#semplicemente noi
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lastrega71 · 7 days ago
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-"In questo momento mi esplodi dentro, vorrei sentirmi "piena" di Te... Sono seduta sul divano.. Ti penso e... il respiro diviene affannoso.... mi gira la testa... non so che mi è preso..."
-"Ti gira spesso."
-"Ora è diverso... mi gira per Te."
-"Girerebbero meglio le mie dita sul tuo clitoride."
-"Lo so... lo vorrei così tanto."
-"Lo vorrei pure io."
-"In questo momento perderei subito il controllo."
-"Penso che lo perderei pure io."
-"Tu pensi.... io ne ho certezza assoluta."
-"Ne sono assolutamente certo anche Io e lo sai bene."
⛓️🐺🖤⛓️
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la-scigghiu · 2 years ago
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Non sai quanto mi piace quando sposti dalla mia fronte il ciuffo ribelle e giochi coi capelli, gli occhi incollati ai miei, nessuna via di fuga, solo il faro del tuo sguardo e le tue mani a scivolarmi dentro in un affondo che deraglia ogni attesa e innalza il tempo perduto a via celeste, strada maestra per arrivare qui, adesso. Non sai quanto mi piace quando afferri i miei pensieri col filo dei tuoi pensieri e frantumi le paure, annulli i torti e le ragioni facendo luce sulle nostre ombre e noi ... semplicemente noi.
.🦋.
🔸Francesca Stassi
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iphisesque · 1 year ago
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valentina-lauricella · 7 months ago
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Siamo tutti Pascal
Non so chi mi abbia messo al mondo, né che cosa sia il mondo, né che cosa io stesso. Sono in un’ignoranza spaventosa di tutto. Non so che cosa siano il mio corpo, i miei sensi, la mia anima e questa stessa parte di me che pensa quel che dico, che medita sopra di tutto e sopra se stessa, e non conosce sé meglio del resto. Vedo quegli spaventosi spazi dell’universo, che mi rinchiudono; e mi trovo confinato in un angolo di questa immensa distesa, senza sapere perché sono collocato qui piuttosto che altrove, né perché questo po’ di tempo che mi è dato di vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l’eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà. Da ogni parte vedo soltanto infiniti, che mi assorbono come un atomo e come un’ombra che dura un istante, e scompare poi per sempre. Tutto quel che so è che debbo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto, questa stessa morte, che non posso evitare.
(Blaise Pascal, Pensieri)
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vanbasten · 1 year ago
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ma 'siamo come belli il sole' non sono famosi versi di leopardi? molto bello da parte tua mettere un così alto esempio di poesia come header ❤️ (se non faccio lo scemo non son contento)
SKFJDKXJJRKD finalmente un altro letterato che Comprende…. il chiasmo naturalmente rievoca l’idillio dell’Ac Milan di Milano, da sempre elogiato dal poeta che nascondeva questo suo amore usando lo pseudonimo di “Silvia”
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ginogirolimoni · 1 month ago
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Non so chi ha autorizzato la manifestazione dei patrioti di Casa Pound a Bologna. Dire che ciascuno ha diritto di manifestare in casi come questi è come dire che il fiammifero è libero di accendersi in un lago di benzina.
O abbiamo a che fare con emeriti imbecilli, oppure chi ha autorizzato tutto questo l’ha fatto perché sapeva come sarebbe andata a finire e voleva che finisse così, per poter dire quello che i fascisti in politica, che purtroppo hanno il potere in Italia, stanno dicendo su giornali e su televisione fascio-friendly.
Ecco la sinistra dicono, ecco i centri sociali, non rispettano la libertà altrui, sono violenti, ecco quello che succederebbe se andassero al governo, cercando di dimenticare e far dimenticare che tutto questo avviene però durante il loro governo.
Non riescono a frenare il loro odio, la battuta sarcastica (seppure stantia e sempre la stessa, come le barzellette di Berlusconi), per sfogare il loro senso di inferiorità, per distrarre le masse dai problemi che non riescono a risolvere oppure, semplicemente, perché vogliono apparire le vittime e non i carnefici, come già Hitler (leggete il Mein Kampf) e come Netanyhau.
