#sedie a rotelle
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Oltre la Faziosità: Verità e Innovazione nella Didattica Moderna
Perdonatemi ma…. Non mi piacciono le scorrettezze, le faziosità e le mezze menzogne, è più forte di me e non posso farci niente. Continua a circolare un immagine in cui si vedono delle sedie con le rotelle rotte e abbandonate e la dicitura: “Per non dimenticare 461 milioni”, condivisa da più di un contatto e, in tutta onestà, la cosa mi infastidisce perché è faziosa e tendenziosa.(E sapete…
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#AngeliKaMente#animatoredigitale#didatticamoderna#fakenews#innovazione#innovazionedidattica#istruzione#metodologia#scuola#sedie a rotelle
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Non so se è perché devo guidare all'andata e al ritorno, ma quando arrivo nella rsa dove lavoro mi sento al sicuro. Inizio a fare le mie cose e non penso più a niente, non che quando non sono a lavoro penso a qualcosa di specifico, ultimamente ho il cervello troppo saturo per riuscire a fare un pensiero anche solo minimamente articolato, però c'è molta pesantezza, molta ansia, e una sorta di paralisi che non mi fa fare altro che o fissare il vuoto o dormire. Invece quando arrivo nella rsa tutto si disperde, resta una pressione nella testa, magari un tono basso, ma guardo ciò che ho intorno e allora mi distraggo.
A me piace infatti osservarli e mi piacerebbe anche capirli se non parlassero in dialetto. La cosa che più li lega, oltre alla malattia, è la forte concentrazione che hanno. Sono molto focalizzati, non so bene su che cosa ma pochissimi di loro sembrano svampiti, la maggior parte invece è molto concentrata. Ci sono i casi diciamo meno gravi dove magari ormai vivono nel "loro mondo" ma camminano e riescono ad essere anche chiacchierini e vivaci: Venanzio o Venazio non riesco a capire, è un po' il burlone del gruppo va sempre di qua e di là, chiede se può aiutare, ieri andava dietro ad una ASA e le voleva portare il sacco della spazzatura, poi dice che ha sempre mal di pancia così ieri chiedeva all'infermiere qualcosa per il mal di pancia, l'infermiere gli diceva "Sì ora te la do" ma a Venanzio non gliela si fa e allora "non prendermi in giro"; poi c'è Mina o Nina anche qua non ho capito, lei dice che era una barista ed infatti a volte gli fa trovare le sedie sul tavolo o lava le mani nel water, lei fa sempre avanti e indietro molto indaffarata e concentrata, non si capisce cosa vuole dire perché emette perlopiù dei balbettii e l'altro giorno voleva togliermi il mop per lavare a terra; qualche altra signora poi si prende la borsa e cammina con la borsa come se fosse lì solo in visita; pio c'è Anna, un signora forte che l'altro giorno spazzava a terra e si incazzava perché gli camminavano sopra e allora iniziava a dire qualcosa che sembrava poco carino in bergamasco; poi ci sono almeno un paio di Marie una chiede sempre cosa deve fare adesso e voleva fare la pizza in bagno ma non sapeva come, l'altra invece è una donnina piccola dal viso rotondo che sembra una bambina e se ne esce sempre dicendo "che vita di meerda" e lo dice sempre sorridendo. I primi giorni che sono arrivata c'era una signora molto chiacchierona che a quanto pare era arrivata anche lei da poco, era ordinata nell'aspetto e parlava tantissimo con tutti ed era molto concentrata nel discorso che faceva pure se abbastanza sconnesso, adesso invece sentivo il medico parlare con la famiglia che le avevano cambiato il farmaco ed era per questo che era abbattuta ma se ne sta seduta in silenzio sulla sedia col capo chinato e anche l'aspetto è trasandato.
