#sei stato il più rilevante qui dentro
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Mimmo ora ritornerà a essere da solo. Ritornerà a non avere nessuno su cui fare affidamento, nessuno di cui fidarsi. Si guarderà allo specchio e quello che vedrà non sarà più Domenico Bruni ma Nico, o Andrea, o chissà quale altro nome gli verrà assegnato. Non sarà più a Roma, nè nella sua Napoli. È andato contro ogni suo ideale, quelle piccole cose che lo facevano restare attaccato alla sua vecchia persona. Ma soprattutto, non avrà più il suo Simone, l'unico che lo abbia mai trattato con gentilezza, che lo ha accolto, lo ha AMATO e che gli è stato vicino nel momento del bisogno.
Mimmo è morto. Ora lui sarà un'altra persona, con un nuovo nome, un nuovo cognome, in una nuova città. Conoscerà nuove persone, magari riuscirà anche a farsi per la prima volta degli amici, e perchè no, magari troverà un nuovo amore.
Ma la verità è che Domenico Bruni, Mimmo, rimarrà per sempre di Simone Balestra.
#un professore#oggi ci siamo svegliate così#tristi e in forte mimmo mancazione#mimmo bruni#sei stato il più rilevante qui dentro#mimmone#simone x mimmo#scrivete mimmone felici su ao3 vi prego fatelo per me
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Giovedì 9 Febbraio 2023 ore 3.24
Non riesco a dormire. Non faccio altro che girarmi nel letto.
Sono settimane ormai che non parliamo più, o meglio, che sei sparito senza lasciare traccia alcuna.
È vero, alla fine non siamo fatti per stare insieme, o meglio, se aspiro ad essere la parte migliore di me stessa non possiamo camminare fianco a fianco. Perchè tu, chissà come, perchè e quando, sei passato da vedere e amare il meglio di me a tentare di distruggerlo, sabotarlo e minacciarlo.
Sono stata felice, da morire, follemente.
Sono stata triste, da morire, profondamente.
Nonostante mi sia chiaro che sei solo veleno nella mia vita e che una parte di te mi odia perchè non sono come tu mi vorresti, il pensiero di te mi resta addosso.
Ho spesso la tentazione di scriverti, non chiedermi perchè. Probabilmente hai lasciato un vuoto così immenso dentro di me che quando sono sola bussa alla porta e passano gli spifferi di aria gelida che a volte mi tolgono i respiro e, a volte, anche il sonno.
La doc dice che dovrei pensare a questo vuoto come uno spazio per qualcos'altro che prima o poi arriverà. Però è dura. Sono qui, da sola, mi manca casa e, allo stesso tempo, non ci vorrei tornare. Quando penso a casa nella mia mente vedo la tua faccia e ho i brividi. Il tuo sguardo freddo su di me ogni tanto ancora mi segue e mi tormenta.
Vorrei essere più sicura di me stessa e dirmi che devo essere fiera di me e di quello che sto facendo, ma a volte mi sento una fallita perchè non sono riuscita a farmi amare dalla persona a cui ho dato il mondo intero. Non è colpa mia, lo so. Nemmeno tua. Eppure lo percepisco come un fallimento.
Io spero davvero che non verrai a Londra settimana prossima per quella laurea. Non voglio. Sarebbe solo l'ennesima dimostrazione di quanto poco sia stata importante e rilevante nella tua vita. Tu a Londra avresti dovuto venirci per me. E saperti qui mi farebbe solo stare male. Non spero di vederti, non spero di incontrarti, stai là dove sei. Lontano da me e lontano dalla possibilità di farmi sentire nulla, lo schifo, come se non valessi niente.
Io valgo tantissimo e voglio vedere il mio valore specchiarsi negli occhi della gente che mi guarda. Tu non puoi più guardarmi. Ti ho stimato nonostante tutte le parole della gente e il tuo passato. Ho tifato per te ogni istante. Ho condiviso con te la vera me, nella sua forza e criticità. Eppure nella tua realtà non è stato sufficiente. Ma non è colpa mia.
Non guardarmi più. Non farai altro che ricordarmi come le persone possano essere vuote, prive di umanità e empatia. Io sono troppa luce per essere spenta nei tuoi occhi.
Stai dove sei. Non guardarmi più.
Io invece devo far diventare questo vuoto uno spazio da colmare, e far sì che non rimanga una stupida bolla d'aria che occupa spazio ma è piena di niente. Devo accettare che il buono che ho visto io era solo una parte e non il vero te e devo accettare che non importa quanto valga, quanta esperienza e quali scelte io prenda.
Ci sarà sempre gente, come te, che non lo saprà cogliere.
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Ciao! Avete mai pensato di utilizzare i bug del cervello per vendere eticamente? In questo articolo proverò a fare una lista di baias cognitivi e come possono essere utilizzati per la vendita.
Ovviamente parliamo di una vendita etica, non per fregare la gente.
**Inoltre potrete capire che trucchi possono essere utilizzati su di voi. **
Achoring Baias => è un pregiudizio cognitivo in cui un individuo dipende troppo da un'informazione iniziale offerta per formulare giudizi successivi durante il processo decisionale.
Esempio: vendere significa truffare la gente.
Voi continuate ad insistere dicendo “ Non è vero, non è vero”
Il vostro interlocutore continua a pensarlo
Come risolverlo. Ci sono modi diversi. Le opzioni sono due
Emotivo => comunicazione del brand emotiva e priori
Lógico => un discorso che deve terminare con “ Come vede le sue tesi sono infondate signor Mancini” . Ricordarsi che la logica quasi mai vende.
Una frase che ho notato funzioni molto è sottolineare le condizioni che obbligano la persona all’ acquisto e dire una frase del tipo:
“Anche se io ti ho convinto a comprare lo yogurt tu lo yogurt lo avresti comprato lo stesso perché dovevi fare la cacca”
Il che è una palese presa in giro, perché l’olio di ricino, la crusca, le prugne avrebbero dato lo stesso effetto. Ma non menzionarle e dire di non avere scelta a volte fa sentire senza scelta davvero.
Availability Euristic => L'Euristica della disponibilità è una scorciatoia mentale che si basa su esempi immediati che arrivano alla mente di una determinata persona quando valuta un argomento, un concetto, un metodo o una decisione specifici.
“ Gli squali non sono abituati alla carne umana, quindi non la cacciano. Noi siamo per gli squali come il Sushi per tua nonna. Potrebbe mangiarlo ma non è abituata e quindi non lo fa”.
Questo argomento è sostenuto d una scorciatoia mentale => le nonne amano i piatti tradizionali e non il Suhi ( fatto tutto da dimostrare)
Se andate da persone che :
Da anni hanno bisogno di servizi di informatica
Di marketing
Di Vendita
Che già usano quei servizi, è estremamente facile che compreranno i vostri se li sapete vendere meglio. E dentro questo gruppo ci sono tutte le informazioni per essere e vendersi al meglio.
Bandwagon Effect : Lavoro per ( aggiungiere nome di grande brand ) . Se una cosa è stata scelta di molti la vostra proposta verrà maggiormente sottolineata. Se avete fatto centinaia di clienti mettetelo nel sito. Evitate di dire che avete lavorato con grandi brand. Viviamo nell’era della terziarizzazione dove io ho fatto la voce di Google Maps 4 anni fa ( se il vostro google bestemmia in marchigiano sapete chi è stato), ma non vado a dire in giro che ho lavorato per google. A meno che non abbiate lavorato in reparto o influito in modo significativo, non è rilevante dirlo
l bias blind spot è il bias cognitivo di riconoscere l'impatto dei bias sul giudizio degli altri, mentre non si riesce a vedere l'impatto dei bias sul proprio giudizio
Io che parlo
“La gente è proprio scema a comprare servizi da 300 euro al mese di SMM sperando di beccare un cliente”. Ma io sono la stessa persona che scrive come un pazzo due ore al giorno per il mio blog su Tumblr sperando che la mia content strategy mi aiuti ad procurarmi lead. Con scarsi risultati. Ma io sono un fighissimo scrittore di nicchia, loro no. O almeno questo è quello che penso nella mia testa.
Per vendere, basta fare leva sul confirmation Bias, e non dire la verità ( che 1 post su 10 becca 10 like e gli altri 2 di cui uno da una vecchietta che mis talkera)
Choice supportive baias => La distorsione a supporto della scelta o la razionalizzazione post-acquisto è la tendenza ad attribuire retroattivamente attributi positivi a un'opzione che è stata selezionata e / o a ridurre le opzioni dimenticate
Quello che pensa il cliente dopo che ha acquistato per 450 euro un servizio di SMM a 5 post a settimana con immagini, due video da 4 minuti al mese, gestione delle ads, copy, pixel installato, e sis ente soddisfatto del suo acquisto. A due mesi di distanza e zero risultati l’ effetto del baias svanisce.
Note: se fai parte di quel gruppo di persone che con 450 euro e un sacco di content riesce a ottenere risultati, ti faccio i miei complimenti: ora inizia a venderti almeno per 800
Clustering illusions => tre amiche sono state tradite dal ragazzo, quindi tutti i ragazzi tradiscono. Il fatto che un evento ripetuto vicino a noi possa darci l’illusione di essere una statistica. E così non è. In particolare questo genera obiezioni sull’efficacia del marketing, del servizio vendite, e di qualunque servizio al mondo. Semplicemente sappiate quali KPI la vostra azienda cliente deve monitorare, e leggeteli in modo da capire se potette aiutarli o meno.
Confirmation bias. Se mi faccio un’idea tendo a confermare questa . Motivo per cui si dice sempre la prima impressione è quella fondamentale.
Questo porta ad un paradosso che vi voglio presentare: il paradosso delle figure di merda: all’aumentare delle pessime figure aumenta la possibilità di migliorare la propria presentazione.
Da qui deriva l’ assunto: se sei agli inizi invia pure email con l’ indirizzo [email protected], manda email scritte male formattate peggio e senza firma ( come faccio io regolarmente e perdendo anche clienti grazie a questa pratica) , manda presentazioni scarse della tua azienda, a patto che la gente ti invii un feedback. Ecco, se non ti metti a piangere perché il cliente brutto e cattivo ha ferito i tuoi sentimenti, potresti ottenerne un discreto vantaggio.
A patto che il potenziale cliente ti risponda, tu continua a chiedere e a migliorare. Io con alcuni sono arrivati a pagarli per avere un feedback.
Conservation bias. La gente se deve scegliere se dare da mangiare alla famiglia o a voi, sceglie la famiglia. Certo a livello mondiale il concetto di conservazione è diverso. In Italia le spese di marketing le scarichi e c’ è chi con 20k in banca non investirebbe 1000 eu al mese x 3 mesi nemmeno con una pistola puntata alla testa. Di base il trucco e far diventare la narrativa del costo per acquisizione cliente un mantra in modo da normalizzarlo. Se ci fossero più post sull’argomento visti da migliaia di imprenditori, allora si potrebbe abbattere la barriera di coloro che vedono i costi di marketing come un extra.
Paradosso di Stockdale: coloro che sovrastimano gli esiti positivi di un’attività tendono a fallire più facilmente ( cfr capitolo sull’imprenditoria nel libro) questo perché ci sis sente più arrivati e più protetti, in realtà il cigno nero è dietro l’ angolo
Conservative Minset: il nostro cervello è fatto per essere conservativo e per vedere ogni cambiamento come brutto, sporco e cattivo. Più rendiamo questo cambiamento che rappresentiamo per gli altri quando vendiamo come supponente, arrogante, shady, pesante, mutatore, rivoluzionario, peggiori saranno i risultati,
Di contro, se riuscite ad essere divertenti, chiari ed esplicativi, a legarvi con la realtà delle persone, più facile sarà la vendita.