Questi cialtroni al governo non hanno alcuna cultura istituzionale, nessun senso dello Stato, solo il senso del branco: sei dei nostri? Allora puoi fare e dire ciò che ti pare. Non stai con noi? Allora sei un nemico da combattere, da irridere, da svilire, da sminuire, da sfottere e da abbattere … con ogni mezzo.
Il fascismo crea nemici ovunque, ha bisogno di nemici per esistere, crea spaccature, crea guerre civili, non sa cosa sia la pace e sguazza nell’eterno conflitto.
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canesenzafissadimora · 1 month ago
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L'altro giorno, ero al supermercato a fare la spesa intorno alle 18:30 quando un uomo anziano è entrato nel corridoio della pasta e mi ha messo una mano sulla spalla. Ho sobbalzato. La mia prima reazione è stata quella di arrabbiarmi e chiedergli di non toccarmi. Poi ho notato qualcosa. L'uomo stava piangendo. Sembrava sconvolto e confuso.
Improvvisamente mi ha chiesto: "Sai dov’è mia moglie? La sto cercando." Gli ho risposto che non lo sapevo e gli ho suggerito di chiedere aiuto al banco informazioni per trovarla. Pensavo che l'avesse persa tra le corsie. A chi non è mai capitato? Ma mi sbagliavo.
Ha continuato a chiedere: "Dov'è mia moglie? Era proprio qui." Le lacrime gli riempivano gli occhi. Gli ho detto di nuovo che non ne ero sicura e gli ho proposto di accompagnarlo al banco del servizio clienti, dove avrebbero potuto fare un annuncio tramite gli altoparlanti. Ha accettato.
Lì, la donna al banco ha chiesto un nome. Lui mi ha guardato, come se fossi io ad avere la risposta. La donna ha alzato gli occhi al cielo e si è rivolta a me: "Signorina, ha IL NOME?" Le ho spiegato che non conoscevo quell'uomo e che non avevo più informazioni di lei. "È uno scherzo?" ha chiesto. A quel punto mi sono resa conto che quell'uomo non era semplicemente confuso, ma affetto da Alzheimer. Avendo avuto un nonno con questa condizione, lo riconoscevo fin troppo bene.
L'ho portato all'area ristoro e ci siamo seduti. Ora tremava e piangeva piano. "Dov'è il mio amore?" Gli ho preso le mani e gli ho chiesto se avesse un cellulare. Mi si spezzava il cuore per lui. Mi ha detto che non ne era sicuro, così gli ho chiesto se potevo cercare nelle sue tasche. Ha acconsentito. Con attenzione, ho trovato un piccolo cellulare a conchiglia. Ho cercato tra i contatti e ne ho trovato uno chiamato "Figlia Krissy". L'ho chiamata subito. Ha risposto in pochi secondi.
"Pronto?" ha detto, con la voce già preoccupata. Le ho spiegato che ero con un uomo anziano che presumibilmente era suo padre. Che eravamo al supermercato di Lane Street e che lui era molto sconvolto e turbato.
"Sto arrivando," ha detto. "Puoi assicurarti che non si allontani?" Ha continuato: "Grazie, grazie mille. Sto venendo."
Per circa 20 minuti, sono rimasta seduta con uno sconosciuto in lacrime. Gli ho tenuto le mani. Gli ho asciugato le lacrime. Quando ha tremato, gli ho messo la mia giacca in grembo. Gli ho dato le risposte di cui aveva bisogno in quel momento. L'ho tenuto lontano dal vagare. Perché era il minimo che potessi fare.
Improvvisamente, è entrata una giovane donna alta, che sembrava avere circa 28 o 29 anni. Lunghi capelli neri e occhi verdi. Ci siamo scambiati uno sguardo e lei si è precipitata verso di noi. "Grazie. GRAZIE," ha detto. "Dovevo assentarmi solo per un'ora, e questo succede. Sapevo che non avrei dovuto lasciarlo. Mi dispiace tanto." Mi ha spiegato che a volte lui si allontana per cercare sua moglie. L'ha persa 13 anni fa, ma non smette mai di cercarla.