Si vedono infatti spesso anche scene strazianti: c'è ad esempio una signora che gira sempre disperata, l'altro giorno era venuta a trovarla non so chi forse il marito e allora lei ansimava e come a voler piangere e farfugliava qualcosa ed il marito le teneva il viso tra le mani guardandola intensamente negli occhi preoccupato e impietosito nel vederla così; alcuni poi li tengono legati sulle sedie forse per impedire loro di alzarsi perché non ce la fanno a stare in piedi da soli e non lo capiscono; altri invece sono in una carrozzina di quelle elettriche molto alte, come una signora che la mettono sempre nella seconda sala da pranzo e ogni volta che arrivo mi segue fissa in quello che faccio con lo sguardo che sembra incuriosito, poiché sulla sedia a rotelle non sempre può seguirmi con lo sguardo e quando non mi guarda più sembra molto assorta nei suoi pensieri, poi si accorge nuovamente della mia presenza e mi guarda e muove le labbra molto lentamente come se volesse dirmi qualcosa, ieri allora le ho sorriso e lei ha ricambiato facendomi un sorriso così bello che mi ha commossa. Anche le Asa o Oss che sono sembrano molto gentili pure se a volte ricevono dei dispetti o delle brutte parole, alcune soprattutto sembrano dispiaciute di vedere quelle persone in quello stato, li trattano come dei bambini ma non come degli stupidi.
Questo forse è il primo luogo di lavoro che non vorrei lasciare, infatti penso spesso che se potessi permettermi un part time resterei volentieri qua. Nonostante addetta alle pulizie non vengo schifata da nessuno, mi salutano quasi tutti anche i familiari e hanno rispetto per quello che faccio. Mi sono anche riscoperta chiacchierina: a volte scambio qualche parola coi malati, altre volte con qualche assistente. Fino ad ora insomma questo posto mi ha fatto bene.
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BENE...Sfortunatamente, il costo della vita mi ha abbattuto finanziariamente.
Per compensare il costo extra per cibo, elettricità, ecc. ho bisogno di guadagnare qualche soldo in più....
Quindi ecco la mia nuova avventura. 🥂
Sono orgoglioso di annunciare che sto vendendo GIOCATTOLI PER ADULTI. Spero che nessuno si senta in imbarazzo a chiederli.
Ho tutti i tipi, dimensioni e stili in base alle tue esigenze, anche motorizzati. Posso inviare foto e dimensioni ecc. Basta chiedere.
La discrezione è garantita!!
Richiedi il tuo in qualsiasi momento.
Ho tutto elencato di seguito:
-Deambulatori
-Bastoni da passeggio
-Quadripodi
-Girelli
-Sedie a rotelle
-Scooter
-Serbatoi di ossigeno
-Pannoloni per adulti
-Colla per denti
-Cuscinetti riscaldanti e altro ancora
Copia e incolla se hai il senso dell'umorismo!!! 🤣🤣
Abbiamo tutti bisogno di una bella risata. 😅
🤔🦖🤣
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Un gesto di solidarietà: aziende donano sedie a rotelle all’ospedale di Agrigento
Sono sempre frequenti i gesti di generosità della collettività nei confronti dell’utenza del presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio” di Agrigento. Questa mattina quattro aziende del territorio hanno donato all’ASP di Agrigento ben dieci nuove sedie a rotelle che, incrementando la dotazione dell’ospedale, contribuiranno ad aumentare il confort e la qualità dell’assistenza per i pazienti. “La…
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Il mio cuore meccanico - Parte 1
“Non farà troppo male,” mi dice la ragazza al check-in dello studio, “mio cugino l’ha fatto qualche anno fa e ora sta una favola.”
La guardo. Sta con i gomiti appoggiati pesantemente al bancone e si tiene la testa tra le mani. Mastica qualcosa, ogni tanto una sfumatura colorata le appare tra le labbra: una foglia di menta? Non saprei, forse è una semplice cicca verde. Il suo alito è buono. I suoi capelli sono ben pettinati, tutti tirati all’insù e poi esplosi in una bionda coda, vaporosa e alta. Mi chiedo quanto tempo ci abbia messo a farla, questa mattina.
Da quando Miriam è morta, mi concentro sui dettagli delle cose attorno a me come non l’avevo mai fatto prima. Credo sia un modo per ingannare la mente e pensare ad altro. A tutto, ma non a lei e a quello che avevamo.
“Ah sì?” Borbotto mentre apro il portafoglio e le allungo la cifra richiesta per l’operazione. Un acconto per iniziare, poi il saldo verrà fatto quando tutto sarà finito. Quando il mio cuore, finalmente, smetterà di essere un groviglio sanguinolento di tessuti e muscoli e sarà solo un perfetto e infallibile pezzo meccanico.