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due considerazioni sul *voto utile*
passatemi i termini probabilmente accesi a cui arriverò mentre scrivo sto post ma devo levarmelo dalla gola.
ora: ho capito che noi che ODDIO MA COL VOTO UTILE ROMPETE SEMPRE E NON VOTATE MAI PER QUELLI CHE VOLETE E NON GLI DATE UNA POSSIBILITA’ siamo una brutta razza, ma specie visti i risultati di ste elezioni vorrei solo fare presente un paio di cose.
io c’ho avuto la botta di culo di avere i genitori che non sono mai stati di destra e sono gente ragionevole (anche se a sto giro ho dovuto sputare sangue per convincere mia madre a non votare LEU, MORE ON THAT LATER), ma comunque sono venuti su nei 60/70/80. epoca in cui sapevi benissimo che la DC vinceva qualsiasi cosa facevi, quindi o votavi pci o votavi chi cazzo volevi che tanto il risultato non cambiava. per dì, mia madre votava lotta continua e mio padre era radicale finché facevano i referendum pro divorzio e aborto, poi quand’è che c’è stato craxi e tangentopoli e simili ovviamente si sono buttati su posizioni meno estreme ma comunque fino a che berlusconi è venuto di mezzo hanno sempre votato chi gli pareva.
io non ho avuto la botta di culo di essere nata negli anni 70. sono dell’88 ma non ho fatto in tempo a votare prodi nel 2006 (dove sarebbe servito) e guess what, le mie prime elezioni sono state nel 2008.
se per caso non c’eravate nel 2008, vi rinfresco la memoria: berlusconi aveva pagato mastella per far cadere il governo prodi del 2006 (ed era finita a gente che mangiava mortadella in senato per festeggiare, capiamoci), governo che stava su con lo sputo perché votato con il porcellum fatto per far vincere berlusconi. venivamo da un’intera legislatura di silvio che ci aveva dato perle come la legge bossi-fini sull’immigrazione e la depenalizzazione del falso in bilancio, e non era manco quella dove si era scoperto che si faceva le ragazzine minorenni, governo che tra l’altro non sarebbe mai esistito se d’alema non avesse resuscitato berlusconi per la sua cazzo di bicamerale (per poi fare campagna anti-renzi per la riforma della costituzione che a lui non era riuscita, hahahaahaha). prodi c’aveva provato a fare i dico/pacs/unioni civili e un tot di altra roba accettabile (tra l’altro prodi è/era un signore che sapeva fare il suo lavoro), ed era andato tutto nel cesso (grazie anche a gente nel pd tipo la binetti che è stata pure eletta al senato nel mio collegio uninominale, bello eh?), ma vabbè.
io e tutti quelli della generazione presente di sinistra siamo andati a votare con la prospettiva che se non vinceva veltroni per il pd ci beccavamo il TERZO governo berlusconi con tutto quello che ne comportava/ne ha comportato (spoiler: SI E’ DOVUTO DIMETTERE PER FARE IL GOVERNO TECNICO DOPO UN ANNO DI SCANDALO BUNGA BUNGA) e guess what, mi direte, potevate votare a sinistr -
gente. non c’era un’alternativa. c’era tipo la sinistra arcobaleno che poi era diventata sel dopo, ma chiunque fosse a capo di SA era all’epoca irrilevante o non abbastanza rilevante e infatti la gente di sinistra che voleva protestare contro il pd che faceva le sue solite scenette da backstabbing shakesperiano non aveva mica votato sinistra arcobaleno, si era astenuta. risultato: veltroni perde (ma va), berlusca vince e io, che sono di sinistra e non volevo votare un partito che aveva la binetti dentro ed era troppo centrista per me, ho turato il naso e votato pd perché CHE CAZZO POTEVO FARE? non c’era l’alternativa. era o pd o niente.
ovviamente ha vinto berlusconi. e la gente ‘si vabbe ma il pd così com’è mi fa schifo meglio che non mi comprometto gli ideali e non ci vado’. ora, io posso capire la gente che non vota pd perché non si sente rappresentata e quello che volete ma dopo che io per il mio primo voto gli ideali li ho compromessi eccome se sento che dici ste cose mi viene da prenderti a calci. spoiler: ci becchiamo tre anni di berlusconi + governo monti e sappiamo com’è andata a finire.
sorvolando sulle europee e vari altri disastri tipo che HO DOVUTO VOTARE RUTELLI DUE VOLTE AL SINDACO DI ROMA E COMUNQUE HA VINTO ALEMANNO e so finita a votare la bonino alle regionali e ha vinto la polverini con la lista civica, cominciamo bene proprio, alle elezioni dopo c’era la coalizione di centrosinistra di bersani semidecente e ho votato sel senza tapparmi il naso, peccato che avevo ventiquattro anni e non potevo votare il senato...... che per la legge elettorale di berlusconi era il posto dove servivano effettivamente i voti al pd. ovviamente la coalizione non ha la maggioranza al senato e c’era napolitano che scadeva e spero che vi ricordiate quel cazzo di disastro che è successo, tra cui.... i franchi tiratori del pd che silurano sia prodi che bersani in una botta sola quando voleva eleggerlo presidente della repubblica, e per quanto renzi mi stia sul culo ci scommetto soldi che era stato d’alema, che sempre ha silurato prodi quanto possibile, e torniamo a d’alema che davvero se renzi voleva rottamà qualcuno doveva rottamà lui.
morale della storia: il mio voto non serve a un cazzo perché tanto il pd al senato non piglia abbastanza e non ci potevo votare, e ci becchiamo i cinque anni che ci siamo beccati. e vabbè. intanto mi devo sorbire i grillini che urlano all’inciucio quando l’hanno creato loro, silvio che non muore, salvini che sale, la cirinnà affossata per colpa dei grillini, renzi che non capisce che se cameron è morto sul referendum sulla sua persona non doveva morirci lui, renzi che non capisce quando è il caso di staccarsi e dimettersi anche se tbh ha fatto più renzi che d’alema per le cose che volevo fossero fatte ed è detto tutto, e almeno per lo ius soli ci hanno provato (ah ma chi non ci è andato a votare? I GRILLINI), ho dovuto ri-votare il pd romano che mi fa abbastanza schifo ma perché non volevo la raggi e mi sono beccata la raggi e da quando c’è lei sta città è invivibile ma se lo dici sei un complottaro che non capisce che era colpa di quelli prima. e vabbè, a sto punto mi dici ‘ma perché continui a farti male e votare pd’, e ti rispondo PERCHE’ IL PD C’HA I NUMERI E GLI ALTRI NO e non mi sento meglio a votare uno che mi rispecchia ideologicamente ma tanto al governo non ci va quando l’alternativa sono o neofasci o leghisti o incompetenti neofasci travestiti da salvatori del popolo. ma vabbè.
arriviamo a ste elezioni. cominciamo con ‘EH MA IL PD NON LO VOTO VOTO LEU SCUSA A ME RENZI FA SCHIFO TROPPO’. benissimo, pure a me renzi fa cagare troppo, ma visti i precedenti, permettimi di dire che d’alema mi fa cagare infinitamente di più di renzi e LEU probabilmente non l’avrei votata manco in coalizione o almeno se li votavo non votavo il partito dove sta d’alema perché d’alema mi fa letteralmente ribrezzo. però l’ho votato/supportato finché stava nel pd perché se il partito è enorme te lo devi accollare pure lui, e sinceramente che faccio, lo voto quando si stacca? ho capito il masochismo ma ho un limite anche io. c’è un sacco di gente che stimo in LEU, bersani/grasso/boldrini in primo luogo, ma quando la tua alternativa non è solo berlusconi ma berlusconi a braccetto con salvini che piglia più di lui, i cinquestelle che so criptofasci che non sanno manco dove sta di casa il parlamento e watermelons che è fascista e fine l’idea che devi fare la seconda coalizione per PUNIRE RENZI quando gli elettori di sinistra che non votano pd e non votano sinistra più estrema se non in coalizione storicamente si sa che si astengono in un paese che tende sempre a votare a destra a meno che la sinistra non sta in coalizione e non viene da cinque anni di governo di destra penoso non è idiota, è idiota E suicida e sinceramente premiarli per sta genialata quando implicava anche premiare d’alema anche no. specie quando poi fanno cazzate tipo NON ANDARE CON GORI IN LOMBARDIA e levargli un 4% che lo faceva anda in pari col leghista. ma vabbè.
a questo punto, non ho sta grandissima voglia di votare pd perché renzi si è suicidato da solo, mi faccio due conti, sospiro e vado a votare la bonino che non è assolutamente nelle mie corde economicamente e su un sacco di altre cose e che tra l’altro nel 94 mi pare stesse con berlusconi, ma d’alema berlusconi l’ha resuscitato lui e a sto punto NESSUNO a sinistra non si è inciuciato con berlusconi ad un certo punto, ma almeno ha un programma semidecente e si becca più voti di insieme o simili, sperando che mando al pd il messaggio senza votare tecnicamente pd. forse visti sti risultati avrei votato pd, idk, ma tanto comunque i miei uninominali erano tutti pd quindi alla fine sticazzi. ma di nuovo ho dovuto fare il voto utile e stavolta STAVO A VOTARE ANCORA PIU’ AL CENTRO DI PRIMA e sorvoliamo sul fatto che nel pd attuale ci sta gente ex forza italia o ex democristiana o peggio ancora udc (CASINI) che voglio dire, secondo voi mi fa piacere? spoiler: no. col cazzo. e ho lavorato per due anni nel giro istruzione ai rifugiati, ma secondo voi mi fa piacere votare un partito che ha usato la linea minniti? ma davvero? ma davvero? no. ma tanto SECONDO VOI LA LINEA DI SALVINI O DEI CINQUE STELLE SARA’ MIGLIORE? ecco, appunto.
morale della storia: il centrosinistra sta come sta (malissimo), LEU manco entra alla camera tra un poco, salvini ha fatto il botto e i cinquestelle lasciamo stare, e guess what, alla sinistra italiana lo sapevano perfettamente oppure sono dei totali ingenui se non se lo aspettavano. sai che novità. e io sto qui a fare il facepalm perché devo sentirmi dire che MA ALLORA CHE VOTI GENTE CHE NON TI PIACE.
no, non mi piaceva, ma era l’unico partito coi numeri. mo. io ho un’amica tra l’altro manco lgbt che ha votato potere al popolo ‘perché erano gli unici nel programma che avevano tutta roba a favore dei diritti lgbt comprese cose che non avevano pd, leu o la bonino’. ok, ma se potere al popolo VA CON UN SEGGIO AL MASSIMO ti conviene votare loro per avere tutto quando non lo avrai mai, o ti conviene votare quelli coi numeri che magari non ti danno l’adozione immediata o il MATRIMONIO ma correggono in meglio la cirinnà e non ti tolgono le unioni civili come vuole fare salveeenee e non sono quelli che te le hanno affossate tipo i cinque stelle? boh, non lo so. specie in un paese che vota a destra. mo questa sta disperata e c’ho voglia di risponderle ‘visto che dovevi votare pd’, ma non ho manco voglia di infierire, tanto ci sarà arrivata da sola.
mo, ho scritto sto delirio per sfogo principalmente, ma anche perché volevo far capire che non è che noi alfieri del voto utile predichiamo il voto utile perché ci piace o perché siamo convinti al 100% o perché vi vogliamo fare sentire in colpa che avete votato **secondo ideologia** o che. solo che è davvero una rottura di coglioni doversi sempre compromettere e turarsi il naso ogni santa volta che si vota utile per poi avere il voto utile sempre inevitabilmente compromesso a sua volta da gente che si astiene o vota ideologico e passare la sera delle elezioni a piangere nel cuscino perché sei andato contro metà dei tuoi principi e hai votato gente che non ti piace per evitare la catastrofe e tanto è arrivata lo stesso.
il pd era l’ideale? no. renzi faceva schifo? sì. era il caso di punirlo a questo giro quando comunque il pd c’ha una cosa che si chiama PRIMARIE che non ha nessun altro partito dove potevi andare a bastonare renzi dopo, e soprattutto CHE POTREBBERO AVERE USATO I GENI DI LEU/SINISTRA ITALIANA/POSSIBILE/CI SIAMO CAPITI FACENDOGLI OPPOSIZIONE DALL’INTERNO INVECE CHE ANDARSENE E LASCIARGLI CAMPO LIBERO? secondo me no, e infatti non l’ho fatto pur non votandolo, ma tanto ehi, sticazzi, al solito è servito a niente e adesso non voglio manco contestare la gente incazzata che vota m5s o vota salvini al sud (... vabbe) perché posso pure capirli anche se nclpf, però se almeno si faceva gruppo AVEVAMO UN’OPPOSIZIONE DI SINISTRA SEMIDECENTE, NON STO DESERTO DEI TARTARI CHE STO VEDENDO. e magari LEU si beccava dei voti in più che invece sono andati alla bonino (tipo i miei) o al pd. boh. sia mai.