Ha aiutato suo padre ad alzarsi dalla sedia e mi ha ringraziato ancora una volta. Mentre uscivano, l'ho sentito dire di nuovo: "Dov'è mia moglie?" Mi si è stretto il cuore, ma ero così felice di vederlo con la sua famiglia di nuovo.
Condivido questa storia non solo perché quest'uomo mi ha toccato il cuore, ma per dire questo: La maggior parte del mondo sono estranei per te. Lo so. Ma non dimenticare mai che condividiamo tutti questo mondo e, in esso, possiamo condividere gentilezza. È l'unica cosa che può farci andare avanti. Se vedi qualcosa, fai qualcosa. Non sai mai quanto grande può essere il tuo impatto sulla vita di qualcun altro.
Non mi importa che il carrello della spesa che avevo lasciato nel corridoio della pasta durante il trambusto sia stato svuotato e messo a posto. Non mi importa di aver cenato un po' più tardi quella sera. Di essere tornata a casa e di aver pianto in cucina per questo dolce, povero uomo. La gentilezza non costa nulla.
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xtoariadnesdarklightx · 2 months ago
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@demonionefasto la magia nel capirci anche nel silenzio più inquietante. Grazie, per ascoltare sempre, ma grazie soprattutto per non puntarmi mai il dito contro e capirmi, anche quando perfino io faccio difficoltà a capirmi.
E grazie per tutto quello che fai, per la mia piccola bambina. Non potevo chiedere uno zio migliore.
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finestradifronte · 3 months ago
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SULL' ALLUVIONE...POST LUNGO. Ma doveroso, quindi... buona lettura.
L'ennesima alluvione in Emilia Romagna, con quantitativi di acqua caduta con picchi perfino superiori al disastro del 2023, riportano alla luce le solite questioni sulla pulizia dei fiumi. Al netto dell'evento eccezionale ecco quindi molte risposte.
MANUTENZIONE. La manutenzione, che è sacrosanta, va bene per far fronte ad eventi moderati. Quello in atto è tutto tranne che moderato. Se non si analizza il problema partendo da questo fatto, sarà difficile trarre qualche ragionamento serio. Evidentemente il sistema di scolo delle acque, con fiumi ristretti nel tempo, i cui tratti arginati sono stati costruiti molto tempo fa, non sono più sufficienti a far defluire questi carichi idraulici. C’è poco da fare, con questo assetto territoriale, la questione è diventata ingestibile, soprattutto nei confronti dell’attuale e futuro regime di precipitazioni piovose.
PULIZIA FIUMI. E sulla pulizia dei fiumi quindi?
Questo concetto precotto, che ogni volta viene ripetuto fino allo sfinimento, trae la sua origine in una distorsione storica, ovvero che “una volta” si facesse manutenzione. In realtà non è così, ma molto semplicemente “una volta” i fiumi godevano di maggior rispetto da parte dell’uomo, come il territorio ad essi circostante.
Dal secondo dopoguerra in poi, i fiumi sono stati visti come cave a cielo aperto per inerti, sabbie e ghiaie, e aree di scolo in cui far transitare il più velocemente possibile le acque dai rilievi al mare.
Questo ha fatto si che, soprattutto relativo alle gigantesche estrazioni di sedimenti in alveo, i fiumi iniziassero un processo di incisione dell’alveo stesso, attraverso il fenomeno di erosione che si manifesta sia in maniera regressiva, ovvero a monte di dove io ho estratto i sedimenti, che progressiva, a valle del punto di estrazione.
I fiumi sono andati incontro quindi ad un processo di canalizzazione innaturale che ha portato numerosissimi problemi con sé, tra cui: aumento della velocità della corrente, aumento dell’incisione, minor espansione e, soprattutto, minor ricarica delle falde acquifere. Perché le falde acquifere più ricche nel sottosuolo sono rappresentate dalle conoidi alluvionali dei fiumi le quali si alimentano attraverso il contatto idraulico diretto con il fiume sovrastante. Se noi trasformiamo il fiume in un canale che cerca la massima velocità, la ricarica del sottosuolo per infiltrazione è ridotta al minimo. Avrete capito che questa problematica è strettamente correlata con le problematiche di siccità degli ultimi anni.
FIUMI DI PIANURA.