Un meraviglioso prodigio di orologeria contemporanea, tutto rotelle, valvole, viti, quadranti, contatori e ghiere. Stando al depliant che ho consultato, potrò anche scegliere il colore. Penso lo chiederò dorato.
“E lui che ha avuto?” Domando sottovoce. Lei è intenta a registrare il pagamento e i miei dati. Accenna un sorrisetto gentile e si prende un attimo per rispondere. Non posso fare a meno di chiedermi se si stia inventando quella storia di sana pianta, giusto per farmi stare meglio.
“Aveva preso una super sbandata per una. Era cotto, innamoratissimo. Non pensava ad altro. Si sono sposati nel giro di un paio di mesi. Al rientro dal viaggio di nozze, lei lo ha piantato.” Dà un ultimo colpo forte sui tasti della cassa e poi mi guarda.
“Ahi.” Arriccio le labbra in un’espressione contrita. Ma perché lo sto facendo? Cosa diamine me ne frega di quel suo cugino?
“Diceva che non le piaceva il modo in cui rideva. Né come faceva l’amore. Né il suo odore o come svuotava i sacchetti della spesa,” fece spallucce, “insomma, aveva capito di essersi sbagliata. Lui non faceva per lei. Gli ha lasciato un bigliettino sul frigo e poi se l’è data a gambe.”
“E ora come sta?”
“Ah, non saprei. Credo sia andata in un’altro continente.”
“No, tuo cugino, dico.”
“Oh, proprio come ti dicevo: una favola!”
Entra un altro cliente; una donna in lacrime. La ragazza del bancone sposta la sua attenzione su di lei e mi congeda un con gesto della mano. Mi indica il corridoio e una porta bianca. La ringrazio e sgattaiolo via prima che i singhiozzi della nuova arrivata possano risvegliare qualcosa di brutto in me.
La porta bianca si apre su una piccola sala d’attesa. Mi guardo attorno e non appena i mie occhi toccano una pianta grassa decorativa mi domando se il dottore o la dottoressa che eseguirà l’operazione sia davvero affidabile. Perché è tutto così caldo e accogliente? Il contrasto con l’ingresso è quasi lancinante: le pareti sono dipinte di un senape tenue, le sedie e i tavolini sono di legno, c’è un tappeto peloso al centro e ci sono piantine sparse qua e là, verdi e pure in buona salute. E perché c’è un dolce odore di vaniglia? Ah, noto un vaporizzatore a forma di luna appoggiato su di un mobile.
Non va bene. Non va per niente bene.
Le persone come i dottori che sostituiscono gli organi difettosi e capricciosi con componenti meccaniche dovrebbero essere rigorose, asettiche, fredde. Esattamente come le rotelle che mettono al posto della carne. Niente vitalità, niente esuberanza, niente sansevierie rigogliose a cui dare da bere prima di chiudere lo studio e tornare a casa.
Sono qui proprio per questo, per farmi aiutare da chi ormai dovrebbe essere oltre le agonie umane della gente che, come me, un cuore ancora ce l’ha e vorrebbe gettarlo in un frullatore. Sto per marciare verso la porta bianca e andare a dirne quattro alla ragazza con l’alito che sa di menta quando-
“Signor Manna?” La porta si apre prima che io possa toccarla e davanti a me compare una donna soffice.
Eccola lì, la dottoressa. So che è lei perché ha proprio l’aspetto di una che metterebbe un diffusore di aromi a forma di luna nella sala d’attesa di uno studio che impianta cuori meccanici. Tonda, gioviale, guance rosse, occhi profondi. Più fuori luogo di un gatto in un acquario, ma anche tanto, tanto bella.
“Sono io.”
“Prego, mi segua!” Ha una voce dolcissima.
Mi accompagna lungo tutto il corridoio, poi a destra, poi a sinistra, poi ancora a sinistra. Mi fa entrare nel suo regno, la sala preparatoria, l’anticamera della sala operatoria. Qui, quasi ho un mancamento. È ancora peggio della saletta d’attesa. Piante ovunque, piccoli ninnoli sui mobili e sulla scrivania, tappeti morbidi sparsi per il pavimento, divanetti con una bella e affascinante estetica scandinava, tutti pastellosi ed estetici. Solo io vedo l’assurdità di tutto questo? Mentre mi siedo dall’altra parte della scrivania in legno chiaro, il mio sguardo si posa sulla statuetta di un gattino. Bianco e nero, con la pancina per aria e le zampette tese come se stesse giocando con una mano immaginaria. È adorabile, proprio il genere di cose che facevano impazzire Miriam.