ma no. mo possiamo solo sperare che non fanno il governo e/o che si torna a votare e/o che i cinque stelle facciano lo stesso che hanno fatto con la cirinnà ie bloccare qualsiasi cosa e ci troviamo con la giunta raggi bis al governo. auguri nel caso succeda.
però ‘EH L’IDEOLOGIA’. sto più incazzata con i partiti/i politici per questo che con chiunque altro perché davvero fare partito a se per metterla in culo a renzi in questo preciso momento politico è da idioti, e l’avevano visto con le elezioni di QUALUNQUE ALTRO PAESE che i populisti stanno sul piede di guerra.
ma per favore non venite a dirmi ‘allora a te non frega dell’ideologia’ o ‘ma allora vota chi ti piace tanto chissenefrega’. no perché se voto chi mi piace voto gente che non governa e visto che l’alternativa non è la vecchia dc che per quanto fosse lo schifo che era almeno era formata da gente presentabile e non era una massa di armate brancaleone allo sbaraglio e non era fascista o populista o berlusconi, o una merkel, o un macron, che per quanto non di sinistra non sono pazzi scriteriati xenofobi beceri e non sono manco incompetenti. no, ho SALVINI E I GRILLINI E BERLUSCONI RESUSCITATO E WATERMELONS, e alle prossime elezioni avrò sicuramente salvini, grillini e watermelons. non è una destra normale. e non essere disponibili a mandare affanculo l’ideologia per salvare il salvabile per me è proprio... bella per te se ce la fai, ma non posso fisicamente reggere l’idea di farmi dieci anni di governo con questi. anche se vuol dire che devo - di nuovo - tapparmi il naso e votare chi cazzo sarà il voto utile di turno. vorrei sperare che i nostri politici di sinistra incassino il colpo, si cospargano la testa di cenere e capiscano che correre separati è da completi idioti e che l’ideologia non vale la candela a questo giro e manco al prossimo, ma conoscendoli che cazzo ne so. mo sperate solo per me che vince zingaretti alle regionali che è l’unico che ho votato senza schifarmi troppo (e se vince è perché LEU CHISSA’ PERCHE’ CON LUI CI ANDAVA) e non venite a dirmi che è colpa nostra che ci compromettiamo sempre invece che votare chi ci piace perché mi sono anche rotta l’anima.
come diceva francesco costa l’altra settimana: gradirei pure io votare più a sinistra del pd. ma davvero. ma se vuol dire che poi NON MI RAPPRESENTA PIU’ MANCO QUELLO DEL PD CHE MI RAPPRESENTA forse magari anche no.
la prossima volta pensate pure che il compromesso storico non lo facciamo felicemente. grazie e arrivederci, perché dopo undici anni che voto e il mio voto finisce che è stato come cercare di tappare i buchi nella nave con lo scotch mi sono anche rotta di sentire dire in giro che EH VABBE ALLORA DAVI UNA POSSIBILITA’ A QUELLI CHE TI PIACEVANO.
non se quelli che in teoria mi piacciono non si mettono in condizioni di farsi votare, e con questo vado a passare il pomeriggio a fare roba che non ha niente a che fare con le elezioni perché solo all’idea di accendere la tv mi viene da stare male, e guess what, io alla fine potrei anche permettermi di votare chi cazzo voglio perché come diceva costa, non sarò uomo etero e non avrò un impiego fisso per ora, ma ho la cittadinanza, sono etero, sono bianca, non sono disabile, i miei quando andranno in pensione staranno a posto e bene o male ho le spalle parate pure se decido che me ne vado e mando affanculo tutto.
altra gente, tipo boh, quelli a cui insegnavo italiano aggratis l’anno scorso, non ha le spalle parate, e se ho dovuto votare il partito che mi ha dato minniti sapendo che le alternative erano peggiori, perlomeno gradirei eleggere rappresentanti che non li fanno crepare in mare e hanno i numeri per farlo.
ma ok, meglio morire duri e puri che fare gli accordi col PD. eccerto.
probabilmente avrei dovuto scrivere sto post prima delle elezioni ma speravo che almeno un 25% totale il centrosinistra lo facesse. eccerto. come no. ci vediamo al prossimo voto utile.
#welcome to italy#italian post#janie rants#rega non ce l'ho con voi se avete votato leu sia chiaro#tbh avrei preferito la gente votasse leu che quei coglioni di potere al popolo#e uno vota quello che può/deve e se nclpf ok#però non venite a dirmi che l'abbrutimento costante dei miei principi che faccio ogni volta che vado a votare è inutile#o che POTREI VOTARE QUELLO CHE MI PIACE#no perché abito in italia e non posso#fine#politics tag#bah ora me la so tolta ciao vado a scrivere fanfic
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Vorrei sparire. Andarmene. Ricominciare. Avete mai la sensazione di essere sazi? Sono sazia. Satura. Ho finito le forze mi guardo da lontano e mi cerco,vedo la mia immagine sbiadire e mi sembra di non esserci. Sono dentro questo buio pesto buio che più buio non si può,sono impercettibile e irragiungibile,vago lenta e piangente verso la mia fine e non faccio nulla per fermarmi. Non c'è niente che mi dia la spinta,che mi stimoli di viverla davvero questa vita. Sono solo di passaggio,sono solo aria,non ho niente di rilevante,niente che faccia la differenza,che lasci un segno. Io sono solo io con tutte le mie infinite stranezze e la mia inadeguatezza costante,me la porto ovunque. Io complessa e poco malleabile, io forte io intraprendete io sognatrice inattaccabile provocatrice e sfacciata e subito dopo,io fragile persa funzionante a metà poco affidabile,perennemente sull'orlo dell'oblio,io io io solo io che non appartengo a nessuno. Non sono fatta per vivere nonostante io ami follemente la vita. Non sono fatta per avere dei legami che non si sciolgono nonostante io odia gli abbandoni in tutte le sue forme. Me la prendo con il destino,con le dinamiche del tempo con chi ha scelto che proprio dovessi nascere qui e non lì, me la prendo con chi e cosa abbia deciso che io dovessi subire. Il verbo della mia vita è proprio questo,subire. Me la prendo con me che nonostante tutto quello che mi è successo sono ancora qua. Non sono,non scelgo,non dico,non faccio io sono questa,perennemente in contrasto,taciturna nonostante tutto dentro di me urla per poter uscire. Non ci riesco,non ci riesco. Sono diventata talmente parte del controllo da riuscire anche a controllare le mie emozioni,i miei istinti,tutto ciò che mi caratterizza lo reprimo. Perchè? Perchè stai sempre zitta? Perchè non ti sfoghi mai? Mi chiedono tutti. E tutti non sono io. E tutti sono ottusi banali e tutti non sono me e tutti ma che ne sanno gli altri di quello che ho passato,di me,che ne sanno di me che mi addormento per metà che vivo a metà che sogno a metà. Che ne sanno? Delle volte che ho abbracciato chi mi ha ferito invece che gridargli la mia, di quante volte ho soffocato quello che sono per rendere felice qualcun altro,di quante volte mi sono frenata prima di lasciarmi andare davvero. Che ne sanno della mia polvere dei miei silenzi laceranti,che ne sanno di tutto il dolore che mi infliggo io sola. Di tutte le cose che voglio non ne ho nemmeno una. Sono talmente tante cose che non ci sto tutta dentro me stessa. Respira. Fuori c'è ancora una luce fastidiosa che cerca di insediarsi dentro di me,una luce carica di pioggia,una nuvola scoppierà per questa guerra che dovremmo affrontare io e il cielo. Io scoppierò? O rimarrò un'altra volta in disparte facendo finta di niente. Farò finta di niente. Fingerò che questi anni mi siano passati dentro,fingerò di andarmi bene così come sono,fingerò di essere presente ad ogni discorso frivolo e incoerente delle persone che mi circondano,fingerò che farà meno male che ogni cosa poi si perde se non la si va a ricercare. Ma poi quando perdi te stesso dov'è che ti devi cercare? Quanti giri immensi ti fa fare la vita per poi tornare sempre lì, sempre lì,davanti a tutte quelle cose che non hai mai affrontato. Davanti a tutte quelle cose che prima o poi, inevitabilmente,la vita ti sbatte in faccia. Forse un giorno proverò. Proverò a fare finta di niente,proverò a dimenticare a lasciarmi alle spalle,ma oggi ancora no. Oggi non sono pronta. Oggi voglio solo silenzio,oggi sono spenta,oggi sono ancora di nessuno,oggi perderò un'altra battaglia. Non perchè non sia abbastanza forte da combatterla ma perchè ho capito che questa non è la mia guerra. Ho passato interi anni della mia vita a combattere una guerra che non è mai stata mia. Mi sono ferita abbastanza contro i miei muri e se mi guardo non mi riconosco. La mia vita in pochissimi anni è cambiata in un battito di ciglia che io mi sono lasciata trasportare così facilmente dagli eventi che non me ne sono neanche accorta. Dove sono? Perchè sei così lenta a rialzarti quando cadi giù? Questa è stata una delle domande che mi hanno posto. Perchè,lo so perchè. Quando cado,cado così a fondo, così giù che la strada che devo fare per tornare a galla è così lunga che a volte prendo tempo per sedermi e riflettere in tutto quello che nella mia vita proprio non è andato e ho perso il conto di quante volte avrei voluto che fosse stato diverso e invece niente. Vorrei sorriderti e metterti al riparo da me stessa ma ho così disperatamente bisogno di te da sembrarmi quasi ridicola io stessa. Ma tu resta qui e ascoltami. Ascolta le mie imperfezioni che aggredisco tanto da farmi male io stessa. Vorrei non ci fossero,vorrei essere un'altra rimanendo comunque fedele a me stessa,vorrei essere sole e luna,calda e fredda,io vorrei essere il controsenso che ti caratterizza,vorrei essere così tante cose da non annoiarti mai,vorrei che trovassi in me tutto ciò di cui hai bisogno. Non vorrei mai sorprendere i tuoi occhi a guardare qualcosa diverso da ciò che sono io. Vorrei darti quello che sono ma quello che sono non lo do neanche a me stessa perchè io sono il mio più grande nemico. La persona che temo di più. Quella che non perdonerei mai sono sempre e solo io. E non so come si fa a sfuggire da me. Vorrei imparare a non scappare a calmarmi a fermarmi ad apprezzarmi almeno un pò',almeno per poco. Il tempo per sorridermi e rassicurarmi che vado bene così che va bene vado bene che sì gli errori si fanno,ma è la vita,che sì potrei fare meglio di così,che sì sì hanno ragione tutti quanti che devo rimodellare le parti di me che proprio non vanno,sì sì ma a volte,ecco,vorrei non accanirmi,vorrei giustificarmi,comprendermi,mettere a tacere le mie eterne paure che non mi abbandonano mai. Quella me,sempre distratta e persa nei miei mille pensieri,ne miei dettagli incomprensibili,nella mia infinita tristezza che mi risucchia ogni volta che fisso un punto vuoto. Quella me che sorride per niente e ride per tutto. Quella me che soffoca ciò che ha dentro,quella me fragile e prepotente e arrogante e sempre sulla difensiva quando cerca di proteggere tutto quello che le appartiene. Quella me,quella me che dove sta non lo so, ma che vorrei necessariamente rincontrare,giusto il tempo di un saluto,quattro chiacchiere,sapere se è cambiata almeno un po' da quando l'ho lasciata sapere se è sempre inconcludente e sfacciata,se conserva almeno un po' di freddezza e di dolcezza che l'avvolge in una corazza solo apparente da quello che è realmente. Vorrei dirle solo che è la stessa me di quando ero bambina,ecco. Vorrei disperatamente,con tutte le mie forze,abbracciare la bambina che sono stata e tenerla al sicuro. E stringermela forte al petto,perchè io,io se fossi stata adulta e avrei avuto la sfacciata fortuna di incontrare una bambina così l'avrei tenuta al riparo da tutto quello che invece sono ora. L'avrei amata perchè sapevo che nessuno l'amava mai come si deve, come meritava. Dicono che nella vita prendi tutto quello che meriti,ma non è mai vero,tu prendi tutto quello che ti capita. Perchè se io avessi avuto qualcuno che mi avesse dato quello che meritavo a quest'ora sarei felice. E invece sono nata così,sono nata a metà. Sono nata morta. Sono nata che già qualcuno sceglieva al posto mio. Sono nata di nessuno. Perciò,per questo e per mille altri motivi,vorrei abbracciare la bambina che sono stata. Perchè se qualcuno,mi avesse amato almeno un po' io sarei diventata tutto,tutto,tranne quello che sono ora.
