#segr
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Haute-Brise manor house in Segré, Anjou region of France
French vintage postcard
#briefkaart#haute#photography#vintage#tarjeta#postkaart#french#postal#segr#photo#brise#postcard#historic#carte postale#anjou#region#ephemera#manor#sepia#france#ansichtskarte#postkarte#house#segré
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/ Kelly Segre, Nettie Harris, 2010
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Volkswagen Karmann Ghia Coupé Studie, 1962. Designed by Luigi Segre, responsible for styling the original Type 14 Karmann Ghia, who had been commissioned by Wilhelm Karmann Jnr to update his design. However the 7-year-old Type 14 continued to sell well and VW also had the new Type 34 Karmann Ghia up-market from the Type 14 so felt the update was unnecessary.
show photographs by Hog Troglodyte on Flickr
#Volkswagen#Volkswagen Karmann Ghia#Ghia#design study#1962#prototype#Volkswagen Karmann Ghia Type 14#Type 14#1960s#rear engine#air cooled#boxer engine#Luigi Segre
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pick a best friend
You know that meme where they show you different outfits and you think of names of the people who would wear them and talk about their personalities?
I have no idea how true this is but pick a Rad Lab "boy"
(P.S. I love how I'm catering to one person like I have five followers but @un-ionizetheradlab is the only one who seems to care /lh)
#manhattan project#rad lab#uc berkeley#ernest lawrence#j robert oppenheimer#luis alvarez#edwin mcmillan#glenn seaborg#emilio segre#chien shiung wu#robert wilson#pick a best friend
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Dejavu.
Non si invochi questo per raccontare quello. Non si paragoni uno schifo per descriverne un altro.
D'altra parte le macchine non ragionano.
#zombie#società#società malata#liliana segre#svegliatevi#aprite gli occhi#diavoli#sistema#manipolazioni#dittatura#schiavi#discernimento#mass media#illusioni#genocidio#olocausto#bugiardi#politica#mondo marcio#robot
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Trattengo in bocca le cose da dirti e la lingua c’inciampa perché devo parlare con altri d’altro che non sei tu.
Mi ronzano sul palato come api le cose da dirti e la mia bocca è un’arnia inviolabile.
Anna Segre, Corpo vivo
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Trattengo in bocca le cose da dirti e la lingua c’inciampa perché devo parlare con altri d’altro che non sei tu. Mi ronzano sul palato come api le cose da dirti e la mia bocca è un’arnia inviolabile.
.🦋.
🔸Anna Segre
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Les Pères de la Karmann Ghia : le designer Wilhelm Karmann (à gauche) et le designer Luigi Segre. - source Cars & Motorbikes Stars of the Golden era.
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93 year-old holocaust survivor, activist and Senator for life, Liliana Segre, declared that accusing Israel of genocide is an insult - specifically, she used the word "bestemmia", the Italian term to indicate profanities said against God.
My expectations were low, but holy fuck...
#not a holocaust survivor siding with literal nazis who do the same shit as those who put her and her family in concentration camps??#liliana segre#free palestine#italy#italia#holocaust
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#im sorry but grabbing liliana segre by her shoulders and shaking her vigorously MADAM. THE HOLOCAUST IS NOT THE ONLY GENOCIDE THAT HAPPENED#IN THE PAST 100 YEARS.
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Town scene in Segré, Anjou region of France
French vintage postcard
#sepia#photography#vintage#france#postkaart#ansichtskarte#ephemera#carte postale#postcard#postal#town#briefkaart#region#photo#anjou#scene#segr#tarjeta#segré#historic#french#postkarte
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Diocane possiamo non rendere l'antisemita violento gabriele rubini un'icona della resistenza palestinese per favore gruppo di decerebrati di twitter
#sentite. 100% lo stato di israele sta commettendo un genocidio e lo sta commettendo da quasi un secolo#e spero che gli abomini che l'idf sta commettendo contro i civili palestinesi verranno vendicati un giorno#ma cristo in croce. cristo in croce. utilizzate un minimo di cervello. l'uomo che è stato denunciato da#la strafottutissima liliana segre. quello che è conosciuto per i suoi schizopost riguardo la mafia ebrea#quello che sta dalla parte dei palestinesi perchè va in culo agli ebrei#pensate davvero pensate davvero che sia stato picchiato da 'un gruppo di mafiosi sionisti'#e che non stia usando gli ebrei come capro espiatorio#(soprattutto perchè il cojone ha twittato una foto di un mattone con scritto 'sono questi gli ebrei che difendete?')#cristo benedetto salvami tu
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Michelle Segre http://michellesegre.com/new-gallery
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La lucidità non ha età
Grazie Liliana!