“Qualche bel ricordo?” La donna soffice sorride. La guardo confuso.
“Oh, mi perdoni,” continua, “è che la vedevo assorto, credevo stesse pensando a qualcosa di bello.”
“Uhm,” raddrizzo la mia postura e faccio spallucce, “no. Cioè, sì. Pensavo a… Beh, a mia moglie. Ex-moglie? Non saprei come definirla. Sono vedovo.”
“Come si chiamava?”
“Miriam.”
“Un bellissimo nome. Signor Manna, la morte di Miriam è il suo motivo per essere qui, oggi?”
“Esattamente.”
“Dunque. Forse si sarà già informato sulla procedura, ma lasci che le dia un riassunto.”
Incrocio le braccia, annuisco e la ascolto con attenzione. So già tutto, o almeno credo, ma voglio che la donna soffice mi parli: il tono della sua voce mi conforta, è materno, accogliente, gentile. Ancora, mi sembra assurdo che una professionista di quel settore sia fatta in quel modo, ma, a conti fatti, non mi dispiace. È da un po’ che non faccio due parole con qualcuno che non sia il mio gatto.
“È molto semplice. Faremo un paio di visite intermedie per controllare i suoi parametri vitali e la reazione del suo corpo ad alcuni congegni meccanici. Dopodichè, procederemo con l’operazione vera e propria. Lei è mai stato operato, signor Manna?”
“Mi hanno tolto l’appendice. È sono stato operato per dei calcoli renali.” Brutti momenti. Ma non importa, dovessero ricapitarmi in futuro, non ne soffrirò. Almeno, non emotivamente. Sarò forte, saldo, senza paura. Non per merito mio, no, ma comunque il risultato sarà lo stesso.
“Molto bene. Non è nulla di diverso, stia tranquillo. Apriremo la sua cassa toracica, estrarremo il cuore vero e tutte le valvole e impianteremo un perfetto cuore meccanico di ultima generazione.”
“Oro?”
“Come, scusi?”
“No, dico, potrei averlo color oro?”
La donna soffice mi dà uno sguardo intenerito, con un mezzo sorriso complice. Prende un post-it dall’angolo della scrivania e lo appiccica sopra il faldone che ha davanti a sé. Oro, scrive quelle tre lettere con cura, come se il destino dell’intero studio dipendesse da quelle.
“Ecco fatto. Dunque, i giorni successivi all’intervento si sentirà un po’ sfasato e strano, come è ovvio. Qualche dolorino, forse, ma nulla di più. Avrà un periodo di recupero di circa un paio di settimane, poi sarà pronto ad affrontare il mondo con il suo nuovo cuore.”
Ed eccoci arrivati al punto fondamentale della questione. Piego in avanti la schiena a mi avvicino al tavolo, come se la donna soffice fosse in procinto di sussurrare chissà quale segreto globale che solo io devo conoscere. O chissà quale scabrosità inadeguata.
“Lei continuerà a essere vivo a tutti gli effetti, proverà un limitato ma presente range di emozioni, e non dovrà più temere di ritrovarsi con un cuore spezzato.”
“Il mio cuore è già spezzato, dottoressa,” mormoro a fatica.
“Lo so, lo so. E mi dispiace. Quello che intendo è che non sentirà più nulla da quel punto di vista. Niente più lutto, niente più dolore. Nè per il passato, né per il futuro.”
“E i ricordi?”
“I ricordi rimarranno lì, non si preoccupi. Non dimenticherà Miriam. Ma, non se ne preoccuperà più.” Allunga la mano verso un cassetto, lo apre e inizia a frugarci dentro. “Ha mai sentito parlare delle sostituzioni di materia cerebrale? In quel caso i ricordi invece-”
“No, no,” la fermo subito, “non si preoccupi. Va bene così. Mi basta questo, per ora.”
Richiude il cassetto. “Molto bene.”