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#Rᴀᴠᴇɴꜰɪʀᴇʀᴘɢ Rᴏʟᴇ Fʟᴀsʜʙᴀᴄᴋ Mɪʟʟɪᴇ Hᴏᴍʙʀɪᴅɢᴇ & Hunter Adam Cook Aɢᴇɴᴢɪᴀ Sʜᴀᴅᴏᴡ 13ᴛʜ Oᴄᴛ.
Hunter Cook, prego, seguimi... Posso darti del tu? *Domanda l'investigatrice al giovane, mentre lo accoglie nell'Agenzia e poi all'interno del proprio ufficio. Millie gli offre un sorriso gentile e con un cenno della mano, gli indica di accomodarsi su una delle poltroncine presenti di fronte alla scrivania. * Sono Millie Hombridge, la P.I. con la quale hai parlato al telefono... Piacere di conoscerti di persona e grazie per essere qui. *Dice la donna, annuendo ed accompagnando le proprie parole da gesti con le mani, come sua abitudine. Di tutti quelli che è riuscita a reperire, Hunter Cook è stato il più facile da trovare. Il suo volto è apparso su molte testate di giornale ed egli pare essere stato l'unico a venire riconosciuto dalla stampa come vittima degli eventi. "Famoso" dunque, in un certo senso. È dunque molto curiosa di parlare con lui, nonostante il fatto che molto di ciò che Hunter ha avuto da dire è reperibile dai giornali. * Posso offrirti qualcosa da bere? Un the caldo? Caffè? Acqua? *Gli domanda congiungendo le mani di fronte a sé. * Hunter Adam Cook « Certo che può darmi del tu, investigatrice. » * Interviene cordialmente il giovane Cook mentre i suoi passi lo conducono all’interno del proprio ufficio e i suoi occhi scrutano quanto sia stravagante quel posto rispetto all’eleganza, alle poltrone politiche e soprattutto al suo caro The Glorious People. Il cantante politicizzante sorride educatamente seppur si vede palesemente che è un po’ emozionato di fronte all’autorità: ha sempre vissuto in un mondo di lusso e di rispetto, di politica e di civiltà, dunque l’uniforme lo fa sentire un infante ed è consapevole di dover dare rispetto. È così che si siede soltanto quando la donna gli indica una poltroncina. Si siede, poi si risiede meglio, è un po’ agitato, ma può farcela, ha pur venticinque anni e non è uno sciocco. * « Piacere di conoscerla di persona, Mrs Hombridge. Avevo riconosciuto la sua voce ad essere sincero... Sono a sua totale disposizione. » * Dice il giovane dagli occhi intensamente nocciola mentre il suo sguardo si posa sui gesti e sull’intera figura che riempie inevitabilmente il suo campo visivo. Deglutisce silenziosamente e alla fine si rilassa, accavallando una gamba sull’altra e sorridendo. * « Oh, sì, grazie. Accetto l’offerta, ma... Preferisco ciò che gradisce lei di più, è indifferente per me. » Millie Veronica Hombridge *Su Millie Hombridge si dicono molte cose, a dipendere da chi sia a parlarne. E solo su una cosa, quasi tutti convengono: il suo lavoro. Chi in negativo, chi in positivo... Ma nessuno nega il talento della donna nelle proprie indagini. E lei stessa prova grande orgoglio nella propria carriera! Ma esiste una pecca: avrebbe dovuto affrontare quell'argomento, quella ricerca... Quella caccia, piu' di un anno e mezzo prima. Ora che si rende conto di quanti siano stati affetti, avrebbe dovuto fare di meglio, prima. Per riscattarsi, comunque, la donna ce la sta mettendo tutta per aiutare ora. Il ragazzo di fronte a lei e' stato facile da rintracciare... E non per questo, Millie si e' solamente basata su cio' che i giornali hanno avuto da dire. Gli avrebbe dato voce... Anche se piu' tardi. L'unico pensiero della Dooddrear, al momento, e' che non sia /troppo/ tardi, per tutti qui giovani. * Perfetto! *Esclama dunque la donna sorridendo educatamente al giovane, destandosi dai propri pensieri. Millie si avvia dunque a preparare due caffe', che infine riporta nell'ufficio, porgendone uno ad Hunter e poi posando l'altro sulla propria scrivania, andando a sedersi. * Dunque... Come ti ho accennato, non sei costretto a parlare di nulla, se non vuoi. Ma qualunque cosa tu decida di raccontarmi, qualunque cosa tu ricordi, qualunque... Minimo dettaglio, potrebbe aiutarmi infinitamente nelle mie ricerche. *Millie annuisce, guardando l'altro negli occhi. * Ricordati che sei in un posto sicuro, comunque... *Asserisce, assicurandosi che il messaggio passi. Perche' nonostante la sua fame di conoscenza, specie su quell'argomento, Millie non obbligherebbe nessuna delle vittime a parlare. Dunque, infine, la donna annuisce a se stessa, e schiarendosi la voce, abbassa brevemente lo sguardo sui fogli di fronte a se'. * Ovviamente, mi sto riferendo agli avvenimenti del 15 febbraio del 2019... Hunter Adam Cook * Hunter non è mai stato attratto dalle ricerche che si sono sempre mosse affinché si comprendesse cosa fosse successo, non è mai stato partecipe alla vera e propria ricerca poliziesca, piuttosto si è spogliato davanti alle telecamere per denunciare le violenze subite anche se in modo sofferto. Essere stato lacerato, aver trovato il suo corpo lacerato dalla violenza altrui, da una violenza sconosciuta era stato davvero poco carino soprattutto per lui che da sempre ha fatto del suo corpo lo strumento privilegiato del proprio io. Hunter è un ragazzo grintoso ed appassionato, ma, allo stesso tempo, non è uno che si fa molti problemi a collaborare. Nonostante ciò, quello che ha subito rientra comunque in quella scatola nera dei ricordi che preferirebbe cancellare eppure l'ardore che nota negli occhi dei poliziotti da quando ha messo piede in quel luogo non fa altro che ricordargli che potrebbe andare meglio per qualcun'altro se solo collaborasse. E ha deciso di farlo per rispetto di se stesso, per la città e per l'autorità che ha ora innanzi. A pensarci bene, il lavoro di cui il commissario Hombridge si sta occupando è delicato e alquanto complesso, le servirà tutta la collaborazione possibile e Hunter è pronto seppur in po' in imbarazzo. Sarebbe stato decisamente meglio incontrare il commissario nel suo The Glorious People, in una maniera un po' più informale. Quella ricerca di informalità arriva, però, ben presto quando il giovane riceve il sorriso altrui e successivamente anche un caffé. Sul volto del Cook si espande un sorriso mentre le sue mani corrono ad afferrare quel caffé. * « Grazie mille, è molto cordiale. » * Esclama con fare amichevole per poi bagnarsi elegantemente le labbra con quel prodotto che è assolutamente diverso dal buon caffé italiano che beveva a Milano. I ricordi invadono per un attimo la sua mente e soltanto quando la voce dell'altra dice qualcosa l'attenzione si sposta nuovamente su di lei mentre la sua schiena sprofonda comodamente nello schienale morbido della poltroncina. * « Mmh... Penso che la collaborazione, seppur tardiva, sia un'ottima soluzione per comprendere come non far accadere nulla del genere. Mai più. Insomma, parliamoci chiaramente commissario, è stata un'esperienza che nessuno vorrebbe sperimentare sulla propria pelle e sapere che queste persone o politici o qualsiasi cosa potesse essere mai stata sia ancora a piede libero è terrificante. » * E a quel ''terrificante'' Hunter non potette che rabbrividire. Non ricordava molto del fatto in sé, dei giorni di prigionia, delle torture e degli ipotetici volti, ma aveva delle foto e delle interviste che aveva fatto appena dopo tutto quel caos. Hunter era un libro aperto, uno che aveva preso parola senza aspettare, ed oggi come allora Hunter parla, parla e parlerebbe per ore intere di qualsiasi cosa. * « Grazie per il posto sicuro, ma... Non penso che Ravenfire lo sia. Voi fate il vostro lavoro con dignità qui dentro, ma lì le tenebre e l'ignoranza politica padroneggia. » * Dice, incontrando i suoi occhi, e poi quando sente quella data tutto in lui si congela, perfino il cuore. Deglutisce. * « Sì. Febbraio 2019... Ricordo che a Ravenfire vi fosse un evento.. e come al mio solito avevo partecipato perché io sono un grande amante degli eventi, ne faccio sempre parte senza nessun problema, ma sinceramente avrei voluto non avere a che fare con quel giorno... » Millie Veronica Hombridge *Millie piega le labbra in un lieve sorriso, anche se il resto della sua espressione rimane serioso; cio' che serve per la tematica di cui stanno per parlare. Non si premura nemmeno di correggere il giovane quando la chiama commissario, pensando che al momento non fosse rilevante. Certo, Millie porta il distintivo, ma il suo e' un brevetto totalmente diverso da quello di qualunque agente o detective del dipartimento. Che il suo lavoro sia egualmente importante… Ed anzi, che ella non saprebbe compierlo senza sporcarsi le mani come puo' fare con le ombre d'essere investigatrice private, su questo non vi e' alcun dubbio. * Non mentiro', ci sono davvero pochissime prove a riguardo. Ed anche se ho interesse nel trovare I colpevoli e fare luce sulla faccenda… Non ho una pista al momento, se non le poche informazioni di cui sono in possesso e le testimonianze delle vittime. Ma... Faro' tutto il possibile, per aiutare. *Non puo' immaginare cosa il giovane abbia provato, o chi come lui. E non ha mai avuto il coraggio di avvicinarsi allo spettro emotivo di Bruce riguardo tali ricordi… Perche' sa, che conoscere il suo dolore, la sua paura e la sua rabbia, cosi' intimamente come fosse propria... L'avrebbe distrutta. E cresce il senso di colpa, nella consapevolezza di non aver fatto abbastanza prima, quando forse, avrebbe potuto fare la differenza - invece che essere una caccia alle streghe - o meglio, vere e proprie ombre. L'evento… Millie non lo ricorda bene nemmeno lei. Sposata da poco, e ancora inebriata da quella sensazione… Per lei c'e' stato davvero poco dal passare a godersi l'essere una fresca sposina come mai avrebbe pensato di fare - ed il cadere nell'incubo di aver perso per sempre il proprio marito ed unico amore della sua vita. Millie sospira, abbassando lo sguardo per un istante. Solo per un momento, il pensiero che quella conversazione/quell'indagine, stia toccando aree troppo personali per lei la sfiora… Ma Millie se ne libera con una scrollata di spalle. Tornando a guardare Hunter, ella fissa lo sguardo in quello del giovane. * C'e' altro che puoi ricordare? Qualunque cosa… Dettagli del luogo in cui ti trovavi o... Delle voci che hai sentito… E, so che puo' essere difficile, ma anche se ricordi qualcosa di cio' che ti e' stato fatto… Sarebbe utile. Conosci altri? Altre persone coinvolte? *Domanda, sapendo che le sue domande sono difficili e sfiorano tematiche traumatiche per lui, come per chiunque altro… Ma non puo' fare altrimenti. E' il suo lavoro. E la spaventa, che Hunter possa darle altri nomi… Ed allungare quella sua lista gia' fin troppo lunga. *
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Da bambino a casa di mia nonna c'erano dei volumoni rilegati che contenevano tutte le avventure a fumetti di Flash Gordon, il personaggio inventato da Alex Raymond nel 1934.