I nostri fiumi sono notoriamente detti pensili, in quanto l’alveo del fiume è in quota più alto delle campagne circostanti. L’uomo per difendersi ha iniziato a costruire argini, iniziando una lotta infinita, ovvero si alza il fiume ed io alzo l’argine.
Gli argini sono manufatti vecchi che soffrono per tanti fattori: qualità ed epoca costruttiva, lunghi periodi siccitosi, manutenzione, tane di animali… Quasi mai però leggo, o sento, qualcuno che si soffermi sul parametro più importante: la sezione idraulica. I fiumi/torrenti sono ridotti a canali sopraelevati in pianura estremamente stretti, e questa è un’eredità pesantissima che ci portiamo dal passato. Su questi argini è necessaria la manutenzione, in quanto questi abbiamo e al momento come difesa passiva abbiamo loro.
Abbiamo però soprattutto sezioni idrauliche ridotte all’osso, argini enormi costruiti in più riprese, e al piede dell’argine manufatti come case ed aree industriali. Se avviene una piena devo quindi pensare in primis alla pulizia? Eh, direi di no in quanto come ha mostrato il Lamone (anche nell’evento maggio 2023), le sezioni di questi “fiumi” non sono in grado di fare defluire forti colmi di piena.
La pulizia risolve tutto? Bisogna definire cosa si intende per pulizia: l’unica pulizia fluviale che ha senso è la rimozione del legname secco in quanto quello viene subito preso in carico dalle piene e potrebbe creare sbarramenti in sezioni critiche come, ad esempio, ostruire la luce di un ponte. Il resto, sono leggende metropolitane.
Gli alberi “vivi” rappresentano una difesa idraulica passiva, in quanto sono in grado di far rallentare la corrente idraulica. Pensate che dove non ci sono, vengono impiantate delle opere di ingegneria con la stessa funzione degli alberi, detti pennelli.
Il cavare sedimento “a mo’ di pulizia” è quanto di più sciocco si possa fare, come dimostrato sopra: aumento velocità, erosione e il sano trasporto solido dei fiumi. Si sano, perché i fiumi portano a mare quel sedimento fondamentale per il mantenimento dei nostri litorali: i fiumi portano sedimento, le correnti marine lo distribuiscono lungo costa e così si sono sempre mantenute le nostre coste. Almeno fino a 70 anni fa, perché poi le pesanti estrazioni di sedimento in alveo hanno rotto questo equilibrio dei fiumi, ed infatti noi emiliano-romagnoli paghiamo una ditta tedesca che, ogni anno, draga la sabbia a 40-60 m dalle coste dell’Adriatico per fare il ripascimento delle nostre spiagge. Geniale no? Ma l’abbiamo cercata noi.
Le sezioni dei fiumi, quindi, appaiono sempre più insufficienti, in primis perché noi le abbiamo ristrette all’osso, ed in seconda battuta perché il territorio, fortemente cementato e antropizzato è andato incontro all’impermeabilizzazione. Questa strana parola racchiude in realtà uno degli aspetti più critici. Se io ho, ad esempio, un’area di 1 km quadrato a terreno naturale, questa assorbirà le precipitazioni in funzione ovviamente delle litologie di cui è composta, ovvero terreni più permeabili e terreni meno permeabili.
Se di quel km quadrato metà lo perdo perché ho cementato, asfaltato, rendendo di fatto impermeabile metà della mia area pilota, dove andrà l’acqua che piove? Non verrà mai assorbita e finirà velocemente nelle reti scolanti, quindi nei canali ed infine nei fiumi.
Si, quei fiumi che già li abbiamo ristretti e poi caliamo giù l’asso come surplus idrico da gestire. E le precipitazioni intense, concentrate, degli eventi estremi mettono la ciliegina sulla torta.
Quindi quando sentite dire da qualcuno “bisognerebbe dare spazio, o meglio, ridare lo spazio che abbiamo tolto ai fiumi e qualcosina di più ..” non è un pazzo, non è un “verde”, non è un “ambientalista”.
E’ uno che ha capito come funzionano i fiumi.
La pulizia radicale non risolve uno stupro al territorio che si è perpetrato per 60 anni.