Segue un momento di silenzio in cui nessuno dice nulla. Eppure, non mi infastidisce. Strano, non sono affatto un fan di situazioni di quel genere, anzi. Essere una persona molto timida e insicura mi rende il perfetto candidato per mal sopportare i silenzi con gli sconosciuti o le situazioni “grigie” dove non è chiaro chi dovrebbe fare cosa. Ma la donna soffice mi mette a mio agio: non sta facendo nulla di particolare se non essere seduta dall’altra parte della scrivania e guardarmi con un sorriso gentile, ma a quanto pare è sufficiente.
“Se è pronto, potremmo iniziare la prima visita,” rompe il silenzio.
“Ma certo.”
Mi porta in una stanzetta adiacente, molto meno accogliente e molto più asettica e professionale. Arrivati a questo punto, non so se sentirmi rassicurato o turbato dall’assenza di ulteriori ninnoli e oggettini. A pensarci, è normale che sia così, vuota di qualsiasi altra sfumatura se non quella bianca e verde tipica degli ambienti medici. È quello che è: una stanza con un lettino e tante strumentazioni mediche all’avanguardia. Le guardo tutte e mi rendo conto di non conoscerne nemmeno una: cosa mi aspettavo? Non lo so nemmeno io, ma pensavo avrei trovato lì dentro almeno qualcosa di familiare, un ecografo, una macchina a raggi X o, magari, un elettrocardiografo. No, quegli strumenti hanno forme stranissime, bislacche quasi. Roba mai vista, neanche in una rivista o in un film.
La donna soffice mi chiede di togliermi la camicia e di sdraiarmi. Lo faccio con la consapevolezza che lei sarà la prima in mesi e mesi e mesi a vedere così da vicino certe parti di me. Da quando Miriam è morta, non ho avuto nessuna. O nessuno. Come avrei potuto? Ho sempre sentito descrivere il dolore come una marea; mi sembrava verosimile, sì, ma un tantino retorico ed esagerato. Questo finché non è successo anche a me. È una marea, sì, un’onda, ma non nel senso che sommerge e fa annegare, nel senso che arriva e porta via. A più riprese, incessantemente. Strappa via le parti più umane e intime di chi rimane indietro, nel mondo dei vivi. Un pezzo alla volta. La voglia di stare fisicamente con qualcuno che non fosse mia moglie era uno dei pezzi.
“Si rilassi, chiuda gli occhi, faccia dei bei respironi profondi, al resto ci penso io.”
E così è.
Cioè, più o meno. Rilassarsi è un parolone, ma mi nascondo dietro il buio delle palpebre, faccio entrare quanta più aria possibile nel mio corpo e lascio che lei faccia il suo lavoro. Si muove con calma e precisione su di me, lo sento. Tocca il mio petto, lo tasta, appoggia le dita sul mio collo, sulle spalle. Sussulto leggermente quando qualcosa di freddo e metallico si sostituisce alle sue mani, ma non apro gli occhi.
Mi diverto a dare una forma a quelle piccole superfici che si appoggiano e si alzano ritmicamente sul mio petto, accompagnate da ronzii elettrici e dai sospiri leggeri della sonna soffice. Questa sembra un triangolo. Questa forse è un cerchio. Questa è un rettangolo. E questa? Cielo, questa è davvero difficile, credo-
“Ecco fatto, signor Manna! È un ottimo inizio.”
Riapro gli occhi e me la trovo a pochi centrimetri dalla faccia, tutta sorridente. È bella, lo è davvero, e quel suo essere così gentile muove qualcosa dentro di me. Ma, è ora di andare, la visita è finita; scivolo giù dal lettino, mi rimetto la camicia, ringrazio la donna soffice, prendo un promemoria per i prossimi incontri e me ne torno a casa. La ragazza con l’alito che sa di menta mi saluta con un “a presto!” acutissimo.
Casa significa ricordarsi perché voglio così tanto strapparmi quel mio cuore vero e sostituirlo con uno meccanico. Quei 65mq in un piccolo condominio di periferia che prima condividevo con Miriam ora mi stanno addosso come chilometri e chilometri e chilometri di vuoto. C’è Romeo, il nostro (mio) gatto, sì, ma lui è un animale: per le creaturine di quel genere il lutto si misura in un paio di mani in meno da cui ricevere coccole e cibo, nulla di più di quello. E lo invidio, mentre lo guardo scofanarsi imperterrito la sua scatoletta di cibo umido: è così che dovrebbe essere per tutti. Un inciampo fisiologico da cui rialzarsi e andare avanti. E invece per me il lutto è una spina che ogni giorno scende più in profondità mentre vago per il nostro (mio) appartamento.