Mentre sfogliavo quelle pagine, e mi perdevo nellle storie avventurose di questo eroico e biondo terrestre, nella perfidia galattica dell'imperatore Ming, nei boschi magici di Arboria e nella città volante degli uomini falco (che sono sempre stati i miei preferiti), non sapevo ancora quanta importanza avesse avuto il fumetto di Raymond, e quanta influenza avesse avuto sulla cultura popolare del Novecento.
Iniziai ad averne un'idea quando, per il compleanno di un compagno di classe, ci portarono in un cinema romano a vedere un film coloratissimo e ricco d'avventura che raccontava proprio i personaggi e i mondi di quel fumetto. Il film era ovviamente il leggendario Flash Gordon voluto da Dino De Laurentiis, uno dei film più camp della storia, diventato di culto anche per via delle sue (molte) ingenuità. Un film che, se volete fare come me e rivedere dopo tanti anni, o come la Regina Elisabetta II che lo rivede ogni Natale con la famiglia, trovate ora disponibile su Amazon Prime Video.
Flash Gordon all'inseguimento di Guerre stellari. O il contrario?
A vederla da qui, da dove siamo noi adesso, potrebbe sembrare che quel volpone di Dino De Laurentiis si fosse accaparrato di corsa i diritti di Flash Gordon nel tentativo di emulare lo straordinario successo internazionale di Guerre stellari e L'impero colpisce ancora. Eppure, le cose non stanno esattamente così.
Il produttore aveva acquistato i diritti cinematografici del fumetto di Raymond all'inizio degli anni Settanta, con l'intenzione di realizzarne un film diretto da Federico Fellini. Il quale, però, ondivago come spesso gli accadeva di essere, dopo un iniziale interesse non ci si dedicò mai.
De Laurentiis si rivolse allora a un altro grande regista come Nicholas Roeg, per rimanere però insoddisfatto dal taglio eccessivamente serioso e artistico dato a quello che, per il produttore, doveva essere un fumettone cinematografico prima di tutto ricco di humor e divertimento.
Fatto sta che, prima di trovare la combinazione produttiva giusta, e aver incassato anche un "no grazie" da parte di Sergio Leone, Dino De Laurentiis si trovò anche a rifiutare proprio a Lucas la cessione dei diritti del fumetto. Come sappiamo, Lucas reagì a modo suo, inventandosi un universo e dei personaggi che sono chiaramente debitori a quelli di Raymond, e destinati a superarli in successo e popolarità.
Un po' di Batman dentro Flash Gordon
Sul finire degli anni Settanta, stanco delle bizze degli autori blasonati cui si era rivolto fino a quel momento, Dino De Laurentiis decide di tagliare la testa al toro e di velocizzare i processi di produzione. Come regista sceglie il più anonimo Mike Hodges, inglese che aveva diretto film come Get Carter con Michael Caine e il vagamente fantascientifico The Terminal Man (tratto da un libro di Michael Crichton), e che si sarebbe piegato senza troppi problemi alle esigenze del vulcanico produttore.
Per il copione, invece, De Laurentiis volle uno suo abituale collaboratore fin dai tempi di I tre giorni del Condor, Lorenzo Semple Jr.: che è lo sceneggiatore di quel bellissimo film con Robert Redford, certo, ma anche del King Kong del 1976 e che, guarda caso, prima di dedicarsi al cinema è stato la mente creativa dietro la leggendaria serie televisiva di Batman degli anni Sessanta, quella - per l'appunto - iper-fumettistica, con gli SBAM! e gli SMASH! che apparivano a tutto schermo, e l'indimenticabile estetica ultra-camp.
Non sorprende, quindi, che anche Flash Gordon sia un film dove, a dispetto dell'ingente budget (circa 35 milioni di dollari, che hanno dovuto coprire 14 settimane di lavorazione supplementare rispetto alle 17 inizialmente previste), storia e impianto visivo sono così smaccatamente e spericolatamente pop da farlo (oggi, ma anche allora) sembrare un b-movie, e che è legato in maniera quasi sperimentale alla sua matrice fumettistica.
Flash Gordon: kolossal o B-Movie? Entrambe le cose
Di certo dal punto di vista produttivo De Laurentiis non si risparmiò. Specie, come è nella tradizione italiana, per quanto riguarda costumi e scenografie, che portano entrambi la firma di Danilo Donati. Nel cast, poi, il produttore mise assieme una leggenda come Max Von Sydow (sempre serissimo nei panni dell'imperatore Ming, a dispetto di tutto ciò che avviene attorno a lui), attrici di casa nostra come Ornella Muti e Mariangela Melato, comprimari di grande solidità come Topol, il futuro 007 Timothy Dalton, l'inglese Brian Blessed. Curioso che proprio per i due ruoli principali, quelli di Flash e della fidanzata Dale Arden, De Laurentiis si fosse dovuto accontentare di due nomi di secondo piano o addirittura terzo piano: lui è Sam J. Jones, che era noto per le sue apparizioni in déshabillé sulla rivista Playgirl, e che ha una faccia da tonno insuperabile (l'ha notato perfino mia figlia di sei anni); lei, Melody Anderson, una canadese che veniva dalla tv e che dopo questo film non fece mai più nulla di particolarmente rilevante.
Flash Gordon, anche da questi punti di vista, è un film di contrasti estremi, ingegnoso e ingenuo assieme, ambizioso e invece pronto ad abbracciare il ridicolo volontario in quasi ogni scena, desideroso di competere con Star Wars ma allo stesso tempo consapevole di quando cheap i suoi effetti speciali apparissero di fronte a quelli di Lucas, e di quanto fosse esagerato il technicolor sparatissimo della fotografia di Gilbert Taylor.
Il suo essere al tempo stesso kolossal e b-movie ha in qualche modo aperto una strada nuova nei modi produttivi del cinema americano e dei blockbuster, che da quel momento in avanti, anche per un'insieme di altri fattori, hanno sempre più ibridato gli alti valori produttivi con una serie di elementi provenienti dal cinema più povero e di genere.
C'è chi sostiene, tanto per fare un esempio, che senza Flash Gordon non ci sarebbero stati film come Guardiani della Galassia.
Ora, a parte il fatto che sarà pure stata suggestione, ma qualcosa nei titoli di testa di Flash Gordon mi ha fatto venire alla memoria certi rulli introduttivi dei film Marvel, facendo un passo indietro di un bel po' di anni rispetto al presente del MarvelVerse, è piuttosto impressionante notare una serie di analogie narrative (l'eroe in un altro mondo; la sua bella che viene bramata come nuova sposa da un cattivo dai tratti e dall'abbigliamento orientale) ed estetiche (il look del protagonista, in canotta, pantaloni attillati e stivali, per dirne una; ma anche il trucco, o l'occhio volante al servizio del cattivo, da una parte tecnologico e dall'altra organico) tra Flash Gordon e Grosso guaio a Chinatown di John Carpenter.
E curioso è pensare che, prima di scritturare il tonno Jones, De Laurentiis si era rivolto, per il ruolo di Flash, ad Arnold Schwarzenegger ma anche a Kurt Russell, che è proprio il protagonista del film di Carpenter.
Flash Gordon: un cult dai Queen a Queen Elizabeth II
Una delle mosse geniali e spiazzanti di De Laurentiis per questo Flash Gordon, fu quella di rivolgersi a una rock band (oltre che al compositore Howard Blake) per realizzare la colonna sonora del film, diventando un apripista anche sotto questo aspetto. A rendere Flash Gordon il cult pop-trash che è oggi è anche la musica dei Queen (che qualche anno più tardi bisseranno l'esperienza cinematografica con Highlander - L'ultimo immortale), da tutti identificata con la canzone intitolata, appunto, "Flash"
Una canzone che, a quanto pare, piace anche a the Queen, quella vera: alla Regina Elisabetta II d'Inghilterra, il cui film preferito, ci hanno rivelato da poco, è proprio Flash Gordon.
Pare sia abitudine della sovrana inglese di rivedere Flash Gordon ogni Natale, con la famiglia e tutti i nipotini: a raccontarlo è stato Brian Blessed, l'attore oggi 83enne che in Flash Gordon interpreta Voltano, il re degli uomini falco, quello che pronuncia la frase mitica "Gordon è vivo?", che gli viene richiesta da quarant'anni a questa parte da tutti i fan del film che incontra. Compresa Sua Maestà britannica, che ha voluto fargliela pronunciare mentre era coi i suoi nipotini per farli contenti.
Nuovi Flash Gordon in arrivo?
De Laurentiis volle un finale aperto per il suo film, per avere la possibilità di realizzare dei sequel. Né dal punto di vista degli incassi né da quello della critica i risultati di Flash Gordon, però, furono tali da spingere il produttore a mettere in cantiere un nuovo film.
Nel corso di questi quarant'anni, in ogni caso, ogni tanto è riemersa la possibilità di portare nuovamente al cinema il personaggio di Alex Raymond. Attualmente sono due i possibili progetti di un nuovo Flash Gordon: il primo è quello di un film scritto e diretto da Julius Avery, il regista di Overlord, il film che mescolafa film di guerra e zombie; il secondo è quello di un film d'animazione che potrebbe essere diretto da Taika Waititi, che al momento, però, appare impegnatissimo
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Caro Settembre
mi scuso sin da principio per essermi accorto solo ora, 7 ottobre, di doverti una lettera, così come ai tuoi fratelli estivi. Sarà che sei passato velocemente, un po’ “mordi e fuggi”.
Non credere che questa tua celerità nel transitare sopra la mia vita non abbia lasciato i solchi sulla mia percezione di emozioni e sentimenti.
Sei iniziato con una serie di fini. Con te sono finiti i campi, l’estate (che probabilmente sta ancora aspettando la sua di lettera), quel clima utopicamente e fittiziamente tranquillo e spensierato, e anche, oltre che l’irregolarità di questa estate sul confine tra la tristezza e la sonnolenza, la mia tranquillità. Ti ho aspettato per quasi tutto il semiarco finale estivo, perché mi annoiavo di me stesso e non mi soddisfacevano le lente attività che per mia volontà non facevo. E non hai tardato troppo ad arrivare, anzi. Ti sei subito concretizzato nel mio tempo. Inevitabilmente, però, con te si sono ricreate quelle situazione dalle quali mi ero congedato, che avevo spinto in parti meno centrali della mia vita, anche se, in passato, erano state il fuoco della mia prospettiva. O almeno credo. Perché devi sapere che non ho bene coscienza di che cosa sia rilevante per me e che cosa non lo sia (più), e di conseguenza né di cosa lo sia stato né di cosa lo sia ora. È come se per tutta la confusione che mi ha annebbiato gli occhi quest’estate, si fosse perduto il mio senso dell’ordine, oltre che di orientamento. E anche qui: non sono troppo sicuro di aver mai posseduto una chiara e precisa bussola che stesse ad indicarmi dove posizionare cosa per evitare il soqquadro che mi circondava effettivamente. Son cambiate le mie priorità o forse voglio solo cambiare io, senza valide e solide ragioni? Credo che a questa domanda non si possa ancora rispondere, io, ma nemmeno chi potrebbe arrogantemente pretendere di farlo.
È ritornata la scuola e mi ha caricato di stress in quantità inaspettate, devo ammetterlo. Speravo in un ritorno più tranquillo e meno teso. Però almeno posso proclamarmi vessillifero di un blasone importante per me: Gaia e io siamo sopravvissuti a quest’estate; insieme. È un fattore molto determinante per non scoraggiarmi, né riguardo a ciò che è stato né riguardo a ciò che sarà. Certo, ciò non significa che il nostro incedere a passi di danza non sia minato costantemente da nostre energie interiori pronte ad esplodere e ferire, ma confido nella maturità evoluta in tre anni di instabile e intensa amicizia.