Soluzioni possibili? Quando si dice “dare spazio ai fiumi” in molti criticano, storcono il naso, perché non hanno idea delle soluzioni proposte. Nessuno dice di lasciare, soprattutto in pianura, i fiumi al naturale come migliaia di anni fa. Bisgogna concentrarsi su aree di intervento dove qualcosa è effettivamente possibile applicare: devono essere interventi organici e mai interventi spot o puntuali, quelli non servono a nulla.
Il sistema va "allargato" in maniera da far riprendere di norma certe aree golenali ai fiumi. Inoltre, ci sono le fasce tampone dei fiumi, perse grazie all'incisione, che sono importantissime in in ottica di ricarica idrogeologica e per la biodiversità. Si deve fare in modo di ripristinare i canali abbandonati dalle nostre opere siano ripresi dai corsi d'acqua che tornano a situazione multicanale e non a canale singolo modello "canale scolante" come li vediamo ora.
In alcuni casi sono stati progettati anche gli arretramenti di argine e/o eliminazione degli stessi. Se riusciamo a fare questo in maniera organica la sezione si allarga e tutto ne trae beneficio. In alcune aree si dovrà giocoforza andare in contro ad espropri, non lo nego, ma i nostri errori di pianificazione li stiamo pagando a caro prezzo.
In aree critiche dobbiamo prevedere e realizzare aree di laminazione, come casse di espansione e/o aree appositamente allagabili.
Se non capiamo questo concetto sarà sempre peggio: la cementificazione e il cambiamento climatico comportano un notevole surplus idrico che i fiumi, ristretti fino all'osso, non riusciranno mai a smaltire.
Testo di Giulio Torri, geologo
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lastrega71 · 1 year ago
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Anime perse dal tempo il tempo le ha ritrovate...in questo sentire nuovo...trovo sulla tua pelle gli stessi brividi miei.
A.
🐺
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manuelasenzalae · 3 months ago
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Questo voglio...
Una Vita fatta di meravigliosi indimenticabili istanti
Dove siamo la parte più vera di noi
Dove siamo tutto ciò che ogni volta sempre di più desideriamo
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Semplicemente
Follemente
NOI 🫰
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falcemartello · 4 months ago
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e lo facevano nel nome dell’interesse pubblico a “evitare la disinformazione” e “limitare l’anarchia sul web”: “Non è che questi tycoon privati si possono sentire al di sopra delle leggi!”
E fin qui, avremmo a che fare con una tesi politica, una tesi straordinariamente ottusa, ma formalmente rispettabile come tutte le affermazioni politiche.
Solo che poi mi è sovvenuto che su quelle stesse pagine, proprio le stesse, durante la pandemia si giustificava la censura sui social, anche quando era totalmente e manifestamente pretestuosa, e lo facevano nel nome del fatto che “dopo tutto i social sono imprese private, e fanno quello che gli pare; se non ti piace, puoi sempre andartene”.
Questo, per dire, veniva sbattuto in faccia quando veniva chiusa la propria pagina per un mese per aver pubblicato un articolo del British Medical Journal che contrastava la narrazione ufficiale (ogni riferimento a cose e persone riconoscibili è puramente intenzionale).
Dunque finché censura in linea con la narrativa ufficiale è un'impresa privata libera di fare fa quel che gli pare, quando non censura è un'impresa privata che deve essere messa in riga nel nome dell'interesse pubblico.
Ora, la questione che mi si pone è l’eterno dilemma: “Ci sono o ci fanno?” Vedo infatti solo due interpretazioni possibili, che potremmo chiamare, per darci un nome icastico, l’interpretazione alla Carlo Maria Cipolla e l’interpretazione alla Sartre.
La prima interpretazione accetta la possibilità che questa gente, nonostante spesso si tratti di affermati professionisti, giornalisti, persino accademici, molto semplicemente sia così sconfortantemente scema da non vedere la contraddittorietà dei propri criteri.
In effetti una profonda verità del più citato dei libri di Cipolla (peraltro, grande storico) è che “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.” (II legge fondamentale).
E a questa verità, per sconfiggere la mia incredulità, si affianca la Prima Legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”
La seconda interpretazione assume invece che questi soggetti non siano stupidi, ma siano in malafede. Diciamo che è gente così in malafede che persino la loro malafede soffre di malafede.