Il mio terapista mi aveva assicurato che prima o poi sarebbe passato. Mi ha detto che il tempo lava via tutto. E se non lava, almeno lenisce e alleggerisce. Ma non è così, per nulla: il tempo è amico delle infezioni e quella spina sta marcendo nella mia carne.
Gliel’ho detto, al mio terapista. E lui mi ha suggerito di prendere in considerazione la sostituzione cardiaca. Non mi aveva messo fretta, anzi, se devo dirla tutta credo non sia un grande fan di quella procedura - è ovvio, meno dolore = meno clienti - ma aveva comunque fatto il suo lavoro e si era premurato di farmi avere i recapiti.
Avevo prenotato il mio primo appuntamento dopo neanche una settimana.
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LE MONDE COMME IL VA (parte I)
Come si sa la Collection Pinault, una delle più ricche ed importanti collezioni di arte contemporanea al mondo, ha da tempo trovato la sua sede definitiva nel meraviglioso scrigno della Bourse de Commerce a Parigi, ripensata da Tadao Ando e restituita al suo splendore. La collezione, tuttavia, ha la particolarità di essere una collezione mutante, ovvero, i pezzi esposti non sono mai gli stessi, mutano appunto e con loro, muta il titolo dell’esposizione. A questo proposito occorre dire che, qualche volta, il titolo sembra essere un po’ posticcio se non proprio pretestuoso, ma in compenso le opere sono sempre di altissimo livello e valore. È il caso della mostra che si è appena conclusa dal titolo “Le monde comme il va”. Dopo essere stati accolti all’ingresso dal gaudente (o arrabbiatissimo) Picasso di Maurizio Cattelan, fatti pochi passi, non c’è che dal restare esterrefatti dalla semplice ma spettacolarissima installazione dell’artista Kimsooja ovvero "To Breathe – Constellation", gigantesco specchio pavimentale che riflette la cupola della Bourse, con il suo decor architettonico e con la decorazione pittorica ottocentesca, con il vecchio e il nuovo mondo in una visione vagamente colonialista. Lo specchio, mondo alla rovescia per eccellenza, mai è sembrato più spettacolare di quanto appaia qui, sotto i millequattrocento metri quadrati della gigantesca decorazione pittorica raffigurante i quattro continenti. Nelle vetrine del corridoio perimetrale , invece, una raffinatissima raccolta di opere materiche di Kimsooja, piccole opere di rara e poco appariscente bellezza, tipicamente orientale: vasi, forme geometriche, tessuti, pietre che vanno a costituire un mondo parallelo, quelli che l’artista chiama “Deductive Object”. Nel piano inferiore fanno mostra di sé i meravigliosi “Bottari”, ovvero oggetti della tradizione coreana, fagotti di stoffa che incarnano il modo tradizionale di avvolgere gli effetti personali prima di una partenza. Qui i “Bottaris” diventano *sculture morbide e multicolori, quasi una costellazione misteriosa che si distende nello spazio sotterraneo della Bourse. Kimsooja è anche un sapiente filmaker e alla Bourse sono presenti alcune sue opere di grande interesse. Nella Galerie 2 ( sempre al piano terra) a sorprendere il visitatore è senza dubbio l’installazione mobile di Sun Yuan e Peng Yu: personaggi di ex-potentati mondiali (ex regnanti, prelati ortodossi e uomini politici non meglio identificati), diventano modelli scultorei iper realisticamente rappresentati a tutto tondo, che si aggirano su sedie a rotelle tra le opere di un’altra grande figura dell’arte contemporanea ovvero Goshka Makuga, che a sua volta fu creatrice di grandi automi (memorabile la sua mostra alla Fondazione Prada di Milano di qualche anno fa). Qui la Makuga espone suoi arazzi fotografici, in cui sono, anche qui, rappresentati potenti ed ex potenti in ambientazioni decontestualizzate e stranianti. (continua)
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In Viaggio
L’ultimo viaggio che ho fatto è stato in Spagna, è stato un regalo per il compleanno del mio ragazzo (fortunato!). Ho organizzato due giorni a Benidorm, vicino Alicante, e tre a Valencia. Benidorm è poco conosciuta in Italia, ma viene chiamata la “Miami d’Europa” per il fatto che ci sono tutti questi enormi grattaceli sul mare. È molto conosciuta però in Inghilterra, infatti per via degli afflussi di turisti inglesi questa città di mare è “fatta a misura” per loro. Tutto è in inglese, persino il cibo, e gli alberghi sono per la maggior parte attrezzati di sedie a rotelle telecomandate e karaoke! È incredibile, e non in senso troppo positivo, non c’è niente di autentico e si vede anche la precarietà dei lavoratori che purtroppo lavorano orari estenuanti. Visitare questo posto mi ha fatto pensare molto sugli effetti negativi del turismo.