Amicizia. Che parola strana e complicata. Diranno in molti che è sicuramente meno labirintica della parola amore, ma non mi trovo d’accordo. I meccanismi e incastri che dovrebbero caratterizzarne i ticchettii e le rotazioni necessitano di una costante cura che mi sto scoprendo disabile nel fornire. Ho la fortuna di essere vigilato da più meccanismi, bellissimi e meravigliosi, scanditi da un affetto scaturito da quel noi che si crea anche grazie a me; eppure la stabilità con tutti contemporaneamente credo di non averla mai vissuta. Ed è colpa mia. Perché, per quanto sia sempre responsabilità dei due costituenti che un binomio crolli o si sfaldi fibra dopo fibra, non riesco a non vedermi come un continuo errore in un pentagramma scritto a due mani. Errore causato da una mano a volte troppo poco attenta e a tratti troppo incapace e tremante. Non so se farsi carico di queste tutte responsabilità sia la chiave giusta per sopravvivermi, ma non riesco a non vedere in me questa realtà errante e, a volte, deteriorante. E ciò che mi è più grave è il fatto che le mie abilità da sarto nel riallacciare i brandelli strappati e stracciati, non sono mai sufficienti per chiudere le ferite. E dunque aspetto. Aspetto che sia l’altro, sicuramente più abile sarto di me, a fare il primo affondo nella carne lacerata, per autolesionismo involontario. E quindi sono pure inerme e passivo. Non credo di starmi commiserando. Forse, semplicemente, sto constatandomi. E che dolore arreca il constatarsi.
Credo sia inutile compiere salti ellittici per evitare forse il più grande problema che ha invaso il tuo albergo quest’anno.
Son stato male, credo anche tanto, dentro e fuori di me. Un anno fa ero ricolmo di gioia e affetto e speranza e propositi e dolci ricordi. Ero superstite, ed ero superstite felice di essere stato riportato alla superficie. E soprattutto grazie a lui. Quello stesso lui per il quale ho sofferto tanto invece in questi mesi. Ho lottato con lui pur volendogli bene, per portare avanti questa metaphore filée ossimorica che cuce la mia vita. E ho erto muri; gli stessi che avevo fatto crollare con un sol colpo al chiudersi dell’estate passata. Sia chiaro che non mi credo unico responsabile di ciò, perché non posso dimenticare la solitudine che ho provato aspettandolo e la rabbia che ho sentito bruciarmi dentro quando mi ha lanciato un abbraccio in un’occasione nella quale per me era impossibile ribellarmi. Non riesco a staccarmi dalla memoria il totale rifiuto che ho provato anche solo nel salutarlo e la repulsione che giorno dopo giorno mi è rinata dentro. Son forse consapevole di essere stato un impreciso seminatore, che piantando girasoli e, col passare delle stagioni, stancato di non vederli spuntare, ha iniziato a desiderare orchidee. E ho sbagliato e me ne rendo conto. Eppure quel nostro giardino non era solo mio; credo sia ancora più pesante rendersi conto che ciò a cui io attribuivo “nostro” non lo era più di tanto. E allora ci siamo lanciati terra addosso, per poi io ritornare a scavarmi una fossa lontana da lui e lui a infastidirmi puntandomi la zappa addosso. Davvero non so che sia stato tutto ciò; non voglio tanto meno pensare allo stato di quel terreno che ho e abbiamo lasciato. Anche perché la consapevolezza che io abbia scambiato erba sintetica per frutto del nostro lavoro mi fa dubitare della capacità di cooperazione tra di noi.
Dubito.
Non smetto mai di dubitare. Dubito di amicizie chiamate tali ma verificatesi altro; di fiducie mal riposte; di sopravvalutazioni; di personali consapevolezze.
Dubito.
Caro Settembre, spero di poterti riscrivere, meglio e meno dubitoso. Forse vi scrivo (a voi fratelli mesi) perché non potete essere dubitati più di tanto. Eppure siete così effimeri. Siete poi solo il prodotto di un costrutto sociale. Sarà che mal ripongo le mie sicurezze in qualcosa che è puro dubbio?
8 ottobre 2018
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“ 𝙉𝙪𝙫𝙤𝙡𝙚𝙩𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝙡𝙪𝙜𝙡𝙞𝙤. “
( Aberdeen, 30.07.2018 ) “ Questa rientrerà tra le lettere del secondo mese e ti devo dire la verità: ho un po’ paura. Mi dirai di non averne e mi ripeterai che tu sei qui per rendermi felice. Io ti crederò, sul serio, ma sai già che la mia testa crea dei film e paranoie che sono difficili per me da mandare via. La verità è che ho paura perché ogni persona a cui mi sono avvicinata e con cui ho cercato di avere una relazione se ne è andata dopo i primi due mesi. È una coincidenza su cui io faccio delle battute perché fa ridere, ma se poi mi soffermo a pensarci seriamente non mi fa così tanto ridere. Tu sei diverso e lo sento, lo vedo, ma la paura di essere abbandonata è costante dopo tutte le delusioni avute. Credo sia normale, mi viene automatico sentirmi così anche se so di dover andare avanti e superarla. Ci sto provando sia per me stessa, sia per te, perché non meriti in alcun modo di essere paragonato ad altre persone, non meriti di sentirti sempre come se dovessi dimostrarmi qualcosa per farmi stare tranquilla. A volte il mio cervello dimentica che finalmente il mio corpo viene abbracciato e tenuto al sicuro da braccia forti, fedeli e sincere come le tue e non da braccia che sanno trasmettere quella terribile tossicità di un rapporto che non funziona. Amo quando mi tieni stretta al tuo corpo e quando di notte diventi la mia coperta, perché mi fai sentire protetta, mi fai sentire come se fosse tutto giusto e corretto. È sano. Questo rapporto che abbiamo io e te è sano ed è la cosa più bella che io abbia mai potuto avere nella mia vita. Ho imparato a stare da sola, a breve mi trasferirò in una casa tutta mia e non ho paura di vivere con il silenzio. L’unica paura che ho al momento è quella di perdere l’amore che finalmente sono riuscita a provare per la primissima volta in ventitré anni. È un amore puro, dolce, giusto, quello che ti sorride e che ti fa sorridere. Ed io non voglio vederlo andare via, non voglio vedere andare via te. Il secondo mese per me è diventato simbolico, un punto critico, quindi lo sto vivendo con un po’ d’ansia e con il timore che tu conoscendomi sempre di più possa trovare, come gli altri, qualcosa che non vada in me. Ancora una volta, non meriti questi paragoni, non meriti questo mio modo di creare parallelismi con il passato, perché mentre penso queste cose, credo anche che tu tra tre, dieci, quattordici mesi sarai qui con me ed è un mix di sentimenti assurdo e confusionario. Io non credo ci sia qualcosa di sbagliato in me, in qualche modo riesco ad avere una briciola di autostima e mi sento perfetta per te. Mi sento la tua parte mancante, il tuo pezzo di puzzle complementare (com’è banale questa frase, eh?), mi sento semplicemente tua. Sono davvero tua come tu sei mio. Ed io ho l’ansia per queste secondo mese, ma allo stesso tempo ti voglio ringraziare perché nonostante l’inutile paura, durante questo secondo mese che stiamo ancora vivendo, io ti sento vicino come il primo giorno. E ti amo per questo, profondamente. “
( Dublin, 03.08.2018 ) “ Stavo pensando che queste nuvolette un po’ mi confondono perché dovrebbero essere del mese di luglio, ma sono anche di agosto, quindi non so se sto facendo bene i calcoli e tutto, ma spero di sì. Che poi, alla fine, le leggi solo tu, quindi cosa importa se sbaglio? Stavo pensando anche ad altre cose, quindi le scrivo mentre tu dormi. Mi addormento sempre dopo di te e mi annoio ogni volta perché non so mai che fare, non so chi prendere in giro, non so chi provocare. Allo stesso tempo mi piace il fatto che tu ti addormenti prima di me, perché mi piace pensare di notte e mi piace guardare come riposi beatamente (non in maniera inquietante). Non puoi saperlo, quindi te lo dico io che quando ti addormenti ti abbraccio o ti accarezzo piano la pelle perché nella mia testa se faccio questi piccoli gesti teneri, tu li senti e fai bei sogni. Non credo che questa cosa possa avere alcun senso, ma mi auguro che tu ogni notte possa dormire sereno a tal punto da svegliarti bene e rilassato. Ora, però sono seduta sulla sedia per scrivere sulla scrivania, ogni tanto mi volto per guardarti perché mi aiuta a trovare le parole da mettere su questo foglio bianco. Oggi ho pensato di essere estremamente felice e lo sono per merito mio. Credo sia uno dei più grandi obiettivi mai raggiunti, quindi sono molto soddisfatta di me stessa. Tuttavia credo che una parte del merito debba spettarti di diritto. Te l’ho detto a voce, ma te lo scrivo lo stesso: tu mi rendi una persona migliore. Ogni piccolo momento buio percepito da quando sei entrato nella mia vita si è trasformato facilmente in un momento di luce. Hai questa capacità meravigliosa di farmi ragionare, di farmi vedere le cose da un’altra prospettiva. Non mi giudichi, mi spieghi, mi stai vicino. Credo che quesi undici anni di differenza che ci separano sono forse uno degli aspetti migliori della nostra relazione, perché sei maturo e fai maturare anche me. Mi fai crescere, sono diventata una donna da sola, ma tu stai rafforzando il concetto di “donna” e della persona che sono. Tu dici di non fare nulla, e invece fai tutto. Fai qualsiasi cosa. Mi fai sentire amata ed è una sensazione meravigliosa. Non pensavo di poter mai empatizzare così tanto con qualcuno, ma con te è successo e sei il mio sorriso, quello che indosso ogni giorno. Ti guardo e ti amo semplicemente, perché esisti e ci sei davvero. Devo ammettere di avere il terrore di finire per scrivere sempre le stesse cose in queste lettere, per questo cerco di scriverle solo quando capita qualcosa che mi fa riflettere più di tutto il resto. Ora sto scrivendo perché stai dormendo nel mio letto, quello in cui ho dormito per anni prima di andare a vivere a New York. Dormi nella mia camera di quando ero adolescente, nella casa dei miei genitori. E sto pensando di amare ogni singola cosa di questa piccola vacanza che ci siamo concessi. Stai nel luogo della mia infanzia e della mia crescita, nel mio luogo felice. Sei nel mio spazio personale e vorrei che tu ci restassi per sempre, perché mi fa un bell’effetto, mi rende felice. Mi piace come parli con i miei genitori, mi piace come leghi con mia sorella. Sei tremendamente educato e non mi interessa se questo ti fa sentire come se tu avessi la puzza sotto al naso, ma la tua eleganza mi fa esplodere il cuore. La tua compostezza e discrezione mi fanno innamorare. Il tuo essere scherzoso e simpatico per appoggiare le battute di papà mi fanno sentire come se finalmente la nostra famiglia fosse al completo. E in realtà non c’è alcun dubbio, ora che ci sei tu la famiglia È al completo. Sei anche tu il mio posto felice. “