Questa genia è disposta serenamente a qualunque menzogna, contraddizione, doppio e triplo standard purché ciò si attagli ai propri interessi del momento.
Qui l’onnicomprensività della malafede semplicemente ha abolito le funzioni di verità, viste come orpelli inutili.
Avremmo dunque a che fare con il cinismo utilitaristico più conclamato, dove ogni appello al vero e all’integrità sarebbe sconfitto in partenza dalle esigenze pragmatiche correnti.
C’è, tuttavia, temo una terza interpretazione, che fonde entrambe le precedenti.
A metterci sulla buona strada è ancora una volta Cipolla, questa volta con la Terza Legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita."
Dovremmo fare spazio all’amara possibilità che l’abolizione di ogni criterio di verità, integrità, ragione nel nome di una concezione utilitaristica del vero (“Proclamo come vero ciò che mi serve”), abbia finito per creare le condizioni per la più perfetta stupidità: la stupidità in malafede, che avendo perduto ogni contatto con il vero e il reale non è più nemmeno in grado di percepire il proprio porco interesse.
Questo è il più grande dei pericoli, in cui se non mi inganno stiamo sguazzando: la presenza diffusa di un gran numero di persone disposte a mentire, distorcere, falsificare opportunisticamente, ma senza più nemmeno la capacità di percepire cosa sia nel loro, per quanto meschino, interesse.
Ecco a voi il Male.
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raccontidialiantis · 27 days ago
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Il padrone della mia mente e del mio corpo
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Cerco continuamente di catturare la tua attenzione. Voglio tentarti, riuscire a eccitarti ancora un'ennesima volta col mio corpo. Devo riuscirci: sono settimane ormai che non mi guardi, non mi tocchi e non mi dai un pizzico o uno schiaffo sul culo. Che non violi la mia fica infilando improvvisamente una mano nelle mie mutandine. Che non mi metti il medio nel solco del culo, per poi scivolare in basso frugando rapido nel mio ano perché il mio odore “ti porta bene” e poi scappi via senza neppure lavarti le mani! Lurido porco. Quanto ti voglio. E a letto la sera ormai semplicemente "buonanotte."
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Ti volti e dormi, cafone: sai bene quanto mi piace sentirmi profondamente donna, femmina desiderata, con te! Fino a qualche tempo fa non potevi starmi vicino senza ficcarmi le mani ovunque. Anche in pubblico. Mi sembravi una piovra, o la Dea Kali! Da un po’ invece, senza alcuna ragione apparente o broncio tra noi, non onori più la mia passera. Non me la cerchi, non me la lecchi più. Eppure era il tuo dopocena preferito: “l’ammazzacaffè” la chiamavi. E io te la servivo in abbondanza, quando e quanta ne volevi. Non mi fai più gesti volgari ma inequivocabili quando siamo a cena con qualcuno e magari ti stai annoiando, che io poi divento sempre viola ma mi viene da ridere.
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E intanto gongolo dentro, pregustando il piacere che verrà a breve, felice del fatto che mi vuoi. Non ti piaccio proprio più? Che c'è amore mio? Hai un'altra forse? Sai, a volte mi sembra di sentire sui tuoi vestiti un profumo da donna che non è il mio. E quando sei sotto la doccia, rosa dalla rabbia e dalla gelosia annuso il tuo intimo. A volte mi sembra di percepire, oltre al tuo che ben conosco, l'odore di una fregna che decisamente non è la mia! Ho forse un’illusione olfattiva? Non penso… È una tua collega? Forse sto impazzendo per l’astinenza da te? Sono solo stupide coincidenze, deliri olfattivi di una pazza? Insomma: hai una nuova donna o no?
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Dimmelo, cazzo… saprò perdonarti. Forse… Non sostieni più il mio sguardo se chiacchieriamo. Quando mi parli, ultimamente sei sbrigativo, nervoso, insofferente. E io ci soffro. Tantissimo. Non scherzi e ridi più con me. Si: penso proprio che tu dedichi tutte le tue brame e attenzioni a un'altra. Adesso mi apro totalmente: sai che adoro quando mi maltratti. Quando a letto mi brutalizzi, mi costringi bruscamente a sottostarti, io raggiungo le vette del piacere dell’anima: ti sento mio.