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Rick Ross sta affrontando una nuova sfida legale... perché un uomo lo ha appena citato in giudizio, sostenendo che Ross non si è assicurato che la sua esposizione di auto fosse accessibile alle persone disabili. Un uomo di nome Darris Straughter sta facendo causa a Ross perché, a suo dire, quest'ultimo ha pubblicizzato la sua mostra di auto come un'opportunità da sogno per visitare la sua proprietà... ma lui afferma di non averne avuto l'occasione... perché non è mai arrivato un bus navetta accessibile alle sedie a rotelle per portarlo all'evento, nonostante abbia affermato di aver ricevuto più volte rassicurazioni sul fatto che ce ne sarebbe stato uno. In attesa della tua autorizzazione per caricare i contenuti multimediali di Instagram. Darris afferma di aver pagato il viaggio, l'alloggio e acquistato un biglietto (vendendo persino la sua auto per farlo) per il Rick Ross' Car & Bike Show... e afferma di aver contattato la sede dell'evento con due settimane di anticipo per avvisare che aveva bisogno di una sistemazione ragionevole per la sua sedia a rotelle. Afferma che gli organizzatori del salone dell'auto gli avevano detto che avrebbero avuto una navetta per portarlo dal parcheggio all'evento... ma dice che, dopo aver aspettato diverse ore, non è mai arrivata. Si è stufato, ha dato via il biglietto ed è tornato in hotel. Darris e il suo avvocato, Avvocato John Hoover.afferma che gli organizzatori hanno promesso un rimborso a chiunque non fosse riuscito ad entrare all'evento... ma afferma che nessuno gli ha mai fatto sapere nulla. Ha intentato causa a Rick per inadempimento contrattuale, ingiusto arricchimento e violazione dell'Americans With Disabilities Act... e chiede un risarcimento danni e un'ordinanza che obblighi la fiera dell'auto a garantire l'accesso ai disabili in futuro. Riproduci contenuti video TikTok / @shaunjunious Abbiamo contattato Ross... finora nessuna risposta.
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(Come trasformare le vecchie bici in sedie a rotelle per i più poveri (FOTO) - greenMeから)
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Chi sono gli agenti israeliani (camuffati) del blitz all'ospedale di Jenin
AGI – Le immagini dell’operazione compiuta da agenti scelti di Israele nell’ospedale Avicenna di Jenin, camuffati da palestinesi con tanto di tuniche, hijab, camici da medico, maschere e anche sedie a rotelle per fingersi malati, hanno fatto il giro del mondo. Azioni di questo tipo hanno una serie di precedenti che risalgono alle radici del conflitto in Medio Oriente, al punto che sia in arabo…
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Barca da Trawler Simay M
Il nostro trawler modello Simay M del 2022 offre un'indimenticabile esperienza di crociera blu grazie al suo design elegante e alle lussuose caratteristiche di comfort. Simay M è dotato di un totale di tre cabine armatoriali e due cabine doppie, consentendo l'accoglienza di un massimo di 10 ospiti. Le cabine armatoriali sono strategicamente posizionate a prua, a poppa e sopra il ponte della barca, mentre le due cabine doppie si trovano di fronte alla cabina armatoriale a prua.
barca da traino simay m
La piattaforma da bagno del trawler Simay M vanta un pavimento in legno di teak, creando uno spazio abitativo caldo e moderno. L'accesso alla barca è reso agevole dalla scala elettronica, garantendo facilità di entrata anche per gli ospiti anziani o disabili. La motoscala di questo modello assicura un accesso senza problemi al mare. La spaziosa piattaforma da bagno fornisce un luogo ideale per arredi come lettini, tavolini e ombrelloni, i quali saranno resi disponibili dal nostro personale quando ci si avvicina alla baia. I modelli di pescherecci Simay M offrono un'esperienza eccezionale anche per gli ospiti disabili, grazie agli spazi ampi che consentono un agevole ingresso e uscita per le sedie a rotelle.