Dal Corriere della Sera, di oggi 21/02/2024.
Gentile Senatrice,
la notizia della morte di Aleksei Navalny mi ha sconvolto. Non solo per la fine terribile ma perché mi pare testimoni l’inerzia con cui la comunità internazionale ha assistito alla sua lenta uccisione da parte del regime di Putin. Resta un senso di impotenza.
Risposta di Liliana Segre :
Il dissidente russo questo lo ha dimostrato in ogni decisione. Non ultima quella di tornare in Russia, nel 2021, consapevole del fatto che lo aspettava una detenzione lunga, ingiusta e spietata. Nel 2021, Navalny aveva la possibilità di restare in Germania, dove gli era stata salvata la vita dopo l’avvelenamento da Novichok di cui era stato vittima (come altri oppositori di Putin) e che lo aveva costretto a un mese di coma. Non lo ha fatto, non riuscendo a concepire l’idea di poter essere libero solo lontano dal suo Paese e lasciando che i russi continuassero a veder erodere le proprie libertà. Perché la libertà o è per tutti, o non è. Ed è proprio questa idea la più dirompente forma di dissidenza a un autocrate come Putin. Un’idea che pare anacronistica in un tempo e in un mondo dominato da convenienze personali. Navalny avrebbe potuto, come altri dissidenti, continuare la sua battaglia anti Putin da fuori, protetto da distanza e leggi. Invece, come ha scelto di fare l’attivista iraniana Nobel per la Pace 2023 Narges Mohammadi, ha messo in salvo in Occidente la propria famiglia ed è tornato lì dove la sua battaglia avrebbe avuto più senso e valore. E quel che è accaduto alla sua morte gli ha dato ragione: migliaia di russi, da Mosca a San Pietroburgo, sfidando la polizia, hanno reso omaggio a Navalny. A Mosca, in piazza della Lubjanka, davanti alla Pietra Soloveckij, che celebra le vittime della repressione politica. Una prova che la lotta per la libertà è vittoriosa anche quando il suo esito è il più nefasto. Mi hanno colpita infine le ultime immagini che abbiamo di Navalny, in cui si rivolge ironicamente al suo giudice-carnefice il giorno prima di morire.
Mi hanno ricordato la definizione che dell’ironia diede lo scrittore lituano Romain Gary:
«È una dichiarazione di dignità. È l’affermazione della superiorità dell’essere umano su quello che gli capita».
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Essendo povera,
non butto niente,
cose che potrebbero venirmi utili,
ho un archivio,
molti cassetti,
ordinati per argomento,
forse dovrei fare alfabetico:
garantire la consultabilità.
Dice a che ti servono i romanzi.
Dice che te ne fai della poesia.
E le storie finite male,
quelle sono solo una spesa,
gl’intestardimenti, le leggerezze,
le dimenticanze, la tigna,
quando invece di prendere il battello
prendemmo il pullman,
perdemmo un giorno
e le balene non le vedemmo,
le storie dei pazienti,
le storie dei sopravvissuti,
le storie degli amici
la storia del tizio che suona leva calcistica del 58 sulla metro b
la nevrosi dell’impiegata alla posta,
l’indiano coi fazzolettini al semaforo di svolta a U,
che un giorno mi chiese una ricetta per l’antinfiammatorio,
la gelataia che sembra una maitresse,
la dirimpettaia che le sue raccomandate le ritiro io
e mi regala la cioccolata,
la professoressa col minuscolo bassotto feroce,
l’amico che da specializzando era magro e aveva una testa così di capelli neri ricci,
tanti anni fa.
Tengo quello che mi succede, mi porto dietro ogni filo di relazione,
ho una cassetta degli attrezzi in testa
una Santa Barbara di strumenti disparati, assurdi, apparentemente ciarpame,
mi servono per rispondere,
uso le narrazioni per altre narrazioni antalgiche
tesso le parole per dare senso, per toccare, per fare sesso con l’anima
e poi mi nascondo dalla paura
non so di che,
non posso sapere tutto,
e perciò trattengo i segni degli altri
me ne tatuo i neuroni
anche la voce di chiunque incrociato al supermercato.
Ogni accadimento avrà la sua collocazione
e sarà debitamente riutilizzato.
Lascerò un hangar di sguardi mai eliminati
nella delirante fantasia
che illuminino la città
anche dopo che sarò morta.
Anna Segre
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I need to make a playlist of songs that for various extremely specific reasons give me a nostalgia smack to the brain, because I’ve encountered like 4 in the last week. Just trying to mind my business and a particular sounding digital harp slams me back to 2004
#currently they are segre by sohn#hanging on by active child#lipstick on the glass by#wolf alice#bury the moon by Asgeir#vena vents#not art
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