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È che quando scopiamo, realizzo proprio allora di essere il tuo giocattolo preferito, il centro della tua concentrazione di maschio che cerca il piacere: ci sono solo io nel tuo mirino. Non esiste altro. Amo moltissimo succhiarti il cazzo a lungo, farti sentire un re. Soffrire per te se occorre, ma certo non per gelosia: non la reggo. È un ospite sgradito che mi uccide da dentro. Esisto solo per te.
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Stasera sarà decisiva: mi farò trovare da te natiche all'aria e completamente aperta. Con l'ano ben lubrificato di olio profumato alle mandorle: adori quando lo faccio! Impazzisci, adori il mio culo: non puoi resistergli, se mi vedi così; non ragioni più e mi salti letteralmente addosso. Sopporto fino a che posso, ma poi mi fai male e urlo. Tu non vedi l’ora che io strilli per la tua inculata violenta, cattiva. Solo allora esplodi dentro le mie viscere! Ti senti padrone. Lo adoro.
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Mi troverai quindi bella pronta da usare, senza più alcuna difesa, vergogna o pudore a difendere il mio corpo. Che comunque ti pretende dentro. Semplicemente, voglio sentire il tuo uccello guizzare libero dentro e fuori dal mio culo. A sfondarmi. Sarò per te un'affascinante leonessa, profumata e invitante. Appassionata. Dimmi: lei è più bella, più disinibita di me? O forse è probabilmente un qualche suo aspetto pseudo-virginale ciò che ti attrae, che ti fa sangue: magari il gusto del nuovo, di quella puttanella, una che magari è ancora una studentessa di liceo?
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Chi è, dimmelo che le cavo gli occhi. È una troia più giovane, quindi? È più sensuale di me? Te le fa le cose che ti faccio io? Ti lascia campo completamente libero sul suo corpo come ti permetto, anzi: ti imploro di fare col mio? È capace quella stronza di ingoiarti senza fare un fiato o un cenno di strozzamento come so fare io, che ti conosco bene e so perfettamente quello che ti piace? Gusta tutto il tuo seme golosa, con passione? Ti pulisce bene con la lingua fino all'ultima goccia? Sa fartele, queste cose?
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O invece ti dice, con la puzza sotto il naso: “no, questa cosa proprio no!” e questo diniego quindi se da una parte ti frustra, dall'altra un po’ ti sfida, ti arrapa e infine stuzzica il tuo istinto di maschio conquistatore? Probabilmente la novellina ignora che fare sesso è soprattutto durezza, fatica, sforzo. E anche ingoiare sapori acidi e fluidi senza schifarsene. Poi esiste anche la parte dello scoprire, sentire e adorare gli odori personali più nascosti di chi stai scopando. È percepire e amare il sangue che pulsa in entrambi e che a volte da uno dei due sgorga. Dolore dell'uno per il piacere dell'altro.
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E poi un confondersi, mischiarsi di sfinteri, bocche, lingue e gole; che resistono e adattandosi provocano sofferenza pura e nobile. Perché è dolore sacro, quello sopportato per amore, solo per amore. Spesso fare sesso è infatti godere del dolore dell'altro; del potere esercitato fisicamente su un altro corpo. Con dichiarata sopraffazione e umiliazione. Cattiveria, forse. Quindi amore mio, coraggio: stasera sfondami ancora, godi di me come sai fare tu, umiliami. Vieni, svuotati dentro il mio culo o nella mia fica; come e quanto vorrai.
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Fai ciò che vuoi, con me. Ricoprimi di sborra tutto il corpo. Qualsiasi cosa mi farai sarà meglio della tua totale assenza di attenzioni per me di questi ultimi giorni. Ti voglio: alle mie labbra avide e alla mia gola manca il tuo uccello. Alla mia nuca serve sentire la tua mano forte. Quella che mi blocca e mi tiene ferma mentre vieni e io ti devo ingoiare, felicissima di essere il tuo sfogatoio sessuale.