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Ceccano, 30 mila euro per i giochi inclusivi da installare nei parchi
Saranno utilizzati per l’acquisto di giochi inclusivi, da installarsi all’interno delle aree gioco comunali. Il comune di Ceccano ha ricevuto 30 mila euro dalla Regione Lazio per acquistare giochi inclusivi, progettati per essere accessibili a persone con diverse abilità e per promuovere l’inclusione sociale. Si tratta di giochi che includono strutture con accessibilità per sedie a rotelle,…
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Kate Middleton finita sulla sedie a rotelle le immagini virali fanno il ...
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Trento: nuovo parco in piazza Centra, un'area di gioco e aggregazione per bambini e adolescenti
Trento: nuovo parco in piazza Centra, un'area di gioco e aggregazione per bambini e adolescenti. A seguito alla realizzazione del parcheggio pertinenziale interrato in piazza Centa, a Trento, è necessario rifare la superficie del parco. In accordo con la Circoscrizione l’ufficio Parchi e giardini ha incaricato l’architetta Roberta Di Filippo di realizzare un progetto per offrire ai bambini e agli adolescenti delle aree limitrofe (San Martino e Cristo Re in primis) un’area di gioco e di aggregazione inclusiva completamente rinnovata, con strutture gioco di particolare attrattività. A ciò si aggiunge un altro elemento centrale per la sua valenza di memoria storica: si tratta della valorizzazione in superficie della piscina austroungarica, delle dimensioni di 45 metri per 20, scoperta durante gli scavi. Costruita nel 1870, era alimentata dalle rogge che affluivano al fiume e veniva utilizzata prevalentemente dalle compagini militari presenti in questa parte della città a fine Ottocento. Il manufatto sarà valorizzato con elementi d’arredo prefabbricati colorati che fungeranno principalmente da seduta. In posizione centrale al giardino, questo perimetro racchiuderà l’area gioco dei più piccoli in cui saranno inseriti nuove tipologie di gioco per stimolare la fantasia e la socializzazione: una grande farfalla blu per l’arrampicata, un’altalena pentagonale per dondolarsi insieme disposti a cerchio (anche con seggiolino inclusivo), un trampolino a filo pavimento adatto anche per le sedie a rotelle, e infine i classici giochi a molla, distribuiti su una superficie in gomma anti-trauma azzurra per ricordare l’acqua dell’antica piscina. L’altra metà della “piscina” sarà lasciata a prato e ospiterà il grande albero esistente. Qui verranno installati altri giochi in legno per l’equilibrio e una pedana tonda in legno per la pratica dello yoga o piccoli spettacoli. Sul lato nord-est del giardino, il meno trafficato, verranno collocati i giochi per i più grandi: l’attrezzatura per la pratica del calistenics, composto da una sequenza di spalliere, pali e sbarre per eseguire un allenamento in totale sicurezza e infine un canestro posizionato su un’area pavimentata di circa 10 metri per 10. Nell’area sud-ovest verrà ricollocato il ping-pong. Questa ricollocazione centrale dell’area gioco è accompagnata a un parziale ridisegno dei vialetti che lambiranno l’area gioco centrale creando i collegamenti con i quattro ingressi principali esistenti agli angoli. Le panchine e i lampioni verranno ricollocati secondo il nuovo disegno dei vialetti. L’area cani verrà ampliata nell’area sud-est - attorno alla cabina Set esistente - con la ricollocazione di due fontanelle. Il costo dell’intervento ammonta a 260 mila euro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Simone, in aiuto degli alluvionati in sedie a rotelle: “Tutti uguali nel momento del bisogno”
DIRETTA TV Alluvione Emilia Romagna 2023 23 Maggio 2023 Una foto scattata di spalle, a sua insaputa, mentre era sulla sua sedia a rotelle intento a spalare fango in Emilia Romagna è diventata virale. Simone Baldini: “Non credo di aver fatto nulla di speciale, 6 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su Alluvione Emilia Romagna 2023 ATTIVA GLI AGGIORNAMENTI “Non ho…
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