAI casuale per un tiro di dadi fallito o per una scelta sbagliata ma sempre legata all'evoluzione della storia e all'arco esperienzale del gruppo di gioco (il cosiddetto party).
Il master ancora più bravo lo fa con astuzia, non nascondendo il tiro dei propri dadi con il master screen (è un opzione di gioco ed è quello schermo di carta della foto) ma 'guidando' i personaggi affinché non ci siano stagnazioni, avvenimenti inutili, divergenze noiose o plot twist incongrui (Conan che si pianta la spada in un piede o Gandalf che cade da cavallo al Fosso di Helm).
Poi, se invece siete tutti
REGOLE, REGOLE, REGOLE
non verrò certo a picchiarvi a casa, però che due palle che siete.
Noi, dopo trent'anni di gioco con i miei amici power-player (in senso buono), ormai usiamo la regola del
DIVERTIMENTO, DIVERTIMENTO, DIVERTIMENTO
Io invento la storia ma masterizziamo tutti assieme, con pochi lanci di dadi e un gioco di ruolo spassosissimo che piega la realtà verso quello che non bisogna mai dimenticare essere il motivo per cui si gioca...
Provare la gioia di essere qualcuno che non siamo, insieme a vecchi amici nuovi, ogni volta sempre diversi.
Buona partita a tutti... magari un giorno ci vedremo su Discord :)
@pensierosatanista @spettriedemoni @biggestluca
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seguire questo blog senza farsi male
considerato il contenuto di alcuni post e confessioni anonime pubblicati in questo blog, penso sia giusto spiegare ai lettori il mio punto di vista ed anche presentare un sunto della normativa vigente su varie tematiche, per una maggiore consapevolezza di tutti.
il consenso e i minori
il consenso sessuale è la comunicazione verbale con la quale si afferma la propria volontà di praticare un rapporto sessuale. (va da sé che tutto il sesso che non è preceduto da un assenso verbale esplicito è considerato una violenza punibile penalmente).
l'età minima del consenso per la legge italiana è 14 anni. Nel nostro Paese, un maggiorenne può compiere atti sessuali consenzienti con minorenni se hanno compiuto 14 anni. questo vuol dire che avere un rapporto sessuale con un individuo di età inferiore ai 14 anni è illegale, anche se con il consenso sessuale.
secondo il codice penale esiste un'unica eccezione: l'età minima del consenso scende a 13 anni compiuti se il sesso è fra due minorenni. in particolare la differenza di età non deve eccedere i quattro anni.
considerazioni di buon senso
al di là di quello che dice la legge, se sei già grande o addirittura maggiorenne, hai 20, 30 anni o un'età ancora maggiore e sei attratto sessualmente da minorenni, da persone per molti aspetti ancora immature, non tentare di mettere in pratica queste tue fantasie perché, lo capisci tu stesso, hanno in sé qualcosa di malsano e di sbagliato, sono indice che la tua sfera relazionale, affettiva, sessuale ha qualcosa che non va.
l'incesto dal punto di vista normativo
per la legge italiana "chiunque, in modo che ne derivi pubblico scandalo, commette incesto con un discendente o un ascendente, o con un affine in linea retta, ovvero con una sorella o un fratello, è punito con la reclusione..."
la cosa singolare è che in italia è permesso il matrimonio tra cugini, quindi se ne deduce che i rapporti sessuali tra cugini non sono considerati incesto punibile secondo il codice penale.
considerazioni di buon senso
goditi pure mentalmente le tue fantasie di incesto e magari condividile su questo blog, ma evita di metterle in pratica, dai retta a quella vocina dentro di te che ti sussurra che l'incesto è una cosa sbagliate e non sana, soprattutto con parenti minorenni.
zoofilia o zooerastia
secondo il codice penale, "chiunque provoca una lesione a un animale oppure lo sottopone a sevizie, a comportamenti, a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche, è punito con la reclusione...".
la giurisprudenza (cioè i giudici), in varie sentenze, ha equiparato alle "sevizie" gli atti sessuali con gli animali. quindi 1 + 1 fa 2.
considerazioni di buon senso
il benessere psico-fisico di un animale è profondamente legato alla sua etologia, al suo istinto e alla sua naturalità. far compiere ad un animale atti che il suo comportamento naturale non prevede, genera in lui sofferenza e/o stress. un animale è un essere puro, non spetta a lui l'onere di capire noi, spetta a noi capire lui e assicurargli una vita dignitosa.
se hai fantasie sessuali zoofile, puoi goderne nella tua mente e magari confessarle in questo blog, ma non cercare di metterle in pratica perché gli animali devono essere rispettati e amati per ciò che sono e non usati come nostri feticci.
considerazioni finali
escludendo i casi di incitamento alla violenza, all'odio, alla discriminazione o a qualsiasi altra azione illegale, un testo scritto non rappresenta una minaccia, non fa del male a nessuno.
se una persona descrive sotto forma di testo una sua fantasia, per quanto esplicito sia il suo linguaggio, per quanto cruda, per quanto moralmente o legalmente condannabile sia l'azione descritta, non può e non deve essere censurata.
tirare fuori i propri demoni interiori e condividerli, oltre che essere una cosa molto interessante e/o eccitante, può servire a noi stessi per prenderne coscienza, può stimolare critiche o discussioni. meglio buttare fuori che covare dentro.
alcuni esempi. non si mette al bando Bukowski perché in un suo racconto descrive nel dettaglio lo stupro di una dodicenne da parte di un disoccupato ubriacone, le librerie sono piene dei libri di Bukowski. non si censura Lolita di Nabokov perché descrive la passione malsana di un uomo maturo per una bambina. non si cancella la mitologia greca perché Zeus chiava un'infinità di donne sotto le più svariate forme animali o perché Pasifae, innamorata del toro bianco regalatole da Poseidone, si fa costruire una vacca di legno in cui nascondersi per farsi montare e inseminare dall'animale. le librerie sono piene di romanzi splatter con un alto contenuto di violenza estrema.
si ha tuttavia il sacrosanto diritto di non leggere un testo che non ci piace, si può ovviamente scegliere di non seguire questo blog e di non leggerne i contenuti.
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