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Fammi sentire che sei il mio unico padrone. Ordinami di cucinarti una cenetta deliziosa che ti piaccia molto e dimmi che mentre mangi con indosso solo la maglietta hai bisogno che sotto il tavolo, accucciata in mezzo alle tue gambe, io ti lecchi l'asta, le palle e pure l'ano, se ci riesco. E mentre a fine pasto berrai un po’ di cherry o di porto, d'un tratto mi comanderai di farti venire e io intensificherò il tiraggio per obbedirti. Felice di servirti. Questa è sempre stata una delle nostre recite preferite.
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Le carezze, le frasi romantiche e i bacetti lasciamoli ai fidanzatini: io e te siamo sempre stati una cosa sola e abbiamo sempre avuto un forte desiderio sessuale reciproco, condiviso ed esplorato in tutte le più intime, nostre ed esclusive sfumature. Abbiamo sempre fatto di tutto. Non ho mai avuto neppure il coraggio di confessarle al prete, ultimamente, tanto siamo andati oltre! Sarei comunque scappata vergognandomi, se mi avesse chiesto i dettagli.
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Ed è anche successo, in passato: ognuno cerca sempre di spiare nelle mutande altrui!!! Tu intanto comandami ancora di succhiarti l’anima dal membro e di farti godere, stasera. Lo desidero tanto. Regalami ancora il privilegio di toccarti l’inguine con la punta del naso mentre ti pompo! Ormai ci riesco benissimo. Sono diventata una bravissima puttana, lo sai. E quando il mio naso tocca l'inguine addirittura ultimamente tiro fuori la lingua e ti lecco le palle. Sì, andrà proprio così. Sarò sempre io la tua schiava fedele. Dove la trovi un’altra come me…
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RDA
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orotrasparente · 4 months ago
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il fatto è che secondo me non è vero che non esistono persone adatte a noi, è che semplicemente non le incontriamo, ci vuole culo per tutto nella vita
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francesca-70 · 3 months ago
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Quando si va via dalla vita di una persona, bisognerebbe accertarsi di aver lasciato tutto in ordine, prima di chiuderci la porta alle spalle. Bisognerebbe avere la stessa cura che abbiamo usato nell'entrarvi.
E dunque, sarebbe buona cosa guardarla negli occhi e raccontarle di noi, di cosa non capiamo, di cosa ci chiama lontano da li.
Di cosa non troviamo più.
O semplicemente di cosa credevamo di aver trovato.
Dovremmo raccontarle di lei.
Di cosa abbiamo amato, di cosa è cambiato, di cosa non ha compreso di noi. Dovremmo chiederle come sta, cosa pensa, quanto male fa.
Ecco, quanto male fa. Quanto male le stiamo causando.
E poi abbracciarla e farle sentire che il suo amore non è stato sprecato, non è stato gettato via.
Quando ce ne andiamo dalla vita di una persona, dovremmo avere le mani pulite. Dovremmo chiedere scusa, come quando il giorno che siamo entrati avremmo dovuto chiedere permesso.
Avremmo dovuto, ho detto.
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Paola Delton
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ballata · 3 months ago
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Leggo con interesse il principio di Reciprocità nel libro di Giovanni Sartori dedicato al multiculturalismo e predicato anche dal Cardinale Biffi. È un principio teoricamente ineccepibile, si è tolleranti nella stessa misura in cui si è tollerati. Si rispettano le altrui tradizioni nella stessa misura in cui vengono rispettate in casa dell'ospitante. Al rovescio, altrimenti, nessuna tolleranza verso gli intolleranti, nessuno rispetto verso gli irrispettosi. Si erigono ad esempio Moschee nelle nostre città solo se è possibile erigere cattedrali nel loro. Si chiama bilateralità o più semplicemente rispetto.
Ma può mi chiedo uno stato far scontare al singolo cittadino immigrato l'assimetria tra i propri principi e quelli orrendi del proprio paese d'origine?
Si dico ma per questo è necessaria la certezza e la durezza della pena per i migranti che delinquono orribilmente, in modo che quei ahimè pochi che vivono moralmente non paghino le conseguenze e le antipatie dei loro fratelli criminali.
Dura lex sed Lex.
Se non siamo multiculturali noi...voi che siete?
Pensiero Greco, Diritto Romano, e Civiltà Cristiana....spicciatece casa grazie...
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