( Dublin, 04.08.2018 ) “ Ho questa grandissima necessità di scrivere anche oggi perché mi hai detto qualcosa di importante e voglio “documentarlo”. Voglio metterlo per iscritto, perché tra qualche anno voglio ricordare questo giorno e sorriderti. Non mi hai detto “ti amo”, questo livello lo abbiamo già superato, quindi niente di sdolcinato. Mi hai parlato di tuo padre e della tua famiglia, mi hai aperto il tuo cuore nella maniera più completa possibile. Agli occhi e alle orecchie sono subito risaltate la tua fragilità, la tua sensibilità e la tua sincerità. Sei un uomo così completo, Howard, vorrei tu potessi sentirti sempre grande e virile quando hai gli occhi un po’ più dolci, un po’ più vissuti. Sei estremamente bello quando mi parli, quando ti confidi. Mi fai sentire dentro di te, nel tuo cervello e nel tuo cuore. Oggi ti ho capito e stranamente ho provato un affetto particolare nei confronti di tuo papà. E non dico “padre”, perché mi sembra così autoritaria e distaccata come parola che io vorrei che tu riuscissi a sentirlo vicino anche con un termine semplice come “papà”. È più affettuoso, non trovi? Ed io credo sia importante sentire vicini i propri genitori, anche con le parole, perché sono fondamentali per la nostra esistenza. Oggi ti ho un po’ capito perché ho vissuto con Riley tutta la mia vita e credo che anche lei abbia passato quella terribile fase dell’adolescenza in cui voleva urlargli contro “non sei mio padre”. Non l’ha mai fatto, credo che la sua anima un po’ meno ribelle della tua l’abbia bloccata dall’esternare questo pensiero che io a volte leggevo nei suoi occhi. Non lo so cosa hai passato, non conosco la confusione che hai avuto, non so neanche come tu sia riuscito ad accettare fino in fondo questa realtà che ti è stata imposta, ma ho provato a mettermi nelle tue scarpe e mi sono innamorata ancora di più di te, perché da quanto ho potuto capire, sei un essere umano coraggioso e meraviglioso. Sei tutto ciò che di bello c’è nel mondo. Ed io non giudicherò mai te o la tua famiglia, perché chiunque sia stato a farlo, ti ha cresciuto alla perfezione, ha buttato basi solide per far sì che al mondo esistesse un Uomo completo come te. Ed io sono molto fiera di dire che tu sia il /mio/ Uomo. “
( New York, 08.08.2018 ) “ La data di oggi è buffa, hai visto quanti otto? Scrivendola mi è venuto in mente il tuo solito modo di dire “otto orizzontale” per dirmi che mi ami e mi amerai all’infinito. È una coincidenza molto carina il fatto che mi sia messa seduta a scriverti proprio oggi, non trovi? Avrei dovuto farlo prima, ad essere onesta, perché ho pensato di provare a scriverti ogni giorno, ma so già che non sarò mai così costante. A volte avrò da fare, altre mi farà male pure guardare il foglio di carta. Ora mi sto un po’ sforzando perché non voglio parlare con nessuno di questo fatto e posso farlo solo con me stessa. So che poi tu leggerai queste parole, ma non è rilevante, rimarranno un segreto, saranno nuvolette solo nostre e non mi vergogno di farti sapere ciò che penso. Oggi è stato difficile e immagino lo sia stato soprattutto per te. Non ti ho sentito per niente e ho avuto una fitta allo stomaco tutto il tempo. Ho cercato di distrarmi, quindi ti racconterò la mia giornata e conto sul raccontarti anche ciò che farò nei giorni a venire per renderti partecipe della mia vita: oggi sono andata da Anastasia, c’era anche Eryn. Sono stata bene con loro, mi hanno fatta un po’ ridere e come inizio di giornata non sembrava male. Devo essere onesta: ho un po’ faticato a ridere, ma in qualche modo l’ho fatto perché dovevo davvero provare a sentirmi meglio. Dopo pranzo ho visto Samuel. Ora penserai “Quindi io me ne vado e tu corri dal tuo ex?”, ma è chiaro che se io fossi corsa da lui non starei qui a scrivertelo. Mi serviva un’altra distrazione e lui è la persona migliore in questo campo, sai? Sa sempre come far sorridere qualcuno anche in momenti tragici. Gli ho dato il regalino fatto per suo figlio, alla fine gli ho comprato due “cuscini” (o peluche, non so come definirli..): uno a forma di sole, uno a forma di luna. Erano troppo carini per non prenderglieli. Sono tornata a casa di sera e.. Ed è stato triste. Non voglio che il tuo cuore si spezzi, ma lo sai da te che è una questione triste. Vorrei dormire, svegliarmi e leggere sul calendario “22 agosto”, perché sto cercando di capire come sopportare due settimane in questo modo e non trovo una soluzione. Non credo ce ne sia una, in realtà. A proposito, mi ha scritto la tua amica Khloe. È stata carina, credo l’abbia fatto di proposito perché sa che sei partito e voleva darmi sostegno morale. Credo anche che lei oggi mi abbia aiutato almeno un minimo, mi ha fatto piacere conoscerla. Tuttavia qualsiasi tipo di sostegno morale non mi aiuterà mai a colmare il vuoto che sento o a sopportare con maturità la mancanza che sento di te. E niente mi darà sicurezza quanto la tua presenza davanti ai miei occhi e tra le mie braccia. Vorrei poter avere altro da scrivere, questa lettera fa così schifo che mi vergogno persino a chiamarla tale, ma è davvero tosta, Howard, è difficile mettere nero su bianco questi pensieri e sentimenti che ho. Vorrei solo che tu fossi qui. “
( New York, 09.08.2018 ) " Mi ritrovo a scrivere sempre di notte, forse perché durante il giorno sono più impegnata e non ho davvero un attimo per stare ferma a riflettere. In questi giorni ho realizzato che avere una lista infinita di cose da fare mi aiuta a pensare di meno, ma ho anche realizzato che la notte è la parte più difficile. Non riesco a dormire, fisso sempre il soffitto, mi rigiro nel letto e non smetto neanche per un secondo di pensarti. Mi chiedo cosa fai, come ti senti, se hai l'ansia o se sei concentrato talmente tanto da non sentirla. Mi chiedo se ti sei fatto male o se il tuo corpo è ancora integro e vorrei stare lì per dirti che qualsiasi cicatrice o rottura non cambierebbe ciò che provo per te. Credo sia un pensiero un po' sciocco al momento, ma esistono persone che si vergognano di mostrare le proprie cicatrici ed io non vorrei mai farti sentire come se tu dovessi provare imbarazzo per quei segni indelebili. Mi chiedo se sia già successo qualcosa di grave, se i tuoi occhi abbiano già visto cose che non avrebbero dovuto vedere e, di nuovo, vorrei essere presente e al tuo fianco per ricordarti ciò che di bello c'è nel mondo, ma tu, dopo aver visto il peggio, saprai sorridere anche per dell'acqua potabile che fuoriesce dal rubinetto e ti basteranno poche cose per capire che al di fuori da quei campi distrutti ci sono una miriade di fiori. Mi chiedo tantissime cose ora che c'è silenzio e non ho nulla da fare. Ho passato tutta la giornata (anzi, metà perché una parte l'ho spesa al mare cercando di aiutare il cervello a tranquillizzarsi) a pulire casa per distrarmi, sai? L'ho pulita da cima a fondo, sentendo il mal di schiena e le gambe doloranti a fine giornata. Avevo anche le mani distrutte per i detersivi. Ho messo i guanti - so che ci stai pensando -, non ho idea di come si siano rovinate, ma ora va meglio, ho messo la crema e sono di nuovo morbide. Passare la giornata a pulire mi è stato utile, ma non del tutto, perché sei una costante. Sei il mio pensiero fisso e vorrei poterne essere felice, vorrei poter dire con un sorriso che si tratta di qualcosa di romantico, ma non c'è nulla di romantico perché sono pensieri preoccupati, ansiosi, nervosi. Non riesco a pensare di baciarti o di tenerti per mano o addirittura di fare l’amore con te, perché non posso permettermi di avere queste immagini solari e dolci mentre tu stai lì a rischiare la vita, quindi le mie nuvolette sono nere e grigie, anche viola, perché il viola è un colore che detesto. Come detesto il fatto che tu sia lontano da casa. Vedo tutte queste coppie felici e spensierate, vedo le frasi che si dedicano, le foto che postano e oltre ad essere terribilmente contenta per loro e per questo amore nell’aria, penso solo a te e a quanto mi manchi. Te lo giuro, Howard, mi manchi talmente tanto che a volte mi sento come se mi mancasse l’ossigeno nei polmoni. Sembra che io dipenda da te, ma la verità è che questa mancanza è amplificata dal fatto che ti trovi in un posto di merda, con gente di merda, che fa cose di merda ed io non posso e riesco a stare in pace con me stessa. Sento la tua mancanza perché vorrei poterti stare vicino mentre devi affrontare tutto quello schifo, per ricordarti che non c’è solo schifo nel mondo. Mi manchi perché non è quello il luogo dove devi stare, non ti appartiene minimamente, sei troppo umano per stare in mezzo a chi di umanità non ne capisce nulla. So che vuoi fare del bene, sai anche che io non condivido questo modo di fare del bene, ma puoi scommettere quello che vuoi sul fatto che io mi senta orgogliosa di te. Non per quello che pensano tutti, non perché stai lavorando per gli Stati Uniti, non perché vai in guerra e dovresti automaticamente rappresentare un “eroe”, ma perché sei un umano che sta lì più per difendere il popolo sottomesso a cui hanno imposto la guerra, che per fare guerra tu stesso. Sono fiera di te perché sai come si preme un grilletto, sai come si prende la mira, ma sai anche quando non usare un’arma e abbassarla perché conosci il valore di una vita e sai che è un otto orizzontale. Trovo comunque una certa difficoltà nell’accettare tutto questo, perché sei buono, sei un’essere umano e - come te, anche molti altri - non dovresti rischiare la vita. Un pensiero utopistico che continuo a ribadire, perché è tutto così assurdo. La notte è più tosta perché sono da sola, non c’è nessuno con cui parlare, con cui scherzare - come se mi andasse -, non c’è nessuno con cui potermi distrarre, con cui cambiare aria. Sono semplicemente io, sto da sola con la mia testa ed è tragico. Sono sola perfino con il mio corpo, perché non dormo con persone diverse da te. Di notte non mi farei mai abbracciare da qualcuno che non sia tu, perché le tue sono le uniche braccia che voglio intorno a me, il tuo respiro sul mio collo o sulla mia fronte è ciò che vorrei sentire, ma mi sto accontentando della tua maglia che utilizzo come pigiama. Non durerà mai due settimane, dovrò metterla a lavare prima, ma ho altre tue maglie nel mio armadio e anche se non profumano più di te, le userò comunque, almeno sei con me in maniera differente. Alla fine ieri ci siamo sentiti, per poco, ma è successo e ho tirato un piccolo sospiro di sollievo. Ora sono di nuovo ventiquattro ore che non ho tue notizie e sto guardando dei video sulle balene, magari mi aiutano a non farmi prendere dal panico. Non aiutano molto, se vuoi saperlo, ma in qualche modo devo pur sopravvivere e sto cercando mille modi per farlo. Nel frattempo mi manchi e non vedo l’ora di rivederti qui, dove nessuno può farti del male. "
( New York, 12.08.2018 ) “ Pensieri dell’1:49: · Sei la persona che mi fa ridere di più e senza troppi sforzi, anzi, senza nessuno sforzo; · I tuoi abbracci sono i migliori, hai il corpo più caldo, le braccia più accoglienti, sei davvero la mia casa; · La tua voce è calda, profonda e mi fa avere diversi mood. Mi fa intenerire, mi attira, mi fa venire caldo (molto caldo quando è profonda), mi tranquillizza, mi fa sorridere, mi fa sentire a casa; · La tua risata è contagiosa, buffa e musica per le mie orecchie; · La tua esistenza mi rende il cuore più leggero e più felice; · La tua presenza è fondamentale. Quando non ci sei crolla tutto. “
( New York, 19.08.2018 )
“ Caro Howard,
Questa lettera la imposterò come mi hanno insegnato a scuola perché ho questa strana voglia di risultare formale e di scrivere correttamente almeno per una volta. Vorrei chiederti scusa con largo anticipo se prima o poi terminerò le parole e non avrò più lettere da regalarti ad ogni mesiversario, ho il terrore di non riuscire a mandare avanti questa mia iniziativa e mi sento come se mi fossi intrappolata da sola in un vicolo senza uscita. Detta così sembra qualcosa di soffocate e pressante, in realtà è tutto frutto della mia testa e sto sbagliando a vederla in questo modo. So che non ti arrabbierai mai e che non sarai dispiaciuto se un mese dovessero non esserci dei miei scritti, ma a me piace essere precisa, è per questo che forse sento un po’ d'ansia. Al contempo credo che non mi stancherò mai di scrivere di te e per te, mi dai sempre motivi per pensare, per riflettere e finisco sempre per mettere tutto nero su bianco. Ho deciso di incastrare il mio amore per te tra l’inchiostro e il foglio bianco a righe, perché ti meriti di leggerlo e di sentirlo anche quando saremo vecchi e saremo troppo stanchi per poter essere in grado di ricordare per filo e per segno ogni frase pronunciata oppure ogni pensiero avuto. Ti meriti di leggere queste parole e di farle tue, perché se le tenessi per me stessa rimarrebbero solo mie nuvolette, mentre devono essere condivise. Sei costantemente nei miei pensieri e credo sia qualcosa di meraviglioso e tragico allo stesso tempo. Mi sono bastate due settimane per capire che io senza di te non posso più respirare e se tu per caso decidessi di andare via dalla mia vita impiegherei un’eternità per riprendermi. In realtà non mi sono bastate due settimane senza te, già il primo giorno ho sentito il mondo crollarmi addosso, il corpo pesante, il viso bagnato e una tristezza lacerante. Come sempre ti dico che questa è un’iperbole dovuta al tuo lavoro, dovuta al posto in cui ti trovi. Nessuna lacrima sarebbe scivolata lungo la mia guancia se tu fossi stato alle Hawaii con un tuo amico. In quel caso sarei stata sconvolta di vederti in un posto caldo e ti avrei mandato tante foto dei miei sguardi inquisitori e disagevoli. E forse sarei stata anche gelosa di tutte le belle ragazze e bei ragazzi con la possibilità di guardarti prendere il sole in costume. Tralasciando le sciocchezze e i momenti tristi, vi sono infinite lezioni imparate in queste due settimane di cui non farò un elenco immediato, ma ti spiegherò in maniera diversa ed esaustiva ogni cosa e forse, alcune, te le racconterò semplicemente continuando a vivere al tuo fianco quando sarà il momento giusto di parlarne. Ho imparato ad aspettare e ad essere paziente, anche se queste cose le sapevo già fare sono diventata ancora più brava a gestirle. Ho conosciuto i tuoi spazi, le tue necessità, la tua tristezza e ho imparato a leggere i tuoi occhi. Volevo entrarci piano, lentamente, con i piedi di piombo perché gli occhi sono fondamentali, ma mi sono innamorata dei tuoi istantaneamente e vorrei proteggerli dal mondo intero. Riesco a leggerli e a capirli, a volte questa capacità mi fa paura, altre vorrei solo poterti prendere il viso tra le mani e baciare i tuoi occhi, le palpebre chiuse e far assorbire loro l’amore che porto sulle mie labbra per te. Lo porto come se fosse un rossetto o un burro di cacao, però è meglio di qualsiasi trucco perché non va via e rende le mie labbra morbide e soffici pronte a regalarti emozioni e calore. Vorrei baciarti ogni parte del corpo. Ho imparato che se mi stai lontano, io ti desidero ancora di più ed è estenuante in alcuni momenti. Ora la tua mente potrebbe inciampare in immagini decisamente piacevoli e soddisfacenti per i nostri corpi, ma ciò che intendo io è forse un desiderio più semplice, delicato e mentale, che solo dopo potrebbe sfociare in qualcosa di passionale sul serio. Baciarti ogni parte del corpo implica spogliarti e a me questa sembra già un’ottima idea. Oltretutto, il verbo “spogliare” è forse uno dei migliori, non trovi? Privarti dei tuoi vestiti lentamente e alternando il mio sguardo tra i tuoi occhi e il tuo corpo mi rende inquieta, mi fa agitare il cuore, aumenta i battiti, ho le palpitazioni, perché proprio tu come persona sei un'emozione straordinaria. Toglierti gli indumenti di dosso non è semplicemente renderti nudo, è anche un gesto di fiducia che ci lega sempre di più, perché il corpo è personale e se tu mi dai il permesso di guardarti mi stai regalando parte di te, parte della tua mente, la tua intera fiducia. Ti spoglierei sempre, ti sfilerei la maglia o la camicia in ogni occasione possibile per poter posare le mie labbra sulla tua pelle, per baciartela con estrema cura, per baciarti ogni eventuale cicatrice che potrai riportare. Non mi interessano le imperfezioni della tua pelle, bacerei anche quelle per ore e ore. Ti spoglierei dei tuoi pantaloni e non vorrei finire per scrivere una lettera tendente al porno, ma immagino possiamo concordare entrambi sul fatto che solo rimanendo in boxer saresti lo spettacolo più bello e grande del mondo. Del mio mondo, per l'esattezza. A volte le persone sottovalutano queste azioni, come se fosse quasi scontato il dover spogliare il proprio compagno di vita, come se fosse dovuto, quando in realtà il consenso – almeno secondo me – è qualcosa di estremamente sexy, perché è l'ennesima prova di fiducia. Molto spesso le persone dimenticano che anche gli uomini potrebbero non essere consenzienti, ed ecco perché quando mi permetti di toglierti i pantaloni – o i boxer – io mi sento come se mi stessi facendo entrare nella tua testa: mi dai il consenso con i tuoi occhi e mi regali la tua anima senza rivolerla mai indietro perché sai quanto sono delicate e discrete le mie mani su di te e con te. “Vorrei baciarti ogni parte del corpo” e questo implica che voglio te nell’insieme, voglio ogni parte di te, voglio anche il più piccolo dettaglio, e mantenendo la storia del consenso, mi sentirei onorata di spogliarti completamente e di averti nudo davanti ai miei occhi e sotto il mio tocco. Ti tratterei con estrema cura e attenzione come si trattano quegli oggetti fragili, perché il tuo corpo è un tempio sacro che va saputo amare con calma e pazienza, con dolcezza e passione. Poserei le mie labbra su di te non con scopi particolari (più o meno), ma semplicemente con la voglia di essere presente ovunque, con la voglia di regalarti dei brividi e di farti capire che non venero solo la tua mente, non ho solo il tuo cuore, ma amo e rispetto anche il tuo corpo. Ed è ciò che ho imparato non avendoti intorno, perché semplicemente sfiorarti mi manca come l’aria. Le persone intorno a te tentano di toglierti la dignità in qualsiasi modo, ti potrebbero toccare con delle armi o direttamente a mani nude non avendo alcun rispetto nei tuoi confronti, mentre io ho imparato ad amare il tuo corpo nel modo giusto perché l’ho avuto vicino e l’ho visto mentre me lo portavano via facendomi sentire la sua assenza. Ti bacerò ogni parte del corpo quando sarai di nuovo tra le mie braccia, perché sei un tesoro, un essere prezioso, un’anima pura con un corpo straziato almeno quanto la mente che va amato fino alla fine dei suoi giorni. Ed io sono qui fino alla fine dei nostri giorni, perché ho capito che non importa quanto tempo starai via durante le missioni, io ti amo e ti amerò continuamente, ogni giorno di più, ogni mese di più, ogni anno di più. Quando mi hai fatto vedere il tuo corpo durante la video-chiamata ho sospirato. Era un sospiro di sollievo, ma allo stesso tempo mi sono intristita, perché sembravi stare bene, ma sapevo che ti servisse un abbraccio o avere semplicemente il mio corpo contro il tuo per risollevarti. Ti voglio chiedere scusa per come sono fatta anche se forse non dovrebbe essercene il bisogno, ma sono una persona fisica e non penso di poter mai cambiare questo mio aspetto. Ho scritto fin troppe righe riguardo il contatto fisico, ma lo sai, per me non è solo una questione carnale, per me stare nuda attaccata al tuo corpo significa che siamo una cosa sola in tutto e per tutto ed è l'atto d'amore più puro esistente. Non credo mi giudicherai mai per questa mia caratterista e sei una persona da cui cerco sempre di prendere esempio, perché amo da impazzire come i tuoi occhi e le tue orecchie si posano solo su questioni importanti e non metti bocca su cose che non ti riguardano minimamente. È per questo che grazie a te ho imparato a rispettare il tuo lavoro, a non inventare battute squallide, a non guardare con occhi giudicanti coloro che indossano le divise mimetiche. Ho imparato a rispettarlo, perché farlo equivale a rispettare te e mi stai facendo vedere ciò che fai da un altro punto di vista. È una prospettiva a cui non avevo mai fatto caso e mi rassicura, mi ha fatto capire che c’è chi vuole fare del bene sul serio, tipo te.
Ho imparato ad apprezzare le piccole cose più di quanto non lo facessi già, perché quando tornerai da me amerò anche avere le tue dita intrecciate con le mie e questo non risulterà più un gesto automatico fatto per far capire agli altri che siamo una coppia. Sarà un piccolo gesto che mi farà capire che sei con me e mi sei accanto in tutti i sensi.
Ho imparato a cedere alla tristezza e a non farne un dramma, perché è un sentimento che esiste e deve esistere per conoscere poi la felicità. Avrei voluto nascondere le mie nuvolette nere, ma immagino tu debba vedere anche quelle, perché non sono solo un arcobaleno, non lo sono quando tu stai in un posto tremendo con persone cattive e crudeli intorno. Non è facile vivere quando non puoi difendere e proteggere chi ami, soprattutto quando la crudeltà umana va oltre te stessa ed è così grande da schiacciare anche te. Non è facile starti lontano, non è facile niente di niente e mi sono aggrappata con tutta la mia forza ai momenti felici avuti con te finora per poter sorridere durante queste due settimane ancora non concluse. Ciò che si è concluso oggi è stato il nostro secondo mese di relazione. Io credo di avere una sorta di sfortuna che riguarda il secondo mese di ogni relazione, quindi avrei dovuto immaginare che anche con te sarebbe andata a finire “male” in qualche modo. Oggi non ci sei ed io sto qui a scriverti una lettera perché non è colpa tua e non vorrei mai e poi mai che tu i sentissi in colpa per questo motivo. Non ci siamo lasciati e non è nei nostri piani farlo, quindi questo secondo mese lo vivo con serenità e tirando un sospiro di sollievo perché mi ami ancora e mi vuoi ancora. Lo vivo pensando che sei il primo a farmi sorridere e a farmi credere di voler passare la mia intera vita al tuo fianco. Lo vivo pensando a quando volevi aspettare i due mesi prima di chiedermi di stare insieme perché così mi sarei fidata di te sul serio. Sei un uomo di parola, mi sono fidata prima del dovuto perché sono fatta così e perché i tuoi occhi mi sono sempre sembrati sinceri. In due mesi ho capito varie cose, per esempio che non sei tutto ciò che ho sempre desiderato, perché questo implicherebbe avere un‘idea precisa del tipo di ragazzo che voglio e che ho cercato per anni, mentre non è stato così perché sei entrato nella mia vita in maniera casuale e non ti stavo minimamente cercando. Sei arrivato stravolgendo tutti i miei piani, perché sei esattamente tutto ciò che è compatibile con quello che sono io. Sei il mio pezzo di puzzle mancante, sei la mia metà, sei l’oceano in cui io - una piccola balena - nuoto felicemente. E questo tipo di amore non lo si trova avendo dei canoni in testa che un ragazzo dovrebbe rispettare. È un tipo di amore che arriva nella vita e basta, viene da solo quando meno te l'aspetti e ti fa sorridere l'anima.
In due settimane mi sono resa conto di essere innamorata di te sul serio. Non avevo dubbi a riguardo, sia ben chiaro, ma capisci che in alcuni momenti questo sentimento diventa sempre più chiaro e palese, quindi ho capito di aver perso la testa per te. Forse “ho perso la testa” non è esattamente il modo di dire più azzeccato, non ho perso la testa, anzi, sei riuscito a metterla sulle spalle e a farmi crescere nella maniera che desideravo. La mia vita ha preso la piega giusta grazie a te, mi hai insegnato così tanto da maggio ad oggi e non voglio smettere di imparare. In queste due settimane mi sono sentita scombussolata e vuota, mi sono sentita e mi sento bloccata perché senza di te è come se fossi in grado di vivere, ma solo a metà. Quindi in conclusione c'è da ammettere che mi manchi. Mi manchi ogni giorno di più. Oggi è il diciannove e mi manchi ancora di più perché lo avevo immaginato insieme a te questo giorno, ma ti sto baciando nella mia testa e so che tu, nella tua, stai ricambiando e mi stai abbracciando stretta al tuo corpo.
Mi manchi più del dicibile e mi auguro che tutte queste lettere di luglio, chiuse in bellezza con questa che ora stai leggendo, ti piacciano. Spero ti facciano sorridere nonostante la malinconia come linea guida in ognuna di esse. Spero ti facciano capire quanto tu sia importante per me.
La tua sola esistenza è tutto.
Ti amo come non ho mai amato prima,
Andrea. “
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